Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Rosmary    08/06/2020    9 recensioni
{Missing Moments della long Paradiso perduto | Spoiler Alert se non si è arrivati al Capitolo Sedici della longfic}
Una festa, adolescenti riuniti e un Tiro Vispo di troppo.
“Zio, ho bisogno di un consiglio.”
“Roba seria?”
“No no, è per una festa.”
“Sono tutt’orecchi! Oh, beh, diciamo pure orecchio!”
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Lorcan Scamandro, Louis Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
- Questa storia fa parte della serie 'Paradiso perduto'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Spoiler Alert: il racconto contiene spoiler per chi non ha letto sino al Capitolo Sedici di Paradiso perduto


M A I   C H I E D E R E   C O N S I G L I O   A L L O   Z I O   G E O R G E!

 
Zio, ho bisogno di un consiglio.”
Roba seria?”
No no, è per una festa.”
Sono tutt’orecchi! Oh, beh, diciamo pure orecchio!”
 
31 dicembre 2021
 
Louis avrebbe potuto immaginarlo, persino intuirlo col suo infallibile istinto, che fidarsi dei consigli dello zio George potesse generare una catastrofe – ma come avrebbe potuto prevedere questo?
“Ripetimi la tua grande idea, per favore.”
L’invito incolore di Molly lo costringe a palesare una smorfia di disappunto. In fondo, si ripete, non è certo colpa sua, la colpa è dello zio che gli ha detto di prendere qualsiasi cosa volesse da quello stupido magazzino dei Tiri Vispi – ché “Caro nipote-senza-idee, non c’è niente di meglio dei Tiri Vispi per movimentare una festa!” .
Lui si è solo fidato, ecco. Come avrebbe potuto immaginare di aver adocchiato proprio uno dei prodotti ancora in fase di sperimentazione? Insomma, l’etichetta di quella dannata polverina fosforescente recita per veri intenditori e c’è anche un occhio che ammicca, gli è sembrata proprio perfetta per una festa.
“E poi Roxanne ha detto che era una specie di infuso di euforia, ho pensato fosse divertente,” precisa d’un tratto, seguendo più i propri ragionamenti che quelli di Molly.
“Roxanne non aveva la più pallida idea di cosa fosse quella roba,” sbotta Molly. “Sei stato un idiota a fidarti di lei.”
Louis inspira a labbra serrate e le rivolge uno sguardo così infastidito da convincere Molly a chinare un po’ la testa e borbottare qualcosa tra sé e sé.
“Non esagerare,” avverte Louis. “Già mi girano.”
“Scusa,” replica lei. “Ma ora che facciamo?”
“Ci divertiamo,” si intromette una terza voce. “Facile, no?”
Louis sussulta quando assieme alle parole anche le mani di James lo raggiungono, stringendogli le spalle per scuoterlo giocoso.
“Sei irresponsabile come sempre.”
“E tu la solita palla al piede,” ribatte James. “Va’ a farti un giro.”
Molly assottiglia lo sguardo irritata, cedendo a un sorrisetto compiaciuto quando Louis si scrolla il cugino di dosso e gli rifila un’occhiata sospettosa.
“Ti gira bene, stasera?”
“Non allenti mai la presa,” ribatte seccato James. “Sono quasi tentato di farti perdere la testa per Molly,” aggiunge irriverente, stringendo tra le dita il piccolo sacchetto marrone ripieno di polverina e sventolandolo dinanzi al viso del Capitano. “Ma sarei proprio un pezzo di merda a farlo.”
Suo malgrado Louis cede a un sorriso divertito e mentre Molly si allontana masticando improperi ai danni di James si premura di sfilare il sacchetto dalle mani del cugino – non si sa mai, già si reputa straordinariamente fortunato a non aver respirato quella roba e a essere ancora padrone di se stesso.
Con un sospiro si guarda attorno un’ennesima volta, incassando la consapevolezza di aver trasformato l’accogliente salone di Villa Conchiglia in un reparto del San Mungo per svitati.
Accidenti.
È la prima volta che i suoi genitori si convincono a lasciargli casa libera per organizzare una festa, ed è anche la prima volta che tutti loro riescono a svincolarsi dalla Tana e dal cenone di famiglia per accogliere il nuovo anno, e lui cosa fa? Si munisce di una diavoleria dei Tiri Vispi che se inalata costringe il malcapitato a innamorarsi perdutamente del primo essere vivente che vede, con la conseguenza che Dean e Amanda sono impegnati a impedire a Brandon di fiondarsi su Roxanne, Ariana piange perché l’Asticello di Lysander non vuole darle un bacio e Teti Lennox e Scorpius Malfoy quasi si azzuffano per avere l’attenzione di Albus.
Forse, riflette, avrebbe dovuto fiutare la cattiva stella quando agli invitati accuratamente selezionati se ne sono aggiunti altri che avrebbe volentieri cacciato a pedate, ma le apparenze gli hanno imposto di fare buon viso a cattivo gioco, ingoiare la presenza dei due Scamander e dire “certo, Albus” quando lui da infido Serpeverde gli ha chiesto in presenza dei nonni se potesse invitare anche gli amici a questa festa. Insomma, come avrebbe potuto dirgli “no, i tuoi amici mi fanno schifo” davanti a nonna Molly e nonno Arthur? Avrebbe causato a entrambi un dispiacere, motivo per cui ha dovuto acconsentire.
“Louis, ti rilassi un po’?”
“Ma sono tutti impazziti.”
“A me divertono,” ghigna James. “E Al ha avuto quello che si merita, così impara a portarsi dietro i topi di fogna.”
Louis sogghigna, ma anziché rincarare la dose su Albus dirotta lo sguardo su Lorcan e Rose prima di focalizzarsi su James, in piedi accanto a lui.
“Com’è che parli con me invece di stare con loro?”
James si stringe nelle spalle, mentre si rigira tra le mani un altro sacchetto trovato sulla mensola lì vicino.
“Ti girano quando le cose non vanno come vuoi,” risponde. “E Molly ti stava rompendo il cazzo.”
“Quindi sei qui per calmarmi,” ironizza.
“Più o meno,” concede con un sorriso. “Quest’altra roba cos’è?”
“Non lo so, ma non la provare...”
Louis non fa in tempo a concludere la frase che James apre inavvertitamente il sacchetto, starnutendo l’istante dopo quando della sospetta polverina arancione svolazza sino a insinuarsi nelle sue narici. E se l’anglo-francese sgrana gli occhi, James assume un’aria terribilmente ubriaca e inizia a guardarsi intorno chiamando a gran voce Rosie.
“Accidenti,” biascica Louis, strappando il sacchetto dalle mani del cugino, chiudendolo in fretta e furia e infilandoselo in tasca.
“Rosie,” ripete James quando la ragazza si avvicina perplessa. “Sei così bella.”
Rose ride divertita e non si ritrae quando James le chiude il viso tra le mani e le bacia la fronte. Lorcan, avvicinatosi assieme e lei, non riesce a evitare di ridere a sua volta.
“James, dai, lasciala, se hai respirato quella roba dobbiamo pietrificarti,” scherza il Corvonero.
Ma la reazione di James a queste parole, lungi dall’essere pacifica, è uno spintone che costringe Lorcan a barcollare sorpreso.
“Hai rotto i coglioni,” sbraita James. “La tocchi troppo. E la guardi anche troppo, devi starle alla larga.”
Rose gracchia un atterrito “è completamente fuso”, mentre le braccia di Louis riescono a frenare il Grifondoro prima che riesca a scagliarsi di nuovo contro Lorcan, dal canto suo già pronto a incassare senza reagire.
“James, calmati,” dice Louis. “Vieni con me di sopra, Rose ora caccia Lorcan e ti raggiunge. Vero?”
Sia Rose che Lorcan si ritrovano ad annuire e, pur riluttanti, contraccambiano lo sguardo complice di Louis e non si oppongono al suo proposito di occuparsi di James – dopotutto, è il solo tra loro tre verso cui non sembra nutrire alcun tipo di interesse.
