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Autore: littlepink6690    27/06/2020    2 recensioni
Cosa succede quando una macchina scivola e si ribalta sull'asfalto bagnato? Cosa succede alla persona che conduce quell'automobile? Cosa farà adesso Jennifer, chi lascerà avvicinare a sé, adesso che ne ha più bisogno? Qualcuno riuscirà ad abbattere quei muri che adesso lei sta costruendo per difendersi?
Morrilla
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Ginnifer Goodwin, Jennifer Morrison, Josh Dallas, Lana Parrilla, Rebecca Mader
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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25Birth

25

 

Stava rosolando della cipolla nella padella, l’odore era gradevole, ma ad un certo punto sentì qualcosa di molto più dolce alle sue spalle. Oltre al delicato profumo di sua moglie, sentì poggiarsi sulla sua schiena, qualcosa di molto più soave, il pancione con il loro fagiolino ormai cresciuto.

 

“Che profumino” – sorrise scostandole i capelli rossi dal collo e baciandola dolcemente, nel punto in cui le dita avevano abbandonato il passaggio.

 

“Ehi, non dovresti stare seduta?” – rispose sua moglie sorridendo.

 

“Volevo dell’acqua fresca, si so che non posso berla, voglio mischiarla” – sorrise allontanandosi andando verso il frigo, dandole le spalle.

 

“Potevi chiedere a me, sei alla trentanovesima settimana amore, potresti partorire da un momento all’altro” – disse rosolando. Lana che aveva da poco chiuso l’anta del frigo, gemette e Jen si voltò di scatto – “Non dicevo adesso” – spense il fuoco d’istinto e si avvicinò a sua moglie.

 

“Jennifer” – le afferrò la maglietta e terrorizzata la guardò negli occhi.

 

“Sono qui amore” – le accarezzò la schiena e suonarono alla porta – “Devo andare ad aprire” – la mora le rivolse uno sguardo omicida.

 

“Non permetterti a lasciarmi qui” – la guardò.

 

“Sono Trish e Antoinette, ricordi la cena?” – sorrise baciandole la fronte – “Torno in un attimo” – le si erano appena rotte le acque, le contrazioni erano ancora lievi, ma la latina sapeva si sarebbero presto intensificate e fatte più ravvicinate.

 

“Oh tesoro” – la trovarono attaccata al marmo del piano della penisola in cucina.

 

“Aww” – iniziavano le contrazioni.

 

“Ora dobbiamo andare in ospedale” – disse Jen, che era sembrata all’apparenza tranquilla.

 

“Prendo la sua borsa” – disse Trish sparendo in fondo al corridoio.

 

“Starà bene?” – la mora chiese con sguardo supplichevole.

 

“Starà benone” – disse Antoinette, accarezzandole il viso.

 

E via arrivarono velocemente in ospedale, Jen era sempre una scheggia alla guida. Quando la ginecologa le raggiunse all’ambulatorio, le condusse tutte nel reparto.

 

“Signora Parrilla, adesso controlleremo la dilatazione, e faremo un tracciato al feto” – le sorrise affabile “Le contrazioni sono forti?”

 

“Lo diventano” – rispose Jen che teneva la mano di Lana nella sua.

 

“Scusami” – disse la mora guardandola.

 

“Non farlo, ho l’altra” – ridacchiò per tranquillizzare sua moglie.

 

“Signora Morrison, adesso devo chiederle di aspettare fuori, la chiamerò io? Intesi?” – il medico le sorrise allontanandola.

 

“Amore sono qui, okay?” – la guardò mentre si chiudevano le porte.

 

 

“Possono volerci delle ore, Jen, siediti! O impazzirai” – Trish le indicò la panchina.

 

“Pensavo mi avrebbero fatto entrare, dall’inizio”

 

“Quando dovrà spingere sarai lì” – ridacchiò Antoinette – “Per stritolarti la mano”

 

“Eccoci” – i Dallas arrivarono seguiti da Bex. Jen andò a stringersi a loro e poi vide in lontananza Julia, con Daniel e Eleanor, che si avvicinavano.

 

 

“La mammina vuole entrare?” – disse un’infermiera uscendo – “Stiamo per portarla in sala parto”

 

“Certo eccomi” – disse Jen allontanandosi dalla sua famiglia – “Se arrivano Dolores e Deena, dite che sono dentro con lei” – disse rivolgendosi a loro.

 

“Coraggio, tanto hai l’altra mano” – scherzò Daniel, passandole una mano sulle spalle.

 

Jen indossò tutto l’occorrente per entrare in sala parto, indossò la cuffietta e si disinfettò le mani per poter andare da sua moglie. Quando la raggiunse vicino al lettino, era madida di sudore e forse anche di lacrime.

 

“Sono qui amore” – le prese la mano in automatico. Erano passate poco più di due ore dall’inizio del travaglio, e ormai era prossima al parto.

 

“Non vuole più aspettare, ci vuole conoscere” – disse volgendosi verso di lei.

 

“Vuole vedere chi l’ha amata ancora prima di nascere” – sorrise la rossa accarezzandole il viso dolcemente – “Sarai bravissima, lo so amore mio” – le diede un dolce bacio sulle labbra e poi la mora, urlò per una contrazione davvero forte.

