Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Sia_    17/06/2020    8 recensioni
"Fred e George ci hanno offerto di provare il loro nuovo prodotto una mezz’oretta fa e abbiamo accettato tutti, però ci sembrava brutto lasciarti fuori dai giochi." dice Harry, confondendo le sue parole in un rumoroso sbadiglio.
"E cosa farebbe esattamente questa caramella?"
"Non lo sappiamo." si affretta a dire Ginny, innocentemente.
"Mi state dicendo che voi tre, coscientemente, avete ingerito un loro prodotto senza controllare cosa fosse o cosa facesse?" chiede a questo, tremendamente preoccupata, "Voi siete pazzi."
"Hermione, siamo grati del fatto che ritieni le nostre invenzioni prive di pericolo." commenta ironicamente George, passandosi una mano tra i capelli.
"Ma per provare che è tutto completamente sicuro… " Fred apre la bocca, facendo cadere velocemente una caramella in bocca e, tanto velocemente, la manda giù verso lo stomaco, "Abbiamo deciso di prenderla anche noi."
La sicurezza dei movimenti di Fred la stupisce e una piccola vocina nella parte più recondita del suo cervello comincia a dirle che forse, ma solamente forse, non è una cosa così… pericolosa.
La vista di Fred viene oscurata dalla mano di George, che le offre la stessa caramella di prima con un sorriso a trentadue denti, "Cosa ne dici allora?"
Oh, al diavolo.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Angelina/George, Draco/Hermione, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, Lavanda/Ron
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Fred/Hermione ❤'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Oh, al diavolo - Capitolo ventiquattro


La Sala Comune, a quell’ora della serata, quella in cui tutti hanno appena finito la cena e aspettano pacatamente  la maggior parte, perlomeno  di raggiungere il letto, brulica di studenti. C’è chi se ne sta seduto in qualche divanetto a chiacchierare, chi prepara le prossime scommesse di Quidditch, chi sta abbracciando il proprio ragazzo vicino al fuoco, chi tenta di vendere i propri articoli e chi, colei che non si smentisce mai, se ne sta a leggere le ultime pagine di Storia della Magia. Gira la facciata con tranquillità, mentre il rumore di qualche risata le procura una certa noia: è particolarmente infastidita dal baccano che raggiunge le sue orecchie e non accenna ad andarsene, ma per la propria salute mentale si sforza di rimanere pacata. Quella sera, sarebbe stata solamente Hermione, avrebbe concluso la sua lettura e, una volta stanca, sarebbe semplicemente salita nei dormitori per una meravigliosa dormita. Chiude gli occhi, mentre un ululato rompe la poca armonia che è rimasta e i suoi piani vanno definitivamente in fumo quando, spalancate le palpabre, si trova improvvisamente davanti Ron Weasley. 

"Per la miseria." commenta, tenendo stretto il libro tra le mani: è già sull’orlo di una crisi isterica per tante altre cose, come il fatto che l’Esercito di Silente sia completamente illegale, o per...  , "Ti serve qualcosa?"

"Hanno ideato una promozione paghi due prendi uno, stanno venendo i loro prodotti in un modo eticamente sbagliato e tu… Hermione, stai bene? Paghi due, prendi uno, dico paghi-due-prendi-uno." la giovane sposta gli occhi dall’amico per puntarli direttamente sui gemelli che hanno stampato sul volto un ghigno senza precedenti. 

"Non posso farci niente se qualcuno è così stupido da cascarci: voglio dire, nessuno potrebbe mai essere convinto a… " non finisce di parlare che Neville le siede a fianco con una faccia sia confusa che estasiata, è un po’ una e un po’ l’altra e tiene tra le mani una Merendina Marinara, "Oh, non mi dire." sussurra, ripromettendosi di non leggere mai più in Sala Comune: dall’inizio dell’anno non le ha mai portato nulla di buono. 

Sposta di nuovo lo sguardo verso Ron, "Non ho voglia di urlare stasera, sarebbe fiato sprecato: lo sai come va a finire, io chiedo gentilmente, loro stuzzicano, io mi altero, loro ottengono il loro scopo di farmi impazzire e poi non concludo niente. Non mi hanno mai ascoltato e mai lo faranno." Hermione chiude il libro che ha tra le mani e lo appoggia alle ginocchia, incrociando le braccia al petto.

