Eccomi
di nuovo, con questa storia, spero qualcuno l’abbia letta,
altrimenti, non
importa. Questo capitolo cambiamo punto di vista, comunque,
un’informazione
necessaria da dare: La Clare ha detto che l’Evocazione di
Raziel (con tanto di
nascita dei Nephilm) è avvenuta nel XI secolo, io ho deciso
di posticiparla al
XII secolo, per due semplici motivi: storicamente mi interessa di
più, ci sono
state la quarta e quinta crociata (e la terza è avvenuta,
tipo un ventennio
prima dell’inizio del secolo). Comunque in realtà
tutta questa ‘cosa’ per
questa vicenda nello specifico, è inutile (doveva essere il
tema centrale della
storia molto più complessa), serviva solo per
contestualizzarla. In questo
momento della narrazione i Nephilm esistono, gli uomini ne sono a
conoscenza,
ed Alicante è ‘tecnicamente’ uno stato
(In realtà è un po’ più
complesso, ma lo
spiegherò).
Pace e amore,
RLandH
Thy kingdom come
The warriors
1236
Sua
madre si era passata
la lingua sulla punta del pollice, prima di passarla su una delle sue
sopracciglia, per aggiustarle, “Madre!” aveva
sussurrato Eleanor gonfia di
imbarazzo, quasi desiderosa di allontanare con uno schiaffetto la mano
della
sua genitrice, probabilmente, però, poi, non avrebbe
più avuto una mano. Sua
madre non era una donna che potesse essere contradetta, neanche dalla
sua
stessa figlia.
“Silenzio, sciocchina! Fidati di me per una volta”
aveva mormorato quella,
passando sta volta le dita sottile tra le trecce dei capelli. Eleanor
non era
mai stati così ordinata e linda come in
quell’occasione, neanche quando aveva
partecipato ai balli e alle feste ad Alicante, o alle corti dei nobili
in cui
era stata.
“Madre, devo partecipare ad una caccia, non al ballo alla
corte di un re” si
era difesa innocentemente, non ottenendo alcun risultato dal limitare
le
limature della donna, “Lo so, sciocchina” le aveva
detto svenevole, “La prima
caccia da sola” aveva aggiunto leggermente elettrizzata sua
madre, facendo
saettare gli occhi sulla mano del colore della terra bruna, su cui
svettava la
runa nera. Tecnicamente sua madre non aveva mai svolto una caccia
completamente
da sola, o meglio senza supervisione, sapeva combattere, molto bene, ma
era più
capace nel difendersi che nell’attaccare, oltre che
naturalmente più orientata
nello studio teorico. Eleanor non conosceva nessuno che fosse una
conoscitrice
di bestiari ed erbolari più abile di lei, neanche suo zio
Dai, e suo zio Dai,
era sempre preparato su tutto. “Non sarò da sola,
saremo in due” aveva detto
stoica Eleanor, “Io e la mia metà” aveva
specificato, “Tre” l’aveva corretta
sua madre.
“Non voglio ne Charles ne Edward ne nessun altro”
aveva stabilito Eleanor
infastidita, “Io e Louryn, siamo assolutamente in grado di
affrontare una
caccia” aveva stabilito, “L’estate scorsa
abbiamo salvato perfino la duchessa
di Borgona!” si era lamentata.
Sua madre aveva scosso il capo, aveva un viso scuro, eredità
del suo sangue
moro, ed i capelli con neri come le ali di un corvo, era una delle
poche cose
che Eleanor aveva ereditato da lei, oltre gli occhi, sue spilli
indaco-viola, a
detta di tutti di una bellezza maestosa, degni di una
‘Principessa del Regno
dei Cieli’, con cui spesso la gente aveva apostrofato sua
madre, con un certo
scetticismo da parte di Eleanor.
Per il resto, lei assomigliava a suo padre – e a sua zia,
soprattutto – più di
quanto somigliasse a sua madre, longilinea, alta, con il naso dritto
come una
freccia, poco formosa e ‘quell’espressione
lì’ che Eleanor aveva ritrovato
sempre in suo padre, suo zio e a volte nel suo stesso riflesso. Uno
sguardo
duro, che non sembrava sciogliersi alla dolcezza, neanche quando il
viso era
rischiarato da un sorriso, come se qualcosa pesasse sempre sul cuore.
