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Autore: Purplewitch    20/06/2020    2 recensioni
Era passato un anno ormai, da quando Yui Komori, colei che apparentemente sarebbe dovuta essere una semplice sposa sacrificale, aveva pugnalato il suo cuore con quella lama d’argento, donatole da Subaru. Un anno, da quando aveva lasciato la vita da umana, per abbracciare quella di creatura della notte. Era diventata una vampira, come i sei ragazzi che per mesi si erano nutriti del suo sangue. Qualcosa in lei, era morto per sempre. Ma qualcos’altro era rinato, proprio nello stesso secondo in cui lei aveva trafitto il propio cuore. Qualcosa che per secoli era rimasto dormiente, e che si era finalmente risvegliato.
Un nuovo arrivo non previsto scombussolerà la quotidianità di quella villa.
Una ragazza senza memoria, la cui esistenza è ignorata dal mondo. Una ragazza, inconsapevole che al suo risveglio, si ritroverà a dover fronteggiare una verità incomprensibile. E nemici che non sapeva di avere.
————
Prima parte della saga "the girl who Time forgot".
Storia successiva agli eventi avvenuti nella prima stagione di Diabolik Lovers.
Genere: Erotico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Yui Komori
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
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Chapter one - A new arrival

 

Il silenzio surreale che regnava nella magione appartenente alla famiglia Sakamaki, era interrotto soltanto dal tenue rintoccare di quello che, con molta probabilità, doveva essere un orologio a pendolo. Stava iniziando a calare la sera ed alcune nuvole scure, colme di pioggia, sembravano voler presagire un imminente temporale. Ma neppure una goccia d’acqua sembrava voler cadere dal cielo, quasi come se in quel momento, il tempo si fosse fermato, congelando quella natura tetra, ravvivata soltanto dal verde del giardino, e dallo splendido roseto perfettamente curato.
Era passato un anno ormai, da quando Yui Komori, colei che apparentemente sarebbe dovuta essere una semplice sposa sacrificale, aveva pugnalato il suo cuore con quella lama d’argento, donatole da Subaru. Un anno, da quando aveva lasciato la vita da umana, per abbracciare quella di creatura della notte. Era diventata una vampira, come i sei ragazzi che per mesi si erano nutriti del suo sangue. Qualcosa in lei, era morto per sempre. Ma qualcos’altro era rinato, proprio nello stesso secondo in cui lei aveva trafitto il propio cuore. Qualcosa che per secoli era rimasto dormiente, e che si era finalmente risvegliato. 

Un anno da quando la dolce ragazza dagli occhi di un rosa delicato, aveva lasciato il posto ad una vampira, ormai abituata a nutrirsi come coloro che tempo prima avevano sempre bevuto il suo sangue.

Un tuono squassò il cielo, facendo quasi tremare la magione, mentre gli abitanti di essa erano riuniti per la cena. La tavola era ben apparecchiata e ricca di pietanze all’apparenza deliziose, e tutti, in silenzio, erano intenti a mangiare. 

« Reiji, quand’è che arriverà la prossima sposa? La precedente è morta già da una settimana, inizio a morire di fame~ »

Fu Laito ad interrompere il silenzio, osservando il maggiore con quello sguardo felino color smeraldo, che, seccato, alzò gli occhi magenta verso il rosso.

« Tra qualche giorno, potresti frenare la tua irrispettosa impazienza con una delle sacche di sangue in cucina. Invece che disturbare il sottoscritto. » 

Rispose lui, prima di riprendere a mangiare perfettamente e composto, come l’etichetta pretendeva. Per nulla soddisfatto da quella risposta, il ragazzo dai capelli rossi, con il cappello sulla testa, si alzò in piedi, con un sorrisino fastidioso e languido ad increspargli le labbra.

