Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Saku88s    06/06/2020    3 recensioni
Levi inizia a sospettare che la comandante Hanji gli abbia corretto il tè con qualche diavoleria, sconvolgendogli la mente nel sonno, ritrovandosi a fare un sogno sporco su Mikasa.
Dal capitolo:
Levi ad un certo punto, nel leggere uno dei documenti, si ritrovò ad alzare lo sguardo su Mikasa, osservandola di sottecchi. Era impegnata a scrivere sul foglio preso in visione, lo sguardo abbassato su di esso, mentre i capelli corvini ricadevano morbidamente sulle sue guance, solleticandole la pelle candida. Le labbra rosate erano chiuse, e se ne ritrovò dannatamente attratto. Merda.
Come immaginò, le immagini di quel sogno gli arrivarono in testa in un attimo. Si portò una mano su metà viso, indignato e conturbato da qualsiasi cosa stesse provando. Tsk. Appena si rese conto che aveva lo sguardo sul suo seno, si maledisse. Possibile che fosse attratto da Mikasa?
[RivaMika/LeviMika][Soft Lemon]
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanji, Zoe, Levi, Ackerman, Mikasa, Ackerman
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie '❣ RivaMika - Humanity's strongest pair'
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Tè nero




La foresta brulicava di giganti, Levi sferrò un altro colpo di spada all'ennesimo collo di quei mostri. La squadra era sparpagliata a combattere per ripulire la zona. Lui, essendo il capitano e il più forte dell'umanità si era addentrato nel nido di quei mostri, facendone fuori il più possibile.

Era ricoperto di sangue, che non faceva a tempo ad evaporare per il continuo sterminare di giganti uno dietro l'altro, fin tanto che si ritrovò un gigante anomalo davanti a se. Era un venti metri e sembrava intelligente. Si fiondò velocemente puntando il rampino su un ramo per darsi slancio per poterlo raggiungere, quando all'improvviso ne vide un altro di quindici metri corrergli sul fianco, un altro anomalo.

Dovette pensare di cambiare strategia, e fece per cambiare traiettoria con il movimento tridimensionale, quando all'improvviso vide arrivare un soldato del corpo di ricerca puntare a quello al suo fianco.

Riconobbe subito il soldato. Il suo sguardo duro e determinato, la sua abilità nel muoversi velocemente erano unici.

Mikasa Ackerman alzò lo sguardo verso Levi con un sorriso sghembo sulle labbra, che gli fece venire un brivido in corpo, adrenalinico, che tornò a focalizzare l'obiettivo davanti a se. Quella mocciosa non riusciva proprio a stare al suo posto.

Nemmeno facendo apposta i due Ackerman sferrarono velocemente il colpo mortale ai due giganti, in modo coordinato, che se qualcuno li avesse visti avrebbe rabbrividito di terrore ed eccitazione allo stesso tempo.

Con uno slancio atterrarono su un ramo alto di uno degli alberi della foresta, ritrovandosi faccia a faccia. Il sangue caldo dai loro visi stava evaporando, mentre i loro freddi sguardi si scontravano in una lotta di tensione palpabile.

In quel momento la vide talmente attraente che tutta la sua ragione andò a fottersi, dando libero arbitrio ai suoi istinti selvaggi.

Rifoderò le spade, notandola fare lo stesso anche lei, senza mai deviare lo sguardo dai loro occhi.

Le si avvicinò a passi lenti, quasi silenziosi, fin quando l'ebbe ad una spanna di distanza. Lei non muoveva un muscolo, in attesa che lui facesse la sua mossa. Mossa che avvenne subito dopo aver schiuso le labbra, passandosi famelico la lingua tra esse.

Si spinse infatti in avanti, baciandola con voracità, sentendola ricambiare nell'immediato. Era stato palese ed evidente la loro reciproca attrazione, che non ci erano volute parole.

La spinse facendola indietreggiare contro il tronco dell'albero, portandosi a stretto contatto con lei, sentendo il suo corpo caldo addosso.

Nonostante fosse più basso di lei, riusciva a sovrastarla in altri modi, facendole capire chi era a comandare, chi era il dominante.

La sua lingua affondò ancora di più nella sua bocca, mentre passava le mani sui suoi fianchi, per poi scivolare più su, fino al seno.

