Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: evil 65    10/06/2020    18 recensioni
È passato un anno da quando i Guardiani hanno sconfitto Pitch Black.
Jack Frost è ormai una Leggenda a tutti gli effetti, e cerca di bilanciare la sua nuova posizione di Guardiano del Divertimento con la vita di tutti i giorni.
Tuttavia, l’improvvisa apparizione di un vecchio che afferma di essere Padre Tempo segnerà una brusca e inattesa interruzione dal periodo di tranquillità: secondo l'uomo, Pitch Black sta costruendo un’arma abbastanza potente da far sprofondare l’intero universo in una nuova Dark Age.
C’è solo un piccolo dettaglio: Pitch Black è ancora intrappolato nel suo regno…
(Crossover tra Le 5 Leggende, Frozen, Dragon Trainer, Ribelle - The Brave e altre opere)
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The War of Ice and Nightmares'
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Eccovi un nuovissimo capitolo! Preparatevi i sacchetti per l’ansia…
 
 

Capitolo 14 - The face of fear

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If you're looking for trouble
You came to the right place
If you're looking for trouble
Just take a look at this face
Because I'm evil, my middle name is misery
Yes, I'm evil, so don't you mess around with me

 Alan Cumming – Strange Magic
 

La mano del Generale scivolò silenziosa lungo i pavimenti della fabbrica, spinta da brevi colpi delle dita ossute. I granelli che la componevano si erano separati quel tanto che bastava per far giungere un flusso di molecole odorose al suo interno, in modo che fossero percepite e analizzate da ciò che restava della coscienza del Fearling.
Ma la scia che stava seguendo non aveva nulla a che fare con concetti mortali quali il profumo del cibo o – analogamente a molti animali - l’aroma di una potenziale minaccia.
La mano stava cacciando qualcosa di molto diverso, una fragranza che solo pochi esseri in tutto il multiverso erano capaci di percepire: magia dimensionale.
Procedeva a passo spedito, cimentandosi occasionalmente in una correzione della rotta, apparentemente senza meta, con il lieve sollevarsi e abbassarsi delle falangi, così come un ragno muta direzione con rapidi e scattanti movimenti delle sue sottili zampette.
Ad una prima occhiata sarebbe parsa davvero come una sorta di strano aracnide, non fosse stato per alcuni piccoli particolari: non aveva occhi, era completamente cieco, e possedeva solo cinque arti anziché otto.
Dopo qualche altro minuto, l’arto mozzato arrivò finalmente a destinazione: un piccolo stanzino di medie dimensioni, lo stesso in cui Nord e il resto dei Guardiani avevano scelto di riporre i globi di neve che Ombric aveva fornito loro per viaggiare tra i mondi.
All’insaputa di Pitch, il mago era stato abbastanza previdente da lanciare un incantesimo di occultamento sull’intera baita, così potente da impedire anche ad un essere come il Re degli Incubi di localizzare la propria essenza contenuta nei frammenti di Crogiolo. Qualcosa che il Generale avrebbe presto rettificato.
Cominciò a muoversi lungo le pareti dello stanzino. Un aroma familiare  invase ogni granello della mano, facendola rabbrividire.
Magia dimensionale!
Proveniva da un sacco rosso che poggiava sull’unico mobile presente in quella specie di studio: una vecchia scrivania in legno d’acero, utilizzata da Nord per leggere le lettere che i vari bambini del mondo gli spedivano ogni anno.
Se avesse avuto una bocca, probabilmente la Mano avrebbe sorriso con anticipazione. Lentamente, quasi aspettandosi di essere scoperta, iniziò a muoversi verso il sacco. Ancora pochi movimenti delle dita e sarebbe finalmente entrata in possesso di un globo…
STUNG!
Qualcosa atterrò proprio di fronte all’arto mozzato, frenandone l’avanzata.
La mano del Generale non aveva occhi, ma potè comunque distinguere l’essenza vitale di qualcosa di piuttosto minuto. Forse un topo...o un elfo. Ne aveva percepiti molti in quel luogo permeo di gioia e risate ovattate.
Ma non era né un elfo né un qualche tipo di roditore ciò che si era frapposto tra il Fearling e il suo ambito premio…bensì un piccolo camaleonte verde smeraldo.
Pascal strinse le palpebre squamose e scrutò quella strana creatura con prudenza. Come ogni animale sul pianeta, era più che capace di distinguere o meno una minaccia. Cos'era quella “cosa” che aveva di fronte? A giudicare dalla sensazione sgradevole che avvolse il corpo del rettile, una volte che si ritrovò ad appena pochi centimetri da essa… era decisamente una minaccia.
Mano e camaleonte rimasero fermi e immobili per quello che sembrò un tempo interminabile, come se si stessero scrutando a vicenda. Poi, con grande sorpresa di Pascal, alcuni tentacoli schizzarono dal dorso dell’arto, puntando verso di lui.
Il rettile fu abbastanza rapido da evitarli e si lanciò contro la Mano, facendo cadere entrambi oltre il bordo della scrivania: il corpo del camaleonte rotolò lungo il pavimento, rapidamente seguito dall’avversario.
Una volta rimessosi in piedi, Pascal sibilò minacciosamente verso il Fearling e si preparò ad attaccarlo una seconda volta. La Mano, tuttavia, fu rapida a capovolgersi e afferrare il rettile a mezz’aria, per poi lanciarlo violentemente contro una delle gambe della scrivania.
Il camaleonte gemette per il dolore e tentò di rialzarsi. Non ne ebbe la possibilità.
Altri tentacoli – simili a piccoli arpioni – spuntarono dalle dita dell’arto mozzato e andarono a conficcarsi nel fianco destro della lucertola: Pascal provò un’agonia immensa e cacciò un guaito che risuonò per tutta la lunghezza dello studio. 
Guidata da una forza spietata quanto efficiente, la Mano roteò su se stessa e scagliò il camaleonte contro la porta della stanza, producendo un sonoro tonfo. Alcune gocce di sangue zampillarono dal corpo martoriato del rettile, mentre questi cercava a fatica di rimettersi in equilibrio.
Incurante di ciò, il Fearling cominciò ad arrampicarsi lungo la scrivania, più che desideroso di abbandonare quel posto e tornare dal suo padrone. Ma quando fu a metà strada, sentì che qualcosa aveva cominciato a tirarlo per il polso mozzato.
Le dita dell’arto affondarono nel legno del mobile, cercando di contrastare quella presa con tutte le loro forze... ma Pascal non sembrava intenzionato a lasciar perdere. Strinse i piccoli denti e li affondo ulteriormente nello strato superficiale di sabbia nera che componeva la Mano, facendone precipitare a terra alcuni brandelli.
Per quanto stanco e ferito, il rettile era sicuro di una cosa: quella misteriosa creatura rappresentava un pericolo per la sua padroncina, e proprio per questa ragione, avrebbe usato ogni risorsa a propria disposizione per eliminarla.
Ma proprio in quel momento, il dorso della Mano sembrò spaccarsi in due, come il guscio di un uovo. Da quell’apertura sbucarono denti affilati simili a spilli, accompagnati da una sorta di stridio. Era come se  l’avversario  stesse cercando di ringhiargli contro, forse in un vano tentativo d’intimidazione.
Ben presto, il camaleonte si rese conto di essere giunto ad una conclusione errata.
Una sorta di lingua aguzza fuoriuscì dalla “bocca” dell’essere, colpendo Pascal alla testa e facendogli mollare la presa. Il piccolo rettile cadde con un grido di sorpresa e atterrò sulla schiena, sollevando qualche batuffolo di polvere.
Approfittando dell’apertura, la Mano Fearling riprese la sua avanzata e atterrò sulla superficie della scrivania. Poi, senza alcuna esitazione, afferrò uno dei globi di neve che sbucavano dal sacco e lo lanciò oltre il bordo del mobile.
Rispondendo ai desideri inespressi della creatura, la palla magica generò un portale lungo il pavimento dello studio, con grande costernazione di Pascal.
Sotto lo sguardo incredulo del camaleonte, l’arto mozzato si lanciò dentro al vortice…e scomparve alla vista.
Pochi secondi dopo, il portale si smaterializzò dallo studio, facendo calare l’intera stanza in un silenzio di tomba.
 
