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Autore: Aperonzina    04/06/2020    1 recensioni
ATTENZIONE: Questa raccolta di One-shot è un approfondimento di una storia che ho scritto in precedenza "A casa di amici".
Le storie sono auto conclusive e si possono leggere anche senza aver letto l'intera storia, ma sicuramente potrebbero esserci punti non del tutto comprensibili o chiari se non si ha letto la storia principale.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sorpresa
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Ecoci con il primo Spin-off di questa storia, al momento si svolgeranno tutti al passato, quindi prima di "a casa di amizi" o durante e più avanti vedremo anche cosa accadrà in futuro ai nostri ragazzi!
Spero che questo capitolo vi piaccia, è abbstanza breve e tranquillo, ma volevo raccontarvi ancora qualcosa su di loro e mi sembrava ottimo per iniziare! Fatemi sapere se questa storia vi è piaciuta!


Se gli avessero chiesto di descriversi in una parola, in quel momento avrebbe risposto “ansia”. 
Non che Taehyung fosse un ragazzo particolarmente ansioso o che si faceva prendere in contropiede tanto facilmente, anzi, amava l’avventura e tendeva a buttarsi a capofitto in quelle che lui definiva sane ed essenziali esperienze di gioventù.
Anche il trasferimento a Seul e il successivo accesso all’università di design, che per molti sarebbero stati motivo di ansia, per lui erano solo un’altra emozionante e nuova avventura. 
Ciò che lo preoccupava infatti non era lo studio intenso che lo aspettava, i lavoretti part-time che si sarebbe dovuto trovare per mantenersi o la prospettiva di una nuova vita senza mamma e papà che pensavano a gestire la sua vita dal punto di vista economico e pratico.
Quello che preoccupava Taehyung era aprire la porta del dormitorio davanti alla quale si trovava e fare i conti con il coinquilino che gli era stato assegnato dall’istituto.
A causa della sua precaria situazione economica non aveva potuto trovarsi un appartamento e doveva condividere una stanza nel dormitorio dell’università con uno sconosciuto.
L’idea di avere un coinquilino entusiasmava Taehyung e allo stesso tempo lo spaventava. 
In genere non era difficile per lui andare d’accordo con i suoi coetanei, ma Taehyung veniva da un paese di campagna popolato perlopiù da gente sempliciotta e alla mano.
Anche se con uno spiccato spirito di intraprendenza e un tocco di vanità in più, Taehyung sentiva di corrispondere anche lui un po’ a quel tipo di persona e non poteva fare a meno di chiedersi come fossero invece i ragazzi di Seul, o di qualsiasi città il suo coinquilino provenisse.
L’unica cosa che sapeva era che avrebbe alloggiato in una stanza per due, con un altro ragazzo del primo anno che avrebbe frequentato la sua stessa facoltà di fashion design.
Sapeva anche che avevano diritto ad un bagno privato, mentre la cucina era condivisa con altri studenti.
Queste poche informazioni erano in grado di turbarlo ancora di più, non gli importava della cucina in comune, però era grato di dover condividere il bagno solo con un altro ragazzo, ma ciò che lo preoccupava era proprio sapere che tale persona frequentava il suo stesso corso e aveva la sua stessa età.
Se non fossero andati d’accordo, avrebbe dovuto subire situazioni imbarazzanti sia in stanza che durante le lezioni. 
Senza contare che da uno studente di Fashion design ci si poteva aspettare qualunque cosa, Taehyung si era fatto un’idea delle persone che avrebbero potuto frequentare quel corso ed era giunto alla conclusione che non potevano che essere persone eccentriche o comunque particolari in qualche modo. D’altronde lui stesso si definiva vanesio e originale rispetto ai suoi compagni del liceo.
Comunque si disse che non aveva senso indugiare sulla porta come un bambino che non sa se è il caso di disturbare i genitori a causa di un brutto sogno, lui era Kim Taehyung e la sua filosofia di vita gli imponeva di aprire quella porta e affrontare con coraggio e positività qualsiasi cosa l’avrebbe atteso dall’altra parte.
Prese un respiro profondo e fece scattare la serratura, la porta venne spalancata e lui si trovò in quello che sembrava essere un normalissimo dormitorio.
L’altro ragazzo aveva già lasciato tracce della sua presenza qua e là, più che tracce, si disse Taehyung, aveva fatto un bel casino.
La stanza era una doppia con due letti ad una piazza ed un solo grande armadio, le ante erano aperte e gran parte di essa era già stata occupata, almeno aveva avuto l’accortezza di lasciargli un po’ di spazio. 
Un letto era lasciato immacolato, l’altro invece era colmo di vestiti, oggetti vari e le lenzuola erano aggrovigliate tra essi, il comodino era ridotto allo stesso modo. 
