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Autore: MC_Gramma    05/06/2020    0 recensioni
Ebbene sì, non ho saputo resistere al cliché della perdita di memoria ^^
Per la seconda volta nella vita Marley è vittima di una sparatoria, questo la riporta indietro fino alla (mia versione rivisitata della) 4x18 e si ritrova così catapultata sette anni avanti in un futuro molto diverso da quello che immaginava per sé al liceo.
-.-.-
Ho ripreso gli aggiornamenti. Stay tuned!
Genere: Angst, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Hunter Clarington, Jake Puckerman, Marley Rose, Santana Lopez, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel, Quinn/Rachel
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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A/N: poiché hanno riaperto le frontiere e ci si può spostare di regione in regione, gli aggiornamenti delle ff potrebbero subire dei ritardi… a buon intenditore poche parole ;)
N2: per chi non lo sapesse Melissa Benoist ha ben tre tatuaggi, ma per Marley Rose direi che uno basta e avanza.
N3: i fan di Awkward riconosceranno il look di Hunter.






Il tassista era un tipo taciturno, non lo considerò per tutto il viaggio e Dave poté godersi il paesaggio che cambiava attraverso il finestrino. Avrebbe fatto prima in metropolitana ma non aveva fretta di arrivare. 

L’ultima volta che abbiamo preso la metro è stato a San Patrizio .

Alla stazione c’era una band che suonava. Dave se lo ricordava non perché fossero particolarmente bravi ma perché Sebastian aveva fatto un commento politicamente scorretto dei suoi, qualcosa sulla singolarità che in mezzo a tanti niger fosse una mozzarella a suonare il contrabbasso... per fortuna non l’aveva detto troppo forte! 

Marley gli aveva dato del razzista giusto un attimo prima che Hunter se la trascinasse dietro.
All'inizio lei sembrava vergognarsi a ballare, lì, davanti a tutta quella gente che passava e guardava, ma una piroetta dopo l'altra, una risata dopo l'altra, si era lasciata andare e altre coppie si erano unite a loro.

L'ultima uscita a quattro che siamo riusciti a organizzare. 

Era durata poco, come sempre. Sebastian aveva resistito il tempo della parata poi si erano congedati, mentre Hunter e Marley avevano proseguito la festa in un pub con altri amici.
L’ultima volta che siamo stati tutti felici.
Sulla via del ritorno il francese gli aveva sussurrato all'orecchio dei versi a memoria nella sua lingua madre: lo faceva solo quando era davvero ubriaco o se si sentiva particolarmente romantico, il ché era un evento raro!

Dave tirò giù il finestrino mentre attraversavano il ponte di Brooklyn.
Il cielo era ancora nuvoloso sul tratto di mare ma non abbastanza da minacciare pioggia o scoraggiare i turisti. Lasciò che l’aria fresca, carica di umidità, gli accarezzasse il viso e gli schiarisse le idee.

Sapeva che erano diversi, sapeva che erano ben lontani dall’essere perfetti l’uno per l’altro, ma insieme erano belli, davvero belli.
E poi, pensava David, chi la vuole la perfezione? Sai che noia avere accanto qualcuno che farà sempre quello che ti aspetti... dov’è il brivido della conquista? 

A volte con Sebastian l’avevano fatto, arrivare separatamente in un locale e cercare di riconquistare l’altro da zero. E lui l’aveva vista come una sorta di rivincita personale! Non era più il ragazzotto impacciato, terrorizzato da fare coming out che sognava comunque di conquistare il più carino del locale. 

E quello era Sebastian, senza dubbio!
Poco importa tenesse i capelli lunghi o corti, se si lasciava crescere i baffi o si faceva la barba ringiovanendo tutto d'un colpo, se indossava un completo elegante o usciva con il cappellino da baseball della sua squadra preferita. Era bello, sempre. 

E Dave si sentiva fortunato ad averlo al suo fianco, a poterlo presentare come il suo ragazzo, il suo compagno, il suo… 

Per una frazione di secondo desiderò tirare un pugno contro le casse gracchianti del taxi e si sentì di nuovo quel ragazzotto impacciato, frustrato, schiacciato da un peso enorme. Sebastian era capace di fargli anche quell’effetto! 

Non doveva nemmeno sforzarsi, gli bastava una sola parola.

“No.”
“Che significa?”
“Mi hai fatto una domanda a cui potevo rispondere sì o no.”
“Non ti ho chiesto se gradisci il dessert, ti ho chiesto di sposarmi!”
“E io ho detto no .”

Dave aveva provato a farsene una ragione, diverse in realtà: è solo un pezzo di carta, è solo una sciocca cerimonia, è solo un mio desiderio egoistico, è solo uno stupido anello… ma più lui cercava di capire, più l’altro lo feriva con parole sferzanti. 

Era sempre lui a mettersi in discussione e iniziava a pesargli. Sebastian diceva di essere la sua Volpe e che Dave lo aveva addomesticato senza che lui se ne accorgesse, senza nemmeno provarci. Ed era vero! Ma perché il francese arrivasse ad ammettere di essere innamorato di lui Dave aveva dovuto arrendersi ai suoi tempi e alle sue condizioni. Oggi come allora, sentiva di non avere certezze sul futuro.

L'invito di Santana era capitato a fagiolo! Sentiva proprio il bisogno delle sue battute pungenti e sapeva di poter contare sull’ironia squisitamente maligna di Hunter, ma sapeva anche che il padrone di casa si sarebbe trattenuto giusto il tempo dei saluti per poi raggiungere il francese. 

Se si fosse trattato di qualunque altro amico in comune, David avrebbe pensato che parteggiasse per l'altro. 

L’ultima volta che ci siamo visti è stato al pronto soccorso.

David aveva rivolto un ringraziamento a qualsiasi entità governasse l’universo per non essersi trovato nella condizione di dover intervenire al Black Diamond. Sebastian invece sembrava fargliene una colpa, come se la sua presenza avrebbe potuto fare in qualche modo la differenza!

Forse anche Hunter la pensa così.
Gli era venuto il dubbio, non poteva negarlo.
Forse è incazzato perché da quel giorno non mi sono più fatto vedere né sentire.

