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Autore: Vale_P    18/06/2020    5 recensioni
Sesta classificata al contest "Non ci resta che sognare" indetto sul forum di EFP da Sabriel_Little Storm e Soul_Shine.
- Sognare un'anguria, o di mangiare un'anguria, può indicare un periodo di stanchezza o stress che si supererà anche grazie all'aiuto di una persona semplice ma positiva. -
Anche a te a volte è sembrato che la vita non fosse niente di più di un'anguria?
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FRESH
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"... ed ora passiamo alle ultime notizie dal mondo dello spettacolo: è stato annunciato durante l'ultima conferenza stampa..."
Rientrando nell'appartamento mi accorgo di aver scordato di nuovo la TV accesa...
Anche oggi è stata una giornata lunga e stancante, i piedi sono gonfi e mi fanno male.
Non riesco a trattenere un sospiro di sollievo nello spegnere la tv e slacciarmi finalmente i pantaloni troppo stretti della divisa.
Ora vorrei solo una bella doccia calda! Non sopporto più l'odore di fritto tra i miei capelli...
Sento il rumore dell'acqua che sta scorrendo; si sta scaldando mentre finisco di spogliarmi.
Butto i vestiti nel cestone dei panni sporchi e sciolgo la rigida coda che teneva imprigionati i miei capelli. Una nuvola di vapore caldo mi investe quando apro lo sportello della doccia per entrare.
Prima di iniziare ad insaponarmi lascio che l'acqua scivoli sul mio corpo per un paio di minuti, avvolgendomi in un caldo abbraccio mentre chiudo gli occhi... troppo stanca per fare qualsiasi altra cosa.
"Bisogna vendere la porzione LARGE, signorine! L'ultimo mese i nostri incassi sono stati inferiori del 10% rispetto la media degli altri ristoranti!"
È questo che ha detto il capo. Eppure a me sembra ci sia sempre così tanto lavoro... Quasi tutte le sere torno a casa sfinita.
Giro la manopola per spegnere l'acqua, da quanto tempo sono sotto la doccia? Ora che l'acqua bollente non bagna più il mio corpo sento improvvisamente freddo.
È già l'una di notte.
Sono ancora in accappatoio quando sento il mio cellulare vibrare. Mi metto a sedere sul letto e pigramente leggo il messaggio appena arrivato.
Mittente: Silvia
Testo: "Ciao cara, spero di non averti svegliato! Hai lasciato il portafoglio al lavoro, l'ho messo nel tuo armadietto. A domani!"
Merda. Ho guidato fino a casa senza patente.
C'è un altro messaggio, è di questo pomeriggio. È arrivato mentre stavo lavorando.
Mittente: Mamma
Testo: "quando puoi chiamami."
Alzo lo sguardo nello schermo e guardo di nuovo l'ora; la chiamerò domani. Sono seduta sul ciglio del letto, non mi ero mai accorta fosse così comodo. Appoggio il telefono di fianco a me e mi lascio cadere sdraiandomi con la schiena sul materasso e i piedi ancora a penzoloni. Chiudo gli occhi, solamente un attimo, due minuti e poi mi metto il pigiama...
.
Quando riapro gli occhi è solamente perché la sveglia che avevo puntato alle 8.00 di mattina ha iniziato a suonare. Stropiccio gli occhi; la sera prima avevo scordato la luce accesa e al mio risveglio mi infastidice.
Che disastro! Se continuo a scordare tutto acceso, questo mese arriverà una bolletta paurosa!
Sono ancora in accappatoio e i capelli si sono asciugati prendendo una piega indecente.
Mi vesto velocemente e mi pettino cercando di dare ai miei capelli un aspetto accettabile; questa mattina ho delle commissioni da sbrigare.
Bevo una tazzina di caffè, veloce pit-stop al bagno per faccia e denti e sono già fuori.
Il tempo che dedico giornalmente alla cura della mia persona è di 10 minuti circa. A volte mi sento scialba e trasandata, vorrei volermi più bene... ma alla fine non è che mi importi molto. Ho troppe altre cose a cui pensare.
Oggi iniziamo dallo sportello bancomat. questa volta sarà arrivato puntuale lo stipendio? Mi avranno già scalato i soldi per la rata della macchina? Ma che dico?! Prima tappa: ristorante. Devo riprendere il portafoglio.
.
"Oh, cazzo! Non ci posso credere!"
Ho guidato fino al ristorante. Ora sono davanti al portone, ma è ancora chiuso! Come ho fatto a non pensarci!?
Però senza il portafoglio non posso sbrigare nessuna delle commissioni. Dunque, il ristorante apre alle ore 12.00, ma già alle 10.30 arrivano il cuoco e la capo sala.