« Non sarebbe certo come mordere il delicato corpo di una nuova sgualdrinella, Reiji-san, una sacca non può implorare e gemere sotto le zanne..~ » 

Aggiunse lui, consapevole che il suo essersi alzato prima di finire di mangiare e il suo aver usato il suffisso "san" in modo chiaramente derisorio, avrebbe fatto infuriare il vampiro dai capelli viola, tendenti al nero. Egli infatti non tardò a fulminarlo con lo sguardo, ed era pronto a rimproverarlo per la sua maleducazione, e per certi discorsi non consoni ad una cena, quando un suono, non fece fermare tutti. Ayato, che si era goduto la scena con sguardo divertito, aveva girato la testa in direzione della porta, così come Kanato, non più occupato a sbriciolare con la forchetta, dei poveri macaron. Subaru aveva alzato gli occhi cremisi dal proprio piatto, e Shu, aveva persino tolto un auricolare. Qualcuno aveva bussato al portone d’ingresso.

« A quanto pare non servirà alcuna sacca. » 

Commentò Yui, che per tutta la durata della conversazione, si era limitata ad osservare i due, litigare. In tutta risposta, Laito stesso si diresse, quasi saltellando, all’ingresso spalancando la porta con finto fare cerimonioso. Era già pronto a rivolgere un sorriso malizioso alla possibile nuova sposa, ma ciò che trovò fuori la porta gli fece assumere un’espressione chiaramente sorpresa.
Una ragazza, dai capelli corvini, e vestita con un grazioso abitino nero, decorato da balze e pizzi, in evidente stile gothic lolita, era distesa davanti l’ingresso, priva di sensi. Ma ciò che più saltava all’occhio, era la benda bianca che copriva il suo occhio sinistro. "Sento che ci sarà da divertirsi." pensò il rosso divertito, ed inebriato dall’odore che la sconosciuta emanava, prima di prenderla tra le braccia, e di portandola all’interno, lasciandosi la porta chiusa alle spalle. Tenendo la ragazza come una specie di trofeo, raggiunse gli altri, che nel frattempo si erano spostati nel salone. 

« Guardate che bel regalo ci è stato recapitato! » 

Si annunciò allegramente, attirando l’attenzione di tutti. Soltanto Yui mancava all’appello.

« Laito, non potevi aspettare perlomeno che si presentasse? » 

Commentò Reiji, sistemando gli occhiali adagiati sul naso.

« Stavolta non c’entro, Reiji, era già così quando l’ho trovata. Ma di certo conosco innumerevoli modi per svegliare una sgualdrinella così carina. » 

Esclamò il rosso maliziosamente, lasciando intendere la tipologia dei modi ai quali alludeva. Al solo pensiero, un sorriso perverso apparve sul suo volto, in quel momento arrossato sulle gote. 

« Siete così rumorosi. » 

La voce assonnata di Shu interruppe le fantasie del ragazzo dalle iridi smeraldine, che in tutta risposta, si avvicinò al maggiore dei fratelli.

« Oh tranquillo Shu, sotto questo vestito nero c’è pelle per tutti noi. » 

Rispose Laito, mentre lasciava cadere tranquillamente la ragazza sull’unico divano libero, con fare poco delicato.  Ella ebbe un fremito, ma nemmeno quell’impatto sembrò svegliarla. "Kurumi...devi svegliarti...Svegliati!" una voce femminile risuonò nella testa della ragazza, che strinse istintivamente l’occhio non coperto dalla benda. 

« Che bella addormentata insistente...magari questo sarà più di tuo gradimento, Bitch-chan.»

Mormorò il vampiro, mentre si piegava verso il viso della ragazza ancora svenuta. Ma si fermò, nel momento in cui l’occhio non coperto di ella, color sangue, si aprì, rimanendo bloccata non appena incontrò quelle iridi di un verde brillante, illuminate da una luce maliziosa.
La corvina in un primo momento non fece nulla, frastornata da quel risveglio, ma nell’accorgersi che quel ragazzo dall’espressione poco rassicurante, a lei sconosciuto, era ad un nulla dal suo viso, agì d’impulso.