Ed Eleanor doveva ammettere di sentire sempre qualcosa schiacciarla sul
petto.
“Verrà con voi Mary Ann” aveva rivelato
sua madre, “Olderico, vuole che sia …
più una shadowhunters e meno una dama” aveva detto
con leggero disagio.
“Lord Roswain continua a fare dell’ignorare i
desideri della sua famiglia
un’arte” si era lamentata Alionor, pensando alla
piccola Mary Ann, l’unica
figlia femmina della schiatta dei Rosewain, aveva quattordici anni, a
malapena
compiuti, il viso appuntito come quello di un topo, la passione per il
ricamo e
la piacevolezza di un chiodo ficcato in un alluce. “Olderico
è sempre stato
così” aveva ammesso sua madre,
“Pedante” aveva ammesso, “Anche quando
era un
semplice uomo” aveva dichiarato, “Ne gli anni ne il
sangue d’angelo hanno
aiutato il suo brutto carattere” aveva dichiarato lei.
“Speriamo che la povera MaryAnn non inciampi e si infilzi con
il suo stilo, per
sbaglio” aveva detto lei, gonfiando le guance.
Aveva
raggiunto le mura
nord di Idris, tenendo per le briglie, Marin, la sua palafrena, del
colore
della sabbia. Charles, suo fratello maggiore, l’aveva
accompagnata, camminandole
alcuni passi indietro, per non farle sentire la sua presenza in maniera
opprimente. Charles era in tutto e per tutto figlio della loro madre,
era solo
una versione più alta e con l’ombra di una barba
su un viso morbido.
Vide Lauryn già alla porta, indossava un farsetto da uomo,
su cui era stata
cucita la blasonatura, raffigurante un’alta colonna bianca,
con il capitello
dorico, circondata da fiamme stilizzate, simbolo della sua famiglia, di
cui
tecnicamente era l’unico esponente, i Santacolonna. Indossava
calzoni da uomo e
stivali alti fino al ginocchio. “Avrai bisogno di un mantello
lo sai?” aveva
chiesto Eleanor appena l’aveva veduta.
“Non sono vestita appropriata?” aveva chiesto
Louryn, guardando il suo
vestiario, “Nella terra degli angli, fa molto più
freddo!” aveva parlato
Charles, sbottonandosi la mantella che portava sempre, più
per estetica che
vera utilità, per assicurarsi di metterla attorno al collo
di Louryn.
“Quando parlano di amor cortese, parlando di voi Charles,
vero?” aveva detto
sfacciata la sua parabathai, mentre guardava le mani di Charles,
fermarle la
fibbia all’altezza dello sterno. “E quando parlando
di madame dal viso di
angelo e attitudine di sirena, parlando di voi, Lorenza”
aveva replicato suo
fratello.
Louryn non aveva perso neanche un brivido, sorridendo sfacciata a suo
fratello,
che poi si era fatto da parti.
“Se volete ancora discuter d’amor cortese, mi
assicurerò di dire al vostro
insegnante di essere più diligente, al rientro”
una voce gli aveva risvegliati
da quel quadretto. Jean Beauvalle si stagliava sotto la porta,
imperioso come
un angelo, vestito di tutto punto di colori scuri, con i capelli biondi
screziati di bianco e grigio, senza un filo di barba, ancora attraente
nonostante l’età che cominciava a sfiorire. E
sopra ogni cosa, brutale, aveva
spalle larghe, braccia robuste ed un petto ampio, il viso sempre scisso
in un’espressione
contrita in cui la runa della forza svettava sulla guancia, in un
memento
continuo per i suoi rivali. Lei e Lourin si erano affiancate
l’un l’altra,
dritte come spade, mentre Charles si era fatto da parte,
perché l’uomo le
avvertisse a dovere.
Sua madre le aveva detto che c’era stato un tempo in cui Jean
Beuvalle sapeva
essere ‘un affascinante signorotto’ ma ad Eleanor
quello appariva come un mito
o molto altro, da che lo aveva conosciuto lo aveva sempre visto come un
uomo
irreprensibile, stoico e poco incline alla facezie.