                                                                                                                            * * * 

A seguito della battaglia a palle di neve e il conseguente episodio con Merida, Jack Frost aveva deciso di offrire al gruppo la possibilità di partecipare ad un tipo di attività assai più tranquillo. Qualcosa che era sicuro sarebbe stata in grado di distogliere la mente dei suoi nuovi alleati dall’esperienza assai poco piacevole di essere quasi bruciati vivi: il cinema.
Dopo aver spiegato brevemente loro in cosa consistesse un televisore – di cui la fabbrica non era certo a corto – aveva scelto Titanic come primo film per introdurli al meraviglioso mondo dell’intrattenimento su pellicola.
Inutile dire che tutti loro, compresi gli stessi draghi, erano rimasti non poco incantati dalle immagini mostrate su quella misteriosa “scatola magica”, come Merida aveva deciso di indirizzarla.
Jack riconobbe nei loro occhi la stessa eccitazione e sgomento che avevano invaso lui nel giorno in cui aveva visionato un film per la prima volta, l’otto Aprile del 1933. Niente che il pubblico d’oggi avrebbe considerato speciale, una semplice pellicola muta di Charlie Chaplin. Ma lui ricordava ancora le risate dei bambini e degli adulti fuse assieme, l’odore dei pop corn appena sfornati, il battito di mani a fine spettacolo… e si era sentito vivo per la prima volta dopo molti anni.
Quando i titoli di coda cominciarono a scorrere, Anna prese a singhiozzare contro la spalla della sorella.
<< N-non posso credere che Jack sia morto >> disse con le lacrime agli occhi, mentre Elsa tentava di confortarla. << Non se lo meritava! >>
Affianco alla coppia, Rapunzel annuì d’accordo, mentre si tamponava il viso con un fazzoletto: il finale del film aveva colpito anche lei, cosa che non sorprese il Quinto Spirito nel minimo. Dopotutto, sua cugina ed Anna erano sempre state due persone molto romantiche ed emotive.
Merida, al contrario, aveva il viso adornato da un’espressione corrucciata.
<< Personalmente, penso che lei avrebbe potuto fargli un po’ di spazio >> disse con tono di fatto, ricevendo un cenno del capo ad opera di Astrid.
<< Concordo, quell’armadio era abbastanza grande da sostenerli entrambi. Tu che ne pensi, Hiccup? >>
<< Sto ancora cercando di capire come una nave fatta di ferro sia in grado rimanere a galla >> rispose il vichingo, mentre si portava una mano alla tempia per frenare il mal di testa imminente.
Affianco a lui, Maui incrociò ambe la braccia davanti al petto muscoloso.
<< Fossi stato presente, avrei probabilmente trascinato quella barca fino a riva >> disse con tono apparentemente annoiato, sebbene il luccichio nei suoi occhi fosse una prova più che evidente di quanto fosse rimasto coinvolto dall’intera esperienza.
<< Io l’ho trovato uno spettacolo estremamente avvincente! >> esclamò Skellngton. << È incredibile come quegli umani siano riusciti a simulare una paura così genuina. Sei sicuro che fosse tutto finto? >>
<< È la magia del cinema >> ribattè Jack, inviandogli un ghigno divertito. << Dite quello che volete sui mortali, ma sanno davvero come creare intrattenimento. >>
Volse lo sguardo in direzione di Elsa.
<< E tu, Bucaneve? Qualche commento sul film? >> chiese con tono colmo d’aspettative.
Il Quinto Spirito si portò una mano al mento, in apparente contemplazione.
 << È stata un’esperienza molto interessante >> ammise con un sorriso genuino. << Un po’ triste, lo ammetto… ma aveva delle musiche stupende. >>
<< Ovviamente ti sei concentrata su quelle >> commentò Anna in un sonoro sbuffo, suscitando una risata ad opera di Rapunzel e un leggero rossore da parte della sorella.
Jack inarcò un sopracciglio. << Mi sono perso qualcosa? >>
<< Oh, non te l’ha detto? >> chiese la regina di Arandelle, con un ghigno innocente rivolto verso Elsa. << Alla mia cara sorellona, qui, piace molto cantare. >>
Per qualche ragione, lo Spirito dell’Inverno dubitò che questa fosse l’unica ragione per cui il rossore della bionda era appena cresciuto d’intensità.
<< Mi piacerebbe sentirti, un giorno >> propose gentilmente, cercando di metterla a proprio agio.
Elsa lo fissò sorpresa per un attimo, prima di restituire la sua espressione.
<< Forse >> ribatté con tono apparentemente casuale.
“Non è un no” pensò divertito il Quindo Guardiano.
In quel momento, la porta della stanza si aprì di scatto, attirando l’attenzione degli occupanti. La massiccia figura di Nicholas Nord si fece strada oltre l’uscio e il suo sguardo scansionò rapidamente i presenti.
<< Jack… è il momento >> disse seriamente, dopo aver individuato lo spirito invernale.
Questi annuì comprensivo e fece cenno agli altri di seguirlo.
Nord li condusse rapidamente all’Osservatorio della fabbrica, ove ad attenderli vi erano già Ombric, Sandman e Dentolina.
Ma fu qualcos’altro ad attirare la mente del Guardiano. Al centro della stanza, infatti, spiccava un enorme macchinario dalle sembianze vagamente simili a quelle di uno dei primi telescopi spaziali realizzati nel 1800.
Per quanto Jack non fosse esattamente un appassionato delle materie accademiche, aveva assistito ad alcune manifestazioni scientifiche nel corso degli anni. Una tra queste era stata proprio una fiera dedicata all’astronomia.
Per tale motivo era abbastanza sicuro che quell’affare fosse proprio una specie di telescopio, sebbene presentasse alcune differenze fondamentali. Ad esempio, molte delle parti che lo componevano sembravano quasi i meccanismi interni di un orologio.
Prima che potesse proseguire ulteriormente con la sua analisi, un buco si aprì nel pavimento dell’Osservatorio. Ne fuoriuscì Calmoniglio, il quale aveva speso le ultime ore per controllare che la sua tana fosse rimasta inalterata durante la ricerca dei frammenti.
<< E questo che diavolo sarebbe? >> domandò il Secondo Guardiano, mentre volgeva un’occhiata sospetta nei confronti del macchinario.
Ombric si limitò a ridacchiare e picchiettò il fianco dell’enorme dispositivo.
<< “Questo”, caro il mio Pooka, ci permetterà di estrarre il frammento di Crogiolo dal corpo di Merida. >>
<< Sul serio?! >> esclamò la suddetta ragazza, incapace di trattenere un sorriso di pura eccitazione. E chi poteva biasimarla? Al suo posto, chiunque avrebbe voluto liberarsi di un simile fardello il più in fretta possibile… specialmente dopo quello che era accaduto durante la battaglia a palle di neve.
Il mago annuì energicamente.
<< Ci puoi scommettere la tua chioma rossa, bambina. Questa macchina è una sorta di amplificatore >> spiegò pazientemente. << Filtrerà l’energia magica dai raggi della Luna Piena, convogliandola nel cristallo del mio bastone. >>
Alzò il suddetto bacchio, permettendo a tutti i presenti di osservarlo con estrema attenzione.
<< A quel punto, non dovrò fare altro che trasferirla dentro di te. L’essenza del Crogiolo e la magia della Luna sono praticamente opposte, velenosa l’una per l’altra! Il frammento reagirà di conseguenza e abbandonerà il tuo corpo di sua spontanea volontà, in cerca di un contenitore più sicuro. >>
<< E Sandy sarà pronto a intrappolarlo >> continuò Dentolina, mentre faceva un cenno in direzione del Guardiano dei Sogni.
Questi annuì silenziosamente e procedette ad evocare un sacco di sabbia dorata tra le mani.
Merida gli rivolse un’occhiata nervosa, per poi passare brevemente lo sguardo da Ombric alla strana macchina. Non aveva mai avuto buone esperienze con la magia. Era davvero pronta ad affidarsi nuovamente ad una pratica che già in passato le aveva causato così tanti problemi?
Dopo qualche altro secondo di esitazione, si fece forza e prese un respiro profondo.
<< Be', che cosa stiamo aspettando? Facciamolo! >> disse con determinazione.
Apparentemente soddisfatto dalla reazione della rossa, Ombric fece un cenno in direzione di Nord. Questi annuì concorde e procedette ad aprire la copertura mobile dell’Osservatorio. Sotto gli sguardi meravigliati dei presenti, il soffitto della fabbrica cominciò ad aprirsi, rivelando la forma scintillante della Luna Piena che sorgeva alta nel cielo notturno. 
Il globo argentato proiettò la sua bianca luce sull’intera stanza e alcuni raggi andarono a toccare la parte superiore del macchinario: Ombric non perse tempo e posizionò il cristallo del suo bastone proprio sotto quella inferiore.
Per un attimo, non accadde nulla. Poi, lentamente, i meccanismi interni del telescopio cominciarono a muoversi, producendo un sonoro ticchettio che riecheggiò per tutta la lunghezza della fabbrica. Era come se mille orologi fossero stati attivati tutti assieme nello stesso preciso istante.
Appena un paio di secondi dopo, una luce pallida come la neve stessa scaturì dalla lente inferiore del macchinario, concentrandosi sul cristallo del bastone.
Una volta a contatto con la pietra, il raggio produsse un insolito sibilo seguito da qualche bianca fumata. Al contempo, il bacchio inizio a illuminarsi di un intenso bagliore viola.
Merida strinse le mani in pugni serrati e inspirò a fondo, più che pronta a liberarsi dell’infida presenza contenuta nel suo corpo.
Fu allora che Rapunzel notò qualcosa con la coda dell’occhio. Una macchia verde familiare che sfrecciava lungo il pavimento della stanza, diretta verso di lei a gran velocità.
Non le ci vollero che un paio di secondi per riconoscere l’inconfondibile figura di Pascal, il suo camaleonte domestico. La piccola creatura arrancò fino ai piedi della bionda e procedette a risalire i suoi capelli, fino a crollarle direttamente sui palmi delle mani aperte.
Una volta che lo avvicinò al volto, la ragazza constatò con orrore che il corpicino del rettile era percorso da lividi e numerosi tagli: alcuni sottili come la punta di uno spillo… altri abbastanza profondi da mostrare lo strato di muscoli sottostante!
<< Pascal! >> esclamò, stupefatta e sconvolta << Ma che cosa...!? >>
