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Autore: vilbalum    23/06/2020    2 recensioni
Si guardarono. "Certo che sei davvero testarda. Potresti trovarmi sulla luna, per come stanno ora le cose."
"Allora ci vedremo dall'altra parte della luna."
Un'ultima risata accennata, mentre le ultime stelle della nottata stentavano a cadere.
"Ci vedremo lì".
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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Consiglio d'autore: la storia nasce da un trip mentale durante l'ascolto dei Pink Floyd. Aprite spotify, mettete l'album che più vi aggrada e godetevi il viaggio con me.

L’altro giorno girovagavo per le vie di Konoha assorta tra  i più disparati pensieri, quando per caso mi imbattei in casa Uchiha. Erano tutti in missione, per cui mi venne la bella idea di spiare un po’ nei fatti della famiglia, e indovinate un po’? Nella camera dei due coniugi non trovai altro che le pergamene di Sakura, in cui la ragazza era solita trascrivere i momenti più importanti della vita. Così, da gran spiona che sono, ho deciso di trascrivere per voi un momento un po’ curioso, un po’ particolare della coppia. In fondo ce lo possiamo concedere: dopo la guerra nessuno ha dato più notizie di sé! Ma badate a eliminare tutte le tracce, sia mai che Sakura lo venga a sapere.  
 
