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Autore: raven rachel roth    24/06/2020    2 recensioni
Stanchi delle solite fanfiction? Stanchi di leggere sempre le solite cose? Stanchi di andare in libreria e trovare l'ultimo stereotipo di qualche scrittrice emergente che voleva solo sfogare le proprie fantasie... personali?
Bene allora girate i tacchi perché questa "lacrima" le racchiude tutte! Sono eccentriche, inverosimili, stereotipate e possibili cause di infarti a professori di italiano e inglese... loro sono le "Strappastorie" e vi faranno venir voglia di ripetere le elementari!
-Raven_Rachel_Roth
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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UNA LACRIMA STRAPPASTORIE



II LACRIMA


 

“Era una mattina fredda di dicembre. La luce tiepidamente filtrava dalle tapparelle di una persiana logora, incorniciata da veli di tenda sgualciti e scoloriti. Un odore di vecchio mi risvegliò dal sogno meraviglioso che mi aveva illusa ad una soglia di vita migliore. Scostai il piumone consumato ma confortevole dalle gambe, che come avendo vita propria, apprezzarono poco quel gesto, rabbrividendo. Mi tirai su, toccando con la punta di un piede la moquette umida per non ricordo quale motivo. Pensai che un’altra giornata di delusioni sarebbe incominciata, intenzionata a schiaffarmi in faccia quanto inutile fosse la mia condizione. La voce sottile e acuta di mia madre riportò la mia attenzione al presente. Dovevo scendere per la colazione. Dovevo sbrigarmi per non perdere l’autobus. Risposi mugugnando un “arrivo”, poi a fatica trascinai il mio corpo in bagno, percorrendo come una salita di azioni che partiva dal gabinetto al lavandino. Mi guardai allo specchio per lavare i denti. Mi vidi vecchia. Il volto pallido e rigato da solchi segnati da sguardi a tarda notte, le labbra spellate dal nervosismo. Cunette rosse spuntavano sulla fronte, vulcani in eruzione. Era arrivata la pubertà…”

HOPE: …La pube-cosa? Ma chi diavolo scrive questa roba? Regista!

REGISTA: Eh Hope…che succede stavolta?

HOPE: Che succede? Succede che qualcuno qui vuole sabotare la mia carriera di stella nascente del…

REGISTA: …porno?

HOPE: Cinema! E vorrei vedere! Non hai saputo che la mia ficscion, dopo la pubblicazione su EffePì, ha avuto un record di richieste di continuazione?

REGISTA: Hope si chiama “EFP”, e comunque abbiamo avuto due recensioni, non gasarti troppo. Inoltre non mi pare che tu abbia composto qualcosa per la fiction.

HOPE: Ecco perché non mi ha recenZito nessuno. Con le robe che mi propongono di interpretare…

REGISTA: Hope guarda che puoi pure andartene se non ti va, noi abbiamo molte altre attrici intenzionate alla parte e con molte più capacità attoriali.

HOPE: PFUI! Non riuscireste mai a trovarne una come me. Comunque, il nuovo copione è pessimo!

REGISTA: Perché? Che ha che non va? A me sembra molto interessante… pieno di descrizioni e di trasporto poetico…

HOPE: “Trasporto patetico” vorrai dire!

REGISTA: Hope, mi meraviglio… tu conosci l’aggettivo “patetico”?

HOPE: Ma no, me l’ha solo suggerito il paroliere… io di “etico” conosco solo il cibo, dietetico!

REGISTA: Vabé, senti, vediamo di sbrigarci a girare che si è fatta una certa ed io avrei da fare…

HOPE: Tipo piangere nel tuo monolocale sui cartoni di pizza perché nessuno guarda più le tue ficscion?

REGISTA: Precisamente. (E comunque c’è anche un divano, quindi…!)

HOPE: Bene, allora iniziamo. Cosa devo impersonare oggi? Dal copione non si capiva niente…

REGISTA: Dunque, oggi l’episodio sarà incentrato su una particolare categoria di teen-fiction, quella in cui la protagonista è un personaggio molto irruente e trasgressivo che odia il protagonista. Ne nascerà una storia d’amore originale per la rivalità e per la dualit-

HOPE: E perché non lo hai detto prima? E che problema c’è? Suvvia, lascia fare a me e butta quel foglietto pieno di paroloni. Fonico, truccatrice, motori, azione!

