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Autore: Peppe_97_Rinaldi    28/06/2020    0 recensioni
[Crossover tra Naruto, One Piece, Fairy Tail, Dragon Ball] [Basato sulla mitologia greca]
Gli dei dell'Olimpo non si sono estinti. Ecco la verità in cui i nostri amici si imbatteranno. Tra rocambolesche avventure e peripezie fra le capitali europee - ma non viaggeranno mica solo in Europa - scopriranno il filo che unisce dei dell'Olimpo, Peccati Capitali e Bijou.
Sasuke e Rufy, leader delle tribù, rispettivamente, di Uchiha e Mugiwara, sono i capi delle fazioni che si contendono il trono del regno elfico di Calien.
Qual è la vera storia del mondo?
Bè, non tutti lo sanno, perché il nostro popolo ha basato la propria vita sulla segretezza, per millenni. Una politica di isolazionismo, sai? Roba difficile.
Ma è giusto nascondersi?
Necessario?
Oppure deleterio?
Ho deciso di scrivere questo romanzo per raccontare a tutti la verità.
Il mondo deve sapere della guerra fra Urano e Gea. Devi sapere, caro lettore, dei Bijou, dei Peccati Capitali e delle Reincarnazioni dei dodici dei dell'Olimpo.
Ah, un'altra cosa.
Io che ti racconterò questa storia sono un elfo.
Voi umani non siete le uniche creature a popolare questa Terra, insieme agli animali.
Esistiamo noi elfi.
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: AU, Cross-over, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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28 Giugno 2013

Foresta di Calien

Konoha

Palazzo reale

 

 

 

Era una mattina come le altre. Sarebbe stato un momento familiare qualsiasi, se non fosse per il dettaglio che è da questo scenario che albeggia la nostra storia.

I suoni della foresta trillavano tutto intorno, piovendo a cascate dalle ampie finestre. Gli alberi che circondavano il palazzo proiettavano focosi raggi di sole dalle fronde, mischiati a ombre allungate e calde. Sembrava che la natura volesse abbracciare, e proteggere, il palazzo che tanto scrupolosamente guarniva.

E così faceva anche il padre. Era seduto sul letto, le teste dei figli sul suo grembo, e li abbracciava caloroso.

Ampliando la prospettiva ci accorgiamo di essere in una stanza enorme. Era evidentemente la camera del ragazzino pù piccolo, perchè non mancavano giochi e chinchaglie infantili, ma ecco anche un arco di legno appeso a una parete e strani modellini di arbusti su un tavolo.

Il padre sorrideva, e i suoi occhi brillavano di una luce focosa. Oh, e non era impresa facile, considerando l'enorme soffitto a baldacchino del letto che gettava ombre sui nostri personaggi.

<< Cosa vi va di fare, oggi? >> domandò il ragazzino più grande fra i due.

<< Andiamo dalla mamma! >> propose allegro quello più piccolo.

Il padre rise. << Oh, Itachi! Non conta quello che ci va di fare, ma ciò che è giusto fare. Voi siete i principi di Calien, dovreste tenere a mente questo concetto >> .

Il bambino – impariamo dunque che si chiamava Itachi – si limitò ad annuire. << Hai ragione, padre >> .

L'uomo sorrise con gratitudine, e anche se il lato inferiore del viso era coperto da una maschera, le fossette che stirarono gli occhi furono ben eloquenti.

Bè, è arrivato il momento delle presentazioni! Non lasciarti confondere dai capelli grigi e dalla voce assonnata dell'uomo: era molto giovane, non aveva nemmeno una trentina d'anni. Siamo di fronte a Kakashi, monarca del regno di Calien.

I suoi stilisti dovevano essere davvero confusi, però: il re indossava una tunica leggerissima e fresca, agghirlandata da fiotti di ciuffi di ebano che schizzavano qua e là. Un momento. Scrutando Kakashi con maggior attenzione, intuiamo la logica dietro a quel vestito – insomma, menomale: altrimenti dovevamo dare per certo che i suoi stilisti lo vestivano con le prime robe che trovavano nel guardaroba...

I ciuffi di ebano, grossi e allungati, risalivano dal basso verso l'alto compiendo elastici turbinii intorno al corpo del re, come a disegnare dei mulinelli verdeggianti e gagliardi.