Un po’ a fatica e ripetendogli “ora Rose arriva” Louis riesce a trascinarlo nella propria camera, dove pensa bene di chiudere la porta a chiave e infilarsi la suddetta chiave in tasca – non sa se ridere o piangere del fatto che siano tutti minorenni e non possano usare la magia, ma di sicuro un paio di fatture avrebbero potuto essergli utili. Sfruttando l’attimo di disorientamento che coglie il cugino, evidentemente indeciso se sedersi sul letto o sulla sedia, sbircia l’etichetta del sacchetto che lui e Roxanne hanno preso per sbaglio assieme all’altro – «In vino veritas: tutta la verità in un respiro! Effetti collaterali: ubriacatura indotta, emozioni esasperate» – e trattiene a fatica l’ennesima imprecazione. Lo dice da anni, che i Tiri Vispi dovrebbero essere illegali.
Intascando di nuovo quella robaccia, solleva gli occhi chiari su James, ritrovandolo seduto sul letto, le spalle curve e gli occhi… in lacrime.
“Una sbornia bella pesante,” biascica. “Andiamo, James, tu non piangi da sbronzo.”
“Louis, è così sbagliato quello che sento… Ma Rosie… Non è una cugina per me, lei… Mi piace, ma non come cugina… Capisci? Io… ne sono innamorato…”
“Felice che nel delirio te ne sia accorto,” celia. “Ora arriva, caccia Lorcan e arriva.”
“Lo picchierei, quello,” sbotta improvviso, le mani strette a pugno e gli occhi asciutti. “Anzi, dovrei massacrarlo in duello, sempre a toccarla… Sempre… Troppo vicino. Gli voglio bene, ma… troppo vicino.
Louis ingoia a fatica una risata – insomma, lui gliel’ha sempre detto che Lorcan Scamander è una sciagura in piena regola.
“Certo,” l’asseconda. “Ma non ora, non possiamo usare la magia fuori da Hogwarts.”
“Però posso picchiarlo.”
“James...”
“Ma perché continui a chiamarmi James?”
“Benedetto Godric, ora hai dimenticato anche il tuo nome?”
“No, ma tu… Non mi vuoi più bene?”
“Cosa?”
“Sì, non mi vuoi più bene, per il Fight Club, ma io non volevo… Tu non hai capito un cazzo, tu non capisci mai un cazzo… Cosa te ne fai di Molly e Smith? Non ti conoscono, non ti capiscono... Sono io il tuo migliore amico, io. Io so cosa ti passa per la testa anche quando non parli, io ti conosco, non quelle due palle al piede. Com’è possibile che non ti manchi? Tu a me manchi.”
Louis si ritrova a strabuzzare occhi già sbarrati quando James, a seguito del vomito di parole, in uno slancio improvviso e di nuovo in lacrime si alza dal letto per abbracciarlo.
“Facciamo pace… mi manca stare con te.”
Facciamo pace, come due bambini. Louis riderebbe di entrambi se non fosse troppo impegnato ad annegare in una sensazione di frustrante smarrimento: darebbe tutto perché gli parlasse così da sobrio. Nonostante il tumulto che avverte dentro, però, proprio non riesce a evitare di sorridere, perché è questo quello che James pensa sul serio e questo gli dà il diritto di mettere in atto qualsiasi stratagemma per riprendersi la loro amicizia – certo che mi manchi, coglione.
“È come se fossi ubriaco,” si limita a dire, sgusciando via dal goffo abbraccio. “Di solito però reggi meglio,” ironizza.
James schiude le labbra per ribattere, ma è costretto ad afflosciarsi improvviso su se stesso. Louis lo sorregge lesto, concedendogli il tempo di far forza sulle gambe e tornare padrone quantomeno dell’equilibrio. L’aria intontita svanita, lo smarrimento nascente e gli occhi che si strizzano a causa di un lancinante dolore alla testa informano Louis che sia tornato in sé.
“Ma che...” farfuglia quando si accorge di non essere più al piano terra.
“Hai respirato l’altra polverina,” dice subito Louis, guardandolo un po’ preoccupato. “Ti ho portato qui per evitare che facessi danni. Come ti senti?”
James, le mani a massaggiare le tempie, annuisce più a se stesso che a lui, incapace di ricordare cosa sia accaduto negli ultimi minuti. Perplesso, tasta le guance infastidite da un prurito insolito, rendendosi conto di aver… pianto?
“Ho pianto?” chiede offeso. “Ma che roba era?”
Louis tentenna e gli dà le spalle per ruotare la chiave nella toppa e aprire la porta. Non vuole turbarlo e ha la sensazione che dirgli la verità lo turberebbe sin troppo – perché è troppo quello che è riuscito a dire in quell’effimero arco di tempo, non è neanche sicuro che siano verità consapevoli.
“Niente di che,” risponde allora. “Roba che fa dire e fare sciocchezze.”
“E che ho detto?”
“Che Rose è bella. E volevi picchiare Scamander.”
James sbarra gli occhi, cogliendo al volo il motivo per cui lo ha allontanato dagli altri.
“Beh, grazie di avermi fatto da balia.”
“Figurati.”
James accenna un sorriso impacciato e si concede un istante per guardarsi attorno, per nulla stupito di ricordare ogni minimo particolare della stanza.
“Era una vita che non mettevo piede qui,” riflette. “Non che m’importi,” aggiunge subito.
Louis si limita a uno sguardo muto, anche se un lato di lui scalcia affinché gli riveli quello che ha detto non appena i freni inibitori lo hanno abbandonato – ma non ha nessuna intenzione di fare il primo passo in maniera tanto plateale.
“Torniamo dagli altri,” liquida. “Per quanto ne sappiamo tuo fratello è impegnato in un’orgia.”
James prorompe in una risata che contagia anche Louis, risate che si smorzano non appena sbucano di nuovo al piano sottostante e si accorgono di quanto la situazione sia addirittura degenerata.
“James,” chiama Rose avvicinandolo. “Ti sei già ripreso?”
“Lui è entrato in contatto con un altro Tiro Vispo,” interviene Louis. “Uno che fa dire e fare idiozie, e che a quanto pare ha un effetto più breve.”
“Meglio così,” soggiunge Lorcan. “O vuoi urlarmi contro qualche altra cosa?!”
“Scusa, Lor, neanche mi ricordo.”
“Peccato, perché eri uno spettacolo,” scherza. “Dolcezza, ora che si è ripreso torniamo ai nostri affari?” mormora poi all’orecchio di Rose, stringendola in vita per avvicinarla a sé.
James assottiglia lo sguardo istintivo, ma a pretendere l’attenzione di tutti loro è lo sbraitare improvviso di Albus, che in piedi e con le mani conserte fissa truce Basile Zabini, su cui a quanto pare ha deciso di riversare tutto l’esaurimento nervoso dovuto a quella dannata polverina targata Tiri Vispi Weasley che lo ha trasformato nell’oggetto del desiderio di Scorpius e Teti, con sommo disappunto di Clarissa Corner e sommo gaudio di Basile.
“Basile, smettila, non è divertente.”
“Perché sei troppo limitato per capire la grandezza della mia visione,” ribatte Basile. “Questo è un segno del destino, come fai a non capirlo? Il Fato benevolo ti ha mostrato la via, percorrila e troverai l’amore!”
“E l’amore sarebbe lui?”
“Certamente, lui, il tuo Scorpius, che muore d’amore per te!”
“No, no, Albus è mio! Vero che sei mio, Albus? Vero che mi ami? Dillo a quel brutto biondo, che tu sei mio,” interviene concitata Teti, trattenuta a fatica da una Allison Macmillan sull’orlo di una pericolosa crisi di nervi. “Lasciami, brutta oca Tassorosso, il mio Albus mi aspetta!”
“Teti, non fare così,” tenta Allison. “Stai ferma!”
“No, lasciami! Albus, il mio Albus, aspetta solo me! Amore mio, di’ a questi Ghoul che il brutto biondo è una spennata Stellasfreccia, mentre io sono la tua Firebolt!”
