18
Si
era particolarmente stupita quando la rossa le aveva fatto quella proposta:
invitare tutti i loro amici per un barbecue. Aveva accettato subito, perché Jen
voleva dire finalmente agli altri che stavano insieme ed era felice. Sì, lo
era, e questo non sarebbe cambiato.
“Oh
ma che bello” – Josh entrò in casa Morrison e abbracciò calorosamente Lana che
aveva accolto lui e Gin all’ingresso, i bambini dopo un rapido bacio sulla
guancia alla mora, erano corsi dalla zia.
“Ciao,
vi trovo bene” – sorrise guardando la barba chiara dell’amico – “Tu sei
invecchiato” – scherzò.
“No
ti prego, Lana, non glielo dire” – ridacchiò la moglie guardandola.
“Sembri
più saggio” – prese sottobraccio l’altra donna e si incamminarono verso il
giardino – “Josh le birre sono in frigo e Lee già chiede di te” – sorrise.
“Sei
radiosa” – sorrise Gin guardando l’amica – “Quindi farete qualche annuncio?” –
rise.
“Lo
sapete tutti ormai è palese” – ridacchiò
– “Però Jen ci teneva ad avervi qui” –
sorrise – “Sta decisamente meglio e io non posso che
esserne felice”
“State
bene insieme, io l’ho sempre detto” – le accarezzò l’avambraccio intrecciato al
suo – “Quindi nessun annuncio” – la mora scosse la testa guardandola.
Nel
frattempo, nel giardino, Oliver, Hugo e Milo si incorrevano giocando a palla,
assieme ai figli di Sean, meno male che i bambini a quella età facevano ancora
le cose semplici dell’infanzia. Jen lì incitò a non stare molto vicino alla
piscina, Lana osservava tutti oltre la finestra della cucina.
“Sei
pensierosa” – la voce cristallina di Rebecca la riportò indietro dal suo loop
di pensieri.
“Ehi,
che mi fai gli agguati?” – disse continuando a lavare l’insalata.
“Che
c’è?” – si poggiò con il sedere al
mobiletto e incrociò le braccia al petto – “Avete
bisticciato? Non si è…” - adorava sfotterla in
quella maniera.
“Si
sta allenando senza sosta” – sospirò – “Vuole fare quella sfida del Warrior” –
ammise dando le spalle alla finestra.
“American
Ninja Warrior?” – chiese – “Milo e Marcus l’adorano”
“Sul
serio?” – disse – “Non so perché vuole farlo”
“Evidentemente
vuole dimostrare qualcosa” – spiegò.
“A
chi? A me non deve dimostrare nulla” – sbuffò.
“Magari
lo vuole fare per sé stessa! Sai che non puoi decidere al suo posto”
“Questo
lo so, mai e poi mai mi permetterei di mettere bocca, ma se si facesse male, ne
soffrirebbe e io” – sospirò.
“Non
credi di essere abbastanza forte da sopportare di nuovo tutto?” – chiese.
“Non
voglio pensarci adesso” – ammise.
“Non
puoi persuaderla se lo vuole fare, Lana”
Il
pomeriggio era trascorso molto allegramente, erano stati davvero bene,
rilassati e gioiosi. I bambini si erano divertiti anche nella piscina quando
avevano deciso che facesse troppo caldo per non rinfrescarsi. Però qualcosa
sembrava essere cambiato nell’atteggiamento di Jen, Lana ne ebbe i brividi solo
al pensiero, cosa poteva essere successo, qualcosa che aveva detto o fatto
aveva lasciato stizzita la donna con cui viveva. Cosa, però?
Quando
anche l’ultimo ospite fu andato via, si ritrovarono in cucina, si erano ripromesse
che si sarebbero dette sempre tutto, anche le cose fastidiose, così fu Lana ad
iniziare.
“Ti
sei divertita?” – chiese cercando il suo sguardo, sperava che glielo
rivolgesse. Come era di spalle così, la rossa rimase e rispose solo con un
gesto di assenso della testa – “Amore, per favore mi guardi?” – chiese dolcemente
e attese con le mani in mano. La rossa si voltò verso di lei e la guardò, non
con il solito sguardo, ma con uno che non aveva più visto da quando stavano
insieme– “Ho fatto qualcosa che ti ha dato fastidio?” – non ne ricordava
nessuno, sperò che parlasse senza chiudersi di nuovo a riccio.
“Davvero
pensi che non dovrei fare la sfida?” – disse lasciando il canovaccio sul marmo –
“Non sopporteresti cosa?” – la mora perse un battito, aveva sentito il suo
discorso con Bex, dannazione, certamente aveva travisato le sue parole.