I due bambini indossavano invece vestiti semplici e si assomigliavano davvero molto. Avevano entrambi capelli neri e lunghi, solo che il bambino più piccolo doveva aver litigato con il parrucchiere di corte, a giudicare dai ciuffi scomposti e disattenti.

Itachi sorrise amorevolmente al fratellino. << Sasuke, non possiamo andare da mamma. È lontana >> .

Sasuke calpestò i piedi sul letto per la frustrazione. << Perchè doveva andare proprio lei? Io la voglio, uffa! >>

<< E' perfetta per le visite diplomatiche, molto più adatta di me. Adesso è dai Mugiwara, e anzi... Avrei dovuto viaggiare anche io con lei >> illustrò Kakashi calmo. << Però qualcuno doveva pur badare a voi, ehi! >>

<< E' sola? >> chiese Itachi.

Kakashi scrollò le spalle. << E' testarda, la conoscete. Voleva viaggiare da sola: dice che una regina senza un corteo alle spalle dichiara umiltà e vicinanza al popolo meglio di qualsiasi oratoria. E così non ha voluto né me né i due consiglieri... Tuttavia, Doflamingo ha insistito per essere lì con lei >> .

<< Quel Mago Sacro che va sempre in giro con il pellicciotto rosa? >>

<< Lui >> rispose Kakashi, senza entusiasmo. << Anche se è un Mago Sacro, esercita ancora molta influenza sui Mugiwara... Sarà di aiuto, credo... Anche se non ne sono convinto >> ammise, e strizzò l'occhio ai figli. << Vostra madre non ha di certo bisogno dell'aiuto di un Mago Sacro >> .

Sasuke intanto continuava a sbuffare, e insisteva così tanto che ricordava una locomotiva a vapore arrugginita. Borbottava qualcosa a proposito della madre e di come già gli mancasse, e di come non gli interessasse un fico secco dei Mugiwara. Allora Itachi si rizzò sulle ginocchia, e quando parlò decise di colorare la sua voce di tutto l'entusiasmo possibile. << Perchè non leggiamo una storia? >>

La strategia del ragazzino colpì nel segno. Sasuke si curvò sul letto, e prese a dimenarsi. << Quella degli animali! Leggiamo quella degli animali con le code! >>

Kakashi proruppe in un'esclamazione di gioia, e non so se decifrarla come verso di sorpresa o di immane gioia. Umh, cosa dici?

Oh, ecco. Fantastico.

Niente, dalla regia mi dicono che è impossibile che fosse sorpresa, perchè i due principi pretendevano che venisse loro letta quella storia un giorno sì e l'altro pure.

Itachi, infatti, corse ad afferrare un grosso volume dalla libreria all'altro capo della camera. Quando ritornò difilato dal padre e dal fratello, gli occhi tradivano una certa lussuria del sapere. Elargì al padre un sorriso rispettoso e, malgrado la tenerissima età, colmo di dignità.

Kakashi incrociò le gambe sul letto e maneggiò il libro. L'antico tomo baluginava nelle mani del re, massiccio e dalla visibile preziosità adamantina.

Aprì una pagina a caso: l'immagine di una donna dai lineamenti rilucenti di oro si alzava nitida lungo la pagina, e una serie di didascalie riempivano il lato destro della schermata. Si schiarì la gola e, in tono scherzosamente sussidioso, centellinò un lungo elenco di nomi. Bè... Nomi strambi, devo dire. << Shukaku, Matatabi, Isobu, Son Goku, Kokuo, Saiken >>, spostò con impazienza dei ciuffi che gli ricoprivano gli occhi, << Chomei, Gyuki, Kurama… Vediamo un po', miei valorosi principi: i nomi che ho appena declamato chi o che cosa indicano? >>

<< Gli animaletti di Gea! >> trillò Sasuke tutto felice, buttando le braccia in alto. Itachi, invece, era rimasto ammutolito, le labbra socchiuse, come se stesse ancora riflettendo sulla risposta.

Ma Kakashi capì che il figlio non era rimasto affatto ancorato a quella domanda. Tranquillamente, disse: << Itachi, tutto bene? >>

<< Padre >> .

<< Dimmi, figliolo >> .