Albus vorrebbe sul serio ribattere qualcosa di sensato, ma si ritrova a ridere divertito dei termini di paragone della Corvonero – hai reso l’idea pensa. Peccato che a spegnere la sua ilarità sia il corpo di Scorpius d’un tratto premuto contro la sua schiena, le sue braccia a stringerlo e le sue labbra schiuse sul collo. Albus sobbalza senza riuscire a districarsi dalla morsa, riuscendo solo a evitare che – non riesce neanche a pensarlo – l’amico lo baci.
Clarissa, a differenza di Allison che trattiene Teti, non ha potuto molto contro la stazza più massiccia del fidanzato, che se l’è letteralmente scrollata di dosso per avvinghiarsi ad Albus.
“Scorpius…” piagnucola Albus, “ti prego, torna in te!”
“Ma io sono in me! Ti amo così tanto, Al, non siamo una bellissima coppia? Io e te, tu e io, io e te, tu e io, io e te...”
Tu e io, ha capito,” sbraita Clarissa. “Scorpius, non puoi fare sesso con Albus! Tu stai con me!”
“Non voglio starci con te, sei petulante, non mi piaci. Vattene, sciò!”
“ROSE,” chiama d’improvviso Allison, che a fatica tenta di evitare che Teti le strappi tutti i capelli. “Mi aiuti? Questa è una belva!”
Chiamata in causa, e rifilando un’occhiataccia a Lorcan che ride, Rose le si avvicina dopo alcuni minuti con Louis al seguito, perplesso perché ha dovuto fornirle una padella. Prima che il Capitano riesca a capire il lampo di genio della cugina, Rose ha già suonato la padella sulla testa di Teti.
“Così le fai male,” gracchia Allison.
“Volevo stordirla,” chiarisce spiccia, cedendo poi la padella a Louis. “Niente, non funziona.”
“Vuoi provare con una più grande?” ironizza lui.
Allison guarda male entrambi, ma questo non impedisce ai due Weasley di sghignazzare delle disgrazie altrui.
“Voi due, mi aiutate?” chiede irritato Albus. “E James dove cazzo è?”
“Credo stia ridendo dei tuoi amici,” ribatte quieto Louis. “Quindi hai scelto Malfoy?”
“Deficiente,” impreca Albus, accrescendo l’ilarità del cugino. “Toglimelo di dosso, vuole baciarmi!”
“E chi sono io per infrangere un sogno d’amore?!”
“Ben detto, Re Louis,” interviene Basile, calamitando l’attenzione di coloro che ha intorno. “Ti spiace se salgo su una delle tue regali sedie? Tolgo le scarpe.”
Louis inarca entrambe le sopracciglia e Basile avverte l’improvviso impulso di diventare minuscolo e nascondersi da qualche parte.
“Hai bevuto o sei così di tuo?”
“Oh, ehm… Forse ho bevuto un po’.”
“Sì che ha bevuto,” interviene Allison. “Ma è insopportabilmente idiota anche di suo.”
“AllyKatty, come sempre il tuo evidente amore per me è commovente!”
“Ma è il tuo ragazzo?” chiede stranito Louis.
“Certo che no!”
“Non ancora, ma lo diventerò presto!” risponde invece Basile. “Allora, posso salire sulla tua regale sedia?”
“Togli le scarpe,” concede Louis con un sorriso divertito.
Ed è nel momento in cui Basile si erge in piedi su una povera sedia che ogni singolo sguardo, che sia incuriosito o ilare, si sposta su di lui. Da questa prospettiva, il giovane Serpeverde riesce a osservare ogni dettaglio del salone di Villa Conchiglia: il camino acceso che dà luce e calore assieme alle lanterne affisse alle pareti, le tinte chiare e avvolgenti, le cornici di conchiglie bianche che racchiudono ogni fotografia, i cuscini e le coperte sparpagliati a terra per l’occasione, il divano sistemato nell’angolo più vicino all’uscio che dà sul piccolo disimpegno che funge da ingresso. Un ambiente che sembra ancora più piccolo di quanto non sia popolato com’è dai vari gruppetti che hanno ben poco da condividere gli uni con gli altri. Tuttavia, la sua plateale iniziativa – incoraggiata da qualche goccia di troppo di whisky incendiario – ha il pregio di attrarre anche l’attenzione di chi sino a quel momento non ha neanche fatto caso alla sua presenza, come i giocatori di Quidditch Grifondoro – a eccezione di Brandon, che sia pure legato a una sedia continua a supplicare Roxanne di ricambiare il suo amore –, Molly e Leonard, intenti a chiacchierare tra loro, e lo stesso Lysander, che è riuscito a placare Ariana grazie alla disponibilità di Mike a giocherellare con il suo pollice.
Un po’ di soggezione tanto simile a vergogna lo coglie quando il sopracciglio di Rose svetta schernitore, il sorriso sbilenco di Lorcan si palesa pronto a deriderlo e James e Louis incrociano le braccia al petto in una chiara attesa già spazientita.
“Vuoi darci un taglio con questo teatrino?” prorompe Clarissa, che assieme a Allison riesce almeno a trattenere Teti. “Il mio ragazzo sta palpeggiando Albus!”
“Scorpius non sta facendo proprio niente del genere,” si difende Albus, che è riuscito a convincere l’amico a tenersi solo mano nella mano.
“Bravo, amore, difendimi!” esclama sognante Scorpius.
“A voi nessuno vi ha invitate,” ribatte Basile guardando indignato Clarissa e Teti. “Il minimo che possiate fare è lasciare che l’amore vinca!”
“Sono stata io a invitare Teti,” puntualizza piccata Clarissa. “E Scorpius ha invitato me.”
“E Albus ha invitato Scorpius,” aggiunge ghignando Basile. “Quindi, in conclusione, Al voleva solo Scorpius qui!”
“Ha invitato anche te, idiota,” sbotta la Corvonero.
“Certo, perché io sono il loro testimone di nozze. Non è tutto meraviglioso?”
“Sì,” cinguetta Scorpius, “è tutto perfetto! Lui mi ama!”
Albus si spiccica la mano libera in fronte, sobbalzando per l’ennesima volta quando Scorpius riesce a baciargli la guancia.
“Al, accettalo, siete praticamente perfetti insieme. Re Louis, diglielo anche tu, che due che si chiamano Albus Severus e Scorpius Hyperion sono nati per fare coppia. Insomma, due nomi così assurdi devono essere un segno del destino!”
Louis, suo malgrado, scoppia a ridere e sotto lo sguardo attonito di Albus annuisce con vigore.
“Hai ragione, suddito pazzo, sono proprio una grande coppia!”
“Vedi, Al? Anche il re è d’accordo! Non c’è alcun ostacolo alla vostra felicità!”
“La nostra felicità sarà spaccarti la faccia quando Scorpius tornerà in sé,” ringhia Albus.
“Continui a non capire niente,” ribatte offeso Basile. “C’è una carica sessuale assurda tra voi, la sento sino a qui!”
“Ma non è che sei tu ad avere un debole per Scorpius?”
Basile mima una smorfia di totale disappunto e con uno sguardo al salotto si accorge che ormai nessuno presta più attenzione a loro. E si accorge anche che la testa ha iniziato un po’ a girare, d’un tratto la sedia gli sembra troppo alta ed è colto dal terrore di essere destinato a morire spiaccicato al suolo quando salterà giù. A infondergli il coraggio di sfidare la morte è un bagliore fosforescente che sbuca tentatore e inaspettato dalla tasca di Louis. Non sa davvero quanto alcol abbia in circolo – eppure ha bevuto pochissimo –, ma prima che qualcuno si accorga dei suoi intenti e del catastrofico furto lui ha già riversato gran parte di quella polverina miracolosa sulle teste di Scorpius e Albus, che viso contro viso si ritrovano prima a starnutire, poi a sbatacchiare infastiditi gli occhi e infine a baciarsi.
“Ecco l’amore che trionfa! Sono estasiato!”