Secondo Edward Blackthorn era colpa della zia di Eleanor, nonostante
Jean
avesse preso una sposa confacente e messo al mondo figli Shadowhunter,
come
voleva la tradizione, egli era stato innamorato di sua zia; per sua
sfortuna,
la donna aveva messo in chiaro in ogni modo che non fosse minimamente
interessata a maritarsi.
“Ero contrario che questa missione fosse assunta da voi
due” aveva cominciato
il cacciatore maturo, “Troppo giovani” aveva
commentato.
“Troppo femmine” aveva sussurrato Louryn
all’orecchio di Eleanor; l’uomo aveva
continuato a parlare, “Ma il Duca Wilsbury ha ritenuto voi
due fanciulle fosse
adatte” aveva pronunciato, con lo stesso tono che avrebbe
avuto, se in bocca
avesse avuto un limone. “A breve si aprirà un
portale, creato da uno stregone”
la spiegazione di Jean aveva avuto un’altra pausa, il
riferimento al figlio di
lilith era stato accompagnato da una smorfia poco carina, “Vi
condurrà in
quello che un tempo era il castello dei Mowbray, earl di
Northumbria” aveva
riportato Jean con un tono quasi nauseato.
L’ultimo Conte riconosciuto legalmente era vissuto
più di un secolo prima e si
era rivolto contro il suo stesso re, però i Mowbray erano
rimasti comunque in
Northumbria, nonostante il territorio fosse finito spezzato in
più parti e
spartito tra scozia ed Inghilterra.
Non esisteva comunque più un Mowbray che potesse tenere il
titolo, comunque,
l’ultimo di quel ramo della famiglia, Aron Mowbray era
defunto quando Eleanor
non era che una bambinetta senza denti che non poteva stare in piedi
sulle
gambe. “Oggi, il castello di Norsewick[1],
è un appendice, che sia
re Alexander sia re Henry permettono a noi Shadowhunter di usare, per
controllare la situazione demoni” aveva spiegato Jean,
didascalico.
Tutte cose su cui sia lei sia Lauryn erano già state
istruite.
“Per la missione, verrete ragguardiate per bene, dai
cacciatori locali” aveva
fatto sapere Jean, l’attimo prima che un vortice di un
azzurro intenso
squarciasse l’aria, “Andate signorine”
aveva stabilito poi con un tono
rassegnato Jean, “Ricordatevi che a voi è rimesso
il compito di rappresentare
Alicante ed i Nephilim, di guidare il messaggio, agli uomini”
aveva emesso.
Louryn aveva annuito, camminando attraverso il portale, che in quel
momento
aveva cominciato a scintillare di un rosso-aranciato, Eleanor si era
voltata
verso suo fratello. Charles aveva l’espressione contrita, le
labbra strette in
una linea verticale, si sforzò di sorridere, per
incoraggiarla, ma anche sul
suo viso a fuoco era tatuata ‘quel espressione
lì’. Eleanor mandò giù della
bile e passò il Rubicone.
“Mi
sembra che tuo padre
non si curi di farti mangiare abbastanza” aveva sottolineato
sua nonna, con un’espressione
quasi insofferente, mentre si assicurava che i servi le mettessero da
mangiare
abbondantemente.
“No, Lady Anne, è che le nostre donne bruciano il
cibo come gli uomini” si era
inserito nel discorso Jasper Lovelace, con il suo sorriso con i denti
perfetti
e le labbra piene, aveva una quindicina d’anni più
di Eleanor, eppure secondo
lei doveva essere l’uomo più bello che avesse mai
camminato sulla terra. Se i
suoi genitori avessero voluto combinarli un fidanzamento con lui, non
le
sarebbe dispiaciuto, era in fin dei conti ancora scapolo.
Anne aveva scosso il capo, era la madre di suo padre, non aveva mai
bevuto
dalla coppa ed era ancora umana. L’ultimo membro, vivente, mondano
della
sua famiglia. “La caccia consuma moltissimo” a dare
manforte a Jasper Lovelace,
era intervenuto Baldovino Rosewain, con il suo solito tono diplomatico. Egli di tutti i figli che
Olderico Rosewain
aveva avuto era quello che più li somigliava, il suo
incarnato era olivastro e
gli occhi erano verde denso, i capelli erano una matassa di riccioli
castani,
portati lunghi, così come la barba, alla maniera danica,
così in contrasto con
suo padre ed i fratellastri. Baldovino, ad onor del vero, era
l’unico figlio
che Olderico aveva avuto dalla sua prima moglie, prima
dell’ascensione, Eleanor
non l’aveva mai vista ma immaginava che avesse lo stesso naso
piccolo e stretto
di Baldovino. Mary Ann, minuscola, al suo fianco sembrava quasi
inesistente.
