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Autore: _Valchiria_    10/06/2020    3 recensioni
La Torre della Carpa Dorata, il lounge bar più famoso della città, ha organizzato un evento molto particolare chiamato speed date. In sette minuti è possibile conoscere una persona ed eventualmente uscirci insieme. Ovviamente, Wei Wuxian non può mancare a tale evento.
Dal testo:
[...]
"Il gong decretò la fine dei primi sette minuti e Wei Wuxian si alzò e salutò gentilmente la ragazza. Stava per sedersi al tavolo di fianco al proprio quando una figura elegantemente seduta a due file di fronte a dove era lui, attirò la sua attenzione. Non l’aveva notata prima poiché, quando aveva preso posto, essa non c’era. Eppure, rimanere indifferente a tale visione era fuori discussione.
Gli occhi gli si sgranarono ed un enorme sorriso mascalzone gli illuminò il viso.
Non era possibile! Lui, a quell’evento? Incredibile."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jiang Wanyin/Jiang Cheng, Lan Wangji/Lan Zhan, Nie HuaiSang, Wei Ying/Wei WuXian, Wen Ning/Ghost general
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sette minuti. E poi?
 
 

Pioveva ed era un sabato sera qualunque.
Il rimedio più efficace per scacciare via la noia provocata dalla serata uggiosa era quello di riunirsi a casa di Nie Huaisang con il pretesto di vedere un film tutti insieme, quando invece si finiva a fare tutt’altro ed il brusìo della televisione finiva per essere solo un sottofondo.
Così era andata, dunque. Nie Huaisang, approfittando dell’assenza del fratello maggiore che era via per lavoro, aveva invitato Wei Wuxian, Jiang Cheng e Wen Ning a casa sua. Avevano ordinato delle pizze (quella di Jiang Cheng era la peggiore, quasi totalmente bruciata ai bordi e piccola di dimensioni), scelto l’immancabile film/sottofondo da vedere e poi si erano stravaccati sul divano verde ad isola nel salotto di Nie Huaisang. Stavano parlando del più e del meno, ogni tanto prestavano la minima attenzione al film per commentarlo e riderci su, quando Wei Wuxian introdusse un nuovo interessante spunto di conversazione.
“Avete visto l’evento che si terrà sabato prossimo alla Torre della Carpa Dorata?” – lo disse mentre stava ancora scrollando le notizie su Facebook, la luce dello schermo del telefono gli rimbalzava in faccia, donando al viso un aspetto spettrale a causa delle luci spente nella stanza.
“Mh, in realtà no…” – Wen Ning, che era seduto accanto a Wei Wuxian, allungò il collo per sbirciare dallo schermo del suo telefono e capire di cosa stesse parlando.
“Quale, quello dello speed date?”
“Esatto! Sapevo che uno come te non si sarebbe lasciato sfuggire una tale notizia, A-Sang!” – sia Nie Huaisang che Wei Wuxian si alzarono a sedere dalle loro posizioni stravaccate e si guardarono complici.
“Beh,  sai com’è, è sponsorizzata un po’ su tutti i social network, quindi è praticamente impossibile esserne all' oscuro. Sia sui profili commerciali del locale, sia sul profilo ufficiale del proprietario, Jin Guangyao, non si fa altro che parlare di tale evento. ” - Jiang Cheng, che era seduto su dei cuscini a terra, commentò con un tono piatto, il quale entrava in netto contrasto con quello di suo fratello e di Nie Huaisang.
“Io ancora non ho capito di cosa state parlando…”
“Wen Ning, Wen Ning! Sai cos’è uno speed date?”
L’amico fece cenno di no con la testa.
Wei Wuxian si sedette di nuovo accanto all’amico e fece una lunga e teatrale inspirazione, prima di cominciare a spiegare. Jiang Cheng roteò gli occhi al cielo e si alzò da terra con l’intenzione di andare in cucina a prendere qualche snack da sgranocchiare. Nie Huaisang, invece, si sedette a sinistra di Wen Ning e si coprì, dal naso in giù, il volto con il suo ventaglio verde con ricami dorati, anche se era Gennaio ed il suo utilizzo era superfluo.
“Allora, caro A-Ning, uno speed date è una sorta di appuntamento al buio. Ti ritrovi a chiacchierare vis a vis  e per un periodo di tempo prestabilito con un perfetto sconosciuto. La particolarità di esso risiede nella sua formula plurima: balzi da un tavolo ad un altro e chiacchieri con un numero cospicuo di persone finché una fra queste non ti colpisce. Se questo accade, termini di fare l’ape di fiore in fiore fra i tavoli ed esci con la tua conquista, per passare una notte di passione tra le lenzuola o per costruirci una romantica storia d’amore!” – ovviamente, Wei Wuxian non si trattenne dal condire la sua spiegazione con torsioni pantomimiche del corpo.
“Oh, capisco. Dunque, la Torre della Carpa Dorata ospiterà questo enorme appuntamento al buio.”
“Sì ed io e Wei Ying vogliamo assolutamente andarci.” – Nie Huaisang prese a sventolarsi con il ventaglio, muovendo alcune ciocche dei capelli che gli incorniciavano il volto.
