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Autore: lokiandcoffee    21/06/2020    0 recensioni
Seguito del primo film di Thor.
Riprende esattamente dal punto in cui Loki si lascia cadere nel vuoto.
Una Thorki iniziata come un esperimento ma che sta prendendo sempre più forma nella mia testolina, probabilmente ci saranno crossover più avanti e molti casini per il nostro amato Loki, tra rancori e amori vecchi e nuovi.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: Incest
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Rieccomi qui. Vado a rilento ma ce l'ho fatta. Finalmente qualcosa incomincia a smuoversi e comincio ad avere le idee più chiare sulla direzione da prendere. Grazie a chi leggerà e a chi vorrà lasciare un suo parere anche solo per rendermi partecipe di cosa ne pensate. A presto.





Ricordi.




Se la compagnia di Thor gli desse in qualche modo piacere o sollievo, Loki questo non lo disse mai. La soltudine per lui non era mai stata un problema. O per lo meno non così grave. Aveva imparato da essa, fin dalla sua infanzia, cose che i libri non insegnano.
Aveva imparato a leccarsi le ferite, da solo, ad accettare il fatto che non rispettasse i canoni di quello che era definito un bravo guerriero asgardiano. Non era mai stato abbastanza bello, all'altezza o forte, era un arte differente, che disturba, che confonde, un corpo estraneo che avrebbe trovato il suo posto soltanto lontano da quella che chiamava casa.
Ma l'arte, il più delle volte, non deve essere bella, deve supporre di farti sentire qualcosa. E quel qualcosa, più tardi, quando si tramutò in una forma meno acerba, fu notato e apprezzato dagli occhi più inaspettati e bramato da mani che mai avrebbe creduto di voler sentire modellarsi sulle sue forme.

La mente vagò senza ostacoli tra vecchi ricordi, mentre percepiva piano piccole scintille di quello che era il suo potere aleggiargli tra le dita. Spostare piccoli oggetti era quello che gli riusciva meglio, tutto il resto avrebbe richiesto tempo considerato che la sua magia era stata imbrigliata da antiche catene che non gli avrebbero permesso di percepirla o servirsene a suo piacimento. E per Loki equivaleva a tagliarsi un braccio o perdere la vista o la parola, era un dolore non percepibile ma così radicato nel suo essere da far paura.
Si reggeva sulle proprie gambe ormai, ma il processo di guariggione era comunque lento, le cicatrici inferte da armi di ghiaccio, i lividi ovunque sulla pelle pallida gli avrebbero ricordato ancora per molto quanto fosse stato non così forte, non così... Thor.
Quasi ringhiò al solo pensiero. Le visite del Principe erano diminuite e Loki poteva quasi tornare a respirare. Averlo intorno a volte era destabilizzante. Non chiedeva mai se Odino sapesse, ma qualcosa gli diceva che, con l'aiuto di Frigga, non lo immaginava neppure. Lei che desiderava che le cose tra loro tornassero ad essere quelle di una volta. Mentre Loki covava, in segreto o no, ancora folle rancore.

Immaginò che l'assenza di Thor avesse a che fare con missioni eroiche tra i Nove Regni con i suoi eroici amici, pur di non pensare che potesse essere coinvolta invece la midgardiana, protgonista di una stupida fuga d'amore.
Gli capitava comunque di sentirlo percorrere il corridoio fuori dalla stanza, ampie falcate per niente silenziose che accompagnavano il lieve cigolio della porta che veniva scansata permettendo a una debole luce di illuminare l'interno buio. Il più delle volte fingeva di dormire quando lo sentiva sedersi piano al suo fianco. Non aveva mai aperto gli occhi, aspettava semplicemente il momento in cui sarebbe andato via, ascoltandolo respirare piano, a volte invece gli capitava di addormentarsi solo dopo aver percepito la sua presenza.
E gli piaceva pensare che Thor sapesse. Che si sarebbe accontentato di sapere, senza il bisogno di sentirselo dire.
Comunque non gli aveva mai chiesto di restare, ne aveva aperto occhio. Fino a quella sera.

