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Autore: Hoel    17/06/2020    3 recensioni
[In collaborazione con Semperinfelix]
Raccolta assolutamente demenziale composta da riflessioni e rielaborazioni in chiave comica di eventi, aneddoti più o meno veri e burle ai danni di personaggi storici, necessaria panacea per le badilate di angst che scriviamo e leggiamo. Come disse il buon Erodoto: “Se un uomo vuole occuparsi incessantemente di cose serie e non abbandonarsi ogni tanto allo scherzo, senza accorgersene, diventa pazzo o idiota.”
Genere: Comico, Demenziale, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non possiamo finire di ringraziare Alessandroago_94 per continuare a seguire codesti deliri creativi e a coloro che hanno inserito questa raccolta tra le seguite e le preferite.

Buona lettura,

Hoel e Semperinfelix

 

 

***

 

 

Figure da Normanno

 

 

Laddove si vuol dimostrare che, o per scioltezza di lingua o per timore di ritorsioni, anche una colossale figura di merda possa trasformarsi nel più carismatico dei discorsi. 

 

 

 

 

Guglielmo Duca di Normandia appartiene alla rara categoria di uomini che sa cosa vuole e alle accuse d’eccessiva crudeltà per raggiungere i suoi scopi egli ha sempre risposto: “Hé, che ci posso fare, appunto mi si chiama Guglielmo il Bastardo!”, senza chiarire se alludesse alla sua ferocia o alla sua controversa nascita.

Ora a due cose in quest’anno Domini 1066 anela Guglielmo: l’Inghilterra e la testa di Aroldo suo rivale al trono servita su di un piatto d’argento.

 In piedi sulla prua dell’agile nave, col vento autunnale che gli scompigliava i cortissimi capelli tagliati a scodella, il fiero normanno si trova a contemplare le coste del Sussex appropinquarsi all’orizzonte e già si sente a casa sua.

Perché quel regno è suo, alla faccia di quello sporcaccione d’un sassone usurpatore. Guglielmo ama l’Inghilterra. Tranne forse per il clima. E il cibo. E gli inglesi. Però l’ama, dai, ha perfino chiesto al Papa di benedire la sua spedizione! Se non è dedizione questa!

Inoltre,  che figura ci fa altrimenti con Roberto il Guiscardo e suo fratello minore Ruggero? Loro a conquistare regni e lui a casa a riscuotere le tasse ai plebei?

“Andiamo, miei Normanni! Facciamo ingoiare le budella a questi cappelloni barbuti di Sassoni!”, grida il feroce Guglielmo ai suoi mentre estrae la spada, pronto a scendere non appena la barca da trasporto avesse attraccato sulla spiaggia di Hastings. “Per San Micheeeeee ...” e più non dice altro, ché avendo inciampato nel bordo della barca cade in un gran tonfo a faccia in giù in mezzo all'acqua.

Un silenzio di morte cala tosto tra i Normanni, neppure i molesti gabbiani osano garrire.

“Gu-Guglielmo?”, mormora  pallido in volto il suo fratellastro, Oddone di Bayeux. “Vi siete …?”

Prima però che il vescovo avesse potuto porre la fatidica e spinosa domanda, il prode normanno riemerge e s’alza in piedi e simil rana sputa acqua, sassolini, sabbia e pure qualche conchiglia.

O Nostra Donna, adesso che faccio?, cogita frenetico il cremisi Duca detto il Bastardo, Questi qua sono più superstiziosi di un branco di lavandaie, rischio che mi disertino scappando a nuoto fino in Normandia!

Nettatosi la lingua col dorso della mano, l’uomo si mette a fissare accigliato i suoi comandanti e soldati. Grazie a Dio possiede un tal vocione gutturale da nascondere l’imbarazzo atroce che sta provando in quell’istante: “Embé? Cosa sono quelle facce da giovenche? Temete un qualche sinistro presagio? Stolti!” li apostrofa aspramente e chinatosi, si riempie le mani dei sassolini sabbiosi. “Vedete invece come mi piglio facilmente questa terra?”

Oddone di Bayeux si gira disorientato verso Alano il Rosso che cerca aiuto in Guglielmo FitzOsbern che a sua volta conclude la catena con Eustachio di Boulogne, il quale dall’alto del suo acume strategico, altro non può far se non spallucce.

Cosa rispondere ad un arrogante, violento e permaloso energumeno alto quasi sei piedi? Ad un figlio illegittimo che ha difeso i suoi diritti al ducato letteralmente con le unghie e con i denti? Che ha bullizzato la povera Matilde di Fiandra onde persuaderla a sposarlo? Che ha messo a ferro e a fuoco una città perché l’aveva sfottuto d’esser nato da una figlia di un conciatore di pelli?

“Sì, oh Duca nostro! Anzi, nostro Re! Siamo tutti con voi!”

“Viva Guglielmo!”

“Viva il Duca di Normandia!”

“Viva il Re d’AEnglalond!”

“Angleterre, oh! Ché mi metto ad imparare il sassone ora? Scherziamo? Mica sono come quei cretini degli Altavilla che adesso sul serio parlano arabo, manco più li capisco!”

“Verissimo, scusate!”

“Alla pugna, miei valenti paladini! In groppa ai cavalli e lancia ben dritta e salda in mano!”

“Oui! Vive le Roi!”

“Bravi e non scordatevelo!”

 

 

 

 

 

***

 

 

Curiosità: Guglielmo il Conquistatore vinse 1 a 0 per Aroldo, centrato in pieno da una freccia nell’occhio.

Quest’aneddoto Hoel lo apprese in visita ad Hastings tra una scorpacciata e l’altra di granchi e ostriche.  

Guglielmo il Conquistare in effetti non imparò mai il sassone né a leggere o a scrivere, si dice fosse analfabeta. Aveva un vocione da far spavento, era molto alto per l’epoca, veramente era un figlio illegittimo e trascorse un’infanzia in cui tutti volevano farlo fuori e siccome Matilde di Fiandra non voleva sposarlo, l’attese fuori dalla chiesa, la tirò per le trecce in piazza e la buttò nel fango, chiedendole poi se ora lo voleva sposarlo. Al che Matilde disse di sì. Va però aggiunto, che Guglielmo non ebbe mai figli bastardi e le fu sempre un marito devoto e fedele.

Gli Altavilla suoi “cugini” ovviamente sono Roberto il Guiscardo e Ruggero che conquistarono la Sicilia e il resto del Sud Italia, formando il Regno. Fu vero che assimilarono la cultura locale.

I Normanni in Inghilterra introdussero il francese come lingua ufficiale, sicché fin quasi ai Tudor c’erano tre lingue ufficiali: francese, inglese (ch’è un misto tra sassone e francese) e latino. Adesso gli inglesi manco morti imparano un’altra lingua.



  
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