E mentre Teti scoppia a piangere disperata, Allison afferra Basile per le orecchie e Clarissa si copre gli occhi con le mani, James sputacchia tutta la burrobirra appena sorseggiata e si precipita ad afferrare il fratello per allontanarlo da Scorpius – peccato che più tenti di tirarlo via, più le mani di Albus si aggrappino ai capelli dell’amico e la sua bocca divori quella dell’altro.
“Lor, invece di ridere aiutami.”
Lorcan, ancora seduto su una coperta assieme a Rose, ride ancora di più a queste parole, rischiando di piegarsi in due quando Albus interrompe il bacio solo per spintonare il fratello e tornare ad avvinghiarsi a Scorpius.
“Ma non avevi detto che erano cazzi suoi?” chiede impudente Lorcan.
“Prima che rischiasse di scoparsi questo qui,” ribatte irritato James.
Lorcan alza gli occhi al cielo, tuttavia si tira su e raggiunge Scorpius in un paio di falcate; ne afferra i capelli senza alcun garbo e lo allontana da Albus con uno strattone deciso.
“Mi fai male,” si lamenta Scorpius. “Non puoi, non puoi separarmi da lui! Siete crudeli!”
“Sì sì, siamo crudeli,” liquida Lorcan. “MacFarland, alzi il culo da quella sedia? Grazie.”
Dean, chiamato in causa, distoglie l’attenzione da Amanda e Roxanne per individuare prima Louis, impegnato ad aiutare James a immobilizzare in qualche modo Albus, e poi Lorcan che tenta di fare lo stesso con l’altro Serpeverde.
“Come ti aiuto?” chiede, una volta vicino al Corvonero.
“Prendi una sedia e qualcosa per legarlo.”
“Ottima idea,” interviene James. “Louis, che possiamo usare per legarli?”
“Ti fa così schifo che tuo fratello baci un ragazzo?” chiede Dean. “È da ore che lo infastidiscono, ma tu intervieni solo ora.”
James assottiglia lo sguardo, continuando a far forza per trattenere Albus, che continuando a blaterare dichiarazioni d’amore tenta di raggiungere Scorpius.
“Mi fa schifo che faccia cose contro la sua volontà,” chiarisce. “Prima era in sé, ora no. È abbastanza chiaro?”
“Dean, per favore,” interviene Louis. “Cerchiamo di immobilizzarli.”
Il battitore Grifondoro annuisce, poco dopo a loro si uniscono anche Molly e Leonard. Ed è collaborando tutti insieme che riescono nell’ardua impresa di legare Albus, Scorpius e Teti a delle sedie.
“Le mie povere lenzuola,” biascica addolorato Louis, guardando la biancheria utilizzata a mo’ di corda per bloccare i movimenti di quei folli.
“Non sarebbe meglio chiudergli anche la bocca?” propone Lorcan all’ennesimo “amore mio, resisti” di Scorpius.
“No, già così può farsi male,” risponde James, che si curva alle spalle di Albus per allentare la presa sui suoi polsi.
“Sei un tiranno, ti odio,” sbraita Albus. “Liberaci!”
“Domani mi ringrazierai.”
“No, ti odierò per sempre. Sei crudele, un tiranno… E sei geloso, sì! Vuoi il mio Scorpius tutto per te!”
James aggrotta la fronte e scuote il capo, sperando che l’effetto di quella robaccia sparisca in fretta – anche perché non può riportarlo a casa in queste condizioni, già immagina le urla della madre a suon di “sei un irresponsabile, James”.
“Slegami subito!” continua Albus. “O non ti rivolgerò mai più la parola. Basile, Basile, slegami almeno tu!”
“Basile è fuori a vomitare,” lo informa James. “Reputati fortunato se Louis deciderà di farlo rientrare in casa.”
Louis, cogliendo il riferimento, annuisce con vigore e trae un sospiro di sollievo all’idea che tutto sommato la situazione sia adesso sotto controllo – urla disperate degli amanti sfortunati a parte, ovviamente.
Eppure, proprio quando è in procinto di raggiungere Lysander e Ariana per sincerarsi delle condizioni della ragazza, si accorge di avere di nuovo la tasca leggera. È tastandola che i suoi dubbi trovano conferma: il sacchetto è sparito un’altra volta. Con occhi sgranati si guarda attorno, ma nessuno sembra essere impegnato in qualcosa di sospetto: la Corvonero bionda tenta di calmare l’altra Corvonero, i suoi amici hanno ripreso a chiacchierare – Brandon si è finalmente addormentato, con grande gioia di Roxanne –, James è ancora con Albus e Malfoy, Lysander è con Ariana, Allison è fuori assieme a Zabini… E Rose e Scamander? Nota solo ora che sono stranamente vicini alle strette scale che conducono al piano di sopra. E aguzzando un po’ lo sguardo nota anche quel sacchetto stretto tra le dita di Rose.
Perfetto.
Se avverte James rischia che faccia a pezzi Scamander, e benché sia uno scenario piacevole dubita sia la serata adatta. È sbuffando e ripromettendosi di non organizzare mai più una festa che raggiunge svelto la cugina e le afferra il polso.
“Dove credi di andare?”
“Ma che vuoi?” sbotta Rose. “Devo andare in bagno, devo chiederti il permesso?”
“E in bagno ci vai con lui?”
“Devo andarci anche io,” risponde Lorcan. “O vuoi che la faccia qui?”
“Restituiscimi il sacchetto, Rose.”
Lorcan s’acciglia, ma Rose ha il buon gusto di arrossire e imprecare dentro di sé – d’accordo, potrebbe aver pensato di approfittare un po’ della situazione e del caos generatosi per rubare a propria volta il Tiro Vispo e farlo respirare sempre un po’ a Lorcan, ma non c’è niente di male in questo, solo un bacio come quello di Albus e Scorpius, niente di più.
“Tu hai già fatto abbastanza danni, è più sicuro che lo tenga io,” si difende svelta.
“Perché invece non lo date a me, così lo butto nel gabinetto?” propone Lorcan.
Rose cala per un rapido istante lo sguardo, colta da una sensazione di grande disgusto verso se stessa, ma Louis che non ha nessuna intenzione di fidarsi di Lorcan allunga le mani per strapparle il sacchetto dalle mani, costringendo lei a serrare istintiva la presa.
“Che altro succede qui?”
“Leonard,” sbuffa Louis, “niente, succede che dobbiamo buttare questo schifo. E tu,” aggiunge guardando Rose, “puoi usare il bagno di servizio che è qui. Prima tu e poi lui.”
“Ma che cazzo vuoi insinuare?” sbotta Lorcan.
Rose, uno sguardo ai tre ragazzi e l’irritazione a fior di pelle, non riflette molto prima di infilare le dita nel sacchetto, acciuffare una piccola parte di quel prodotto e soffiarlo sul viso di Leonard Smith nell’istante in cui i suoi occhi sono tutti per Louis.
Ciò che accade un attimo dopo avrebbe potuto farla ridere di gusto se solo non fosse stata troppo impegnata a stringere la mano di Lorcan e trascinarlo con sé al piano superiore, lasciando il cugino in balia di un perdutamente innamorato Tassorosso che tenta in tutti i modi di spogliarlo.
“Che colpo da maestra,” sghignazza Lorcan una volta nel corridoio. “Da’ qua, sbarazziamoci di questa roba.”
“È insopportabile,” dice Rose, cedendogli il sacchetto e seguendolo nel bagno degli zii. “Ma non è che così contaminiamo l’acqua?”
Lorcan ridacchia, svuotando il contenuto del sacchetto nel gabinetto.
“A parte che va a finire nelle fogne, ma poi no, questi prodotti sono blandi, a contatto con l’acqua perdono di sicuro le loro proprietà.”
Lei trae un sospiro di sollievo e lo anticipa fuori dalla piccola camera, adagiandosi alla parete con aria stanca.
“Ti aspetto qui.”
“No, non devo andarci sul serio,” ribatte lui raggiungendola. “Vai, ti aspetto.”
Le labbra di Rose si increspano in un sorriso, mentre le sue mani afferrano quelle di Lorcan per avvicinarlo a sé.
“Neanche io.”