Dopo aver appoggiato la sua valigia accanto al letto ancora ordinato, stava per avviarsi verso la porta del bagno quando sentì un mugolio sommesso e si accorse che nel letto più lontano dalla porta d’ingresso, quello che evidentemente il coinquilino aveva scelto, nascosto tra la stoffa delle coperte e dei vestiti, c’era un ragazzo.
Taehyung sgranò gli occhi, mentre questo si stiracchiava, ancora ingarbugliato nel caos che aveva creato, Taehyung non poté fare a meno di chiedersi che razza di persona potesse addormentarsi in tutto quel disordine.
Quando il ragazzo si mise a sedere e lo notò, gli occhi che in un primo momento erano ridotti a due fessure dal sonno, si spalancarono, mostrando due iridi marroni contornate da ciglia scure. 
I due si fissarono intensamente per qualche istante, poi Taehyung decise che era il caso almeno di presentarsi, si stupì di sé stesso nell’accorgersi che le parole non gli uscivano naturali e che non riusciva a togliergli gli occhi di dosso Il ragazzo unì le mani sopra la testa e si stiracchiò Nel tentativo di alzarsi gli si incastrò un piede nel lenzuolo che lo fece barcollare e sarebbe caduto di faccia se Taehyung non avesse avuto la prontezza di sporgersi in avanti per afferrarlo.
Una mano stretta intorno al suo braccio e l’altra era scivolata sotto il maglione rosa e bianco che portava, andando ad appoggiarsi sul fianco magro dell’altro e in qualche modo era riuscito a reggerlo.
Si rese conto solo allora di quanto il ragazzo fosse minuto e leggero, nonostante non si potesse definire esile, la sua muscolatura infatti era esaltata dai pantaloni che aderivano sulle cosce. 
Senza troppe difficoltà lo sollevò di poco aiutandolo a tirarsi in piedi, fu colpito dalla sua eleganza, non credeva che fosse possibile risultare così fine cadendo dal proprio letto disordinato sul quale ci si era addormentati. 
Non appena Taehyung realizzò la posizione in cui si trovavano staccò la mano dal suo fianco come se scottasse e gli lasciò il braccio.
Lui di rimando scoppiò a ridere, portandosi quella che si rese conto solo allora era una manina estremamente piccola per appartenere ad un ragazzo, le dita dalle unghie ben curate a coprire appena le labbra piene. 
Non aveva una dentatura perfetta, ma quel sorriso aveva qualcosa che attirò l’attenzione di Taehyung in maniera incredibile. 
Era un sorriso luminoso dalla risata cristallina, gli occhi che si facevano piccoli piccoli fino a sparire e il naso che si schiacciava leggermente.
Taehyung doveva averci messo troppo a rispondere, perché lo sguardo di Jimin vacillò, le belle labbra rosee si schiusero leggermente.
Taehyung allora si affrettò a rispondere e afferrare con piacere la mano piccola e fredda di Jimin, che la strinse con energia.
Entrambi erano naturalmente appassionati di moda, ma Jimin preferiva dedicarsi al disegno e alla rappresentazione grafica, gli mostro anche qualche idea di collezione che aveva realizzato, mentre Taehyung era appassionato principalmente di fotografia di moda. 
Insieme fantasticarono sui corsi che avrebbero frequentato a partire da quel lunedì mattina e si accordarono per pranzare insieme tutti i giorni, dal momento che non c’era ancora la possibilità di scegliere corsi particolarmente specifici, le loro lezioni combaciavano quasi sempre.
In quelle poche ore di conversazione Taehyung accettò di essere attratto in maniera incondizionata da Jimin e non solo dal suo aspetto, tutto di lui lo attirava, a partire dal suo corpo perfetto e dal viso gentile, ai suoi modi goffi ma delicati. 
Il suo sorriso, la sua voce e anche il suo modo di pensare gli piacevano incredibilmente.
Tutto quello che era Jimin lo faceva impazzire a tal punto da fargli venire le farfalle nello stomaco.
 
Verso mezzogiorno decisero di pranzare insieme, vagarono un po’ per le strade di Seul, estranee ad entrambi e poi si fermarono in un locale che vendeva cibo da strada, presero due hamburger e si sedettero nei tavolini di fuori.
Taehyung aveva decisamente bisogno di stare all’aria aperta, tutta quella vicinanza con Jimin lo faceva sentire accaldato.
Parlarono del più e del meno e a mano a mano che si conoscevano Taehyung sentiva di essere sempre più a suo agio con l’altro e pian piano anche la temperatura scendeva, smetteva di balbettare e riusciva finalmente a darsi un contegno. 
Si disse che era solo questione di tempo, si sarebbe abituato al brillante ragazzo che aveva avuto la fortuna di trovarsi in stanza e sarebbe riuscito a trasformare quel colpo di fulmine in una serena amicizia. 
“E’ solo questione di tempo” pensò tra sé e sé mentre ascoltava Jimin parlare, senza riuscire a togliere gli occhi di dosso alle sue bellissime labbra. 
E ci credeva davvero, che gli sarebbe passata.
   
 
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