“Ah, dunque il tuo ‘avete sentito la nuova notizia’ di prima era solo un pretesto per intavolare questo discorso, eh, Wei Ying? Tu e Huaisang vi eravate già messi d’accordo.” – insinuò Jiang Cheng, ormai tornato in salotto dopo l’ispezione in cucina.
“Eddai, Jiang Cheng, perché devi sempre rendere tutto più pesante di un macigno? Dovresti essere felice, invece. Non credi che sia un’importante opportunità per trovare l’amore della tua vita? Qualcuno che ti addolcisca il cuore e che ti renda meno mestru-AH”
Jiang Cheng, un’espressione di puro odio stampata in volto, lanciò verso Wei Wuxian la busta di patatine che stava mangiando, alzandosi le maniche della maglia minaccioso. Wei Wuxian si lanciò subito in una fuga spericolata (ed assolutamente esagerata), girando un paio di volte attorno al divano, per poi fiondarsi nel corridoio a tutta velocità.
“WEI WUXIAN! Smettila di scappare, la casa è piccola e quando ti avrò acciuffato ti legherò ad un palo e ti sguinzaglierò addosso un branco di cani randagi!”
Un ‘NOOO, JIANG CHENG, PERDONAMI!’ si sentì arrivare da una stanza lontana.
“Ed i tuoi cani provvederanno a pulirmi il pavimento dalle patatine che tu stesso hai lanciato?” – Nie Huaisang chiuse il ventaglio e premette il dorso di esso sul palmo della mano sinistra, mentre regalava uno sguardo severo a Jiang Cheng. Quest’ultimo guardò per terra e notò la pioggia di patatine sparsa sul tappeto bianco di eco pelliccia e si sentì terribilmente in difetto. Si schiarì la voce – “Dove trovo paletta e scopa?”
“Nella lavanderia”
Wei Wuxian, intanto, notò che il fratello era andato in un’altra stanza e ritornò nel soggiorno con la sua solita faccia da schiaffi, sedendosi sull’unico bracciolo del divano ad isola. L’idea del branco di cani randagi alle sue calcagna ancora lo terrorizzava ma aveva fiducia nel buon, seppur nascosto, cuore di Jiang Cheng.
Non lo avrebbe fatto davvero, no?
“Dunque, Wen Ning, che farai? Sarai dei nostri? Te lo chiedo perché è necessario prenotarsi per poter prendere parte all’evento. La Torre della Carpa Dorata è un lounge bar immenso ma è pur vero che non è possibile ospitare un’intera città in esso. Ti immagini che casino ci sarebbe, altrimenti?” – disse Nie Huaisang, osservando Jiang Cheng mentre ritornava in soggiorno ed iniziava a spazzare silenzioso sul tappeto, lanciando ogni tanto sguardi di astio verso il fratello. Che poi, astio vero non era.
“Mhm, s-sì, mi piacerebbe!”
“Okay, allora ti invio la email del lounge bar così inoltri la tua partecipazione. Io e Wei Ying l’abbiamo già inviata ieri.”
Wen Ning annuì e aprì la sua casella postale, pronto a scrivere l’email.
“Tu, Jiang Cheng? Continuerai a fare il vecchio bisbetico o ti comporterai come un ragazzo di ventidue anni e sarai dei nostri?” – disse Wei Wuxian, sorridendo al fratello e sperando in cuor suo di essere abbastanza veloce di riflessi nel caso in cui Jiang Cheng avesse deciso di colpirlo in fronte con la scopa.
Ci fu un attimo di silenzio. L’espressione di Jiang Cheng era così costipata da far credere che il ragazzo avesse ricevuto chissà quale offerta oltraggiosa.
“…okay.” – infine, bofonchiò Jiang Cheng.
 
Era così difficile dire di sì dall’inizio?
 

---

Una settimana dopo, il tempo atmosferico decise di dare tregua alla città. Era un sabato sera freddo ma non pioveva più.
I tre amici parcheggiarono adiacenti al locale, il quale, ancor più del solito, sfavillava sontuoso nella notte.
 La Torre della Carpa Dorata era uno dei lounge bar più in voga ed elegante della città, nonché un punto di ritrovo per molte comitive di amici, turisti e coppiette in generale. Ciò che lo rendeva così popolare era la sua architettura tradizionale che ricordava una pagoda cinese. Anche l’arredamento seguiva il gusto antico; ci si sedeva su stuoie finemente decorate con peonie, simbolo del locale, accostate a tavolini bassi di mogano scuro. Le bevande ed i cibi venivano serviti nei classici servizi da tavola tradizionali. Ovviamente, i prezzi lì erano alle stelle ed il proprietario del locale, Jin Guangyao, non brillava per simpatia.
Ad ogni modo, la serata dello speed date era un’iniziativa davvero troppo particolare, ed evitare di andarci a causa dei prezzi alti era fuori discussione. Per questa ragione, bisognava stringere i denti e cercare di ignorare le cifre blu del menù.
L’evento, ovviamente, era stato organizzato su prenotazione e dunque l’utenza, quella sera, era inferiore rispetto al solito. Secondo la descrizione del post fatto su Facebook, il numero dei partecipanti si aggirava intorno alle cinquanta persone massimo e, in caso di esubero, si sarebbe organizzata una seconda serata. I partecipanti sarebbero stati divisi su i due piani del locale e la prima consumazione l’avrebbe offerta la Torre della Carpa Dorata stessa.
