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Autore: sallythecountess    27/06/2020    0 recensioni
Ian è uno sceneggiatore, aspirante scrittore fallito, che ama i libri e la vita comoda, ma per un caso del destino incontra lei: un'attivista, politicamente scorretta, sovversiva, rockettara e francamente bellissima. Si scontrano, si provocano e ovviamente finiscono col desiderarsi. C'è solo un problema, però: lei è la ragazza di cui è innamorato suo nipote. Riusciranno Ian e V a trovare una loro dimensione in tutto questo casino?
“Vedete il destino è sempre molto chiaro con noi, ma a volte siamo noi ad accanirci. Lui ce lo fa capire chiaramente che due persone troppo diverse non possono essere felici, ma noi continuiamo a sbattercene in nome di quella cosa terribilmente stupida che chiamiamo amore. Eppure c'è un motivo per tutto, solo che non vogliamo accettarlo. C’è un motivo se il giorno e la notte non s'incontrano mai, e neanche la luna e il sole. Due parallele, semplicemente, non dovrebbero mai incontrarsi o sono veramente casini. Quindi non prendetevela con il destino, se siete voi ad ignorare tutti i segni e a lanciarvi a capofitto in storie che non possono far altro che dilaniarvi. "
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1: Ian
 
Avete mai amato la persona sbagliata? Avete mai detto a voi stessi “Eh no, questo proprio no” per poi farlo? Siete mai giunti a compromessi pur di avere qualcosa o meglio qualcuno? Vi siete mai svegliati durante la notte con la terribile sensazione di non poter respirare se quella persona non era al vostro fianco? Avete mai chiuso con tutto il mondo solo per amore di una persona?
Se la risposta a queste mie duemila domande è sì allora mi capirete, altrimenti probabilmente penserete che sono un coglione leggendo questa storia. Se la risposta è sì solo ad alcune…non lo so, provate a leggere questa storia comunque e speriamo vi piaccia.
Il mio nome è Ian Watt, e ve lo confesso subito: non sono nessuno di speciale, solo un matto innamorato che ha una storia da raccontare.
Come sono fatto? Beh, sono il classico irlandese con occhi azzurri, capelli rossi e lentiggini; diciamoci la verità, non sono Brad Pitt, ma sono piuttosto passabile. Ho vissuto buona parte della mia adolescenza in una famosa città industriale inglese di cui non vi dirò il nome, ma che  ho sempre detestato. Per capire di che città si tratti, vi do qualche indicazione: è una città a qualche ora da Londra, piccola, buia, triste e povera. La vita dei suoi abitanti include il lavoro in fabbrica, il pub e il calcio, che io da buon intellettuale detesto. Per anni ho mi sono sentito un pesce fuor d'acqua in quel posto, e la mia vera vita è iniziata quando mi sono trasferito a Londra per studiare al college e ho iniziato a realizzare i miei sogni, ma questa è un'altra storia.
Bene, adesso che vi ho abbastanza annoiati con la storia della mia vita possiamo procedere, spero che non abbiate smesso di leggere. Se state pensando di smettere, vi giuro che presto smetterò di blaterare a vuoto, mi serve solo qualche altra riga, promesso.
Dunque, ricapitolando avete capito cosa faccio nella vita? Ok, ok ve lo dico: sono uno scrittore. Ecco, già so cosa state pensando: uno di quei patetici sfigati che si auto pubblicano e costringono tutti gli amici a comprare i loro noiosissimi libri, e credetemi vorrei poter dire di essere così, ma non sono neanche a quel punto. Ho sempre voluto scrivere un romanzo, ma non ho mai avuto l’idea giusta e l’ispirazione necessaria, fino ad ora. La verità è che sono tra quelli che hanno lavorato alle prime serie sui dottori, facendo fortuna. So che qualcuno di voi ora vorrà uccidermi, e perdonatemi se per colpa mia le vostre mogli vi hanno costretto a vedere ore ed ore di telefilm strappalacrime e vi hanno paragonato ad assurdi stereotipi. Mettiamola così: nella mia testa era tutto diverso e anche i dottori non erano quei fighi che ora guardate in tv, ma solo persone normali, gente che dopo lunghissime ore di turno ha le occhiaie e i capelli sconvolti e che vuole solo dormire, non fare sesso a tutte le ore.