“Ci avvicineremo a Londra?” aveva domandato con
impazienza Louryn, “Veramente,
signorine, noi andremo a sud” aveva chiarito Jasper,
“Il sommo stregone di
Londra ci ha fatto sapere di alcune attività demoniache
nella regione, cosa che
sta turbando non poco Re Henry” aveva raccontando
didascalico, “Alcuni giovani
cacciatori sono già lì” aveva detto
Jasper, “Bal, era lì, è tornato apposta
per
darvi il benvenuto” aveva detto, con quel suo sorriso
affasciante. Jasper era
di origine scozzese, il gaelico si percepiva in ogni sillaba, in ogni
erre
pronunciata.
“Noi?” aveva chiesto allora Eleanor, “Voi
andrete da Llywelyn il Grande,
cognato di Re Henry” aveva esplicitato,
“Chi?” aveva domandato ingenuamente
lei, “Il principe di Galles, marito della sorellastra del Re
di Inghilterra”
aveva spiegato Jasper. “Abbiamo chiesto perciò ad
Alicante una delegazione per
aiutarci” aveva chiarito immediatamente Baldovino, con un
tono un po’ più
ferroso, “Ci aspettavamo Ed o Charlie” aveva
ammesso poi, prima di forzarsi nel
sorridere, in maniera che sembrava accomodante, “Comunque la
vostra missione è
di semplice ricognizione, scoprire se i demone maggiore o qualche
nascosto ha
aperto un’altra fessura” aveva detto Baldovino,
“Ed ovviamente uccidere demoni”
aveva ridacchiato Jasper.
“Non è il nostro primo torneo” aveva
chiarito Louryn con un sorriso rilassato
sul viso.
“Posso chiederti l’origine?” aveva
chiesto Baldovino, guardando la sua parabathai,
“Non hai un accento proprio di Alicante” aveva
ammesso.
“Sono nata all’Urbe” aveva detto con
orgoglio Louryn, “Ho imparato però in
giovane età sia francese sia inglese” aveva
raccontato, “L’enochiano ed il
latino abbiamo cercato di impararlo assieme” si era inserito
Eleanor nel
discorso, “Con il greco siamo ancora ad una situazione
critica” aveva
ridacchiato.
“Spero tu abbia notevoli conoscenze in ebraico”
aveva detto sua nonna, “Sarebbe
quanto meno sconveniente per te” aveva aggiunto,
“Dalla nipote della famosa Anne
d’Outremar, di fatti” aveva ridacchiato
Lovelace; Eleanor aveva annuito,
inoltre, sua madre era originaria Giaffa. “Io
sono nato a Costantinopoli, ma sia mio
padre, sia mia madre erano italici, sebbene di origini
franco-germaniche” aveva
raccontato Baldovino, prima di rivelare che in parte anche sua sorella
lo era. “La
mamma di Mary Ann invece è di Bologna, se non ricordo
male” aveva detto
Baldovino, ottenendo un cenno d’assenso da parte della sua
sorellastra. “Conosciamo
Madonna Giuliana” aveva detto Louryn con un sorriso piuttosto
divertito sulle
labbra, “Mi ha aiutato molto ad integrarmi dal duca
Wilsbury” aveva detto con
un sorriso raggiante la sua amica.
“Quando partiamo?” aveva chiesto Mary Ann Rosewain,
parlando per la prima
volta, tirando indietro i capelli neri, portati sciolti come una
vergine. “A
breve, sorella” aveva stabilito Baldovino, non le aveva
risposto in inglese ma
in italiano, lingua che Eleanor aveva imparato rudimentalmente con la
compagnia
di Louryn.
Baldovino aveva voltato gli occhi verso Eleanor, aveva occhi noccioli,
intensi;
di viso era anche un uomo attraente, sfigurava accanto la bellezza
accattivante
di Jasper, ma il fascino mediterraneo trovava ragione nel continuo
elogio che
sua madre ne aveva fatto.
