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Stava
rosolando della cipolla nella padella, l’odore era gradevole, ma ad un certo
punto sentì qualcosa di molto più dolce alle sue spalle. Oltre al delicato
profumo di sua moglie, sentì poggiarsi sulla sua schiena, qualcosa di molto più
soave, il pancione con il loro fagiolino ormai cresciuto.
“Che
profumino” – sorrise scostandole i capelli rossi dal collo e baciandola
dolcemente, nel punto in cui le dita avevano abbandonato il passaggio.
“Ehi,
non dovresti stare seduta?” – rispose sua moglie sorridendo.
“Volevo
dell’acqua fresca, si so che non posso berla, voglio mischiarla” – sorrise allontanandosi
andando verso il frigo, dandole le spalle.
“Potevi
chiedere a me, sei alla trentanovesima settimana amore, potresti partorire da
un momento all’altro” – disse rosolando. Lana che aveva da poco chiuso l’anta del
frigo, gemette e Jen si voltò di scatto – “Non dicevo adesso” – spense il fuoco
d’istinto e si avvicinò a sua moglie.
“Jennifer”
– le afferrò la maglietta e terrorizzata la guardò negli occhi.
“Sono
qui amore” – le accarezzò la schiena e suonarono alla porta – “Devo andare ad
aprire” – la mora le rivolse uno sguardo omicida.
“Non
permetterti a lasciarmi qui” – la guardò.
“Sono
Trish e Antoinette, ricordi la cena?” – sorrise baciandole la fronte – “Torno in
un attimo” – le si erano appena rotte le acque, le contrazioni erano ancora
lievi, ma la latina sapeva si sarebbero presto intensificate e fatte più
ravvicinate.
“Oh
tesoro” – la trovarono attaccata al marmo del piano della penisola in cucina.
“Aww”
– iniziavano le contrazioni.
“Ora
dobbiamo andare in ospedale” – disse Jen, che era sembrata all’apparenza
tranquilla.
“Prendo
la sua borsa” – disse Trish sparendo in fondo al corridoio.
“Starà
bene?” – la mora chiese con sguardo supplichevole.
“Starà
benone” – disse Antoinette, accarezzandole il viso.
E
via arrivarono velocemente in ospedale, Jen era sempre una scheggia alla guida.
Quando la ginecologa le raggiunse all’ambulatorio, le condusse tutte nel reparto.
“Signora
Parrilla, adesso controlleremo la dilatazione, e faremo un tracciato al feto” –
le sorrise affabile “Le contrazioni sono forti?”
“Lo
diventano” – rispose Jen che teneva la mano di Lana nella sua.
“Scusami”
– disse la mora guardandola.
“Non
farlo, ho l’altra” – ridacchiò per tranquillizzare sua moglie.
“Signora
Morrison, adesso devo chiederle di aspettare fuori, la chiamerò io? Intesi?” – il
medico le sorrise allontanandola.
“Amore
sono qui, okay?” – la guardò mentre si chiudevano le porte.
“Possono
volerci delle ore, Jen, siediti! O impazzirai” – Trish le indicò la panchina.
“Pensavo
mi avrebbero fatto entrare, dall’inizio”
“Quando
dovrà spingere sarai lì” – ridacchiò Antoinette – “Per stritolarti la mano”
“Eccoci”
– i Dallas arrivarono seguiti da Bex. Jen andò a stringersi a loro e poi vide
in lontananza Julia, con Daniel e Eleanor, che si avvicinavano.
“La
mammina vuole entrare?” – disse un’infermiera uscendo – “Stiamo per portarla in
sala parto”
“Certo
eccomi” – disse Jen allontanandosi dalla sua famiglia – “Se arrivano Dolores e
Deena, dite che sono dentro con lei” – disse rivolgendosi a loro.
“Coraggio,
tanto hai l’altra mano” – scherzò Daniel, passandole una mano sulle spalle.
Jen
indossò tutto l’occorrente per entrare in sala parto, indossò la cuffietta e si
disinfettò le mani per poter andare da sua moglie. Quando la raggiunse vicino
al lettino, era madida di sudore e forse anche di lacrime.
“Sono
qui amore” – le prese la mano in automatico. Erano passate poco più di due ore
dall’inizio del travaglio, e ormai era prossima al parto.
“Non
vuole più aspettare, ci vuole conoscere” – disse volgendosi verso di lei.
“Vuole
vedere chi l’ha amata ancora prima di nascere” – sorrise la rossa
accarezzandole il viso dolcemente – “Sarai bravissima, lo so amore mio” – le diede
un dolce bacio sulle labbra e poi la mora, urlò per una contrazione davvero
forte.
“Lana,
questo era l’avvertimento, che ci siamo quasi, manca davvero poco. Respira
piano, e quando arriva la prossima devi spingere okay?” – la donna annuì
solamente e guardò sua moglie.
