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Autore: littlepink6690    17/06/2020    1 recensioni
Cosa succede quando una macchina scivola e si ribalta sull'asfalto bagnato? Cosa succede alla persona che conduce quell'automobile? Cosa farà adesso Jennifer, chi lascerà avvicinare a sé, adesso che ne ha più bisogno? Qualcuno riuscirà ad abbattere quei muri che adesso lei sta costruendo per difendersi?
Morrilla
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Ginnifer Goodwin, Jennifer Morrison, Josh Dallas, Lana Parrilla, Rebecca Mader
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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15Lolita

15

Allestire quel loro spazio per la meditazione non era stato difficile. Lana aveva studiato attentamente il punto dove si sarebbero sistemate per la pratica. Lo stesso che avrebbero usato per gli esercizi di Jen.

Quella mattina l’aveva osservata mentre si cambiava, indossando quel leggings molto attillato, dovette distogliere lo sguardo per non essere costretta a strapparglielo di dosso, appena messo. Poi si erano sedute sul grande tappeto davanti al piccolo caminetto. La mora aveva già iniziato a recuperare le cose indispensabili da casa e aveva portato alcuni strumenti per la meditazione, a casa della rossa. Incrociando le gambe aveva battuto contro il ginocchio dell’altra, portò una mano sul punto leso per scusarsi, e si allargò in un sorriso.

 

“Non farlo” – sorrise Jen porgendosi per darle un dolce bacio.

 

“Sorriso contagioso, non ti fa male” – le fece la linguaccia, prese la mazzuola in cuoio e iniziò a farla ruotare intorno alla campana tibetana. Avevano parlato prima di cosa fosse utile fare, durante la pratica, non aprirono bocca se non per sorridersi. Era davvero bello per Lana vedere Jen molto più rilassata rispetto a quando si erano riviste agli inizi di tutta quella storia. Era serena nel vederla riprendersi man mano, e lasciarsi sempre più aiutare, la mora preferiva di gran lunga sentire da lei cosa la turbasse, che andarlo a scavare nel profondo, sentendosi magari invadente. La bionda era molto più disponibile ad aprirsi a lei, stava decisamente meglio.

 

La pratica proseguiva da una buona mezzoretta, erano entrambe molto rilassate, ascoltando i loro respiri e il suono della campana, propagarsi nella stanza. Qualcosa però arrivò a turbare quella pacatezza che avevano raggiunto, una strana sensazione. Un senso di nausea e un successivo dolore addominale. La donna si mise in piedi lentamente, sotto l’occhio aperto dell’altra che la guardò da seduta.

 

“Scusami” – si guardarono per un attimo, poi con passo accelerato si allontanò dal salotto. L’altra la seguì con lo sguardo e affinò l’udito per capire cosa stesse succedendo, sentì indistintamente la porta del bagno chiudersi e il rumore tipico di un conato.

 

“Merda” – scattò in piedi e camminò finalmente senza stampelle, barcollando appena per essersi alzata in fretta. Arrivò dietro la porta del bagno e la scostò appena – “Ehi?”

 

“Jen ti prego va via” – ma la rossa non le diede ascolto, entrò, si accovacciò accanto a lei e le scosse i capelli dal viso.

 

“Shh” – sentì ancora quel rumore e le tenne la fronte. Povera, probabilmente si era beccata un’influenza intestinale – “Va meglio?”

 

“Credo di aver vomitato anche l’anima” – si accasciò sul suo petto, con le lacrime agli occhi.

 

“Ehi Shh” – la rossa le accarezzò i capelli ricci e li baciò.

 

“Bel inizio di convivenza” – sorrise.

 

“Non è colpa tua, forse ho forzato la mano, e ti sei un po’ stressata” – disse tastandole la fronte- “Scotti amore, tanto” – la strinse perché la sentì tremare.

 

“Non ci voleva” – disse raggomitolandosi nell’abbraccio.

