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Autore: camillavaamare    04/06/2020    0 recensioni
Nel Pantheon scoppia un incendio ed i guardiani sono preoccupati di perdere quell'edificio, non è solo bello; c'è dentro tutta la storia dell'uomo. Spezzare passato e presente sarebbe dividere l'anima delle pesone. Ed il divino non può venire separato dal'arte. Un misterioso assassino inizierà a terrorrizzare con i suoi delitti tutta Roma, perché il soprannome datole secoli prima: Città Eterna; non fu mai più azzeccato... eterna come gli omicidi che vengono commessi dall'assassino. Nessuno sa spiegare l'insolito interesse mostrato da questa persona per gli edifici storici e le opere artistiche.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Federica guarda le persone che entrano ed escono dagli Uffizi. C'è una fila lunghissima. Siede all'ombra mangiando un gelato, fa troppo caldo per stare a scioglersi in casa. Si rilassa. Ha spento il telefono. Resta ferma fino all'arrivo di Gabriele, vedendolo è sorpresa.

-Buonasera. Cosa fa a Firenze? Non pensavo avesse tempo di girae dopo l'incendio.-

-E' lei Federica Giacona? Ma... non ci siamo già parlati durante l'incendio del Pantheon?-

-Sì. Come sa il mio nome? Ci conosciamo?-domanda confusa fissandolo.

-Me lo dica lei! Mi ha fatto fare quattro ore sotto quel sole rovente senza ara condizionata! Spero che sia importante!-esclama imaziente Gabriele.

-Io? E perché avrei dovuto chiamarla, scusi? Ci siamo prlati solo una vlta.-

-Guardi. Questo è il suo numero, gusto?-aggiunge irritato Gabriele mostrandole il telefono.

-Sì... ma... non capisco comepossa averla chiamata...-risponde perplessa.

-Non mi facia perdere tempo con questi giochetti idioti. Ho lasciato il lavoro.-

-Non so cosa irle. Se è venuto fino qui, vuole venire a mangiae qualcosa con me? E deve assolutamente vedere la Galleria Degli Uffizi.-

-Ha ragione. Ho fae. Lei vieve qui?-chiede curioso seguendola. Camminano. A quell'ora c'è poca gente in giro, salgono sull'atobus.

-Sì. Mi sono trasferita a Roma per lavoro. Faccio la restauratrice pittorica. Sto restaurando l'affresco della Cappella Sistina. È stata volutada Papa Sisto.-

-Non lo sapevo... sperò a pensarci benec, ha senso. Sisto. Sistina...-

-Dopo la sua morte un altro Della Rovere diventa Papa. È suo nipote e come lui ama l'arte, infatti chiama Michelangelo Buonarroti a dipingere.-

-Non capisco perché abbia scelto proprio lui...-aggiunge pensieroso Gabriele scendendo dall'autobus.

-Semplice. Lui è cresciuto con Lorenzo De' Medici. Veniva chiamato Lorenzo Il Magnifico perché amava l'arte come i Papi Della Rovere. E Michelangelo studiava nell'Orto Di San Marco.-spiega contenta aprendo la porta del ristorante.

-Perché non sei rimasta? L'arte è anche qua.-chiede curioso Gabriele sedendosi al tavolo.

-Prima facevo la guida agli Uffizi, non mi piaceva. Volevo toccare l'arte. Vivela da vicino. Appena ho potuto farlo me ne sono andata.-

-Capisco. Prima risolvevo omicidi. Dopo una sparatoria ho preferito fare un'altra cosa.-

-Devi assaggiare lo zuccotto e il peposo alla fornacina...-ordina allegra aspettando che arrivi il cameriere. Gabriele non sa cosa aspettarsi dal nome: peposo alla fornacina. Pensa a qualcosa con il pepe, ma non è sicuro.

-Mi sono dimenticarto di dirti il mio nome. Gabriele.-dice stupito osservando il cameriere che scrive l'ordinazione sul quaderno. Se ne va a prendere una bottiglia di vino Toscano e la posa davanti a loro.

Federica e Gabriele chiaccherano di tante cose, anche lei la mattina seguente decide che deve tornare a Roma.