Le sbottonò la camicia talmente velocemente da stupirsene anche. Non perse tempo agguantandole quelle curve morbide, godendosi la sensazione tattile sotto le mani.

Mikasa gemette nella sua bocca, compiacendolo.

Levi sentiva la passione e l'eccitazione prendere più possesso del suo corpo, ritrovandosi a scendere con le mani, per slacciarle i ganci dell'attrezzatura, finendo infine sulla cintura.

Mikasa lo seguì nei movimenti, avendo la sua stessa fretta di arrivare al sodo.

In tutta quell'enfasi Levi si allontanò con le labbra, staccandole dalle sue per prendere fiato, trascinandosi un filo di saliva formatosi tra loro.

Si fiondò su uno dei suoi seni con la bocca, attirato da essi. Le prese un capezzolo tra le labbra, succhiandolo e leccandolo con bramosia.

In men che non si dica, gli indumenti inferiori di Mikasa sparirono, mentre quelli di Levi si ritrovarono abbassati quanto bastava.

Le afferrò una coscia, portandosela sul fianco, tenendo Mikasa sempre incollata al tronco, sentendola emettere un altro gemito.

Ritornò a baciarla, per poi afferrarle l'altra coscia e far in modo che si tenesse a lui con le braccia intorno a collo. Dopo di che affondò il membro dentro alla sua apertura stretta, calda e bagnata.

Quando iniziò a muovere il bacino, la fece mugolare nella sua bocca.

Levi divise le loro labbra, spostandosi scivolando sul suo collo, lasciandole scie calde di saliva sulla pelle, dandole la possibilità di boccheggiare estasiata, sentendo il suono inebriante dei suoi gemiti.

Continuarono a darsi fitte di piacere, fin quando Levi iniziò a spingere sempre più forte, cercando di farla arrivare all'orgasmo. E infatti poco dopo la sentì irrigidirsi leggermente, di conseguenza intensificò ancora i colpi.

<< Capitano-aaah >>

La sentì in preda agli spasmi, cosa che lo riempì di soddisfazione. Solo qualche istante dopo si liberò dentro di lei, soffocando un gemito appagato.


Levi si alzò con il busto spalancando gli occhi, constatando di aver il cuore a mille, e il fiato corto, completamente sconvolto da quel sogno. Si accorse anche anche di aver un'erezione.

Si vergognò di quello che la sua mente gli aveva fatto vedere, e di come il suo corpo avesse reagito. Come poteva quella mocciosa essergli entrato in quel modo nella testa? Ma poi, perchè proprio lei?

Si lasciò cadere con la schiena sul materasso, portandosi l'avambraccio sugli occhi, completamente scombussolato. Non riusciva proprio a darsi una spiegazione del perchè di quel sogno << Tsk >>

Alla fine, dopo un lungo momento a ragionare, pensò che era inutile cercare e trovare un motivo, in fin dei conti era stato solo un sogno, e i sogni erano imprevedibili e spesso inspiegabili.


❧❧❧


Quella stessa giornata, il capitano Levi si recò nel suo studio. La comandante Hanji gli aveva dato l'incarico di visionare e compilare alcuni documenti da consegnare entro la sera. Per questo aveva l'aiuto di Armin, il quale stava seduto e concentrato dalla parte opposta della scrivania. Capitava spesso di chiamare il cadetto per farsi dare un mano per liberarsi di quel compito noioso il prima possibile. Compilare scartoffie non era proprio una cosa che gli piaceva fare, ma essendo capitano, doveva farlo spesso.

Era intento a firmare l'ennesimo foglio quando sentì bussare alla porta.

<< Sono Hanji >>

Cosa voleva ancora quella quattrocchi? << Avanti >>

La porta si aprì con la comandante portarsi avanti << Levi, mi dispiace disturbarti, ma vorrei proporre ad Armin di fare una formazione tattica >>

Armin si girò interessato << Davvero? >>

<< Sì. Sei disposto a migliorarti e formarti per diventare in futuro il mio successore? >>

<< Certo >> sorrise entusiasta.

Levi con sempre la sua solita espressione annoiata si rivolse a Hanji << Hai finito? >>

<< Sì. Ma il fatto è che Armin dovrebbe iniziare adesso >>

<< Ho ancora un sacco di scartoffie da visionare >> le disse con una certa autorità.