"Ora è diverso però… " Ron arrossisce un briciolo sulle guance, cercando di trovare in sé un minimo di autocontrollo: non è mai stato bravo a relazionarsi con un certo tipo di discorsi, specialmente se essi riguardano la sua migliore amica e uno dei suoi fratelli. 

Hermione si ammutolisce di colpo, lo guarda come ha guardato i fantasmi il primo giorno di scuola al primo anno, ammutolita, impaurita, come se stesse partecipando ad una recita, come se fosse finita in una realtà surreale, "Tu lo sai." si impunta, abbassando la voce e avvicinandosi al volto dell’amico con ferocia, "Come lo sai, chi te l'ha… Avrei voluto dirvelo io che… "

"Lo sa tutta la scuola." Neville si intromette nella conversazione, infilandosi la merendina nella tasca del mantello con un’espressione sollevata: paghi due prendi uno in effetti è un’ottima strategia di vendita, dovrebbe implementarla per i suoi commerci sotto banco di erbe. 

 

Non mi va più di far finta di niente

 

Sono parole scolpite nella mente di Hermione, non hanno intenzione di andarsene o starsene zitte: così le sente la sera quando va a letto, a colazione, a lezione, ogni ora del suo lunghissimo giorno. Cerca di silenziarle almeno in quel primo pomeriggio, chiudendo il tema di Pozioni appena finito e aprendo, con un gesto della mano poco convinto, il suo libro di Storia della Magia. Si ricorda la sera in cui l’ha iniziato un paio di settimane prima, quando Ron l’ha chiamata dall’altra parte della Sala Comune per assaggiare quella dannata caramella. 

Ed Hermione, nonostante tutti i suoi enormi preconcetti sulla vita, nonostante quella voce nella testa a dirle quanto sbagliato fosse, ha guardato gli occhi di Fred  si è persa negli occhi di Fred per la precisione e si è fidata, si è lanciata. E ne è stata grata, perché, per quanto fosse stato stupido prendere un Tiro Vispo a occhi chiusi, ha vissuto un viaggio senza muoversi dalla scuola. Non ha avuto partenze, non ha avuto destinazioni, è sempre stata lì, si è mossa per i corridoi, da un’aula all’altra ovviamente, ma più i giorni passavano, meno Hermione si sentiva. Perché Hermione non avrebbe fatto amicizia con Draco Malfoy, Hermione non avrebbe passato le sue serate in giro per i corridoi a notte fonda, non sarebbe salita su una scopa. Hermione non è stata Hermione e anche adesso, che è venuta a patti con i suoi sentimenti, sa che qualcosa dentro di lei è cambiato, migliorato. 

Cerca di concentrarsi, ma è ancora una volta uno sforzo titanico, perché Fred, in quei momenti vuoti, torna a farle compagnia, a commentare ciò che legge, a muoverle tutte quelle belle parole sulla pagina nel tentativo palese di farla arrabbiare. Non si arrabbia però, non sbatte gli occhi per far tornare tutto come prima, ma semplicemente appoggia la schiena alla sedie e si mette a pensare. Ricorda la faccia da malandrino del gemello del giorno prima sul campo da Quidditch, la sua smorfia divertita nello scandire quella frase piena e vuota di significato allo stesso tempo. E poi si ricorda che, dopo un attimo di silenzio, ha stretto il manico della sua Scopalinda nella mano e l’ha salutata per andarsi a cambiare. 

Fred è uno che fa così, ha sempre fatto così: non è la prima volta che si tira indietro da qualcosa, ma lei è stanca, incredibilmente stanca di far finta che le vada bene. Non vuole che Fred se ne vada, non vuole che rimanga tutto in sospeso, non vuole più portarsi dietro la pozione, non vuole più essere un’Hermione che è un po’ cambiata, ma è che ferma in quel labile confine che non le permette di prendere il volo. Quell’Hermione che sa, sa come sanno tutti quelli che la guardano ogni giorno, che i suoi sentimenti sono sbocciati come le margherite in primavera sui prati della Tana e che difficilmente potrà cacciarli giù. Sono scolpiti sulla sua pelle, ogni parola che dice, ogni gesto che fa sono un dipinto di quello che sente dentro e non fa fatica a credere che anche lui, anche Fred se ne deve pur essere accorto a quel punto. 