Era una di quelle incresciose situazioni in cui non sapeva come comportarsi, gli sembrava stupido snocciolare inutili frasi di circostanza o chiamare per chiedere come stava. Poteva benissimo immaginarlo come stava, una merda! Così si sarebbe sentito lui al suo posto, anzi si sarebbe già strappato tutti i capelli dalla disperazione ricordando com’era Sebastian a sedici anni… almeno Marley era un tipo tranquillo! 

E poi, aveva preferito lasciare al francese il ruolo di confidente.
Dopotutto è il suo migliore amico.
Hunter in realtà era un po’ il migliore amico di tutti perché era sempre disponibile, sempre disposto ad ascoltare o a dare una mano, ma non ricordava di averlo mai sentito lamentarsi per qualcosa. Nemmeno adesso. 

Dave ammirava questa sua compostezza. Gli ricordava suo padre, Paul Karofsky, che si occupava di tutto e tutti e aveva sempre il sorriso sulle labbra.
Hunter però l’ho visto sorridere davvero solo da quando ha incontrato Marley.
Almeno su questo lui e Sebastian erano ancora d’accordo!

Il tassista si accostò tanto al marciapiede che aprendo la portiera David rischiò di farla grattare. Si sentì ingombrante a scendere, era forse ingrassato? 

"Era un perizoma giallo quello che ho visto spuntare dai tuoi pantaloni?!"

Voltandosi, Dave si guardò attorno in una pallida imitazione di confused Travolta .

"Siamo a DUMBO, no?" 

"Allora dovresti fare yoga. E farlo male. Sotto il ponte..." 

"... perché tutti mi possano vedere? Nah!"

" He got off. He got off. He got off. He got off! " intonò Hunter, strappandogli una risata “Cos’hai lì?”

“La diavolessa ha preteso birra, avocado e tortillas.” accennò alla cassa che l’amico portava sulla spalla “Non sapevo fossi tornato a lavoro...”

“Infatti, ma James non era nelle condizioni di trattare con gli agenti doganali.”

Dave lo seguì nel portone scuotendo la testa. Hunter Clarington era proprio senza speranza! Una volta entrati, però, lo vide posare la cassa e sedersi sul primo gradino.

“Allora, vuoi darmi la tua versione?”

Era quasi sul punto di chiedergli perché adesso, qui, ma riconobbe che sarebbe stata una domanda cretina. Su c’era lei. E guardando il suo vecchio collega Dave comprese che quella era la cosa più simile a una richiesta di aiuto che potesse aspettarsi.

Sedette al suo fianco e gli raccontò i suoi maldestri tentativi: il primo era stato in un ristorante elegante, dove i camerieri ancora ti servono il pesce intero e te lo puliscono al momento; il secondo non lo aveva pianificato, gli era venuto spontaneo quando lo aveva raggiunto per festeggiare una sentenza per cui aveva sudato le proverbiali sette camicie; il terzo, più recente e casalingo, era la classica colazione a letto. 

“Ha iniziato a insultarmi in un modo così perfido ! Neanche quando l’ho tradito me lo sarei aspettato.”

“Non l’hai tradito. Non eravate nemmeno una coppia.” gli rammentò “E soprattutto, il sesso telefonico non vale!”

“Il punto è che quella volta avrebbe avuto ogni diritto di prendersela, al contrario si è spaventato al punto che ha subito cambiato il nostro status. Ora invece mi fa sentire un mostro di egoismo e indelicatezza. E quello che mi fa davvero incazzare è che tira in mezzo voi, la vostra situazione, dimenticando che questo girotondo è iniziato ben prima di… scusa.”

“E di che?” esclamò Hunter, alzandosi “Mi sembri nel mood giusto per la serata.”

Dave annuì seguendolo su per le scale. I cani dell'interno sette iniziarono ad abbaiare nonostante a loro mancasse ancora mezza rampa prima di raggiungere il piano.

“Possibile nessuno abbia ancora chiamato la protezione animali per quelle povere bestie?!”

“C’è sempre qualcos’altro a cui pensare…”

Non si riferiva propriamente a lui tuttavia Hunter non sembrava offeso. Dave tenne gli occhi fissi sulla porta che vibrava mentre ci passavano davanti, strano che dopo tanto raspare non si fosse ancora formato un buco! 

Un’altra porta si aprì attirando la loro attenzione e Santana uscì di corsa, passando da un appartamento all’altro.

“Devo preoccuparmi?”

“Tornerà.” gli assicurò Hunter “Entriamo o i mastini infernali non la finiranno più!”

Seguì il padrone di casa e rischiò di andargli addosso quando questo si fermò, investito dalla furia che gli puntava contro l’indice accusatore.

“Perché non mi hai detto che ho un tatuaggio?!” lo interrogò Marley, passandosi l’altra mano sul collo come se così facendo lo potesse cancellare.

“Non me l'hai mai chiesto. E poi, ti sei fatta la coda tante di quelle volte…”

Dave quasi non fece caso a quel battibecco nel rendersi conto di non essere l’unico invitato alla maratona di Santana e se malauguratamente Hunter si fosse lasciato sfuggire quel particolare la sua convivenza con Sebastian sarebbe diventata ancora più schifosa. Tuttavia, quando Kurt gli andò incontro e si abbracciarono, Dave dovette ammettere che gli era mancato. 

La cotta gli era passata e ci aveva guadagnato una bella amicizia, anche se si vedevano poco. Per i rispettivi impegni, dicevano tra tutti e due, fingendo di crederci. La verità era che Kurt non lo avrebbe mai del tutto perdonato  per quella scappatella con Blaine, però era anche abbastanza intelligente da non ritenerlo la causa del loro divorzio. 

Quanto al suo compagno, sapeva che provava molto fastidio a riguardo ma non voleva permettergli di decidere chi poteva vedere o meno, aveva semplicemente ridotto i contatti al minimo standard.

“Ho un brutto presentimento” gli confidò Kurt, sciogliendo la stretta “come quando la neve bloccò Adam a Bushwick e la zietta Snixx passò tutto il tempo a parlare del mio ex.”