Wei Wuxian e gli altri erano riusciti a rientrare nella lista dei partecipanti per un pelo (e Wei Wuxian non mancava di incolpare Jiang Cheng per la quasi esclusione dall’evento, perché il fratello, come al solito, si era lasciato pregare fino all’ultimo prima di accettare di venire).
Dopo aver dato al bodyguard all’ingresso i nominativi, i quattro amici entrarono nel locale e furono investiti dall’odore di incenso e dal chiacchiericcio della prima sala.
“Buonasera e benvenuti alla Torre della Carpa Dorata. Grazie ancora per aver aderito a tale evento, il quale comincerà tra poco tempo. Potrei sapere i vostri nomi, così da smistarvi tra le due sale?” – a parlare fu una ragazza di all’incirca diciotto anni, bassa e minuta. Indossava la divisa a fondo oro con al centro del petto una grossa peonia ricamata, logo del locale. Tra le mani aveva un palmare ed un pennino.
“Io sono Wei Wuxian.”
“W-Wen Ning.”
“Nie Huaisang”.
“…Jiang Cheng.”
La ragazza raccolse tutti i nomi e cercò per qualche secondo tra le pagine di quell’aggeggio elettronico. “Perfetto. I signori Wen Ning e Nie Huaisang possono accomodarsi nella sala superiore, mentre i signori Wei Wuxian e Jiang Cheng rimangono in questa sala. Potete iniziare a prendere posto liberamente, a breve un collega annuncerà le regole del gioco.” – la ragazza sorrise di nuovo e fece un lieve inchino, prima di spostarsi leggermente di lato e lasciare spazio ai clienti per passare.
“Peccato che passeremo la serata in sale diverse! Avrei tanto voluto vedere come se la  sarebbe passata il timido A-Ning mentre rimorchiava!” – Wei Wuxian passò un braccio intorno al collo di Wen Ning, il quale si irrigidì e iniziò a balbettare un “smettila” imbarazzato.
“Non credo avresti avuto tempo di notare quello che facevano gli altri, sai?”
“Hai ragione, A-Sang. Però, se ci pensi, condividendo la sala con Jiang Cheng, ora ho più probabilità di sedermi al suo tavolo e di rimorchiarlo. Mi raccomando, sceglimi.” – Wei Wuxian fece l’occhiolino al fratello, al quale venne la pelle d’oca e gli passò accanto brontolando, diretto verso un posto a sedere qualunque.
“Dai, dagli tregua, è già più rigido di un pezzo di legno per la serata. Spero davvero non dica cose troppo inappropriate. L’ultima volta che ha parlato con una ragazza si è beccato uno schiaffo perché le aveva detto di essere troppo comune come bellezza.” – Nie Huaisang e gli altri due suoi amici sospirarono al ricordo.
Poi, salutatisi, si divisero.
Wei Wuxian si sedette ad un tavolino della terza fila al centro. C’erano davvero parecchie persone ed il brusìo era incessante e riempiva la sala. Di fronte a lui si era seduta una ragazza che portava i capelli legati in una morbida treccia di lato e che sembrava rigida ed in imbarazzo. Gli sorrise e subito abbassò lo sguardo sulle sue ginocchia.
 Lui le sorrise di rimando. Mi sembra di essere seduto di fronte alla versione al femminile di Wen Ning, pensò.
Improvvisamente, una voce maschile, amplificata dal suono del microfono, attirò l’attenzione degli astanti ed il brusìo scemò fino a cessare del tutto. La voce, lenta e posata, apparteneva al proprietario, Jin Guangyao. La sua voce poteva essere sentita anche al piano superiore grazie agli apparecchi della filodiffusione.
“Buonasera, gentili ospiti. L’evento dello speed date sta per iniziare. Prima di dare il via, voglio rammentarvi alcune regole e buone maniere da seguire durante questo gioco. Innanzitutto, avrete a disposizione sette minuti per presentarvi e chiacchierare, dopodiché un gong decreterà la fine del tempo e la possibilità di passare al prossimo candidato. Sul tavolo è presente un tablet che rappresenta il vostro menù, dal quale potrete ordinare tutto ciò che desideriate consumare. Ricordo che la prima consumazione vi è stata offerta dal locale. Chiunque manifesti comportamenti molesti o violenti, sarà condotto all’esterno dalla sicurezza. Vi auguro di passare una piacevole serata. Che l’evento abbia inizio”.
Il brusìo tornò a regnare nella sala e piano piano, salì di intensità.
Wei Wuxian iniziò a chiacchierare con la ragazza che gli era seduta di fronte. Era indubbiamente carina ma estremamente timida. In realtà, il problema non risiedeva tanto nel fatto che la ragazza non spiccicasse quasi una parola ma piuttosto nel fatto che fosse effettivamente una ragazza.
Wei Wuxian non amava le etichette ma in certi contesti, esse erano necessarie. Da quando aveva capito che era interessato al suo stesso sesso, aveva dovuto, per forza di cose, rientrare in una certa categoria di persone perché, per quanto ci si senta al di sopra di certi parametri di giudizio, è anche vero che la società li impone.
