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Autore: littlepink6690    20/06/2020    1 recensioni
Cosa succede quando una macchina scivola e si ribalta sull'asfalto bagnato? Cosa succede alla persona che conduce quell'automobile? Cosa farà adesso Jennifer, chi lascerà avvicinare a sé, adesso che ne ha più bisogno? Qualcuno riuscirà ad abbattere quei muri che adesso lei sta costruendo per difendersi?
Morrilla
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Ginnifer Goodwin, Jennifer Morrison, Josh Dallas, Lana Parrilla, Rebecca Mader
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Si era particolarmente stupita quando la rossa le aveva fatto quella proposta: invitare tutti i loro amici per un barbecue. Aveva accettato subito, perché Jen voleva dire finalmente agli altri che stavano insieme ed era felice. Sì, lo era, e questo non sarebbe cambiato.

 

 

“Oh ma che bello” – Josh entrò in casa Morrison e abbracciò calorosamente Lana che aveva accolto lui e Gin all’ingresso, i bambini dopo un rapido bacio sulla guancia alla mora, erano corsi dalla zia.

 

“Ciao, vi trovo bene” – sorrise guardando la barba chiara dell’amico – “Tu sei invecchiato” – scherzò.

 

“No ti prego, Lana, non glielo dire” – ridacchiò la moglie guardandola.

 

“Sembri più saggio” – prese sottobraccio l’altra donna e si incamminarono verso il giardino – “Josh le birre sono in frigo e Lee già chiede di te” – sorrise.

 

“Sei radiosa” – sorrise Gin guardando l’amica – “Quindi farete qualche annuncio?” – rise.

 

“Lo sapete tutti ormai è palese” – ridacchiò – “Però Jen ci teneva ad avervi qui” – sorrise – “Sta decisamente meglio e io non posso che esserne felice”

 

“State bene insieme, io l’ho sempre detto” – le accarezzò l’avambraccio intrecciato al suo – “Quindi nessun annuncio” – la mora scosse la testa guardandola.

 

Nel frattempo, nel giardino, Oliver, Hugo e Milo si incorrevano giocando a palla, assieme ai figli di Sean, meno male che i bambini a quella età facevano ancora le cose semplici dell’infanzia. Jen lì incitò a non stare molto vicino alla piscina, Lana osservava tutti oltre la finestra della cucina.

 

“Sei pensierosa” – la voce cristallina di Rebecca la riportò indietro dal suo loop di pensieri.

 

“Ehi, che mi fai gli agguati?” – disse continuando a lavare l’insalata.

 

“Che c’è?” – si poggiò con il sedere al mobiletto e incrociò le braccia al petto – “Avete bisticciato? Non si è…” - adorava sfotterla in quella maniera.

 

“Si sta allenando senza sosta” – sospirò – “Vuole fare quella sfida del Warrior” – ammise dando le spalle alla finestra.

 

“American Ninja Warrior?” – chiese – “Milo e Marcus l’adorano”

 

“Sul serio?” – disse – “Non so perché vuole farlo”

 

“Evidentemente vuole dimostrare qualcosa” – spiegò.

 

“A chi? A me non deve dimostrare nulla” – sbuffò.

 

“Magari lo vuole fare per sé stessa! Sai che non puoi decidere al suo posto”

 

“Questo lo so, mai e poi mai mi permetterei di mettere bocca, ma se si facesse male, ne soffrirebbe e io” – sospirò.

 

“Non credi di essere abbastanza forte da sopportare di nuovo tutto?” – chiese.

 

“Non voglio pensarci adesso” – ammise.

 

“Non puoi persuaderla se lo vuole fare, Lana”

 

 

Il pomeriggio era trascorso molto allegramente, erano stati davvero bene, rilassati e gioiosi. I bambini si erano divertiti anche nella piscina quando avevano deciso che facesse troppo caldo per non rinfrescarsi. Però qualcosa sembrava essere cambiato nell’atteggiamento di Jen, Lana ne ebbe i brividi solo al pensiero, cosa poteva essere successo, qualcosa che aveva detto o fatto aveva lasciato stizzita la donna con cui viveva. Cosa, però?

Quando anche l’ultimo ospite fu andato via, si ritrovarono in cucina, si erano ripromesse che si sarebbero dette sempre tutto, anche le cose fastidiose, così fu Lana ad iniziare.

“Ti sei divertita?” – chiese cercando il suo sguardo, sperava che glielo rivolgesse. Come era di spalle così, la rossa rimase e rispose solo con un gesto di assenso della testa – “Amore, per favore mi guardi?” – chiese dolcemente e attese con le mani in mano. La rossa si voltò verso di lei e la guardò, non con il solito sguardo, ma con uno che non aveva più visto da quando stavano insieme– “Ho fatto qualcosa che ti ha dato fastidio?” – non ne ricordava nessuno, sperò che parlasse senza chiudersi di nuovo a riccio.