Dave sorrise mentre lo stilista salutava il padrone di casa e gli consigliava degli impacchi al tè verde perché aveva delle occhiaie spaventose. A lui non sembrava ma non possedeva le conoscenze di Kurt sulla cura della pelle, quindi non lo avrebbe mai contraddetto. Solo allora si rese conto che indossava una familiare t-shirt bianca con la scritta LIKES BOYS .

Dal colletto spuntava un uccello a forma di M, come quelli che disegnano i bambini, uno dei tanti che circondavano la scritta Thoughts or Blackbirds? Era riferito a Blaine, lo sapeva, come l'ancora sull'avambraccio con incorporate una casetta e la scritta Come what may . Chissà se si era mai pentito o aveva pensato di coprirli con qualcos'altro, non aveva mai osato chiederglielo.

“Non devi buttarti giù così!” proseguì lo stilista “So che senti di doverti prendere cura di lei ma devi anche prenderti cura di te stesso.”

“Hai ragione, altrimenti chi lo farà?”

“Ciao, orsetto peloso! Quando sei arrivato?” esclamò Santana, facendosi largo per baciarlo “L’hai trovata, vero!?”

Lui si sbottonò la camicia di jeans perché si vedesse la stampa SCRUFFY e l’ispanica sembrò compiaciuta, nella sua maglietta LEBANESE, ancor più dopo aver tirato l’altra sua maglietta all’amica prendendola in piena faccia.

“Quella sta meglio a te.” dichiarò, mentre Marley fissava perplessa la stampa BITCH e Hunter si ritirava in cucina scuotendo la testa “Appena l’avrai indossata potremo iniziare la nostra maratona di film!”

 

Marley si infilò con riluttanza la maglietta mezze maniche sopra quella a tre quarti che già indossava, dimenticando che era a casa sua e poteva tranquillamente cambiarsi in camera piuttosto che spogliarsi nel soggiorno come aveva fatto Kurt.

Non si sarebbe mai aspettata un atteggiamento tanto spudorato da lui, nemmeno Santana a giudicare dal modo in cui aveva rimarcato quanto fosse cambiato dalle superiori. Così però aveva constatato che il sopranista aveva dei tatuaggi - anche diversi piercing, quello sulla lingua in particolare le faceva leggermente senso! - e la maggior parte erano sulla schiena. 

Aveva pensato fosse un punto strategico ma, quando glielo aveva chiesto, le aveva risposto semplicemente che ognuno porta il suo bagaglio di esperienze sulle spalle e lei l'aveva trovata una spiegazione tanto logica quanto poetica. 

Kurt sembrava proprio il tipo di persona che accetta di deturpare il proprio corpo per ragioni più profonde del mero fattore estetico, per quanto la sua pelle marmorea fosse oggettivamente il sogno erotico di qualsiasi tatuatore! 

Metteva in risalto ogni particolare della boccetta di profumo e rendeva persino il semplice cappellino con visiera un'opera d'arte. E lo erano davvero! Anche se non aveva trovato un senso alla semplice frase It's got Bette Midler ma di certo ce l'aveva.

Marley doveva ammettere di preferire i suoi tatuaggi stilizzati a quelli di Santana. Troppo vistosi, come la coppia di ali - una angelica e l'altra demoniaca - che partiva dalle spalle e scendeva lungo le braccia fino ai gomiti. Troppo colorati, come il cactus verde fluo sul lato del collo. A momenti sembrava finto e forse sarebbe stato meglio! 

Gli unici che non le dispiacevano, caso vuole, li aveva disegnati proprio Kurt: quattro donne che richiamavano le regine delle carte da gioco, una su ogni arto. 

La donna di cuori aveva un caschetto biondo e un vestito verde acqua, se ne stava di profilo sull'avambraccio sinistro con un cappello a falda larga che le nascondeva parte del viso. Sull'avambraccio destro, la donna di fiori era in procinto di suonare il flauto, aveva dei boccoli mogano e un vestito giallo. 

La donna di quadri era una brunetta ammanta da un abito bianco e se ne stava sul polpaccio sinistro fumando una sigaretta. In ultima, sul polpaccio destro, la donna di picche vestiva di nero, un velo le copriva la testa e tra le mani stringeva un paio di forbici.

Marley infilò una mano sotto i capelli e accarezzò nuovamente la porzione di collo dalla nuca a scendere. Non sentiva niente eppure sapeva di avere un tatuaggio identico a quello che sfoggiava Santana: a quanto pare era il suo primo e unico, mentre per l'amica era stato un trampolino di lancio.

Raggiunse Hunter, che si era già rimesso al lavoro nella preparazione della cena. Non  voleva solo chiedergli maggiori spiegazioni, era anche intenzionata a dargli una mano: in fondo, pelar patate non era così complicato! Lui però non si fidò a lasciarle un coltello e preferì affidarle il compito di sbriciolarle i corn flakes. 

Si rese improvvisamente conto di non aver degnato di uno saluto il compagno di Sebastian.
“Così tu sei il famoso David.” esordì “Ti immaginavo con la barba!”
Questo la fissò con gli occhi spalancati, probabilmente perché già si conoscevano da lungo tempo e non si aspettava di dover rifare le presentazioni. 

“Effettivamente...” disse, stringendole la mano “... l’ho portata per qualche tempo.”
Non fece in tempo a vedere la reazione di Hunter, l’improvvisa e colorita esclamazione di Kurt monopolizzò l’attenzione di tutti.

“Stronza ipocrita! Quando ci fecero vedere I passi dell’amore in classe tu hai fatto commenti maligni per tutta la durata del film e hai lasciato che Karofsky e Azimio mi prendessero per il culo.” 

“Non potevo fare altrimenti!” ribatté prontamente Santana “Ne andava della mia reputazione nonché della nostra copertura, perché se fossi scoppiata a piangere Karofsky mi avrebbe seguito a ruota.”

“Sentite, voi due… non ho lasciato una casa dove mi urlano contro per venire qui ed essere caricato di altre colpe, quindi dateci un taglio o me ne vado!” sbottò David, aprendosi una birra ancora calda “E smettetela di chiamarmi Karofsky! Lo detesto, mi fa sentire il cattivo della situazione! Lo sapete benissimo.”