Suo malgrado, un’espressione maliziosa tinge lo sguardo del ragazzo, che sorridendole le si avvicina e si cala a baciarle la guancia.
“Quindi era una trappola, volevi abusare di me usando quella roba!”
“E ti sarebbe dispiaciuto?”
“Solo non essere in me,” ribatte istintivo. “Sto scherzando,” aggiunge subito, dissimulando quella che teme essere la verità con l’ironia.
Rose, un rapido istante di smarrimento, sbatacchia le ciglia e simula una risata poco convinta.
“Lo so che scherzi, anche io scherzo!”
Lorcan solleva le labbra nel suo sorriso sbilenco e Rose si ritrova ad abbracciarlo, calando le palpebre non appena le braccia del ragazzo la stringono a loro volta.
“Sono così contenta che sei rimasto.”
“Me l’hai già detto.”
“Te lo dico di nuovo. È il regalo più bello che potessi farmi.”
“Più della scacchiera?”
“Più della scacchiera,” mormora lei. “Sarà passata da un pezzo la mezzanotte.”
“Vuoi gli auguri?”
Rose scoppia a ridere e Lorcan la segue a ruota.
“Non è che spunta tuo padre e mi castra?”
Figlio di Luna, giù le mani,” scherza Rose, scoccandogli un bacio sulla guancia e allontanandosi un po’. “Avrei preferito restare a casa tua, come avevamo pensato.”
“L’anno prossimo faremo così,” assicura lui. “Noi due, Lys e James.”
“E Ally.”
Lorcan annuisce, ma il suo buon umore è destinato ad andare in frantumi quando dei passi avvisano entrambi che di lì a brevissimo non saranno più soli.
“Eccoti qui, subdola parente.”
Appunto.
Rose vorrebbe tanto ribatte a tono a quel guastafeste di Louis, ma è costretta a fissare perplessa la scena di cui lei e Lorcan si ritrovano a essere spettatori: il Capitano ha in braccio Ariana addormentata, Lysander alle sue calcagna continua a ripetergli “attento a non farla cadere” e, dulcis in fundo, Leonard li segue a ruota scosso da un pianto disperato scandito da un soave “perché ami lei e non me?” urlato tra una lacrima e l’altra.
“Ma è morta?” ironizza Lorcan guardando Ariana.
Lysander gli scocca un’occhiataccia e allontanando senza troppo successo Leonard segue Louis nella camera di Victoire e Dominique.
“Sposta le coperte.”
“Era meglio lasciarla sul divano,” protesta Lysander. “Se ha bisogno di qualcosa, qui non c’è nessuno.”
“Deve solo dormire e qui è più comodo,” puntualizza seccato Louis. “Leonard,” geme frustrato, “sta’ zitto.”
Ma Leonard è troppo addolorato per restare in silenzio e prosegue imperterrito il suo pianto plateale e rumoroso, con gli occhi arrossati e i singhiozzi a scuotergli il corpo.
Louis alza gli occhi al cielo, ma si disinteressa dell’amico per adagiare Ariana sul letto della sorella, sfilarle le scarpe e coprirla con le coperte.
“Quindi dormire fa parte degli effetti collaterali, ne siamo sicuri?” chiede Lysander.
“Sì, abbiamo trovato le avvertenze, erano dentro il sacchetto. È così che Brandon ha inalato quella schifezza.”
Lysander annuisce, sobbalzando un attimo dopo quando Mike, il suo Asticello, gli solletica l’orecchio per richiamarne l’attenzione. Ingoia a fatica una risata quando capisce che il suo piccolo amico ha tutta l’intenzione di appisolarsi vicino ad Ariana.
“Ma è sicuro quel coso?” chiede diffidente Louis, guardando Lysander poggiare Mike sul cuscino della ragazza.
“Cosa credi possa farle? È un Asticello.”
Louis stringe le labbra, offeso dal tono ovvio della risposta. Tuttavia non ha davvero tempo di rimettere in riga Scamander-strambo, perché Leonard gli si appiccica di nuovo addosso, insudiciandogli con le sue stupide lacrime tutto il maglione.
“Leonard, mi stai sporcando.”
“Ma io ti amo da impazzire!”
“Allora non insudiciarmi i vestiti, perché questo non è amore.”
Lysander inarca le sopracciglia, reprimendo la voglia di fargli notare una seconda volta l’ovvio dicendogli che il povero Leonard non è in sé e lui dovrebbe essere più tollerante.
Povero Leonard che, infatti, scoppia di nuovo a piangere, blaterando tra sé e sé di aver fatto soffrire irrimediabilmente Louis.
“Ora basta piangere,” impone il Capitano, afferrando rude il mento dell’amico per incrociarne lo sguardo. “Basta.”
Leonard, gli occhi fissi in quelli chiari di Louis, è colto da una sensazione sconosciuta, che sembra esplodergli dentro per avvinghiarsi ai pensieri. Già privo dell’autocontrollo e in balia del Tiro Vispo, avverte l’impellente bisogno di fare qualsiasi cosa l’amico desideri – così tira su col naso, asciuga gli occhi e serra le labbra.
Una reazione che induce Louis ad assottigliare interessato lo sguardo e a incurvare le labbra piene in un ghigno di compiaciuto stupore.
“Molto bravo,” approva. “Mi aspetti in camera mia?”
“Tu mi raggiungi?”
“Certo.”
“E staremo insieme?”
“Tutta la notte.”
Leonard sfoggia un sorriso felice, mentre Lysander segue attonito la scena. Louis, dal canto suo, contraccambia il sorriso, espressione che tramuta in una smorfia stremata non appena riesce a chiudere l’amico nella propria stanza, premurandosi non solo di ruotare la chiave nella toppa ma anche di infilarsi suddetta chiave in tasca.
“Che fatica,” si lamenta l’anglo-francese.
“Ma come hai fatto a convincerlo?”
“Convincere chi?” chiede Molly, che li ha appena raggiunti. “Dov’è Leo? E la Paciock?”
“Ariana dorme, Leonard è in camera mia, l’ho chiuso dentro.”
“Ma sei pazzo? Se ha bisogno di qualcosa?”
“Non ha bisogno di niente,” risponde annoiato Louis. “A quanto pare,” aggiunge con un ghigno, “posso manovrare chiunque, purché provi attrazione per me. Non è meraviglioso?”
“È una cosa terribile,” interviene Lysander. “Non dovresti neanche pensarci.”
Molly, che dentro di sé concorda con il Corvonero e non è affatto convinta che sia un bene lasciare Leonard da solo, non riesce a esprimere disappunto né preoccupazione, abbozza anzi un sorriso complice, come se anche lei trovasse questa scoperta entusiasmante, e si sforza di non guardare ansiosa la porta chiusa della camera di Louis, contraddicendo in tal modo se stessa che solo un attimo prima ha dato del pazzo al cugino.
“Torniamo giù?”
“E lo lasciamo sul serio qui dentro?” chiede Lysander.
“Sei noioso,” dice Louis.
“Infatti,” s’accoda Molly. “Se vuoi preoccuparti di qualcosa, preoccupati dei tuoi capelli. Cos’è? Li hai tinti di blu per essere meno invisibile?”
E se Louis sogghigna, Lysander non riesce a evitare di arrossire di imbarazzo, chinare lo sguardo e fuggire al piano sottostante – certe insinuazioni sono… umilianti, nonostante a lui non importi proprio niente di quelle persone. Con sollievo si rende conto che la situazione sia ormai sotto controllo e senza neanche pensarci si siede accanto al fratello, che ha occupato il divano assieme a Rose.
“James?”
“Vuole fare la balia ad Albus finché non si addormenta,” risponde Lorcan. “Che è successo?”
“Niente,” risponde svelto Lysander. “È tutto a posto.”
Lorcan guarda sospettoso il fratello, ma Lysander abbozza un sorriso e si stringe nelle spalle. Rose, la testa poggiata sulla spalla di Lorcan, alterna lo sguardo tra i due sino a soffermarsi su quegli appariscenti capelli blu.
