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Autore: Monkey D Akiko    28/06/2020    0 recensioni
“Ahh quanto era bello il mio Yamatuccio!”
Miyu stringeva tra le mani le foto del suo fidanzato e ogni tanto le strofinava teneramente contro la guancia.
"Sei fortunata Miyu, io darei qualsiasi cosa per vedere le foto di Otohata da piccolo”
“Scusa Aya, perché non chiedi semplicemente a Otohata di mostrartele?”
“M-ma cosa dici? Non ne avrei mai il coraggio!”
Ran balzò in piedi e puntò il dito verso Aya.
“L'unica soluzione per vedere Otohata da piccolo è tornare indietro nel tempo!”

Riuscirà Aya a vedere il piccolo Otohata o sarà qualcun'altra la fortunata a fare un tuffo nel passato?
Iniziativa: Questa storia partecipa a “Time Travel Time” a cura di Fanwriter.it!
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aya Hoshino, Miyu Yamazaki, Ran Kotobuki, Yamato Kotobuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NOTE DELL'AUTORE
Salveeee a tutti! <3 Eccoci all'ultimo capitolo che, tra una cosa e l'altra, mi ero dimenticata di pubblicare ... ops, scusate ^^"
Spero che la storia vi sia piaciuta, ringrazio tutti coloro che l'hanno letta e chi la inserirà tra le preferite, seguite e ricordate. Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate, mi farebbe immensamente piacere! <3
A presto!
Monkey D Akiko <3


Se ne stava lì, abbattuta, in attesa di un suo commento.
“Lo capisco, ma fare a pugni non è il modo giusto. Ora tornate tutte in classe che la pausa pranzo sta finendo” disse rivolgendosi anche alle sue ammiratrici che obbedirono come cuccioli fedeli.
Anche se riluttanti, i teppistelli fecero quanto detto e presto nel cortile non rimase più nessuno.
Yamazaki restò nella stessa posizione finché la campanella suonò. Aveva deluso Yamato, doveva assolutamente rimediare.
Lo aspettò davanti al cancello alla fine delle lezioni. Se ne stava appoggiata al muretto con le braccia dietro la schiena, altrimenti avrebbe fatto avanti e indietro come una disperata.
Il cuore stava per scoppiarle in gola quando finalmente lo vide, circondato ancora da un folto gruppo di ragazze.
“Ya-yamato!” lo chiamò staccandosi dalla muraglia e giungendo le mani al petto.
“Ma questa chi è?”
“E come osa chiamare Kotobuki-kun per nome?”
Risposero le fanciulle contrariate ma il ragazzo le ignorò.
“Ah, sei tu … Miyu, se non ho capito male”
La bionda ebbe un sussulto, andava bene dirgli il suo vero nome?
“Ehm, Miyuki, Miyuki Yamakawa. Io volevo, ecco, volevo scusarmi per oggi”
“Sono io che dovrei scusarmi, veramente … – rispose grattandosi la nuca con lo sguardo rivolto in basso a sinistra – Sono stato molto scortese, tu sei intervenuta per aiutarmi e io, invece di ringraziarti, ti ho rimproverata” finì guardandola negli occhi e abbozzando un sorriso.
“M-ma no! Avevi ragione, la violenza non porta a niente di buono e Miyu- ehm, Miyuki promette che non farà più una cosa del genere!” affermò con le guance imporporate mentre si sporgeva un po’ in avanti.
Yamato sorrise calorosamente, a Miyu sembrò di vedere tutto il mondo più luminoso e bello.
“Mi fa piacere! Allora ci vediamo, Yamakawa!”
Detto questo la sorpassò e, seguito dalle ragazze che le lanciavano occhiatine indispettite, lasciò la scuola.   
Miyu lo seguì con lo sguardo finché scomparve dietro un angolo. A quel punto iniziò a saltellare e a dimenarsi tenendosi il viso tra le mani mentre la folla si teneva alla larga.