“È vero, scus-”

“E lo sa anche Sebastian!” continuò imperterrito, dopo aver preso un sorso “Me lo fa apposta e io sono a tanto così dal mollargli uno schiaffone. In pieno viso. A mano aperta. BAM! Dargli in una volta tutti quelli che suo padre non gli ha mai dato!”

Marley si tirò istintivamente indietro quando mimò il gesto e scontrò Hunter o meglio, si rese conto che il suo corpo si era mosso coscientemente in direzione di quello di lui alla ricerca di… sicurezza? Fattostà che intuì il gesto di lui dal movimento della spalla premuta contro la sua. Quando il contatto tardò ad arrivare, riuscì quasi a percepire il calore di quella mano sospesa a mezz’aria ma non osò controllare se c’era davvero né cercare sul viso di suo marito tracce di quell’apparente indecisione.

“Ti faresti del male con quegli zigomi taglienti.” gli sentì dire.

“Dio, quegli zigomi!” sospirò Dave, cambiando completamente tono “E la linea del naso? E le labbra… come possono labbra così sputare tanto veleno?”

“Bas è proprio un tenero cancretto.” commentò Santana “E i gemelli sono il segno più bipolare in assoluto!” 

“Non ricominciare con queste cazzate sull’oroscopo.”

“Non sono cazzate! Prendi lady Hummel, è l’emblema della vergine che non sa fare gioco di squadra.”

“Io so fare gioco di squadra!”

“Solo se si fa come dici tu. Ricordi quanto il professor Schue ti mise coi ragazzi nella sfida maschi contro femmine e loro bocciarono tutte le tue idee? Non ti ho più visto mettere su un broncio così...”

Mentre aveva inizio questo nuovo scambio di opinioni, Marley rispose al leggero invito delle dita di suo marito e si spostò appena, Hunter poté così estrarre un boccale ghiacciato dal freezeer e passarlo a Dave per versarci la birra.

“Perché una piuma?” gli chiese “Santana non vuole spiegarmelo.”

Lui la osservò per un lungo istante.
“Le attribuite significati diversi, nel suo caso può sembrare collegata all’ala d’angelo ed è un po’ così che ti vede: una parte di sé, separata ma che fa di tutto per tenere vicino.” disse, dando alle patate una grossolana forma a stecchino “Per te, invece, ha vari significati che vanno anche oltre il vostro legame. Affrontare la vita con leggerezza, piuttosto che un richiamo al Tibet...”

“Devo assolutamente finire il diario di viaggio!”

“Perché ti sei fermata?”

Non riuscì a capire il tono della domanda, era semplicemente curioso oppure voleva farle ammettere a voce alta le proprie intenzioni? 

“Bè, mi mancano dei pezzi e devo rimetterli insieme per capire come sono arrivata lì.”

Le sembrò una risposta accettabile.

“A piccoli passi si arriva lontano.” commentò Dave, rammentandole la propria presenza.

 

“Com'è che uno come te sta con Sebastian?!”

Subito dopo averlo detto Marley si coprì la bocca con le mani, l'aveva sempre trovata una caricatura vivente per quel suo modo di fare.

“Se solo avessi un dollaro per tutte le volte che me l’hanno chiesto!” affermò, con teatrale drammaticità “Come per il fatto che, ad ogni nostra uscita, qualcuno scambia voi due per una coppia.” 

In realtà, la cosa non lo infastidiva affatto: in quelle occasioni il francese diventava così insicuro, bisognoso di conferme, che finivano col farlo nei posti più improbabili. Solo a pensarci sentiva girare la testa o forse era l’effetto della birra.

“Hunter non te l'ha raccontato?”

Quello scosse la testa e poiché scorse l'accenno un sorriso Dave si sentì autorizzato a continuare.

“È successo al MoMa, al teatro dell'opera, al cinema, in svariati negozi, più di recente alla parata di San Patrizio… ma la migliore resterà sempre la sua laurea! Suo padre dopo averti elogiata per l'influenza positiva che avevi su suo figlio, blablabla, accortosi della gaffe, con nonchalance commentò: 'Speravo di poter finalmente dire che mio figlio non è gay!' Io e Hunter eravamo piegati dal ridere, a gancio. Tu sei ammutolita, come adesso! Sebastian invece se n'è andato, così, e Vincent a corrergli dietro: 'No, Bastian, c'était une blague! ' - Perdona la pronuncia.” si affrettò a dire, per abitudine “In quel momento ho capito da chi ha preso il suo carattere…”

“Di merda. Esattamente come il tuo controllo del diaframma!” si intromise Kurt, facendogli capire che col suo vocione squillante mancava poco perché i cani del vicino riprendessero ad abbaiare “Se fossi rimasto nel Glee club non avresti questo problema.”

Marley sgranò gli occhi. “ Tu sei stato nel Glee club?!”

“Sotto costrizione.” precisò “Da dove pensi che vengano queste magliette?”

Con un fintissimo colpo di tosse l’ispanica li invitò a prendere posto.
Ti brucia il culo, eh…

Quando la raggiunsero sul divano Santana lo fece accoccolare contro di sé, anche se in teoria era lei quella ad avere bisogno di affetto, poi fece partire P.S. I love you . A Dave andava bene, aveva sempre preferito i libri di Cecelia Ahern a quelli di Nicholas Sparks, e nel corso del film dovette ammettere due cose. 

Prima tra tutte, era uno dei pochi casi in cui la trasposizione cinematografica era migliore del testo scritto: certo, avevano fatto dei tagli importanti, ma le modifiche apportate funzionavano e il cast era eccezionale.

“Quella donna è pazza, come può anche solo pensare di dire no a Denny Duquette?!”

“Jerry era mille volte meglio di uno stangone con gli occhi verdi…”

“Ognuno ha le sue preferenze, Porcellana.” singhiozzò Santana, passandogli un kleenex “Lo sapevi che quell’attore era sposato con la dottoressa che gli ha salvato la vita trovandogli un cuore nuovo?”

“Perché me lo stai dicendo? Non sto già piangendo abbastanza?!”

“Ora ti farò piangere ancora di più… ” gli assicurò “Se hai fatto caso ho detto era sposato.”