Solo vuoto in quella sera travagliata. I bambini scapestrati rincasavano ormai stanchi.
Qualche calcinaccio, qua e là, mentre il gelo pungente dell’autunno filtrava attraverso la sottile divisa scarlatta.
“Sakura, senti –“ “me lo devi. E’ il minimo.” Sasuke si voltò attonito verso  la ragazza, irremovibile come non mai. Era stato appena dimesso, proprio il giorno del capodanno tradizionale, e adesso Sakura pretendeva di venire con lui, benché non conoscesse minimamente la sua direzione. Sospirò affranto, voltandosi verso le prime fiaccole accese della serata. Quello sarebbe stato un inverno caldo, e il fervore della pace aveva riacceso gli animi di tutti i cittadini: sarebbe stata una festa incredibilmente viva. E Sakura? Lasciava gli amici, la gioia del momento per seguirlo. E stavolta, dopo tutto quello che aveva procurato nella Grande Guerra, dopo le sue parole, dopo averla pugnalata con la sua illusione, glielo doveva: non era nella posizione di controbattere. Che patetica scocciatura.
“Non so davvero cosa ti aspetti da me, faresti meglio a tornare dagli altri. Qualunque cosa tu voglia ricavare da questa serata, sarà una delusione.”  Detto questo si voltò, senza curarsi dell’eventuale risposta della giovane che però, contro ogni aspettativa, rimase in silenzio. Prese a correre verso la meta stabilita, avendo cura che la velocità non fosse tale da lasciarla indietro.
Sakura lo seguì, e per tutto il viaggio si limitò a osservare la strada dinanzi a sé, lasciando che la luce ammorbidisse i tratti del giovane, mentre i suoi capelli, già incredibilmente scuri di natura, sotto la luce lunare diventavano più bui della notte. Tra Naruto  e Hinata, Ino e Sai, Choji e quella stramba ragazza del villaggio della Nuvola, non si era mai sentita così fuori luogo e sola. Se l’era svignata con una blanda scusa mentre Naruto, intuite le intenzioni della ragazza, le aveva rivolto un preoccupato cenno di assenso. Anni addietro sarebbe stata al settimo cielo ma ora, col cuore indurito dagli anni e dalle costrizioni, non viaggiava più sulle nuvole. Le sarebbe bastato qualche momento in privato con il ragazzo per dire a se stessa se ne sarebbe ancora valso la pena, era stanca negli occhi, nella mente e nel corpo tutto. Avrebbe voluto dormire per cinque anni di fila, ma non le era concesso.
Non seppero bene quanto fosse passato, o quanto avessero corso. Sasuke si voltò, leggermente interdetto da quel silenzio così denso. “Dovrei andare al mare, che ti piaccia o no. Sei ancora in tempo per tornare indietro dagli altri”. “No, mi va bene. Ma … Come mai proprio al mare? E’ invern-“ “Non sono affari che ti riguardano.”
Il viaggio durò ancora per poco, in fondo il villaggio della Foglia aveva sempre goduto di ottime connessioni sia con il mare, sia con i vari villaggi. Non era difficile avervi accesso d’estate e concedersi un bel bagno,  se solo la richiesta di missioni non fosse così numerosa tutto l’anno.  Superarono l’ultima zona e finalmente arrivarono alla scogliera, un cunicolo di rocce e sabbia che si univano e dividevano, in un abbraccio pronto a districarsi solo una volta arrivati sul bagnasciuga. L’aria marina era gelida in quel periodo dell’anno, ma dopo tante missioni invernali e una sola uniforme d’obbligo ci si faceva il callo. Sasuke si guardò intorno, come a cercare disperatamente qualcosa, e non trovandola, sul suo volto si dipinse un’espressione di rabbia e dolore. “No! Diamine, questa non ci voleva. Spero solo che..” Sakura gettò uno sguardo intorno, anch’ella scossa. Con la Grande Guerra il paesaggio era stato totalmente stravolto ed era difficile persino riconoscere la spiaggia in cui aveva passato gran parte della sua infanzia. In quelle situazioni sarebbe stato quasi impossibile orientarsi, ma in fondo Sakura aveva sempre goduto di un ottimo senso dell’orientamento. “Seguimi.”
Una piccola spiaggetta, una mezzaluna contornata da alte rocce che la metteva a riparo dagli occhi indiscreti. “Non ci posso credere. Era proprio qui che volevo arrivare.” “Lo so!” La ragazza sorrise allegramente, mentre Sasuke la guardava esterrefatto. “Come hai fatto a capire dove ero diretto?” “Forse non lo ricorderai, ma in una delle nostre prime missioni dovemmo imboccare questo tratto di scogliera. Ad ora di pranzo sparisti, non immagini che spavento! Alla fine ti trovammo qui tutto assorto nei tuoi pensieri. Allora ridemmo tutti ma capii subito questo doveva essere un posto a te speciale.” Sasuke sorrise appena, uno dei suoi soliti ghigni accennati, poi guardò davanti a sé. “Certo che per essere una ragazza così fastidiosa presti davvero molta attenzione ai dettagli” “Già, sarà così”.
Si sedettero sulla sabbia, godendo il tatto ruvido della polvere sotto le dita.
“Senti, Sakura, ricordi qualche mese fa? Prima di andare nella valle dell’epilogo, intendo prima di …”
“Di pugnalarmi, ricordo bene.”
“Ecco, si. Dissi che non capivo cosa ci trovassi in me. Sakura, sono dello stesso parere. Te lo dirò con le buone,senza troppi giri di parole. Non so cosa tu ti aspetti da me ma non ho la minima intenzione di immischiarmi in relazioni sentimentali e in me non troveresti ciò che cerchi. Te lo dico da amico. Eliminami dalla tua vita. Hai passato la mia vita a cercarmi, a piangere per me e per tutta risposta non ho fatto altro che causarti altro dolore. Cancella questo sentimento per il tuo bene.”
“Idiota!” Volò un ceffone sul viso del ragazzo, visibilmente sbigottito. “Pensi che ti abbia cercato tutti questi anni, che abbia pianto, che mi sia allenata duramente, solo perché “mi piaci?”. Ti voglio bene, Sasuke, davvero tanto.  Tu e Naruto siete i fratelli che non ho mai avuto e sono pronta a mettere a repentaglio la mia vita pur di starvi accanto. Sei affascinante, e i miei sentimenti per te sono indiscutibili, ma non pensare che tutto ciò parta dalla stupida cotta che ebbi per te a dodici anni. Sarai anche di bella presenza ma non sei il primo ragazzo su questa terra.”
Tali parole furono gettate fuori tutt’ad un fiato, dopodiché la ragazza si fermò ansimando, i pugni stretti da una rabbia celata.
Il cielo iniziò a piangere bagliori, ed entrambi si fermarono a contemplare. È vero, quella era la notte della caduta delle meteore. Bastò quello sguardo a rasserenare il loro animo, e forse per la prima volta, si scambiarono un sorriso sincero.
"certo che sei davvero testarda."
"non ti libererai di me così facilmente, preparati"
Una folata di vento portò con sé l'odore del mare. Sasuke chiuse gli occhi.
"Sai perché sono così affezionato a questo posto? Ero solito venirci da bambino."
"Davvero? Era anche il mio posto preferito. Non ci crederai, ma proprio qui avevo costruito la mia fortezza. Creavo delle recinzioni, scavavo persino un fossato. Ma ogni volta che tornavo vedevo con mio grande disappunto che le onde avevano portato via tutto."
"allora eri tu a mettere totalmente in scompiglio questo posto?"
"dici che potremmo già esserci incontrati in passato?"
"chi lo sa."
 
