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Autore: eleCorti    11/06/2020    6 recensioni
“Aprila.” aggiunse, poi notando che l'email conteneva una foto. Taichi non se lo fece ripetere due volte: aprì l'immagine con una curiosità che lo divorava sempre di più, ma quando vide il contenuto del messaggio ebbe un sobbalzo e quasi sbatté la testa contro il muro.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sora Takenouchi, Taichi Yagami/Tai Kamiya | Coppie: Mimi/Matt, Sora/Tai, TK/Kari
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Di foto, inseguimenti e fratelli gelosi


La vibrazione del suo telefono aveva interrotto il dolce momento che stava vivendo con la sua ragazza. Proprio quel giorno che aveva la casa libera! Si ritrovò a pensare Taichi, mentre interrotto quel bacio che aveva scoccato alla sua ragazza, prendeva il telefono per controllare chi aveva osato disturbare il suo momento romantico. Il suo volto assunse un'espressione sorpresa quando si rese conto che Mimi gli aveva appena mandato una foto.
“Chi è, amore?” e Sora doveva avere notato quel mutamento di espressione, dato che gli aveva posto quella domanda.
“Niente, è solo Mimi.” rispose frettolosamente Taichi, il quale voleva tornare in fretta a fare ciò che stavano facendo prima, ma al contempo era curioso di vedere la foto che l'amica gli aveva inviato.
“E che dice?” chiese Sora, la quale aveva notato che il suo ragazzo continuava a fissare il display del cellulare. Poi si avvicinò a Taichi per sbirciare il messaggio presa anche lei da una divorante curiosità.
“Aprila.” aggiunse, poi notando che l'email conteneva una foto. Taichi non se lo fece ripetere due volte: aprì l'immagine con una curiosità che lo divorava sempre di più, ma quando vide il contenuto del messaggio ebbe un sobbalzo e quasi sbatté la testa contro il muro.
“Ma questi sono Takeru e Hikari!” esclamò, con un tono a metà tra la meraviglia e il geloso.
“Adesso che mi ci fai pensare, non mi avevi detto che tu e Yamato sospettavate che tra loro ci fosse qualcosa? Ebbene, adesso ne avete la conferma!” e Sora era felice per Hikari e Takeru, perché sapeva che loro due erano fatti per stare insieme. Come lei e Taichi, d'altronde.
Taichi si voltò pronto per risponderle, ma ancora una volta la suoneria del suo cellulare li interruppe. Stavolta, però, era una chiamata e quando Taichi lesse sullo schermo il nome di Yamato, capì immediatamente che anche lui doveva avere ricevuto il messaggio di Mimi.
“Sì.” rispose con tono serio, perché non sapeva cosa aspettarsi dall'amico.
“Hai ricevuto anche tu la foto?” e Yamato, come sempre, andò dritto al sodo.
“Sì.” fu la risposta secca di Taichi, il quale aveva stretto i pugni, in preda al nervosismo.
“Dobbiamo vederci, per parlarne, Taichi.” e Taichi sgranò gli occhi a quella risposta. Ma capì che la questione era così delicata che non poteva essere discussa al telefono.
“Sì. Al solito posto?” domandò, per avere conferma. La risposta affermativa di Yamato gli fece terminare la chiamata e concentrare la sua attenzione su Sora, la quale era rimasta lì in disparte, seduta sul letto, ad ascoltare la conversazione.
“Bene, io vado.” si alzò dal letto, iniziando a raccogliere la borsa. In silenzio. Taichi si sorprese.
“Di già?” domandò, alzandosi pure lui dal letto e raggiungendo la sua ragazza, che si era avvicinata alla sedia davanti alla scrivania scrivania, per abbracciarla da dietro.
“Mi devo vedere con Mimi, ricordi?” e lei si voltò verso di lui. Taichi assunse di nuovo quell'espressione sorpresa, facendo capire a Sora che si era dimenticato del suo appuntamento con Mimi.
“Di già?” domandò, poi, ricordandosi che Sora si doveva vedere con Mimi nel tardo pomeriggio.
“Sì, vado a casa e mi preparo.” si rivoltò di nuovo, prendendo il cellulare – che aveva lasciato sulla scrivania – infilandolo nella borsa. “E poi ti devi vedere con Yamato, no?” si rivoltò verso Taichi, il quale si grattò la sua folta chioma. La sua ragazza aveva capito tutto.
“Allora ci vediamo dopo?” le afferrò la mano, facendola trasalire. Adorava quando la coglieva di sorpresa e le sue gote si tingevano di rosso.
“Sì.” gli rispose lei sorridendo. Poi gli diede un casto bacio. Taichi l'accompagnò alla porta, salutandola un'ultima volta. Ora non restava altro da fare che prepararsi per vedersi con Yamato.