Hanji si sistemò meglio gli occhiali sul naso, facendo fare un riflesso di luce sulle lenti << Per questo ti ho portato una sostituta >>

Levi non fece a tempo nel chiedere chi fosse, che il suo sguardo si spostò sulla sagoma alta e snella di Mikasa comparire alle spalle di Hanji. Ah. Lei è la sostituta di Armin?

<< Capitano >> lo salutò Mikasa facendosi avanti.

Non proferì parola, perchè non sapeva cosa dire esattamente, semplicemente la osservava in tutta la sua altezza.

<< Quindi siamo d'accordo >> disse Hanji facendo segno ad Armin di seguirla.

Armin si alzò dalla sedia e salutò il capitano.

<< Vi lascio alle vostre scartoffie >> Hanji diede le spalle ai due Ackerman, chiudendosi infine la porta dietro.

Il capitano spostò quindi lo sguardo dalla porta al volto di Mikasa, accorgendosi di un leggero rossore sulle guance, che scomparì subito accorgendosi del suo sguardo. Non sapeva come interpretare ciò, ma poco importava << Siediti >>

Mikasa eseguì.

<< Quelli sono tutti da visionare >> la informò indicandole la piccola pila di fogli.


Passò un lungo momento senza che si dissero nulla, concentrandosi nel svolgere il compito del giorno.

Levi ad un certo punto, nel leggere uno dei documenti, si ritrovò ad alzare lo sguardo su Mikasa, osservandola di sottecchi. Era impegnata a scrivere sul foglio preso in visione, lo sguardo abbassato su di esso, mentre i capelli corvini ricadevano morbidamente sulle sue guance, solleticandole la pelle candida. Le labbra rosate erano chiuse, e se ne ritrovò dannatamente attratto. Merda.

Come immaginò, le immagini di quel sogno gli arrivarono in testa in un attimo. Si portò una mano su metà viso, indignato e conturbato da qualsiasi cosa stesse provando. Tsk. Appena si rese conto che aveva lo sguardo sul suo seno, si maledisse. Possibile che fosse attratto da Mikasa?

Cioè, gli piaceva la sua altezza, e il suo essere cazzuta. Nonostante non avessero iniziato con il piede giusto per aver picchiato il suo caro fratellastro, alla fine era riuscita ad instaurare un rapporto di fiducia nei suoi confronti. Infatti negli ultimi periodi Mikasa, in battaglia era diventata una, se non l'unica, cadetta che eseguiva senza riguardi i suoi comandi. Certo, a parte i momenti che veniva offuscata dalle emozioni per difendere Eren.

E anche se lo faceva incazzare in quei momenti, doveva ammettere che la sua insubordinazione lo intrigava. Lo trovava come una sorta di sfida, e siccome nessuno osava sfidarlo, trovandosi sempre annoiato, lei riusciva a smuoverlo. Infatti gli faceva anche piacere che lei lo avesse preso come suo istruttore negli allenamenti corpo a corpo, infondo capiva, le abilità di una Ackerman si poteva confrontare solo con un altro Ackerman.

Appunto perchè erano entrambi Ackerman, aveva incrementato l'interesse nei suoi confronti, ma era sempre stato convinto che fosse di genere empatico.

Era davvero per tutte queste cose che era attratto da lei? Sembrava così surreale. Eppure era lì, bella e invitante. Non poteva mentire a se stesso.

Quindi, alla fine dei conti, dovette ammettere che gli piaceva Mikasa.

Ok, però non gli tornava il fatto che avesse fatto un sogno sporco su di lei, risvegliandosi in condizioni pietose. Doveva esserci una spiegazione...


Dopo aver cenato si era portato sotto il portico della locanda, i cadetti facevano troppo casino per i suoi gusti, e aveva preferito prendere una boccata d'aria.

<< Levi, sempre ad isolarti... >>

La voce della comandante Hanji non lo scompose, ne tanto meno la guardò.

<< Potevi rimanere a bere qualcosa insieme a noi >>

<< Lo sai che non bevo quella roba alcolica >>

<< Lo so. Per questo ti ho portato il tuo amato tè nero >>

Levi si mosse per poterla guardare, vedendola sul serio con una tazza di tè in mano. La osservò scettico.

