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Autore: Valerie    20/06/2020    2 recensioni
Dal testo:
Era difficile da spiegare.
C’era stato tutto un periodo in cui aveva avuto paura di rispondere a quella domanda: ‘come stai?’.
Per lo più aveva mentito, intimorita dalla risposta autentica che potesse scaturire da dentro se.
Perché lo sapeva, lei, che per rispondere ad un tale interrogativo, ci vuole un immenso coraggio.
Quel coraggio che, in nome della verità, avrebbe scardinato le basi di impalcature di menzogne costruite in tanti anni di vita.
Non era pronta.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’Io nel seminterrato
 
Sto bene, grazie.
 
Era difficile da spiegare.
C’era stato tutto un periodo in cui aveva avuto paura di rispondere a quella domanda: ‘come stai?’.
Per lo più aveva mentito, intimorita dalla risposta autentica che potesse scaturire da dentro se.
Perché lo sapeva, lei, che per rispondere ad un tale interrogativo, ci vuole un immenso coraggio.
Quel coraggio che, in nome della verità, avrebbe scardinato le basi di impalcature di menzogne costruite in tanti anni di vita.
Non era pronta.
 
Non ho bisogno di prendere la patente.
Lavoro vicino casa.
 
Col tempo aveva iniziato a sentirsi soffocare: le menzogne che puntualmente raccontava, soprattutto a sé stessa, esigevano sacrifici sempre più grandi.
Aveva usato qualsiasi cosa le fosse capitata sottomano per coprire una piccola buca. Buca che, inspiegabilmente, si allargava a mano a mano di più.
Andando avanti le paure si erano ingigantite. Di pari passo, il desiderio di libertà aveva iniziato a premere dal fondo di quella buca.
 
No, non posso iscrivermi all’università.
Il lavoro non me lo permette.
 
Era nata per essere una fuggiasca?
Tanti prima di lei si erano costruiti delle vite basate su bugie, per la sola paura di dirsi la verità: siamo mancanti di qualcosa.
Da qualche parte, nel nostro mondo interiore, c’è un pezzo che manca. Un buco nella carne, pulsante e dolorante, che si stringe convulsamente attorno ad un vuoto.
Lei lo aveva sempre visto come una sorta di stanza buia. Quel seminterrato oscuro in cui non ti avventureresti mai da solo.
 
Certo che sono felice con lui.
Stiamo bene insieme.
 
Voleva scegliere della sua vita e non ci riusciva. Desiderava la libertà più di ogni altra cosa, ma le decisioni che prendeva riflettevano le sue paure e non i suoi desideri.
L’insoddisfazione e la frustrazione avevano iniziato a prendere la forma di ansia e nervoso mal gestito.
Era come entrare a forza in un vestito troppo stretto: per quanto potesse tirarlo da una parte e dall’altra, non arrivava mai a coprire la pelle fin dove avrebbe voluto.
Così era rimasta nuda, costretta a guardare lì dove mai avrebbe voluto.
 
Anelo la verità,
più che qualsiasi altra cosa
 
Istinto di sopravvivenza l’aveva chiamato, quell’impulso improvviso di scendere nello scantinato buio e terribile da cui si era sempre tenuta alla larga.
Curioso.
Curioso come, per sopravvivere, si sia dovuta immergere in ciò che la terrorizzava a morte.
L’aveva spalancata quella porta e se l’era chiusa alle spalle, rimanendo in un buio umido e soffocante.
Aveva annaspato, all’inizio, cercando ovunque un punto di riferimento.
Ma era sola, impaurita, e disorientata.
Restare e non scappare.
Stare e sopportare.
 
Si era tolta di dosso tutte le finzioni, scrollate via come squame appiccicose, con difficoltà e perseveranza.
Si era seduta al centro di quella stanza e aveva respirato a fondo. Si era fatta investire dai fantasmi che aveva relegato lì dentro da gran tempo.
D’un tratto il buio si diradava e, piano piano, gli angoli più oscuri si illuminavano, mettendo in luce il bello di cui si era privata per tanto tempo.
 
Sono fra i primi 300.
Ho superato il test d’ingresso!
 
Passo dopo passo, ha perlustrato molto dello spazio intorno a sé, trovando vecchi cimeli rotti, alcuni poi riparati, altri gettati via per sempre, riscoprendo talenti tutti da esercitare e prove che mai avrebbe pensato di superare.
Ha iniziato ad amare quel posto, prima buio, ora luminoso e accogliente.
Ha iniziato ad amare se, piccola e spaventata, per poi ritrovarsi a mano a mano più grande e sicura.
Lì dove c’è ancora nebbia e foschia, inquietudine e paura, ora sa che scappare non serve. Farsi raggiungere e restare, accogliersi e ascoltarsi, sono le strategie più efficienti che ha imparato ad usare per vivere nella libertà e nell’autenticità che sempre anela.
 
Come dici?
No, non mi pesa affatto stare sola.
Mi pace!
Se un domani arriverà qualcuno, sarà un valore aggiunto,
e non una necessità.
 
 
 
 
 
Note dell’autrice:
 
Salve miei cari lettori!
Eccomi con una sorta di flusso interiore, dagli ovvi caratteri introspettivi.
Lo scritto ha una nota autobiografica.
Mi riferisco qui, infatti, ad un periodo molto intenso della mia vita, vissuto un po’ di tempo fa (in realtà protrattosi lungamente nel tempo, ma sfociato, su per giù, due anni fa).
Le parti in corsivo riportano alcune frasi da me realmente pronunciate nel corso di questa sorta di evoluzione/crescita personale.
L’intento è di creare, attraverso di esse, un’escalation che va dalle bugie dette per non guardarsi troppo dentro, all’autenticità che si raggiunge verso la fine.
Il tutto per spalleggiare, e anche per esplicare, il cambiamento di cui si parla durante tutto il flusso.
Anche se non so se si può parlare di flusso interiore quando si narra in terza persona ^^’.
Comunque…avvertivo la necessità di scrivere, e alla fine è uscito questo piccolo spezzone di vita.
Ringrazio chi si fermerà a leggere e commentare.
Vi abbraccio fortissimo,
_Val_
 
   
 
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