 
****
 
Ormai era mezz'ora che aspettava Yamato, si ritrovò a pensare Taichi, mentre fissava l'orizzonte. Probabilmente era ancora impegnato con le prove della band, si disse, appoggiando i gomiti sul guardrail del ponte di Odaiba: il luogo dove si erano dati appuntamento. La vibrazione del suo telefono interruppe il flusso dei suoi pensieri. Probabilmente era Yamato, si ritrovò a pensare mentre tirava fuori dalla tasca del pantalone della divisa scolastica, il cellulare. No, non era da Yamato chiamare e scusarsi per il ritardo. E quando vide che la chiamata proveniva dalla sua ragazza, un piccolo sorriso si dipinse sul suo volto. Aveva compreso perfettamente il motivo di quella chiamata.
“Pronto?” rispose.
“Taichi? Tutto ok?” sorrise, perché sapeva che Sora era tremendamente preoccupata di quello che poteva succedere tra lui e Yamato. Ma il periodo delle scazzottate era finito ormai da tempo, da quando i due si erano chiariti. Da quando Yamato aveva capito che Taichi e Sora erano fatti per stare insieme e lui era stato una piccola parentesi nella vita della digiprescelta dell'amore che come si era aperta si era chiusa. Ed era perfettamente inutile che continuava a starci male.
“Sì, sto aspettando ancora Yamato, che è in ritardo.” e lui si affrettò a tranquillizzarla. E dal sospiro di sollievo che la ragazza emise, Taichi capì che il suo intento fosse andato a segno.
“Mi raccomando, non fate cavolate!” lo redarguì lei, con il suo solito istinto materno. E Taichi non poté fare a meno di ridere.
“Stai tranquilla! Ormai siamo cambiati!” poi con la coda dell'occhio vide che Yamato si stava avvicinando. Era meglio chiudere la telefonata con Sora.
“Devo andare. Sta arrivando Yamato.”
“Anch'io. Tra poco mi devo vedere con Mimi. Mi raccomando.” un'ultima raccomandazione non poteva mancare.
“Tranquilla. A dopo.” chiuse la telefonata sempre con il sorriso dipinto sul volto. Parlare con la sua ragazza lo rilassava, sempre.
“Da quant'è che aspetti?” e la domanda di Yamato – che nel frattempo si era avvicinato a Taichi – lo fece ritornare alla realtà.
“Da mezz'ora!” fu la sua risposta, per farlo sentire in colpa. E, difatti, Yamato si sentì leggermente dispiaciuto.
“Scusa, le prove con la band mi tengono impegnato. Comunque... a quanto pare avevamo ragione su i nostri fratelli.” tolti di mezzo i convenevoli Yamato passò subito al nocciolo della questione. Ed era vero, perché da un po' i due ragazzi sospettavano che Hikari e Takeru stessero insieme.
I loro fratelli minori passavano molto tempo insieme, non che prima non si parlassero o non fossero in confidenza, ma il loro rapporto, di recente era cambiato. E questo Taichi e Yamato lo avevano intuito. Solo che non avevano avuto il coraggio di prendere la questione con i rispettivi fratelli, perché non volevano dare l'impressione di essere gelosi.
“Già.” asserì Taichi, che nel frattempo aveva riaperto la foto inviatogli da Mimi. Hikari e Takeru in quello scatto erano stati immortalati a braccetto, mentre passeggiavano per le strade di Odaiba. Entrambi con dipinte sul volto espressioni tipiche da innamorati, che lui conosceva bene.
“Secondo te, come ci dobbiamo comportare?” la domanda postagli da Yamato lo riportò alla realtà. Nemmeno lui sapeva come agire.
“Non ne ho la minima idea...” fu la sua risposta. Come doveva comportarsi con Hikari? Cosa doveva fare quando lei e Takeru avrebbero litigato e lui l'avrebbe fatta soffrire? Doveva prenderlo a pugni? Ma se lo faceva avrebbe sicuramente discusso anche con Yamato e Sora si sarebbe preoccupata. La questione era così delicata che forse era meglio non intervenire.
“Forse dovremmo lasciare che siano loro a preoccuparsi di quello che succederà. Noi dovremmo darli il nostro appoggio.” e sembrò che Yamato gli avesse letto nel pensiero. La cosa migliore era lasciare che Hikari e Takeru vivessero il loro amore liberamente senza preoccuparsi di ferire nessuno.
“Hai ragione.” asserì Taichi. Poi la vibrazione dei loro telefoni interruppe la conversazione. Era di nuovo Mimi che aveva inviato nuovamente un'immagine.
Quando l'aprirono i due amici videro i loro fratelli seduti in un caffè a mangiarsi una coppa di gelato.
“Ma questo è il caffè dove si dovevano vedere Mimi e Sora!” esclamò Taichi, con un tono alquanto sorpreso. E non era il solo, anche Yamato aveva scolpita sul volto un'espressione di stupore.
“Davvero? Allora, non credi ci dobbiamo andare?” domandò. E Taichi annuì. Raggiungendoli, avrebbero espresso la loro approvazione ai due fratelli più piccoli.