<< Perchè ci hai chiamati “valorosi principi”? >> disse il bambino, gli occhi assorti in contemplazione. << Perchè proprio “valorosi”? >>

<< Umh... E' solo un modo di dire >> commentò l'uomo, senza capire.

Itachi sembrò deluso. << E se io non fossi valoroso? Se Sasuke... >> mormorò, e alzò gli occhi sul fratellino. Il piccolo aveva preso a battere le mani e a trillare entusiasta, e aveva stabilito di strattonare il libro al padre. << ...Se Sasuke un giorno non fosse poi così tanto valoroso? Penserebbe di non meritare di essere principe? Di non valere? >> aggiunse, pronunciando l'ultima domanda con vivo orrore.

Kakashi fu talmente sorpreso che sobbalzò. Lo sgomento consentì a Sasuke di predergli il libro dalle mani: il piccolo aprì la prima pagina, e riconsegnò il volume alle mani del padre. << Dai, leggi >> .

<< Sì, leggiamo >> annunciò Itachi, e mostrò al fratello il sorriso più dolce del mondo.

 






 

La Foresta di Calien – Cronache di Uchiha e Mugiwara

Capitolo 1

Gea e Urano – L'inizio di tutto

 







 

Tutto ok?

Hai allacciato le cinture? Sei pronto? Sei pronta?

Bè, non dire che non avevo avvertito.

Mi presento: sono la voce narrante di questa storia, e adesso ti rivelo perfino un dettaglio piccante. Sono un personaggio interno alla storia: vuol dire che prima o poi mi ritroverai nell'ampio ventaglio di personaggi che coloreranno questo romanzo. Sono un uomo, o una donna? Bè... ha forse importanza?

Scoprirai la mia identità, non temere, ma ti spoilero già che dovrai pazientare parecchio.

Mi chiedo se io mi stia rivolgendo ai venticinque lettori di rimembranza manzonianza: boh, chi lo sa.

In ogni caso, carissimo lettore e carissima lettrice, porgo un invito: lasciamoci trasportare dalle telecamere. Già. Noi, lettori onniveggenti, stiamo per assistere a una storia che vorrei tanto raccontarti. Si tratta della storia dell'umanità, di come il mondo sia cambiato in seguito a determinati eventi... ma questo lo vedremo con calma.

Per ora, accontentiamoci magari della storia snocciolata da re Kakashi ai suoi figlioletti. Si tratta di una storia sconosciuta ai più, e seppur abitanti del medesimo pianeta noi esseri viventi siamo ignoranti su gran parte delle verità che ci riguardano.

Perchè il mondo, anche se non tutti lo sanno, è composto di magia.

Sorpreso?

Già, purtroppo immaginavo... ecco perchè, dopo alcuni confronti con amici, ho deciso di narrare questa storia. L'umanità deve sapere. Dopo milenni di segretezza, è giusto che ogni essere vivente conosca la verità.

Oh, ti prego: fidati di me. Non racconterò balle e illazioni, ma le vicende che ti ritroverai a leggere sono il resoconto dei protagonisti stessi di quelle avventure. Li ho intervistati, fatto loro scrupolose domande, e grazie alla dicotomia fra i vari punti di vista ho permesso alla linea degli eventi di farsi breccia nella mia mente con precisione chirurgica.

Verità occultate, scoperte escatologiche e insidie che offuscano la luminescenza della verità…

Ecco alcuni dei protagonisti che, come già hanno costruito la storia di Calien, si prostreranno per l’edificazione della storia che ci condurrà alla fine di questi capitoli.

 

Ritorniamo al libro che re Kakashi stava leggendo ai piccoli Itachi e Sasuke.

“Storia degli animaletti di Gea”, l'aveva appellata il ragazzino. Non era errato... ma nemmeno corretto. Quel libro si vantava di cantare molto di più.

La storia della Foresta di Calien.

La storia della magia.

E le nostre telecamere onniveggenti si proietteranno direttamente dentro a questa storia: faremo, caro lettore, un salto indietro nel tempo di qualche bel millennio, e con i nostri stessi occhi assisteremo alle scene che il re, quella mattina, leggeva ai govanissimi principi.

Allacciamo le cinture, per carità.

Buon salto indietro nel tempo, e buona lettura!

 


 

 

In principio Dio creò il cielo e la terra.

Ora, la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.

Dio disse: Sia la luce! E la luce fu.

Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre, e chiamò la luce giorno e le tenebre notte.

E fu sera e fu mattina: primo giorno.”

 

I versi che hai appena letto costituiscono l’inizio del libro sacro della Genesi.

Come abbiamo letto, Dio creò il cielo e la terra. Tuttavia, finché i due rimasero soli, la Creazione era incompleta, e da qui l’intuizione di Dio di creare la luce e le tenebre.

Il Giorno e la Notte iniziarono, dunque, ad allietare le solitarie giornate della Terra e del Cielo, e furono soltanto le prime opere della Creazione da noi conosciute.

 

Ma la storia è vera?

Oh, non fraintendere. Il popolo di Calien non intende certo mettere in dubbio il credo delle religioni monoteiste, anche se così possa erroneamente parere.

Naturalmente la Bibbia si limita a elucubrare la genesi della Terra e del Cielo, della luce e delle tenebre, degli oceani e dei fulmini… Ma non rivela la vera natura degli esseri viventi.

Suvvia, non penserai mica che al culmine della Creazione sia arrivato l’essere umano soltanto per deturpare quanto generato precedentemente?

 

<< Dio ci ama, e ci ama talmente tanto da averci affidato gli Dei >> . Ecco cosa Kakashi si ostinava a riferire a Itachi e Sasuke, i quale con grande curiosità non si perdevano nemmeno una parola del saggio padre.

 

Lo so.

Pare una contraddizione: Dio… e gli Dei?

Bé, mettiamola in questi termini.

Tieni presente le religioni panteistiche, e quelle politeiste?

Ebbene, la credenza che gli elementi naturali siano la manifestazione tangibile delle entità divine non appartiene soltanto al passato, ma anche oggi molte fedi si aggrappano a tale convinzione – basti pensare all’Estremo Oriente, dove reincarnazione e venerazione della natura sono credenze ben radicate.

Senza accorgercene siamo già approdati alla definizione – perlomeno quella che io vorrei propinarti – di “Dei”.

Entità ascetiche che si manifestano sulla nostra terra nei più disparati elementi.

E a capo di una complessa e strabiliante genealogia ci imbattiamo nuovamente in loro, la Terra e il Cielo.

Gea, e Urano.

 

Tutto ebbe inizio da qui, dalla genesi di Gea.

 

Personificazione della Terra vivente, la dea rappresentava lo spirito del mondo, un ciclo chiuso nella sua protezione sacra e impenetrabile.

La protezione del mondo era stato affidata a Gea e Urano, uniche divinità in grado di mantenere alta la guardia in quanto primordiali.

I loro poteri andavano oltre la più estrosa immaginazione, ben lungi dall’essere delimitati in una blasfema definizione.

Ma il tempo, si sa, trascina con sé tutto ciò che incontra nelle più grevi conseguenze, insudiciate da macabre esperienze.

E le due entità immortali non riuscirono a impedire allo scorrere del tempo di inglobare entro le sue fauci fameliche anche i loro sospiri…

 

Un irrefrenabile processo di evoluzione genetica aveva portato alla comparsa dei dinosauri: ecco cosa recitava il libro che anche noi, insieme ai zelanti principi, stiamo leggendo.

Urano considerò imprudente permettere a tali creature di villeggiare sulla Terra, vivaio della coniuge e riservato agli esseri umani ai quali sarebbe stato indirizzato l’intero Creato. Così dal cielo scagliò un potente meteorite che, causato un ampolloso intreccio di eruzioni e conseguenze apocalittiche, avrebbe col tempo portato all’estinzione totale della specie.

La minaccia era dunque passata… ma aveva lasciato con sé cicatrici che non andavano ignorate.

Questo evento fu sensibilmente significativo per la dea Gea: ella comprese che gli esseri umani non avrebbero potuto proteggersi da nemici del genere, e intuì anche che il mondo che sarebbe stato donato loro meritava la più sofisticata e impenetrabile difesa.

Attese la comparsa delle prime civiltà per l’attuazione del suo piano.

 


 

 

Correva l’anno 1323 a.C., e il regno dell’Antico Egitto era allora governato da un sovrano giovane e brillante. Di nome Tutankhamon, malgrado la giovanissima età – egli aveva soltanto diciotto anni – era alquanto fragile, e a causa di vari disturbi a livello fisico necessitava di bastoni per consentire alle sue gambe di camminare.