La notte era la parte più difficile, i ricordi e i sogni non lo lasciavano mai. Durante il giorno ringraziava di poter stare solo, senza parole da scambiare o sguardi da evitare, ma di notte era più buio nella sua mente.
Quella sera Thor si distese al suo fianco, il letto si mosse appena sotto il suo peso e Loki quasi sbuffò per quella piccola premura. Irrigidì appena la schiena attento a non muoversi nemmeno per sbaglio. Ancora una volta finse di dormire, mentre ascoltava il suo respiro lento.
Di nuovo ricordi di notti consumate tra lenzuola sfatte e mani che esploravano si rifecero vividi, ma nessuno di essi ritraeva Thor, era un peccato a cui Loki si lasciò andare molto tempo prima, il sapore di una passione rude che mai avrebbe rivelato di aver vissuto.
E da qui, bisogna fare qualche passo indietro.






Il corpo di Fandral era caldo contro il suo, nudo ed esposto come non lo era mai stato, Loki si lasciò stringere ancora per qualche istante prima di decidere di mandarlo via. Accadeva sempre più spesso ormai, Fandral, nudo, nella sua stanza, nel suo letto, sul suo corpo, il suo odore era ovunque arrivata la sera ed era qualcosa di così normale oramai, abituale e voluto da entrambi. Era qualcosa che non sarebbe mai iniziato se Fandral non avesse avuto la premura di imparare a riconoscere quali corde toccare per far si che il Principe di Asgard, inafferrabile, si sciogliesse tra le sue braccia. 

Era iniziato quasi per gioco, innocenti provocazioni, non più offese giocose come quando si era bambini. C'era stato un giorno in cui Fandral lo aveva guardato in modo diverso, un giorno in cui aveva smesso di ignorare la sua presenza, un momento in cui le sue mani si erano soffermate su di lui forse più del necessario. E Loki, che mai si era lasciato sfuggire quelle attenzioni, non aveva smesso comunque di fingere di non vedere, o sentire.

"Bella prova oggi."
Si era rivolto a lui una sera, dopo gli allenamenti, Loki non capiva perchè volesse essere gentile o che cosa si aspettasse che dicesse. A stento riusciva a credere che si stesse rivolgendo proprio a lui, di solito le loro strade si dividevano con poche battute scherzose per poi rincrociarsi la volta dopo. Ma giorno dopo giorno quegli occhi avevano cominciato ad indugiare più a lungo su di lui, in un modo che non capiva ma che gli penetrava nella pelle e che la faceva rabbrividire in modo piuttosto piacevole.
Quella sera gli aveva soltanto sorriso in risposta, per poi chiedersi perchè il suo viso sembrasse andare in fiamme così all'imrovviso.
Si chiese se qualcun'altro lo avesse notato ma ogni cosa intorno a lui continuava come se nulla fosse cambiato. Comunque dubitava che Thor come al solito impegnato a ricevere fin troppe attenzioni da Sif avesse tempo di accorgersi d'altro.
E quasi gli dava il volta stomaco il modo in cui le cose cambiavano in così poco tempo, crescendo Thor preferiva sempre di più la compagnia di qualche fanciulla per poi raccontare di quelle fugaci conquiste che appagavano il suo ego da guerriero ancora non troppo cresciuto. Raccontava di labbra morbide e nient'altro ma Loki gia sentiva la gelosia di qualcosa con cui non poteva competere mentre Thor si allontanava piano da lui, dalle serate passate insieme, le risate accanto al fuoco, le passeggiate nei boschi.
Odiava non essere il suo punto focale. Perchè lui era la sua luce. E col tempo avrebbe capito che non gli sarebbe più bastato soltanto averlo intorno.
Poi avrebbe cercato conforto in qualcuno che non fosse lui, con Sigyn avrebbe conosciuto la passione, un fuoco che bruciava dentro ma insaziabile da chi non era degno di manovrarlo, e pensare a lunghi capelli biondi e fianchi morbidi o a spalle larghe da guerriero e grandi mani non avrebbe fatto differenza quando avrebbe raggiunto il piacere, ciò che importava era un barlume pace per i suoi pensieri così sbagliati da fargli desiderare qualcosa che mai avrebbe rivelato di bramare.