“No, non dirmelo.”

“Sì, è morta. Un paio d’anni dopo il matrimonio. Cancro al cervello. Inoperabile! In un’intervista l’attore ha dichiarato che partecipare a questo film lo ha aiutato nell’elaborazione del lutto.”

“Basta gossip, la ridicola scena di approccio etero è finita!”

Kurt aveva ragione ma non riguardo il film, benché Dave avrebbe voluto trovarsi nel letto al posto dell’attrice. 

Santana stava tramando qualcosa. E questa era la seconda cosa. Molto più importante della prima ma se ne era reso dopo, rammentando la sostanziale differenza con l’opera originale: i protagonisti non erano insieme dai tempi della scuola, si erano conosciuti in Irlanda. 

Dalla cucina, tuttavia, non giunsero proteste per quel bombardamento di paesaggi meravigliosi che probabilmente avevano visto dal vivo durante la luna di miele.

“Come fai a non piangere?” domandò lo stilista, quando il padrone di casa stese una tovaglia sul tavolino di vetro “Non hai un cuore?!”

“Non lo sto seguendo, Kurt.” fu la semplice risposta.

Questo spiegava il fatto che non si fosse accorto delle reali intenzioni dell’ispanica! Dave però iniziò a pensare di essersi immaginato tutto quando questa lo aggredì verbalmente.

“Zitto! Tu devi stare zitto! Io stasera sto coi miei amici, mis verdaderos amigos ¡porque tu no eres mi amigo!

“Va bene.”

Tu eres desalmado . ¡Tu no sabes amar!

“Va bene.” ripeté lui, alzando le mani come se gli stesse puntando contro un’arma.

“Oh, Santana, finiscila!” intervenne Marley “Nemmeno io sto piangendo.”

“Mostri. Tutti e due.” li additò “ ¡Por eso te casaste con él!

Hunter scosse la testa e iniziò a presentare il risultato delle sue fatiche: cosce di pollo fritte, bastoncini di patate e verdure fatte al forno con varie spezie, spiedini di caprese, nachos con formaggio fuso, guacamole… quello era un uomo da sposare! 

Forse Sebastian sta iniziando a fare confronti con la vita che avrebbe potuto avere se fosse riuscito a sedurlo invece di accasarsi con un bietolone come me.

Lo squillo improvviso di un cellulare spazzò via quel pensiero e ingigantì il disappunto di Santana.

“Scusate... probabilmente è Jake.” disse Marley, facendo per alzarsi.

“Non azzardarti, sai? Stasera sei mia, bonita !”

“Nostra! E anche il tuo cellulare è nostro.” sentenziò Kurt “Requisito!”

“Non puoi... Non potete...”

“Possiamo eccome!”

David si limitò ad ascoltare quello scambio di battute tenendo d’occhio l'ex collega.
Sapeva per esperienza che non c’era da preoccuparsi finché Hunter restava calmo ma c’era qualcosa di profondamente sbagliato nella sua improvvisa rigidità, in tutto il corpo, al primo accenno di suoneria. 

E soprattutto nel rilassarsi appena saputo che era il piccolo Puckerman! I conti non tornavano, a meno che non si trattasse di un'altra persona: iniziò a passare in rassegna tutti i Jacob che gli venivano in mente. 

Quello sfigato che tacchinava la Berry ai tempi della scuola? No, negli anni lo avevano chiamato in mille modi ma mai Jake. Quel suo compagno di squadra iperattivo? No, non lo aveva mai presentato a Sebastian, figuriamoci a loro! Quel tizio col grugno da lama che si trasformava in lupo? Peccato fosse un personaggio di fantasia! 

Forse è stato un errore iniziare a bere a stomaco vuoto.  

“Prima si parlava del frutto degli schiaffi mancati, giusto?” scherzò Hunter.

“Non so te ma io sento sempre più il bisogno di comprare un sacco da boxe!”

“Ti chiederei di farmelo provare ma non so quanto durerebbe.”

“E se invece ci iscrivessimo in palestra?”

Finsero di soppesare l’idea. Sarebbe stato interessante misurarsi su un vero ring con guantoni, paradenti e tutto il resto. 

Forse riusciremmo anche a non farci troppo male!

Quando il discorso cadde Hunter controllò il suo, di cellulare.
“Se conosco il mio pollo bene come tu cucini questo” gli disse, servendosi “È appena entrato in doccia.”

“Allora ho il tempo di improvvisare un dolce!”

“Senti un po', Yogi, se continui a muovere il braccio la tua scapola mi finirà nella vagina...”

“Non è così che funziona l’anatomia, Snixx.”

Kurt sghignazzò a quello scambio di battute e, come risultato, l’ispanica lo spinse via per azzuffarsi con lui. 

Dave si ritrovò così più vicino a Marley. Da fuori sembrava sempre la stessa. Per questo, senza pensarci, le passò un braccio attorno per picchiettarle la spalla più esterna e lei si volse, cascandoci come sempre.

“Sei proprio un bel tipo!”

“Non farti ingannare, sono orso solo per stazza.”

Lei emise uno sbuffo divertito.

“È probabile che te l’abbia già chiesto ma…” 

“Dimmi.”

“Ho notato che hai una cicatrice molto simile alla mia. Come te la sei fatta?”

“Non cadendo in bici.” le fece l’occhiolino, per farle capire che sì, ne avevano già parlato, ma era tutto okay “Potremmo definirlo un infortunio sul mio precedente posto di lavoro.”

Non scese nei particolari, a che pro rivangare quella volta che il dente del malcapitato a cui aveva appena tirato una testata gli era rimasto incastrato in fronte? 

D’altra parte, Marley si limitò ad annuire. Ecco un’altra cosa che faceva proprio parte di lei, lasciava alle persone il tempo e soprattutto la libertà di raccontarsi o meno. 

Si ritrovò a invidiare Hunter per avere una persona così a fianco. Sebastian gli aveva chiesto... no, aveva preteso di sapere come s’era procurato ogni segno che aveva trovato sul suo corpo! 

Un tempo ne era stato intenerito ma adesso David iniziava a cogliere solo i lati negativi di un simile atteggiamento. 