Anche Baldovino, come Jasper, aveva quasi il doppio dei suoi anni.
“Mary
è una figlia dell’angelo, si”
aveva raccontato il maggiore dei Rosewain, allungando una mano per
raccogliere
il polso di sua sorella, con gentilezza, così mostrando la
parte interna del
polso della sorella, dove la runa della vista, in nero brillante,
svettava. “Ma
non è molto esperta nel combattere” aveva
stabilito Baldovino, “So, disegnare
le rune in maniera perfetta” era intervenuta in sua difesa la
stessa giovane
Rosewain, con sguardo duro e tono inflessibile. Aveva gli occhi scuri
come
noccioli di mela.
“Chiederemo alla strega un altro portale, così
sarete a nel Galles senza dover
cavalcare fin lì” aveva detto Jasper,
“Non che sia male come panorama, l’Inghilterra
si difende bene, anche se non è bella come le Highlands
scozzesi” aveva
ridacchiato il cacciatore Lovelace. “Ho vissuto tutta la mia
vita in questa
terra e continuo a trovarla inospitale” era intervenuta sua
nonna, “Cieli
grigi, clima freddo e tempo umido” aveva detto secca la
donna. “Doveva proprio
amare suo marito per averlo seguito da Acri” aveva commentato
Louryn con un
tono smaliziato. Sua nonna aveva ridacchiato, “William, si,
sarebbe voluto
rimaere lui con me, nel Regno dei Cieli, ma io non avevo nulla
lì e lui aveva
ancora qualcosa qui” aveva aggiunto sua nonna, con un tono
basso, “Inoltre: per
quanto io ho amato William, non ho mai occupato nel suo cuore la stessa
devozione che lui ha avuto per l’Inghilterra e per
Richard” aveva scherzato Anna,
con gli occhi stanchi ricordando qualcosa di bello, ma inesorabilmente
passato,
“Da questo punto di vista, bambina, tuo padre è
come lui” aveva detto,
guardando Eleanor.
“Prima messer Lovelace, avete parlato di una strega. Ma il
portale è stato aperto
da uno stregono uomo o è stata una mia svista?”
aveva domandato Louryn
interessata. Ad Alicante vivevano dei Nascosti, vivevano ovunque in
vero, ma
erano comunque pochi e nessuno nelle varie roccaforti nephilm, da come
aveva
capito Eleanor, ne esistevano diverse, sparse per il mondo, non aveva
mai
sentito di nascosti che vivessero lì. “Signorina
Santacolonna, non sono un
messere, sono solo un umile cacciatore nelle ombre. Ma no, non sei
stata
ingannata, il portale di oggi è stato aperto da uno stregone
di Winchester, era
venuto qui al a Norsewick per incontrarsi con un esponente della corte
seelie”
aveva spiegato Jasper, “Abbiamo usato lui, rispetto la nostra
strega di
fiducia, perché ella si sente titubante
nell’aprire portali ad ampio raggio,
specie per trasporatare due così preziosi tesori”
aveva aggiunto affabulatore.
“Avete una figlia di lilith di fiducia,
che stranezza” si era lasciata
sfuggire Eleonor. Sua nonna aveva chinato il capo, dando più
interesse alla sua
coppa di vino, “Si, vive in un paesello qui vicino,
travestita da monaca” aveva
raccontato piatto Baldovino.
Olderico Rosewain, padre di Baldovino, tra tutti i cacciatori con cui
Eleanor
era entrato in contatto era quello che più di tutti
diffidava dei nascosti, ne
aveva un’avversione a pelle, perché diceva che
erano infidi, come i demoni loro
consanguinei, un pensiero che Eleanor e molti shadowhunters ritenevano
ottuso
quel modo di pensare[2].