Torno in macchina a sedermi, aspetterò qui.
Controllo il cellulare: le 9:15.
Fuori ha iniziato a piovere.
Una pioggia leggera cade ritmica sulla mia macchina, sento il ticchettio regolare contro il tettuccio.
È rilassante.
Di nuovo non resisto, chiudo un attimo gli occhi e...
. . . . . . .
Ore c'è il sole e sono fuori dalla macchina. Sono in un prato verde smeraldo. Sollevo una mano a proteggere gli occhi dalla forte luce del sole, ma dove sono?
Non c'è niente di fronte a me, solamente uno sconfinato prato verde.
Non so il perché ma inizio a camminare. Sento di non potere stare ferma.
Cammino ormai da molto tempo, ma non sono arrivata da nessuna parte. Mi sembra di camminare in tondo!
Esattamente come nella mia vita. Camminare per questo prato non mi sta portando da nessuna parte e cammino solamente per inerzia, perché sento di doverlo fare.
Ma ora non ne ho più voglia.
Le gambe sono pesanti e camminare non mi sembra più così indispensabile... ho deciso: mi siedo.
Cosa? Il cielo si sta annuvolando? Il prato alla mia destra non è più verde e luminoso. È scuro, sembra si stia adombrando. Alzo gli occhi verso il cielo, ma...
. . . . . . .
"Ei! Ei principessa, sveglia!"
Qualcuno batte contro il vetro della mia macchina: È Jo, il cuoco.
Evvai! Sono già le 10.30!
Veloce abbasso il finestrino.
"Jo! Devi assolutamente farmi entrare! Ieri sera ho scordato qua il mio portafoglio."
"Ma dove hai la testa?! Dai, vieni. Entriamo."
Mi porge l'ombrello e io mi stringo a lui prima di iniziare a correre verso l'ingresso.
Sono ancora in tempo per le mie commissioni!
Cammino svelta fino al mio armadietto, recupero finalmente l'oggetto smarrito e giro i tacchi per uscire il più velocemente possibile da questo posto. Dovrò essere di nuovo qui questa sera, non mi va di perderci un minuto in più.
"Ciao principessa!"
Sento la voce di Jo che mi saluta mentre supero la cucina, ma non lo vedo.
È dietro lo sportello del frigo ed è già indaffarato cercando di prendere qualcosa dal suo interno. Sembra essere qualcosa di pesante.
"Ciao Jo! A sta sera!"
.
Sono le 14:30.
Con poco più di un'ora di ritardo ho finalmente terminato tutto.
Tengo a fatica in equilibrio i due sacchetti della spesa mentre cerco le chiavi di casa nella borsa.
Non vi rompete, vi prego!
Noto che è arrivata della posta, ma non riesco a recuperarla adesso.
Entro in casa: nessun elettrodomestico acceso grazie al cielo.
Tutto è silenzioso, poso i sacchetti sul tavolo e torno fuori per la posta.
Fantastico, la pioggia l'ha bagnata e ora non si legge il mittente.
Ho fame... dovrei prima aprire la busta misteriosa o prepararmi qualcosa da mangiare?
Ripenso alla colazione non fatta e decido che voglio prima mangiare, ma nel lavandino ci sono ancora i piatti del pranzo di ieri. Non voglio sporcarne altri.
Poso la busta sul tavolo di fianco ai sacchetti... avrò comprato qualcosa in grado di salvare la situazione?
Dunque, diamo un'occhiata dentro le borse della spesa... una confezione di prosciutto e pane a fette... andrà benissimo.
Buon appetito, principessa!
Mordo il mio panino. Mastico lentamente. il ticchettio dell'orologio risuona nel silenzio del mio appartamento. Mi sembra stia passando un'eternità. Dopo il primo morso sento già di aver perso troppo tempo.
Non posso restare con le mani in mano. Con il panino ben saldo nella mano sinistra, uso la destra per sistemare la spesa appena fatta.
Lo yogurt in frigorifero, il latte sulla mensola, lo shampoo in bagno...
Mordo un'altra volta il panino.
È arrivato il momento. Usando sempre la mano destra apro la posta delicatamente, cercando di non strappare la busta.
Piano, è bagnata.
Il foglio al suo interno si rivela più integro e riesco a maneggiarlo facilmente.
Do un terzo morso al mio panino e inizio a leggere...
Merda.
Una multa.
Merda. Merda. Merda.
Non ne posso più!
Sono frustata, sono nervosa. Dentro vorrei scoppiare, ma anche se in questo momento non c'è nessuno ad osservarmi non ce la faccio.
Non riesco a lasciarmi andare.