“Jen,
ascolta, non so in che punto della conversazione tu sia arrivata, ma cercavo di
esprimere a Rebecca che mi piace l’idea che tu possa fare questa cosa per te, sono
certa che il motivo sia assolutamente valido. Io voglio sperare che vada tutto
okay, non sopporterei se ti facessi del male, capisci?”
“Pensi
che il motivo sia sciocco? E questo che pensi? Pensi che mi voglia mettere in
mostra, eh?” – chiese alzando appena la voce.
“Tesoro
no, non penso che sia sciocco, voglio solo che tu valuti, sei stata tanto tempo
ferma, e so che ti stai allenando tanto e?”
“E?
Pensi di non essere capace a sopportarmi di nuovo se dovesse andare male
qualcosa?” – chiese ancora, poteva sentire la rabbia montarle addosso.
“L’ho
già fatto, e lo farei di nuovo, ma sarei preoccupata per la tua stabilità”
“Mentale?
Pensi che possa impazzire?” – era arrabbiata, Lana conosceva quel tremore della
sua voce – “Grazie di avermi screditata” – disse allungando il passo, e
superandola come una furia.
“Jen
andiamo, non ho detto niente di tutto ciò” – disse voltandosi mentre ormai era
alla soglia del corridoio.
“L’hai
pensato” – sparì e poi si udì solo la porta della camera sbattere. Chiuse gli
occhi al rumore e con quello calarono anche le lacrime sul suo viso. Lei e la stupida
apprensione nei confronti dell’altra, aveva fatto un bel casino, ma non voleva
per nulla al mondo, che Jen pensasse di non essere abbastanza, cazzo credeva di
averglielo fatto capire, si sbagliava. Sistemò quel poco che c’era da
riordinare e si raggomitolò sulla poltrona, prese il suo libro e iniziò a
leggere qualche riga; di tanto in tanto si asciugava una lacrima, non stava
davvero leggendo quel tomo. La sopraffazione la fece addormentare con il libro
ancora aperto, che per un movimento involontario cadde per terra. Il rumore
arrivò dritto alle orecchie della rossa, che trovandosi ancora sveglia, scattò
fuori dalla stanza e i suoi occhi si infransero sulla figura appallottolata sulla
poltrona. Sorrise e le andò incontro, dormiva profondamente, il tonfo non l’aveva
destata, raccolse il libro e notò il segnalibro, era una loro foto, di qualche
anno prima, la guardò e poi la voltò, leggendo il retro.
Quanto avrei voluto che mi stringessi! Non si
poteva, non sai quanto male mi abbia fatto quel distacco, Jen! Noi ci volevamo
e non potevamo neanche toccarci…
La
rossa accarezzò la grafia dell’altra, un segno appena impercettibile, e ricordò
quella foto, c’erano un sacco di ostacoli in quel momento, Lana si era appena
sposata. Già quello che voleva fare lei, voleva sposarla, e solo quel pensiero,
la fece rendere conto che era una stupidaggine il loro litigio di quella sera.
Anche se non voleva rinunciare a quella sfida, doveva solo convincerla che
poteva farcela.
“Ehi?”
– la mora si ridestò massaggiandosi la nuca dolorante.
“Vieni
di là” – sorrise poggiando il libro sul tavolino e la foto al suo interno.
“Non
sei più arrabbiata con me?” – la guardò mettendosi seduta mentre Jen era ancora
accovacciata.
“Non
sono mai stata arrabbiata” – si sedette sul tavolino e poggiò le mani sulle sue
ginocchia – “Adesso non ci sono ostacoli tra noi, non creiamoli” – ammise.
“Cosa
intendi?” – chiese.
“La
foto in questo libro” – ne sfiorò la copertina – “Posso farcela, tu devi solo
fidarti di me” – le prese il viso tra le mani – “Voglio dimostrarti quanta forza
di volontà mi hai dato, sono tornata tutta intera grazie a te, lo capisci? Lo
faccio per te”
“Non
voglio che tu faccia questo per me, Jen” – la guardò - “Se succedesse qualcosa?”
“Non
succederà nulla, se tu sarai lì sotto a fare il tifo per me” – sorrise – “Ci
sarai?” – la guardò tenendo il viso vicino al suo.
“Mai
rinuncerei a guardarti in tutto il tuo splendore” – ridacchiò – “Come farò a
non saltarti addosso lo voglio scoprire”.
“Potrai saltarmi addosso dopo, quando sarò
affaticata e sudata”
“Uhm
i tuoi addominali sudati” – si morse il labbro – “Posso impazzire da adesso”
“Lo
sai che ti amo?” – la guardò negli occhi nocciola.