 
****
 
“Mimi! Perché hai scattato loro una foto?” la rimproverò Sora, osservando la sua migliore amica che ridacchiava, dopo avere inviato la suddetta foto. E lei sapeva a chi.
“E dai... è divertente! Già me li immagino a litigare tra loro!” e iniziò a imitare le voci di Taichi e Yamato in modo così buffo, che la prescelta dell'amore non poté fare a meno di ridere. Ma dentro di sé era preoccupata, perché sapeva benissimo che Mimi poteva avere ragione e in quel preciso momento il suo ragazzo e Yamato stavano discutendo. O peggio, si stavano prendendo a pugni. Sospirò, sconsolata. Certo che quei due le davano sempre delle magagne!
L'espressione di Mimi, seduta proprio di fronte a lei, che mutava espressione, mentre leggeva un messaggio che aveva appena ricevuto, la fece tornare alla realtà. Forse era Taichi che le aveva risposto male, irritato. O anche Yamato. Ma ciò non giustificava l'espressione abbattuta della prescelta della purezza. Il messaggio non potevano averglielo mandato quei due.
“Cosa c'è, Mimi?” domandò Sora in tono apprensivo. E quando Mimi sollevò il viso con dipinta sul volto un'espressione corrucciata, Sora capì che il messaggio era da parte di Koushiro.
“è Koushiro... dice che stasera farà tardi e non potremmo vederci!” esclamò Mimi, con un tono deluso. E Sora intuì il perché: dopotutto gli aveva preparato una bella sorpresa per quella sera e Mimi si era impegnata davvero tanto per rendere tutto perfetto.
“Mimi...” iniziò Sora, allungando la mano verso quella dell'amica, che era appoggiata sul tavolino. Ma Mimi la interruppe.
“Il suo lavoro lo tiene impegnato. È proprio da Koushiro!” si sforzò di sorridere, ma era evidente che era delusa. Il suo sorriso era forzato.
“Oh guarda chi c'è! Taichi e Yamato!” sentendo quei due nomi, Sora non poté fare a meno di voltarsi. Mimi aveva ragione: quelli che stavano venendo verso di loro erano proprio Taichi e Yamato. E sembravano tranquilli, quindi Sora concluse che non avevano litigato o se lo avessero fatto avevano poi chiarito.
“E voi che ci fate qui?” domandò Mimi, divertita. Perché sapeva perfettamente il motivo per il quale le avevano raggiunte.
“Abbiamo deciso di raggiungervi.” rispose Taichi, mentre – insieme a Yamato – si guardava intorno. E le due ragazze compresero la ragione: cercavano i due fratelli.
“Sono proprio lì.” li anticipò Mimi. “ Eh? Che strano fino a un minuto fa erano lì!” esclamò la prescelta della purezza. Evidentemente, se ne erano andati, mentre lei e Sora parlavano di Koushiro e della sorpresa.
“Che peccato... beh, allora non vi dispiace se ci uniamo a voi!” esclamò, Taichi, sedendosi accanto alla sua ragazza e prendendo in mano il menù.
Yamato, però, rimase in piedi, dato che l'unica sedia rimasta libera era occupata da buste. Mimi, la proprietaria delle suddette buste, si premurò di levarle dalla sedia per permettere al prescelto dell'amicizia di prendere posto intorno al tavolino.
“Ah, vedo che vi siete date alle pazza gioia!” esclamò Taichi, sogghignando. Adorava punzecchiare la sua ragazza.
“Non sono mie! Sono di Mimi!” fu la pronta risposta di Sora. Yamato arrossì: lui che aveva visto le buste da vicino, aveva notato di che negozio fossero, di intimo.
“Ti vedi con Koushiro?” domandò Taichi, non facendo caso al rossore dell'amico, seduto proprio di fronte a lui.
“No, non più!” fu la risposta acida di Mimi. E Taichi capì che il prescelto della saggezza le aveva dato buca.