Federica si prepara per andare nella Cappella Sistina, quando riceve una telefonata da Gabriele.

-C'è stato un omicidio dentro alla Cappella Sistina. Davanti all'affresco della Genesi.-

-Un omicidio? Come? Ne sei sicuro?-domanda scovolta pensano subito al sangue che rovna l'arte, ma non lo dice per paura che le dia dell'insensibile.

-Attenta... non dire i tuoi pensieri a quell'uomo, altrimenti perderai un amico...-dice divertita la voce e lei sospira rassegnata.

-La smetti di infastidirmi?!-domanda esasperata e l'altra ghigna aspettandosi esattamente questa reazione.

-Io? Pensavo fossimo amici, ma vedo che è per te non lo siamo.-dice offeso e lei si agita.

-No! No te! Stavo palando con una persona! Scusa!-aggiunge dispiaciuta ma lui è dubbioso.

-D'accordo... volevo solo dirti di iniziare a cercare un altro lavoro... ciao.-risponde prima di chiudere la chiamata e Federica sospira.

-Devo andare da Aurora...-annuncia aollevata più alla voce che a sé stessa.

-Cosa vai a fare? È solo tempo perso. Non serve perché stai bene...-

-Sei l'allucinazione peggiore che c'è. Ti prego, lasciami stare. Vattene.-

-Sono una parte di te. Potresti tagliarti il uore? Accettami... su.-

-Il cuore no, ma non ho bisogno di avere allucinazioni. Sei inutile.-dice irritata a Chicca. Lei scompare insoddisfatta dalla reazione della prima personalità.

Federica raggiunge lo studio della psicanalista e siede sulla sedianervosa. Teme sempre che qualche sconosciuto le parli, non sa mai cosa dire. Ha paura di parlare con Chicca od un'altra allucinazione. Per fortuna, non ci sono persone che aspettano, dunque si rilassa. Dopo poco Aurora allunga il collo fuori dalla stanza e le sorride.

-Ciao, Fede... entra. Vieni. Siediti. Ho òesso anche una poltrona reclinabile...-

-Ciao... grazie?-risponde imbarazzata sdraiandosi sulla poltrona. È comoda.

-Cosa facciamo con lei? È inutile che tenti di ignorarmi. Presto capirà.-

-Allora... dimmi. Come sono andate queste due settimane che non ci siamo viste?-dice dolce sedendosi sul divano accanto alla poltrona.

-Vedo sempre... lei. Non capisco perché mi tormenti... a volte faccio fatica...-

-Brava, stupida! Stattene zitta! Non dirle che fai fatica a ividere allucinazioni e realtà!-esclaa irritata Chicca sbuffando avvicinandosi per darle un pugno sul braccio. Lei deve trattenersi dall'urlare.

-Stai bene? Vuoi parlarmene?-chiede apprensiva Aurora dandole un fazzoletto.

-Mi sta rovinando l'esistenza. Tutti credono che sia azza. Per esempio, oggi ho litigato con Gabriele. Ha sentito dirmi vattene e si è ffeso. Cosa posso fare?-

-Capisco... ma se ti ama capirà il problema. Prova a dirglielo... non devi vergognarti.-

-Non voglio più avere queste allucinazioni. Come posso fermarle? Me lo dica.-

-La prima cosa è accettarla. Non posso drti che guarirai o sarà facile.-

-Lei è sempre on me. Si comporta come se fosse reale. A volte ho la sensazione che io sia due personalità in una. Mi mette l'ansia e per smetterla prendo la morfina.-

-Anche adesso è con noi?-domanda interessata fissando Federica. Esta.

-E' sempre con me.-risponde sconfitta ma Chicca non smette di fissarla. È contrariata.

-Vorrei parlarle. Psso? Solo qualche minuto, per favore.-dice ottimista alla poverina.

-Meglio evitare. Non può. È bugiarda. Inganna.-spiega angosciata e Chicca ride.

-Questa è proprio scema. Vuole convincermi a parlare con Federica.-commeta divertia appoggiandosi alla parete. Federica si alza per andare allo specchio, nel frattempo viene ipnotizzata da Auora.