Dunque, banalmente parlando, perché Wei Wuxian aveva insistito nel partecipare a tale serata, mettendo in conto il rischio di rimanere a becco asciutto, siccome le probabilità di incappare in un’altra persona disposta a palesare la propria omosessualità fossero notevolmente basse?
Per lo stesso motivo per cui aveva partecipato Nei Huaisang: tentar non nuoce.
All’evento avrebbero partecipato un numero cospicuo di persone tutte diverse tra loro e con le loro particolarissime storie, quindi le probabilità di incontrare un uomo interessato ad un altro uomo potevano notevolmente aumentare.
Il gong decretò la fine dei primi sette minuti e Wei Wuxian si alzò e salutò gentilmente la ragazza. Stava per sedersi al tavolo di fianco al proprio quando una figura elegantemente seduta a due file di fronte a dove era lui, attirò la sua attenzione. Non l’aveva notata prima poiché, quando aveva preso posto, essa non c’era. Eppure, rimanere indifferente a tale visione era fuori discussione.
Gli occhi gli si sgranarono ed un enorme sorriso mascalzone gli illuminò il viso.
Non era possibile! Lui, a quell’evento? Incredibile.
Il tavolo dove quell’uomo che aveva attirato la sua attenzione era seduto, era ancora vuoto. Come se fosse stato spinto da dietro da una forza misteriosa, Wei Wuxian raggiunse velocemente l’uomo e si sedette sulla stuoia di fronte a lui, le mani poggiate sui bordi del tavolo ed ancora quel sorriso sornione stampato in faccia.
“Lan Zhan!”
“Wei Ying.” – l’uomo lo salutò monocorde. Il suo viso era di una bellezza austera e la sua espressione infinitamente criptica. Aveva due pozze di oro colato al posto degli occhi e, seppure il colore del suo sguardo fosse di una gradazione così calda, esso era freddo ed imperturbabile. Wei Wuxian non si fece scoraggiare dalla mancanza di slancio del suo interlocutore, anche perché lo conosceva bene. Lan Wangji era un suo collega all’università di veterinaria. Egli era estremamente riservato e Wei Wuxian ricordava di non averlo mai visto prendere parte ad eventi sociali o parlare con qualcuno fra lo spacco di una lezione ed un’altra. Beh, parlava con lui, certo, ma da uno sguardo esterno si poteva ben capire come Wei Wuxian lo tormentasse tutti i giorni e tutto il giorno con la sua presenza. Ecco perché non si spiegava il perché di Lan Wangji a tale evento in cui bisognava: parlare con le persone, sorride, essere sociali. Tutte cose in cui il giovane Lan non brillava.
“Incredibile, sei davvero tu?” – lo disse sporgendosi sul tavolo ed agitando un braccio di fronte alla faccia di Lan Wangji.
“Mh.”
“Non ci credo. Posso toccarti e poi darmi un pizzicotto per vedere se non sei un’allucinazione?”
“Credo sia un gesto superfluo e ridicolo.”
“Bene, con questa risposta hai confermato la tua identità. Fiiiu, per un momento avevo creduto che tu avessi un secondo fratello, magari un gemello, nascosto da qualche parte nel tuo armadio, il quale presiedeva agli aventi mondani al posto tuo.”
“Ridicolo.”
Wei Wuxian non mancò di notare il lievissimo e veloce incresparsi della labbra di Lan Wangji. Quello era ciò che c’era di più simile ad un sorriso che il Lan potesse fare.
“Senti, perché sei qui?”
“Facebook.”
“Mi sento profondamente offeso. Hai accettato un invito su Facebook fatto da un completo estraneo e non hai mai accettato i miei, di inviti. Secondo te come mi dovrei sentire?” – Wei Wuxian era una delle persone più teatrali al mondo. Per questo, si portò una mano sul cuore e accentuò il dispiacere sul suo viso. La verità stava nel mezzo, comunque. Era veramente dispiaciuto dal fatto che Lan Wangji avesse sempre rifiutato i suoi inviti a Yunmeng senza dargli una spiegazione diversa dal semplice ‘no’. La cosa lo deludeva sempre, perché a lui la compagnia di Lan Wangji piaceva, anche se il ragazzo non era il massimo dell’allegria.
“È diverso.”
“E sentiamo, perché?”
“Non è una casa.”
“E quindi?”
Wei Ying.” – il tono perentorio di Lan Wangji non ammetteva repliche. Wei Wuxian mise il broncio e incrociò le braccia al petto, proprio come un bambino.
La verità era che Lan Wangji aveva accettato di partecipare a tale evento solo perché, tra i ‘parteciperò’ aveva letto il nome di Wei Wuxian.
Allora, perché non andare direttamente a Yunmeng da lui?
La risposta era semplice nella mente del Lan: perché era diverso.
Facile, no?
“Va bene, non importa, ti perdono. Siccome il tempo ci sta scorrendo tra le dita e tra poco suonerà il gong, che ne dici di decidere un posto per dopo?” – lo provocò, sorridendo lascivo.
“…prego?”
“Un posto per dopo, per parlare. Mi piacerebbe avere più di sette minuti a disposizione per parlare con te.”
“Non sei venuto con degli amici? Non dovresti aspettarli?”
“Tranquilla, mamma, manderò loro un messaggio per avvisarli. E poi, lo scopo di questo gioco è trovare qualcuno di interessante con cui uscire, no?”