« Ben svegliata, Bitch-chan, che peccato, avrei voluto essere io a svegl..- »

Ma il vampiro con il cappello si zittì quasi sorpreso, quando uno schiaffo improvviso gli colpì una guancia. Il suono di quel colpo, risuonò per tutta la sala, e tutti gli occhi dei presenti, rimasero inchiodati sulla scena. Persino Shu aprì gli occhi, lasciando che un lieve sorriso divertito, apparisse sulle sue labbra, per una manciata di secondi, per poi richiudere gli occhi color mare.

« Ma chi ti credi di essere? » 

La ragazza aprì finalmente la bocca, mentre la mano, con cui aveva colpito il rosso, le doleva per lo schiaffo dato. La sua pelle, delicata e bianca come il latte, aveva assunto una colorazione più rosea sulle guance, a causa dell’imbarazzo nato nella ragazza, nel ritrovarsi uno sconosciuto quasi sul punto di baciarla. I capelli, neri come la pece, facevano risaltare ancor di più quel colorito, così simile alla porcellana . E probabilmente, quel grazioso vestito nero non faceva altro che farla apparire ancor di più somigliante ad una di quelle bambole da collezione. L’unico occhio scoperto, di un rosso scuro, era puntato sul ragazzo dai capelli rossi, che ancora immobile osservava la ragazza che l’aveva appena colpito. La corvina lo vide sfiorarsi la guancia, nemmeno arrossata dallo schiaffo, prima di vederlo scoppiare a ridere. Reazione che portò Ayato e Kanato, a fare lo stesso. Il suono di quelle risate fece rabbrividire Kurumi, che con uno scatto, fu in piedi, lontana di qualche passo dal rosso. Perché lei era lì? Chi erano quei ragazzi?

« Fufu..~ che Bitch-chan caparbia..sarà ancora più divertente vedere la paura sul tuo viso. »

Un altro brivido di inquietudine, la percorse da capo a piedi, a quelle parole così cariche di una cattiveria appena celata. Più confusa che mai, si guardò intorno, mentre un istinto di sopravvivenza, le sussurrava di andarsene da lì. Nonostante non sapesse a cosa effettivamente corrispondesse a quel "lì". Sapeva solamente che qualcosa, nello sguardo di quel vampiro, le faceva accapponare la pelle.

« Non so chi tu sia..ma non provare a toccarmi. » 

Rispose la corvina, mentre, con occhiate fulminee, si guardava intorno, in cerca di una via di fuga. Ogni parte di lei le stava urlando di scappare, senza che lei ne comprendesse il motivo. Era come se il suo corpo percepisse un pericolo che ancora non si era palesato ai suoi occhi. 

« Chi siete? E dove mi trovo? » 

Continuò lei, posando gli occhi su ogni persona presente nella stanza. Aveva tutti gli occhi puntati su di se, salvo quelli di un ragazzo, dai capelli biondi, sdraiato su un divano distante da tutti, che sembrava intento a dormire. 

« Non credi che dovresti essere tu a doverti presentare, e a dirci perché eri svenuta davanti il nostro portone? » 

Reiji, che non aveva ancora aperto bocca da quando la corvina si era risvegliata, si alzò, girandosi verso la sconosciuta. Non era stato avvisato dell’arrivo di nessuna fanciulla proveniente dalla Chiesa, e sebbene le spose non fossero mai consapevoli di ciò a cui andavano ogni volta in contro, la ragazza sembrava completamente un pesce fuor d’acqua, in modo maggiore rispetto alle altre che l’avevano preceduta.
Kurumi sussultò appena, nel sentirlo parlare, e girò la testa verso di lui, non sapendo nemmeno una delle risposte che egli le stava chiedendo. Le tornò alla mente il modo in cui quella voce misteriosa, che probabilmente si era immaginata, l’avesse chiamata, ma non riuscì a ricordare altro. Vide un evidente fastidio causato dal suo silenzio, negli occhi magenta del ragazzo con gli occhiali, il cui atteggiamento era perfettamente dritto e composto. Aveva un’espressione severa, che incuteva timore, ma ciò non intaccava la bellezza di esso. Ma non era il solo a possederla. Tutti i ragazzi in quel salone, possedevano una bellezza disarmante, un fascino però, che sembrava essere circondato da un’aula di pericolo. 