Comunque capì di aver accettato di giocare a quella strana danza con Fandral quando ormai era troppo tardi, sentirsi desiderato era qualcosa che scoprì piacergli molto e non volle rinunciare a sperimentare cosa fosse il peso di un altro corpo solido contro il proprio e quale calore avrebbe emanato.
Sigyn era stata la sua unica amante fino a quel momento, e lo stesso non poteva dire per Thor vista la frequenza con cui sembrava intrattenersi con donne diverse col passare degli anni, quindi aveva cercato in lei una via d'uscita che mai aveva trovato e per qualche tempo sembrò esserci qualcosa di più profondo, tutti sapevano del loro legame anche se nessuno lo aveva mai annuciato apertamente ma frequentarsi era una consuetudine ormai e le occhiatine maliziose di Thor nel vederli insieme quasi fecero si che Loki la odiasse per non essere stata abbastanza brava nel suo compito di farlo ingelosire.
Loki l'aveva avvicinata ad una festa, era stato facile, quasi aveva una dote naturale nell'ammaliare le persone, la birra scorreva, il caos cresceva e l'oggetto dei suoi desideri più segreti di nuovo rivolgeva tutta la sua attenzione a qualcno che non era lui. A quel punto veder sparire Thor un attimo dopo non fu una sorpresa, gia se lo immaginava spingere in un corpo che si apriva per lui. Decise che non se ne sarebbe tornato in camera ad ascoltare i gemiti che si levavano insistenti a pochi passi da lui, Sigyn al contrario sembrò una buona via d'uscita. Era bella, piacevole da guardare nelle sue movenze, e più volte Loki si perse nel farlo, completamente estraniato da qualsiasi altro rumore mentre lei sembrò apprezzare il suo sguardo su di se, ridacchiarne con  le amiche e ricambiare mestamente. Loki aveva percepito un brivido salirgli su per la schiena, un desiderio piacevole che lo spingeva in quella direzione. Thor scomparve per un momento, la gelosia, l'invidia, la carne tesa, i muscoli e persino il suo sorriso. Ammaliato, aveva mosso un passo, poi un altro ancora fino a non capire come fosse arrivato così vicino ai suoi occhi. Non ricordò mai cosa le disse, o quale effetto ebbe su di lui la sua voce, l'alcol faceva parte dell'equazione e forse era questa la spinta che gli serviva. Ma ricordò le sue labbra e il loro sapore, i giochi di ombre sulla sua pelle al chiarore della luna e quanto il corpo di lei fosse sensibile ad ogni suo tocco e liscio tra le sue mani. I gemiti di piacere leggeri come respiri per impedire che venissero uditi, lì in un angolo del giardino, a scoprirsi nel buio della notte, non il migliore dei posti ma in quel momento sembrava non importare, ciò che entrambi desideravano era esattamente lì, a un passo dal piacere assoluto, e Loki si lasciò trasportare per la prima volta da mani sconosciute che lo avvolgevano perfette, che scoprivano il suo corpo come nessuno aveva mai fatto mentre un paio di labbra rosee incontravano le sue non più timide. Qualsiasi pensiero svanì nel momento esatto in cui le sue gambe gli avvolsero la vita, quando la sollevò contro il muro freddo alle sue spalle ed entrò in lei. La tenne stretta tra le braccia quando la sentì tendersi e si fermò studiando il suo respiro irregolare per un breve attimo prima di accarezzare le sue forme con delicatezza da sotto le vesti fine. Poi la vide sorridere, un sorriso ferale, mentre posava la fronte contro la sua e scavava la pelle della nuca aggrappandosi con ogni fibra a quel piacere, pregandolo di non fermarsi. Loki ubbidì e strizzò gli occhi come riflesso alle sue unghie che graffiavano la sua carne, poi sentì il bisogno di gemere forte ma lei lo baciò intimandogli il silenzio e guidandolo nelle spinte sempre più irregolari, sempre più forti. E desiderò che non finisse mai, ma poi lei lo morse soffocando il suo orgasmo contro la sua spalla, un grido dolce e acuto che solo a lui fu concesso di assistere, un corpo teso e bagnato quanto il suo, e gli parve così sporco e intimo da non riuscire a fermarsi, fece scivolare una mano sul suo seno uscedo da lei quando si sentì al limite, fu tentato di voltarla e prenderla nuovamente ma abbandonò quel pensiero quando le mani di lei si chiusero attorno alla sua erezione prendendo a massaggiarlo su e giu con movimenti sicuri nel momento in cui i suoi piedi toccarono terra. Venne con forza, scosso da tremori e un piacere così intenso da volerne ancora e ancora. Lei lo baciò con impeto togliendogli il fiato, accompagnado il suo orgasmo, le mani di lui tra i suoi capelli.