Lan Wangji distolse lo sguardo da quello di Wei Wuxian e la punta delle sue orecchie gli si tinse di rosso. “Io e te già ci conoscevamo. Non vale.”
“Meglio ancora! Ti ho risparmiato la fatica di conversare addirittura con altre persone. Su dai, spara!” – Wei Wuxian tamburellò con le dita su tavolo, impaziente.
Eddai, Lan Zhan, di' qualunque posto!
“…da me.”
“...”
“…”
“Eh?!” – Wei Wuxian era incredulo. In due anni di università, di tormenti e pressioni fatte al povero Lan, il massimo che Wei Wuxian era riuscito ad estorcergli era stato un caffè alla macchinetta, annacquato e consumato in un quarto d’ora e all’in piedi. Non era mai riuscito ad ottenere un ‘sì’ ai suoi inviti, né il suo numero di telefono ed ora Lan Wangji, Hanguang-jun, Lan Zhan, lo aveva appena invitato a passare la serata da lui?
Era senza parole e questo era successo poche volte nella sua vita. Non riusciva a sincronizzare le funzioni cognitive con quelle verbali.
Lan Wangji aveva le orecchie ormai in fiamme. Sospirò in tempo con il gong e si alzò, facendo per andarsene.
Wei Wuxian rimase imbambolato per qualche secondo e sentì, come se venisse da un altro pianeta distante anni luce, una voce sconosciuta che lo salutava ed iniziava a presentarsi. Questo gli bastò per riscuotersi dai suoi pensieri, alzarsi ed andare incontro ad un Lan Wangji fuggiasco.
“Ehi, dove vai senza di me! Aspettami! Lan Zhan!” – lo raggiunse e gli si mise di fianco, ancora scosso per la proposta di Lan Wangji. “Dove hai parcheggiato?”
Una piccola voce nella testa di Wei Wuxian gli ricordò che, in due anni di conoscenza, questa era la prima volta in cui Lan Wangji si era contraddetto. Non stavano per passare del tempo insieme in una casa?

---

La macchina di Lan Wangji era immacolata sia dentro che fuori. Fuori era bianca, dentro era più pulita di un reparto di chirurgia; e poi, profumava di Lan Wangji. Legno di sandalo.
Wei Wuxian scrisse sulla chat di gruppo che aveva con i suoi amici che era andato via con Lan Wangji. Subito, Nie Huaisang gli rispose con ventiquattro faccine diverse, dieci punti interrogativi e gli chiese come, dove e quando lo avesse incontrato. Wei Wuxian sorrise davanti allo schermo e digitò un veloce ‘poi vi racconto tutto perché ha del surreale’. Bloccò il telefono e lo mise in tasca, girandosi a guardare un Lan Wangji concentrato alla guida.
“Hai davvero una bella macchina. Non l’avevo mai vista prima, o sbaglio?”
“Mh. Vengo in bicicletta all’università.”
“Effettivamente è molto da te. Muoverti con la bicicletta, intendo.”
“Mh.”
Il ‘mh’ era un cavallo di battaglia del giovane Lan. Ad ogni domanda, lui rispondeva così. Ogni ‘mh’, poi, aveva una diversa intensità, un diverso suono ed anche un diverso significato.
Wei Wuxian aveva imparato (non senza fatica) a catalogare per significato tale suono in base al contesto in cui esso veniva pronunciato.
Due anni passati con il fiato sul collo di quel ragazzo così bello ma così asociale dovevano pur servire a qualcosa, no?
Il viaggio in macchina durò altri pochi minuti, poi arrivarono davanti ad un cancello grigio che si aprì non appena la mano affusolata di Lan Wangji, sporta dal finestrino della macchina, premette su di un telecomando nero.
Wei Wuxian sapeva bene che la famiglia Lan fosse una delle più facoltose della città. Non era un segreto che vivessero in un’enorme villetta indipendente, dai toni architettonici moderni, né che i due giovani rampolli della casata (Lan Wangji e suo fratello maggiore, Lan Xichen) fossero gli scapoli più ambiti della zona.
Wei Wuxian non poteva dare assolutamente torto a tutte le ragazze che, in facoltà come sicuramente altrove, cercavano nelle maniere più disparate di far breccia nel cuore un po’ algido del ragazzo. Lui, del resto, non faceva diversamente. Erano due anni che ronzava intorno a Lan Wangji e, doveva ammetterlo, aveva raggiunto obiettivi ben più soddisfacenti rispetto alle altre pretendenti.
Il suo rincorrere Lan Wangji era iniziato per gioco. Si erano incontrati per la prima volta al corso di chimica e biochimica all’università. Lan Wangji era uno degli studenti migliori, mentre Wei Wuxian aveva numerose difficoltà a prendere gli appunti e a seguire. Ovviamente, un po’ perché la natura schiva del Lan aveva incuriosito Wei Wuxian e un po’ perché a lui serviva disperatamente una mano per quell’esame, aveva iniziato ad assillarlo con la sua presenza. Da quel giorno, i due avevano iniziato un contorto rapporto di ‘amicizia’, in cui Wei Wuxian faceva praticamente tutto da solo e Lan Wangji lo tollerava educatamente. Era superfluo aggiungere che, dall’esterno, apparissero come l’acqua e l’olio. Difficili da far amalgamare.