« Io..sono Kurumi e..mi dispiace non saprei dire altro. Non ricordo come io sia arrivata qui..non ricordo niente. »

Rivelò, con un tono che lasciava trasparire un evidente sincerità. Le sue parole scatenarono un altro sorriso nel ragazzo al quale aveva dato quello schiaffo, ma Kurumi non vi fece molto caso, seppur avvertisse i suoi occhi su di se. 

« Interessante, mi toccherà fare qualche telefonata. Ma prima lascia che presenti me e i miei fratelli. Quel Gokutsubushi* intento a sonnecchiare, è Shu, il primogenito. »

Iniziò lui, e Kurumi ebbe l’impressione di sentire un certo astio nella sua voce. Istintivamente, riportò l’occhio destro sul ragazzo, dai colori e le fattezze angeliche. Ma il biondo non le rivolse nemmeno uno sguardo, portandola a pensare che molto probabilmente stava dormendo veramente. 

« Io sono Reiji, il secondogenito. Mentre quello che hai schiaffeggiato poco prima, è Laito, il terzogenito. »

Stringendo appena le labbra, la ragazza incontrò nuovamente quelle iridi smeraldine, che ancora non si erano mai spostate da lei. La guardava in modo chiaramente provocatorio, ma lei, pur di non mostrarsi a disagio ai suoi occhi, sostenne il suo sguardo, in una sorta di scontro visivo. Delle mani sulle sue spalle però, la fecero sobbalzare, costringendola a distogliere lo sguardo da Laito. Non aveva sentito neppure un passo, eppure il secondo ragazzo dai capelli rossi, più corti di quelli del fratello, l’aveva raggiunta con un battito di ciglia. Era già pronta a chiedergli come avesse fatto a muoversi così velocemente, quando avvertì qualcosa di umido sfiorarle una guancia, che automaticamente si tinse di rosso. "Mi ha appena leccata?! Ma dove diavolo sono finita?" pensò lei, ritraendosi imbarazzata, già pronta a spingere via il ragazzo, ma qualcuno le fermò una mano, portandosela alle labbra. Un altro dei fratelli l’aveva raggiunta, e ciò che più lo faceva saltare all’occhio, era l’orso di peluche che teneva con un braccio. Aveva i capelli lillà, così come gli occhi. Sembrava appena più mingherlino rispetto agli altri, eppure la forza con cui le strinse il polso, la fece irrigidire per il dolore.

« Teddy, non pensi che il suo odore sia delizioso? Assaggiamola insieme. »

Aveva uno sguardo quasi insano, arricchito da delle occhiaie scure sotto gli occhi. Le faceva accapponare la pelle quasi di più di quanto facesse Laito.

« Non ci pensare neanche, Kanato. È sempre il sottoscritto a prendersi la loro prima volta. » Kurumi si ritrovò ad inarcare un sopracciglio a quelle parole. Si, doveva essere finita in una casa di maniaci.

« Kanato, Ayato, finitela, non mi sembra il caso di trattare così un’ospite appena arrivata. O di interrompere il sottoscritto. » 

A quell’evidente rimproverò, Ayato lasciò le spalle della ragazza, non prima di rivolgere un’occhiata assassina al fratello maggiore. Kanato invece, si limitò a nascondere parte del viso dietro la testa di Teddy, ma senza abbandonare quello sguardo che, secondo Kurumi, appariva quasi psicopatico. 

« Va bene sentite.. non voglio essere scortese ma preferirei andarmene..»