“Capisco. Dovrà lavorare.” fu il commento di Taichi. Yamato, però, si sentiva dispiaciuto per Mimi. Aveva notato la sua delusione per il mancato rispetto da parte di Koushiro del loro appuntamento.
“Si è fatto tardi. Non credi sia meglio che andiamo. Mi devo preparare!” Sora interruppe il discorso, in quanto guardando l'orologio che portava al polso destro, notò che si era fatta una certa ora e lei e Taichi dovevano andare a casa sua. Lei si doveva preparare, perché quella sera sarebbe stata in un certo senso importante.
“Hai ragione. Effettivamente se non ci sbrighiamo adesso, rischiamo di fare tardi stasera.” constatò Taichi, guardando anche lui l'orologio che portava al polso.
“Perché, dove andate?” domandò Yamato, incuriosito. Più che altro aspettava che fosse Mimi a porre la domanda, dato che era sempre curiosa, ma la prescelta della purezza rimase in silenzio. Lei sapeva già tutto, in quanto Sora l'aveva già informata.
“A casa di Sora. Lei si deve preparare, perché stasera cena da me. Così la presento ufficialmente come la mia ragazza ai miei.” in realtà sua madre già sapeva di lui e Sora – l'aveva scoperto una volta rincasando un po' troppo presto – ed approvava, ma il padre non ne era a conoscenza.
“Capisco. Beh, ci vediamo domani a scuola.” li salutò Yamato. Sora, intanto, si era alzata ed era andata verso Mimi, donandole un piccolo abbraccio per rincuorarla e tranquillizzarla.
“A domani.” salutarono i loro amici e poi si avviarono all'uscita del bar. Ma né Yamato né Mimi si alzarono dalle loro sedie. Loro rimasero lì.


 
***
 
“Allora, cosa vuoi fare? Vuoi che ti accompagno a casa?” Yamato, una volta che i due amici se ne furono andati, si rivolse a Mimi, la quale era rimasta lì seduta a giocherellare con le briciole della cheesecake che aveva consumato poco prima del suo arrivo.
“No, che senso ha? Tanto la sorpresa di Koushiro è andata in fumo!” ribatté in tono svogliato, non smettendo di giocherellare con quella povera briciola. Yamato capì che Mimi era altamente offesa con Koushiro. Sospirò. Possibile che ogni volta che una ragazza aveva un problema doveva esserci lui in quel momento. Che doveva fare? Sospirò di nuovo.
“Senti, lo so che sei arrabbiata con Koushiro,” Mimi alzò gli occhi, puntandoli su Yamato, il quale deglutì. Doveva stare attento a ciò che diceva, perché Mimi, quando si irritava, era molto peggio di Sora.
“Ma lo sai com'è fatto. Lui agisce così, ma ci tiene tanto a te. E si vede.” ridacchiò, pronunciando quell'ultima frase, perché Koushiro arrossiva ogni volta che si nominava il nome della prescelta della purezza.
“Hai ragione.” Mimi alzò di nuovo gli occhi, ma stavolta Yamato notò subito che i lineamenti del suo volto erano rilassati. Aveva scelto le parole giuste, si ritrovò a pensare.
“Dai, ti accompagno a casa.” Yamato si alzò, prendendo le buste, appoggiate accanto a Mimi.
“Non c'è bisogno. So cavarmela da sola!” replicò Mimi, troppo orgogliosa per acconsentire a tale favore.
“Lo so, ma il sole sta tramontando e casa tua è un po' lontano da qui.” fu la pronta risposta di Yamato. Anche lui aveva sorriso, perché entrambi erano persone orgogliose.
“Effettivamente, hai ragione.” e Mimi non replicò. Non che lei avesse bisogno di un accompagnatore o di un protettore, ma si sarebbe tremendamente annoiata da sola lungo il tragitto. Yamato le sorrise e apertole la porta del Caffè la scortò fuori.