Jasper, invece,
stava sghignazzando con un
certo divertimento, come se nell’innocenza delle parole di
Louryn e delle sue,
leggesse qualcosa che anche a loro stesse era precluso. “La
signorina Pera è
una donna adorabile, per quanto la progenie del demonio possa definirsi
tale” aveva
commentato sua nonna, “Si, potrebbe essere Somma Stregona di
Londra, o di
qualsiasi altra importante città del mondo, senza
indugio” aveva raccontato
Baldovino, perdendo per un solo secondo la sua durezza. La voce si era
tinta di
morbidezza. “Per un periodo ha anche servito come Somma
Signora di Costantinopoli”
aveva raccontato Jasper, “Le invierò un messaggio
di fuoco, così che sarà qui
il prima possibile. Come detto, non ama molto viaggiare per
portali” aveva
aggiunto. “Sarebbe magnifico” aveva risposto
solamente Eleanor. Louryn aveva
scosso il capo, “Da Costantinopoli ad un paesino brullo tra
Inghilterra e
Scozia, che stranezza” aveva commentato la sua amica.
Si
era sistemata per la
notte, mettendo una vestaglia, il castello di Norsewick era
più freddo della
loro dimora ad Alicante. Vivano nella vecchia reggia del duca Wilsbury,
da cui
era possibile vedere le alte torri d’Adamas, di Idris, che
sua zia stava
progettando. Era splendida la vista di Idris, dalla finestra della sua
camera,
la città era illuminata dalle pietre di strega-luce, dando
l’aspetto di un
luogo coperto di polvere di stelle e diamanti. La vista da quella
finestra, era
cupa, non si vedeva altro che buio, sapeva del borghetto sorto nel
circondario
di Norsewick e della foresta oltre, ma l’unica luce era data
dalla candela al
suo fianco e dalle stelle nel cielo.
Louryn si era già coricata, non avevano alcuna vergogna nel
dividere il talamo,
da quando erano bambine, si era intrecciata i capelli con delle stoffe,
per
mantenere i riccioli e con una strega-luce sul ventre illuminava il
mondo al di
sotto delle coperte. Eleanor non aveva bisogno di vederla per saperla
intenta
nella lettura di qualche angiografia o bestiario.
Aveva sentito rumore di zoccoli ed il portone della cinta murata venir
calato,
aveva recuperato il suo stile, d’amar, lavorato a mano da sua
zia e veloce si
era disegnata su una coscia, sotto la runa della vista, quella per il
buio, per
poter distinguere tutto.
Una carrozza si era fermata nell’atrio della fortezza, non
era molto ricca, era
quadrata e stretta, fatta di legno dipinto. C’era un
cocchiere, ammantato di
nero, che teneva le redini di un vecchio ronzino. Baldovino Rosewain
aveva
raggiunto, la carrozza per aprire l’anta. Se Eleanor si era
aspettata una
presenza misera, come tutto il resto, era rimasta delusa, per quanto
quella
parola non potesse essere più lontana da quello che provava.
La strega.
Indossava un mantello di zebellino, che le arrivava fino alle caviglie,
appena
visibile, sotto svettava una gonna rosso sangue. I capelli erano
nascosti da un
songolo rosso sangue, su cui erano state ricamate alcune gemme. Jasper
le aveva
preso una mano guantata e l’aveva bacio, lei non era
arrossita ne si era
scomposta, aveva accarezzato il viso dello shadowhunter con delicatezza
fraterna.
Il tocco sulla porta l’aveva distratta da quella scena,
Eleanor era saltata sul
posto, voltandosi verso l’ingresso, anche Lauryn aveva
affacciato il viso da
sotto le lenzuola.
“Chi è?” aveva chiesto, indossando il
mantello pesante sopra la camicia da
notte, aspettandosi sua nonna, desiderosa di recuperare il tempo che le
aveva
divise. Suo padre aveva cercato tantissime volte di convincerla a
lasciare
Norsewick e venire con loro ad Idris. Ma la donna non ne aveva voluto
sapere,
aveva vissuto per moltissimi anni in Northumbria, lì, in
terra consacrata erano
seppelliti due sei quattro figli, una sua cognata ed anche un suo
nipote,
probabilmente lei stessa voleva essere seppellita io.
“Sono io, Jasper” aveva mormorato qualcuno
dall’altra parte della porta.
“Decisamente sconveniente” aveva riso Lauryn,
“Ed anche molto audace” aveva
aggiunto piena di divertimento.
Eleanor era arrivata davanti alla porta, “Io, non sono sicura
di poter aprire,
nelle mie condizioni” aveva ammesso lei, cotta di imbarazzo.