“Ti
amo anche io sai?” – poggiò dolcemente le labbra sulle sue – “Non farti male,
sennò ti riempirò di massaggi sexy”
“I
massaggi sexy me li farai ugualmente” – si sistemò su di lei poggiando le cosce
su quelle dell’altra e la strinse sensualmente, sentendo il corpo di Lana rilassarsi
sotto il suo, e un bacio lento e appassionato accendere i loro animi.
American
Ninja Warrior
“Non
ci credo ancora che tu mi abbia fatto venire qui” – borbottò Bex, mentre suo marito
e suo figlio ne erano entusiasti.
“Non
puoi fare come Milo, che tifa la sua zia preferita? Ah, per la cronaca sono
offesa che è lei adesso” – disse solleticando il pancino del piccolo.
“Ti
voglio bene zia” – le rivolse un sorriso dolce.
“Anche
io ometto” – si porse a dargli un bacio sul naso.
“Inizia”
– disse Jared mentre si sistemavano per poter incitare Jen. La mora aveva messo
in conto che avrebbe perso ogni secondo dieci anni della sua vita, ma aveva
promesso a Jen che ci sarebbe stata, ed era lì per lei. Indossavano tutti la
maglietta con il suo nome stampato su. I primi step furono abbastanza facili, ad
ogni oscillazione, Lana poteva vedere i muscoli della sua ragazza contrarsi e
lavorare parecchio. La fatica iniziò a farsi sentire lo vedeva da come Jen
respirava per riprendere presto fiato, era certa che i muscoli le pizzicassero.
La guardò per un lungo istante, tenendo le mani giunte a mimarle quanto l’amasse,
l’altra le rispose con un lungo sorriso.
“Dai
Jen con quella sbarra” – sorrise Josh battendo le mani ad incitarla. Poi scavalcò
la rampa in quattro rapide falcate per poi arrampicarsi e poi la sbarra a
salire a scaglioni. Jen aveva i muscoli doloranti, ma mai e poi mai era stato
un problema, neanche adesso doveva esserlo, doveva dimostrare a sé stessa
quanto fosse forte: quella forza che le aveva trasmesso la donna che l’aveva
amata incondizionatamente da subito, dopo quanto successo, la mora la seguiva
da lontano ma sentiva il suo sguardo protettivo addosso. Le sfere e i manubri
erano stati la cosa che più l’avevano terrorizzata, ma li aveva superati,
adesso si trattava di fare tutto con le gambe.
“Non
traditemi adesso belle, okay?” – disse prendendosi tutto il tempo possibile per
poi scavalcare la parete, le gambe erano forti, non l’avrebbero abbandonata,
quando premette il pulsante rosso, quasi non ci credeva di esserci riuscita.
“Ce
l’ha fatta” – disse Lana guardando Jared, che esultava entusiasta.
“Sì,
ce l’ha fatta” – l’abbracciò. Quando poi Jen scese lentamente le scale per
raggiungerli, Lana le corse incontro abbracciandola forte, sentendo il suo
corpo sudato e tremante. Gin le passò l’accappatoio che indossò subito, la mora
la tenne ancora a sé.
“Sapevo
ce l’avresti fatta amore” – sorrise.
“Grazie
di aver creduto ancora una volta in me” – sorrise alternando dolci bacetti – “Sono
distrutta”
“Sei
stata fenomenale zia” – disse Milo.
“Sentivo
il vostro tifo fin lassù” – disse battendo il cinque – “Ahi”
“Ehi
forza andiamo, vi riaccompagniamo a casa, festeggeremo domani” – disse Josh.
“Uhm
che goduria” – disse Lana sedendosi sul bordo della vasca.
“Grazie
per il bagno caldo amore” – Jen socchiuse gli occhi – “Non riuscirò a muovermi
fino a domani scusami” – sorrise.
“Pensa
a riprenderti” – si chinò a baciarla dolcemente e sentì la mano della rossa sulla
parte bassa della schiena – “Non ci provare” – sussurrò sulle sue labbra, con
la testa poggiata alla sua fronte.
“Non
vuoi fare il bagno con me?” – sussurrò.
“Solo
il bagno, ma” – niente da fare la voleva vestita e bagnata – “Stronza”
“Uhm
ti piace a fare la cattiva ragazza?” – rise.
“Ricordati
che sarò sempre la Evil Queen” – ridacchiò schizzandola.
“Adesso sei la mia Good Queen” – l’attirò in un bacio pieno d’amore.
Eh
beh che dire, quando la mattina ti svegli e come prima cosa vedi video
del tipo e ti ricordi che stai scrivendo una Morrilla. Credo che i
prossimi capitoli saranno quelli finali! Alla prossima xoxo