-Eccoti. Ti chiami Chicca, vero? Posso sapere qual trauma avete vissuto?-

-Questo! Venivamo picchiate se non portavamo i soldi ai nostri genitori! Erano drogati!-esclama rabbiosa togliendo maglia e pantaloni: mostra delle cicatici. Fanno impressione! Federica non ricorda niente.

Chicca infila i vestiti e torna ad appoggiarsi alla parete. La psicanalista è muta.

-Capisco ma credimi. Voglio davvero aiutarvi. È il mio lavoro aiutare le persone a stare meglio.-

-Nessuno ci po' aiutare. L'unica soluzione è ancellare quei momenti.-

-Non si può, purtroppo. Ma voglio aiutarvi. Credimi.-aggiunge dolce Aurora prima di far tornare la prima personalità. Federica è disorientata.

-Cosa è successo? Mi ha fatto qualcosa, er caso?-domanda confusa alla donna.

-Ti ho ipnotizzata. Dvevo parlare anche con Chicca. Perdonami.-risponde dispiaciuta prendendole la mano.

-Le avevo chiesto di non farlo... è inutile. Quella vuole solo torturarmi.-

-No. È un'altra parte di e. Vuoi dirmi altro?-dice paziente Aurora.

-Mi sento seguita. Osservata. Uno stalker assassino.-aggiunge angosciata Federica.

-Nessuno ti sta seuendo. Non esiste questa persona. Devi cercare di stare calma.-spiega gentile ma Federica si alza per andarsene. Ha semre avuto ragione, Chicca! Fin dall'inizio. Aurora non può aiutarla.

-L'hai capito, finalmente. Meglio tardi che mai.-commenta serena Chicca, mentre Federica si ferma ad ammirare l'Arno da Ponte Vecchio. Guarda i taxi e le navi immaginando di esserenel Rinascimento. Vede la gente vestita in modo izzarro, botteghe soldati sui cavalli e le carrozze. Il sogno viene interrotto dal clacson di un taxi.

Federica vorrebbe vivere nel Rinascimento solo perusare i passeggi segreti invece delle strade; di certo non incontrerebbe nessuno con cui parlare.

Federica quando si era trasferita a Firenze da Milano non poteva sapere che quella città sarebbe stata la sua casa; aveva vuto l'impressione di essere aspettata. Non l'aveva mai detto a nessuno perché si sentiva stupida; in fondo Firenze è solo una metropoli. Le città non aspettano nessuno.

Fedrica va nella Chiesa Santo Spirito nel Quartiere Del'Oltrarno. Amira il crocifisso incantata. Michelangelo dopo la morte di Lorenzo nel 1492 si trasferisce a Santo Spirito. Chiede il permesso per fare l'autopsia ai morti (in quegli anni ra vietato fare autopsie). Michelangelo ringrazia costruendo il crocifisso. Voleva copiare gli organi trasformandoli in arte, perché nessuno sapeva cosa ci fosse sotto la pelle. Il crocifisso rappresenta Cristo con l'immagine di un fragile corpo adolescenziale, ispirato ai numerosi cadaveri di giovani corpi dissezionati all'ospedale. Mostra la fragilità umana di fronte alla morte. Nessuno può sfuggirle.

Fedeica pur di vedere l'arte si convince ad andare nella folla. I turisti fotografano il crocifisso ma tanti non conoscono la sua storia. Immagina Michelangelo mentre scrive misure, disegna le bozze e studia l'angolazione migliore in cui costruire il crocifisso.

Federica ama l'arte antica, perché come quegli artisti visionari; anche lei si sente spesso incompresa. Queste persone erano chiamate èazze.

Federica uscita dall'edificio siede al tavolino di un bar fissando la vtrina del negozio. Vede i manichini sugli espositori immaginando che fossero delle pesone vere entrate nella bottega del sarto.

Federica ancora una volta viene portata al presente dal vestito moderno della camiera.

I turisti affollano la strada per riposare, scate foto, comprare cartoline o andare da altre parti.

La città del presente non è molto diversa da quella Rinascimentale.


   
 
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