Quell'azione attirò l'attenzione di tutti i presenti, che si girarono verso di loro. In risposta alla preoccupazione della sua padroncina, il piccolo camaleonte cominciò a sibilare e pigolare con fare frenetico, indicando la porta che conduceva alla stanza.
I suoi occhi erano carichi di paura e agitazione al tempo stesso, come se stesse cercando di avvertirli di un qualche tipo di minaccia.
E. Aster Calmoniglio si fece avanti, portandosi a fianco della principessa e fissando il piccolo rettile. Tra i suoi poteri più distinti c’era la capacità di poter comunicare con tutti gli animali terrestri, ma perfino lui, in quel momento, stava avendo difficoltà a decifrare le parole del camaleonte, tanto era concitato il suo modo di parlare.
<< Piano, piccola palla di squame  >> disse << Ripeti più lentamente... >>
Ma ecco che un intenso bagliore, il più potente su cui si fossero mai posati gli occhi dei Guardiani, illuminò la stanza da cima a fondo: un vortice familiare cominciò a materializzarsi nel vuoto dell'aria, apparentemente sorretto da una forza invisibile.
"Un portale!" fu il primo pensiero che attraversò la mente di ogni singola persona presente nella stanza.
Ma al contrario dei precedenti sembrava molto più grande e impetuoso. Fu accompagnato da una forte ondata di vento che costrinse la maggior parte degli occupanti ad ancorarsi saldamente al terreno, per evitare di essere spazzati via e sbattuti contro la parete opposta.
Per un attimo, non accadde nulla. Poi, lentamente, un'ombra iniziò ad attraversare il vortice: dapprima indistinta, una semplice silhouette nera come il carbone, poi sempre più concreta.
L’alta figura di Pitch Black si palesò in mezzo alla stanza, reggente tra le mani la sua immancabile falce color pece.
Un silenzio gelido avvolse l'aria. Le Cinque Leggende sgranarono gli occhi e furono i primi a scattare in piedi e a sfoderare ciascuno la propria arma, seguiti rapidamente da Ombric.
Jack Skellington emise un secco sibilo, assottigliando le orbite del teschio e mostrando i denti, divenuti improvvisamente affilati come rasoi.
Perché fra tutti, i sette spiriti l'avevano riconosciuto benissimo. Tuttavia, a causa della loro reazione, fu subito chiaro anche al resto dei presenti chi fosse quel misterioso individuo.
Rapunzel provò di nuovo la stessa opprimente sensazione che il frammento di Crogiolo, il Generale Fearling e il suo destriero le avevano trasmesso quando era entrata in contatto con loro... ma di gran lunga più intensa. Dovette fare uno sforzo immenso per mantenersi in equilibrio.
Merida soffocò un urlo e indietreggiò di scatto. Finì contro il petto di Hiccup, che d’istinto le mise una mano sulla spalla e le si portò davanti, fiancheggiato da Astrid e dai due draghi. Questi cominciarono a ringhiare e sibilare, tesi come i loro amici umani.
L’Uomo Nero fece scorrere i suoi occhi dorati sul gruppo di persone raccolte di fronte a lui. Alzò lo sguardo e diede una rapida annusata, per poi arricciare il volto cinereo in una smorfia grottesca.
<< Questo mondo è saturo di… speranza >> sussurrò con disgusto a mala pena contenuto << Meraviglia… sogni… gioia... >>
Scosse la testa in apparente delusione. << Povero me. Mi ci vorranno ore per ripulirlo. >>
Detto questo, tornò a fissare gli occupanti della stanza.
Alla vista dei Cinque Guardiani, distese le labbra in un sorriso agghiacciante, scoprendo le zanne affilate che aveva al posto di normali denti umani.
<< Oh... questa sì che è una visione nostalgica >> disse, in tono suadente e colpito al tempo stesso << Nord… Calmoniglio… Dentolina…>>
Ad ogni nome pronunciato, posò lo sguardo sul Guardiano in questione, fino a quando i suoi occhi non si soffermarono sul Signore dei Sogni.
<< Sandy… sei più basso di quanto ricordassi >> commentò, in tono derisorio.
In risposta a quella provocazione, la Quarta Leggenda strinse le palpebre e fece scattare ai lati le fruste che teneva in mano, preparandosi per la battaglia imminente.
Per nulla intimidito, Pitch volse la propria attenzione nei confronti dell’unico membro rimasto non ancora nominato.
<< Ah, ed eccolo qui, il figliol prodigo! >> esclamò con voce gioviale, quasi amichevole << La causa di così tanti problemi per così tante mie versioni alternative. È un piacere rivederti, Jack. >>
<< Il piacere è tutto tuo >> sibilò Frost in risposta, tenendolo sotto tiro con il bastone << Sei più brutto di quanto ricordassi, Pitch. >>
L'Uomo Nero ridacchiò in apparente divertimento.
<< Vedo che la tua lingua è tagliente come sempre >> ribatté con approvazione << e il tuo spirito forte come un puledro indomito che si ribella al morso del serpente. >>
Poi, il suo sguardo scivolò sulle altre persone presenti.
<< E cos'abbiamo, qui? Volti decisamente familiari... >> disse mentre lanciava un'occhiata significativa nei confronti di Ombric e Skellington << e altri sconosciuti... >>
La sua attenzione passò brevemente su ogni altro occupante, ma sembrò soffermarsi più del dovuto sulla figura di Elsa. Fu solo per un paio di secondi, ma il Quinto Spirito ebbe come la sensazione che Pitch l'avesse in qualche modo riconosciuta.
Non ebbe la possibilità di approfondire la cosa, perché subito lo sguardo del Signore degli Incubi si focalizzò come un falco su una certa principessa scozzese.
<< Ah ed ecco la piccola ladra di cui ho così tanto sentito parlare >> dichiarò con un sorriso freddo. << Tu hai qualcosa che mi appartiene, bambina. >>
Merida deglutì a fatica e si morse le labbra: detestava quella sensazione di remissività e timore reverenziale che le provocava guardarlo negli occhi, ma non poteva farci niente.
Stava raccogliendo le idee per uscirsene con una delle sue tipiche risposte taglienti, ma Maui la precedette, facendo roteare l'amo in mano e puntandolo in direzione dell'Uomo Nero
<< Vieni a prenderlo, allora, brutto figlio di...! >>
Si bloccò a metà dell'azione, poichè Rapunzel gli premette una mano sul petto, rifilandogli un'occhiata e un sonoro "no" di ammonimento.
Si girò a guardare Pitch.
<< Tu... sei sbagliato >> disse la principessa, senza riuscire a trattenersi. << Tutto di te... è sbagliato. >>
A quelle parole, l’Uomo Nero simulò un'espressione sconvolta e si portò una mano al petto.
<< Io? Sbagliato? Che cosa orribile da dire su qualcuno che cerca solo di fare il proprio lavoro >> ribatté con tono apparentemente rattristato, per poi arricciare nuovamente le labbra nel suo consueto sorriso.
<< Non che possa fartene una colpa >> ammise con una scrollata di spalle << Dopotutto, la paura ha una pessima reputazione. È considerata caotica… ripugnante. Oh, ma in verità, questo vale solo per le persone affette dalla paura! >>
Compì un passo in avanti, mentre le ombre sotto di lui cominciarono a diffondersi lungo il pavimento della stanza.
<< La paura, di per sé, è molto… pura, direi. Determinante. Essa è fondamentale per l'ordine naturale del mondo, poiché mette in guardia ogni essere vivente dai potenziali pericoli. La paura è ordine, la paura è controllo! La paura è… sicurezza. >>
Il sorriso sul volto dello spirito sembrò farsi più feroce.
<< Ecco perché, alla fine… vince sempre lei! >>
Il tutto accadde nella frazione di pochi secondi. Forti sibili e ronzii riecheggiarono per tutta la lunghezza della stanza, accompagnati da un ticchettio rapido e ritmato, come il verso di un grillo.
Poco dopo, terrificanti esseri cominciarono a fuoriuscire dal portale, compattandosi in una sorta di sciame. Avevano l'aspetto di mantidi religiose grandi quanto tigri, nere come la pece.
I loro occhi rosso sangue si posarono sui vari occupanti dell'osservatorio, mentre quattro sontuose ali che spiccavano dalle loro schiene presero a vibrare come le pale di un elicottero.
Guardiani, spiriti, umani e draghi ebbero appena il tempo di contemplare l'orrore di quella vista.
E poi, l'orda di Fearlings si lanciò verso di loro con uno stridio agghiacciante.
( Track 13: https://www.youtube.com/watch?v=zPh8oy3sKew )
Una delle ragioni per cui Hiccup era sopravvissuto così a lungo – anche dopo tutti gli attentati alla sua vita - stava nel fatto che aveva imparato ad agire in fretta. Aspettare troppo su un pensiero significava dare tempo ai nemici, non soggetti a questo tipo d’esitazione, di farti fuori prima ancora che potesse renderti conto di un loro attacco.
Quando il primo Fearling attaccò, sia l'adolescente che il resto dei combattenti si erano già preparati a fronteggiarlo.
Il vichingo attivò la spada di fuoco e la conficcò nel cranio della bestia. Granelli di sabbia e sangue nero volarono dappertutto, mentre la creatura rilasciava uno stridio assordante.
Elsa incalzò gli altri, protraendo le mani in avanti, e la temperatura della stanza calò all'istante. Ben presto, l’Osservatorio si trasformò in un vero e proprio campo di battaglia.
Jack Frost fu tra i primi a reagire e puntò il bastone verso una delle creature. Un proiettile di luce ghiacciata saettò come un colpo di pistola e attraversò l'aria fredda della fabbrica.
La mantide Fearling ondeggiò la testa e compì un balzò in direzione del soffitto. L'attacco ne oltrepassò il corpo senza nemmeno sfiorarlo e l’incubo vivente completò l'azione con un rapido battito d’ali, ricadendo pesantemente sul terreno.
Lo spirito inarcò un sopracciglio.
<< Ok, vedo che siete bravi a schivare >> commentò. << Sicuramente più dei vostri fratelli sovradimensionati… >>
In tutta risposta, la creatura gli ruggì contro e partì spedita verso di lui.
L’eterno adolescente evitò l’assalto per un pelo e rispose con una raffica di ghiaccio alle spalle del Fearling. Questa volta riuscì a colpirlo, congelandogli le ali nel processo, ma l’azione sembrò solo farlo infuriare di più.
Elsa, nel frattempo, aumentò l'intensità dei suoi attacchi. Cinque proiettili di ghiaccio, o più, scaturirono dalla punta delle dita e aleggiarono in direzione delle bestie.
Esattamente com'era successo con il Fearling di Jack, il resto delle creature evitò gli attacchi con facilità irrisoria, volteggiando nell'aria come vespe.