“Però adesso che faccio? Il mio Yamatuccio se ne è andato e Ran e Aya hanno detto che sarebbero venute a prendermi tra un paio di giorni …”
Yamazaki iniziò a dondolare sul posto tenendo le mani dietro la schiena. Avrebbe potuto andare a farsi un giro per Shibuya o andare a vedere i suoi amici da piccoli. Per il suo pernottamento avrebbe potuto infiltrarsi a scuola e dormire lì, non poteva di certo tornarsene a casa …
Senza pensarci troppo decise di fare un po’ di shopping, Ran sarebbe stata gelosa dei suoi accessori vintage.
Tutta sola però non riusciva a divertirsi.
Si trovò, alla fine, seduta vicino alla stazione di polizia dove nella sua epoca c’era il suo bel fidanzato e dove la sua animata combriccola era solita ritrovarsi. Era da tanto che non le capitava di stare a lungo senza qualcuno accanto e la solitudine iniziò a pesare sulle sue spalle come un macigno.
Per una strana ironia, stare nel passato le ricordava tristemente i suoi brutti trascorsi.
Senza rendersene conto le lacrime iniziarono a solcare il suo viso e lei si strinse nelle ginocchia. Voleva tornare a casa, voleva qualcuno che le dicesse che andava tutto bene.
Voleva Yamato.
Poi una mano si posò sulla sua spalla.
“Ehi, perché sei così triste?”
Miyu alzò piano il volto verso il proprietario della voce. Un dolce sorriso la accolse come in un abbraccio.
“Yamato!”
La bionda non resistette e si fiondò tra le braccia del giovane che arrossì per il gesto inaspettato ma la strinse forte.
“Ya-Yamakawa … cosa succede?”
“Mi sento tanto sola …” rispose tra un singhiozzo e l’altro.
“Hai litigato con le tue amiche o la tua famiglia?”
Ecco, e adesso come glielo spiegava che era sola perché si trovava in una dimensione temporale diversa per colpa della sua sorellina del futuro?
Dovette ricorrere ad una scusa.
“Vedi, in questo periodo i miei genitori si spostano continuamente da un posto all’altro per delle conferenze di lavoro e io li devo seguire. Non so ancora quando potremo tornare a casa e io mi sento tanto sola senza i miei amici”
“Non trovi un po’ di conforto nella tua famiglia?”
La bionda negò con il capo.
“Loro sono sempre assenti, è come se la mia vera famiglia fossero i miei amici”
Queste parole nascondevano un fondo di verità. La famiglia di Miyu erano Ran, Aya, Yamato, e tutti gli altri.
“Mi dispiace, non deve essere facile per te”
Quanti ricordi le tornarono alla mente. Quelle parole erano le stesse che il suo amato le rivolse la prima volta che parlarono nella stazione di polizia.
Un sorriso non poté che sorgere spontaneo sulle sue labbra.
“Però stare con te mi aiuta davvero tanto!”
Kotobuki arrossì. Yamakawa era davvero una ragazza molto carina. Pensò anche che aveva un animo dolce che era stato ferito troppo a lungo.
“Se è così, ti dirò una cosa molto importante. Il mio sogno è di entrare nel corpo di polizia, come la mia famiglia fa da generazioni, e come futuro poliziotto è mio dovere aiutarti! – dichiarò indicandosi con il pollice al petto e uno sguardo orgoglioso – Andiamo a divertirci, ti terrò compagnia io!”
Miyu esplose dalla gioia e saltò nuovamente al collo del ragazzo.
“Ah! Yamatuccio sei il migliore! Grazie, grazie!”
“Ya-Yamatuccio?” balbettò rosso dall’imbarazzo.
Miyuki era sicuramente una ragazza fuori dal comune ma in fondo le piaceva.
I due andarono in giro per Shibuya come una coppietta felice. Yamazaki era felice, era da tanto che non aveva un appuntamento con il suo tesoruccio, soprattutto un pomeriggio per Shibuya. Avere la stessa età era un vantaggio, potevano fare tante cose insieme. Se le età di Ran e Yamato fossero state invertite, chissà se lui avrebbe potuto comunque aiutarla a cambiare vita?