<< Che c'è? Pensi che lo abbia corretto con dell'alcol? >> Hanji si accigliò divertita.

No, non lo credeva. Sarebbe stato banale, e poi anche se ci fosse se ne sarebbe accorto al primo sorso. Afferrò la tazza dal manico e ci soffiò sopra.

<< Posso farti una domanda? >>

Come se dirle di no bastasse per impedirglielo. Sorseggiò un po' del liquido caldo, dandole la possibilità di fargliela.

<< Ti piace qualcuna? >>

Alzò un sopracciglio << L'interessata saresti tu? >>

Hanji assottigliò lo sguardo << Se ti dicessi di sì, ci staresti? >>

Si guardarono a lungo senza dirsi nulla. Levi pensava che lo stesse solo prendendo in giro.

<< Ok ok. Voglio dire, le persone parlano, si domandano se il grande capitano Levi abbia un tipo di donna che preferisce... >> si sistemò gli occhiali, facendo riflettere la luce della lanterna sopra le loro teste.

Non volle nemmeno riflettere a pensarci, erano cose insignificanti per uno come lui << Senti quattrocchi, vai a dare fastidio a Eren >>

Hanji sapendo che non avrebbe ottenuto niente da lui, gli fece una smorfia imbronciata << Sempre il solito simpaticone >> girò i tacchi << Almeno Eren mi ascolta e mi risponde >>

Levi sospirò, mentre rivolgeva lo sguardo al tè nero nella tazza. Lo osservò a lungo quasi riflettendoci dentro. Qualcuna che gli piaceva...


Quella quattrocchi di merda. Cosa gli aveva fatto bere la sera prima? Eppure era sicuro non ci fosse alcol. C'era qualcos'altro, ne era certo.

Mikasa, in quel momento alzò lo sguardo, scontrandosi con quello di Levi.

Rimasero a guardarsi per un breve momento, con entrambi le loro solite espressioni annoiate e serie. Gli Ackerman avevano la particolarità di essere orgogliosi di fronte a certe circostanze, quindi era difficile capire quello che passava per le loro teste.

<< Ho finito >> Mikasa interruppe il silenzio.

Levi osservò la pila, in effetti aveva finito, ed era stata fin troppo veloce. Non che avesse fatto le cose in malo modo, anzi, aveva fatto un lavoro impeccabile, niente di meno da un Ackerman.

Rifletté, se Hanji gli aveva messo qualcosa nel tè, e a quanto pare qualcosa che gli faceva sporcare la mente, doveva avere un motivo.


Hanji si sistemò meglio gli occhiali sul naso, facendo fare un riflesso di luce sulle lenti << Per questo ti ho portato una sostituta >>

[...]

<< Vi lascio alle vostre scartoffie >> Hanji diede le spalle ai due Ackerman, chiudendosi infine la porta dietro.

Il capitano spostò quindi lo sguardo dalla porta al volto di Mikasa, accorgendosi di un leggero rossore sulle guance, che scomparì subito accorgendosi del suo sguardo. Non sapeva come interpretare ciò, ma poco importava.


Spalancò leggermente gli occhi alla rivelazione appena appresa. Ora aveva collegato. Hanji gli aveva fatto quella domanda perchè era Mikasa quella interessata a lui. Non ne aveva idea, ma soprattutto era sorpreso dato che aveva un'ossessione per Eren. Non che pensasse fosse innamorata di quel moccioso, anzi, pensava che avesse un forte affetto fraterno. Solo che non se lo aspettava.

Ma allora perchè Hanji gli aveva fatto bere quel tè corretto? Che fosse un piano architettato da lei e Mikasa? Ma poi perchè fare una cosa del genere? Se Mikasa era davvero interessata a lui, non poteva dirglielo e basta? Che ruolo aveva Hanji in tutto questo?

Non riusciva a capire molto bene, ma a questo avrebbe rimediato. La diretta interessata ce l'aveva proprio davanti, e si ritrovò divertito e anche piacevolmente colpito nel sapere che lei provasse interesse per lui.

Mikasa lo scrutò non capendo perchè fosse fermo a riflettere da un po'. Doveva trovare un altro compito da farle fare. Quindi spostò lo sguardo in cerca di qualche suggerimento, ma poi gli venne un'idea. Ritornò a guardarla in volto con la solita espressione annoiata << No >>

Mikasa lo fissò senza scomporsi << Invece ho finito >>

<< Non uscirai da questa stanza finché non te lo dico io >> incrociò le braccia al petto facendole capire chi era il superiore.