Continuarono a parlare del più e del meno, come buoni amici. Sarà per il senso di colpa, o sarà per voglia di parlare con un vecchio amico prima di un lungo viaggio. A volte è bene che nel cuor del lettore venga spontanea la risposta, quale più aggrada. Parlarono degli uomini passati, e di quelli futuri, del cielo, dei viaggi e delle terre sconosciute al di là del mare. Finalmente, si sentirono i rintocchi della mezzanotte.
Uno, due, tre.
"Giusto, i 108 rintocchi."
"I rintocchi della purificazione. È già arrivato il nuovo anno, Sasuke."
"pare proprio di sì."
Le stelle continuarono a cadere, fitte, come in un dipinto. Il ragazzo appoggiò la testa sul grembo di Sakura, in un'atmosfera quasi mistica.
La ragazza capì subito che quel gesto, interpretabile da chiunque come un comune segno di affetto tra amici, per Sasuke significava molto. Non di certo amore, o perlomeno, non ancora, ma il segno di una buona intesa. Passarono alcuni minuti di pace.
 
"Quindi ora partirai?"
"Si, domani. Sarà un viaggio di purificazione, in modo che questi rintocchi abbiano davvero significato."
"Sasuke, potresti portarmi con te?"
Gettò fuori quella domanda dal nulla, e se ne pentì subito dopo.
"No, devo andare da solo, ho troppe colpe da espiare. Sarà per la prossima volta."
"Allora ti aspetterò"
Si guardarono. "Certo che sei davvero testarda. Potresti trovarmi sulla luna, per come stanno ora le cose."
"Allora ci vedremo dall'altra parte della luna."
Un'ultima risata accennata, mentre le ultime stelle della nottata stentavano a cadere.
"Ci vedremo lì".
Passarono ancora alcuni minuti, mentre dalla città andavano aumentando gli schiamazzi della gente accaldata. Chissà com'era caotico laggiù. Sasuke si girò verso la ragazza, crollata in un sonno stremato. Non c'era da sorprendersi, dato il terribile carico di lavoro del dopoguerra. Aveva strafatto, come sempre. La prese a cavalluccio, trovando curioso il fatto che fosse lui in quella situazione stavolta, e la riportò al villaggio, avendo cura di non svegliarla.
Quando Sakura si svegliò, le prime luci dell'alba aleggiavano nell'aria densa di Konoha, ma di Sasuke non c'era traccia. Per un momento pensò che fosse stato tutto frutto di un sogno, ma i vestiti scomodamente impregnati di sabbia rivelarono il contrario. Sapeva che non avrebbe più avuto notizie di lui per tanto tempo, ma poco importava. Lo avrebbe aspettato ancora, era una promessa.
 
 
La pergamena riportò altro, i prossimi incontri, e lo sboccio dell'amore con dettagli che farebbero invidia alle opere del maestro Jiraiya. Ma, miei intrepidi lettori, ho preferito riportare solo l'inizio, il sugo di tutta la storia. Se vi è piaciuta tanto quanto è piaciuta a me leggerla, mi fa molto piacere, in caso contrario vogliate comunque bene a Sakura che l’ha scritta, e anche un po’ a me che l’ho rubata. Se proprio volete saperne altro vi consiglio di fare una visitina alla centrale in piena notte, vi ho lasciato la pergamena nella prima stanza a destra. Ma attenzione! Tsunade è ancora in giro e i suoi pugni, anche se non è più hokage, fanno ancora male. Parola di ninja!

NOTE D'AUTORE
Salve! Ecco, non scrivo da tanti anni e finalmente ho ripreso con una storia che mi ronzava in testa da parecchio tempo. Ho perso la mano, non me ne vogliate: i consigli sono ben accetti! Ho cercato di seguire quanto più possibile il carattere originario dei personaggi in quanto ritengo Sasuke uno dei personaggi più stravolti dal fandom. La coppia sasu saku mi ha sempre incuriosito e vederli sposati da un momento all'altro, senza nemmeno un piccolo inermezzo, mi ha lasciato interdetta! Sono curiosa di sapere cosa ne pensiate, critiche costruttive incluse.

 
   
 
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