La donna cominciò a indietreggiare e, a ogni suo passo, ne seguiva il rispettivo degli avversari, per nulla intimiditi dalla magia del Quinto Spirito.
A pochi metri da lei, Calmoniglio era impegnato a fronteggiare un’altra coppia di mantidi. Una di esse lo colpì violentemente alle spalle, facendolo cadere a terra.
Il Guardiano sollevò la testa, appena in tempo per vedere l’altro Fearling che si apprestava ad infilzarlo con una delle sue possenti chele. Non ne ebbe la possibilità.
Dentolina comparve alle spalle della creatura, trapassandogli il collo con la spada.
Sotto ciò che restava della testa mozzata dell’essere, gli occhi inespressivi fiammeggiavano rossi. Tuttavia, il corpo della mantide sembrava ancora capace di funzionare, sebbene i suoi movimenti fossero molto più impacciati… ma, non per questo, meno letali.
Una delle chele colpì la fata che, sorpresa e stordita, rotolò sul pavimento della stanza. Con un solo scopo in mente, come tutti i suoi simili, il Fearling si trascinò verso di lei.
Afferrando un boomerang dalla fondina che aveva sulla schiena, Calmoniglio mirò all’altra mantide.
Uno dei proiettili rimbalzò sul carapace dell’Incubo vivente, mentre l’altro riuscì a centrargli gli occhi. Al contempo, Dentolina evitò la chela del suo avversario e si rimise in posizione d’attacco.
Se il Fearling fosse stata nel pieno delle forze, la Guardiana dei Ricordi si sarebbe già considerato morta. Ma pur essendo entrambi feriti, il mostro era più danneggiato di lei.
Barcollando indietro e tentando di tenersi lontana, Dentolina afferrò una delle spade e la conficcò nel torace della mantide, il cui corpo scoppiò come un palloncino pieno di sabbia nera.
Hiccup e Astrid, nel frattempo, stavano tentando di tenere a bada un altro gruppo di Fearling, assistiti dai loro draghi. Palle al plasma, fuoco e fiamme volarono in ogni direzione, generando forti scoppi che risuonarono per tutta la fabbrica.
Schegge e pezzi di legno si unirono a granelli di sabbia cadenti, mentre la coppia di rettili combatteva un’instancabile corpo a corpo lungo il soffitto dell’osservatorio.
Sdentato riuscì a tranciare in due uno dei Fearling, la cui metà inferiore precipitò proprio di fronte ad Anna.
La giovane donna cacciò un grido di sorpresa, attirando l’attenzione di una delle mantidi. Questa si lanciò verso di lei, le ali ronzanti con fare minaccioso.
La regina si sentì mancare il respiro, ben consapevole che non sarebbe mai riuscita a difendersi da una simile bestia…
<< Anna, prendi! >>
La voce di Elsa fu in grado di scuoterla dal suo momento di panico.
Girando appena la testa, vide qualcosa roteare verso di lei: una spada fatta di ghiaccio.
Memore di tutte le lezioni di scherma che aveva preso a palazzo, la rossa afferrò l’elsa della lama con un balzo e volse alla sorella un sorriso di pura gratitudine.
Ora il Fearling era proprio di fronte a lei. Anna non perse tempo e calò la spada dall’alto verso il basso, deviando un colpo di chela da parte dell’avversario. Fatto questo, l’affondò di punta contro il suo stomaco. E gridando gli impresse la forza di tutto il suo peso, spingendo la bestia a indietreggiare.
Il ventre del Fearling cedette, e un denso fiotto di sangue nero gli schizzò dalla bocca con un  rantolo soffocato, colando sul pavimento.
Anna si scostò, osservando la creatura che grugniva e si contorceva a terra. Fu così che, troppo impegnata ad osservare il proprio operato, non si rese conto dell’ombra nera che la sovrastava.
La mantide si lasciò cadere dal soffitto, pronta ad agguantarla. La regina di Arendelle ebbe appena il tempo si sollevare lo sguardo, spalancò gli occhi per la sorpesa…e si bloccò. E bloccato era anche il Fearling che aveva cercato di ucciderla, sospeso nel vuoto dell’aria da una sorta di bolla argentata.
Anna sbattè le palpebre. L’essere sopra di lei non si mosse, né fece alcun verso di protesta. Era quasi come se il tempo attorno a lui si fosse improvvisamente fermato.
Con la coda dell’occhio, Anna notò la presenza di Ombric a pochi passi da lei, il volto adornato da un’espressione agguerrita e il bastone puntato in direzione della creatura.
Prima che la donna potesse comprendere quello che stava succedendo, il mago scattò in avanti e colpì la mantide con un proiettile di pura luce bianca scaturito dal cristallo della sua arma. Il corpo dell’animale esplose sotto forma di migliaia di granelli color pece.
Al contempo, Maui afferrò due Fearling con le mani possenti e li scaraventò di forza contro la parete dell’Osservatori: una della creature rimbalzò all’indietro come una pallina da ping pong e atterrò proprio di fronte a Merida.
Senza staccargli gli occhi di dosso, la principessa scozzese infilò la mano sinistra nella tasca del vestito e tirò fuori un pugnale, per poi lanciarlo in direzione della bestia.
Lo colpì dritto in un occhio, proprio mentre questi stava per rialzarsi. La mantide stridette per il dolore e sbattè contro una colonna dell’Osservatorio, mandandola in pezzi.
Nel mentre, Jack era riuscito a liberarsi della maggior parte dei suoi avversari. Roteò rapido il bastone e conficcò l'asta nel petto di una delle creature, generando una potente ondata di gelo che l'avvolse da capo a piedi, disintegrandola in mille pezzi.
Un altro Fearling fece per saltargli addosso, ma una rapida pugnalata ad opera di Nord pose fine alla sua esistenza.
L'uomo si affiancò subito a Jack, ansimando appena a causa dello sforzo.
<< Queste bestiacce sembrano non finire ma-... >>
Si bloccò di colpo, drizzò la schiena e spalancò gli occhi in un sussulto silenzioso. Era quasi come se fosse stato pugnalato alla schiena da una mano invisibile.
<< Che succede!? >> fece Frost, avvicinandosi a lui. << Ti hanno rubato la lingua senza che guardassimo? >>
Quella era davvero pessima. Succedeva sempre, quando era sinceramente preoccupato.
Nord strinse ambe le palpebre degli occhi in un paio di fessure.
<< Jack… qualcun altro è entrato dentro covo >> sussurrò con tono visibilmente preoccupato.
Lo Spirito dell'Inverno sgranò gli occhi per la sorpresa. << Cosa? Chi? >>
<< Non so >> rispose il Guardiano delle Meraviglie. << Ma si sta avvicinando a stanza dove abbiamo riposto frammenti. >>
A quelle parole, l’eterno adolescente comprese all’istante l’identità dell’intruso.
Ma certo… ecco perché non era lì con il suo padrone a gongolare! Pitch doveva averlo incaricato di compiere il lavoro sporco.
<< Lo devo fermare >> ringhiò, girando i tacchi << Lo devo fermare assolutamente! >>
Nord lo guardò allontanarsi con uno sguardo spiazzato.
<< Jack, aspet-...! >>
Non ebbe la possibilità di terminare la frase, poiché fu costretto a frenare l'assalto di un altro Fearling, sbucato da chissà dove per tranciarlo in due.
Il vecchio spirito ringhiò infastidito.
<< Odio questo giorno >> borbottò amaramente.
Più in là, Rapunzel stava facendo del suo meglio per destreggiarsi tra gli incubi viventi, e intanto cercava di capire come stessero andando le cose. Male.
All’inizio i Fearling erano circa una decina. Ora, a causa della trentina di mostri contro cui stavano combattendo, capì che qualcosa non andava. Erano almeno il triplo. 
Con la coda dell’occhio, noto che una mantide stava per piombarle addosso dal soffitto. Senza perdere tempo, schioccò la chioma dorata come una frusta, riducendolo in polvere.
Un altro Fearling giaceva sulle assi del pavimento, sdraiato come uno scarafaggio a cui avevano appena spruzzato dell’insetticida, le zampe che si agitavano selvaggiamente e il sangue che colava lungo un arto mozzato.
E sotto i suoi occhi, Sandy ne uccise un quarto, dividendolo a metà con una delle sue fruste di sabbia dorata. Ed erano trascorsi quanti minuti?
Il pavimento di tutto l’Osservatorio era nero di sangue e disseminato di corpi. Eppure, continuavano ad arrivare. Senza mai fermarsi, come un’onda di maremoto. Fu presto chiaro alla principessa perduta… che quelle creature fossero capaci di rigenerarsi dalle parti mozzate dei loro compagni caduti.
E intanto, i vari combattenti cominciarono diventare stanchi. I loro gesti erano lenti per la fatica, ma meno impacciati, più fluidi, gli attacchi più letali.
La principessa perduta si sentiva messa all’angolo, una sensazione condivisa da una certa principessa scozzese.
La rossa, al momento, era in procinto di fronteggiare un Fearling particolarmente determinato, che senza perdere tempo, balzò in avanti.
Non contavano la stanchezza che le incurvava le spalle, né la voglia di fuggire dove quella realtà devastante sarebbe sembrata solo un incubo: Merida aggiustò la presa sulla spada, sbuffò per allontanare dagli occhi una ciocca umida di sudore e si preparò a ricevere il nemico.
Il Fearling atterrò di fronte a lei e sollevò una chela. La rossa riuscì a intercettare il colpo con la spada e il rumore della lama che cozzò contro l’arto risuonò come uno scoppio.
Il mostro indietreggiò e menò un fendete con l’altra zampa, ma Merida afferrò l’elsa per l’estremità e bloccò la traiettoria dell’attacco.
Subito, la mantide ritirò la chela e lo usò per disegnare un arco parallelo al terreno, all’altezza del suo stomaco. Lei saltò all’indietro, e la punta la sfiorò, tagliandole parte del vestito.
“Ora di contrattaccare” pensò.
Merida mirò al fianco dell’essere, ma questi si spostò rapido, per poi avvicinarsi come a rallentatore. Ma prima che potesse affondare le forcipule nel corpo della principessa, questa porse ambe le mani in avanti per puro istinto…e riversò sul Fearling un torrente di fiamme azzurre, riducendolo in cenere.
La rossa ansimò per lo sgomento e si portò ambe le mani davanti agli occhi. Cominciò a respirare lentamente, nel tentativo di calmarsi, ma poteva sentire il frammento di Crogiolo agitarsi dentro di sé, desideroso di combattere.
Attorno a lei, i suoni della battaglia si fecero più intensi.