Ciò che tutto il mondo può ipotizzare, oggi, nel terzo millennio, sono le cause precise della morte di questo giovane sovrano.

Ciò che noi ora scopriremo, invece, è la verità che univa il ragazzo alla dea Gea.

 


 

Kaguya – con questo nome la dea mascherò la sua vera identità – scese sulla terra e planò in Egitto. Qui, per mezzo di ingegnosi espedienti, fece in modo di farsi conoscere dal sovrano… Ma qualcosa andò storto.

Sua intenzione era fecondare la terra… letteralmente. Desiderava donare al mondo dei figli, unioni di sangue divino e natura umana, e per riuscirci era necessario entrare nelle grazie del sovrano.

Il piano della Terra aveva il sapore della perfezione. Ella aveva calcolato ogni cosa, vagliato le infinite possibilità del reale e del surreale, e elucuberato stratagemmi per veleggiare sino al suo scopo.

Tuttavia...

 

<< “La dea non aveva affatto previsto che anche gli uomini potessero amare la Terra quanto lei, e il giovane Tutankhamon la colse alla sprovvista con amore sapiente e freschezza di emozioni” >> recitò Kakashi. Squadrò i figli, cogliendo occhiate interrogative, e decise di tradurre. << In pratica, si innamorò >> .

Sasuke fece una smorfia. << Bleah! Tutto qui? >>

Kakashi rise allegramente. << La storia di Calien e della magia ha inizio dall'amore, e tu dici “tutto qui”? Ah, figliolo... L'amore è una parte del dualistico pilastro che sorregge il mondo, la base senza cui niente di ciò che esiste potrebbe essere. Lo diceva sempre, il buon Empedocle >> .

<< Dualistico pilastro? >> punzecchiò Itachi. << E qual è allora l'altra parte? >>

Prima di rispondere, il re attese quella che sembrò un'eternità. << Il caos. Ma state tranquilli >> soggiunse in fretta. << L'amore vince su tutto. Sempre. È giusto che sia così... bè, tornando al discorso di prima >> .

<< Quindi Gea viene sulla Terra, va in questo Egitto e cosa fa? Fa casini? Ma è scema? >> si lamentò il piccolo Sasuke, riportando gli altri alla conversazione.

Il volto di Kakashi si fece cencioso. << Oh, miei dei, figliolo! Stiamo parlando di una dea! Della madre di Calien, per giunta. Non... non lo dire mai più, assolutamente! >> Poi si schiarì la gola, e sospirò. << Ascoltate... Vorrei tanto che non giudicaste Gea. Forse può sembrare che abbia fatto casini. In effetti, è così; lei scende in Egitto, decide di far innamorare un uomo di lei così da poter donare al mondo dei figli con sangue divino, e sceglie l'uomo più potente del regno: il faraone. Questo era il suo piano... Ma i sentimenti hano avuto la meglio sulla razionalità: direi, anzi, sul cinismo. E si sono innamorati entrambi. Vedete, figli miei... >> Altra lunga pausa, forse cercava le parole giuste. << Personalmente, mi sento rinfrancato da questa storia. Vuol dire che anche la Terra stessa, la madre della magia, non ha saputo resistere all'amore. Tutti noi facciamo errori... sia noi elfi, sia gli umani >> .

Itachi stava già per schiudere le labbra, ma l'uomo continuò dolcemente.

<< Tutti, Itachi. Forse vi capiterà di architettare strabilianti piani, nelle vostre vite... penserete di avere tutto sotto controllo, e che potrete controllare ogni cosa. Bè, con questo mito Gea ci ricorda che non è esatto. È legittimo e giusto cercare di darsi dei programmi, un'ordine... ma se l'amore bussa alla porta, non vale la pena incolparsi. Non è una colpa. Non è un errore. Mai >> .

