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Autore: Eternity_Hook    10/06/2020    0 recensioni
Nessuno dei due aveva la più pallida idea di come cavolo fosse successo.
Un attimo prima si erano trovati a conversare tranquillamente, seduti sul divano e poi... Poi dovevano essersi addormentati o cose del genere e per concludere si erano trovati con il culo a terra, circondati da facce sconosciute.
Usagi rimase paralizzato per diversi istanti, sentendosi fissato in maniera parecchio opprimente, guardando tutte le figure che lo circondavano, tenendo d'occhio anche Misaki che, al suo fianco, aveva un espressione alquanto strana.
Espressione che cambiò di botto neppure dopo qualche secondo, diventando un sorriso a trentadue denti di un genere che l'uomo non aveva mai visto sul volto del suo ragazzo, cosa che lo lasciò perplesso a dir poco.
Ma ancora più scioccato divenne quando il castano dagli occhi verdi spalancò le braccia, gettando fuori un -Pastaaaa!- a gran voce, completamente fuori luogo.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akihiko Usami, Misaki Takahashi
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: veeeh~ Daisuki

Serie: Junjou  romantica

Tipo: Crossover  + Out Character

Ship: Usagi x Misaki

Genere: yaoi

Tema: Hetalia

Ratings: arancio aragosta 

Richiesta da: saravaretto

Parole: 1104

~Ω~

Nessuno dei due aveva la più pallida idea di come cavolo fosse successo.
Un attimo prima si erano trovati a conversare tranquillamente, seduti sul divano e poi... Poi dovevano essersi addormentati o cose del genere e per concludere si erano trovati con il culo a terra, circondati da facce sconosciute.
Usagi rimase paralizzato per diversi istanti, sentendosi fissato in maniera parecchio opprimente, guardando tutte le figure che lo circondavano, tenendo d'occhio anche Misaki  che, al suo fianco, aveva un espressione alquanto strana.
Espressione che cambiò di botto neppure dopo qualche secondo, diventando un sorriso a trentadue denti di un genere che l'uomo non aveva mai visto sul volto del suo ragazzo, cosa che lo lasciò perplesso a dir poco.
Ma ancora più scioccato divenne quando il castano dagli occhi verdi spalancò le braccia, gettando fuori un -Pastaaaa!- a gran voce, completamente fuori luogo.
Le figure attorno a loro, appena accadde, presero a parlare.
-Ma é quindi tipo un cugino di Italia?- fece con espressione perplessa uno di essi, il quale aveva i capelli neri, corti e palesemente era giapponese, cosa che si notava perfettamente dai lineamenti.
-A me non sembra. Mi ricorda più un tuo parente- ribatté energicamente invece un biondino che fieramente sfoggiava un sorriso soddisfatto.
-Non credo che abbia parenti che urlino "Pasta" ventiquattr'ore su ventiquattro- ribatté un altro, il quale si faceva notare per delle stranissime sopracciglia che, detto ciò, si mise quasi istantaneamente a litigare con un altro ragazzo dai capelli lunghi e biondi con un cenno di barba.
Generi di discussione di questo tipo continuarono per una decina di minuti, ma quei tentativi erano solo di sfondo ad un improvviso Misaki che, di colpo, aveva letteralmente abbracciato il braccio di Usagi, strattonandolo frequentemente, tanto che l'altro, completamente atterrato dall'atteggiamento impossibilmente innaturale del compagno, si era ritrovato ad arrossire come un peperone, agitando l'arto di tutta risposta, troppo imbarazzato per dire qualcosa.
E sinceramente non ci credeva nemmeno lui, se doveva dirlo! Insomma, lui non era mai, mai e mai imbarazzato di solito con il ragazzo dagli occhi smeraldini.
Ma allora perché? Perché in questo momento non riusciva a smettere di arrossire e agitare il braccio cercando di staccarlo come se fosse questione di vita o di morte? Quasi non volesse che Misaki lo vedesse imbarazzato per lui? 
Chi poteva saperlo.
In cambio, l'altro aveva preso a strofinare il capo contro la stoffa della sua camicia, iniziando ad asserire degli strani -Veh, veh!- con un espressione pacifica da far paura, quasi stesse strofinandosi contro un cane.