La mente si focalizza sul gemello, su quel ghigno malandrino che è un’ossessione, sulla sua mano che l’accarezza la pelle, sulle sue battute di pessimo gusto, su quel sorriso che la sveglia la mattina e… Arrossisce, perché il pensiero la colpisce di colpo, nel suo posto preferito della Biblioteca dopo almeno ventiquattro ore: Fred la trova davvero dannatamente carina

Sorride, mentre le parole sul suo libro cominciano a smettere di fluttuare e si sente tutto ad un tratto più calma, come una spiaggia la mattina dopo la tempesta. Passa un dito sulla pagina, mentre l’ennesima consapevolezza la colpisce dritta nel petto: gli effetti della caramella stanno lentamente svanendo. È in grado di controllare la sua mente, di leggere quelle pagine se vuole leggerle. 

"Io devo dirglielo, devo dirlo a Fred." sussurra, chiudendo freneticamente il libro che sta leggendo e cacciando tutto quello che ha sul tavolo nella sua tracolla il più velocemente possibile. 

È l’ultima volta che il cuore del gemello prende il volo, una delle ultime occasioni in cui diventa come quelle persone che si svegliano di colpo nella notte perché si sentono cadere: un attimo prima è nel suo magazzino a trafficare con la polvere da sparo e quello dopo è lì, nell’enorme Biblioteca della scuola ad osservare Hermione, Hermione che è tutta indaffarata a cacciare le sue cose nella tracolla, i capelli ricci che si muovono sulle spalle e sembrano più vivi del solito. Sorride, appoggiandosi alla libreria che si trova di fianco, "Vuoi una mano?" le chiede, osservando divertito la reazione della giovane che, al suono della sua voce, si gira sul posto spaventata.

"Miseriaccia." urla con un sussurro, portando una mano sul cuore, "Come fai sempre a spuntare dal nulla?!"

Fred lancia un’occhiata a Madama Pince che li sta fissando con un sopracciglio alzato, pronta a sgridarli da un momento all’altro, per questo inclina la testa di qualche grado e le indica la porta con il pollice, "Mi andava di fare una passeggiata e tu sei sempre in Biblioteca, non è stato difficile."

Hermione lo guarda: ha le maniche tirate su, studia la pelle dei suoi avambracci, quella cravatta un po’ allentata e il ciuffo tirato verso l’alto. Annusa l’aria, sa stranamente di polvere da sparo, "Vuoi… Fare una passeggiata con me?"

Fred le sorride, è un sorriso che Hermione non fa fatica a collegare con l’alba delle prime mattine estive, all’aria fresca che le passa attraverso i capelli quando apre la finestra. Le provoca una strana sensazione al cuore, ma nulla in confronto a quella che sente quando vede il gemello avvicinarsi di qualche passo per prendere la tracolla appoggiata sul tavolo. Si inclina verso di lei, gli occhi di Hermione seguono meticolosi il suo movimento, anche quando la mano di Fred prende il manico della borsa e l’appoggia sulla sua spalla, anche quando il gemello le sorride malandrino, tentennando per qualche secondo davanti al suo volto, per poi girarsi nella direzione della porta della Biblioteca, aspettandosi di essere seguito. 

Ed è così, la giovane cammina a passi piccoli dietro di lui, lo osserva silenziosa, seguendo la linea della sua schiena, la sua tracolla che si scontra continuamente contro il fianco del gemello, le sue maniche che sono tirate fino agli avambracci, la mano infilata nei pantaloni. Osserva tutto e si accorge che tutto è davvero troppo, che non riesce a reggerlo: per prima cosa, il silenzio che si è venuto a creare le pesa sulle spalle come un macigno. 

"Hai preso la mia borsa?" riesce finalmente a partorire, fermando i suoi passi e appoggiandosi ad una delle finestre della scuola: non si siede sulla pietra fredda, rimane in piedi, le cosce che si scontrano con il bordo di quella che molto spesso viene usata dagli studenti come seduta. 

"Ho preso la tua borsa." Fred si gira a guardarla e si accorge di essersi allontanato troppo, quindi torna indietro con un ghigno soddisfatto sul volto. 

"Tu hai preso la mia borsa."

"Ti stai ripetendo." le fa notare accostandosi al muro, imitando la stessa posizione assunta in Biblioteca, "Ho preso la tua borsa."