Forse, se sono già al punto di non sopportare più le cose che prima mi piacevano di lui, siamo davvero…

“Abbi pazienza.” la voce di lei non gli permise di crogiolarsi con quell’idea malsana “Che lavoro fai adesso?”

“Sono un paramedico. Partecipai a un seminario quando ancora frequentavo il college e capii che preferivo correre per aiutare le persone piuttosto che per buttarle a terra.”

“Da bullo della scuola a supereroe.” intervenne Kurt, cercando di ridare un senso ai propri capelli, irrimediabilmente scombinati da Santana “Non potrei essere più fiero di te!”

“Veramente mi riferivo al football e agli sforzi per mantenere la borsa di studio.”

In realtà, David avvertì un pericoloso languore al petto. Quand'era l’ultima volta che Sebastian gli aveva rivolto parole simili? O meglio, c’era mai stata? 

Forse sono io per primo a fare confronti tra il ragazzo che mi piaceva al liceo e la persona che sta al mio fianco.

Dave ringraziò mentalmente Santana per aver avuto l’accortezza di mettersi tra loro. La cotta gli era passata ma non per questo si fidava di se stesso con la sua vecchia ossessione a portata di mano!

“Hunter...” canterellò l’ispanica, mentre il film volgeva al termine “Come dolce vorrei...”

“Non attacca, Lopez!” la interruppe, infornando chissà cosa “Prima hai detto che sono uno spaccacuori.”

“Non ho detto spaccacuori, ho detto senza cuore!”

“A quanto pare il mio spagnolo non è buono come credevo.”

Lei si issò in ginocchio sul divano, rivolta verso la cucina, e riprovò: “Come dolce vorrei…”

“Fammi indovinare, dei brownies. Fondenti. Con scaglie di cocco.” 

“E senza terzo occhio messicano!” lo applaudì.

“Solo perché li vuoi non vuol dire che li avrai.”

“Ma…” singhiozzò Santana, nuovamente sull’orlo del pianto “Vedi che sei un insensibile bastardo?!”

“Questo insensibile bastardo ora si va a cambiare, è quasi l’ora di uscire.”

“Spero ti si pianti la macchina!”

“Ah, in quel caso la lascio lì e non se ne parla più.”

“Non dirlo neanche per scherzo, donna malefica e sibillina!” intervenne Kurt, mettendosi nella sua stessa posizione “E comunque, ti ricordo che alla H-Squared non permettiamo agli amici di restare appiedati o di saldare il conto.”

Hunter imboccò il corridoio lasciandosi dietro una domanda: “E da quando siamo amici?”

“Infatti mi riferivo a tua moglie!” gli urlò dietro lo stilista “A proposito, perché non la porti al prossimo concerto della mia band? Così si svaga un po’...”

Marley sembrò incuriosita.
“Hai una band?”

“Una cover band. One Three Hill. Che fantasia!” esclamò Santana, tornando seduta “A proposito, come sta Dani?”

“Vieni a sentirci e lo scoprirai.”

“Non posso, il roditore ancora respira!”

 

Marley non avrebbe voluto perdersi una parola di quella conversazione, sfortunatamente Dave scelse di accostarsi a lei proprio in quel momento.

“Ti capisco.”

“Scusa, non…”

“Probabilmente te l’hanno ripetuto alla nausea, ma io dico davvero!” le assicurò “Se il me stesso adolescente si ritrovasse gay dichiarato con una relazione più o meno stabile col tizio che all’epoca lo respinse in un modo a dir poco brusco… Dio, probabilmente tenterebbe di nuovo il suicidio e questa volta andrebbe a segno!”

Rimase a guardarlo senza nulla di meglio da dire se non un piccolo oh .

“Suonava meglio nella mia testa, lo ammetto.”

“No, cioè… io non sapevo…”

Dave le parlò del proprio percorso, cui Kurt aveva alluso con una battuta, e dopo averli visti rapportarsi con tanta naturalezza, cordialità e affetto, lei faticò non poco a immaginarli in un contesto diametralmente opposto. 

Nonostante si riferisse al sopranista come una sorta di primo amore, lo sguardo gli si illuminò solo nel momento in cui il racconto si spostò su Sebastian. Anche se gli eventi erano tutt’altro che piacevoli, dalle sue parole trasudava nostalgia per quel primo incontro. E amore. Un amore profondo per il francese, a discapito delle sue azioni. 

Era lo stesso che vedeva riflesso negli occhi di Hunter e poteva spaventare. Forse per questo Sebastian continuava a rifiutare le proposte di Dave! Però non ebbe il coraggio di dirlo, non li conosceva bene… non più, almeno.

“Lo facciamo spesso?” gli domandò di getto “Uscire insieme. Noi quattro.”

“Non così spesso, Sebastian odia le uscite a coppie perché in genere ci si divide a parlare due a due e raramente si è tutti coinvolti.”

“Potremmo organizzarci per andare al concerto di Kurt!”

“Sarà difficile, lui e il mio compagno non vanno d’accordo. Da sempre.” le rivelò “Blaine non lo ammetterà mai ma la verità è che cambiò scuola perché Sebastian ci provava a schifo da prima di entrare negli Usignoli e, sai, stava con Kurt da meno di un anno… Non è tipo da tenere il piede in due scarpe!”

“Capisco.” era piacevole non avere difficoltà collocare gli eventi nel tempo “Magari un’altra volta.”

Dave annuì, poi sollevò lo sguardo oltre lei.
“Sai che tua moglie mi ha appena chiesto di organizzare un’uscita a quattro?”

Non fece in tempo a girarsi che sentì le dita di Hunter tra i capelli, nell’ombra di una carezza, e le trasmisero una piacevolissima sensazione. E dire che in genere non sopportava quel gesto. Reclinò la testa mentre lui diceva: “Oh, cara, hai proprio perso la memoria!” e dopo un istante si raddrizzò e si volse con tutto il corpo per guardarlo meglio.

“Ommioddio, una giacca scozzese sopra una maglia con scollo a V. Toglila!” esclamò Kurt, coprendosi gli occhi per un momento “No, rimettila, il tessuto è così sottile che si intravedono i capezzoli. Ma che cos’è?! Cotone? Lino? Non mi sembra l’abbigliamento adatto per uscire con una mangusta in calore.”