"E per andare dove, Kurumi?" ancora quella voce le risuonò nelle orecchie, facendola rabbrividire. Era forse pazza? Probabile, dato che aveva l’impressione che quella voce fosse realmente nella sua testa, e che nessun altro, oltre lei, la sentisse. Senza pensarci due volte, e non aspettando che qualcuno le rispondesse, fece per dirigersi verso una delle porte. Ma l’ultimo ragazzo di cui ancora non conosceva il nome, era proprio appoggiato accanto ad essa, e sembrò rivolgerle uno sguardo di fuoco. Aveva i capelli bianchi, dalle punte che tendevano al rosato, ed aveva un atteggiamento chiaramente minaccioso.

« Peggioreresti la tua situazione. »

Le disse, con un tono duro, quasi arrabbiato, mentre teneva le braccia conserte. E subito si sentì afferrare dalle spalle, finendo con la schiena contro quello che sembrava essere un petto. Sgranando gli occhi, Kurumi si sentì avvolgere da delle braccia, bloccandole i movimenti. 

« Subaru-kun ha ragione, Bitch-chan... non vorrai farci arrabbiare...devi ancora ricevere la tua punizione per avermi colpito. E guarda un po’, sono proprio assetato in questo momento.. »

La corvina non aveva bisogno di girarsi, per riconoscere che a tenerla bloccata era Laito. Tentò di liberarsi da quella stretta, ma la forza del rosso era di gran lunga superiore alla sua, e le risultava persino impossibile spostarlo di un millimetro. Cercò di girarsi, e nel tentativo notò un dettaglio che la immobilizzò sul posto, facendole sgranare gli occhi. I canini del ragazzo, molto più lunghi del normale, facevano capolino dalla fessura tra le labbra. Kurumi sgranò gli occhi spaventava, mentre nella sua testa, la parola "vampiro" apparve istantaneamente, alla vista di quelle zanne. Non sapeva esattamente come fosse possibile, ma dentro di se era ben conscia che il ragazzo, e di conseguenza anche gli altri in soggiorno, erano dei vampiri. Ed il suo corpo provò una paura folle, a quella scoperta. Mossa da un puro istinto di sopravvivenza, riuscì a spingerlo via, per poi scappare più velocemente che poteva, da quella sala.

« Scappa finché puoi, Bitch-chan..~ »

Riuscì ad udire Kurumi, prima di chiudersi la porta dietro di se, e correre velocemente. Il cuore le batteva furiosamente nel petto, e la testa le doleva in modo insopportabile, ma non aveva alcuna intenzione di rimanere lì impalata. Riprendendo a correre, cercò una qualsiasi tipologia di uscita, fino a che non giunse proprio davanti a quello che doveva essere il portone principale. I suoi polpastrelli sfiorarono la maniglia, così fredda rispetto alla sua mano, ma a quel contatto, una fitta lancinante al petto la costrinse a fermarsi, togliendole il fiato. Portò istintivamente la mano, proprio nel punto in cui il dolore non voleva accennare a fermarsi, e di nuovo, quella voce femminile, stavolta più arrabbiata, le rimbombò nella testa.

 "Tu resterai qui, Kurumi. Questo è il tuo destino."

Fu l’ultima cosa che sentì, prima di perdere i sensi e ripiombare nuovamente nel buio.

 

 

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Benvenuti nel primo capitolo di questa mia nuova ff. Mi mancava veramente tanto scrivere, e spero che questa storia vi piaccia. Chi sarà mai questa ragazza misteriosa, consapevole dell’esistenza dei vampiri, e dotata del coraggio di schiaffeggiare il maniaco Laito? Lo si scoprirà nel prossimo capitolo! (forse~)
È la prima vera ff che pubblico qui, non considerando la mia prima ff interattiva, perciò nel caso in cui vi siano errori, non esitate a farmelo sapere! Ho cercato di fare un capitolo abbastanza lungo, nonostante sia più che altro un’introduzione. Proprio per questo, ho preferito scriverlo in terza persona, ma probabilmente, dal secondo scriverò tutto dal punto di vista di Kurumi. Pubblicherò la storia anche sul mio profilo di Wattpad (@purplewitch_) quindi se volete, sarà possibile seguire la storia anche da lì.
un bacio,

your ram.

Gokutsubushi*: buono a nulla
   
 
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