“Sono strani, ma ti stanno bene,” dice improvvisa. “Certo, è un peccato che li voglia portare anche più lunghi, si perdono i ricci.”
“Ci sono sempre i ricci di Lor,” scherza.
Rose affonda le dita nei capelli di Lorcan, acciuffando proprio i ricci ribelli e sorridendogli quando lui si volta a guardarla.
“Sono belli, mi piacciono i tuoi capelli, soprattutto quando sono tutti scompigliati.”
“Solo quelli?” provoca Lorcan. “Potresti apprezzare anche tutto il resto!”
“Beh, menomale che ti piacciono, Rose,” si intromette Lysander. “Lor fa di tutto per pettinarli come piace a te.”
“Ma che cazzate dici,” mente Lorcan, tirando un calcio al fratello e rifilandogli un’occhiata di sbieco.
Lysander, però, amplia il sorriso e mima un è vero in direzione di Rose, che dal canto suo ridacchia e scocca un bacio sulla guancia di Lorcan.
“Sei un calderotto!”
“Dolcezza, se me l’avesse detto chiunque altro ora sarebbe al San Mungo.”
“Tu invece sei speciale per lui,” puntualizza Lysander, scostandosi un istante prima che lo raggiunga un altro calcio di Lorcan.
“Nel senso che sei la mia migliore amica.”
Lysander soffoca una risata, ma si è ripromesso di non demordere su questo argomento – se Lorcan proprio non capisce, ci pensa lui, no?
“Certo, in questo senso,” concorda. “Anche perché con le altre ragazze non è che si comporti benissimo,” continua verso Rose.
“Questo lo so bene,” dice subito lei, facendo sgranare gli occhi a Lorcan. “È che dovrebbe evitare di andare con tutte.”
“Lo dico anche io! Dovrebbe concentrarsi su una sola ragazza, una che gli piace davvero, una che lo conosce, con cui si trova bene… Una come...”
“Una che non esiste,” sbotta Lorcan, indirizzando al fratello un’occhiata al sapore di vuoi startene zitto? “Non voglio nessuna fidanzata, mi fa schifo anche solo la parola.”
Rose ingoia a vuoto e in un moto insensato si stringe di più a lui. Lysander, guardando la reazione di lei e il fratello che la stringe possessivo e le carezza il viso, si chiede come Lorcan possa essere così tanto imbecille da non capire quello che ha praticamente sotto il naso.
“Secondo me non ti fa schifo per niente,” conclude. “E non vedo l’ora di andarmene.”
Sia Rose che Lorcan annuiscono, ma la prima si ritrova a dover dirottare l’attenzione su Allison, che ancora alle prese con Zabini cerca di convincerlo a sdraiarsi sulla porzione di pavimento su cui sono riversate le calde coperte.
“Devo proprio andare ad aiutarla,” biascica annoiata.
“Ma che t’importa,” dice Lorcan. “Avrebbe potuto abbandonarlo lì e basta.”
Rose sorride, ma pur contrariata si alza per raggiungere l’amica con sin troppi geni Tassorosso – “Ally, dopo la scuola dovresti fare l’infermiera,” le dice non appena l’avvicina.
“Mi dici che cazzo ti è preso?” sbotta Lorcan quando lui e Lysander restano soli. “Ti ho già detto che devi toglierti quest’idea assurda dalla testa, ma poi fare quei discorsi davanti a lei… Mi fai sembrare uno sfigato.”
“Tu non capisci niente,” replica quieto Lysander, poggiando la testa sulla spalliera del divano. “E perdi tempo in giro.”
Lorcan, che tra sé e sé ha dovuto almeno ammettere di provare attrazione nei confronti di Rose, imita la posa del gemello e sospira, fissando stanco il soffitto.
“Che poi hai sempre vergogna di tutte,” riprende. “Solo con lei diventi logorroico.”
“Perché lei è di famiglia!”
Lorcan gli rifila una spallata offesa, ma non riesce a fare a meno di ridere e Lysander lo segue a ruota.
“Sono stremato,” esordisce James, sedendosi a peso morto accanto a Lorcan. “Ripetimi perché siamo qui e non da te, ti prego.”
“Perché l’idiota ha organizzato la festa, reso nota la cosa a tutti i parenti e se avessimo voluto rifiutare avremmo dovuto dare spiegazioni,” snocciola atono Lorcan.
“Ecco. Per fortuna i più piccoli sono a casa, non avrei retto anche Lily in quelle condizioni.”
“Magari si innamorava anche lei di Albus!”
“Ma che schifo,” replica nauseato James.
“Albus è tranquillo, ora?”
“Si è addormentato, l’ho slegato e fatto sdraiare sui cuscini, l’ho anche coperto, quindi ho fatto il mio dovere. Anzi, ho fatto anche più del mio dovere,” aggiunge. “Perché ho fatto la stessa cosa anche per Malfoy.”
“Mi sembra il minimo,” interviene Lysander.
“Deve ringraziare di essere amico di Al,” precisa. “Rosie?”
“Con Allison, che bada a quell’altro Serpeverde.”
Gli occhi blu di James passano in rassegna la caotica stanza, individuando la ragazza in piedi accanto all’amica. Non hanno avuto neanche un attimo tutto per loro e la cosa lo irrita non poco, ma uno sguardo all’orario lo informa che in fondo sono da poco trascorse le due del mattino – c’è ancora tempo.
E infatti il sorriso torna a curvargli gli angoli della bocca quando Rose si fa spazio tra lui e Lorcan per riappropriarsi del proprio posto. Il braccio le circonda subito l’addome, spingendola ad appoggiarsi a lui, mentre le labbra cercano e trovano la sua guancia per mordicchiarla dispettoso, rimproverandole di averlo trascurato per ore.
“Ti ricordo che è successo di tutto,” puntualizza Rose.
James sogghigna, guardandosi poi attorno e accorgendosi che una calma insperata è calata sul salone: i folli dormono, gli altri sono sparpagliati sulle coperte e sui cuscini.
“Capitano, fammi posto,” dice Amanda, sdraiandosi accanto a Louis e poggiando la testa sul suo sterno. “E riscaldami, già che ci sei.”
“Sempre più pretenziosa,” ironizza Louis, carezzandole il braccio che pesa su di lui. “Facciamo l’appello per capire se abbiamo perso qualcuno per strada?”
“Meglio fare un accordo,” dice Molly, che sedutasi accanto a Louis gioca con la mano libera del ragazzo. “Nessuno di noi racconterà mai ad anima viva o morta quello che è successo qui dentro.”
“Hai paura che Smith si rovini la reputazione che non ha?” insinua Lorcan.
“Io sono d’accordo,” dice invece James. “E guai se esce fuori la storia di Albus.”
“Tranquillo, James,” interviene Dean, semisdraiato nei pressi dei compagni di squadra. “Nessuno dirà niente contro Albus Intoccabile Potter.”
“Guai a chi tocca Albussino, no?” ironizza Roxanne.
“Se fossi in Albus, sai dove te lo ficcherei quel soprannome del cazzo?” chiede retorico James.
“Sempre gentile,” interviene amara Amanda. “Roxi scherza.”
“Ho un principio di mal di testa,” dice Louis. “Quindi, carissimi sopravvissuti della festa di Capodanno, voltate pagina in fretta.”
“E nuova pagina sia,” acconsente Dean. “Faccio notare a tutti che se il buongiorno si vede dal mattino siamo nella merda.”
“Giusto, perché succederà di tutto e non ci capiremo niente,” completa Roxanne.
“Deve essere qualcosa di assurdo, però,” ipotizza scherzosa Amanda. “Completamente assurdo.”
“Louis si fidanzerà con te?” provoca schernitore Dean. “O magari Lorcan diventerà il migliore amico del nostro Capitano!”
“Meglio la morte che il disonore,” replica Louis.
“Perfetto, quindi tu muori e io sopravvivo,” interviene Lorcan. “Fantastico, non vedo l’ora!”
“È proprio una bella prospettiva,” approva sarcastica Rose. “Ma non ti preoccupare, Louis, sulla lapide metteremo una tua gigantografia, così i posteri ammireranno la tua bellezza.”