Sarebbe come ammettere a me stessa che la mia vita fa schifo, ma non lo voglio fare. La vaga illusione che la mia vita sia perfettamente stabile e nella norma è l'unica cosa che mi permette di non gettare la spugna.
Non posso far altro che tamburellare nervosamente le dita e cercare di trattenere le lacrime.
Gli occhi umidi, sbatto la multa con rabbia sul tavolo stropicciandola tra le mie mani.
Perché sono così arrabbiata?
Perché sono così insoddisfatta?
Perché capitano tutte a me?
Non voglio ammettere che la mia vita faccia schifo, non lo ammetterò!
Mi prendo qualche secondo per calmarmi... il panino non mi va più, la verità è che fa schifo!
IL PANINO FA SCHIFO.
E tra pochi minuti dovrò indossare di nuovo quell'odiosa divisa troppo stretta...
.
"Cosa? Nuovi dessert?"
"Già, si sta avvicinando l'estate, cara! Il menu va cambiato."
Silvia mi porge la nuova carta dei dolci.
Gelato fatto in casa alla vaniglia... Delizia di fragole e panna... Spicchi di anguria fresca... Sorbetto al limone...
Uno schifo. Niente al cioccolato?
"Non prenderei nessuno di questi dolci..."
Silvia ride.
"Sono cose fresche! Giuste per questa stagione!"
Mi risponde mentre continua a spazzare la sala e io ad apparecchiare i tavoli.
Sono le 19:30 quando entrano i primi clienti: madre, padre e figlioletto.
"Siete pronti per ordinare?"
"Mh... Maicol tesoro, hai scelto? Claudio, per l'amor di Dio! Guarda cosa sta facendo tuo figlio!"
"Mara senti, non è proprio serata! Non essere pesante, è solo un bambino. Lascialo fare!"
La madre è spazientita. Capisce di non avere il controllo sulla situazione e sbuffa.
"Signorina, mi scusi... ci servono ancora un paio di minuti."
"Ma certo! Se posso consigliare, ordinando una porzione Large di qualsiasi piatto risparmierete il 15% rispetto alla Media. La porzione è molto più grande, ma la differenza è solamente di pochi euro!"
Indico sul menù del padre la colonna dei prezzi per le porzioni Large, sorrido e mi allontano.
Questa sera è un disastro.
Non faccio altro che correre dai tavoli alla cucina. Rovescio una birra e sbaglio a prendere un'ordinazione.
Non vedo l'ora che questo turno finisca.
Finalmente, ore dopo, tutti se ne sono andati.
Silvia questa sera aveva un appuntamento ed è uscita prima. Sono rimasta sola a dover sistemare tutta la sala.
Va bene così, ieri sono andata via prima io.
In cucina c'è Jo, anche lui è solo a dover lavare tutto.
I tavoli in sala sono pieni di bicchieri, posate sporche e briciole e sul pavimento è rimasto un alone appiccicoso dove ho fatto cadere la birra.
Prima di iniziare a sistemare questo disastro vado a cambiarmi, nel mio armadietto dovrei avere una tuta... o dei jeans. Qualsiasi cosa sarebbe più comoda di questa divisa. È troppo stretta e la voglio togliere.
.
Finalmente ho finito. Posso prendere la mia borsa e andare a casa. Speriamo di non aver lasciato di nuovo la tv accesa!
Anche oggi si è fatto tardissimo...
Cazzo! Non ho chiamato mia madre! Eppure lo so che è una donna sola. Perché non riesco a dedicarle le attenzioni che vorrei?!
"Ei principessa! Oggi hai una faccia terribile."
Oh... anche Jo ha finito.
"Guarda Jo non ho parole! È proprio un periodaccio!"
Jo è qua dentro da questa mattina, è distrutto e si vede. La sua maglia e bagnata di sudore, ma mi viene incontro sorridendo, alzando gli zigomi e accentuando così le sue occhiaie.
Lui sorride, mentre io indosso sempre questo broncio.
Mi vergogno di aver mostrato il mio malumore di fronte a lui.
"Domani mattina devi alzarti presto? Vieni, siediti qui. Mangiamo qualcosa, sto morendo di fame."
La serranda è abbassata, tutte le luci sono spente tranne quelle dell'ingresso.
Domani non ho impegni ed effettivamente adesso ho fame visto che oggi non ho mangiato nulla.
Sì, sono stanca, ma Jo è sempre gentile con me e ho davvero voglia di fermarmi a fare due chiacchiere con lui.
Mi indica un tavolo in penombra, vicino all'ingresso, e poi rientra in cucina.