<< E cosa dovrei fare? >>

Giurò di averla vista accennare un sorrisetto sghembo, era durato un secondo, ma gli bastò per percepire quell'aria di sfida che gli rivolgeva saltuariamente. Brava marmocchia << Inizia a pulire la stanza >> ordinò.

<< Cosa? >> Mikasa si accigliò perplessa.

<< Vuoi contraddirmi Ackerman? >>

Mikasa lo fissò per un breve momento << No signore >>

Levi la osservò alzarsi per andare a recuperare lo spolverino. Mentre era girata di spalle, si alzò anche lui, rimanendo dietro la scrivania a riordinare la pila di fogli firmati e corretti. Li prese e li portò sulla mensola vicina alla porta, così da essere pronti da consegnare.

Osservando la cadetta dirigersi verso la scrivania con lo spolverino in mano, un pensiero conturbante affiorò nella sua mente. Era tentato di fare una mossa per capire meglio quella ragazza, cosa davvero volesse da lui, perchè faticava a capirla. Senza rendersi conto, forse mosso da un istinto spontaneo, aveva mosso la mano sotto la maniglia della porta per girare il blocco della porta.

Con sempre la sua solita espressione annoiata iniziò a muovere le gambe, facendo passi leggeri verso di lei ancora girata di spalle.

Le gironzolò lentamente intorno, studiandola, senza captare nulla, così si decise a parlare << È insolito non vederti insieme a Eren... >> iniziò.

Mikasa si fermò nel spolverare, voltando la testa, cercando con lo sguardo il viso del capitano.

<< Solitamente lo segui come un cagnolino >> la provocò.

Mikasa assunse un'espressione infastidita << Non sono il suo cagnolino >>

<< A no? A me pareva di sì >>

Mikasa soffocò un ringhio.

Incrociò le braccia al petto << Non sei una da scartoffie >> affermò.

Lo guardò un po' perplessa.

<< Era più palese che mi aiutasse Jean >>

I loro sguardi non si muovevano. Mikasa rimase in attesa che continuasse il discorso.

<< Quali sono le tue intenzioni? >> si decise a chiedere.

Mikasa sgranò lievemente gli occhi presa alla sprovvista dalla domanda << Non capisco la domanda >>

<< No? >> sciolse le braccia e in attimo fece un passo in avanti, facendola indietreggiare fino a farle toccare la scrivania con il sedere. Gli occhi puntati sui suoi cercando di intimidirla e sottometterla.

Mikasa arrossì lievemente cercando di resistere al suo sguardo. Avevano i visi molto vicini.

<< Sicura che non devi dirmi nulla? >> tentò di spronarla.

Mikasa si sporse ancora più indietro con la schiena, costretta ad appoggiarsi con le mani al bordo della scrivania.

Si guardarono a lungo negli occhi, lLevi non demordeva, ma Mikasa resisteva.

<< Capitano... non so di cosa parla >>

Levi ammirava la sua tenacia, un'altra qualità che gli piaceva di lei, ma in quel momento voleva che cedesse. E se non ci riusciva a parole, a fatti sarebbe stato diverso.

Lentamente si sporse ancora più avanti, costringendola a indietreggiare ancora con la schiena. Le guance di Mikasa si fecero più colorate appena le afferrò un polso e le infilò una gamba tra le sue.

La costrinse a sdraiarsi sulla scrivania, bloccandole il polso al fianco della sua testa, sovrastandola lasciando lo spazio sufficiente tra loro per guardarsi in faccia.

<< Capitano, che cosa sta facendo? Mi liberi >> provò a dire deviando lo sguardo da un lato per non guardarlo negli occhi.

Nonostante le sue parole, era palese che non era davvero quello che voleva. Era adorabile come Mikasa, forte e devastante in battaglia, diventava burro sotto di lui.

Mosse la mano libera sul suo mento, facendole girare la testa, scontrandosi con il suo sguardo sorpreso. E solo dopo si abbassò su di lei, facendo prendere contatto le loro labbra.

Levi scoprì che quelle labbra gli piacevano più del previsto, erano morbide e umide, sapevano di buono.