Hermione lo guarda, deve alzare il capo per vederlo al meglio perché il gemello è molto più alto di lei in quella situazione, le sue dita delle mani che giocherellano una con l’altra per fare in modo di tenersi impegnata, per cercare di non scappare da lui ancora una volta, "Fred, c’è una cosa che… "

Il gemello le legge nella mente, lo sa che sta per dire qualcosa che non è in grado di dire, per questo si avvicina di qualche passo ancora, appoggiando la tracolla sulla pietra fredda, "A cosa stai pensando?" la ferma, grattandosi la pelle dell’avambraccio. 

"Al fatto che hai preso la mia borsa, nessuno ha mai preso la mia borsa." si trova a sussurrare, perché oh, al diavolo, non ne può più, "L’hai presa come fosse una cosa normale, hai fatto finta di niente e sei stato tu a dirmi di essere stanco di far finta di niente."

Si stanno guardando, sono entrati in quel territorio che fa paura a tutti e due, non ci sono più carte coperte sul tavolo: Hermione ha lo sguardo che finisce dritto negli occhi di Fred, che non si staccano dal viso della giovane che ha davanti. 

"Forse non ti prendono la borsa perché è pesante." le fa notare con il preciso intento di deviarla dall’ultima osservazione, massaggiandosi la spalla dolorante, "Cosa ci tieni lì dentro?"

"Una copia di Storia della Magia, il compito di Pozioni, tre piume, due vasetti di inchiostro, quattro pergamene nuove, il libro di Pozioni e l’antidoto delle caramelle." risponde metodica, senza staccare lo sguardo dal volto del gemello, che è abbellito dal solito ghigno malandrino: lo diverte, quella specie di tortura, lo diverte osservare Hermione cadere nelle sue stupide trappole, lo diverte farla ammattire. 

"Hai due libri nella borsa?" la voce di Fred è alta, è un tono usato chiaramente per prenderla in giro, "Sono davvero troppi due libri nella borsa." 

"Sono il limite della decenza." Hermione incrocia le braccia al petto, divertita da quella conversazione così sciocca e senza senso, dimenticandosi ancora una volta l’importanza di finire un discorso: un secondo prima impone a sé stessa di essere chiara, cristallina e quello dopo si dimentica persino il suo nome, il sangue le fluisce lungo il corpo come una scarica e una strana scintilla le dice che è arrivato il momento di rispondere a tono, che non c’è niente di meglio che tenere testa ad uno dei gemelli Weasley. 

Andrebbe avanti a stuzzicarla Fred, ha almeno otto battute possibili nella sua testa per poterla stuzzicare ancora e ancora, ma non riesce più a trattenersi: ha creduto di poter giocare ancora un po’, ancora qualche secondo, ma più la guarda, più desidera annullare la distanza e baciarla, "Non l’hai bevuto?" cambia improvvisamente l’oggetto della conversazione, ha un'espressione più seria, controllata. La strega nega con un movimento del capo, inumidendo le labbra con la lingua. 

Nessuno dei due si rimette a parlare, si accorgono che qualcuno si sta avvicinando dalla fine del corridoio e si girano a guardare Katie che sta andando in Biblioteca a recuperare dei libri per un compito. La salutano con un movimento della mano: adesso che hanno rotto lo sguardo, Hermione sente un’improvviso vuoto nel suo petto. Oh, al diavolo. Oh, al diavolo, non è così che si è ripromessa di essere quando ha saputo di essere una strega, non è così che si è ripromessa di diventare da piccola, "A cosa stai pensando tu?" gli chiede, girando il capo verso di lui, cercando gli occhi del gemello ancora una volta. 

Fred sorride, pensa a quante se lo sono chiesto, loro due: il suo guaio è che, ogni volta che apre la bocca per dirlo, quello che sta pensando, non racconta mai ciò che gli passa per la testa. Tuttavia, è una situazione talmente particolare che adesso pensa persino meno di quanto dice: è tutto al contrario, tutto così surreale, come se la polvere da sparo gli abbia finalmente dato alla testa, come se gli occhi di Hermione lo stiano implorando. 