Non ricordò di essersi mai sentito così bene.
Era quanto di più vicino ad un ricordo felice.
Ci furono molte altre sere come quella, fu inevitabile, naturale, semplice. Aiutava il suo cervello a spegnersi per un pò, ed andava bene così, non erano fatti per i legami ma allietarsi in quel modo era un bel passatempo.

Quando Sigyn partì, tempo dopo, entrambi sapevano che non avrebbero dimenticato, entrambi sperarono di rivedersi.
I loro cuori non si spezzarono, ma Loki quel giorno sentì di aver perso un'amica.

Non si concesse altri svaghi del genere, nè accettò di parlarne con Thor quando questo si faceva avanti credendolo soffrire per amore. Stupido, stupido Thor... così lento nel capire... così ingenuo.

Comunque poi ci fu Fandral, appunto. E fu diverso, caotico ed eccezionalmente bravo in quello che faceva, questo doveva riconoscerglielo. Loki si fermava spesso a pensare a cosa sarebbe accaduto se qualcuno avesse saputo, e il solo pensiero era talmente eccitante.
Tornando a quella sera, Loki avrebbe fatto volentieri a meno di vederlo spogliarsi davanti a lui ora che era più consapevole dell'effetto che gli faceva. Si ritrovò più volte a dover distogliere lo sguardo, a costringersi a guardare il pavimento mentre le maglie sudate venivano sostituite da abiti asciutti prima del rientro dagli allenamenti. Gli diede le spalle persino, come se non lo avesse gia visto senza vesti o mezzo nudo, cercando di controllare i propri pensieri. Ma poi gli rivolse la parola e fu costretto a tornare a guardarlo e quei muscoli guizzarono sotto il tessuto della maglia che aveva appena infilato con estrema e avvilente lentezza. Qualcuno di loro si congedò in fretta, Loki si riscosse pregando di apparire sprezzante o annoiato dalla sua presenza gli sorrise mestamente e abbandonando la sua solita calma cercò di fare lo stesso. Si congedò con lo sguardo basso, avvisò Thor che sarebbe passato in biblioteca prima di raggiungerlo per la cena guadagnandosi un "sapientone" borbottato da Hogun alle sue spalle. Poco gli importava cosa pensassero, doveva trascinarsi via da quella assurda piega degli eventi.

Non aveva bisogno di recarsi in biblioteca, ma scegliere una strada diversa e percorrerla da solo sembrava una buona idea per rinsavire.
"Che diavolo sto facendo.." imprecò contro se stesso arrestando il passo spedito quando fu abbastanza lontano. Fece vagare lo sguardo attorno a sè cercando di regolarizzare il respiro "E' assurdo" asserì con uno sbuffò. E mentre cercava di convincersi che fosse solamente tutto nella sua testa, una voce lo raggiunse alle sue spalle.
"Parli da solo?"

Trasalì e non osò voltarsi se non dopo essersi imposto di stare calmo "Che ci fai tu qui?" sperò che non lo tradisse il tono di voce inspiegabilmente troppo acuto. Si schiarì la gola.

"Ho pensato che potevo accompagnarti" spavaldo come sempre, Fandral mosse ancora qualche passo fino ad assergli esattamente di fronte. Forse addirittura compiaciuto nel notare come lo rendesse quasi impacciato.

Ma Loki impiegava poco a riprendere in mano qualsiasi situazione "Tu mi detesti" gli fece notare con tono ovvio.

