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Autore: Angel TR    19/06/2020    2 recensioni
Un folto gruppo di ragazzini annuì, i visi dai lineamenti morbidi improvvisamente seri. Non appartenevano a famiglie nobili ma nel giro di qualche anno sarebbero diventati dei temibili guerrieri rispettati da ogni anima vivente.
Durante l'epoca Heian, due ragazzi decidono di stringere un patto.
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Genere: Drammatico, Generale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hwoarang, Jin Kazama
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Some Boys Wander by Mistake'
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4) 임전무퇴 – "Coraggio di non arretrare di fronte ai nemici"


{20 Gennaio: Disegno}

Prima che spuntasse l'alba, cavalcarono fino al confine dove li attendeva l'esercito nemico.
Al suo fianco, Jin, una bandana che gli scostava i ciuffi dagli occhi, le vesti da battaglia e un fuoco negli occhi di oro fuso, aveva le sembianze di una figura appartenente a un passato mitico, degna di essere narrata nei poemi a venire. Emanava un'aura di puro carisma e autorità.
Questo è un guerriero, pensò Hwoarang, scrutandolo. È lui che vorrei essere.
Jin ricambiò il suo sguardo, altero. Poi, mentre il sole sorgeva alle sue spalle, le sue labbra si schiusero in un sorriso solo per lui.
Hwoarang lo fissò imbambolato. Quella visione avrebbe meritato un disegno, un quadro da essere esposto nei secoli a venire.


{#15: Urla}

Come solito, anche l'esercito nemico giunse a cavallo e fu subito chiaro che li superavano in numero.
Gli hwarang e i samurai si tesero, le narici si dilatarono. Ancora prima di prepararsi per la battaglia, accettavano la possibilità che il loro sangue avrebbe irrorato il campo e che i loro cavalli sarebbero tornati senza cavalieri.
Morire in battaglia significava compiere il proprio dovere di difensori.
A capo dell'esercito, Jin fece voltare il suo cavallo e, pacato ma risoluto, affermò: «Ci batteremo e guadagneremo tempo e terreno. Per il re e per il regno!»
Nei suoi occhi brillava ancora la ferrea determinazione quando, con un grido di incitamento, lanciò il cavallo nella mischia. Come mosso da fili invisibili, Hwoarang lo imitò. Dietro di lui, duecentonovantanove guerrieri gettarono un grido di battaglia e si unirono alla folle carica.


{#04. Grigio}

La fuliggine e la polvere sollevatesi dallo scalpitare dei cavalli e dal ruzzolare dei guerrieri avevano macchiato il mondo di grigio. Persino le ciocche fiammanti di Hwoarang erano state soffocate dalla cenere. Gli bruciavano gli occhi ma continuava a far danzare la sua spada; i suoi calci erano altrettanto micidiali.
Nonostante la sua stessa sopravvivenza fosse in gioco, i suoi occhi seguivano Jin come segugi. La sua vita era la propria.
Attorno a lui, il caos. Le katane dei samurai vibravano nell'aria e presto la terra grigia si tinse di rosso sangue.
Era una vita intera che si preparava a una tale scena ma, quando il sangue di un compagno gli schizzò sulla guancia, capì che non ne sarebbero bastate altre mille. Chiuse gli occhi.


5) 살생유택 – "Non uccidere senza la necessità"


{#03. Volpe}

Solo per un istante.
Quando li riaprì, nulla era cambiato: la battaglia continuava a impazzare. Dov'è Jin? Gli occhi di Hwoarang schizzavano da un samurai all'altro, da un hwarang all'altro. Con una stretta al cuore, si accorse che molti degli hwarang erano caduti.
Non c'era tempo per compiangerli, però. Dov'era Jin?
E poi, finalmente, lo individuò: si batteva con onore, affrontando gli avversari di petto. Ne aveva sbaragliati parecchi, constatò Hwoarang, orgoglioso.
Troppo coraggio fa gola, però. Alle sue spalle, silenzioso e furbo come una volpe, un uomo strisciava verso di lui, la katana tesa.
Il mondo smise di girare.
«Kazama!» urlò Hwoarang. Senza riflettere, si buttò nella mischia e scattò davanti a Jin, usando il suo corpo come scudo.


{29 Febbraio: Genere Angst}

Jin si girò, gli occhi spalancati dall'orrore.
La lama penetrò nella zona morbida del collo.
L'altro la staccò senza nessuna grazia e la mulinò, pronto a uccidere ancora, distogliendo lo sguardo dal ragazzo crollato al suolo. Era solo un altro hwarang quello che aveva ucciso, nulla di più.
La bocca di Jin si schiuse in un urlo muto. La katana nella sua mano si tese come dotata di vita propria e bucò quella nuca senza nome che gli aveva strappato Hwoarang. Quella stramazzò.
Jin cadde in ginocchio e posò una mano sulla guancia del compagno. «Hwoarang, resisti!» impose, pacato, come se la sua voce potesse paralizzare persino la Morte.
Ma nemmeno Jin Kazama possedeva quel potere.
«Il solito maledetto eroe, Kazama…» rantolò Hwoarang, abbozzando un sorriso insanguinato.


또 홀로 남겨지는 나
~
Once again I’m left alone


{20 Marzo: «L'inverno sta finendo»}


«Rompiamo il patto, Kazama.»
Erano state le ultime parole di Hwoarang prima di spirare tra le sue braccia, mentre un rivolo di sangue, più rosso dei suoi capelli coperti dalla fuliggine, gli scorreva lungo il mento. Persino da morto, sporco e insanguinato, riusciva a colorare il mondo attorno a Jin.
Ora non più.
Il sole che spuntò quella mattina portava con sé il primo timido calore di primavera, accarezzando ciò che restava del manto di neve, e annunciando il settimo giorno che Jin Kazama si rifiutava di bere, mangiare e dormire.
Anche senza Hwoarang, il mondo continuava a girare, le stagioni arrivavano e passavano.
Un sorriso stanco si fece strada tra le labbra screpolate e aride di Jin al suono di un cinguettio. «L'inverno sta finendo, Hwoarang» annunciò.
E poi, finalmente il suo corpo smise di combattere. Il patto era stato onorato.


돌려놔줘 나를 네 옆에
~
Return me to your side again
TXT - 세계가 불타버린 밤, 우린…



Note:
- Tennin (天人), which may include tenshi (天使), ten no tsukai (天の使い, lit. heavenly messenger), hiten (飛天, lit. flying heaven) and the specifically female tennyo (天女) are spiritual beings found in Japanese Buddhism that are similar to western angels, nymphs or fairies (Wikipedia)
- Durante una guerra, Sa Da Ham chiese al Re di essere il primo a portare un attacco ai nemici. Nella stessa guerra Sa Da Ham perse un suo compagno cui era molto legato, Moo Kwan Rang. Da quando erano bambini i due avevano fatto un patto che obbligava entrambi al suicidio se uno dei due fosse morto in battaglia. Sa Da Ham rifiutò quindi di mangiare e dormire per sette giorni ed alla fine del settimo giorno morì.

  
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