                                                                                                                        * * * 
 
Bob e Phil erano stati al servizio di Babbo Natale da quasi trecento anni. E in tutto questo periodo di tempo, nessuno aveva mai avuto il coraggio di assaltare direttamente la residenza del Primo Guardiano, universalmente conosciuto come uno degli spiriti più potenti del mondo.
Certo, non erano estranei a qualche incursione, come quella avvenuta circa un anno fa… il giorno in cui Pitch Black si era infiltrato nella fabbrica con l’intenzione di proclamare la propria vittoria. Ma non si era certo trattato di un assalto, solo una semplice intrusione.
Ma non questa volta. Questa volta, gli Yeti erano ben consapevoli che la fabbrica fosse sotto attacco da parte di un nemico di grande potenza. Qualcuno che si era sentito abbastanza fiducioso da coinvolgere tutti i Guardiani in contemporanea.
In caso di assalto alla base, le istruzioni di Nord erano state molto chiare: evacuare tutto il personale e mettere in sicurezza la catena di montaggio dei giocattoli.
Mentre i due Yeti stavano correndo in direzione della suddetta stanza, tuttavia, si ritrovarono la strada sbarrata da una persona decisamente inaspettata. Di fronte a loro, infatti, aveva appena presto posto l’inconfondibile figura di Jack Frost.
Phil fece per domandargli il perché non stesse combattendo insieme agli altri Guardiani…ma si bloccò.
C’era…qualcosa di diverso nello spirito invernale. Lo Yeti poteva percepire una presenza malevole che scorreva dentro di lui…un tipo di energia che aveva riscontrato solo in un alto essere: Pitch Black.
La creatura diede una rapida annusata. Sì, non vi era alcun dubbio. Jack Frost – anche se lo Yeti cominciava a dubitare seriamente che si trattasse di lui – puzzava… di paura.
In aggiunta a ciò, le caratteristiche fisiche dello spirito erano un po’ diverse dal solito. Aveva i capelli bianchi più spettinati, gli occhi azzurri illuminati di un intenso verde smeraldo e indossava un lungo mantello del colore della notte provvisto di pelliccia. Inoltre, reggeva nelle mani un bastone interamente fatto di aguzzi spuntoni di ghiaccio. 
Fu allora che lo Yeti comprese…che quello non era affatto il Jack Frost che conosceva. E, a giudicare dall’aura malevola che lo circondava, era sicuramente un nemico.
<< Salve >> salutò l’intruso, con un sorriso impertinente. << Potreste indicarmi la posizione dei frammenti? >>
In tutta risposta, la coppia di Yeti si lanciò contro di lui. Andato era il loro aspetto gentile e rassicurante: ora, sui volti baffuti delle creature, vi erano solo espressioni che rasentavano rabbia e sete di sangue per coloro che avevano osato attaccare la loro dimora.
Per nulla intimorito dalle loro azioni, Mr Cold si limitò a compiere un gesto disinvolto con il bastone. Appena un secondo dopo, i due Yeti si ritrovarono congelati ad appena pochi passi dallo spirito, bloccati nel vano tentativo di avventarsi su di lui.
Cold inclinò leggermente la testa e picchiettò uno di loro sul fianco, producendo un sonoro tintinnio.
<< Be'... suppongo che dovrò trovarli da solo >> commentò più a se stesso che alla coppia di creature, mentre procedeva a superarle.
Al contempo, alzò la mano libera e se la portò al bocca. Vi soffiò dentro, creando una palla di neve dai contorni vagamente scuri, quasi come se fosse stata imbevuta nel petrolio.
Poi, la lanciò alle sue spalle.
<< Boom >> sussurrò, mentre una forte esplosione riecheggiava dietro di lui, scuotendo le fondamenta della fabbrica. Poco dopo, spuntoni di ghiaccio cominciarono a protrarsi dalle pareti e dal pavimento del corridoio, impedendovi l’accesso.
Non si voltò nemmeno e continuò a camminare con aria disinvolta. Ma, all’improvviso, un muro di ghiaccio si innalzò dal terreno, sbarrando la strada all'oscuro spirito invernale.
Jack Frost gli atterrò davanti, il bastone puntato verso di lui e uno sguardo minaccioso dipinto sul volto.
<< Non provare a fare un altro passo >> sussurrò freddamente.
Se possibile, il sorriso sul volto di Cold sembrò allargarsi.
<< Jackie! >> esclamò con tono gioviale. << Che gentile da parte tua unirti alla festa! Onestamente, sei molto in ritardo sulla tabella di marcia, per un attimo ho pensato che ti avessero rapito... >>
<< Come diavolo avete fatto? >>
<< Ad entrare nella vostra piccola base segreta o a scoprire in quale universo ti stessi nascondendo? >> ribatté Cold, inclinando appena la testa di lato e sogghignando consapevolmente << Per quanto vorrei prendermi il merito di una simile impresa… lo abbiamo fatto grazie a lui. >>
E, detto questo, indicò qualcosa dietro lo spirito invernale. Frost avvertì un chiaro sibilo, e fu lesto ad abbassarsi di scatto e a rotolare di lato, evitando abilmente due lance composte da sabbia nera.
Si risollevò in piedi, trovandosi davanti un Fearling dall’aspetto molto simile a quello di un cavaliere.
<< Jackie, ti presento il Generale >> disse Cold alle sue spalle, mentre si cimentava in una teatrale reverenza. << Generale… be’, non penso che il nostro piccolo amico, qui, abbia bisogno di presentazioni. >>
A testimonianza delle parole dell’oscuro spirito, il Fearling evocò una spada nella mano destra e scagliò un rapido fendente in direzione del Guardiano.
Jack lo parò con la punta ricurva del bastone, la quale ronzò di energia e liberò una piccola ondata di gelo, costringendo l’incubo a retrocedere.
Ne approfittò per fare un salto e portarsi in mezzo al corridoio.
<< Sai, Cold, ti sbagli >> ribatté con un sorriso impertinente, mentre sollevava il bastone in direzione della coppia di nemici. << il Guardiano del Divertimento non è mai in ritardo. Arriva esattamente quando vuole arrivare... specie quando deve preparare la sua battuta d'effetto. >>
Detto ciò, agguantò l'asta con entrambe le mani e la sollevò da terra.
<< Voi…non potete…passare! >>
Abbatté il perno del bastone sul pavimento, dando vita ad un turbine gelido che partì spedito verso gli avversari: Cold reagì di conseguenza, generando un'ondata di nevischio e sabbia nera che si scontrò con quella del Guardiano.
L'onda d'urto risultante fece fremere le fondamenta della base, producendo sonori scricchiolii.
<< A questo punto dovrei forse citare Saruman? >> chiese lo spirito maligno, con un sopracciglio inarcato.
Non diede al doppelgänger la possibilità di rispondere e si lanciò verso di lui.
Il bastone di Jack s’incontrò con quello dell’avversario, sollevando una miriade di schegge di ghiaccio attorno alla coppia di spiriti.
Improvvisamente, il Guardiano del Divertimento percepì una presenza sconosciuta alle proprie spalle. Con la coda dell’occhio, vide una figura ammantata fuoriuscire dall’ombra che proiettava sul pavimento: il Generale Fearling.
Senza perdere tempo, Jack colpì Mr Cold con un calcio allo stomaco, facendolo indietreggiare. Sfortunatamente, non fu abbastanza veloce.
Girò su se stesso e proiettò il bastone in avanti, ma il Fearling fu rapido a evitarlo e lo colpì alla testa con un pugno corazzato. Lo spirito venne sbalzato contro il muro del corridoio, scavando un profondo solco nella parete.
Cadde a terra con un gemito, la visione offuscata e un dolore lancinante che gli martellava le tempie.
<< Sei potente, Spirito dell’Inverno… ma insicuro >> disse il Generale, mentre scrutava l’eterno adolescente. Questi sentì la sua voce basse e gutturale risuonare attorno a lui come se fosse rumore di fondo e cercò di alzarsi in piedi.
<< Tu hai paura >> sussurrò l’essere, gli occhi rossi che dardeggiavano nella penombra del corridoio. << Sì, posso sentirla dentro di te. Si diffonde…si fortifica… >>
Facendo appello a tutta la forza che aveva in corpo, Jack si mantenne in posizione eretta e strinse la presa sul bastone.
Balzò in avanti, illuminandone la punta e pronto a riversare un torrente di ghiaccio sull’avversario. Il Generale, tuttavia, si rivelò molto più agile di quanto avesse inizialmente previsto.
Evitò l’attacco e colpì lo spirito con un pugno allo stomaco, prima di afferrarlo per il collo e sbatterlo contro la parete opposta dell’andito.
Jack sentì qualcosa rompersi dentro di sé e sussultò per il dolore.
<< Ma per chi, mi chiedo. Per te stesso? >> continuò il Fearling, in tono beffardo << No… per i tuoi amici. Per i tuoi preziosi Guardiani! >>
Sollevò il ragazzo e lo lanciò dall’altra parte del corridoio.
Prima che il corpo dello spirito potesse toccare terra, Cold lo colpì con un getto di magia invernale, facendolo schiantare contro il soffitto dell’abitacolo.
Jack ricadde pesantemente sulle assi del pavimento e il suo bastone picchiettò accanto a lui.
<< Sappi che moriranno tutti >> disse il Generale, mentre evocava una spada color pece nella mano destra e camminava verso l’immortale.
Le parole della creatura fecero scattare qualcosa nella mente di questi.
Ringhiò per la rabbia e il dolore fusi assieme e si alzò di scattò, afferrando saldamente il bastone e preparandosi a contrattaccare. Non ne ebbe la possibilità.
Cold lo colpì con un getto di ghiaccio alla schiena, facendolo incespicare in avanti. Al contempo, il Generale menò un rapido fendente con la propria arma.
Jack ebbe appena il tempo di sollevare il bastone e incontrare la lama avversaria, sprigionando una densa nube di scintille bianche e fiocchi di neve. Questo, purtroppo, lo lasciò completamente scoperto.
Il Generale lo colpì con un poderoso calciò allo stomaco, sbalzandolo all’indietro. Vedendolo arrivare, Cold tese il suo bastone come un’asta.
La schiena dello spirito invernale colpì l’arma in pieno e si piegò in due, interrompendo la corsa del Guardiano. Jack urlò per il dolore, e fu in quel momento che il suo doppelgänger gli lanciò contro un altro proiettile di ghiaccio.
L’attacco fu abbastanza potente da spedire il Quinto Guardiano nella stanza adiacente, facendogli attraversare la parete del corridoio da parte a parte.
Atterrò sulle assi del pavimento con un tonfo e sputò un rivolo di sangue. Un dolore immenso cominciò a farsi strada dentro di lui, accompagnato da un fischio acuto e martellante.
Sentiva la mente annebbiata, non poteva vedere bene… ed era stanco. Stanco come quando Pitch lo aveva scaraventato in quel crepaccio, nella banchisa antartica, esattamente un anno fa.
Ben presto, capì di essere finito nella catena di montaggio della fabbrica. Si rialzò a fatica e puntò il bastone in avanti, fissando lo spirito avversario con uno sguardo pieno di determinazione.
<< Uuuuh, guarda come si scalda! >> esclamò Cold, mentre camminava oltre il buco che il corpo della Leggenda aveva scavato nella parete << La cosa ti fa infuriare, non è vero Jackie? La tua incapacità di poterli aiutare… come non sei riuscito ad aiutare tua sorella. >>
Le parole del doppelgänger inviarono un freddo brivido lungo la spina dorsale del ragazzo. Spalancò gli occhi per la sorpresa e strinse inconsciamente le mani sul bastone, ritrovandosi incapace di trattenere un sussulto.
In risposta alla sua reazione, il sorriso sul volto di Cold divenne più accentuato.
<< Cosa? Pensavi davvero che non avessi visto i ricordi della mia vita mortale? Che la dolce voce della mia sorellina avrebbe potuto riportarmi sulla retta via? >> domandò con voce beffarda.
Scoppiò in una risata isterica e indicò la figura martoriata del Guardiano. << Vedi, è proprio questa la differenza tra me e te! Dietro a tutti quegli scherzi, il tuo atteggiamento irriverente e la tua personalità da combina guai… non sei altro che un ragazzino in tuta da ginnastica che piange perché rivuole la sua famiglia! >> 
Jack urlò per la rabbia e sprigionò una potente ondata di magia invernale contro l’avversario. Questi si limitò a sorridere e fece lo stesso.
I due attacchi s’incontrarono a mezz’aria, mentre la temperatura della stanza scendeva sotto lo 0. Ora, ad unire i raggi, vi era una sorta di bolla bianca come la neve, da cui cominciarono a partire scariche di natura apparentemente elettrica. Tuttavia, ogni qualvolta una di esse colpiva il pavimento… si lasciava dietro schegge affilate di puro ghiaccio.
Cold sogghignò, mentre viticci di sabbia nera iniziarono a diradarsi dalla punta del suo bastone, mescolandosi con il getto. Una volta raggiunta la sfera, cominciarono a spingerla in direzione di Jack.
Lo Spirito dell'Inverno spalancò gli occhi per la sorpresa e tentò di contrastare l’attacco avversario. Tale sforzo si rivelò presto inutile.
Il giovane Guardiano venne colpito in pieno dalla potenza di ben tre flussi di magia combinati. La potenza del colpo fu tale da scaraventarne il corpo contro la parete opposta della stanza, a circa una ventina di metri di distanza.
<< Questa tua debolezza… ci dà un vantaggio evolutivo, caro il mio Jackie >> continuò Cold, camminando pigramente verso la figura del doppelgänger.
Jack tentò di rialzarsi, ma questi lo colpì con un calcio alla testa, rispedendolo a terra.
<< E se la storia ha insegnato qualcosa… >> sussurrò, mentre lo afferrava per i capelli, << è che l’evoluzione…vince sempre. >>
E, dopo aver pronunciato tali parole, sbattè il volto dello spirito contro le assi del pavimento. E poi una seconda volta…e poi una terza.
Jack gemette per il dolore e sputò un altro rivolo di sangue. Aveva il corpo in fiamme…e faceva fatica a respirare.
Cold si rialzò di fronte a lui, roteando pigramente il bastone e ammirando la propria opera con occhi carichi di malizia.
<< Jackie, Jackie, Jackie >> borbottò con tono di voce deluso. << Perché nessuno di voi riesce mai a capirlo? Stare con i Guardiani… non porta mai a nulla di buono. >>
<< Adesso... vuoi citare... lui? >> mormorò il Quinto Guardiano in risposta, sollevandosi faticosamente sui gomiti ai lati dei fianchi << Sei diventato la sua brutta copia fino a questo punto? >>
Lo spirito maligno abbaiò una risata gracchiante.
<< Sempre così spavaldo, anche di fronte all'ovvio! >> esclamò con un ghigno << Andiamo, pensi davvero che a quelle vecchie cariatidi importi davvero di te? Ti stanno solo usando, caro il mio spiritello! Tu non sei altro che il mezzo per uno scopo. >>
<< Questa l'ho già sentita... per ben due volte. È successo su quella banchisa, vero? >>
Non poté frenare quella domanda. Voleva assolutamente capire che cosa l'avesse spinto... a ridursi così.
L'espressione sul volto di Cold si fece improvvisamente seria.
<< Dici bene, Jack >> rispose freddamente. << Quello fu il giorno in cui i miei occhi furono aperti. Il giorno in cui compresi che i Guardiani non erano altro che semplici schiavi. >>
Puntò un dito in direzione del soffitto.
<< Fidati di me, Frost, è tutto parte del suo piccolo gioco. Adesso gli servi. Ma non appena si sarà stancato di te… ti caccerà via, come un malato di peste! >>
Detto questo, arricciò ambe le labbra nel suo solito sorriso.
<< La moralità dei tuoi preziosi Guardiani… i loro principi… sono solo la battuta finale di una barzelletta! >> continuò, implacabile << Io e te siamo molto più simili di quanto pensi. Tu sei proprio come ero io, in conflitto con la tua vera natura. >>
Volse la punta del bastone verso lo spirito invernale.
<< Devi accettarla, se vuoi essere libero… io cerco solo di aiutarti! >>
Jack lo fissò dritto negli occhi con uno sguardo diverso. Non c'era più odio in esso... c'era solo dispiacere.
<< Come puoi aiutarmi…se non sei nemmeno capace di aiutare te stesso? >> sussurrò tristemente << Ti sei tranciato le ali prima di poter volare davvero, Cold. Non sei mai arrivato a quel giorno... il giorno in cui ho capito quale fosse il mio vero centro, grazie a Jamie. Manny ci ha riportati in vita per una ragione, ciò che abbiamo fatto per trecento anni senza manco rendercene conto! Portare gioia e divertimento ai bambini di tutto il mondo. Perché non riesci a capirlo?! >>
Cold perse il suo sorriso, mentre i suoi occhi si fecero improvvisamente vacui. Rimase fermo e immobile per quasi un minuto buono, mentre i suoni della battaglia sovrastante risuonavano lungo le colonne di sostegno della catena di montaggio.
Passato quel lasso di tempo, distese le labbra in un piccolo ghigno.
<< Giusto, come dimenticare il piccolo Jamie >> sussurrò quasi a se stesso << In tutto gli universi che ho visitato...quel marmocchio sembra essere quasi una costante. L'ultima luce… il tuo primo credente… colui che ha ribaltato le sorti di un piano ideato dall'Uomo Nero in persona! Meriterebbe davvero una bella pacca sulla testa, non pensi anche tu? >>
Istintivamente, Jack strinse la presa sul bastone, usandolo come perno per tentare di risollevarsi.
<< È una faccenda tra noi due, Cold. Tra noi due soltanto. >>
<< Oh, io non credo, caro il mio Jackie >> ribatté il suo doppelgänger con voce cantilenante << Non vorresti sapere che fine ha fatto il Jamie del MIO universo? >>
Di fronte al suo sorriso disturbante, la Leggenda rabbrividì dalla punta dei piedi fino alla radice dei capelli, gli occhi pieni di angoscia premonitrice.
<< Visto che fremi dalla voglia di scoprirlo... >> continuò Cold, mentre la sua espressione si faceva sempre più maniacale << be’… eccolo lì. >>
E, detto questo, indicò proprio oltre le spalle di Jack. Questi girò la testa di scatto... e si bloccò.
Il Generale Fearling era appena entrato nella stanza. Tra le mani corazzare, reggeva il sacco contenente i vari frammenti di Crogiolo.
Ancora una volta, Jack si sentì come se stesse annegando nell'acqua gelida. Ma questa volta era diverso: questa volta… fu come se tutti i suoi sforzi per tornare in superficie fossero vani, come se qualcuno lo stesse personalmente affogando.
<< No... >> boccheggiò << No! >>
<< Sì! >> ribatté Cold, battendo ambe le mani in un sonoro rintocco << Ecco il tuo piccolo Jamie! Andato, corrotto, trasformato in uno psycho zombie su misura, il cui unico scopo è quello di portare paura e distruzione nel multiverso. >>
Compì alcuni passi in avanti, fermandosi solo quando si trovò proprio affianco alla figura dello spirito.
<< Il primo Fearling dai tempi della Dark Age! >> esclamò estatico, prima di stringersi nelle spalle << Pitch pensava che fosse il modo più poetico per spegnere l'ultima luce. Personalmente, mi ritrovo d'accordo. È tutto così meravigliosamente ironico! >>
<< Tu... t-tu... hai lasciato Jamie... hai permesso che... >>
<< Ehi, non guardarmi in quel modo >> lo interruppe l’oscuro spirito, il volto adornato da un'espressione corrucciata. << L'ho scoperto solo molti anni dopo, ormai il marmocchio era bello che spacciato. Io mi sono solo occupato della sorellina... >>
La reazione di Jack fu praticamente istantanea.
Un urlo titanico squarciò il silenzio della catena di montaggio, seguito da un esplosione di neve e ghiaccio.
 