Dopo un breve momento si rialzò riaprendo gli occhi, trovando il viso di Mikasa sorpreso, con ancora un lieve rossore sulle guance. Era così carina quell'espressione.

<< Capitano... lei... >> non riuscì nemmeno a finire la frase talmente era stata presa alla sprovvista.

<< Ora hai intenzione di rispondermi? >>

Mikasa si fece più rossa in viso, mordendosi lievemente il labbro. Vederla così lo tentava nel baciarla di nuovo, ma si costrinse nel resistere.

<< Io... è da un po' che provo qualcosa per lei >> ammise deviando lo sguardo in imbarazzo.

La fissò per un momento, godendosi quella visione di lei così vulnerabile e docile. La sua risposta era stata soddisfacente << Perchè non me l'hai detto prima? >>

Gli fece una leggera smorfia fintamente imbronciata << Perchè lei è anomalo >>

Lo fece sorridere internamente, gli aveva dato dell'anomalo. In effetti si era sempre considerato così. Infatti sapeva di essere diverso dagli altri, all'inizio non sapeva il perchè, ma poi aveva capito che era per via di essere un'Ackerman, proprio come lo era lei << Anche tu sei anomala >>

Mikasa lo guardò tentata nel sorridere, ma non lo fece.

<< E sei anche una stupida marmocchia >> aggiunse.

A quel punto gli rivolse un'espressione accigliata, semi offesa. Era divertente prenderla in giro.

Si abbassò ancora, appoggiando la fronte alla sua clavicola, certo di averla fatta arrossire ancora. Voleva scusarsi con lei per essersene reso conto tardi, ma l'orgoglio lo bloccava. Non era bravo a esternare quel tipo di sentimenti a parole.

Il suo corpo emanava un calore piacevole, e sapeva di pulito. Senza rendersene troppo conto spostò la testa, portando le labbra al suo collo, sfiorandole la pelle. Era inebriante e attirato da lei, si lasciò trasportare da qualsiasi cosa stesse provando, tanto da baciarle il collo.

Mikasa dopo un momento di imbarazzo, si lasciò trasportare dal suo tocco delicato.

Ad ogni bacio lasciato, diventavano sempre più decisi, salendo per il mento, arrivando alle sue labbra. Al contatto iniziarono a muoversi insieme in un bacio più passionale.

Levi le lasciò il polso, e si ritrovò a spostare la mano sul suo fianco, senza capire cosa stava facendo realmente. Era come se fosse mosso dall'istinto, senza pensare, proprio come in certe occasioni in battaglia.

Spinto da quella travolgente emozione fisica, nel baciarla, insinuò la lingua tra le sue labbra, trovando la sua, incerta e timida.

Sempre senza rendersi pienamente conto, scivolò salendo con la mano sul busto, arrivando poco sotto ad uno dei suoi seni.

Solo quando sentì il suono di un suo gemito soffocato nella bocca, si fermò scostandosi come scottato.

Si riportò dritto, in piedi davanti a lei, portandosi una mano su metà volto, sconvolto e conturbato da quello che stava facendo. Cosa gli era saltato in mente?

Mikasa si alzò con il busto, guardandolo in imbarazzo << Perchè si è fermato? >>

Riprese in mano la situazione, tornando in se. La guardò incrociando le braccia al petto << Sei solo una ragazzina >>

Spostò la testa con lo sguardo un po' deluso, rivolto verso il lato della stanza.

Levi sospirò. Non voleva toglierle quell'innocenza sul suo volto, almeno non subito, era troppo presto.

Per rimediare, sciolse le braccia e alzò la mano per portarla sulla sua guancia, sfiorandole la pelle con i polpastrelli, scostandole infine una ciocca di capelli da davanti agli occhi << Un passo alla volta >>

Lo sguardo colpito di Mikasa tornò su quello di Levi. Un momento dopo si rilassò, accennando un sorriso contento.

<< E poi dovresti darmi del tu quando siamo soli >>

Il sorriso di Mikasa si ampliò, annuendo.

<< Comunque non c'era bisogno di coinvolgere la quattrocchi >>

Lo guardò confusa per un breve momento << La comandante Hanji? Cosa c'entra? >>

<< Non avete escogitato un piano per- >> si interruppe capendo che Mikasa non ne era al corrente << Nulla. Ho interpretato male la situazione >>

Quindi Mikasa e Hanji non erano d'accordo, però quest'ultima aveva fatto qualcosa a quel tè. Lo avrebbe scoperto, e anche presto.