"Sto pensando a quando abbiamo sorvolato il lago insieme e le tue braccia mi hanno circondato proprio qui." comincia, imitando con le mani un movimento circolare, "Sto pensando a quando abbiamo fatto una passeggiata, a quando hai cercato la mia mano nello sgabuzzino, a quando ho avuto il tuo volto a qualche centimetro di distanza, sto pensando a quando ti sei lanciata nelle mie braccia e ti sei incastrata così bene e poi hai stretto il mio maglione nelle tue mani. Sto pensando che, a furia di starti vicino, impazzirò."

Hermione crede di smetterla di respirare, le sue guance si colorano di un veloce rosso e osserva i movimenti frettolosi e calcolati del gemello che si avvicina e appoggia le mani ai suoi lati, costringendola a sedersi sulla fredda pietra. Oh, al diavolo, "Ti piaccio?" le sue parole sono un sussurro al vento, non pensa nemmeno che lui le abbia sentite, non pensa nemmeno di averle dette ad alta voce. 

"Sto pensando… " Fred prende una pausa, perché quella domanda gli è entrato dentro come l’inchiostro dei tatuaggi, " ... che sono anni che seguo la tua risata e che più ridi, più mi piaci e sto pensando che è tutta l’estate che provo a dirtelo, che non riesco più a tenerlo dentro." continua imperterrito, tornando a guardarla, "Sto pensando che il colore delle tue iridi sta dannatamente bene con il maglione che indossi, sto pensando che di sicuro hai freddo, perché hai sempre freddo e che in Sala Comune c’è il fuoco acceso e che dovrei portarti lì e che due libri sono troppi e che quando arrossisci sei bella, Hermione sei bella."

Il tempo si ferma, le parole di Fred le rimbombano nella mente come quella ninnananna che il padre era solito cantarle ogni sera prima di dormire. È passato un solo secondo da quando le ha pronunciate, ma crede di conoscerle già a memoria, è come se le avesse sempre sentite. Deglutisce, la gola è improvvisamente più secca, mentre cerca di adattare lo sguardo sul volto di Fred: gli osserva le labbra, appena socchiuse, per poi risalire verso gli occhi, che sono un pozzo di verità. 

"Io ti piaccio." riesce a partorire la giovane dopo qualche attimo, una mano che si piazza sulla guancia di Fred, "Io ti piaccio."

"Stai di nuovo ripetendo quello che… "

"Più lo ripeto, più diventa vero." gli spiega velocemente: ne ha fatto una teoria durante il suo quarto anno quando Viktor Krum l’ha invitata al ballo, ma è sicura di non voler tirare fuori il racconto proprio in quel momento, "Io ti piaccio." alza la voce, un sorriso si increspa sulle sua labbra. 

Fred annuisce, la fossetta che si fa largo sulla sua pelle, "Sei davvero così sorpresa? Pensavo fosse semplice da capire."

"Ti eri fermato." Hermione mordicchia il labbro inferiore, mentre l’indice della mano sinistra gratta contro la pelle del pollice freneticamente, "Nello sgabuzzino, credevo che tu volessi baciarmi, ma poi ti sei fermato e…" Hermione chiude gli occhi per cercare la forza di continuare a parlare, "Credevo di essere l’unica a provare dei sentimenti."

"Tu… ?" Fred un po’ la sa già la risposta, perché non è stupido, perché ha due occhi per vedere e due orecchie per sentire quello che la strega gli sta dicendo, ma non può ancora cancellare quella voce dentro di lui che gli sussurra che è impossibile, che non è davvero uno scenario probabile. Hermione invece si accorge che non gli ha ancora dato una risposta: è stata lì ad ascoltare il cuore del gemello ed è stata zitta. Arrossisce pesantemente, Oh, al diavolo.

"Mi piaci." mentre comincia a parlare, è consapevole che le mani di Fred si spostano dalla fredda pietra e si appoggiano lievi sui suoi fianchi: sono talmente calde che il loro calore attraversa il maglione che indossa, corre sotto alla camicia e le fa scottare la pelle, "Mi piace quello che sei, il tuo stile di vita senza regole, il modo in cui pensi, il tono della tua voce quando parla piano la sera, quel ciuffo di capelli che non sa mai stare fermo e continua a caderti davanti agli occhi, la tua risata, mi piace il modo in cui… Mi fai stare bene, Fred."