“Immaginavo. Non
volevo essere sfacciato” aveva concordato lui,
“Volevo solo dire che sono
felice di avervi qui, entrambe, spero che l’Inghilterra non
vi deluda, spero
decidiate di restare, Norsewick è un posto tremendamente
triste” aveva ammesso,
prima di augurarle la buona notte.
“Io
scriverei una lettera
alla tua cara madre” aveva detto Lauryn, quando Jasper era
andato via, mentre Eleanor
spostava il lembo della coperta, per infilarsi nel letto, le lenzuola
sembravano ruvide, ma calde, ed il materasso era imbottito di paglia.
“Per
dirle cosa? Domani prima di partire le scriverò una lettera
a lei e mio padre”
aveva stabilito, coricandosi. L’unica luce nella stanza era
data dalla
pietra-luna, “Ma di Jasper Lovelace, ovviamente”
aveva detto Louryn divertita,
“Di te che lo guardi languidamente e lui così
svenevole” l’aveva presa in giro
la sua amica.
“Se scrivessi qualcosa del genere ai miei genitori, mia madre
verrebbe di
corsa, anche a costo di nuotare per la manica, per organizzare le
nozze, mentre
mio padre verrebbe ad organizzare il tragico incidente di Jasper
Lovelace”
aveva ridacchiato Eleanor, mentre recuperava la strega-luce per
spostarla dal
letto e posarla sul pavimento.
La stanza era crollata nel buio.
“Lord Blackthorn mi ha detto che tuo padre in persona ha dato
la coppa a Jasper
Lovelace, per l’Ascensione e che lo ha addestrato
personalmente” aveva
raccontato Louryn, “Non era di nobile famiglia, ma Jasper
colpì così tanto tuo
padre, che lui si assicurò divenisse un nephilim”
aveva detto.
“Lo so” era stata la risposta di Eleanor. L’Ultimo
dei Primi, così lo
avevano chiamato Jasper Lovelace, a volte con accezioni negative, a
volte con
accezioni positive, l’ultimo Shadowhunter di primo
sangue, come veniva
detto. L’ultimo ad aver bevuto sangue il vero sangue di
Raziel, per lui che era
stata l’ultima goccia.
“Jasper viveva ad Idris fino a sei, forse sette, anni
fa” aveva detto lei,
Louryn era venuta a vivere da loro, un anno dopo forse.
“Anche Baldovino se per
questo” aveva detto riflettendoci.
“Charles ha sempre scherzato dicendo fossero fuggiti assieme;
penso che uno non
sopportasse la rigidità della corte di Alicante e
l’altro suo padre” aveva
valutato Eleanor.
[1]
Non
esiste questo castello, tecnicamente dovrebbe essere una versione
‘beta’ di un
futuro istituto, destinato a non divenire molto famoso.
[2] Nonostante la
tipologia di pensiero
di Olderico Rosewain sarà quella a trionfare, per lungo
tempo, in questo
momento la sua visione è considerata ‘poco
pratica’. Esistono le ‘bocche’
fratture dai regni demoniaci che riversano demoni di continuo e che
stanno
venendo sanate poco a poco. Gli uomini sono consapevoli
dell’esistenza dei
demonie e dei cacciatori, sorti da meno di un secolo proprio per
abbatterli.
Nonostante i nascosti abbiano ‘sangue’ demoniaco,
sono validi alleati nella
caccia. In futuro che la situazione sarà più
stabile (Ma anche solo il 1400
nella mia ottica, non so perché), si cercheranno
‘nuovi nemici’ per la causa.
Lorenza “Louryn” Santacolonna è una shadowhunters ascesa e parabathai di Eleonora. [Per ora la famiglia Santacolonna è l’unico cognome di famiglia Shadowhunters inventato].
Jasper Lovelace è uno Shadowhunters asceso, come in realtà anche Baldovino Rosewain, figlio di primo letto di Olderico Rosewain, Shadowhunters asceso, che ha avuto altri figli da un secondo matrimonio (con una cacciatrice di nome Giuliana) tra cui Mary Ann (in effetti il nome è Marianna, ma shh).
Jean Beauvalle è uno shadowhunters asceso, rivale del padre di Eleanor ed innamorato della Zia di Eleanor.)