Per riassumere, la situazione stava a dir poco degenerando, diventando di un preoccupante da far prendere chissà quanti accidenti al più grande che, semplicemente, tra ansia, tremenda vergogna per il suo stato facciale che sembrava andargli a fuoco, neanche fosse su una pentola, ed il non saper che fare per potersi staccar di dosso l'altro -Il quale sembrava e soprattutto stava avvicinandosi ad ogni stramaledetto istante un po' di più!- iniziava a sentire qualcosa di totalmente involontario ed inaspettato che iniziava a spingere a bassoventre.
Forse era dovuto al fatto che Misaki gli si strusciava addosso come un gatto, forse perché il suo odore gli inondava le narici come una droga, forse perché la situazione scomoda poteva soltanto diventare ancora più scomoda... Insomma, non ne aveva la più pallida idea!
L'importante era che nel momento esatto in cui se ne accorse, fece per nasconderlo con entrambe le braccia, ma tentandovi non aveva calcolato che Misaki si sarebbe mosso con esso, attaccato come la colla com'era, anche perché non sembrava volersi staccare e probabilmente anche se costretto a strisciare a terra, non lo avrebbe proprio fatto!
E ciò decisamente portò ad un castano che se ne stava davanti a lui, con il volto sempre appiccicato al suo arto e in generale che distava ben poco dall'erezione involontaria.
E generalmente se fosse stato a casa, su un letto, da solo con Misaki, con una mentalità interamente sua -Sí, perché ormai si era pienamente reso conto che, no, quella non era la sua mentalità, non aveva idea del perché adesso la mentalità che aveva si imbarazzasse in questa maniera, ma non aveva importanza- probabilmente non gli sarebbe dispiaciuto...
Ma... Così? Davvero? In questo momento? In questo posto super affollato di sconosciuti che sembravano decisamente fuori di zucca? 
E dovevano esserlo, fuori di zucca, anche perché continuavano sottovoce a paragonare lui è Misaki, di colpo, a Germania ed Italia.
La cosa lo turbava alquanto: li paragonavano a degli Stati? Non aveva senso, davvero.
E poi c'era perfino da aggiungere che Misaki non era... Non era neppure lui il Misaki che conosceva! A testimoniarlo vi erano quei 'Veh!' che si susseguivano a ripetizione mentre gli stritolava il braccio, neanche fosse un giocattolo.
-Veh, Veh! Usagi! Veh-
"Ecco, appunto" pensò difatti il più grande, agitandosi per l'ennesima volta, ma non piú nella stessa maniera svolta in precedenza, cosa dovuta al pacco a sorpresa che  spuntava in mezzo alle sue gambe.
Doveva proprio una fissa per quel termine, questo si disse, prima di trovarsi a sospirare appena e soprattutto a sentirsi improvvisamente fissato dai due occhioni verdi del partner che gli sorrideva amorevolmente: forse troppo, tanto che bastò a dare il colpo di grazia sia al suo membro che si innalzò definitivamente, prendendo a pulsare e spingere nei boxer con ben poca capacità di controllo, sia alla sua faccia imporporata che ormai era dipinta dalla fronte fino alle orecchie, risultando parecchio simile ad una fragola matura.
-Veh, veeeh~ Daisuki- fece il castano con un tono cosí bambinesco e dolce al tempo stesso da far sussultare il più grande che, proprio in quell'istante, si svegliò di scatto sul divano, con la TV accesa che mostrava scene di una serie Anime di nome Hetalia -cosí se ne accertò, vedendo tramite un tasto del telecomando- notando una stranissima familiarità tra i personaggi di quella serie e... Beh... Quelli del suo sogno.
Affianco a lui vi era Misaki, anche lui addormentato, con un leggero accenno di bava che gli colava dalla bocca e con un adorabile sorriso stampato sulle labbra, cosa per cui si ritrovò a lasciargli un bacio veloce su di esse, ridacchiando per la stranezza generale e portando il minore a mugugnare appena, aprendo le palpebre all'attacco inaspettato.
Borbottò parole incapibili che vennero subito zittite dall'approfondire con un secondo bacio, mentre Usagi andava a slacciargli la maglia, gettandola di lato ed accarezzandogli il petto nudo e giocherellando con i suoi capezzoli, rigirandoli tra i polpastrelli, portandolo così ad ansimare pesantemente: dopotutto l'erezione non era stata un piccolo dettaglio del sogno e basta.
C'era, fastidiosa e pulsante e decisamente lui non poteva ignorarla.

 

 
   
 
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