 

“Davvero pensi che non dovrei fare la sfida?” – disse lasciando il canovaccio sul marmo – “Non sopporteresti cosa?” – la mora perse un battito, aveva sentito il suo discorso con Bex, dannazione, certamente aveva travisato le sue parole.

 

“Jen, ascolta, non so in che punto della conversazione tu sia arrivata, ma cercavo di esprimere a Rebecca che mi piace l’idea che tu possa fare questa cosa per te, sono certa che il motivo sia assolutamente valido. Io voglio sperare che vada tutto okay, non sopporterei se ti facessi del male, capisci?”

 

“Pensi che il motivo sia sciocco? E questo che pensi? Pensi che mi voglia mettere in mostra, eh?” – chiese alzando appena la voce.

 

“Tesoro no, non penso che sia sciocco, voglio solo che tu valuti, sei stata tanto tempo ferma, e so che ti stai allenando tanto e?”

 

“E? Pensi di non essere capace a sopportarmi di nuovo se dovesse andare male qualcosa?” – chiese ancora, poteva sentire la rabbia montarle addosso.

 

“L’ho già fatto, e lo farei di nuovo, ma sarei preoccupata per la tua stabilità”

 

“Mentale? Pensi che possa impazzire?” – era arrabbiata, Lana conosceva quel tremore della sua voce – “Grazie di avermi screditata” – disse allungando il passo, e superandola come una furia.

 

“Jen andiamo, non ho detto niente di tutto ciò” – disse voltandosi mentre ormai era alla soglia del corridoio.

 

“L’hai pensato” – sparì e poi si udì solo la porta della camera sbattere. Chiuse gli occhi al rumore e con quello calarono anche le lacrime sul suo viso. Lei e la stupida apprensione nei confronti dell’altra, aveva fatto un bel casino, ma non voleva per nulla al mondo, che Jen pensasse di non essere abbastanza, cazzo credeva di averglielo fatto capire, si sbagliava. Sistemò quel poco che c’era da riordinare e si raggomitolò sulla poltrona, prese il suo libro e iniziò a leggere qualche riga; di tanto in tanto si asciugava una lacrima, non stava davvero leggendo quel tomo. La sopraffazione la fece addormentare con il libro ancora aperto, che per un movimento involontario cadde per terra. Il rumore arrivò dritto alle orecchie della rossa, che trovandosi ancora sveglia, scattò fuori dalla stanza e i suoi occhi si infransero sulla figura appallottolata sulla poltrona. Sorrise e le andò incontro, dormiva profondamente, il tonfo non l’aveva destata, raccolse il libro e notò il segnalibro, era una loro foto, di qualche anno prima, la guardò e poi la voltò, leggendo il retro.

 

Quanto avrei voluto che mi stringessi! Non si poteva, non sai quanto male mi abbia fatto quel distacco, Jen! Noi ci volevamo e non potevamo neanche toccarci…

 

 

La rossa accarezzò la grafia dell’altra, un segno appena impercettibile, e ricordò quella foto, c’erano un sacco di ostacoli in quel momento, Lana si era appena sposata. Già quello che voleva fare lei, voleva sposarla, e solo quel pensiero, la fece rendere conto che era una stupidaggine il loro litigio di quella sera. Anche se non voleva rinunciare a quella sfida, doveva solo convincerla che poteva farcela.

 

“Ehi?” – la mora si ridestò massaggiandosi la nuca dolorante.

 

“Vieni di là” – sorrise poggiando il libro sul tavolino e la foto al suo interno.

 

“Non sei più arrabbiata con me?” – la guardò mettendosi seduta mentre Jen era ancora accovacciata.

 

“Non sono mai stata arrabbiata” – si sedette sul tavolino e poggiò le mani sulle sue ginocchia – “Adesso non ci sono ostacoli tra noi, non creiamoli” – ammise.

 

“Cosa intendi?” – chiese.

 

“La foto in questo libro” – ne sfiorò la copertina – “Posso farcela, tu devi solo fidarti di me” – le prese il viso tra le mani – “Voglio dimostrarti quanta forza di volontà mi hai dato, sono tornata tutta intera grazie a te, lo capisci? Lo faccio per te”

 

“Non voglio che tu faccia questo per me, Jen” – la guardò - “Se succedesse qualcosa?”

 

“Non succederà nulla, se tu sarai lì sotto a fare il tifo per me” – sorrise – “Ci sarai?” – la guardò tenendo il viso vicino al suo.

 

“Mai rinuncerei a guardarti in tutto il tuo splendore” – ridacchiò – “Come farò a non saltarti addosso lo voglio scoprire”.

 

 “Potrai saltarmi addosso dopo, quando sarò affaticata e sudata”

 

“Uhm i tuoi addominali sudati” – si morse il labbro – “Posso impazzire da adesso”

 

“Lo sai che ti amo?” – la guardò negli occhi nocciola.