L'altro sorrise "Oh andiamo, non è vero che ti detesto!" obbiettò, per poi portare le mani avanti a riempire il silenzio che Loki lasciava parlare "Va bene, ascolta, forse non andiamo proprio daccordo, ma pensavo che"

"Fammi un favore." lo interruppe bruscamente "Non pensare."
Poi gli voltò le spalle inconsapevole che era proprio quell'atteggiamento ad attirare la sua attenzione e che non avrebbe aiutato a disfarsi di lui. Infatti Fandral fece scorrere la lingua sulle labbra secche prima di valutare la prossima mossa. Poi gli fu subito dietro.

"Mi stai seguendo" notò Loki contrariato. Eppure tutto ciò gli smuoveva qualcosa nello stomaco.

"Nient'affatto" ribattè restando al passo "Vai nella mia stessa direzione"

Loki preferì non proferire parola, continuò a proseguire per il suo sentiero in silenzio, incuriosito e infastidito da quel comportamento.
"Lo sai, vado ad allenarmi per conto mio giu al fiume di tanto in tanto. C'è un posto davvero perfetto, scommetto che lo conosci, superate le cascate appuntite" cominciò a parlare sapendo di avere la sua attenzione nonostante fingesse di no "Al tramonto sembra il Valhalla"

"Lo so. Ci sono stato" rispose atono.

"Vuoi venire? Domani?"

Loki corrugò la fronte trattenendosi dal fermarsi proprio lì e voltarsi a guardarlo "Perchè?" chiese incredulo.

Alzò le spalle "Potrei insegnarti qualche mossa"

Loki roteò gli occhi "Ci alleniamo gia ogni giorno per lo stesso motivo. Non vedo perchè dovremmo farlo per conto nostro." ribattè sprezzante. E prima che potesse accorgersene si fermò voltandosi all'improvviso e prendendolo in contropiede "E poi perchè io?"

Ma Fandral sembrava sapere quali tasti toccare, così non trattenne un sorriso davanti al suo sguardo confuso "Posso aiutarti a migliorare. Così non dovrei metterti sempre al tappeto sul campo. Non che la cosa mi dispiaccia ma... è evidente che devi lavorare sulla tua forza." poi fece cenno verso qualcosa alla sua sinistra portandolo a spostare lo sguardo "E meno su quelli" continuò indicando la grande finestra della biblioteca poco lontana, alludendo alla gran quantità di libri con cui era solito passare il tempo.

Loki ponderò le sue parole, aveva ragione, aveva ovviamente ragione ma.. "E all'improvviso hai voglia di aiutare, è così?" commentò sarcastico.

"E' quello che ho detto"

"Va a farti fottere" ringhiò Loki senza preavviso, rosso in viso.

Fandral lo lasciò andare, divertito, e non si risparmiò una breve risata "A domani!" gli urlò dietro perchè lo sentisse.

"Scordatelo!"

Non ci volle molto a convincersi di quanto tutta quella storia fosse assurda, e più cercava di capire più credeva di impazzire.
Ma ancora meno ci volle a persuaderlo dal rifiutare, la convinzione di doversi presentare a quell'appuntamento mise radici nella sua testa il giorno dopo nel momento esatto in cui Thor sgattagliolò via dalla sala di lettura in cui erano soliti studiare chiedendogli di coprirlo mentre sarebbe stato fuori con Sif, l'eccitazione nella sua voce lo infastidì a tal punto da sputare il rospo.
"Passerò il pomeriggio con Fandral"
Voleva solo che gli importasse, in un certo modo. Nel modo giusto.
Ma Thor gli sorrise, sorpreso e felice. Un piccolo tic sul volto e gli lanciò un occhiolino.
"Sapevo che sareste andati d'accordo"
Non era così che sarebbe dovuta andare.

Non aveva idea di cosa stesse facendo quando attraversò il bosco quel pomeriggio. Scuoteva la testa di tanto in tanto dandosi del perfetto idiota. Conosceva bene la strada per cui non ci mise molto a raggiungere il posto. Thor lo portava spesso li da bambino, erano soliti rinfrescarsi sulla riva del fiume. Di nuovo scosse la testa, questa volta per scacciare quel pensiero. Per un attimo si aspettò di vederli tutti lì ma come promesso Fandral era solo e per qualche motivo questo lo animò di una piacevole aspettativa facendogli dimenticare tutto il resto. Lo osservò ancora un pò armeggiare con i pugnali chiedendosi se restare fosse una buon idea ma presto si sentì un completo idiota ed evitando altri ripensamenti avanzò nella sua direzione sperando di non apparire così teso.
Rivelata la sua presenza vide Fandral sorridergli compiaciuto "Sei venuto"

Lui scosse le spalle, non curante "Non avevo di meglio da fare" si guardò intorno ricordando ogni dettaglio di quel posto così familiare "Non venivo qui da molto, in realtà" evitò uno sguardo malinconico, poi riportò l'attenzione sul ragazzo che intanto si era fatto più vicino.

