3- Club
Maiko lo aveva portato a iscriversi al club, mostrandogli la stanza dove si ritrovavano. Era piccola, provvista degli strumenti necessari per dipingere.
-Tutti i mercoledì pomeriggio e i venerdì dopo le quattro e mezza, fino alle sei e mezza.- Mirko alzò una mano.
-Parla più lentamente, per favore.- Doveva ancora abituarsi e Maiko aveva iniziato a parlare molto più rapidamente di quella mattina.
-Scusami... è che qua non si iscrive quasi nessuno, quindi sono felice.- Mirko le sorrise appena, guardando la stanza.
Alcuni dipinti erano appesi alla parete, i nomi dei membri erano scritti su un foglio.
Tra i vari nomi gli apparve un “Kaito” e per un attimo ripensò al ragazzo di quella mattina... sospirò, togliendoselo dalla mente. Sicuramente era qualcun altro, in fondo Kaito era un nome molto comune, no?
-Grazie. Io torno a casa.- Le disse, salutandola e uscendo dalla stanza.
Maiko lo seguì sin fuori dall'istituto, salutando alcuni ragazzi che Mirko non conosceva.
-A domani!- Gli disse, notando il passo veloce del ragazzo, che si limitò a salutarla con la mano.
Mirko si diresse verso la metro e si fermò a fare l'abbonamento, quindi, tornò a casa, raggiungendo l'appartamento poco dopo l'una. Il primo giorno l'orario delle lezioni era la metà, già dal giorno dopo avrebbe iniziato a uscire più tardi e a dover mangiare là.
Tornò a casa che sua madre non era ancora rientrata, quindi si mise a cucinarsi qualcosa di veloce, finendo di mangiare verso le due.
Dopo pranzo si chiuse in camera e iniziò a sfogliare un fumetto sopravvissuto al trasferimento.
Verso le tre e mezza sentì la porta di casa aprirsi.
-Mirko?- Sua madre lo chiamava.
-Ciao.- Uscì di stanza per salutarla.
-Com'è andata?- Gli chiese, mentre si toglieva la giacca e andava a preparsi un thè.
-Bene. Mi sono iscritto a un club.- La madre sorrise, girandosi verso il figlio.
-Ottimo. Quano li inizi?- Mirko sospirò.
-Mercoledì.- Fu in quel momento che realizzò che avrebbe iniziato nel ngiro di due giorni.
Alzò gli occhi al soffitto, mentre la madre finiva di preparava il thè.
-Molto, molto bene.- Quindi, si sedette a prendere il thè, indicando anche al figlio una sedia.
-Vuoi?- Mirko annuì, sedendosi davanti alla sua tazza
-Domani tornerò più tardi. Cucini tu?- Annuì, finendo il suo thè.
-Quando torni?- Chiese, mentre lavava la sua tazza.
-Penso di tornare dopo le sette.-
Il resto della giornata passò con sua madre che uscì verso le cinque per fare la spesa e lui che guardò la televisione.
Il girono dopo passò tranquillamente, i contatti con i suoi compagni di classe rimasero minimi, ogni tanto scambiava qualche parola con Maiko, ma anche con lei i dialoghi erano ridotti al minimo. Pranzò con lei e altri ragazzi.
Fu lì, mentre mangiavano, che si avvicinò a loro il ragazzo del giorno prima, Kaito.
-Ciao!- Quindi si conoscevano.
-Ciao, Kaito. Lui è nuovo.- Iniziò Maiko, indicando Mirko.
-Lo so. Ci siamo incontrati ieri.- Disse il ragazzo, mentre teneva il suo vassoio col cibo in mano.
-Quindi hai già conosciuto mio cugino?- Chiese Maiko a Mirko, il quale rimase sorpreso dalla parentela.
-Già...- Si limitò a rispondere.
-Anche lui fa parte del club di arte.- Spiegò Maiko.
Mirko alzò gli occhi al cielo.
Come temeva.
-Anche tu? Ottimo!- Disse Kaito.
Dopo due giorni la sua comprensione del giapponese era diventata più fluida, riusciva a star loro molto più dietro.
-Già...- si limitava ai monosillabi.
-Io faccio parte di più di un club. Anche quello di nuoto.- Ammise Kaito.
Come immaginava era molto socevole.
-Va beh, io vado.- Kaito si allontanò col suo vassoio e raggiunse altri ragazzi.
-Quindi siete cugini?- Si girò verso Maiko, la quale annuì, mentre finiva il suo riso.
-Sì. Sua madre è mia zia.- Spiegò.
Finirono di mangiare, quindi tornarono a lezione.
Il resto del pomeriggio passò velocemente e alla fine Mirko si avviò verso l'uscita, per prendere la metro.
-Ehi.- Si voltò evide Maiko seguirlo.
-Prendi la metro pure tu?- Chiese, infilandosi le mani in tasca.
-Oggi sì. Senti, ti ricordi che domani abbiamo l'inizio del club, vero?- Chiese Maiko e Mirko annuì.
-Sì, tranquilla. Ah, io prendo la metro al binario tre.- Disse Mirko e Maiko annuì.
-Io al sette. A domani.- Quindi, si salutarono.
Finì a cucinare un primo veloce, cercando di stare attento a non fare danni. Non aveva mai cucinato del riso e in casa vi era solo quello.
-Ciao tesoro!- Sua madre aprì la porta.
In casa parlavano sempre e solo inglese.
-Ciao.- Rispose il ragazzo, finendo di apparecchiare.
La donna si tolse la giacca e andò ad aiutare il figlio.
-Sabato sera non ci sarò.- Iniziò la madre.
-Va bene.- Fu la risposta del ragazzo, mentre iniziavano a mangiare.
-Com'è andata oggi?- Chiese la donna e Mirko si strinse nelle spalle.
-Bene.-
Dopo cena Mirko si chiuse in camera a controllare alcuni libri di testo.
Ringraziò il corso di lingua giapponese che la madre gli aveva fatto fare anni addietro e ringraziò che per un periodo la donna aveva frequentato un uomo giapponese, aveva potuto migliorare un po' la sua pronuncia, anche se quella relazione -come tante altre- non era durata.
Per Mirko vedere la madre con un uomo per più di sei mesi sarebbe stato strano, parecchio. Era abituato a vederla cambiare spesso e aparlare molto poco con loro.
Suo padre, Mirko, non sapeva ovviamente chi fosse, ma non si era mai fatto troppe domande in merito.
Mi scuso per il ritardo. :)