REGISTA: Hope non funziona proprio così… santo cielo, è partita! Vabé. Voglio un primo piano su Hope e delle luci ombrose! Maria abbonda con quel trucco, deve sembrare una di quelle emo col mare dentro del duemilaotto! Gianni, la parrucca la voglio rasata da un lato! Attenti con quelle tende, attenti dannazione! I poster! Dove sono finiti i miei poster?! Voglio poster ovunque, poster e borchie! Su che qua facciamo notte! (Caos di macchinisti, truccatori, costumisti, fotografi e aiuto-regia.) Bene così, via con la prima! Silenzio in studio e…

AZIONE!

GIANGIUSEPPE, AIUTO-REGIA, LAUREATO IN GIURISPRUDENZA E SCIENZE POLITICHE, TRENT’ANNI, SINGLE PER SCELTA, VIVE ANCORA CON I SUOI GENITORI, PORTATORE DI CAPPUCCINI AL REGISTA, MALPAGATO: Ciack, Prima!

(L’autrice è ancora povera. La musica immaginatevela.)
 

TITOLO ASSOLUTAMENTE ORIGINALE:

INNAMORATA DI UN BED BOI

INCIPIT CHE DI SOLITO VIENE SPACCIATO COME TRAMA: Hope e Camerone erano migliori amici all’asilo nido. Lei arrivava sempre sorridente in braccio a papà, con i riccioli biondi legati in due nastri dai colori diversi. Lui correva a salutarla e le prestava sempre il suo ciuccio, poi andavano a giocare insieme nella casetta di plastica, visto che Hope arrivava sempre tardi e la piscina di palline era sempre occupata. Camerone con lei si sentiva invincibile, avrebbe potuto fare di tutto per quella poppante di quattro anni. Hope con lui si sentiva al sicuro, pensava che quel moccioso di quattro anni l’avrebbe sempre protetta da tutto, ignara che i call center sono capaci di chiamarti pure nel bel mezzo della notte, se sei sola. Ma un giorno qualcosa cambiò…

Mi sveglio dopo una lunga notte passata a struggermi. Un’altra mattina triste, grigia, deprimente, fredda, angosciante, di merda è iniziata.

(GIANGIUSEPPE, AIUTO-REGIA, ANCORA SINGLE, ISCRITTO SU LOVOO, LO TROVATE COME “panterinosecsi87”: Che delicatezza…

REGISTA: Le parolacce fan più adolescente. Le autrici credono che nella vita reali si parli così.)

Stanotte ho fatto un sogno strano che non so per quale motivo ora mi metterò a raccontare, giusto perché quando mi metto a narrare non perdo tempo prezioso che potrei utilizzare facendo altro tipo riprendermi la vita in mano. No. Quando parlo il tempo si ferma. Dicevo, stanotte ho fatto un sogno strano. Ero una ricca, meravigliosa, stupenda, fantasmagorica, perfetta, sexy, fashion…

(REGISTA: Hope!)

… ragazza di una città famosa, e conoscevo un ragazzo molto molto carino e molto molto interessante. Cosa alquanto improbabile vista la tristezza della mia vita. Non so per quale motivo ma mi sento in dovere di spararmi un pippone drammaturgicosull’argomento.
Sono Hope Destiny Criystal EvanSorr’t e ho sedici anni (chissà perché?). I miei occhi sono blu-cobalto-pisciodiunicornocinese, le mie labbra sono a kuorizino, i capelli sono biondi e mossi.

Ho colorato le punte di fucsia e di verde perché fa rok. Io amo il rok, anche se l’unica canzone che abbia mai ascoltato vagamente eccitante e musicalmente aggressiva quanto una coca sgasata fuori dal frigo da due ore è stata “Stori of my Laif” degli One Direshion.

Peso quanto metà coscia di Naomi Watson, sono alta il solito metro e settanta e ho un culo stranamente palestrato.
Mi preparo. Non mi lavo perché sono la protagonista di una fanficscion e mi vesto in un secondo. Di prima mattina. In un secondo. È risaputo che nelle fiction il tempo scorra in modo diverso… come un bisogno dell’autrice di rendere meno salienti le parti non interessanti… insomma… a cazzo di cane.