 

“Lana, questo era l’avvertimento, che ci siamo quasi, manca davvero poco. Respira piano, e quando arriva la prossima devi spingere okay?” – la donna annuì solamente e guardò sua moglie.

 

“Sono qui, per te e con te, sempre” – poggiò la fronte su quella madida della partoriente – “Ti amo”.

 

Alcune urla di dolore dopo, le ultime contrazioni devastanti, mani che accarezzavano e si stringevano tra loro, Lana diede alla luce il fagiolino.

 

“La mammina vuole tagliare il cordone?” – disse l’ostetrica che le concesse le pinze e Jen con le lacrime che ormai scorrevano incontrollate sul viso, recise il legame fisico della mora con il loro bambino. Emozionate non avevano ancora chiesto cosa fosse. La rossa, era tornata ad abbracciare dolcemente la mamma, cercando di tranquillizzarla, non aveva ancora pianto.

 

“Starà bene” – furono le uniche parole che le sussurrò e un vagito impetuoso invase la camera, e se non stavano piangendo prima lo fecero allora. Dopo cinque minuti, un’infermiera che aveva avvolto il fagotto in un lenzuolino, lasciò appena scoperte le gambette, per mostrare dolcemente il sesso del nascituro alle mamme.

 

“È una femminuccia” – disse emozionata Jen mentre, la donna metteva sul petto della mamma distesa, la piccola. Lana pianse nel tenerla e le carezzava lievemente le manine.

 

“Sei così piccola” – guardò sua moglie – “Adesso dovremmo scegliere un nome che dici?” – sorrise e la rossa la guardò – “Stai bene?” – le accarezzò il viso – “Non sverrai mica adesso amore?” – ridacchiò appena.

 

“Sofia” – sorrise Jen poggiando la fronte a quella di sua moglie.

 

Lana le accarezzò il visino con un dito – “Bienvenida Sofia” – sorrise rivolgendo lo sguardo a sua moglie.

 

“Iniziamo subito con la doppia lingua” – sorrise e la mora le diede la loro piccola.

 

“Jennifer, sistemiamo sua moglie, lei può seguire la mia collega al nido” – disse.

 

“Sta bene?” – tanta era la gioia, che aveva dimenticato che sua moglie, potesse non sentirsi bene.

 

“Starà alla grande”

 

 

Dopo aver fatto il bagnetto di rito, mentre Jen scattava foto e faceva video da poter far vedere poi a sua moglie. La piccola Sofia fu vestita con la tutina che le avevano regalato, poi la condussero in camera con la mamma e lì durante l’orario delle visite poterono vederla per la prima volta, tutti.

 

“Sofia è il nome di quella bambina timida” – sorrise Bex.

 

“Che mi fece quella bellissima domanda al Build”- rise Lana.

 

“È un bellissimo nome!” – sorrise Dolores tenendo la piccola in braccio, la mamma di Jen le era li di fianco.

 

“Sì lo è” – disse la mora alzandosi – “Vado a cercare mia moglie, scusatemi” – la raggiunse in piscina – “Ehi mi rubate la fidanzata?” – disse ai cinque bambini che avevano attorniato Jen.

 

“Meno male sei venuta a salvarmi” – rise la moglie guardandola.

 

“Che fate?” – rise vedendola sommersa dei monelli.

 

“La catturiamo” – risero.

 

“Hanno catturato anche noi” – risero Josh, Sean e Mark.

 

“Senza sangue, farsi battere così” – Jen li canzonò.

 

“Le nostre mamme si stanno giostrando la piccolina, dovresti vederle” – Lana diede una mano a Jen per divincolarsi, poi i bambini si tuffarono su di lei.

 

“Piano monelli” – disse la rossa accertandosi non si facessero male – “Me le immagino sai? Scusa se ti ho abbandonata” -sorrise baciandola e i bimbi si dispersero.

 

“Se sapevo prima che un bacio li avrebbe scollati”- rise liberando i tre uomini – “Jared e Colin mi hanno scritto, arriveranno a brevissimo” – ritorno da sua moglie – “Sei così bella” – disse abbracciandola sensualmente.

 

“Dai Jen, sono un po’ sfatta” – poggiò la testa sulla sua spalla.

 

“La settimana prossima finisco le riprese e sarò tutta tua e di Sofia e non ti affaticherai così tanto, scusami” – le accarezzò i capelli.

 

“Non scusarti, mi basta che tu ci sia la notte quando strilla” – rise – “Da chi avrà preso?”

 

“Tu sei la cantante” – sorrise coccolandola – “Ti amo tanto”

 

“Ti amo anche io” – si scostò baciandola.

 

“Voglio fare l’amore con te” – lo sussurrò guardandola negli occhi.

 

“Anch’io da impazzire ma dobbiamo aspettare ancora” – poggiò la fronte alla sua.

 

“Ora della poppata?” – sorrise sentendo i vagiti della loro Sofia.

 

“Mi sa proprio di sì” – disse prendendola per mano e andando nuovamente in casa.

https://www.atuttodonna.it/atuttodonna/wp-content/uploads/2020/03/significato-nome-sofia.jpg

A voi le impressioni e i suggerimenti per i capitoli a venire! Alla prossima xoxo
  
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