<< Solo l'amore? >> si affrettò Itachi. Il piccolo si torceva le mani timidamente. << Voglio dire... l'amore può essere l'unico ostacolo? >>

Kakashi sorrise con gentilezza. << No, piccolo mio. Imparerete che il mondo è estremamente vario... Ci possono essere tantissime sfaccettature della vita che ci assorbiranno come noi non potevamo immaginare. Però, permettetemi di sottolineare una cosa. Gea si è innamorata di Tutankhamon, questo giovane faraone... Ma, ehi, non ci innamoriamo mica tutti di un faraone! >>

Sasuke ascolava distrattamente. Si torceva sul fianco, buttandosi ogni tanto sulla coltre di cuscini. In tono svagato, disse: << E perchè no? >>

<< Io sono innamorato di voi due >> rispose l'uomo. La luce che schizzava dalle finestre parve ardere. << E della mamma. Ci innamoriamo ogni volta che vogliamo bene a una persona, figli miei... a un amico, un'amica, un partner, un parente. Ecco cosa Gea ci ricorda, con il suo mito: a lei è capitato di sconvolgere i suoi piani perchè ha amato un uomo, e noi siamo quindi chiamati a sconvolgere i nostri, di piani, ogni volta che amiamo qualcuno. Se sarà per il bene dell'altra persona ne vale la pena, credetemi >> .

<< Quindi con “amore” non intendi solo il sentimento che Gea ha provato per Tutankhamon >> sintetizzò Itachi, che si dondolava sulel ginocchia completamente rapito dalle parole del padre.

<< Assolutamente no! Il mondo non è così riduttivo >> esclamò Kakashi. << Quando crescerete, capirete cosa vuol dire amicizia... e vedrete con i vostri occhi quante meravigliose forme di amore esistano nel mondo. Ah, Itachi: non parlare dei sentimenti come se fossero un “ostacolo”. Non lo sono mai >> disse in un sorriso.

Sasuke era tutto intento a schiaffeggiare l'aria, e all'improvviso gettò il capo in direzione del padre. << Hai detto che Gea ha sconvolto i suoi piani >> trillò. << Che intendi? Cosa ha fatto che non aveva previsto? >>

Kakashi inspirò profondamente. Gettò un'occhiata lunga al volume che reggeva sulle ginocchia, e declamò: << I Bijou e i Peccati Capitali. Gea aveva già deciso di donare la magia all'umanità... ma insieme al faraone, stabilì di formulare nuovi tipi di poteri magici >> .

 

 

Continuiamo a leggere il libro sacro.

Caro lettore, sappi che leggeremo direttamente il testo di tale libro sacro. Le parole che leggerai non saranno, dunque, le mie, cioè della voce narrante di questo romanzo.

Ma sono le parole di chi, millenni fa, ha scritto il libro che sarebbe stato eletto a testo sacro per la Foresta di Calien...

I due – la dea Kaguya e Tutankhamon – iniziarono a speziarsi in discorsi dalla squisita fattura. La fiamma della passione ardeva il cuore di Gea e prima che potesse rendersene conto il giovane Tutankhamon era lì, nudo dinanzi a lei e accinto a privarle dai veli che le ricoprivano il corpo.

 

Il sovrano l’aveva inondata di amore, e la commozione la indusse a rivisitare il suo piano.

Aveva intenzione di donare dei figli al mondo… E tramite questi rafforzare l’essere umano.

La decisione che le costò un grande coraggio si configurava come un rischio, ma era una scommessa per il genere umano che avrebbe portato a grandi innovazioni.

 

“Il mondo non appartiene agli dei, bensì agli uomini. Sarà quindi un essere umano a cambiare le sorti del mondo”.

Ecco cosa Kaguya doveva aver pensato quando stabilì di rendere partecipe il sovrano egizio delle sue antiche e sacre origini.

 

Gli avrebbe confessato tutto, lo avrebbe avvisato dei rischi cui stava andando incontro…

E così fu.

I due non erano ancora uniti nella carne, seppur bramanti dell’altro nelle loro intime nudità. Ma un'unione delle anime fu la prima forma di sinergia che venne a procrearsi: la dea si sentì percossa da una stravolgente forza d’animo, afferrò il cuore a due mani e si confidò.

Si fidò.

Oh, nessuno può immaginare quanto le frecce d’avorio che saettavano dalle labbra di Gea avrebbero sconvolto il destino…

 

La dea parlò.

Rivelò la sua vera identità.

Rivelò le origini del mondo.

Rivelò la sua ambizione di donare dei figli alla terra, suo sacro vivaio.

 

E il ragazzo ascoltò.

Comprese la verità di questo mondo.