Sono rimasta sola. Guardo il telefono: forse dovrei mandare un messaggio a mia madre...
Sto ancora pensando a cosa dovrei scrivere quando Jo torna al tavolo con un'anguria tra le mani.
"Forza! Prendi due piatti!"
Rimetto il telefono in borsa e mi alzo per dare una mano, il messaggio può aspettare. Di nuovo.
"Ah! Nessuno oggi ha ordinato l'anguria fresca... ne abbiamo comprate una valanga, sarà meglio mangiarle! Non ti preoccupare, quella che avanza la rimettiamo in frigo per domani. Cazzo, ci starebbe un bel piatto di pasta però!"
Il suo tono di voce è sempre alto e pimpante, come se volesse portare la festa ovunque lui vada. Eppure i suoi occhi gonfi parlano chiaro...
"Ma no! Non ti fare problemi. L'anguria va benissimo!"
Prima avevo detto che non avrei ordinato nessuno di quei nuovi dolci... eppure adesso l'anguria va benissimo davvero.
"Mh... Ma cosa dici? È tutta acqua! Ma sì!Meglio di niente."
Dice Jo sbuffando e guardandosi intorno. Dopo tutte queste ore di lavoro vorrebbe un pasto decente. Comprensibile.
Cosa sta cercando?
"Ma dove è il coltello? Non posso credere di averlo lasciato in cucina!"
Si allontana da me e torna di nuovo in cucina scuotendo il capo come se non potesse credere di essere stato cosi sbadato.
Io sono rimasta in piedi vicino al tavolo con i piatti ancora in mano.
Li poso: uno per me e uno per lui.
L'anguria invece è posata proprio al centro del tavolo, davanti a me. Distrattamente la faccio rotolare sul tavolo tra le mie mani mentre aspetto Jo. Sarà almeno dall'estate scorsa che non ne mangio una...
la mia mente inizia a vagare tra i ricordi dell'estate scorsa. Era Luglio ed ero appena tornata dalla Croazia quando mi chiamarono per un colloquio in questo ristorante... giusto in tempo per bloccare il contratto d'affitto per l'appartamento che mi interessava!
Sospiro.
Non dovrei disprezzare così questo lavoro, non ne ho motivo. Tutti sono gentili con me e c'è stato un tempo in cui fui grata di essere stata assunta. Questo lavoro mi ha letteralmente salvato il culo.
Come per gioco, persa tra i miei pensieri, inizio a far camminare il mio dito indice ed il medio sulla superficie tonda dell'anguria. Senza rendermene conto sto sorridendo immersa nei ricordi di un passato non troppo lontano, ma comunque molto più sereno.
Le mie dita camminano... Una striscia verde, una striscia scura...
Con Jo e Silvia ho fatto mille risate, sono stati dei colleghi preziosi e voglio bene ad entrambi.
Una striscia verde, una striscia scura...
Le mie dita camminano in cerchio sulla superficie tonda dell'anguria e non vanno da nessuna parte.
"Questa mattina stavo camminando su un'anguria!"
"Cosa?!"
Non me ne sono accorta, ma Jo è tornato dalla cucina con un coltello affilato tra le mani.
"Nha... niente. Questa mattina mentre ti aspettavo in macchina ho fatto un sogno strano."
Mi siedo e lascio che sia lui a maneggiare quell'enorme coltello.
È vero: la vita è un cerchio e prima o poi si chiuderà senza averti effettivamente portato da nessuna parte.
Jo taglia la prima fetta di anguria.
Ma nel mezzo la vita è rossa: vivacità e gioia! È fresca come il sorriso di un amico e dolce come la carezza di una madre.
Anche quando troviamo lungo la nostra strada degli ostacoli dobbiamo essere in grado di scartarli per continuare a godere di quella dolcezza di cui la vita è piena e che dovrà restare sempre il nostro obbiettivo primario.
Scarto un semino, la rata della macchina.
Scarto un semino, monotonia del lavoro.
Scarto un semino, bollette da pagare.
Scarto un semino, capelli che puzzano di fritto.
Con la punta della forchetta ho finito di scartare tutti i semini neri. Erano molti, ma ora non ci sono più e sono pronta a mangiare. So che questa anguria sarà buonissima e sarà valsa la pena faticare per scartare tutti quei semini.
L'anguria ci insegna molto... forse sto impazzendo.
Prima di iniziare a mamgiare però poso la forchetta, prendo il telefono e punto una sveglia per domani.
"Pensavo fossi libera domani."
Guardo Jo e sorrido.
Se lui ha la forza di sorridere, posso averla anche io.
"Già. Non ho impegni, ma devo assolutamente ricordarmi di fare una chiamata importante..."
   
 
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