La mano del gemello si appoggia alla sua guancia, le punta delle dita che affondano nei capelli. Si guardando ancora per un briciolo di secondo, prima di sentire le loro labbra che si toccano per la prima volta: il contatto è ruvido all’inizio, la giovane può sentire alla perfezione tutte le pieghe disegnate sulla bocca del gemello, ma presto si fa gentile, è come quando un’ape si appoggia ad un fiore, come quando un uccello si mette a volare per la prima volta. È tutto ciò che la sua mente non avrebbe mai potuto neanche immaginare. Seduta su quella pietra fredda, mentre Fred ruota il capo di qualche grado per aggiustare meglio l’angolazione, Hermione, che è aggrappata a tanti punti fermi, si sente cadere, ha questa strana sensazione che le impone di toccare il gemello per evitare di precipitare nel vuoto: incastra le dita delle mani dietro al suo collo, giocherellando con la fine dei suoi capelli rossastri. 

Quello non è come il primo bacio che le ha lasciato Viktor sulle labbra, non è quel primo bacio che Fred ha dato ad una Tassorosso in Sala Grande, non è proprio nulla in confronto a niente. È quel bacio dove le labbra di Fred sono morbide e calde, sono come un tappeto di nuvole o la schiuma del cappuccino che beve a casa sua la mattina. È quel bacio che sa di un milione di cose dette e non dette, che è assordante e muto allo stesso tempo, che è un ossimoro vivente. 

Quando si staccano, entrambi per cercare aria, Fred fatica a starle lontano, si abbassa ancora un secondo per baciarla di nuovo: si tratta di un contatto talmente veloce che quasi non le sente nemmeno quelle labbra che la toccano. Sono come la brezza estiva la mattina ed Hermione si spinge verso l’alto, come per averne ancora, unendoli di nuovo. Il braccio libero di Fred si incastra dietro la sua schiena, l’avvicina ancora di qualche millimetro e ora, per quanto il corridoio fosse stato freddo al loro arrivo, è come se si trovassero al centro di una fiamma viva. 

Arriva un momento in cui alla fine si allontanano, forse impauriti di star già prendendo troppo, di non aver ancora detto abbastanza, "La caramella, sentivo quando mi pensavi e pensavi davvero, davvero molto." Fred le dice appunto, riprendendo il controllo del proprio corpo e passandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio, "E ogni volta che dicevi il mio nome mi teletrasportavo da te, per questo ero sempre ovunque, perché tu non smetti di dire il mio nome."

Hermione ci mette qualche secondo a recepire le nuove informazioni, ha ancora la testa tra le nuvole, "Non lo dico così spesso." controbatte, ma alla bugia arrossisce senza ritegno. 

"Cinque volte in una settimana, hai detto il mio nome cinque volte mentre non ero con te e in due occasioni eri persino da sola." Fred le dà un buffetto sul naso, ridendo. 

"Non sei l’unica persona su questo pianeta che si chiama Fred." Hermione si aggrappa disperata sugli specchi: sa che sarebbe più facile, per una volta nella vita, dare ragione al gemello, ma non è quello che il Weasley si aspetta da lei, non è ciò che sono. 

Il mago alza un sopracciglio divertito e si abbassa a cercare le sue labbra una terza volta, istigandola a parlare, "Chi altro si chiama come me?"

"Uno studente del terzo anno di Corvonero." inventa, stringendo la bocca con sicurezza, mascherando la sua menzogna con un’espressione convinta sul volto. 

"Ci ho messo due anni per farti dire il mio nome e un Corvonero che è persino più giovane della più giovane dei miei fratelli è in grado di fartelo pronunciare cinque volte in una sola settimana?" il gemello ride, "Spero almeno che tu non pensi a lui tanto intensamente quanto lo fai con me."

"Era la caramella, eri ovunque nella mia testa ed eri così vero e… Non te ne volevi andare, vuoi sempre essere il centro di tutto, non ero nemmeno in grado di leggere i miei amati libri perché le parole si confondevano e si muovevano e tu ridevi e… "

Non finisce la frase, perché Fred le ruba le labbra ancora una volta: è un bacio più divertito, scherzoso del primo, ma sicuramente più prepotente degli altri due. La inclina verso la finestra, ma non la appoggia al vetro freddo, "Mi piaci." le sussurra, baciandola ancora, "Mi piaci decisamente troppo."