Era tutto un altro periodo, e il modo era totalmente diverso. Ero all’ultimo anno di college quando mi venne l’idea geniale, e fortunatamente sono riuscito a venderla ad un network televisivo inglese. Risultato? Ora vivo in California, faccio parte di un comitato creativo che fornisce idee per nuovi telefilm, sono piuttosto benestante e, anche se lavoro con un branco di coglioni, trovo sempre il modo per divertirmi perchè quei coglioni sono miei amici.
Il mio sogno, però, non era questo e come avrete capito, ero piuttosto frustrato. Volevo scrivere un romanzo, una storia d’amore tanto bella da togliere il fiato, ma non ce la facevo proprio. Quello che mi dava veramente ai nervi, era la mia assoluta, totale e completa mancanza di ispirazione:va bene non riuscire a diventare uno scrittore famoso, ma almeno potevo scrivere un libro e costringere amici e parenti a comprarlo. E invece no, tutte le mie idee fallivano miseramente prima di arrivare a metà e i miei personaggi cominciavano a starmi antipatici a pagina tre. Ora, capirete che è piuttosto stupido scrivere una storia se persino tu non sopporti i tuoi personaggi, e questo è quello che mi incasinava tanto.
Certo, certo ok fino ad ora vi ho annoiati a morte ma, hey, dovevamo pur cominciare da qualche parte, no? Il primo capitolo è sempre noioso, purtroppo, ma vi giuro che la nostra storia sta per diventare interessante, ma non per merito mio. La nostra storia inizia in una mattina di giugno come tante, ma nel giro di neanche ventiquattro ore la mia vita sarebbe totalmente cambiata, prendendo una svolta improvvisa e piuttosto pericolosa.
Aprii gli occhi un tantino rintronato e nauseato. Ero nel mio letto, ma non mi ricordavo molto della sera precedente. Improvvisamente mi accorsi che accanto a me c’era qualcuno, come sempre. Da qualche anno avevo sviluppato la simpatica abitudine di svegliarmi ogni giorno con una donna diversa, ma quella mattina no. Non era una donna, erano ben due. Sorrisi soddisfatto, tra me e me pensai “Guardalo, lui che al liceo stava con la racchia della scuola, che poi l’ha pure lasciato per un altro! Bravissimo vecchio Ian, mi rendi molto fiero di te.”
Generalmente non sono un grande bevitore, ma avevo avuto una pessima giornata a lavoro e…mi ero bevuto anche l’ombrellino. Ora, dato che non mi ricordavo molto della sera precedente decisi di svegliare le due favolose signorine per ripetere l’esperienza. Mi avvicinai alla splendida bruna che dormiva alla mia sinistra e le baciai la schiena. Era veramente stupenda e profumava di vaniglia ed aveva una pelle morbidissima. Aprì gli occhi e con dolcezza mi sorrise. Cominciammo a baciarci, ma non avemmo il tempo di continuare, perché il mio cellulare iniziò asuonare e fui costretto ad alzarmi per rispondere.
“Oh bene sei sveglio. Devo parlarti subito è una questione di vita o di morte.”
Riconobbi immediatamente quella voce roca e gracchiante: era di Cristal. Sembrava particolarmente agitata, ma ad onor del vero non era mai totalmente tranquilla, quindi non diedi peso a quel suo tono ansioso. Era la classica casalinga-mamma full time, ed era sempre in ansia per qualcosa.