“Posteri fortunati,” ironizza il Capitano. “Ma tu puoi ammirarmi di persona, quindi sei addirittura una privilegiata.”
“No, seriamente, questo potrebbe essere un presagio,” insiste Dean.
“Tu segui troppe lezioni della Cooman, che tra l’altro ha un piede nella fossa,” interviene James. “Quanti anni avrà? Cento? A momenti festeggia più compleanni lei che complemorte Rüf.”
“Decrepita lo è,” riflette Louis. “Però, ammettiamolo, le sue lezioni sono interessanti.”
“Ma non farci ridere,” sghignazza Roxanne. “Metà di voi frequenta Divinazione solo perché regala E come se non ci fosse un domani, e tu la frequenti solo per accumulare punti sul curriculum.”
“A me ha messo una A quella megera,” sbotta offesa Rose. “Solo perché lei mi ha predetto una disgrazia e io le ho detto che nella mia foglia di tè non c’era proprio niente di brutto.”
“Come si è permessa di predirti una disgrazia?” chiede offeso Lorcan. “È una materia da quattro zellini, non frequentarla più.”
Rose gli sorride, ma anziché rispondergli gli afferra il maglione per attirarlo su di sé. Lorcan non si fa pregare e poggia la testa sulle gambe della ragazza, distendendo le proprie sul fratello sino a poggiare le caviglie sul bracciolo del divano.
“Sei comodo?” chiede retorico Lysander.
“Comodissimo,” esclama. “Ahi,” geme quando alle mani di Rose tra i capelli si unisce quella di James che glieli tira sghignazzando.
“Scusa, Lor, ti avevo confuso con un vecchio cuscino.”
“Coglione,” replica. “Neanche io credo ai presagi,” riprende poi guardando gli altri, sorridendo un po’ quando le dita di Rose si allungano sino al collo. “Divinazione non è una materia seria.”
“Ma serve per il curriculum,” puntualizza Louis, facendo inarcare le sopracciglia di Roxanne. “E poi quella predice sciagure a tutti. Prima di partire per le vacanze mi ha detto ti aspetta un graaan doloreee,” dice mal imitando la voce della professoressa.
“È una pazza,” concede Molly ridacchiando. “Non le avrai creduto, spero.”
“Ma ti pare, l’ho detto ora per riderci su. E poi quale sarebbe questo dolore?”
“Il primo due di picche della tua vita?” scherza Dean.
“Questa è chiaramente una fiaba di Beda e il Bardo,” s’accoda il Capitano. “Altro che dolore, mi aspetta la nomina a Caposcuola!”
“Ecco cosa ti interessa sul serio,” interviene Roxanne. “Ma non è così scontato che sia tu, c’è parecchia concorrenza tra quelli del nostro anno.”
“Candidate donne,” inizia Dean. “Molly, ovviamente, Ariana Paciock?”
“Non ha polso,” sottolinea proprio Molly. “Non è adatta.”
“Ariana è educata e cortese, che è diverso dal non avere polso,” interviene Lysander, un po’ a disagio per gli sguardi calamitati.
“Sono stranamente d’accordo con te,” dice Louis. “C’è anche la Capitana Serpeverde, ha un curriculum quasi migliore del tuo, Molly.”
“Credi che la Meadowes sia migliore di me?”
“Dico solo che gestisce la squadra di Quidditch e incornicia una E dopo l’altra, e questo non è da sottovalutare.”
“Beh, se la metti così neanche tu puoi dormire sogni tranquilli,” ribatte irritata Molly. “C’è Leonard, e conosci i suoi voti, senza parlare del duo lì,” aggiunge indicando James e Lorcan.
“Se mi fanno Caposcuola li denuncio,” dice Lorcan. “Ci manca solo che debba fare da balia agli studenti.”
“Sottoscrivo,” continua James. “Ma poi sarebbero dei pazzi a nominarmi Caposcuola.”
“Sei un Potter,” dice con ovvietà Dean. “E hai voti alti.”
“Mi stai dando del raccomandato?”
“Stai dicendo una sciocchezza,” si intromette Louis. “Neville è il primo a non considerare affatto questa cosa, nonostante sia amico di zio Harry.”
“È anche il nostro padrino, se è per questo,” precisa Lorcan, indicando se stesso e il gemello. “Eppure mi dà più punizioni lui che tutti gli altri messi insieme.”
Gli altri ridacchiano del tono offeso di Lorcan, ma Louis cede a una smorfia infastidita. Conosce già questo inaudito legame tra il suo professore preferito e i gemelli, gliel’ha confidato proprio Ariana, tuttavia digerirlo è a dir poco faticoso – è assurdo come Scamander riesca a invadere tutti i suoi spazi, sembra lo faccia di proposito.
“Lysander,” chiama improvvisa Amanda. “Sai che io, Roxi e Lily abbiamo messo a punto una manovra solo per te?”
“Addirittura,” tenta scherzoso il ragazzo, cercando a disagio lo sguardo del fratello.
“L’anno scorso sei stato quello che mi ha dato più filo da torcere,” conferma Amanda. “Ma quest’anno abbiamo studiato una tattica solo per te, ti faremo impazzire!”
“Parola di Grifondoro,” conferma Roxanne. “Abbiamo studiato anche la tua tecnica, quest’anno non ci fermi!”
Lysander, le gote un po’ rosse, accenna un sorriso che vuole essere sicuro o compiaciuto, tuttavia avverte lui stesso gli angoli della bocca rigidi e l’espressione artefatta – svanire nel nulla non sarebbe una cattiva idea.
“Studiate quanto volete,” interviene allora Lorcan. “Non vi servirà a molto.”
“Grifondoro sono anni che vince il Campionato,” puntualizza Dean. “Perché siamo la squadra migliore di sempre!”
“Ben detto,” concorda Louis. “E con il miglior cercatore!”
“Prima partita di quest’anno contro Tassorosso, il Capitano cattura il boccino in undici minuti e trentaquattro secondi, parola di cronometro,” snocciola orgoglioso Dean.
“E non sono stati tre solo perché ho voluto farvi godere un po’ lo spettacolo.”
In contemporanea, piovono su Louis ben cinque cuscini – lo stesso Dean, Roxanne, Amanda, Rose e James –, facendo scoppiare a ridere il ragazzo e tutti gli altri assieme a lui.
“Sei il solito pavone,” scherza Rose. “Tu e la tua stupida ruota.”
Bellissima, non stupida,” ribatte lui. “E non posso farci niente se sono eccezionale.”
“Non ho mai sentito tante cazzate una dietro l’altra,” ghigna Lorcan.
“Vogliamo parlare di te?” chiede retorico Louis. “Del tuo provino dell’anno scorso? Neanche io credevo potessi fare tanto schifo!”
“Davvero, ho ancora gli incubi,” s’accoda Amanda. “La Boot era sotto shock.”
“Ti assicuro che ho trovato il modo di risollevarle il morale,” celia malizioso Lorcan. “Ho seguito i consigli di una mia vecchia zia, Bathilda,” aggiunge guardando irriverente James e Louis.
I due Grifondoro si scambiano uno sguardo offeso, mentre gli altri alternano occhiate interrogative tra i tre.
“Io ho ancora dei dubbi, a riguardo,” puntualizza Louis.
Lorcan sghignazza ancora più apertamente, mentre James tenta di ingoiare il broncio.
“Possiamo capire qualcosa anche noi?” chiede Molly.
Il no corale che arriva la convince a lasciare andare la mano di Louis e a incrociare le braccia al petto.
Rose inarca le sopracciglia, sbalordita da come Molly riesca a imbronciarsi anche per niente, sposta poi lo sguardo su Allison, addormentata vicino a Clarissa, e un sospiro abbandona le sue labbra. Ha avuto l’impressione che fosse un po’ imbarazzata all’idea di trascorrere del tempo con Louis e i suoi amici, la stessa Corner le è parsa a disagio quando Teti e i tre Serpeverde hanno ceduto al sonno, tuttavia più di insistere con entrambe affinché si sedessero vicino a lei non ha saputo fare altro – ha insistito più con Allison, in verità, non nutre particolare simpatia per la Corvonero, è anzi sicura che sparli di lei a destra e a manca, ma per non dispiacere l’amica si è improvvisata gentile anche con l’altra.