"Sei pronto?" gli sorrise nuovamente porgendogli uno dei suoi pugnali. La sua pelle era ricoperta da una leggera patina di sudore, sembrava oro tra i raggi del sole. Era troppo vicino. Loki mosse istintivamente un passo indietro, poi sorrise d'istinto tirando fuori i propri pugnali che rotearono nelle sue mani esperte "Pronto"
Fandral chinò il capo in un leggero inchino, poi pose distanza tra loro ed entrambi si misero in posizione.
Loki notò con piacere che non aveva mentito, corresse le sue mosse più di una volta e per quando lo detestasse dovette ammettere che il suo attacco migliorò. Qualche ora dopo si lasciarono cadere sul suolo morbido, stremati. Fandral si allungò sulla schiena, lo sguardo verso il cielo, Loki si sedette incrociando le gambe e giocherellando con il suo pugnale. Il silenzio non sembrava pesare ed ebbero modo di riprendere fiato. Poco dopo lo vide alzarsi e camminare verso il fiume per rinfrescarsi. Volse la sua attenzione altrove, afferrò bene la lama tra le dita e con un fluido movimento del braccio lanciò facendolo conficcare nella corteccia dell'albero a pochi metri, fece lo stesso con il secondo che centrò esattamente il bersaglio fermandosi accanto all'altro pugnale con un suono secco. Ammirò per un pò il proprio talento, fino a quando Fandral fu di nuovo al suo fianco.

"Sei bravo" si complimentò, sincero.

Loki sorrise tra sè e sè, poi si rimise in piedi tornando a riprendere le proprie armi "Lo so"
Tornò al suo fianco mentre l'altro afferava uno dei suoi pugnali per imitarlo, fece per prendere la mira ma Loki lo interruppe serrandogli una mano intorno al braccio e scuotendo la testa divertito "Non così" mantenne la presa sul suo braccio mentre con l'altra mano gli sfilava l'oggetto dalle mani posizionandogli la lama tra le dita nel modo corretto "Ecco" non prestò attenzione agli occhi dell'altro su di sè mentre gli mostrava il movimento che avrebbe dovuto fare, ma quando lo fece qualcosa lo spinse ad allontanarsi schiarendosi appena la gola, improvvisamente secca. Si penti di averlo fatto quando il calore della vicinanza del suo corpo svanì.

"Prova ora" gli intimò, sforzandosi di non arrossire come una femminuccia e distogliendo lo sguardo.
Fandral sorrise appena memorizzando tutto nei suoi movimenti, e fu proprio questo a distrarlo e a far risultare il suo lancio imperfetto.

Loki serrò le labbra sforzandosi di non ridere davanti al suo sguardo imbronciato "Beh, è evidente che devi lavorare sulla tua forza" lo canzonò usando le stesse parole che si era sentito rivolgere da lui la sera prima. Ma quando si voltò Loki non potè non ridere di gusto portandosi una mano alla bocca, ma senza riuscire più a trattenersi "Scusa!" bascicò quasi piegandosi in due "La tua faccia.." rise ancora.

"Ah, mi trovi divertente?" Fandral incrociò le braccia al petto fingendosi offeso.

Loki scosse la testa vigorosamente mentre le risate scemavano "E' stato ottimo" lo derise cercando di riprendersi "Davvero un bel lancio"

Fandral lasciò andare le braccia lungo i fianchi mentre avanzava verso di lui, ma Loki di riflesso cominciò ad indietreggiare "Vieni qui tu" volle essere minaccioso ma l'impresa non riuscì.

