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Autore: sihu    04/06/2020    5 recensioni
una storia a cavallo tra due tempi che si incontrano, quello dei Malandrini e quello dei nostri eroi. Harry, Ron, Hermione e Ginny si trovano a passare il settimo anno insieme ai Malandrini. il risultato? un continuo susseguirsi di colpi di scena, amori che nascono, gelosie, paranoie e molto altro ancora. DALL'ULTIMO CAPITOLO: “Remus, sei suo padre..” esclamò Ron alla fine. A Sirius e James mancò l’aria mentre Remus impallidì all’improvviso. Lily non poteva credere alle sue orecchie. Remus era padre, ma di chi? Di Harry? Di Teddy forse?
Genere: Commedia, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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14 ANNI DOPO

 

La mattina del 1 settembre del 1991 Harry camminava e testa bassa, pensieroso. Londra era bella come sempre. Dopo la disfatta del Signore Oscuro la pace era tornata nel mondo dei maghi, eppure non vi era giorno che la sua mente non tornasse a quello che avevano perso. 

Quella mattina la sua primogenita, Molly, andava a Hogwarts per la prima volta. Avrebbe iniziato l’anno scolastico insieme a Charlie, la figlia di Ron ed Hermione ed ai gemelli di Sirius, due ragazzi scalmanati ed identici, biondissimi come la madre ma con gli stessi grigi di Sirius. Merry, la figlia di Neville, e Erin, la figlia di Frank e Alice, le avrebbero trovate al castello dove l’uomo insegnava Erbologia. Insieme a loro c’era anche Rose, la più grande delle figlie di Lily e James. 

Ogni volta che guardava sua sorella Harry non riusciva a fare a meno di vedere se stesso. Il suo alter ego. Era nata i primi di agosto del 1980, pochi giorni appena più tardi di quando era nato lui. La sua vita, tuttavia, era stata molto diversa dalla sua. Harry non era mai stati geloso, ne avrebbe cambiato nulla della sua vita, eppure mentre camminava verso la stazione non poteva fare a meno di ripensare a quel giorno di tanti anni prima, vicino nel tempo eppure lontano nella sua memoria, in cui era stato in quello stesso posto assieme ad Hagrid. Spaventato, spaesato, solo. Aveva appena scoperto di essere un mago ma ancora non aveva idea di quale fosse il suo posto nel mondo. Ne sapeva che di li a poco avrebbe incontrato quelli che sarebbero diventati i suoi migliori amici nonché compagni di vita. Aveva attraversato il tempo e lo spazio, e loro erano rimasti sempre e comunque al suo fianco.

“Smettila Rose, vediamo cosa dice papà.” sbuffò Freddie il più piccolo di casa, tirando la manica della giacca del padre.
“Dimmi, tesoro.” chiese Harry, concentrandosi sui due figli che lo fissavano curiosi in attesa di una risposta.

“Posso accompagnare Molly e Rose sul treno? Lily ha detto che Lizzie ci può andare” chiese ancora il piccolo, indicando una bambina dai capelli rossi. Harry sorrise, fissando la sorella più piccola e annuì. Molly sbuffò, esasperata dalla costante presenza del fratello. 

“Fate veloci, e ricordatevi di scendere prima della partenza.” aggiunse Ginny mentre i piccoli correvano via. Harry si avvicinò e cinse con una mano la vita della moglie. 

“È agitato oggi.” esclamò sorpreso, mentre la rossa annuiva. 

“Non vede l’ora di nascere.” sospirò Ron mentre Hermione dava le ultime raccomandazioni alla figlia e allo stesso tempo faceva in modo che il piccolo George non finisse per mettersi nei guai. 

“Ci siamo proprio tutti.” esclamò Regulus, avvicinandosi al gruppo spingendo un passeggino.

“Che ci fai tu qui’” chiese Sirius, guardando perplesso il nipote. “Direi che per il piccolo Zack è presto.” 

“Non ha voluto sentire ragioni, voleva salutare i cugini.” spiegò il moro, indicando un imbronciato quattrenne che fissava il padre in cagnesco con le braccia incrociate.