<< Capi- Levi... >> si corresse << Voglio venire sempre io ad aiutarti con i documenti >> mosse una mano sulla sua cravatta da capitano, toccandogliela e giocandoci con un lieve rossore sulle guance.

Le sue intenzioni erano piuttosto ovvie. Quella marmocchia aveva così tanta fretta << Bene. Ma devo insegnarti un paio di cose sul controllo >>

Mikasa trovò il coraggio per fare la sua mossa, tirando la cravatta del capitano << Puoi insegnarmi tutto quello che vuoi, Levi >>

Levi si ritrovò le labbra contro le sue. Eccola l'Ackerman che era in lei, quella che perdeva il controllo e che non sapeva stare al suo posto. Sorrise sulle sue labbra, divertito da quel loro nuovo approccio. Una cosa era certa, non sarebbe stato facile resisterle. Maledetta marmocchia.


❧❧❧


Alla sera, Levi, con la pila di documenti visionati e firmati, si recò nella sala principale del corpo di ricerca. Quando aprì la porta vide la comandante Hanji seduta al tavolo mentre leggeva alcuni rapporti. Si accorse anche che sul fornello c'era un bollitore fumante.

<< Hei Levi >> lo osservò meglio << Perchè sembri più irritato del solito? >>

Aveva anche il coraggio di chiederglielo? Non solo aveva passato il pomeriggio con una Mikasa che lo provocava in diversi modi possibili, ma aveva ancora la questione di quel fottuto tè corretto di Hanji.

Si limitò ad appoggiargli i fogli sul tavolo, per poi mettersi ai fornelli e tirare via dal fuoco il bollitore.

Hanji lo guardò perplessa e con sospetto << Giornata storta? >>

Chissà il perchè il suo tono gli era sembrato velatamente malizioso. Quella quattrocchi stava giocando con il fuoco. Versò l'acqua bollente in due tazze, con i filtri di tè nero.

<< Oh insomma Levi, potresti anche degnarmi di rispondere >> si lamentò con una smorfia.

Levi fece tutto con calma, prese le due tazze e si girò verso la comandante, gliene offrì una posandogliela sotto al naso. Dopodiché si portò dalla parte opposta del tavolo, sedendosi con calma.

<< Grazie >> Hanji soffiò sopra al liquido caldo, studiando accigliata il capitano.

Levi si mise comodo, soffiando anch'esso sul tè, e poi decise di alzare lo sguardo su Hanji << Quattrocchi di merda, che diavoleria mi hai messo nel tè ieri sera? >>

Hanji sobbalzò confusa a quella domanda << Come? >>

<< Stanotte ho fatto un sogno sporco... >> accentuò il broncio sul volto << E sai che odio lo sporco >>

<< Scusa ma non capisco >>

Trovava strano che non capisse, doveva essere più specifico? << Quel tè mi ha fatto sognare cose inappropriate di genere sessuale >>

La comandante scoppiò a ridere.

Quella reazione isterica non faceva che farlo innervosire di più.

Hanji si dovette appoggiare con la mano sul tavolo per riprendersi << Scusa non volevo ridere >> le veniva ancora da ridere, ma si trattenne << Sono convinta che non è quel genere di sporco che non ti piace >> lo guardò con un sopracciglio alzato e smaliziato.

Ok, anche se aveva ragione, non voleva discutere di questo.

Hanji sorseggiò il tè << E per curiosità... chi avresti sognato? >>

La fissò con superiorità << Non fare finta di non sapere nulla >> voleva che scoprisse le sue carte, ora, subito.

Hanji si sistemò gli occhiali sorridendo con soddisfazione, fissandolo a lungo. Infine si decise a parlare << E va bene... >>


Hanji stava attraversando il porticato del cortile con alcuni rapporti da archiviare. Costeggiando l'area d'addestramento, dette un'occhiata senza troppo interesse verso i cadetti che si stavano allenando, quando l'attenzione fu attirata nel vedere Mikasa e Levi combattere corpo a corpo.