Comprese la sacralità del sentimento di Amore che, come aveva guidato Dio verso la Creazione, doveva aver sollecitato Gea al dialogo.

Comprese, per qualche motivo, di non essere sorpreso da tutto ciò.

 

 

Il sapiente connubio di arguzia e provvidenzialità fece sì che il sovrano di nome Tutankhamon cedette sotto il peso della verità, mentre l’Amore che guizzava nel suo cuore lo spronò alla fedeltà.

I due si incontrarono in un’unica carne.

L’intero Fato dell’umanità venne mutato: qualcosa inondò i due amanti in quei frangenti, li confortò e allargò gli orizzonti mentali di Kaguya – la dea – e Tutankhamon.

Quel qualcosa era un mare fluido e travolgente. Sto parlando del maremoto della vita.

I due vennero travolti dalla linfa vitale. Dalla forza della vita.

E quindi, dalla magia.

Ecco cosa è, dopotutto, la magia.

 

1323 a.C.: nel regno dell’antico Egitto, si manifestava per la prima volta la magia.

Molte, moltissime storie si raccontano in merito alla genesi di questo potere.

Secondo gli Egizi, fu la dea Iside la progenitrice della magia. Secondo il nostro popolo – e mi duole ammetterlo, ma a torto – è stata la dea Ecate a forgiare la magia.

Nessuno, nemmeno i nostri attuali sacerdoti o gli esponenti dell'agoraion, conoscono la verità: non sanno infatti che furono un umano di nome Tutankhamon e la dea Gea.

A pensarci bene, però, mi sembra piuttosto logico: Gea è la personificazione della Terra, e la magia altro non è che una delle molteplici espressioni che la vita può assumere. Non è quindi come se la magia e la Terra fossero un tutt'uno, in piena armonia?

E' forse questo ideale di sinergia che esortò i due creatori a sviluppare i diciotto Elementi.

 


 

 

 

La luna era in plenilunio quella notte, raggiante nel cielo come se fosse la bocca del cielo.

Gea, la quale aveva scelto il nome di Kaguya per abitare l’Egitto, e il diciottenne Tutankhamon camminavano sulle dune del deserto. La sabbia vociava il proprio calore, alzandosi in montagnette calde e turbinose. Tu che leggi, mi rivolgo a te. Mi rivolgo ai posteri, siccome le Muse mi stanno assicurando che la mia opera verrà conosciuta nei millenni. Quindi ti dico dove essi si trovavano.
Le tre superbe piramidi svettavano davanti ai loro occhi. Il faraone le ammirava con rispettosa fierezza, orgoglioso di essere il sovrano di un popolo che aveva osato tanto. Perfino la dea ne era ammaliata.
Le cosiddette Piramidi di Giza: quelle di Cheope, Chefren e Micerino. Ecco l'amplesso che fu eletto dai genitori della magia come culla della civiltà, culla della vita.
Culla della magia stessa.

<< Le piramidi sono le scale per raggiungere gli dei... >> disse il ragazzo, voce profonda e matura. << Se oltre a te ce ne sono altri, ci stanno sicuramente guardando. Chissà se a loro piacerà >> .

La donna si fermò, assaporando il tepore dell’aria. << Qui andrà bene >> .

Tra i due corse un’occhiata di accesa intesa, e fu allora che la magia ebbe inizio.

 

Il vento soffiò delicato, sussurrò famelico e vorticò impaziente.

La natura sollevò gli occhi stanchi sui due. Generati e generanti, ecco che compivano la più eccelsa creazione: spalancarono le brecce dei loro cuori, aprirono la mente e concretizzarono pensieri.

Esattamente come Dio aveva pensato e attuato la Creazione, così si alzò il sipario della magia.

 

 

<< Fuoco. Erba. Acqua. Aria… >> iniziò Kaguya, e piccoli loculi di energia presero a vibrare intorno alle sue vesti.

<< Fulmine. Metallo. Spettro… >> cantilenò il faraone. La sua sagoma vibrava, mentre fiotti di energia declinavano alti nell’aria.

<< Ghiaccio… >>

<< Terra. Roccia… >>

<< E Psico… >>

La piramide ondeggiava tremula e pericolante: sembrava che volesse crollare, prostrarsi al maremoto di potere che cresceva propagandosi nell’aria notturna.