“Che gli prende? Perché è arrabbiato?” chiese Tayler, mentre alle spalle compariva il gemello Noah.

“Non sono arrabbiato!” sbuffò il piccolo, guardando male i due cugini.

“È triste perché non rivedrà i cugini fino a Natale.” spiegò Regulus.

“Non è vero!” urlò Zack, diventando improvvisamente rosso.

“Non c’è niente di male a essere triste perché una persona a cui vuoi bene parte. Ma vedrai che il tempo volerà e che presto saremo di nuovo tutti insieme.” disse Lily, cercando di consolare il piccolo.

“Grazie zia.” rispose il bimbo, tornando sorridente. 

“E poi ti rimane sempre Julius.” aggiunse Noah, indicando un ragazzo dai capelli neri che avanzava accanto al padre, Severus Piton. 

“Beh, ci siamo proprio tutti pare. Chissà se…” iniziò James, guardandosi intorno alla ricerca di qualcuno.

“Chi cerchi?” chiese Sirius, curioso.

“Nessuno, è una storia lunga.” rispose James, ripensando alla bambina che tanti anni prima gli aveva salvato la vita. Ogni tanto ripensava alla piccola Merry e si chiedeva se alla fine si fosse rivelata una strega oppure no. 

Un fischio mise fine a quelle chiacchiere e riportò il gruppo alla realtà. Era tempo dei saluti, il treno non avrebbe aspettato oltre.

Guardando la figlia allontanarsi Harry per la prima volta si sentì adulto, grande. 

“Andiamo a bere qualcosa prima di tornare al lavoro?” propose Sirius, mentre gli altri annuivano.

Mentre si incamminavano verso l’uscita Harry vide con la coda dell’occhio un’ombra che li seguiva. Si bloccò ed anche l’ombra lo fece. Curioso diede una seconda occhiata e quello che vide gli fece saltare il cuore in gola. Dietro di lui c’era un vecchio cane con il pelo brizzolato che lo fissava con un fare un po’ troppo umano. Harry lo fisso meglio e questo gli strizzò l’occhio. Harry sorrise e si avvicinò, lasciando andare avanti il resto del gruppo.

Voltò l’angolo e si trovò di fronte il proprio padrino. Invecchiato, provato dagli anni ma con lo stesso sguardo di sempre.  

“Hai avuto una bella vita figliolo?” chiese Sirius, scegliendo con cura le parole.

Harry non rispose subito. Fissò a lungo l’uomo che gli stava davanti, quasi volesse studiare il suo volto prima di buttarglisi al collo. Il loro abbraccio durò a lungo. Proprio come quando era un ragazzino e i due si rivedevano dopo un’eterna estate passata con gli zii. 

“Mi sei mancato da morire, cagnaccio.” dice alla fine Harry. 

“Ma guardati sei un uomo adesso.” mormorò Sirius, emozionato.

***

“Guarda chi si rivede..” iniziò ironica Ginny, alzando gli occhi al cielo. “Mai due righe in tutti questi anni, ed ora eccolo qui.” sbuffò la rossa.

“Dovremmo andare a salutarlo?” chiede Ron, fissando Hermione. La riccia scosse la testa.

“No, lasciamoli soli.” disse, sicura. 

“Si, ma perché dopo tutto questo tempo?” ribatté Ron, seccato.
“Il figliol prodigo è tornato all’ovile?” chiese Regulus.

“Cosa?” chiese James, cadendo dalle nuvole.

“State parlando di Sirius..” disse Regulus, fissando l’angolo oltre il quale era sparito Harry.

“E tu come lo sai?” chiese Ginny, fissando il ragazzo. 

“Ho visto quel vecchio cane che ci seguiva prima. Riconoscerei mio fratello ovunque.” sbuffò Regulus, mentre Harry ricompariva alle loro spalle. solo.

“Beh, che fine ha fatto?” chiese Lily, curiosa.

“Chi?” chiese Harry, senza incrociare lo sguardo della madre. 

“Sirius, chi senno.” sbuffò Ron.

“Non so di cosa stiate parlando”. Rispose Harry, sorridendo. 

Dopo tutti quegli anni e quelle lotte, finalmente era felice.

  
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