“Intanto sembri tu quello impaziente di allungare le mani.” lo punzecchiò Santana.

Hunter tornò in cucina, seguito da una serie di fischi di apprezzamento. Quei pantaloni scuri avevano un colore indefinito ma sembravano metterli tutti d’accordo sul fatto che gli facevano un culo fantastico.

“Per fortuna sto per incontrare il mio avvocato, discuterò con lui una possibile denuncia per molestie sessuali!”

“Il tuo avvocato è lo stesso che da ragazzo ambiva a una denuncia per atti osceni in luogo pubblico.” gli rammentò Dave.

“Ricorda che io ti ho difeso quando lo hai tradito.”

“Ma…” singhiozzò Dave, esattamente come l’ispanica “avevi detto che non era tradimento.”

“Ho cambiato idea!”

“Tranquilla.” le sussurrò Santana, allungandosi fino a darle una pacca sul ginocchio “Gli uomini sono così, si caricano a vicenda perché si vogliono bene!”

Marley riuscì soltanto a pensare che c’era un motivo se lei e David erano riusciti a passare per una coppia ai tempi della scuola: erano interscambiabili, negli atteggiamenti e nei ruoli, un fattore da non sottovalutare in qualsiasi tipo di rapporto.

“Avanti col prossimo film!” annunciò l’amica, facendo cadere il discorso “Kurt, a te l’onore.”

“Santa Lady Gaga, hai proprio deciso consumarti gli occhi...”

“E non ho ancora iniziato a bere!”

“Che vuoi dire?” si informò lei.

“Sono una da sbronza triste.”

“Siamo in due!” dichiarò Dave, dandole il cinque.

“In tre.” aggiunse Kurt, facendo partire il DVD “La mia è una sbornia emotiva, si lascia influenzare dall’andazzo generale.” 

Marley temeva di sapere com’era lei, da ubriaca, così non chiese anche se dallo sguardo di Santana capì che l’amica non vedeva l’ora di dirglielo.

“Mia moglie è emotivamente minorenne, se scopro che l’avete fatta bere in mia assenza vi ammazzo!” esclamò Hunter, mentre nell’aria si spargeva un caldo profumo di cioccolato fondente e cocco.

“È così che mi sono fatto il primo tatuaggio!” proseguì il sopranista “Tutto per via di una bottiglia di limoncello e una certa persona che si sentiva ribelle.”

“Non guardare me, bonita !”

“Parla della Berry.”

“Dave, non nominarla! È peggio del demonio, se la nomini tre volte di seguito compare.”

Lei fu quasi sul punto di chiedere ma, per una volta, era chiarissimo cosa intendesse Hunter con quel mhm ! Annuì col capo, facendo la sua caratteristica smorfietta con la bocca, e lui le sorrise. Come fa a essere sexy persino con quei guanti da forno? Avevano una fantasia a quadrettoni rossi, azzurri e bianchi. Erano veramente inguardabili! Hunter però non lo era affatto.

Marley si volse in fretta verso il televisore, sentendosi avvampare. Com’è possibile che la mia percezione di lui sia cambiata in sole ventiquattro ore? Non era così, dovette ammettere di non averlo mai trovato brutto o realmente sgradevole. 

Marley era consapevole che non sarebbe riuscita a definire i propri sentimenti in una giornata, sapeva soltanto che Hunter stava per andare via e l’idea non le piaceva, come non le era piaciuto quando era uscito nel pomeriggio. Di nuovo, però, non poteva dirlo. Non avrebbe giovato in alcun modo. 

E poi, erano almeno quasi due settimane che lei faceva quello che voleva con Jake.

Eppure si era quasi dimenticata della sua esistenza finché non aveva ricevuto la sua chiamata. Sarà preoccupato, giustamente! Aveva smesso di rispondere ai suoi messaggi dopo essere rientrata dal negozio di animali, cioè da quando non aveva sentito il bisogno di avvicinarsi a Hunter. 

Perché di questo si trattava! E non le sembrava più così strano. 

“Allora, io vi saluto...” sentì dire alle proprie spalle “I brownies sono pronti, dovete solo tagliarli a pezzettoni ma aspettate che si raffreddino o farete un macello.”

Il trio annuì sommessamente. A quel punto, Hunter li salutò uno per uno: strinse la mano a Kurt, il quale la coprì con la sua per un istante, e la guancia a Santana, che per tutta risposta tentò di morderlo.

“Parli tu con Sebastian dell’uscita a quattro?” domandò Dave, dopo avergli fatto un cenno perché si abbassasse “Se lo faccio io mi manda a spigolare per davvero!”

Hunter cercò il suo sguardo, come se spettasse a lei l’ultima parola. Marley non era più tanto sicura ma capì di non poter ritrattare o lo avrebbe ferito per l’ennesima volta.
“Sì, da quello che ho capito è lui lo scoglio più grande da superare!” 

Lui annuì.
“D’accordo, vedrò cosa riesco a fare.”

Le venne da ridere senza un apparente motivo ma il motivo c’era eccome! Si era accorta che l’aveva lasciata per ultima quando, a rigor di logica, sarebbe dovuto partire dal fondo per avvicinarsi man mano alla porta. Questo fatto la portò a chiedersi: Come intende salutarmi?

“Questo film...”

“Niente spoiler!” lo ammonì.

“No, niente spoiler. Volevo soltanto sapessi una cosa che ho pensato e non ti ho mai detto a riguardo.”

Marley si fece attentissima e Hunter le si accostò maggiormente, schiarendosi la voce. Possibile che si vergognasse?

“L’ultima canzone” le rivelò in un sussurro “avrei voluto scriverla io per te.”

 

“Perché mi state facendo questo?!” gemette Dave, gettando l’ennesimo kleenex “Doveva essere una serata di svago!”

“Dovresti ringraziarmi…” mormorò Santana, tirando su col naso “Ti sto facendo versare tutte le lacrime che hai trattenuto davanti al tuo futuro marito.”