“Sono impegnato, richiama tra cinque o sei ore” le dissi immensamente seccato. Come le era venuto in mente di disturbarmi a quell’ora di domenica mattina? Ero furioso e desideravo ardentemente sbatterle il telefono in faccia e ritornarmene a letto con le due ragazze misteriose, quando lei disse una cosa che mi fece venire i brividi.
“E’ per Jimmy. Si è messo in un casino, aiutami Ian sono veramente disperata e non so a chi chiedere. Ho anche provato a farlo parlare con vostro padre, hanno avuto una forte lite, ma non dà retta neanche a lui e tu sei la mia ultima speranza.”
Pronunciò quelle parole con un tono particolarmente afflitto e io mi spaventai a morte, anche perchè se aveva scomodato il mio criptico e prepotente padre doveva davvero esserci qualcosa di grave. Mr Watt interveniva solo per punire e giudicare, e in entrambi i casi non era bello averlo contro.
Entrai in ansia allora. Che cosa aveva potuto fare adesso quel benedetto ragazzo? Come faceva sempre a mettersi nei casini? Ero terrorizzato, ma anche frustrato e ansioso, in pratica non potevo essere più incasinato. Sembravo quasi Cristal. Le chiesi di continuare e mi raccontò tutta la storia.
“Bene, è andato a vivere nella City. Sta in un appartamento occupato. Occupato capisci? Vive come la gentaglia! Ha lasciato il lavoro in fabbrica per seguire dei suoi amici vagabondi appena conosciuti. Dice che sono dei musicisti, che lui vuole lavorare per loro...ma non ci ho capito niente. Non è mai stato un esperto di musica e tanto meno di economia; che cavolo di lavoro può svolgere per gente così? Ho paura sembra uno spostato, non lo riconosco più! Ronnie, il nipote di Sarah Lee che fa l'ingegnere lì, lo ha visto qualche volta e mi ha raccontato cose assurde! Dice che si è innamorato di una donna stranissima; una mezza matta che va in giro nuda, litiga con la polizia e suona in un gruppo rock. E' una sovversiva, una specie di hippie senza Dio, ed io non so come fare.”
Ecco vedete, per me era piuttosto normale che il piccolo Jimmy, cresciuto da tutta la vita da una madre che lo trattava costantemente come se avesse cinque anni, si trovasse una donna ribelle. Mi era piaciuto il termine “sovversiva” e avevo cominciato a immaginarmeli insieme alle manifestazioni. Era uno spunto narrativo interessante e lo inseguii mentalmente, ma poi Cristal aggiunse piano “l'ho chiamato mille volte, ma lui a me non dice nulla e non so che fare. Ho tanta paura di perderlo per sempre questa volta” ed io mi sentii mortalmente in colpa.
“ Lo so che ti chiedo tanto, che sei in California e che per te tornare a Londra non è facile, ma ti prego, ti supplico almeno parlaci! Fagli almeno una telefonata, ti prego. Sei l'unico che può davvero aiutarlo, sei come un padre per lui, ti prego non abbandonarci.”
No che non potevo abbandonarli, dannazione. Ecco, questa era realmente una questione spinosa, che richiedeva il massimo della mia attenzione: Jimmy era tanto per me, era l'unico membro della mia famiglia che contava davvero qualcosa, e svariati anni prima mi ero preso la responsabilità di crescerlo e aiutarlo ed ora non potevo voltare le spalle a lui e alla sua povera bigotta madre. Mi misi le mani nei capelli e senza neanche sapere come dissi solo “Non preoccuparti, ci penso io...” ma non avevo davvero idea di che casino stessi per affrontare.
Nota:
Ciao a tutti, come vedete ripubblico una mia vecchissima storia perchè mi sembrava necessario sistemarla e togliere/cambiare delle cose. Spero non ci fosse nessuno che la stava leggendo, in tal caso mi scuso. Allora vi è simpatico Ian? Cosa ne pensate? Fatemi sapere, vi aspetto.
   
 
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