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Autore: Lia Joestar    18/06/2020    1 recensioni
Due regni in costante guerra per motivi razziali. Un mondo in cui i ruoli sono invertiti e un intero popolo (sovrani compresi) è disposto a scendere in guerra...
Dalla storia:"La gente sottovaluta il suo potere. Non sa quanto potenziale ci sia in ognuno di noi. In un mondo come questo, basta il più piccolo passo falso per far avvenire un genocidio. E la povera gente comune è quella che viene uccisa per prima, senza pietà, ma anche le classi sociali più alte(talvolta rischiano persino il nostro re e la nostra regina) rimangono spesso vittime."
Genere: Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La gente sottovaluta il suo potere. Non sa quanto potenziale ci sia in ognuno di noi. In un mondo come questo, basta il più piccolo passo falso per far avvenire un genocidio. E la povera gente comune è quella che viene uccisa per prima, senza pietà, ma anche le classi sociali più alte(talvolta rischiano persino il nostro re e la nostra regina) rimangono spesso vittime.
Dei nostri sovrani, la vera potenza è nelle mani della regina. Il re ha pochissima libertà di movimento, di scelta. Nel nostro mondo evidentemente funziona al contrario, perché il maschio è il sesso debole. E’ la regina che difende il re. Il nostro re vive quasi in una campana di vetro, protetto e sorvegliato nella sua dimora incastrata fra le torri. E’ molto difficile che si muova da lì.
Il problema del nostro regno è che è in costante guerra con un regno analogo, e combattiamo per meri motivi razziali. Sì, esatto. Bianchi contro Neri. I Neri non hanno mai attaccato i Bianchi per primi, è per questo che per noi la difesa è tutto. Non possiamo permettere che i nostri sovrani vengano uccisi. Ma c’è un ordine gerarchico ben preciso, e questo determina anche il tuo valore in tempi di guerra, vale a dire chi dovrebbe sacrificarsi per primo. In cima a quest’ordine ci sono i nostri sovrani, in fondo ci siamo noi. Noi ci muoviamo quasi sempre per primi contro il nemico, che sia per attacco o per difesa. E quando “tutti noi” siamo morti entrano in gioco gli altri, quelli più alti, quelli più importanti. Insomma, noi veniamo usati come esche, non serviamo a nulla.
Ma oggi no.
Oggi dimostrerò alla mia gente, ai miei sovrani, e a tutto il regno dei Neri che anche noi valiamo, e molto, ma dobbiamo unire le forze per riuscirci.
Oggi è giornata di guerra, i Bianchi sembrano più inferociti che mai. Come sempre, è chi ricopre il ruolo della parte più bassa della gerarchia che viene sacrificata per prima. Tanta gente come me. Tanta della mia gente. Morta. Non esisteva più, d’un tratto… Scomparsa. Dalla mia posizione riesco a vedere una delle torri che protegge il nostro re uccidere un cavaliere, con una freccia. No, il cavaliere è ancora vivo. Il cavallo no, però, e si sa che un cavaliere senza destriero, è destinato a vivere ben poco. E’ la fine che hanno fatto tantissimi cavalli e cavalieri del regno dei Neri che si è azzardato ad avvicinarsi al regno dei Bianchi.
 Fra la folla, a un tratto, vedo anche la regina dei Bianchi, una genocida in piena regola. Avere i sovrani in guerra è abbastanza normale, tutti contribuiscono a farsi valere nella scala gerarchica. Si muoveva più velocemente degli altri, e copriva distanze assolutamente incredibili, che solo lei si poteva permettere.
Ma la furia omicida non perdona neanche il carnefice. Anche i migliori possono sbagliare, ma in guerra il più piccolo errore significa trovare la morte.
Così fu per la sovrana dei Bianchi.
Il suo candore contrastò col sangue che la circondava. A dare il colpo di grazia fu la nostra sovrana, anche lei scesa in campo trasformatasi in una spietata assassina. Guardai ciò che restava del nostro esercito. Eravamo pochi, ma avevamo una tattica. Non possiamo difenderci all’infinito. Ora che la sovrana è morta, c’è una sola persona che rimane pericolosa, in cima alla famosa scala gerarchica. E’ tempo di attaccare.
“Seguitemi” intimò la nostra regina. “So dove si trova” Noi la seguimmo senza fiatare, senza più pensare alla gente morta in campo.
E a un tratto fummo là.
Davanti a noi, il sesso debole… Per la prima volta, della razza più debole.
Il re, candido come la sua povera consorte, era completamente indifeso. Non aveva scampo e noi non avevamo pietà.
Davanti a noi un povero re indifeso, abbandonato dalla sua gente e persino dalla sua sovrana.
Davanti a quel re, una regina di un altro colore, un alfiere e un pedone dello stesso colore di quella regina.
“Scacco matto”.
   
 
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