 

“Ti amo anche io sai?” – poggiò dolcemente le labbra sulle sue – “Non farti male, sennò ti riempirò di massaggi sexy”

 

“I massaggi sexy me li farai ugualmente” – si sistemò su di lei poggiando le cosce su quelle dell’altra e la strinse sensualmente, sentendo il corpo di Lana rilassarsi sotto il suo, e un bacio lento e appassionato accendere i loro animi.

 

 

American Ninja Warrior

 

“Non ci credo ancora che tu mi abbia fatto venire qui” – borbottò Bex, mentre suo marito e suo figlio ne erano entusiasti.

 

“Non puoi fare come Milo, che tifa la sua zia preferita? Ah, per la cronaca sono offesa che è lei adesso” – disse solleticando il pancino del piccolo.

 

“Ti voglio bene zia” – le rivolse un sorriso dolce.

 

“Anche io ometto” – si porse a dargli un bacio sul naso.

 

“Inizia” – disse Jared mentre si sistemavano per poter incitare Jen. La mora aveva messo in conto che avrebbe perso ogni secondo dieci anni della sua vita, ma aveva promesso a Jen che ci sarebbe stata, ed era lì per lei. Indossavano tutti la maglietta con il suo nome stampato su. I primi step furono abbastanza facili, ad ogni oscillazione, Lana poteva vedere i muscoli della sua ragazza contrarsi e lavorare parecchio. La fatica iniziò a farsi sentire lo vedeva da come Jen respirava per riprendere presto fiato, era certa che i muscoli le pizzicassero. La guardò per un lungo istante, tenendo le mani giunte a mimarle quanto l’amasse, l’altra le rispose con un lungo sorriso.

 

“Dai Jen con quella sbarra” – sorrise Josh battendo le mani ad incitarla. Poi scavalcò la rampa in quattro rapide falcate per poi arrampicarsi e poi la sbarra a salire a scaglioni. Jen aveva i muscoli doloranti, ma mai e poi mai era stato un problema, neanche adesso doveva esserlo, doveva dimostrare a sé stessa quanto fosse forte: quella forza che le aveva trasmesso la donna che l’aveva amata incondizionatamente da subito, dopo quanto successo, la mora la seguiva da lontano ma sentiva il suo sguardo protettivo addosso. Le sfere e i manubri erano stati la cosa che più l’avevano terrorizzata, ma li aveva superati, adesso si trattava di fare tutto con le gambe.

 

“Non traditemi adesso belle, okay?” – disse prendendosi tutto il tempo possibile per poi scavalcare la parete, le gambe erano forti, non l’avrebbero abbandonata, quando premette il pulsante rosso, quasi non ci credeva di esserci riuscita.

 

“Ce l’ha fatta” – disse Lana guardando Jared, che esultava entusiasta.

 

“Sì, ce l’ha fatta” – l’abbracciò. Quando poi Jen scese lentamente le scale per raggiungerli, Lana le corse incontro abbracciandola forte, sentendo il suo corpo sudato e tremante. Gin le passò l’accappatoio che indossò subito, la mora la tenne ancora a sé.

 

“Sapevo ce l’avresti fatta amore” – sorrise.

 

“Grazie di aver creduto ancora una volta in me” – sorrise alternando dolci bacetti – “Sono distrutta”

 

“Sei stata fenomenale zia” – disse Milo.

 

“Sentivo il vostro tifo fin lassù” – disse battendo il cinque – “Ahi”

 

“Ehi forza andiamo, vi riaccompagniamo a casa, festeggeremo domani” – disse Josh.

 

 

“Uhm che goduria” – disse Lana sedendosi sul bordo della vasca.

 

“Grazie per il bagno caldo amore” – Jen socchiuse gli occhi – “Non riuscirò a muovermi fino a domani scusami” – sorrise.

 

“Pensa a riprenderti” – si chinò a baciarla dolcemente e sentì la mano della rossa sulla parte bassa della schiena – “Non ci provare” – sussurrò sulle sue labbra, con la testa poggiata alla sua fronte.

 

“Non vuoi fare il bagno con me?” – sussurrò.

 

“Solo il bagno, ma” – niente da fare la voleva vestita e bagnata – “Stronza”

 

“Uhm ti piace a fare la cattiva ragazza?” – rise.

 

“Ricordati che sarò sempre la Evil Queen” – ridacchiò schizzandola.

 

“Adesso sei la mia Good Queen” – l’attirò in un bacio pieno d’amore.

Eh beh che dire, quando la mattina ti svegli e come prima cosa vedi video del tipo e ti ricordi che stai scrivendo una Morrilla. Credo che i prossimi capitoli saranno quelli finali! Alla prossima xoxo

  
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