Con il tempo, però,  Wei Wuxian aveva finito per prendersi una cotta per Lan Wangji. Siccome aveva zero prove circa le preferenze sessuali del Lan (sospettava fosse addirittura asessuale visto che ogni volta che parlava con lui di sesso, Lan Wangji gli dava dello ‘spudorato’ e lo piantava in asso ovunque stessero) non sapeva come comportarsi e aveva finito con l’agire come al solito, ovvero: flirtare con lui come aveva sempre fatto, senza troppe aspettative. Wei Wuxian era famoso per vivere molto alla giornata.
“Wei Ying?”
Una voce lo tirò fuori dai suoi pensieri. Lan Wangji aveva da poco spento il motore della macchina e lo stava guardando con un’espressione inspiegabilmente turbata.
Turbata?
Oh, certo, scendo. Scusami, mi ero perso un po’ nei miei pensieri.” – gli sorrise e apri lo sportello della macchina.
Percorsero il vialetto acciottolato che portava all’ingresso della casa dei Lan. Wei Wuxian si sentì improvvisamente nervoso. Nel viaggio in macchina non aveva ben realizzato cosa gli stesse accadendo.  Insomma, lui era sceso con i suoi amici per partecipare ad un evento alla Torre della Carpa Dorata ed ora, invece, stava fermo  un passo indietro rispetto a Lan Wangji ed aspettava che l’altro aprisse la porta. La situazione gli piovve addosso come un’improvvisa doccia d’acqua gelata.
Che ci faccio a casa sua?
Maledisse la sua spavalderia.
“Accomodati pure. Cosa gradisci da bere?”
No, davvero. Che stava succedendo?
“Hai del ‘Sorriso dell’Imperatore’?” – lo provocò, sapendo bene che l’altro non bevesse alcolici e che quasi li demonizzasse.
“Certo.”
Certo?
“Lan Zhan! Da quando in qua hai iniziato a bere?”
“Non ho iniziato a bere. Aspettami qui, torno subito.”
Lo lasciò di stucco e da solo nell’enorme soggiorno moderno.
Okay, che fosse il vero Lan Wangji e non un misterioso clone era chiaro. Fatto sta che i normali atteggiamenti di quest’ultimo avessero un che di davvero inusuale.
Prima di tutto, aveva aderito ad un evento assolutamente sociale senza un apparente motivo pratico.
Poi, aveva ceduto alle sue provocazioni e addirittura lo aveva invitato a casa sua per continuare la serata da soli.
Ultima ma non meno importante (e forse più sconvolgente per Wei Wuxian) stramberia: aveva degli alcolici nelle sue dispense. I preferiti di Wei Wuxian. Alcolici in casa Lan.
Si portò una mano alla bocca per camuffare la risata che gli nacque naturale dal petto.
Assurdo!
Lan Wangji tornò con due bicchieri da liquore e una bottiglia di Sorriso dell’Imperatore.
Li poggiò sul tavolino basso di cristallo ai piedi del divano a tre posti bianco e si sedette di fianco a Wei Wuxian, composto.
Wei Wuxian notò come Lan Wangji sedesse più rigido del solito, come stesse guardando davanti a sé senza battere le lunghe ciglia e come avesse preso a stringere i pugni chiusi sulle ginocchia.
Era nervoso? E perché mai?
Passò qualche altro secondo di silenzio, poi Wei Wuxian si schiarì la gola e si sporse in avanti, stappando la bottiglia di liquore per versarsene un bicchiere.
“Allora…”
“…”
Bevve un sorso.
Altro silenzio.
“Perché hai proposto casa tua? Cioè, non fraintendermi, sono lusingato da questo tuo slancio amicale nei miei riguardi, però devi anche ammettere che è un tantino non da te voler passare del tempo da solo con me, al chiuso per altro, quando potremmo star pass-“
“Wei Ying.”
“…eggiando. Cosa?”
“Smettila di blaterare.”
Rude. Il Lan era un tipo dalla risposta secca e diretta, però, quella che aveva appena pronunciato era stata un po’ più al vetriolo del solito. Ed il tono aveva anche un che di inquieto. Wei Wuxian nascose il broncio che la risposta di Lan Wangji gli aveva suscitato dietro al bicchierino di vetro. Ne prese un sorso e guardò davanti a lui a disagio. C’era una strana tensione nella stanza che non riusciva a spiegarsi.
“Puoi parlare.”
La voce di Lan Wangji ruppe di nuovo il silenzio in cui erano piombati.
“Perdonami?” – Wei Wuxian si era girato quasi completamente con il busto verso il suo interlocutore e lo stava guardando offeso ed incredulo. “Prima mi dici di non blaterare ed ora mi dici che posso parlare? Sei per caso ubriaco, Lan Zhan?”
“No, non lo sono. Puoi parlare. Evita di blaterare.” – lo disse puntando il suo sguardo chiaro in quello sempre più sorpreso di Wei Wuxian. Aveva ancora le sopracciglia leggermente aggrottate.
Assurdo, ma che gli prendeva?
“Okay, parlo. Cosa vuoi che ti dica? Cosa non è blaterare per te?”
Nelle parole di Wei Wuxian vi era una nota di fastidio e questo fece aggrottare ancora di più la fronte a Lan Wangji.
