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Autore: littlepink6690    19/06/2020    1 recensioni
Cosa succede quando una macchina scivola e si ribalta sull'asfalto bagnato? Cosa succede alla persona che conduce quell'automobile? Cosa farà adesso Jennifer, chi lascerà avvicinare a sé, adesso che ne ha più bisogno? Qualcuno riuscirà ad abbattere quei muri che adesso lei sta costruendo per difendersi?
Morrilla
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Ginnifer Goodwin, Jennifer Morrison, Josh Dallas, Lana Parrilla, Rebecca Mader
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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17Shall we dance?

17

 

“Jen? Tesoro? Ma dove si è cacciata?” – erano le nove di sera e non si aspettava di non trovarla a casa. Ricordava che non avesse nessun tipo di impegno, non che la controllasse, ci mancherebbe, ma era tardi e nonostante non glielo avesse mai detto, era sempre terrorizzata dal fatto che prendesse l’auto. Ancora nella vana ricerca di trovarla andò in camera da letto e vide una grande scatola poggiata sulla sua parte del letto – “E questo cosa è?” – chiese avvicinandosi e vide un bigliettino. Ancora non ci credeva che se li scambiassero ancora, era così romantico.

 

Mi piacerebbe che lo indossassi! Ti aspetto a Le Jardin alle 22! -J

 

“Oh Jen” - sorrise portandosi una mano al petto – “Cosa vuoi fare?” – rise sapendo che volesse semplicemente passare una serata diversa, e portarla a ballare come promesso. Spiegò il vestito e lo riconobbe all’istante – “Pazza, da dove diamine l’ha recuperato?” – sorrise. Aveva poco tempo per crogiolarsi, doveva prepararsi. Indossò qualcosa di carino al di sotto prima di mettere quell’abito dopo anni. Si truccò, ravivò i capelli passandoci le dita tra i ricci e schioccò le labbra dopo averle segnate con il rossetto per farlo attecchire.

 

 

 

 

Alle ventuno e quarantacinque, uscì di casa dopo aver chiamato un taxi. Era certa che avrebbero bevuto almeno un po’ ed era meglio non prendere l’auto. Iniziò a pensare come una sciocca a cosa potesse indossare Jen, dio quella donna era capace di farle girare la testa solo con quello che indossava: immaginò il suo sedere sodo fasciato da una gonna a tubino o chissà cos’altro. Quando arrivò, si accomodò al bancone, diede una rapida occhiata all’orologio da polso e attese che fossero le dieci per poter iniziare a cercarla. Non aspettò tanto, perché due dita inconfondibili che potevano essere solo quelle della sua rossa, le sfiorarono la nuca, e solo quel gesto la fece eccitare.

 

 

 

“Jennifer” – seguì subito un bacio, nel punto che le dita avevano abbandonato.

 

“Señorita Parrilla” – sussurrò al suo orecchio, e poi le si mise accanto – “Buenas noches” – sorrise.

 

“Vieni qui” – la attirò dalla nuca, baciandola dolcemente, poi scostatasi il suo sguardo cadde nella scollatura della rossa, e boccheggiò: non indossava il reggiseno, la camicetta si apriva quasi fino agli addominali e per la miseria vestita così era davvero sexy.

 

 

 

 

“Hai perso la parola?” – sorrise sfiorandole le braccia scoperte – “Sei molto bella anche tu”

 

“Questa serata è già perfetta” – sussurrò sulle sue labbra mentre la fissava negli occhi verdi.

 

“E non n’è ancora iniziata” – ammise – “Vuoi ballare con me?” – chiese.

 

“Sono qui per questo, splendore” – si allargò in quel sorriso contagioso e la prese per mano.

 

“Oggi è la serata della musica anni ‘10, di quando ci siamo conosciute praticamente” – ammise Jen guardandola e parlandole sulle labbra per farsi sentire.

 

“Hai fatto una scelta eccellente allora, mi piace molto questo posto e ti amo” – sorrise accarezzandole il viso.

 

“Ti amo anche io” – disse portando le mani sui suoi fianchi sensualmente.

 

“Ammettilo che volevi ballare con me sulle note di musica latina, eh?” – le prese la mano facendo una giravolta, sentendo il dj mettere su il brano – “Dove sei riuscita a trovarlo?” – disse mostrando il vestito.

 

“L’ho conservato io” – sorrise – “Volevo capire come funzionasse questa cerniera” – la sfiorò, guardandola.

 

“Stasera te lo mostro” – ridacchiò ancheggiando, sulle note di “Date la vuelta” - “Uhm mi vuoi proprio scatenata” – disse prendendo a ballare con Jen, che non credeva potesse rilassarsi a tal punto, lasciandosi andare. Adorava il modo in cui le sue mani le accarezzavano i fianchi durante il ballo, o si la rossa sapeva davvero muoversi; le si mise di spalle e mosse il sedere sul suo bacino lentamente, scendendo e risalendo. Sentì il respiro rapido della donna e si voltò appena a guardarla – “Sei bellissima amore” – sussultò sulle sue labbra, e cantò un po’ lasciandosi guidare dall’altra.