Come dicevo, bisogna spendere bene il tempo per descrivere le parti veramente interessanti. Ad esempio, come sono vestita. Niente paura, perderò ben cinque minuti e duecento parole per descrivervi il mio “luc”. So che tremate dalla voglia di scoprirlo.
 Metto una maglietta nera con dei quattro disegnini. Si usano un sacco in questo periodo e la scritta “QUEEN” mi rappresenta proprio. Siccome sono una fotomodella ma mi sento orrenda e mi taglio, (sicuramente la mia autrice è a conoscenza delle problematiche psicologiche che ciò implica e non lo scrive solo perché fa figo), metto un maglione nero per nascondere le mie profonde cicatrici da passato difficile misto “mamma i volevo Cicciobello, mica Barbie Fashionista dell’anno scorso!”. Sotto ho un paio di “ginz” con gli strappi e, per finire, il tocco di originalità: anfibi!

Insomma, il risultato finale dovete immaginarlo come un connubio tra Morticia Addams dei poveri e un telecomando. Infondo lo sanno tutti che gli amanti del “rok” conoscono solo il colore nero. Ovviamente mi trucco, perché anche se sono l’asociale di turno non posso avere le borse sotto gli occhi. Applico un ai-liner nero, un ombretto scuro e il rossetto nero. Di orecchini ne metto tantissimi e a croce. Finti e a clip come i “pirsing” … avevo paura della pistoletta … comunque sono molto trasgressiva. Amo le corse in moto e i motori truccati, anche se l’unica moto che ho visto in vita mia è quella della Wii quando gioco a Mario Kart.

Sono anche un tipo molto maschiaccio e sportivo.

Il calcio? No, che noia. Basket? Cos’è, si mangia? La palestra? Ma volete scherzare? Okay che essendo in una fan fiction ho il fisico di una modella, ma piano con le parole! Pfff, la palestra… figurati se io mi muovo dal mio divano.
Prendo la cartella e scendo a fare colazione. Lo so, non vi ho descritto l’ambientazione ma…a che serve? Siete qui per leggere quando si copula, quindi! Comunque sono ricchissima, la mia casa è una villa di Maiemi con piscina interna e mamma e papà passano le giornate a giocare a mini golf.

Per legge del contrappasso, io sono una bed gherl. Una tipa tosta.

-“Buon giorno Hope.”-

Che palle.

Cioè, sono le 7:30 (scritto rigorosamente a numero) del mattino e già mi rompono le balle. Però io sono la Kesha Drocata della situazione, non dico “balle”, devo essere più volgare.

Che rompico*BAMBINIVIADIQUA*.

-“Che palle, non vi sopporto più! Non ce la faccio a vivere con voi, mi stressate!”-

(GIANGIUSEPPE, AIUTO-REGIA, ANCORA SINGLE, PER INFO TELEFONATE AL 347 *** ****:  Ma sua madre l’ha solo salutata…

REGISTA: Ecco perché sei soltanto un umile aiuto-regista. Cosa puoi saperne tu di fan-fiction?! Lei è un’adolescente, non si fa mettere i piedi in testa da nessuno…è ovvio no?!)

Quella stro*BAMBINITORNATEAGIOCARE* di mia madre non fa che darmi fastidio. Cos’è, sono troppo poco per lei? Eh? Non mi capisce nessuno! Sono sola al mondo.

Basta, ho preso una decisione importante.

-“Me ne vado di casa!”- grido.

Mia madre mi guarda come Amadeus guardò l’uscita di scena di Bugo, mio padre come Morgan.

-“Finalm… ehm… tesoro, suvvia… non ti sembra un po’ tard- presto?! Hai solo diciasette anni, e anche se la tua trasferta ci farebbe molto comodo perché tutta la casa è appestata dal tuo odore di topo di fogna visto che non ti lavi mai e usi sempre le stesse scarpe, noi non potremmo mai permettertelo!”-

-“Sono stanca di essere trattata come una bambina! Ho bisogno di vivere la mia vita!”-

-“Sì, quando poi finirai i soldi, vedrai come tornerai, bella di papà… Ma tesoro, se te ne vai adesso la trama di questa fanfiction sarà vanificata! Pensaci su…”-

-“Eh va bene, rimandiamo questa discussione dopo che avrò conosciuto il mio bed boi e questa storia dovrà prendere una piega smielata per le lettrici che vorranno un minimo di intimità!”- urlo uscendo fuori di casa e sbattendo la porta.