                                                                                                                       * * *  

Nel mentre la battaglia imperversava nella fabbrica, Pitch Black scivolò elegantemente lungo il pavimento dell'Osservatorio.
Il suo corpo sembrava fluttuare a pochi centimetri dalle assi, mentre i vari Fearlings facevano del loro meglio per non incappare nel suo percorso.
Con una sicurezza guadagnata da anni e anni di vittorie sulle forze avversarie, l'Uomo Nero camminò con passo lento e marcata fino al lato opposto della stanza, laddove Merida era impegnata a duellare con alcune delle sue creature.
Inconsapevole dell’oscura presenza, la ragazza affondò la spada nel cranio di una mantide, riversando copiose quantità di sabbia nera ai propri piedi.
E fu in quel momento… che un'ombra calò su di lei. Si girò rapidamente, trovandosi a fissare dritta nelle pupille dorate di Pitch.
<< È un momento inopportuno? >> domandò lo spirito, con un sorriso agghiacciante.
Merida sussultò, facendo letteralmente un balzo all'indietro, mentre alla vista del loro signore le creature si diradarono e andarono a concentrarsi sugli altri presenti.
La principessa sentì il proprio animo scosso dalla paura e dall’attrazione provocatale dalla presenza dell’Uomo Nero. Cercò con tutta sé stessa di resistere, di ricacciare indietro il terrore e attingere al coraggio e all'audacia che la caratterizzava.
<< Stai indietro! >> ringhiò attraverso i denti. Al contempo, fiamme blu si levarono dalle sue braccia, ardendo inquiete.
A quella vista, le pupille del Re degli Incubi sembrarono brillare di cupo interesse.
<< Affascinante >> sussurrò nella cacofonia degli scontri << Non avevo idea che l'essenza del mio potere potesse essere usata in questo modo da voi mortali. Paura fatta a immagine e somiglianza del fuoco che ti brucia dentro. Impetuoso… e magnifico. >>
Puntò un dito ossuto verso la rossa.
<< Tu, mia cara principessa… sei un vero miracolo. Se le circostanze fossero diverse, ti avrei sicuramente offerto un posto tra le fila della mia armata. >>
<< Ho già visto di cosa è capace la tua armata >> sibilò Merida, i pugni serrati attraverso il fuoco che le avvolgeva la pelle << Non potrei mai farne parte! >>
<< Ah, sì, mi ero quasi dimenticato del nostro... incontro telepatico >> ribatté Pitch, mentre il suo sorriso cominciò ad allargarsi << È stato solo per pochi secondi, ma sono riuscito comunque a scrutare molte cose interessanti nella tua piccola testolina. >>
Detto questo, si picchiettò la tempia.
<< Hai così tante responsabilità, giovane principessa. Puoi ingannare gli altri con il tuo atteggiamento spavaldo… ma non me. Tu hai paura, non è vero? Paura di fallire… di non poter soddisfare le aspettative dei tuoi genitori… di tua madre. Paura che un giorno tornerà tutto come una volta, quando non eri altro che una merce di scambio per accrescere il potere del tuo regno. Quando eri debole… e sola... >>
Merida sgranò gli occhi, trattenendo a stento un altro sussulto: quelle parole l'avevano colpita al cuore come una pioggia di frecce avvelenate. Non poteva nasconderlo… non ne era in grado.
<< N... no... >> sussurrò piano << mia madre è cambiata, non potrebbe mai... >>
Pitch scoppiò in una fragorosa risata, un trillo acuto e gutturale che riecheggiò per tutta la stanza come un colpo di pistola.
<< Credi davvero che i tuoi discorsi sulla libertà di scegliere siano riusciti a cambiare qualcosa? Questa... è la preghiera di un'infante! >>
Compì un passo in avanti, e l'ombra che circondava la principessa sembrò crescere di dimensioni.
<< Credi davvero di meritare il trono, piccola principessa? Hai mentito a tua madre, a tuo padre... al tuo stesso popolo, e per poco non hai causato la distruzione del regno che avresti dovuto proteggere. Fingi di essere diversa da persone come me, di avere un tuo codice... per espiare gli orrori commessi, ma sono una parte di te! E non ti lasceranno mai! >>
Ormai la ragazza era completamente pietrificata. Le parole di Black avevano risvegliato in lei colpe e ricordi che ormai credeva di aver seppellito da tempo, e i timori legati ad essi furono ulteriormente amplificati dal frammento che si agitava dentro di lei.
La mano del Signore degli Incubi scattò in avanti, afferrandola per il collo.
<< Non temere, piccola principessa, non morirai. Non subito, almeno… prima ti torturerò lentamente, interiormente… in tutti i modi che temi! E quando la tua mente sarà ridotta ad un guscio vuoto... solo allora ti sveglierò il tempo necessario per comprendere il mio operato. E quando avrai esalato il tuo ultimo urlo… sarà in quel momento che porrò fine alla tua vita! >>
Ma ecco che un paio di fruste d’oro sbucarono alle spalle dell’Uomo Nero: la prima si attorcigliò attorno al collo dello spirito, mentre l'altra lo avvolse per i polsi.
Boccheggiando, Merida approfittò di quell'istante per liberare una vampata e sgusciare via.
La sua fuga venne coperta dall’arrivo tempestivo di Sandman, Dentolina, Calmoniglio e Nicholas Nord, schierati l'uno accanto all'altro. Assieme a loro spiccavano le figure di Rapunzel, Maui e Jack Skellington.
<< Non cambi mai, vero, Black? >> commentò Calmoniglio, gli occhi iniettati di furia << A qualsiasi universo tu appartenga, hai la fastidiosa tendenza ad essere più logorroico di una marmotta. >>
Pitch si limitò a sogghignare, passando brevemente lo sguardo su ciascuno dei soccorritori: non sembrava per nulla preoccupato dalle frusta avvinghiate attorno a lui.
<< Oh, temo che tu sia in errore, caro il mio Pooka >> sogghignò, accentuando in modo sprezzante la razza della Seconda Leggenda << Credimi… non hai mai affrontato NIENTE come me! >>
E, dopo aver pronunciato tali parole, fece forza sui polsi e spezzò in due il primo filamento dorato, come se niente fosse.
Sandy non ebbe nemmeno la possibilità di manifestare la sua sorpresa: con la mano destra, Pitch afferrò la seconda frusta e tirò il Guardiano verso di sé, per poi colpirlo con una forte ondata di sabbia nera.
Il corpo minuto della Leggenda venne scagliato contro la parete opposta della stanza, producendo un sonoro tonfo.
<< Sandy! >> esclamò Rapunzel, visibilmente preoccupata per lo stato del suo compagno d’armi.
Corse verso di lui con l’intenzione di soccorrerlo, mentre Calmoniglio e Dentolina la coprivano, lanciando contro l'avversario una combo di boomerang e piume affilate.
In risposta a quegli attacchi, Pitch alzò la mano destra, sollevando un muro di sabbia nera di fronte a sé.
La parete sembrò assorbire le armi avversarie come una spugna, trasformandole in oscure frecce acuminate… e poi, procedette a scagliarle contro i loro proprietari.
Nord intervenne all'istante per cercare di deviarne il più possibile con rapidi fendenti e colpi roteanti delle spade, subito affiancato dalla Fata del Dentino. Al contempo, la raffica di proiettili iniziò a crescere d’intensità.
Calmoniglio spiccò un balzo per schivarle, e l’attimo dopo direzionò un calcio rotante dritto al volto dell'oscuro spirito. Con grande sorpresa del Pooka, Pitch fu rapido ad afferrargli la zampa e lo scaraventò contro Babbo Natale e Dentolina.
Con la coda dell’occhio, l’Uomo Nero notò Maui che correva a passo veloce verso di lui.
Il Re degli Incubi si voltò a fissarlo…E lo attese.
Levò una mano di fronte a sé e sparò un fiotto si sabbia nera. Il semidio reagì d’istinto: evitò l’attacco e balzò in avanti. Alzò l’amo magico verso il volto dell’uomo…ma invece di sentire la carne, incontrò la resistenza di un corpo molto più solido.
Pitch aveva issato la sua falce. Entrambe le armi stridettero, mentre il l’uomo si scostò di lato e colpì Maui con un poderoso pugno allo stomaco.
Era veloce. Molto veloce, a dire il vero.
Il polinesiano finì all’indietro per l’impeto dell’assalto, ma riuscì a mantenersi in equilibrio. Si voltò d’istinto, perché non sapeva niente di scherma ma sapeva tutto del desiderio di uccidere, e infatti Pitch tentò di affondargli la lama nella schiena.
Maui si lasciò cadere e la falce gli passò davanti al viso come una ghigliottina. Fatto questo, si protese in avanti e, nello slancio, strinse i pugni e tento di colpirlo una, due, tre volte… ma invano. Pitch evitò ogni assalto con una facilità disarmante, usando movimenti agili e aggraziati.
A un certo punto, afferrò l’ennesimo pugno del semidio e piazzò un palmo aperto sul suo stomaco, riversando contro di lui un torrente di sabbia nera.
Maui sbatté violentemente contro la parete dell’Osservatorio ma riuscì a mantenersi in piedi.
Volse in direzione dello spirito un’espressione di pura collera. Ora, il suo animo era invaso da una sete di battaglia che fino a quel momento era stata riservata solo ai pochi mostri che aveva affrontato nel corso dei secoli.
Non si sarebbe fermato finché non avrebbe visto Black devastato sotto i suoi colpi. Non era stanco. E non lo sarebbe stato per un po’. Non aveva paura, poiché lui non avrebbe mai potuto averne.
Era Maui, semidio del vento e del mare, eroe degli uomini e delle donne, colui che aveva affrontato innumerevoli orde di demoni e mostri! Non si sarebbe lasciato sconfiggere così facilmente.
Ma prima che potesse contrattaccare…qualcosa lo colpì alle spalle, atterrandolo a terra.
Con la coda dell’occhio, il polinesiano si rese conto di essere stato travolto da un totale di almeno sei Fearlings. Cercò di rialzarsi...ma invano.
Per ogni creatura che riusciva a scrollarsi, un'altra prendeva il suo posto e lo inchiodava al pavimento. Era in trappola. 
Pitch sorrise soddisfatto e procedette a scansionare l’Osservatorio, in cerca di Merida.
<< BLAAAAAAACK! >> ululò una voce familiare, accompagnata da una risata folle e selvaggia.
L’Uomo Nero si voltò, trovandosi di fronte alla testa di zucca infuocata di Jack O’ Lantern.
Questi levò le braccia con un gesto teatrale, raccogliendo una coltre di fiamme rosse come il sangue. Infine, protese gli arti in avanti e generò un potente torrente di fuoco, riversandolo sull’avversario.
Al contempo, Pitch sollevò la mano destra in direzione delle fiamme… e chiuse le falangi attorno ad esse.
Il fuoco generato da Skellington cominciò ad assumere una colorazione color pece e prese a raggrupparsi sul palmo aperto dell'avversario, condensandosi in una sorta di palla nera.
Pitch chiuse gli occhi e iniziò a stringere la presa sulla sfera, e questa sembrò dissolversi nel nulla.
Lo Spirito di Halloween non poté impedirsi di spalancare la mascella infuocata, stupefatto, ma non ebbe nemmeno il tempo di fare altro che si ritrovò le ossa del collo occluse nel palmo dell’Uomo Nero.
Lui non poteva fisicamente sentire la sensazione del soffocamento… eppure, stretto nella morsa dell’oscuro spirito, sembrava che la sua parziale immortalità lo stesse tradendo.
<< Sorpreso, vecchio amico? >> lo sfotté Black. << I tuoi poteri derivano dalla paura, proprio come me. In passato, potresti essere stato abbastanza forte da affrontarmi. In effetti, lo hai fatto. O meglio, ci hai provato. E sai qual è stata la sorte della tua controparte? >>
Jack lo ignorò e si divincolò, cercando di liberarsi, ma all’improvviso avvertì un’orrida, innaturale stanchezza avvolgergli le membra: lentamente, le fiamme del suo teschio si abbassarono e andarono a raccogliersi nell’unico palmo aperto del Re degli Incubi.
Sogghignando, questi mosse le dita, facendo assumere al fuoco il colore della pece, senza staccare gli occhi da Skellington.
<< Quella di una mosca birichina rimasta intrappolata nella tela di un ragno… che si è gustato il suo pasto fino all’ultimo. >>
Pitch emise un sospiro di piacere e socchiuse le palpebre, come a rimembrare quell’evento. Poi, tornò a fissare le orbite vuote dello scheletro.
<< E anche adesso, come allora… sei solo un insetto al cospetto di un gigante, pronto per essere schiacciato! >>