 
****
 
Erano mano nella mano che passeggiavano per le strade di Odaiba. Il sole era del tutto tramontato e il cielo aveva assunto quella tipica sfumatura arancione che acquistava quando il Sole andava a riposarsi. Sora aveva subito notato che c'era qualcosa che non andava nel suo ragazzo. Lui adorava passeggiare mano nella mano con lei, affermava che si sentiva come in un mondo parallelo in cui esistevano solo loro due e tutto il resto non importava.
“Taichi, va tutto bene?” domandò, osservando il volto del ragazzo. Era serio, per cui stava rimuginando su qualcosa.
“Sì.” rispose Taichi quasi distrattamente. E Sora intuì qualcosa: era corrucciato per Hikari e Takeru. Prima al Caffè aveva capito che ci era rimasto male per non averli incrociati.
“Dai, non ti preoccupare.” gli strinse la mano, sorridendogli calorosamente. Taichi ricambiò accarezzandole con il pollice l'indice.
Ormai erano quasi arrivati a casa. Non poteva farsi vedere dai suoi genitori con quell'espressione delusa in volto. Avrebbero pensato che loro avessero litigato e si sarebbero dispiaciuti a loro volta. Erano quasi giunti davanti al portone di casa Yagami, quando videro l'oggetto dell'argomento dell'intero pomeriggio: Hikari e Takeru. E da come si discostarono l'uno dall'altra arrossendo, Taichi e Sora capirono che li avevano visti. Si avvicinarono. Il silenzio regnava sovrano e l'imbarazzo anche. Sia Hikari sia Takeru guardavano Taichi con notevole vergogna.
“Cosa c'è?” rispose Taichi e da come reagirono i due ragazzi doveva avere dato l'impressione di essere alquanto seccato, ma così non era. Solo non sopportava di essere fissato in quel modo.
“Taichi... posso spiegare...” intervenne Hikari. E il prescelto del coraggio capì che stava cercando di giustificarsi, e che aveva preso la sua risposta di prima come uno scatto d'ira nel vederli insieme.
“No, tranquilla. È da un po' che sospettavamo che tra voi ci fosse qualcosa. Beh... congratulazioni!” quell'affermazione con dipinto sul volto un sorriso, lasciò Hikari – e non solo lei – spiazzata. Sia lei sia Takeru avevano più volte pensato che la loro relazione avrebbe complicato ancora di più il rapporto tra i loro fratelli, invece così non era.
Taichi oltrepassò la nuova coppia e aprì la porta di casa. Sora lo seguì e mentre superava Hikari e Takeru, regalò loro uno dei suoi sorrisi. Anche lei era contenta per loro. Hikari si rivolse di nuovo verso Takeru, il quale si congedò da lei, scoccandole un bacio sulla guancia. Poi, anche lei entrò in casa con il cuore molto più leggero.






Note dell'autrice: dopo tanto, troppo, tempo ritorno con questo fandom con una bella taiora, con aggiunta di takari, mimato e koumi (anche se implicitamente). Niente, io ci tengo a ringraziare la mia amica wendy88 che, con il suo sostegno, mi ha dato la spinta per riprendere in mano questa coppia. La storia non è niente di che, ma spero che vi abbia tenuto compagnia. A presto.
   
 
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