Devo farmi valere in qualche modo.

Vado a scuola. Stavolta con lo scheitbord che si è magicamente palesato accanto a me, visto che nella parte precedente non ce n’era traccia. Non ho mai fatto scheit, ma insomma, io sono  Hope Destiny Criystal EvanSorr’t, la bed gherl delle bed gherl, la Vittorio sgarbi versione femminile, la Ke$ha delle teenager che sognano l’ammorre ma vogliono anche l’emancipazione femminile quando qualcuno vuole imporsi su di loro… Insomma, se qualcuno vuole imporsi su di me, prima rispondo a tono, poi ci faccio una fuga d’amore lunga sette capitoli, quindi adesso farò scheit che neanche alle Olimpiadi s’era mai vista una cosa del genere, oh!

Arrivo a scuola.
Non starò a spiegare la strada fatta, insomma, è risaputo che nelle fanficscion ambientate a Maiemi le strade sono lunghe 300 (ricordiamoci la legge fisica quantistica delle fiction per la quale i numeri si scrivono a cifre e non per esteso) metri e unidirezionali. La mia scuola è come tutte quelle scuole dei college americani. Ma mica quelle reali, con gli armadietti arrugginiti ai bordi, le classi affollate, i ragazzi vestiti con le infradito e i professori che spiegano come i normali professori dovrebbero fare…no! La mia scuola ovviamente dovete immaginarla come un college di High School Musical misto Mean Girls.

Non ve la descrivo, sapete il motivo, e poi, chi non ha mai visto Mean Girls? Cioè.

Appena arrivata a scuola, mi vengono incontro i miei due migliori amici. Ho una migliore amica ma anche un migliore amico maschio perché sono anticonformista. Anche se tecnicamente mi sarò trasferita in questa “nuova ed originale” città circa un capitolo ed un avviso, che funge da PROGOLO (sempre studiata), fa.

La mia bffffffffff si chiama…

(un momento, cerco una fanfiction a caso e ve lo dico… trovato!)

… Cheit. Ha la mia età ma il colore di capelli opposto così ci completiamo. Siccome io sono bionda, lei è bruna e ovviamente un po’ più bruttina di me, anche se dirò che è bellixxima perché beh, è la mia bffffffffffffffffff.
Cheit è la mia migliore amica e per la legge numero 3, articolo 27 della Costituzione Fanfictiana, è anche lei vestita da truxa anni 2000, legghins rosa, gonna a strisce bianco-nere, scarpe da ginnastica fosforescenti, (ricordiamoci quanto i vestiti contino più dei tratti somatici), un vocabolario che oscilla fra il “fot*biiiip*i” e il “fan*bi-biiiiip *o”, accompagnato da un’alzata di dito medio pronto a scattare alla vista di una qualsiasi Regina George bionda in tacco rosa 32 che la bullizza ad ogni angolo scuola.

(GIANGIUSEPPE, AIUTO-REGIA, CAMICIA STROPICCIATA, BELLO DENTRO, ANIMALE DA FESTA, SOGNO EROTICO DI OGNI UTERO-MUNITA ASSICURATO: ma non staremo stereotipando troppo la storia?

REGISTA: Storia? Quale storia! Questo è il mio capolavoro! Io sono la regista e IO SO DI COSA PARLO! Si strapperanno i peli pubici, credimi. Tu torna a fare caffè!)

Il mio altro bff si chiama...

(non sto assolutamente prendendo una fanfiction a caso e copiando il nome)

...Tailer, ha i capelli ricci e si veste come mio nonno. Lui è il cliché di quello sfigato della storia, odiato da tutti tranne me, che in quanto eroina della storia, lo tollero.

-“Hey Hope, come butta ragazza mia?”-

(Dio, ma chi è che parla così?!)

-“Ciao Taily, ciao Cheity”- saluto senza rispondere alla domanda come logicamente si dovrebbe fare. Sarò anche una bed gherl immotivata ma sono pur sempre Hope!

-“Tutto bene…oddio guarda chi arriva!”- dice la mia bffffff con disgusto indicando alle mie spalle.