Hermione ride, scrollando il capo: vede solo Fred, sente solo Fred, per questo non si accorge di Katie, che è appena uscita dalla Biblioteca con il libro che ha preso in prestito. Un sorriso le esce prepotente sul volto, mentre si schiarisce la voce, come per ricordare ad entrambi che sono davvero in mezzo ad uno dei corridoi più visitati dell’intera scuola, come a dire che lei non ha intenzione di invadere la loro privacy, ma qualcun altro potrebbe farlo. 

Hermione arrossisce appena sulle guance e il gemello si bea di quella visione, scostandosi e recuperando la borsa della giovane lasciata sulla finestra, che lo segue silenziosamente, il volto che osserva le piastrelle del pavimento per nascondere quell’espressione di felicità che le tinge ogni centimetro della pelle. Tiene le mani ancorate dietro alla sua schiena, osserva il gemello e non può evitare di perdersi in ciò che le sta camminando davanti: anche di spalle, perfino di spalle Fred è bello e le provoca quel prepotente effetto di calore e desiderio dentro l’anima. 

Lo sta ancora guardando, quando il gemello finalmente si gira verso di lei, un sorriso sul volto e la mano tesa nella sua direzione, "Cosa?" gli chiede, alzando un sopracciglio divertita e sorpresa allo stesso tempo. 

"Ti sto dando la mano." chiarisce tranquillamente, "È che tu stai facendo quella faccia e io non posso dirti di no."

"Io non sto facendo nessuna faccia." Hermione arrossisce sulle guance, sporcata da un imbarazzo che le proviene da dentro: non sa di che faccia stia parlando Fred, ma è sicura che la stia facendo, è palese che gli ha fissato le mani almeno per quarantasette secondi, ne ha studiato le nervature, la grandezza: ha desiderato prenderle per sapere se fossero davvero morbide come nei suoi pensieri, "Poi di che faccia stai parlando? Io… "

"È la mia stessa faccia." Fred la interrompe, "Sono stanco di averti lontano, voglio prenderti per mano per ogni corridoio del castello, in tutte le aule della scuola, in ogni stanza, sgabuzzino, anfratto, anche in quei piccoli buchi nel muro dove la gente striscia per fare prima quando è in ritardo a lezione e che ha scoperto perché si stava nascondendo da un Serpeverde."

"Hai descritto ogni luogo di Hogwarts." gli fa notare Hermione, mentre le sue dita si scontrano prepotenti contro quelle del gemello in una lotta che non ha né vinti, né vincitori. Si uniscono e basta, fondendosi l’una con l’altra. 

"Quello è il piano." conferma Fred, tirandola verso di sé per far passare un gruppo di Tassorosso del quarto anno. 

Hermione arrossisce, mentre la sua guancia aderisce al braccio del gemello e le risate dei ragazzi che li hanno appena superati raggiunge le sue orecchie,  "È un bel piano."

 

"Tutta la scuola?" Hermione sente la gola completamente asciutta, comincia a mancarle l’aria. Sa, è al corrente del fatto che le notizie corrono in fretta ad Hogwarts, ma è un record che sia arrivata ovunque in meno di qualche ora. È vero, forse il fatto che qualcuno li abbia visti insieme per i corridoi può aver accelerato il processo, ma… 

"Tutta la scuola." confermano Ron e Neville all'unisono, mentre Harry scende dai dormitori con i mano i suoi libri per studiare e si siede vicino a loro con un’espressione esausta sul viso, "Che si dice?" chiede, lanciando lo sguardo ai tre, che non si sono nemmeno preoccupati di fargli un cenno di saluto. 

"Gli abbiamo appena detto che lo sanno tutti." Neville scrolla le spalle con fare tranquillo, indicando Hermione con un movimento del pollice. 

"Tutti sanno cosa?" i due gemelli, incuriositi dalla folla di persone che si è venuta a radunare in quell’angolo della Sala Comune, si avvicinano con un ghigno malandrino sul volto. 

"Che state insieme." 

Fred non recepisce bene da dove arrivi la risposta, è fermo a sorridere come un ebete a quel dato di fatto, ma presto l’espressione contenta si spegne sul suo volto, "Noi non stiamo insieme." puntualizza Hermione, incrociando le braccia al petto, con il libro di Storia della Magia che, dalle ginocchia, scivola contro il divano. 