“Ehi.”
Sollevati gli occhi chiari su James, diventato ormai il suo cuscino, tenta di sorridergli ma si ritrova a sbadigliare.
“Hai sonno?”
Rose annuisce contro la sua spalla, allungandosi poi a baciargli il mento.
“Non abbiamo neanche brindato, non si brinda per il nuovo anno?”
“Può darsi,” mormora lei.
James poggia le dita sul suo viso, stringendolo con delicatezza per avvicinarlo alle proprie labbra e scoccarle un bacio sulla punta del naso. Si accorge di due occhi scuri fissi su di loro solo quando un cuscino si spiaccica sulla sua faccia. E se Rose scoppia a ridere, lui si premura di contraccambiare il favore.
“Sei un coglione, Lor.”
Lorcan, la testa ormai abbandonata sulle gambe di Rose, ride ancora di più, ma anziché proseguire la giocosa lotta con James, si accorge che a ridere di lui è anche Louis, così non ci pensa due volte prima di afferrare quello stesso cuscino e beccare in pieno viso il Capitano.
Intanto, Roxanne avvicinatasi alle lanterne incantate della zia Fleur si premura di affievolire la fiamma, ruotando la piccola manovella che la zia ha predisposto per consentire a Louis di regolare la luce senza magia.
Complici la penombra e le cinque del mattino, si assopiscono tutti sino a cedere al sonno più pieno. Quando, ore dopo, Scorpius solleva le palpebre, la prima cosa che pensa è di avere un mal di testa lancinante. Si stropiccia gli occhi mezzo assonnato, accorgendosi solo in un secondo momento di essere avvinghiato a qualcuno che non è Clarissa – la testa poggiata su un petto decisamente maschile e un braccio a stringere una vita più ossuta di quella della sua fidanzata. È alzando un po’ la testa che capisce di aver usato Albus quasi a mo’ di materasso.
Ancora intontito, si guarda attorno alla ricerca di pezzi che possano spiegargli come è finito sdraiato a terra, circondato da coperte e cuscini, appiccicato al suo migliore amico. Nota allora Clarissa sdraiata accanto a lui, a seguire Allison e Teti, mentre accanto ad Albus c’è Basile che ronfa beato. Un po’ più distanti, vede il re sdraiato tra la Baston e Molly Weasley, dal lato opposto MacFarland con l’altra Weasley – Salazar, nonno ha ragione quando dice che questi Weasley si riproducono come conigli pensa –, mentre sul divano ci sono i due Scamander, Rose e Potter primo. Isolato da tutti gli altri, invece, ma a sua volta beatamente addormentato c’è Brandon Stuart. Non vede però né Smith né la Paciock – che se li siano giocati?
Gli occhi grigi del portiere Serpeverde riprendono a osservare Albus solo quando avverte le sue dita toccargli il gomito per richiamarne l’attenzione.
“Siamo gli unici già svegli.”
“Ah,” biascica Albus, sbadigliando un attimo dopo. “Mi fa male la testa.”
“Ma che è successo?”
“Non ne ho idea,” dice. “E non sono sicuro di volerlo sapere,” aggiunge, quando ipotizza dal corpo di Scorpius proteso verso di sé che abbiano dormito sin troppo vicini.
Scorpius accenna un sorriso divertito, tutto ciò che ricorda è di aver riso e scherzato con i suoi amici sino a quando non ha starnutito a causa di una stramba polverina fosforescente.
“Ma tu ricordi qualcosa?”
Albus sbadiglia di nuovo e si massaggia le tempie, cercando di raccattare immagini della sera prima, ma il fatto che l’ultimo ricordo immagazzinato sia quello della polverina dei Tiri Vispi che gli casca in testa non gli fa presagire nulla di buono.
“Ricordo solo che tu e Teti eravate impazziti dopo aver respirato la robaccia degli zii.”
Scorpius sbarra gli occhi e Albus, suo malgrado, si ritrova a sogghignare.
“Sarebbe stato anche divertente se non fossi stato io l’oggetto del vostro desiderio, ma a quanto pare sono irresistibile,” scherza.
“Fantastico,” ribatte atono Scorpius. “Cos’è che avrei fatto?”
“Niente, mi hai dichiarato amore eterno e litigato con Teti che faceva altrettanto.”
“Meglio a te che a sua maestà o a Potter primo.”
Albus morde le labbra per non scoppiare a ridere, mentre Scorpius china di nuovo la testa sul suo petto.
“Ci hai preso gusto?”
“Ho vinto io, no? Teti è dall’altra parte della stanza,” nota ironico. “Tanto vale continuare a usarti come materasso,” aggiunge sbadigliando. “Se avessi un po’ di ciccia saresti anche più comodo.”
“I cercatori devono essere leggeri e gracili.”
“Certo, questo è quello che ti racconti perché ti pesa il culo ad allenarti.”
Albus, in procinto di ribattere con l’indice già pronto a sollevarsi inquisitore, è costretto a dedicare l’attenzione a Basile, che con la testa mezza sollevata – nonché mezza addormentata – li fissa con un’espressione ebete in viso.
“Ho sempre ragione, vi farò da testimone,” blatera, ricadendo addormentato un attimo dopo.
“Ma di che parla?” chiede Scorpius.
“Niente,” dice subito Albus. “Credimi, non vuoi sapere anche questo.”
Scorpius scoppia a ridere, ma Albus scuote il capo sconsolato e si riaddormenta nell’eco di una convinzione inossidabile: mai chiedere consiglio allo zio George – le conseguenze potrebbero essere deliranti.
 
 
 
 

Note dell’autrice: mi ero ripromessa di non pubblicare altri missing moments sino all’aggiornamento della long, ma questo è nato per puro caso, si è scritto in pochissimo e non ho potuto non pubblicarlo, anche perché è il risultato di una serie di commenti un po’ deliranti (!) su Facebook, tutti nati da un post dove ho rivelato che scrivendo alcuni capitoli ormai editi ho pensato che Albus e Scorpius avessero del potenziale come coppia (linea narrativa rimasta inattuata perché avrei dovuto cambiare tutta la storyline dei personaggi). Non posso quindi fare a meno di citare e ringraziare le lettrici che hanno contribuito a dare vita a questo delirio: inzaghina in primis, che ha avuto l’idea di Basile sostenitore dei nostri innamorati!, Maqry (cui dedico il momento in cui Lorcan rivela che Neville è il padrino dei gemelli – anche perché ho adottato il suo bellissimo headcanon di Charlie padrino di Louis ❤), blackjessamine, cui sono da imputare (!) le sciagure del povero Leonard, e Atena, cui invece dedico la parte finale incentrata sui nostri Serpeverde.
Spero che questa lettura vi abbia rubato un sorriso, per me è stato molto divertente sia idearla che scriverla – ed anche un po’ emozionante, perché è bellissimo l’affetto che dimostrate nei confronti di questi personaggi, ormai li sento un po’ nostri più che solo miei. Ovviamente non mancano momenti alla Paradiso perduto, però in questa occasione i nostri caotici giovani sono riusciti a rilassarsi un po’!
Menzione d’onore per i miei Fred e George, i cui Tiri Vispi (anche se inventati da me, come in questo caso) sono sempre un ottimo stratagemma per dare vita alle situazioni più disparate!
Qualche nota tecnica (forse) necessaria: ci sono dei riferimenti ad altri missing moments, in particolare Fight Club (per Bathilda), Della volta in cui Lysander superò Lorcan (per il provino di Lorcan) e Di caos, luci e ombre (che possiamo considerare il prequel di questo momento, dato che è ambientato durante il Natale dello stesso anno).
Insomma, non so se siate giunti sin qui o siate fuggiti a gambe levate, in ogni caso grazie del vostro tempo. Un abbraccio! ❤
   
 
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Rosmary