Poco dopo abbandonarono la pista, solo per recuperare qualcosa da bere, si sorrisero come due adolescenti, e avevano il cuore leggero davvero.

 

“Allora non è tutto latino” – ridacchiò tenendola per la vita – “Mi piace questa, vieni” – sorrise prendendola per mano, mentre con l’altra teneva il drink. Non era un brano movimentato, ma le piacevano i bit, e poteva ballarlo, guardando la rossa – “Non ti irrigidire amore, dai” – la baciò lentamente.

 

“Sai di fresco” – sorrise Jen tenendola dal sedere, inevitabilmente dato quel vestito meraviglioso che indossava.

“Menta” – mosse la lingua nella sua bocca – “Anche tu lo sei” – le scostò i capelli dal viso – “Grazie per aver mantenuto la parola” – ammise.

 

“Te l’ho detto che volevo portarti a ballare” – sorrise abbracciandola dolcemente – “Ti amo, senza te non saremmo qui”

 

“Hai fatto da te, tesoro. Da’ a me” – prese il bicchiere e lo poggiò su un tavolino vuoto” – la acchiappò da dietro e le fece muovere il sedere contro il suo bacino – “Sexy” – sussurrò al suo orecchio e continuarono a ballare in maniera sensuale, provocandosi spesso e volentieri. A fine serata, vennero riprodotti anche alcuni brani lenti, che Lana fu felice di ballare quella canzone, “Tenerife Sea”, stretta a Jen, abbracciate dolcemente.

 

“Sono felice amore mio” – la rossa lo sussurrò all’orecchio dell’altra come se qualcuno potesse sentirle, non le sarebbe importato, per la prima volta dopo anni, poteva essere davvero sé stessa, senza preoccuparsi di nulla.

 

“Lo so, e lo sono anche io” – le accarezzò il viso e la baciò dolcemente chiudendo gli occhi, inclinò il viso quando l’altra intrufolò la lingua in bocca. La tenne più vicina e sussultò ad un brivido.

 

“Freddo?” – si staccò di malavoglia.

 

“Un pochettino, vuoi andare a casa?” – sorrise.

 

“Solo se lo vuoi tu” – lo disse sfiorandole le labbra.

 

“Voglio quella camicetta su una poltrona e il tuo seno tra le mie labbra” – sussurrò sulla pelle del suo collo.

 

“Uhm sapevo ti sarebbe piaciuto il mio outfit” – ridacchiò.

 

“Puoi dirlo forte Morrison” – le palpò il sedere – “Portami a casa, ora” – ridacchiò.

 

“Chiamo un taxi” – sorrise.

 

“E la tua auto?” – chiese.

 

“E’ dal meccanico. Tutto calcolato” – ridacchiò.

 

 

“Ti voglio” – lo sussurrò sulle labbra dopo essere entrate nel taxi, che le avrebbe portate a casa – “Dio potrei anche adesso” – era certa che un po’ di quella sfacciataggine e desiderio, fosse provocati dall’alcol che nel corso della serata avevano assunto. Portò una mano all’interno della camicetta di Jen e massaggiò il suo seno, mentre le labbra si infrangevano sul collo.

 

“Lana” – sorrise accarezzandole i capelli – “Calmati” – trovava tutto quello molto accattivante, ma mai avrebbe potuto fare qualcosa con lei in pubblico, la desiderava, ma era una cosa solo loro.

 

“Scusami” – fece per ritrarre la mano, ma Jen la lasciò sul suo petto.

 

“Credimi se non ci fosse l’autista saresti già mia” -la baciò con passione – “Ti amo”

 

Alla fine della corsa, Jen pagò il tassista e uscirono dall’auto per andare verso l’uscio di casa.

 

“L’hai fatto apposta a vestirti così?” – disse attirandola in casa dopo che la rossa aprì – “Ti desidero da quando ti ho visto stasera” – portò le braccia dietro al suo collo e iniziò a baciarla sensualmente. L’altra, chiuse la porta a fatica e si lasciò trascinare dovunque volesse; arrivarono in camera da letto e si staccarono, Lana le diede le spalle e ancheggiò sul bacino di Jen, che dovette per forza di cosa afferrarla dai fianchi. La mora guidò le sue mani verso la cerniera, incitandola a farla scorrere – “Non è difficile” – sorrise e si fece sfilare il vestitino da su la testa, e quando si voltò la rossa la ammirò nel suo baby doll? Era quello sì? Boccheggiò e portò le mani sui suoi fianchi, la mora la spinse sul letto, dove cadde, ma si rialzò sui gomiti, e non ci fu molto da attendere che Lana le si mise cavalcioni, fece passare gl’ indici sui bordi della camicetta, sfiorandole la pelle sottostante e quando arrivò alla vita, la portò fuori, aprendola per ammirare il suo seno – “Meravigliosa” – sorrise accarezzandole a palmi aperti gli addominali, mordendosi le labbra. Aprì poco dopo la zip del pantalone e con l’aiuto della rossa, lo fece cadere ai piedi del letto – “Mhmm”