(Ah queste conversazioni fra personaggi… così ricche di informazioni…)

Mi giro e come una rivisitazione in salsa barbecue croata, composta al 10% di pomodoro e al 90% da zolfo, mi appaiono davanti tre personaggi assolutamente inutili per la fanficscion ma necessari per il drama.

Ciarlott Piters. Col suo metro e cento, ovviamente bionda, labbra rifatte, fisico da manichino di Tezenis, unghie da distanziamento sociale, capocerlider della scuola, mi si pianta davanti.

-“Ciao…scusa, potresti spostarti?”-

-“Spostati tu, stronza!”-

Ora gliela faccio vedere io a questa Barby rifatta!

(Ma povera…lasciala in pace!)

-“Vai così Hope!”- tifa Cheit.

-“Scusa ma stai bloccando il corridoio… ho lezione di economia fra due minuti e…”-

-“Ti credi tanto figa e forte, ma senza tacchi cosa sei?”- la sfido -“Le cose in questa scuola stanno per cambiare! Nessuno avrà più paura di te!”-

La tizia mi guarda contrariata ma non ci casco.

-“Tu hai problemi…”-

-“Come chiunque non sia al tuo livello, giusto? “Io sono Ciarlott Piters e voi non siete un ca*bibibippp*o!” no?”- la imito.

Tutti gli studenti nel corridoio ridono.
La tizia si guarda attorno imbarazzata.

-“Io non ho mai detto quest-“-

-“Sì come no… ma non farmi ridere. Ora non ho tempo da perdere dietro alle oche, quindi levati dai piedi e smettila di dare fastidio agli studenti!”-

Ciarlott scoppia a piangere e gli altri presenti le lanciano occhiatacce scuotendo la testa. Se ne va accompagnata dalle due comparse che le fanno a spalla e cercano di consolarla.

-“Sì, brava! Scappa!”-

-“Ma non le hai detto tu di andarsene?”-

-“Senti Coso, segui il copione e non osare mettere in dubbio il mio talento.”-

Le lezioni passano in fretta. Nel senso che due macchinisti spostano la scenografia avanti e indietro, a caso.
Insomma, lo sapete, nelle fanfiction a scuola si va per rimorchiare, per fare le “cosuccie” nei bagni e per incontrare i bed boi, altrimenti a che servirebbero? Suvvia!

Mentre siamo in pausa, fumo come un turco spacciatore insieme a Cheit e Tailer sui gradini d’ingresso. Tailer in realtà non fuma e parla soltanto. Nel senso che parla solo. Ma proprio tanto. Ma di tutto. Ma una roba pazzesca…ma quanto parla…ma che palle…ma basta parlare Tailer! Ma la smetti?! Tailer, Cristo! Ma basta… basta! Basta! BASTA!

-“TAILER, tesoro… capisco la voglia di raccontarci della tua prozia scandinava… ma, ecco, noi siamo in pausa e…”-

-“Oh sì, certo, capisco Hope! Scusami è che volevo soltanto dire che…beh…siccome lei è scandinava e viveva in Scandinavia…sì ecco, sai come sono gli scandinavi no? Sì ecco, ti volevo chiedere se…la prossima estate volevi ecco…passare le vacanze con me nei suoi possedimenti… perché vedi Hope… la verità è che tu… tu… cioè io…. Sì ecco, io ti… ti… am-“-

-“Brutta stronza!”-

-“Cosa?”-

Cosa?

(Cosa?)

(GIANGIUSEPPE, AIUTO-REGIA, NON RICEVE LO STIPENDIO DA OTTOBRE DUEMILADUE, PETALOSO, SE LO VORRAI SARÀ TUO ALLA MODICA CIFRA DI CINQUE EURI L’ORA: Cosa?

REGISTA: COSA?)

Mi giro a guardare chi è ‘st omm è merd cche ha osat chiamarmi “BrUtTa”.

(REGISTA: Hope… devo chiamare Giggino il Traduttore Napoletano?

No, no, mi scusi.

Mi giro a guardare chi è questo stronzo che ha osato definirmi “BrUtTa”.

REGISTA: Hope!

Che c’è?!

REGISTA: Ma ti pare il modo?

Ma non dovevo essere scaricatrice di porto?

REGISTA: Sì ma così sembri uscita da Gomorra! Meno!