"Non puoi negare l’evidenza, va contro tutte le tue regole." Harry storce il naso, rimettendosi a posto gli occhiali, "Se Ron avesse detto che gli asini volano, avresti avuto il diritto di dire che è una cosa impossibile, ti avrei potuto anche dare ragione, ma… Vi hanno visto almeno venti persone."

Hermione arrossisce sulle guance ed è lì che Fred si riprendere: un po’ perché George gli ha piantato una gomitata nelle costole, un po’ perché si rende conto che la sua strega ha ragione ancora una volta: non lo hai mai reso esplicito, non le ha mai fatto quella domanda che evidentemente la giovane si aspetta, quel tipo di domanda che appiana tutti i dubbi. Perché adesso Hermione cos'è per lui, se non quella ragazza con cui ha stipulato un piano per tenersi la mano in ogni angolo del castello? Lascia un posto libero vicino al gemello, riempito da Ginny, che ha lasciato le sue compagne di stanza a finire i compiti da sole: partecipare a quella conversazione vale molto di più di una punizione con Piton. 

"Hermione, non c’è niente di male a raccontare la ver… " Ron cerca di rassicurarla, un leggero buffetto sul braccio, ma si ferma quando Fred si inginocchia di fianco a lui con un ghigno malandrino sulla faccia. 

"Hermione." la richiama con quella voce sussurrata che le piace tanto, per questo si gira subito a guardarlo e sembra che tutto sia come la sera di qualche settimana prima, quando le ha proposto, insieme a George, di prendere la caramella: arrossisce, mentre la sicurezza dei movimenti del gemello è in grado di colpirla di nuovo nel profondo, "Quando io…" smette di parlare, osservando gli spettatori che stanno aspettando trepidazione di sentire la fine della frase, "Avete intenzione di stare lì tutto il tempo?"

Annuiscono contemporaneamente tutti quanti, Ron si siede sul bracciolo della poltrona dietro di lui, Ginny appoggia la testa alla spalle di George che sogghigna malandrino. Fred scuote il capo, tornando a guardare Hermione, un leggero imbarazzo gli colora la punta delle orecchie, "Quando ho detto di volerti tenere la mano ovunque, stavo cercando di dirti che volevo questa cosa… Io e te, insieme, come una coppia, come il gelato con le patatine fritte." le dice con calma, un sorriso a trentadue denti che gli copre il viso da una parte all’altra, "Cosa ne dici?"

 

Oh, al diavolo.

 


Lo so, arrivo un goccio prima, ma ho finalmente concluso uno degli esami più difficili dell'anno e questo è un po' un premio per me e una sorpresa per voi, l'ultima: finalmente è arrivato il bacio, finalmente posso smetterla di torturarvi. Dire addio mi sta facendo male, ma è giusto dire basta: mi sono già presa troppo spazio, sarebbe egoistico andare avanti con loro. Voglio solo diverlo, questa storia finisce qui, ma nella mia mente questo Fred non muore, questa Hermione vivrà tutto il resto della vita con un ombra malandrina al suo lato. Sono carini, sono tanti motivi per cui amo scrivere e non posso vederli soffrire, sarebbe insopportabile per me: non li ho scritti, ma li immagino già i loro figli che corrono per la casa, con Hermione che scuote il capo e Fred che li insegue con una risata sul volto. E sono bellissimi così, sono giustissimi così.
Mi avessero detto, l'ottobre dell'anno scorso, che questa storia sarebbe arrivata qui, che sarebbe piaciuta tanto, non ci avrei creduto: perché il mio piano era un altro, ma sono sempre belli gli imprevisti dell'ultimo minuto, vanno a creare qualcosa di straordinario, riempiono la vita in qualche modo.  
E alla fine di tutto, devo ringraziare tutti, dal primo all'ultimo: siete stato davvero tantissimo per me, sento che questa storia mi ha cambiato, mi è entrata un po' dentro e, con i vostri commenti, mi avete migliorato. Ho vissuto anche io un viaggio come la nostra Hermione, anche io mi sono innamorata di oguno di voi, quindi devo dire grazie. In tutti i toni possibili, in tutti i modi possibili. Ho iniziato questa storia in un momento un po' speciale per me, venivo da una situazione difficile e lo scoppio della quarantena non ha di certo aiutato, ma siete riusciti a farmi andare avanti con poco. E ve ne sono davvero, immensamente grata. 
Grazie per tutto, 
Sia ❤

 
   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Sia_