“Futuro marito un cazzo! Tanto non mi sposa.”

“Peggio per lui! Torniamo al piano originale, Orsetto Peloso: ci sposiamo e abbiamo dei bellissimi bambini!”

“Così puoi sedurre la babysitter? No, grazie.”

“Credo sia un buon momento per mettere pausa e mangiare i brownies.” dichiarò Marley, appropriandosi del telecomando.
Premette stop un attimo dopo che Jack era tornato a casa e aveva acceso il neon La vie en rose , mentre sullo schermo compariva la scena successiva. 

Dave sapeva che avrebbe dovuto alzarsi e darle una mano, Hunter non glielo avrebbe perdonato se l’avesse lasciata avvicinare a qualcosa di vagamente affilato, eppure non riuscì a muoversi. Non riusciva a smettere di contemplare i protagonisti che si riabbracciavano dopo essere stati a lungo separati.

“Giusto, facciamo il pieno di serotonina!” si alzò Kurt, sottraendosi a quell’immagine che invece affascinava lui e Santana.

Dave riusciva sempre a capire quando l’ispanica provava il suo stesso stato d’animo, come quando avevano preparato quelle magliette ma non se l’erano sentita di unirsi agli altri per cantare Born this way . Questa volta li accomunava il fatto di non aver mai ricevuto un abbraccio che dice: ‘eccoti, ti aspettavo, sei qui finalmente, ora tutto andrà bene’ benché fossero stati i primi a dispensarlo.

“Il no di Sebastian è più onesto del sì di Brittany.” 

“Stai dicendo che dovrei semplicemente apprezzarlo e accontentarmi di quello che mi concede?”

“Non posso dirti cosa fare, Dave. Non so decidere per me, figuriamoci per te!”

“Se posso permettermi” intervenne Kurt, dando un ultimo colpo di coltello “considerando la tua recente relazione con una collega, non sarebbe una cattiva idea cambiare lavoro.”

“Ci stavo già pensato!” ammise l’ispanica “Ormai lo Slake ha i giorni contati…”

Per un attimo Dave aveva pensato volesse affrontare l’argomento matrimonio, sarebbe stato imbarazzante.

“Sicuro di farcela?” sentì dire a Marley.

“Ho fatto il cameriere per anni.” le rivelò lo stilista “A momenti portare tre piatti insieme mi viene più facile che portarne uno solo!”

“Ma lo stage a Vouge.com?”

“Non era retribuito.”

“Che bastardi!”

“Pulisciti la bocca, signorinella! Isabelle Wright avrà anche prolungato il mio stage fino allo sfinimento, tanto che credevo mi stesse solo sfruttando, invece stava solo aspettando pazientemente che mi diplomassi alla NYADA.”

Marley sgranò gli occhi e tornò a sedersi, impaziente che Kurt riprendesse il racconto dopo aver servito a lui e Santana una generosa porzione di brownies.

“Mi ha passato lo scettro del potere ed è fuggita, dove di preciso nessuno lo sa, con un ballerino vent’anni più giovane.”

“Brody Weston, ex ragazzo squillo.” ghignò l’ispanica.

“Nonché ex di...”

“Non pronunciare quel nome!” lo ammonirono entrambi.

Dave capì che avrebbe fatto meglio a riempirsi la bocca di cioccolato. Quello era l’inizio di un teatrino che quelle due dive avevano perfezionato negli anni, a confronto Rachel Berry - non avevano posto divieti sul pensiero! - era una mera figurante.

“Potresti seguire il mio esempio, Santana.”

“Rilanciare l’attività di famiglia? Non credo sia il caso, sono troppo vecchia per rimettermi a studiare e troppo bella per sporcarmi le mani col commercio di organi! Ma riconosco che hai fatto un lavorone con il rilancio dell’officina di tuo padre. A confronto, tenere in piedi la baracca di Vouge.com è poca cosa!”

“Lui e Finn erano i veri meccanici. Io di mio ci ho messo soltanto il nome e la parlantina, se non fosse stato per la generosa donazione di Noah non saremmo riusciti a espanderci...”

Dave annuì, chiedendosi una volta di più quanto ci fosse di vero nella storia di Puck. Fosse capitato a lui, scettico com'era, non sarebbe mai andato a Las Vegas solo perché glielo dicevano in sogno!

“Comunque, mia cara, ti stavo suggerendo di trasformare una passione in lavoro.” specificò, porgendole un biglietto da visita “Tieni, sei molto più fotogenica di me!”

Lo stilista raccontò di un tizio che lo aveva avvicinato a una sfilata, aveva notato i suoi tatuaggi e gli aveva proposto di posare per una rivista specializzata.

Dave smise di ascoltare nel rendersi conto che Marley sembrava aver perso l’appetito. Impiegò un po’ a capire che il problema non era il dolce: per loro erano passati anni, parlarne non era un problema, ma per come la vedeva lei la ferita era ancora fresca.

“Finn vorrebbe che li mangiassi anche per lui.” 

Marley smise di torturarsi il labbro inferiore, succhiandolo in dentro, e gli rivolse un sorriso triste. Poi recuperò piattino e telecomando.

“Riprendiamo, ragazzi?”

Gli altri annuirono.

“Ho paura di come finirà questo film...” gli confidò, mentre premeva play.

“Anch’io! Ho paurissima.”

Non lo aveva mai visto perché Sebastian odiava i remake e quello era tipo il quinto o il sesto, ma c’era anche un motivo aggiuntivo: aveva sentito quello che le aveva sussurrato Hunter ed era curioso e spaventato almeno quanto lei… anche perché, andiamo! C’era canzone più bella di I’ll always remember us this way ?

Shallow non faceva testo! Era talmente popolare che per un anno non aveva sentito altro, ma non per questo Dave versò meno lacrime quando Ally raggiunse il vecchio Jack sul palco.

“Anch’io.” ammise Kurt, prendendo un altro fazzoletto “Lo conosco a memoria ma spero sempre finisca in modo diverso.”

¡Cállate! ” proruppe Santana, iniziando di nuovo a singhiozzare.

Dave le passò un braccio attorno e la strinse, proprio come aveva fatto lei con lui a inizio serata.

  
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