 

“E’ una cosa risolvibile” – la tenne un altro po’ così- “Riesci a metterti in piedi?” – chiesi provando a farlo per prima. Si aiutarono a vicenda, poi Lana ebbe di nuovo la necessità di svuotare lo stomaco – “Vado a recuperare un antiemetico, aspetta qui” – la lasciò seduta per terra. Lana si passò una mano tra i capelli, sentì la fronte madida di sudore e un’eccessiva salivazione, sbuffò. Poco dopo l’altra la raggiunse offrendole una mano – “Adesso devi farmi vedere una bella natica amore” – sorrise e la mora rise piano.

 

“Spiritosa Morrison” – si poggiò al lavandino e con una mano calò parte della culotte che indossava, la rossa nel frattempo aveva imbevuto un batuffolo con il disinfettante e lo passò sul punto scoperto, poi in modo impercepibile infilò l’ago e Lana seppe che era dentro solo per il fatto che il liquido stesse entrando in circolo – “Porcaccia” – strinse i bordi del mobiletto – “Lo odio”

 

“Finito” – ripassò il batuffolo e ci diede un bacino – “Passa prima così” – Lana rise di cuore, sistemandosi.

 

“Scema” – si voltò e la abbracciò piano.

 

“Ehi andrà meglio!” – sorrise e la tenne a sé con il braccio libero – “Dai ti aiuto a stenderti a letto” – buttò il tutto, lavò le mani e aiutò Lana a adagiarsi a letto. Le sistemò un cuscino dietro la schiena e si sedette a farle delle coccole.

 

“Grazie amore” – la guardò ad occhi socchiusi, un leggero sorriso sulle labbra.

 

“Prego, tesoro” – le accarezzò il viso dolcemente, appena sfiorandola con le dita – “Cerca di riposare okay?” – si alzò e le sistemò una copertina addosso – “Per qualsiasi cosa chiamami, sono di là”

 

“Continua con la tua pratica, quando arriva Trish” – sorrise.

 

“Certo” – la baciò sulla fronte – “Ti porto un impacco tra un po’”

 

Abbandonò la stanza e si diresse alla porta, perché avevano appena bussato con il batacchio.

 

“Vieni Trish” – sorrise lasciandola accomodarsi.

 

“Lana?” – chiese non vedendola in salotto.

 

“Sta poco bene, ha vomitato poco fa” – aveva aperto per far arieggiare, la forza dell’abitudine.

 

“Oh, potevate…”

 

“E’ appena successo, e si è raccomandata che finissimo assieme” – sorrise.

 

“La solita altruista” – sorrise affabile.

 

 

“Allora io vado, prenditi cura della mia lolita” – sorrise mentre davanti alla loro camera la guardavano con l’impacco sulla fronte, che Jen le aveva appena sistemato.

 

“Come lei ha fatto per mesi per me” – ammise – “Mi fa male vederla così indifesa” – disse mentre andavano verso la porta d’ingresso.

 

“E’ solo un’influenza, ma lei odia essere malata, non te lo ha detto?” – la guardò.

 

“No, mi si è solo attaccata come un koala” – ridacchiò – “Mi prenderò cura del mio amore, tranquilla Trish, grazie per essere venuta”

 

“È piacevole stare con te, Lana l’ha sempre detto” – rise – “Vado” – uscì.

 

 

“Jen?” – la rossa sentì il suo nome e accelerò il passo per andare da lei.

 

“Eccomi, tesoro” – le si sedette di fianco – “Devi alzarti?” – chiese – “Hai ancora bisogno?” – le accarezzò il viso.

 

“Voglio solo che mi abbracci” – sorrise e Jen le si sistemò da dietro abbracciandola dolcemente.

 

“Dormi amore mio” – sorrise portando una mano sul suo addome, con un gesto dolce, e la mora portò anche la sua, intrecciando le loro dita.

Altro capitolo fluff per voi! Grazie per le recensioni, per le seguaci della storia, spero vi appassioni questa storia alla prossima xoxo

  
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