“Sono
qui, per te e con te, sempre” – poggiò la fronte su quella madida della
partoriente – “Ti amo”.
Alcune
urla di dolore dopo, le ultime contrazioni devastanti, mani che accarezzavano e
si stringevano tra loro, Lana diede alla luce il fagiolino.
“La
mammina vuole tagliare il cordone?” – disse l’ostetrica che le concesse le pinze
e Jen con le lacrime che ormai scorrevano incontrollate sul viso, recise il
legame fisico della mora con il loro bambino. Emozionate non avevano ancora
chiesto cosa fosse. La rossa, era tornata ad abbracciare dolcemente la mamma,
cercando di tranquillizzarla, non aveva ancora pianto.
“Starà
bene” – furono le uniche parole che le sussurrò e un vagito impetuoso invase la
camera, e se non stavano piangendo prima lo fecero allora. Dopo cinque minuti,
un’infermiera che aveva avvolto il fagotto in un lenzuolino, lasciò appena
scoperte le gambette, per mostrare dolcemente il sesso del nascituro alle mamme.
“È
una femminuccia” – disse emozionata Jen mentre, la donna metteva sul petto
della mamma distesa, la piccola. Lana pianse nel tenerla e le carezzava lievemente
le manine.
“Sei
così piccola” – guardò sua moglie –
“Adesso dovremmo scegliere un nome che
dici?” – sorrise e la rossa la guardò –
“Stai bene?” – le accarezzò il viso –
“Non
sverrai mica adesso amore?” – ridacchiò appena.
“Sofia”
– sorrise Jen poggiando la fronte a quella di sua moglie.
Lana
le accarezzò il visino con un dito – “Bienvenida Sofia” – sorrise rivolgendo lo
sguardo a sua moglie.
“Iniziamo
subito con la doppia lingua” – sorrise e la mora le diede la loro piccola.
“Jennifer,
sistemiamo sua moglie, lei può seguire la mia collega al nido” – disse.
“Sta
bene?” – tanta era la gioia, che aveva dimenticato che sua moglie, potesse non
sentirsi bene.
“Starà
alla grande”
Dopo
aver fatto il bagnetto di rito, mentre Jen scattava foto e faceva video da
poter far vedere poi a sua moglie. La piccola Sofia fu vestita con la tutina che
le avevano regalato, poi la condussero in camera con la mamma e lì durante l’orario
delle visite poterono vederla per la prima volta, tutti.
“Sofia
è il nome di quella bambina timida” – sorrise Bex.
“Che
mi fece quella bellissima domanda al Build”- rise Lana.
“È
un bellissimo nome!” – sorrise Dolores tenendo la piccola in braccio, la mamma
di Jen le era li di fianco.
“Sì
lo è” – disse la mora alzandosi – “Vado
a cercare mia moglie, scusatemi” – la raggiunse
in piscina – “Ehi mi rubate la fidanzata?” –
disse ai cinque bambini che avevano
attorniato Jen.
“Meno
male sei venuta a salvarmi” – rise la moglie guardandola.
“Che
fate?” – rise vedendola sommersa dei monelli.
“La
catturiamo” – risero.
“Hanno
catturato anche noi” – risero Josh, Sean e Mark.
“Senza
sangue, farsi battere così” – Jen li canzonò.
“Le
nostre mamme si stanno giostrando la piccolina, dovresti vederle” – Lana diede
una mano a Jen per divincolarsi, poi i bambini si tuffarono su di lei.
“Piano
monelli” – disse la rossa accertandosi non si facessero male – “Me le immagino
sai? Scusa se ti ho abbandonata” -sorrise baciandola e i bimbi si dispersero.
“Se
sapevo prima che un bacio li avrebbe scollati”- rise liberando i tre uomini – “Jared
e Colin mi hanno scritto, arriveranno a brevissimo” – ritorno da sua moglie – “Sei
così bella” – disse abbracciandola sensualmente.
“Dai
Jen, sono un po’ sfatta” – poggiò la testa sulla sua spalla.
“La
settimana prossima finisco le riprese e sarò tutta tua e di Sofia e non ti
affaticherai così tanto, scusami” – le accarezzò i capelli.
“Non
scusarti, mi basta che tu ci sia la notte quando strilla” – rise – “Da chi avrà
preso?”
“Tu
sei la cantante” – sorrise coccolandola – “Ti amo tanto”
“Ti
amo anche io” – si scostò baciandola.
“Voglio
fare l’amore con te” – lo sussurrò guardandola negli occhi.
“Anch’io
da impazzire ma dobbiamo aspettare ancora” – poggiò la fronte alla sua.
“Ora
della poppata?” – sorrise sentendo i vagiti della loro Sofia.
“Mi sa proprio di sì” – disse prendendola per mano e andando nuovamente in casa.
A voi le impressioni e i suggerimenti per i capitoli a venire! Alla prossima xoxo