Si fermò rimanendo a distanza, notando quanto fossero affiatati nel scontrarsi, le loro capacità da Ackerman erano evidentemente al di sopra di ogni altro soldato.

Non era la prima volta che si allenavano insieme, d'altronde il capitano Levi era l'unico con cui Mikasa poteva confrontarsi seriamente.


Mikasa con un sorriso sghembo sulle labbra, sferrò l'ennesimo pugno verso il capitano, ma venne parato da quest'ultimo, afferrandole l'avambraccio. Con un movimento di forza la fece girare su se stessa, bloccandole il braccio dietro la schiena, per poi sbatterla di petto al muro vicino, con la faccia spostata di lato.

Levi si portò in avanti con il busto, portando le labbra vicino al suo orecchio << Non hai ancora imparato nulla? >>

Mikasa arrossì, ma subito dopo si spronò a liberarsi da quella morsa. Ci riuscì con una spinta del corpo, ritornando ad affrontarlo.


Hanji sospirò esasperata. Era da mesi che Mikasa aveva chiaramente preso una cotta per il capitano, e ancora non aveva avuto il coraggio di farsi avanti. Nonostante continuasse a divertirsi nel sfidarlo, si ritrovava docile appena si ritrovava in posizioni compromettenti. A volte si domandava come una ragazza così forte in battaglia fosse così timida in quelle circostanze.

Per non parlare del capitano Levi, non lo faceva vedere, ma lei lo conosceva bene, era indubbiamente interessato a Mikasa, solo che non lo voleva ammettere a se stesso. Lo vedeva da come si divertiva nell'essere sfidato, quando nessun altro lo faceva. Il problema era che lui non avrebbe mai fatto un passo verso Mikasa, era troppo orgoglioso e stupido nel capire i suoi sentimenti.

Di quel passo nessuno dei due avrebbe mai fatto la prima mossa, non se ci metteva lo zampino lei. Sorrise maleficamente e con entusiasmo pensando ad un piano.


<< … Per questo ieri sera ti ho fatto quella domanda, volevo che ci pensassi. E poi oggi ho prelevato Armin, mandandoti Mikasa. Volevo che ti accorgessi di provare interesse per lei... e sembrerebbe che in qualche modo io ci sia riuscita >> sorrise fiera e soddisfatta.

L'aveva ascoltata fino alla fine, rimanendo impassibile, sorseggiando solamente il tè << Ma non mi hai detto che cosa hai messo nel tè >>

<< È questo il punto... non ci ho messo nulla >> ammise con un sorriso divertito.

La osservò con sospetto, ma sembrava davvero che dicesse il vero.

<< Mio caro Levi, hai fatto quel sogno sporco perchè il tuo subconscio ti ha fatto riflettere che sei attratto da lei. Io ho fatto solo una semplice domanda ieri sera, e mandato Mikasa oggi nel tuo studio. In poche parole, hai praticamente fatto tutto da solo >>

Aveva provato a non ammettere a se stesso che fosse così, dando la colpa a Hanji e le sue diavolerie, ma alla fine era davvero così, era sul serio attratto da Mikasa. In qualche modo lo era sempre stato, solo che aveva sempre messo da parte quei pensieri.

<< Quindi tu e Mikasa adesso siete... >> non finì la frase ma si fece intendere.

Vedere la quattrocchi con quel sorriso idiota stampato in faccia lo infastidiva. E anche se grazie a lei aveva compreso la situazione con Mikasa, lo aveva preso in giro, si meritava almeno una punizione.

Si limitò ad alzarsi e dargli le spalle per andarsene, e quando appoggiò la mano sulla maniglia della porta si fermò << Se fossi in te mi preoccuperei di cosa potresti sognare stanotte >>

Hanji sgranò gli occhi con ansia mentre abbassava lo sguardo sulla tazza mezza vuota di tè.

Levi a quel punto aprì la porta e riprese a camminare per uscire.

<< Levi, stronzetto di un nanetto! >> imprecò in ansia.

Levi accennò un sorriso sghembo mentre si chiudeva la porta alle spalle. Almeno così era sicuro che non andasse a raccontare in giro che aveva fatto un sogno sporco su Mikasa. Erano pari.

Magari lei non aveva avuto coraggio di correggergli il tè, ma lui invece sì. Lui se faceva lo stronzo, lo faceva per davvero.




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