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Autore: _Atlas_    04/06/2020    5 recensioni
1997.
Axel, Jake e Jenna vivono i loro vent’anni nella periferia di Mismar, ubriacandosi di concerti, risate e notti al sapore di Lucky Strikes. Ma la loro felicità è destinata a sgretolarsi il giorno in cui Jake viene trovato morto, spingendo gli altri nell’abisso di un’età adulta che non avrebbero mai voluto vivere.
Diciotto anni dopo, Axel è un affermato scrittore di graphic novel che fa ancora i conti col passato e con una storia di cui non riesce a scrivere la fine.
Ma come Dark Sirio ha bisogno del suo epilogo, così anche il passato richiede di essere risolto.
Genere: Generale, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo I
 
 
 
  

 
 
21 gennaio 2015, New York City

 
Le iridi cristalline nuotarono nella penombra della stanza alla ricerca di un appiglio, di un qualsiasi dettaglio insignificante che lo avrebbe stappato dalla morsa del suo incubo.
L’eco delle sirene gli rimbombava ancora nella testa mentre passava in rassegna tutto ciò che incontravano le sue pupille: il lampadario a sospensione attaccato al soffitto, le imposte che affacciavano su una New York City ancora addormentata, il vecchio poster di Pulp Fiction attaccato alla parete. Dio, forse un Big Kahuna Burger1 gli avrebbe fatto resettare la memoria e spedire nei meandri dell’inconscio l’eco dannata di quell’ambulanza.
Un quadrante luminoso sul comodino gli ricordò che erano le quattro del mattino, un orario sconsigliato persino per un toast; e a pensarci bene non aveva neanche fame, voleva solo dimenticare, un’attività che negli ultimi diciotto anni gli era riuscita piuttosto bene, se non considerava troppo i suoi problemi d’ansia e le sue crisi depressive.
Con un gesto secco si scostò le lenzuola di dosso, scoprendo il torace nudo su cui ancora si intravedevano i segni degli allenamenti passati, e rimase seduto a bordo del letto in attesa di un’idea migliore.
Un quarto d’ora più tardi si ritrovò in cucina, in procinto di bere la prima tazza di caffè della giornata.
Il panico, se mai si fosse trattato di quello, si era ritirato in un’anticamera remota del suo cervello che avrebbe volentieri chiuso a chiave, eppure, quando sul tavolo del salone trovò il dodicesimo volume di Dark Sirio ancora fresco di stampa, non si fece troppi problemi a rendergli di nuovo il fiato corto.
Inspirò ed espirò lentamente, come quelle stupide sedute di meditazione gli avevano insegnato a fare, e a poco a poco riprese il controllo, anche se adesso avrebbe volentieri vomitato le viscere.
Pochi istanti dopo un dolce aroma di caffè si diffuse tra le pareti del suo attico, mettendo distanza tra lui e i suoi pensieri scomodi.
Il potere della caffeina reimpostò la normalità e per un po’ tornò ad essere semplicemente Axel Newell, un fumettista newyorkese di ottima fama, pluripremiato e acclamato da pubblico e critica di tutti gli Stati Uniti, con un passato travagliato dal quale era partito per mettere egregiamente a posto la sua vita.
O almeno così riportavano i titoli dei giornali, che dimostravano sempre un curioso interesse per la vita privata degli artisti, soprattutto se questi erano orfani, tormentati, o entrambe le cose.
All’ultimo piano di un grattacielo, dall’altra parte di Madison Avenue, riconobbe la sagoma di un uomo appollaiato al tavolo della cucina, insonne come lui e con una rivista tra le mani, e si chiese se stesse leggendo proprio qualche dettaglio insignificante della sua biografia, magari in vista della conferenza che si sarebbe tenuta da lì a poche ore al primo piano della Barnes&Noble2 sulla 5th Avenue.
Incrociò il proprio riflesso sulle vetrate a strapiombo sulla città e seguì il contorno spettinato dei suoi capelli e della sua barba, finendo per seguire le sue spalle appena incurvate verso l’interno, nell’atto di proteggere qualcosa o forse solo per estrema pigrizia. Fu distratto dalla luce rossa e intermittente della segreteria telefonica, che quasi di certo pregava di essere ascoltata da ore.
«Axel, ma dove ti sei cacciato?»
La voce spazientita della sua agente gli fece accartocciare il viso in un’espressione colpevole non appena schiacciò il pulsante di avvio.
«Non che la cosa mi sorprenda, intendiamoci, ma almeno la sera prima di una conferenza stampa gradirei che rispondessi al telefono.»
Axel preferì non chiedersi che fine avesse fatto il suo smartphone, anche se ricordava di essersi addormentato con la musica alle orecchie, quindi era probabile che a quest’ora giacesse con la batteria a zero raggomitolato tra le lenzuola.
«A ogni modo, la conferenza di domani è anticipata di un’ora, quindi diciamo che il karma ti ha giocato un brutto scherzo. Mi auguro che questo messaggio venga ascoltato prima di domattina, altrimenti credo scoprirai in ritardo il perché all’improvviso ti sei ritrovato a corto di un agente letterario.»
Ci fu una breve pausa, poi la donna riprese a parlare e concluse il suo messaggio: «Cerca di dormire,  domani quelli della New Douglas ti daranno filo da torcere. Buonanotte.»
Tipico di Loraine, in quanto agente era la donna più capace e specializzata che avesse mai conosciuto, ma in quanto essere umano era in grado toccare vette di perfidia estreme, e non solo perché aveva minacciato di tagliarsi fuori una volta per tutte, ma principalmente perché gli aveva appena augurato una buonanotte dopo un elenco di almeno sette notizie che non avrebbe mai voluto ricevere, prima tra tutte la presenza di giornalisti della New Douglas a una conferenza stampa a cui lui per primo non avrebbe voluto partecipare.
Sulla copertina lucida di Dark Sirio, appena sopra la figura di un uomo col volto sfregiato, primeggiavano in caratteri dorati il suo nome e il suo cognome. Non fu un caso che, leggendoli, l’ossigeno gli morì in gola  riportando a galla il sapore del caffè.
Si trascinò in bagno spinto dalla morsa del panico e con mani tremanti trafficò sulle mensole fino a quando non trovò il flacone di Diazepam3, con la confezione ancora integra abbandonata su un vecchio stereo. Litigò qualche minuto con la chiusura ermetica, dopodiché si portò in bocca un paio di pasticche, aiutandosi con l’acqua del lavandino per deglutirle.
Non seppe quantificare il tempo che trascorse davanti allo specchio; si perse nella sua stessa immagine come un Narciso di un mondo parallelo che ripudiava e detestava ogni lineamento del suo viso, finché non si ritrovò sotto il getto ghiacciato della doccia e Cecilia Ann dei Pixies come sottofondo.
 