"Altrimenti?" lo sfidò Loki, divertito.
Entrambi si fermarono, immobili a pochi metri eppure pronti a scattare come preda e predatore.
Accadde qualcosa nel suo sguardo in quel momento, divenne più morbido, Loki lo percepì, lo sentì persino dell'aria, sospesa in un attimo che sembrò congelarsi. Il suo respiro cominciò a tornare regolare e quasi gli si incastrò in gola quando Fandral finalmente parlò.

"Altrimenti ti bacio"

Il suo intero corpo fu attraversato da un brivido che sembrò togliergli le forze, Loki si ritrovò spiazzato e senza alcuna difesa. Schiuse le labbra in procinto di dire qualcosa ma l'attimo dopo il suo cervello smise di pensare e lo stesso doveva aver fatto Fandral visto come diminuiva la distanza tra loro con pochi passi sicuri fino a fermarsi proprio a un palmo dal suo viso.
Ogni fibra del suo corpo non volle respingerlo, le gambe non si mossero, le braccia non lo allontanarono, non fece nulla, Loki, solo aspettò. Forse aveva immaginato ogni cosa, forse poteva essere un sogno, uno strano assurdo sogno.
Ma le sue mani sul suo viso erano reali, così come il suo respiro corto contro la sue labbra, così come la sua bocca che lo catturava in un bacio.
Entrambi trattenero il respiro, come ad aspettarsi che qualsiasi movimento avrebbe potuto spezzare quel momento.
Di nuovo Fandral indugiò piano su quelle labbra incredibilmente morbide, una, due, tre volte, assaporandole fino a che Loki, stordito, glielo concesse. Accarezzò il suo viso facendosi più audace, modellando il proprio corpo contro il suo. Poi sentì un paio di mani stringergli le braccia ma al contrario di quanto pensasse la stretta aumentò fino a scansarlo bruscamente. L'attimo dopo la lama di un pugnale puntava direttamente alla sua gola.
Alzò le mani in riflesso. Lo sguardo di Loki incredulo nel suo.

"Che cosa hai fatto?" 

La presa sul pugnale era incerta quanto la sua voce, un flebile sussurro, tremava appena, non voleva credere a cosa aveva permesso che accadesse.
Fandral fece leva sulla sua insicurezza e disarmarlo non fu affatto difficile, i pensieri di Loki vagavano veloci, era incapace di controllarli. E prima che avesse il tempo di reagire vide il pugnale cadere a terra con un tonfo silenzioso nell'erba, poi di nuovo una mano che lo attirava a sè stringendolo per la nuca mentre veniva spinto ad indietreggiare fino a quando la schiena non incontrò la superficie dura di un albero alle sue spalle. I respiri irregolari si mischiarono, eccitazione, lotta, esitazione, ma solo per un secondo, poi quella bocca fu di nuovo sulla sua.
La resistenza iniziale cominciò a svanire, Loki si sentì mancare di ogni forza davanti a quella richiesta di avere di più, saggiò quel corpo con i palmi aperti sentendone la forza con cui lo sovrastava mentre Fandral lo teneva stretto a sè temendo una seconda fuga. Schiuse le labbra dandogli maggiore accesso, perchè sentì di non poter fare altrimenti, sentiva il fuoco scorrere tra loro e prese ad ansimare quasi senza fiato quando la sua lingua trovò quella dell'altro.
Si separarono con uno schiocco bagnato solo poco dopo, bisognosi d'aria.
Loki si accorse di star stringendo la sua maglia tra le dita in modo che non si scostasse, allentò piano la presa, poi tornò sui suoi occhi. Fandral lo guardò in attesa, riprendendo fiato. Ancora una volta, pensò che fosse troppo vicino.
Si sentì sporco, per qualche motivo, si rifiutò di pensare con lucidità e non si concesse di godere oltre di quel momento.

"Lasciami andare" un lamento, flebile, le guance in fiamme mentre evitava il suo sguardo. Fandral accontentò la sua richiesta con riluttanza. E forse solo in quel momento Loki si rese conto di aver aperto bocca per davvero.
L'ultima cosa che Fandral avrebbe ricordato di quel giorno sarebbe stato il dolore improvviso di un colpo ben assestato allo stomaco che lo allontanò definitivamente da lui. Prima di vederlo allontanarsi velocemente.




  
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