Voi non capite il talento… vabbbbè!

 GIANGIUSEPPE, AIUTO-REGIA, COMODO PER STIRARVI I PANNI, NON SI SCACCOLA PIÙ: scena terza, seconda, azione!)

Mi giro per vedere chi ha urlato.

Camerone Da(glie)llas. Il mio incubo fin da quando ero bambina. Lo stronzo della scuola. Il terrore di ogni insegnante di grammatica italiana e di ogni padre protettivo verso la figlia che spera arrivi vergine al matrimonio. Il mio nemico numero uno nonché il ragazzo di quella smorfiosa di Ciarlot. Ricordo ancora quando giocavamo insieme al nido. E ricordo come se fosse ieri quando un giorno, Ciarlot mi chiese di giocare un po’ con Pupessa. Quando gliela passai, lui inaspettatamente la prese e col naso colante di moccio tagliò i capelli alla mia bambola preferita.

-“Perché lo hai fatto Camerone! Noi eravamo amici!”-

-“Perché sono un bambino di quattro anni e la tua bambola è orrenda, guarda com’è carina ora!”-

 Dinanzi a quel ricordo, inorridisco. Da quel giorno, ho giurato a me e a Pupessa che nessuno ci avrebbe più messo i piedi, anzi le forbici, in testa. Da quel giorno, io e Camerone, che tutti chiamano abbreviando “Cam”, “Web
-Cam” per quelli degli istituti tecnici, non fummo più amici.

-“Ma guarda chi si vede…Camerone!”-

-“È normale incontrarsi… andiamo nella stessa scuola!”-

-“Che cosa vuoi?”-

-“Dobbiamo parlare.”- si acciglia.

-“Se hai qualcosa da dirmi, puoi farlo qui davanti ai miei schiav… ehm… amici.”-

-“No è che fra poco ho lezione di economia e l’aula è lontana, se intanto ci incamminiamo…”-

-“Che palle, ma un’altra materia no?”-

-“Evidentemente non avevano budget per comprare altri professori…”-

-“Bag- che?”-

-“Niente, niente. Comunque, perché hai fatto piangere Ciarlott?”- si fa serio.

I suoi occhi marrone Nutella sono così profondi che potrei tuffarci il pane.

-“È una bulla. Tortura chiunque non si vesta di rosa e sparla di tutti! Come te. Siete proprio fatti l’uno per l’altra voi stronzi. Regina Geor… ehm Ciarlott Piters e Camerone Dagliellas. Perfetti!”-

Abbassa lo sguardo in modo malinconico.

-“Hope in realtà… hai ragione, è proprio una bulla! E sono stanco di fumare e sc*non adatto a minori*re con lei… studiare economia e rifumare… risc*sul serio, i minori non sono ammessi*re e ristudiare con lei... la verità Hope è che io amo te, solo te.”-

Mi alzo all’impiedi.

(Non si scrive così!)

‘Stica*il bippometro sta urlando*zi.

-“Oh Camerone… anche io ti amo… se solo tu non avessi tagliato i capelli a Pupessa…”-

-“Lo so Hope, mi dispiace. Per farmi perdonare, ho comprato una parrucca per la bambola!”-

-“Oddio Camerone! Sei il migliore!”- gli getto le braccia al collo.

-“Hope, vuoi essere la mia ragazza? Faremo scheittbord insieme e picchinicchi con Pupessa!”-

-“Oh Cam(e-hame-ha)! Ma certo!”- lo bacio appassionatamente mentre Tailer e Ciarlott corrono via piangendo in lontananza.

FINE


REGISTA: Eh…fine! Ottimo lavoro ragazzi! Siete stati fantastici.

GIANGIUSEPPE, AIUTO-REGIA, ISCRITTO ANCHE SU TINDER, VI STUPIRÀ, DOVETE SOLO CONTATTARLO: Regista, di loro che facciamo? Stanno ancora limonando sul palcoscenico… anzi… lui le ha appena abbassato la spallina del reggiseno credo… non so, non ho mai visto un reggiseno…!

REGISTA: Oh lasciali lì. Chiudiamo il garage, tanto ci serviranno per la prossima lacrima… Possibilmente in tre. Ben fatto Giangiuseppe comunque, questi tre euro te li sei proprio guadagnati!

 
Sipario.
   
 
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