 
 
 
 
______
 
 
 
Note:
1. Catena fittizia di fast food apparsa nei film di Tarantino, tra cui Pulp Fiction.
2. Una delle più famose catene di librerie degli Stati Uniti.
3. Psicofarmaco utilizzato per curare soprattutto i disturbi d’ansia.

 
 
 
 
NdA
Salve a tutti,
sono felice di poter pubblicare finalmente il primo capitolo di questa storia, sperando possa piacervi e accendere di più la vostra curiosità. Approfitto quindi per ringraziare le persone che finora hanno messo la storia nelle seguite e chi ha speso un po’ del suo tempo per darmi le sue prime impressioni. E grazie come sempre a _Lightning_ per il suo supporto costante <3
 
IMPORTANTE: come avrete notato inizia ad esserci qualche accenno su temi piuttosto delicati, qui riguardanti il disturbo d’ansia e l’utilizzo (in questo caso scorretto) degli psicofarmaci. Ci tengo a precisare che nel testo il punto di vista appartiene a una persona che NON prende seriamente il proprio stato di salute, ricorrendo a medicinali in maniera de tutto ERRATA e screditando rimedi in realtà spesso efficaci, come appunto la meditazione.
Qualora vi trovaste in una situazione simile, è bene rivolgersi a uno specialista.
 
Parlando invece di cose più leggere, qui di seguito vi allego il link di quella che considero la colonna sonora di Dark Sirio, a cui col tempo potrebbero aggiungersi nuovi brani:  Dark Sirio Soundtrack
 
Perdonate le note infinite, ma mi premeva molto chiarire alcuni aspetti di cui in ogni caso parlerò anche in futuro, onde evitare incomprensioni.
Grazie a chi è passato di qui, spero a presto con il nuovo capitolo! :)
 
_Atlas_
   
 
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