La natura radiò energia. La luna stridente si allontanava con lezioso pudore, indicando con voce incandescente la grossa spirale che si era innalzata attorno ai due dei.

Kaguya e Tutankhamon erano decisi a non avvedersene. Ogni loro parola scoccava con l’impetuosità di un grido incitante la battaglia, lacerante l’aria in sibilanti tocchi di vento e, malgrado questa forza, ricca di primordiale delicatezza.

Il potere magico oramai zampillava dalle loro sagome, divenute intangibili a cospetto di una tale epifania, mentre nove piccole sfere ruotavano nitidamente nel vuoto.

Le sfere divennero dieci, poi undici… Tutte laccate di un colore diverso…

E quando le sfere furono dodici, gli dei avevano già ricominciato a cantilenare.

 

<< Veleno. Lotta… >> salmodiò Gea.

Stormi di cavallette danzavano nell’aria. Tutankhamon le seguì con grande attenzione. << Coleottero. Drago… >>

<< Normale… >> esclamarono a una sola voce, evocando la neutralità degli elementi.

 

Le sedici sfere di energia sfavillavano nell’aria, donando alle sferzate un poderoso senso di armonia.

La melodia degli elementi era quasi completata.

Le ultime due sfere si aggregarono con grazia nel turbinio, e al loro arrivo tutte le altre risplendettero copiosamente.

<< La magia della Luce e della Vita: Elemento Fata >> gridò in tono supplichevole Gea.

<< Controllo dell’Ombra e dell’Oscurità: Elemento Buio >> concluse il faraone.

 

Quella notte, l’Antico Egitto folgoreggiò di oro e vita.

La luce che scintillò fu tale da anticipare l’arrivo della mattina, e il baluginio degli Elementi che scivolavano nell’aria, sgorgando nel nulla e nel tutto, non si dissolse prima del successivo ciclo lunare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


*ANGOLO AUTORE


Ciao a tutti!
Se hai avuto la sventurata idea di leggere questo capitolo, ti sarai accorto come sia stato un prologo. Mi spiego. Anche se nel titolo dei capitoli non lo specifico, questo e anche il prossimo costituiranno il prologo della storia: chiariamo il contesto, vediamo situazioni accadute nel passato, così da prepararci le ossa per quando arriveremo al romanzo vero e proprio.
Bene, benissimo! Che dire? Anzitutto, grazie di aver letto questo capitolo, I love you <3
Mi chiamo Peppe, ho 22 anni e studio lettere classiche a Urbino. In più... no, un momento! Tutte queste cose le ho già scritte nella mia presentazione, in bio ahah
Nella mia presentazione che ho scritto in page ho anche lasciato i link per i miei profili social: "i miei", boom, che parolone altisonante. In realtà si tratta solo di Facebook e Instagram, eh, niente di che.

Io - devi sapere - ci tengo molto a fare le cose importanti per la mia vita in determinate date.
Così avevo deciso di iniziare a pubblicare questa mia fiction proprio nel mese di giugno. Proprio il 28. Come mai?
Bè, perchè Giugno è il pride month!
Era il 28 Giugno 1969 quando si verificarono i Moti di Stonewall, rivolte che hanno dato inizio finalmente alla crescita, alla vitalità briosa del movimento LGBT. Quindi se dovevo scegliere un mese di questo 2020, mi sono detto: "Perchè non Giugno?"
E' un mese così significativo.
E in più, dovendo stabilire una data specifica, mi sono detto che potevo scegliere o la data del solstizio d'estate, perchè per gli antichi era una data estremamente significativa, oppure proprio il 28. Ho scelto di fregiarmi del 28 per augurarmi da solo un buon auspicio.
Spero che mi porterà davvero fortuna ahah

Come ho specificato nella descrizione della storia, "La Foresta di Calien - Cronache di Uchiha e Mugiwara" è un crossover fra quattro manga che mi hanno particolarmente segnato: Naruto, One Piece, Fairy Tail, Dragon Ball. Ah, un'altra cosa: sarà una fiction lunga. Molto, mooolto lunga.
Bene, per ora è tutto. Spero che il capitolo, e poi anche la storia, siano di tuo gradimento!

Appuntamento al prossimo capitolo: "Da Roma alla Foresta Amazzonica - La battaglia tra Kaguya e Frieza non è finita"!











 
   
 
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