L'ondata di fiamme color pece schizzò in avanti e colpì lo scheletro, mandandolo a cozzare contro la parete. Gli arti dello spirito si sparsero nell’area circostante, per poi ridursi in cenere.
Sorridendo, il Re degli Incubi riprese ad avanzare tranquillo, le braccia serrate dietro la schiena… ma ecco che si ritrovò circondato da numerose rocce affilate.
Pochi secondi dopo, una luce dorata colpì lo spirito in pieno, sollevando una densa nube di polveri e detriti.
Rapunzel fissò la coltre con apprensione, una ciocca di capelli stretta nelle mani: ce l’aveva fatta? Era riuscita a scalfirlo?
Si azzardò a fare un passo avanti per osservare meglio, ma all’improvviso dei filamenti di oscura tenebra fuoriuscirono dal fumo e l’agguantarono, sollevandola da terra.
La principessa cercò di evocare il potere del sole per distruggerli, ma questi si conficcarono nella pelle, provocandole dolore e paura come mai prima d’ora, impedendole di concentrarsi a dovere.
Si sentì trascinare a terra, giusto in tempo per vedersi palesare davanti il volto disgustato di Pitch Black.
<< E così… sei tu >> ringhiò l’Uomo Nero << la fantomatica lattante benedetta dal sole e dalla luna! E io che pensavo fosse Frost ad essere fastidioso… >>
Degli spuntoni di sabbia nera si allungarono dal terreno, puntando in direzione della ragazza.
<< Credimi, non ero venuto qui per sprecare il mio tempo con te, mia cara… ma sono costretto a constatare che tu sia troppo pericolosa per essere lasciata in vita. >>
Gli spuntoni affondarono nella carne con un gesto secco, strappando a Rapunzel pure urla di dolore.
Ma prima che potessero proseguire oltre…
FOOSH!
Un proiettile di luce bianca li tranciò di netto e Rapunzel ricadde a terra con un sonoro tonfo. Ombric si frappose all’istante tra la Principessa Perduta e il Signore degli Incubi.
<< Stai indietro, Black >> ringhiò a denti stretti, il bastone puntato direttamente al volto dello spirito. Aveva usato anche gli ultimi brandelli di magia temporale a sua disposizione… ma non per questo avrebbe lasciato che quel mostro uccidesse un’altra anima innocente.
Pitch inclinò la testa, in apparente dovertimento.
<< Ombric… sempre pronto a sacrificarti per il bene dei mortali. Non impari mai, non è vero? >> domandò retoricamente.
E prima che l’uomo potesse anche solo controbattere, sollevò un piede… e lo sbattè violentemente contro il pavimento dell’Osservatorio.
Fu allora che l'inferno sembro riversarsi nella fabbrica.
L’aria nella stanza esplose.
Erano tutti vicini: Ombric, Merida, Nord, Maui, Hiccup, Astrid, Sdentato e il resto dei combattenti.
E in quella frazione di secondo, quando il pericolo pareva temporaneamente lontano, il mondo andò in pezzi.
Sabbia nera e fiamme si protrassero dal corpo dell’Uomo Nero.
Merida si sentì volare. Udì le urla dei suoi compagni senza sapere che cosa stava succedendo…poi,il mondo divenne dolore e penombra.
Hiccup era semisepolto nel crollo della camera, colpito dal tremendo attacco.
Capì dal vento freddo che il fianco dell'edificio era esploso e un calore appiccicoso sulla guancia gli disse che stava sanguinando copiosamente.
Poi, sentì un grido lancinante che gli strappò le viscere, l'espressione di un dolore che nè le fiamme nè le maledizioni potevano provocare, e si alzò incerto, più spaventato di quanto non fosse ancora stato quel giorno.
Astrid cercava di rimettersi in piedi, in mezzo a quella devastazione, e il resto dei combattenti erano a terra, nel punto in cui la parete era esplosa.
Poco lontano, Anna afferrò la mano di Rapunzel e avanzò barcollando sopra cumuli di legno e pietra.
In quel preciso istante, la figura di Pitch si fece strada tra le ombre. Ammirando la propria opera, cominciò a incamminarsi lentamente verso Merida.
<< FERMO! >> urlò una voce maschile, seguita dallo sfrigolio di una lama infuocata che si frappose alla camminata dell'Uomo Nero.
Hiccup la sorreggeva con entrambe le mani, gli occhi verdi assottigliati e intrisi di pura determinazione. Il capo di Berk era completamente da solo, senza il proprio drago e senza la moglie al suo fianco.
<< Hicc, no...! >> gli gridò Astrid, incapace di muoversi a causa del dolore e della stanchezza.
Black si limitò ad inarcare un sopracciglio, apparentemente divertito dall'azione del vichingo.
<< Hai intenzione di affrontarmi da solo, ragazzo? >> domandò con voce beffarda << Credi davvero di poter riuscire laddove esseri molto più potenti di te hanno fallito? >>
<< Non voglio combatterti >> replicò Hiccup.
La sua espressione era rimasta invariata, ma il tono si era fatto vagamente più morbido.
Il Signore degli Incubi inclinò appena la testa di lato e prese a scrutare il ragazzo con curiosità.
<< Oh? Allora dimmi, giovane Haddock, quali sono le tue intenzioni? Stai forse cercando d'interpretare la parte del martire? >>
<< Sto cercando di capire il perché >> proseguì il giovane, senza staccargli gli occhi di dosso << Da quando sono rimasto coinvolto in questa storia, ho dovuto rivalutare ogni mia convinzione. Sono sempre stato un tipo, come dire... molto riflessivo e con i piedi per terra. Non che per me il sovrannaturale fosse inaccettabile, ho fede nella potenza degli dèi, dopotutto, e soprattutto nel fatto che abbiano stabilito un ordine naturale delle cose. Per questo riesco ad accettare l'idea che ci siano forze inferiori a loro che governano vari aspetti della realtà. Ma tu, Pitch Black... sei fuori da questo tipo di schema. Non riesco a capire... perché? >> ripeté ancora una volta << Ciò di cui ti occupi non è sbagliato di per sè, lo hai detto tu stesso. La paura è necessaria ad aiutarci, a difenderci... migliorarci. Ma tu... non fai nulla di tutto questo. Tu non costruisci, pensi solo a distruggere! Tu consumi fino al midollo qualsiasi cosa. Perché? Che scopo ha tutto questo? Che senso ha... che senso ha tutta questa distruzione, questa sofferenza?! Anche Skellington fa quello che fai tu. Porta paura e terrore nel mondo, ma non fa del male a nessuno! Perché tu sì, invece?! >>
Pitch Black rimase completamente fermo e immobile, il volto ora adornato da un’espressione impassibile. Scrutò il giovane vichingo con una tale intensità che, per un attimo, questi credette che sarebbe rimasto ustionato dalla potenza che si celava dietro quegli occhi gialli e inquietanti.
Passato quasi un minuto buono, lo spirito prese un respiro profondo.
<< Sai… ci sono circa sette miliardi di persone su questo pianeta. E quasi ognuna di loro arranca per arrivare a fine giornata e poter vivere serenamente, a dispetto di tutte le avversità >> esordì con tono calmo e controllato, senza mostrare il minimo segno di minaccia o aggressività.
<< Ma dopo tutti i sorrisi, le strette di mano, le pacche sulle spalle, e le risate allegre e false… dopo le promesse condizionate, e le amicizie acquisite… dopo le ricompense equivoche ed elusive, le minacce velate: dopo tutto questo, sai cosa li aspettala ogni notte, poco prima che vadano a dormire? La paura >> sussurrò, suscitando un allargamento delle pupille ad opera del ragazzo << La paura, nell'odore della carta stampata, o nel brusio della radio, o in una trasmissione televisiva… che un giorno potrebbero svegliarsi e scoprire che ciò che hanno fatto non era abbastanza. Che tutto il loro mondo crollerà, senza che abbiano la possibilità di salvarlo. >>
Sollevò la mano destra e creò un piccolo vortice di sabbia nera fra le dita.
<< La paura governa il genere umano, caro il mio ragazzo. Il suo è il più vasto dei domini. Non c'è nulla nel creato più abbondante della paura. Come forza modellatrice è seconda solo alla natura stessa >> continuò, mentre sorrideva con affetto al cumulo di granelli color pece << Vedi, è proprio questo che differenzia me e Skellington. Per lui, la paura non è altro che una forma d’arte. Ma per me… è la massima esaltazione di ciò che fa girare il mondo. >>
Rivolse la propria attenzione nei confronti del vichingo.
<< La natura… è conflitto. La paura… genera conflitto. La paura È conflitto reso manifesto. È natura allo stato puro. È vita. IO… sono la vita >> disse con voce molto più profonda, accompagnato da un ghigno estatico.
Compì un passo in avanti, sovrastando il ragazzo con la sua ombra immensa.
<< Fa tutto parte del grande balletto cosmico, bambino. E io? Be’… voglio solo essere il direttore d’orchestra >> terminò, mentre rievocava la sua fidata falce tra le mani << Voglio essere la star della serata. E per quanto mi riguarda…penso sia arrivato il momento di far calare il sipario! >>
Hiccup deglutì, sentendo addosso tutto il peso di quelle parole e dell'aura malefica che ne derivava. Tenne alta la lama, illudendosi di poter proteggere Merida.
<< No… la vita... la vita non può ridursi solo a questo! Non può essere solo questo! >>
<< Perché no? >> sogghignò Pitch, mentre sollevava la falce, preparandosi a colpire << Dopotutto, caro il mio ragazzo, lo scopo della vita è uno solo: finire! >>
E, detto questo, calò lama e colpì violentemente quella del vichingo. La forza d'urto risultante fu abbastanza forte da scansare l'esile figura dell'avversario, mandandola a schiantarsi affianco a quella di Astrid.
Senza più ostacoli, Black volse il suo sguardo malevolo in direzione di Merida.
<< Dov'eravamo rimasti, principessa? >>
La ragazza, a quel punto, decise di giocarsi il tutto per tutto. Urlò… e concentrò tutta la propria disperazione, odio, rabbia e rancore per quell'uomo nei suoi poteri, liberandogli contro un immenso vortice infuocato.
Pitch non si lasciò intimidire ed evocò uno scudo di sabbia nera nella mano sinistra: il torrente di fiamme non provocò danni visibili alla protezione dell'Uomo Nero, che continuò ad avanzare con passo implacabile.
Una volta che fu a solo pochi centimetri dalla ragazza, alcuni tentacoli neri si protrassero da sotto la sua veste, avvolgendole il corpo e bloccandole i polsi.
<< Be’, è stato divertente >> commentò lo spirito, mentre estraeva un globo di neve dalla tonaca e lo utilizzava per aprire un altro portale. << Ma temo sia arrivato il momento di chiuderla qui. >>
Merida si divincolò animatamente, nel tentativo di liberarsi. Purtroppo per lei, la presa dello spirito era troppo forte.
All’improvviso, scorse un movimento alle spalle dell'Uomo Nero.
Prima che quest'ultimo potesse fare qualsiasi altra cosa, la principessa sbottò a pieni polmoni: << Idiota! >>
Black sbatté le palpebre, palesemente spiazzato da una simile dichiarazione. Tuttavia, la rossa non gli diede nemmeno il tempo di controbattere.
<< Sei un pezzo di merda! Un grandissimo, lurido, schifoso verme bastardo! Vai in giro conciato come se fossi mio nonno! Sì, proprio così, pazzoide con i capelli drizzati! Chi cavolo è il tuo parrucchiere!? Fai schifo! E non sei nemmeno tanto spaventoso come appari, sei solo un idiota egocentrico, egomaniaco e megalomane! >>
Pitch strinse gli occhi, il volto contorto da un'espressione visibilmente stizzita.
<< Non è saggio insultarmi, ragazzina >> sibilò attraverso i denti.
Merida fece per aprire di nuovo bocca, pronta a inveire ulteriormente. Non ne ebbe la possibilità.
L’Uomo Nero evocò un pugnale di sabbia nella mano destra... e si voltò di scatto, affondandolo nel petto della persona che aveva appena cercato di colpirlo alle spalle: Elsa.
La donna si bloccò, un braccio sollevato a mezz'aria e reggente tra le dita una lancia di ghiaccio.
<< E nemmeno cercare di prendermi di sorpresa >> continuò il Signore degli Incubi, le labbra ora arricciate da un sorriso beffardo.
Elsa rimase completamente immobile, così come ogni altra persona presente nell’Osservatorio.
Lentamente, Anna e Rapunzel si portarono ambe le mani alla bocca… e fu in quel momento, che un urlo di dolore fuoriuscì dalla bocca del Quinto Spirito.
  