“Non lo so.”
Wei Wuxian roteò gli occhi al cielo, sentendo la tensione nella stanza schiacciarlo più di un macigno. Era a disagio, infastidito dall’atteggiamento più criptico del solito di Lan Wangji e avrebbe voluto essere dappertutto meno che lì. Sbuffò e fece per alzarsi ma si sentì tirare dal basso, il suo polso chiuso nella presa della mano di Lan Wangji.
“Resta.”
“Non potrei andare da nessun’altra parte a meno che tu non mi riaccompagni a casa. Voglio solo sgranchirmi le gambe visto che sono passato dallo stare seduto in macchina allo stare seduto sul divano.”
Lan Wangji tentennò per qualche secondo e poi lo lasciò andare.
Wei Wuxian iniziò a vagare per la stanza con le mani unite dietro la schiena, posando lo sguardo un po’ su tutti i monili e mobili del salotto.
“Sei un po’ strano stasera, comunque.” – parlò mentre dava la schiena a Lan Wangji, poiché si era fermato ad osservare dei trofei esposti sul camino.
“Lo so.”
“Io no, però. Mi spieghi che ti prende? Non dovevamo chiacchierare spensieratamente come da patto?” – Wei Wuxian cercò di riportare gli animi su di un’onda un po’ meno greve.
Ci fu un attimo di silenzio. Poi un plop. Vetro contro vetro. Liquido che riempie un recipiente. Poi niente.
Wei Wuxian si girò di scatto con tanto d’occhi e riuscì a scorgere Lan Wangji mentre, con la testa chinata all’indietro, beveva a goccia dal bicchiere di liquore.
Lan Zhan???
Quest’ultimo posò il bicchiere con grazia sul tavolo, portò le mani in grembo e posò lo sguardo serio in quello di Wei Wuxian.
“Lan Zhan, mi hai davvero sorpreso. Avevi detto che non bevevi ed invece…Lan Zhan? Ehi?”
Lan Wangji si portò la mano destra alla fronte e poggiò il gomito alla gamba. Aggrottò le sopracciglia e chiuse gli occhi e da quel momento non rispose più a Wei Wuxian, il quale iniziò ad entrare in panico.
“Lan Zhan, ehi! Ti prego, non dirmi che sei entrato in coma etilico per un solo bicchiere perché, davvero, seppur la cosa mi faccia ridere, ora sto morendo di paura!”
Wei Wuxian si accovacciò tra le cosce dischiuse di Lan Wangji e gli passò due dita sotto il naso per controllare se respirasse ancora. Poi gli prese tra le dita il polso sinistro per controllargli i battiti. Sembrava tutto nella norma. Allora perché sembrava paralizzato?
“Wei Ying”.
Lan Wangji improvvisamente alzò il capo e lo guardò dritto negli occhi. Il tono con cui aveva pronunciato il suo nome provocò mille brividi lungo la pelle di Wei Wuxian.
“Lan Zhan. Finalmente ti sei ripreso.” – tirò un sospiro di sollievo.
“…”
Wei Wuxian fece per lasciargli il polso ed alzarsi ma Lan Wangji fu più veloce e lo tirò a sedere sulle sue gambe.
“Cos- Lan Zhan? Che stai facendo, adesso?!
“Wei Ying.”
“Sì, dimmi. Davvero, illuminami perché non sto…”
Si bloccò a metà frase perché, con lo sguardo, seguì il movimento della mano destra di Lan Wangji che si sollevò a mezz’aria, gli passò un ciuffo di capelli dietro l’orecchio e poi gli tracciò con il dorso dell’indice la mascella, rimanendo lì.
“Wei Ying.” – ripetè.
Wei Wuxian deglutì e sentì il cuore iniziare a battergli fortissimo nel petto. Sperava davvero che non fosse troppo palese il rumore che quel muscolo stava producendo ma a quel punto, cosa importava? Anche Lan Wangji era totalmente fuori personaggio come lui.
Poi, la mano di Lan Wangji si spostò dalla sua mascella e lentamente e sempre in silenzio, atterrò sulla coscia sinistra di Wei Wuxian. Le dita si piegarono e si chiusero a coppa su quel punto a metà tra la coscia ed il fianco.
Wei Wuxian si irrigidì e chiuse gli occhi, balbettando qualcosa come ‘che stai facendo? Me lo spieghi?’. Sentì la mano del Lan intrufolarsi in quello spazio e strizzò ancora di più gli occhi, il cuore ormai in gola e la testa che gli vorticava.
Stava davvero succedendo una cosa del genere tra loro?
Ad occhi chiusi si fece coraggio e posò la sua mano destra sulla guancia di Lan Wangji, fece per piegarsi verso il suo viso e…
“Il mio numero.”
Eh?
Tutto esplose come una bolla di sapone sfiorata da un dito di bambino.
Wei Wuxian aprì gli occhi e si ritrovò davanti lo sguardo chiaro e reso leggermente liquido dall’alcol di Lan Wangji. Sbattè un paio di volte le palpebre. Poi si allontanò un po’.
“I-Il tuo numero?”
“Sì. Il mio numero. Te l’ho scritto.”