In quel momento l’unica cosa a cui pensava Jen era il calore che sentiva provenire da Lana, oh sì, era facile farla eccitare, e lo stesso valeva per sé. Portò le mani sulle sue cosce, e pian piano le fece scorrere, tanto che il tessuto della vestaglia iniziò a salire, ma Lana prese le sue mani e con uno scatto le portò le braccia sulla testa, e scese a baciarle il collo. Le loro dita si intrecciarono e inevitabilmente chiusero gli occhi, per godersi i loro respiri e i battiti accelerati dei cuori. Battevano all’unisono, si lo stavano facendo e si sorrisero, quando Lana si sollevò a guardarla dolcemente. Abbandonò le sue braccia, e le mani tornarono su i suoi fianchi, le proprie mani finirono sul viso di Jen e le labbra si infransero in un bacio lento ma appassionato. Le loro lingue timidamente si sfiorarono e poi si attorcigliarono tra le loro bocche, il corpo ambrato si infranse su quello pallido e si mossero una contro l’altra.

 

“Vuoi fare una cosa per me, Jen?” – sussurrò sulle sue labbra perdendosi nei suoi occhi.

 

“Qualsiasi cosa” – rispose con l’affanno.

 

“Poggiati alla testiera e toccati per me” – Lana si eccitò al suolo pensiero. L’altra le rivolse un sorriso intenso e si staccò dal suo corpo. Fece come le aveva suggerito e portò la mano tra le sue mutandine – “Oh Jen” – guardò il movimento, stando accovacciata davanti a lei.

 

“Fa tu una cosa per me adesso” - sussultò la rossa guardandola e poi socchiuse gli occhi.

 

“Qualsiasi cosa” – rispose la mora mordendosi il labbro.

 

“Toglila e vieni da me” – la guardò così intensamente che Lana si sentì già nuda ai suoi occhi. E lo fece si sfilò la vestaglia e lasciò che la rossa la guardasse – “Non le hai” – alluse alle sue mutandine.

 

“Avevo caldo, stasera” – ansimò alle sue stesse parole, poi gattonò verso di lei e le si sedette sulle cosce, ad incastro e di lì fu tutto in salita. Tra spinte, labbra che mordevano e succhiavano il seno della latina, unghie che graffiavano la pelle quasi diafana dell’altra, ansimi e gemiti incontrollati, fianchi altrettanto attivi, le due non avevano smesso un attimo di guardarsi negli occhi. Finirono con il disfare completamente il letto, vestiti sparsi per la stanza, cuscini e lenzuola aggrinzite, corpi sudati spalmati sul materasso.

 

“Caspita” – sorrise Jen guardando il soffitto. Lana invece era prona con il sedere sodo al vento, non le dispiaceva restare nuda a farsi guardare dalla rossa, niente affatto, era un modo per eccitarla in continuazione. Erano con i visi vicini, ma i corpi erano uno all’opposto dell’altro – “Dormi?” – chiese dolcemente scostandole una ciocca di capelli dal viso.

 

“Uhm ricarico le pile” – ridacchiò. Si porse a baciarla dolcemente – “Siamo davvero sottosopra eh” – sorrise.

 

“Abbiamo fatto le capriole vorrai ben dirlo” – sorrise – “Doccia e nanna?” – disse.

 

“Uhm no, conosco il tuo concetto di doccia, amore mio” – nascose il viso sotto il cuscino.

 

“Oh dai” – scattò a farle il solletico.

 

“Oddio no, Jen il solletico no” – iniziò a ridere a crepapelle, e per la rossa fu la cosa più bella del mondo sentire quel suono. Le finì addosso, con le gambe intrecciate, Lana scostò dal proprio viso i capelli e la guardò con il fiatone.

 

“Doccia o dormi sul divano” – sussurrò sulle sue labbra.

 

“Devi farmi tua allora, o dormi tu sul divano” – la provocò.

 

“Abbiamo un patto” – la baciò lentamente.

 

“Oh sì mia cara” – l’attirò su di sé per un lungo e intenso bacio.

Okay, questo è il capitolo delle immagini a gogò, sento già esultare! E nulla se doveste chiedermi come mi è venuta l'idea, non saprei rispondervi! Guardatevi questo video per comprendere le movenze!  Alla prossima xoxo

https://youtu.be/n5jRwdEwLOY 

  
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