                                                                                                                         * * *

L’attacco di Jack era stato abbastanza potente da congelare qualunque cosa si trovasse nella catena di montaggio.
Il Generale Fearling fece appello ad ogni oncia di forza che aveva in corpo per liberarsi dallo spesso strato di brina che lo ricopriva. Fatto questo, volse rapidamente lo sguardo in direzione di Cold, steso a terra in seguito alla sfuriata del suo doppelgänger.
<< Stiamo solo perdendo tempo >> ringhiò l’incubo vivente, mentre estraeva un globo di neve e procedeva ad aprire un portale.
Cold si limitò a gemere.
<< Ugh, avevo dimenticato quanto potesse essere emotivo >> borbottò a denti stretti, mentre si rimetteva in piedi e scrocchiava il collo un paio di volte << Non che la cosa mi dispiaccia. Dopotutto… è la ragione per cui ci lascerai andare. >>
<< Scordatelo >> sibilò Jack, mentre usciva dalla coltre di nevischio << Non lascerò che Jamie rimanga in quelle condizioni, non se posso evitarlo. Puoi giocare quanto ti pare sui miei sensi di colpa, ma lo riporterò indietro! >>
<< Oh, ma non stavo parlando del tuo piccolo amico >> sogghignò malignamente l’oscuro spirito << Bensì… di LEI! >>
Lo Spirito dell’Inverno si bloccò di scatto, completamente spiazzato e colto di sorpresa.
<< Cosa? >>
Il sorriso sul volto di Cold si fece più pronunciato. << Pensavi davvero che non me ne sarei accorto? Il modo in cui la guardavi, durante la nostra prima scaramuccia nella foresta... >>
Si portò una mano al volto, abbagliando una risata graffiante.
<< Avevi occhi solo per lei, era così adorabile! Oh, non preoccuparti, non ti sto giudicando. E vuoi sapere il perché? >>
Jack strinse i denti, incapace di proferire parole. Al contempo, il suo doppelgänger lo indicò con fare teatrale.
<< Perché è perfetta per uno come te! >> esclamò con voce estatica. << Una maniaca del controllo… e lo spirito che non vuole essere controllato. Andresti all'inferno per lei, posso vederlo… e lei farebbe lo stesso per te. >>
E fu in quel momento… che un urlo di dolore riecheggiò per tutta la lunghezza della base. Un grido distintamente femminile… e molto familiare alle orecchie del Guardiano.
Cold si portò una mano alla tempia.  << Oh… e ora si comincia! >>
<< ELSA! >>
Questa volta, il grido venne dalla bocca del Quinto Guardiano, pieno di preoccupazione e terrore.
<< Lo senti, Jackie? >> arrivò la voce graffiante di Cold, alle sue spalle. << QUESTO è il suono del tuo guinzaglio che viene tirato. Corri, Jackie, corri! >>
La gola di Frost venne invasa da un groppo di orribile anticipazione. L'istante dopo, strinse il bastone fra le mani e volò via, dritto verso la voce.
Cold osservò il tutto con il suo ghigno intramontabile.
<< Aiutami, Jack, aiutami! >> esclamò ad alta voce, simulando una cadenza femminile.
Fatto questo, scoppiò in una risata che rasentava la follia più pura.
<< Sul serio, certe volte mi faccio morire… specialmente quando penso a far morire gli altri! Eh?! >>
Si voltò verso il Generale, il volto adornato da un'espressione colma d'aspettativa.
Ma quando il Fearling non diede alcun segno di voler argomentare, schioccò la lingua con evidente fastidio.
<< Tutti critici >> sussurrò imbronciato, mentre attraversava il portale assieme all'incubo vivente.
 
                                                                                                                          * * *   

Accettando il suo destino senza riuscire a crederci, Elsa fissò il viso di Pitch. Non c’era niente da vedere… solo l’oscurità sotto forma di un volto: sconosciuto, folle, crudele.
Le ginocchia le cedettero, mentre uno strato di brina cominciò a protrarsi attorno a lei. Pitch ritrasse il pugnale e il Quinto Spirito rimase lì, immobile, ancora per un momento.
Con la coda dell’occhio intravide la figura di Anna… e una ridda di ricordi le affollò la mente. Parole che avrebbe voluto dire e altre che si era pentita di aver pronunciato. Sembrava tutto svanito, ormai, perduto in un istante. Poi, la sua mente precipitò nell’oscurità… e venne inghiottita dall’abisso.
Il corpo della donna cadde sul pavimento con un tonfo, proprio mentre Jack spalancava le porte che conducevano all’Osservatorio.
Lo spirito atterrò sul pavimento della stanza… e si bloccò.
I suoi occhi si posarono sulla figura esanime di Elsa, e un urlo silenzioso cominciò a farsi strada dentro di lui.
Al contempo, Pitch attraversò il portale con una Merida che tentava inutilmente di liberarsi, rapidamente seguito dai suoi servi.
E quando il vortice di luce scomparve… nell’intera fabbrica calò un silenzio inesorabile. Poco dopo, le urla di Anna risuonarono per tutta la banchisa artica.
 
 


 
Sì… ehm… vi avevamo detto che cominciava l’angst, no?
Mica potevano continuare a vincere i buoni. Certo, con questo capitolo è come se non avessero vinto nemmeno una volta, visto che Pitch ha preso tutti i frammenti… ma, ehi, almeno hanno ritardato la distruzione dell’Intero Multiverso! Per ora…
E si, il Generale Fearling è Jamie, il primo credente di Jack… ed è anche il primo umano che Pitch trasformò in un Fearling, dopo aver sconfitto i Guardiani.
E sì… Elsa è stata appena pugnalata. Qui non vi anticipiamo niente, perché siamo cattivi.
E tutti i personaggi sono stati brutalmente mazzolati… pure Pascal… e Merida è nelle mani di Pitch e Cold… la situazione non è mai stata così grave, in poche parole.
Per chi se lo stesse chiedendo, Jack ha citato Gandalf durante la sua battaglia con Cold, cosa che non è certo passata inosservata al doppelgänger.
Nel prossimo capitolo vi aspetta una bella sorpresa. Per cui… alla prossima!
  
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