Il suo Yamato restava il poliziotto dal cuore d’oro che l’aveva salvata ma non poteva negare di essersi innamorata anche del Yamato suo coetaneo.
Improvvisamente il cellulare della ragazza squillò. Era Aya. Miyu si congedò un momento per risponderle.
“Miyu? Come stai? Hai visto Yamato?”
“Ciao Aya! Tutto bene, in questo momento sto avendo un appuntamento con lui, sono in love-love-mode!” rispose dondolandosi.
“E brava Miyu, hai fatto centro!” si congratulò Ran.
“Sono felice per te Miyu!”
“Se mi avete chiamata, ragazze, vuol forse dire che ci sono buone notizie?”
“Esatto! Aya è riuscita a risolvere il problema!”
“Sì ma non è stato facile con te che continuavi a mettere mano ovunque …”
“Be cool, be cool! Ormai è tutto risolto! Miyu, torna al laboratorio di scienze, noi stiamo arrivando!”
“Oh che bello! Anche se dover salutare Yamato mi rende un po’ triste …”
“Capisco come ti senti ma è inevitabile. Ci vediamo tra poco allora!”
“A dopo ragazze”
Eccoci giunto al momento degli addii.
Miyu tornò da Yamato con un’espressione non molto felice.
“È successo qualcosa Miyuki?” su richiesta della ragazza, aveva iniziato a chiamarla per nome.
“Era mia madre, ha detto che mi stanno aspettando per tornare a casa”
“Ah … beh, sarai felice. Rivedrai i tuoi amici.”
“Già. Però …”
“Però?”
“Non rivedrò te …”
Il silenzio calò tra i due. Entrambi tenevano lo sguardo basso.
“Però, questo non è un addio. Vero?” chiese Kotobuki.
Miyu prese le mani del ragazzo tra le sue.
“No, non è un addio. Io vivo molto lontano da qui e non so quando potrò tornare ma sicuramente tornerò”
“Allora io ti aspetterò Miyuki!”
“Quando ci rivedremo, prometti che mi aiuterai ancora?”
Yamato tolse le mani da quelle della ragazza e la abbracciò forte, tenendole la testa contro il suo petto.
“Te lo prometto. Ti aiuterò ogni volta che ne avrai bisogno. Chissà, forse sarò già un poliziotto quando accadrà”
“Sì, sì lo sarai”
Restarono così ancora qualche istante prima che Miyu si staccasse.
“Ora devo proprio andare. A presto, Yamato!”
“A presto, Miyuki!”
La ragazza indietreggiò, si voltò e iniziò a correre via. Poco più avanti si fermò, si girò nella direzione in cui aveva lasciato il ragazzo. Lo saluto con la mano e un sorriso, che lui ricambiò, poi riprese la sua corsa.
Una volta arrivata a scuola, scavalcò la muraglia ed entrò. Una volta che fu davanti alla porta del laboratorio, si sentì invadere da un senso di apprensione. E se le sue amiche non fossero arrivate? Se ci fossero state delle complicazioni?
Esitò con la mano vicino alla maniglia ma subito la porta si spalancò.
“Eccoti qui Miyu! Si torna a casa!”
Ran e Aya erano davanti a lei con dei sorrisi smaglianti e dietro di loro svettava la macchina del tempo.
“Torniamo a casa, sì!”
Le tre si infilarono insieme nella macchina del tempo, pronte alla partenza.
“Tenetevi libere per questo week-end, ragazze, perché andremo a fare shopping nel passato!”
“Ran, sei sempre la solita. Pensi solo agli acquisti?”
“Ma prima andremo a vedere Otohata da piccolo, vero Ran?”
“Nopro, nopro! Possiamo fare tutto quello che vogliamo! Ricordate la regola numero uno delle gal: niente è impossibile per una gal!”
   
 
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