Wei Wuxian abbassò lo sguardo e capì. Lan Wangji gli aveva preso il telefono dalla tasca e gli aveva scritto il proprio numero di telefono mentre lui, come un cretino, aveva chiuso gli occhi e aveva frainteso.
Wei Wuxian si schiarì la voce e guardò il suo telefono nelle mani di Lan Wangji. Poi lo prese, guardò lo schermo e sorrise un po’ a disagio per il fraintendimento. Certo, a parte tutto, anche l’aver ricevuto il numero di telefono di Lan Wangji aveva un che di assolutamente surreale. Durante tutta la serata il Lan si era comportato in maniera strana e questo suo ultimo gesto era stato il vertice più alto raggiunto.
“G-grazie, Lan Zhan. Ti sei fatto attendere due anni ma alla fine ce l’abbiamo fatta ahahahah!”
“Sabato prossimo esci con me.”
Il sorriso di Wei Wuxian si pietrificò di nuovo e temette di morir d’infarto.
“Scusami, non ho ben capito cosa intendi di- “
“Sabato. Esci con me. Tu ed io. Appuntamento.”
“Lan Zhan, sei ubriaco?”
“Mh. Non è importante. So quello che dico. Accetta, per favore.”
Lan Wangji lo stava guardando in un modo totalmente nuovo. Era un’espressione particolare, probabilmente qualcosa a metà tra la supplica e l’aspettativa.
In quelle poche ore passate a casa sua, Wei Wuxian aveva scoperto che anche Lan Wangji poteva esprimere le sue emozioni attraverso la mimica facciale.
Ad ogni modo, Wei Wuxian si sentiva confuso. Ancor più di prima.
Cercò di orientarsi (e mettere al proprio posto i suoi pensieri) un po’ tra quello che stava succedendo adesso, il suo rapporto con Lan Wangji in generale, quello che sentiva lui per il Lan e provò a dare un senso a quella matassa di realtà tutte diverse tra loro.
Poi, però, si ricordò che lui non era davvero il tipo di persona che si faceva troppe domande. Lui agiva e poi pensava.
Sentì la mano sinistra di Lan Wangji che gli teneva la schiena bassa, stringergli la maglietta.
“Wei Ying?”
“Accetto, Lan Zhan.”
Sorrise.
Lui era per il carpe diem.
 
 
 
Fin (?)

Note d’autore
Buonasera. Innanzitutto, ringrazio tutti quelli che sono riusciti ad arrivare fino alla fine di queste diciassette pagine di word. Veramente, siete degli eroi e vi meritate tutto il mio rispetto.
Detto questo, beh. Beh. È la prima fanfiction che scrivo dopo sei anni di iato e per questo, sono assolutamente consapevole delle imprecisioni e dell’eventuale immaturità che possa trasparire tra queste mie righe. Io da sola non sono assolutamente convinta di quello che ne è uscito fuori. (I personaggi saranno IC? I dialoghi risulteranno almeno credibili?) Però, ho voluto mettermi di nuovo alla prova dopo tutti questi anni di pausa.
Ho avuto quest’idea in testa per mesi e ho dovuto esorcizzarla in un modo. La versione finale che vedete è il mio secondo tentativo, sicché ne avevo scritto una prima che mi convinceva ancora meno di questa lol
Forse parte un po’ lenta, o è confusa, o non lo so. Spero che sia quantomeno godibile e che i WangXian siano dolci e che siano due totali impiastri, ai vostri occhi J  
Come avete visto, ho ceduto all’espediente di “Wangji ubriaco e spavaldo” per far smuovere la situazione ahahaha Lo so, è un cliché presente in almeno settantadue ff diverse su questa ship ma che devo farci? Sono poco fantasiosa L
Se il finale vi è sembrato “aperto” o come se la storia fosse stata interrotto a metà, le spiegazioni sono due:
  1. Ho volutamente cercato di dare un finale aperto, perché credevo che fosse più appropriato per una one shot del genere. Insomma, farli dichiarare amore eterno o farli baciare in un contesto in cui nulla era ancora chiaro tra loro, sarebbe risultato forzato. (o no?)
  2. Non sono molto brava con i finali e perciò ho avuto davvero grosse difficoltà nel trovare una giusta conclusione alla OS. Perdonatemi L
 
Ad ogni modo, voglio ringraziare in modo particolare Athelyè che mi ha molto incoraggiata quando le ho detto che volevo riprendere a scrivere o quando le dicevo “la mia prosa fa schifo, non voglio scrivere”, ricordandomi che si può sempre migliorare e che per farlo, bisogna innanzitutto ricominciare a scrivere ahahah Grazie, babe, stai diventando speciale!<3
Infine, ringrazio in anticipo tutti coloro che la leggeranno e che, nel caso, decideranno di farmi sapere cosa ne pensano, dandomi dei consigli, facendomi delle critiche costruttive o semplicemente fangirlando con me su Mo dao zu shi o altre opere di Mxtx (se vorrete, ovvio ahahah sembra una minaccia)
PS: mi scuso se troverete eventuali errori di battitura; non ho una beta e, per quanto io l’abbia riletta un paio di volte, è possibile che qualche errore mi sia sfuggito!
PSS: il titolo è una totale schifezza, perdonatemi ancora…
Detto questo, vi mando un bacio ed un abbraccio fortissimo!
 
Valchiria
  
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