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Autore: _Valchiria_    01/07/2020    3 recensioni
A causa di un forte trauma, il piccolo Lan SiZhui sviluppa il "disturbo dissociativo della personalità", meglio conosciuto come "disturbo della personalità multipla."
Dal testo:
[...]
"Chi sarebbe questo SiZhui? Io mi chiamo Yuan. Sono Wen Yuan e non ti conosco."
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jin Ling/Jin Rulan, Lan Wangji/Lan Zhan, Lan Yuan/Lan Sizhui, Meng Yao/Jin GuangYao
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Questo sono io. Questi siamo noi.
 
 
Lan SiZhui era un bambino come tanti. Aveva otto anni come molti altri bambini nel mondo; aveva due papà e questo era meno comune.
Ad ogni modo, Lan SiZhui aveva una vita normale. Viveva in una bella villa nella città di Gusu. Suo padre Lan Wangji era un ricco imprenditore locale e aveva potuto donare all’unico figlio la migliore educazione possibile e i migliori giochi ed intrattenimenti per bambini. Lan SiZhui cresceva come una rigogliosa piantina verde. La scelta di questa metafora non era lasciata al caso, poiché al secondo padre di Lan SiZhui, Wei Wuxian, piaceva condividere con il figlio l’hobby del giardinaggio e, siccome era un po’ burlone, gli piaceva piantare il figlio nel terreno e addurre la divertente scusa  de ‘Papà lo fa perché così cresci e diventi più alto di me e di papà Wangji’. I due, poi, sporchi di terriccio, si abbracciavano ridendo e continuavano a piantare piante di pomodori e di basilico mentre Lan Wangji li guardava dalla porta finestra del salone e sorrideva impercettibilmente. Ecco, dunque, il perché della metafora.
Lan SiZhui era un bambino dolcissimo, estremamente educato e talvolta timido.
Questo fino a quando, intorno ai suoi dodici anni di età, non manifestò comportamenti diametralmente opposti ai soliti. Essi comparvero mesi dopo la tragica e prematura morte di suo padre Wei Wuxian. Tale evento fu un fulmine a ciel sereno per il bambino e per suo padre Lan Wangji. Quest’ultimo si chiuse in un lutto severo e solitario nel quale nemmeno il suo adorato figlio poteva accedervi.
Il piccolo Lan cercò a modo proprio di superare l’evento traumatico, facendosi forza da solo e rendendosi forte anche per suo padre. Da qui, un po’ smise di essere quella piantina verde che cresceva rigogliosa e dritta. Il suo esile fusto iniziò a piegarsi.
Lan SiZhui rimase sempre quel bambino dolcissimo, educato e timido ma era diventato anche altro.
Iniziò ad avere comportamenti altalenanti.
In certe giornate, era prepotente, violento ed indisciplinato e quando Lan Wangji provava a disciplinarlo, il bambino quasi gli ringhiava contro e gli diceva minaccioso ‘Chi sarebbe questo SiZhui? Io mi chiamo Yuan. Sono Wen Yuan e non ti conosco.’ Queste risposte e questi comportamenti preoccupavano il Lan il quale, in quei momenti, percepiva il figlio come un estraneo.
Lan SiZhui (o meglio, Wen Yuan) era totalmente un’altra persona in quei momenti. Non riconosceva il padre, il suo passato o la sua vita come l’aveva sempre vissuta. Diceva di appartenere ad una famiglia il cui cognome era appunto Wen e tale famiglia, almeno secondo le conoscenze del padre, non esisteva nella loro regione. Forse, non esisteva e basta. Parlava di eventi, luoghi e persone di cui Lan Wangji non aveva mai sentito parlare e nel momento in cui il Lan provava a correggerlo introducendogli il suo originale contesto sociale, il bambino si adombrava ancora di più e lo guardava con sospetto e quasi con astio.
‘Wen Yuan’ spariva dopo alcuni giorni, massimo una settimana, dalla sua ‘comparsa’ e, come se nulla fosse accaduto, ritornavano i soliti atteggiamenti posati e gentili del piccolo Lan. Ritornava Lan SiZhui.
Nove mesi dopo il primo episodio dissociativo del figlio, Lan Wangji si decise a contattare uno dei migliori psicoterapeuti della zona, Jin GuangYao, e prenotò delle sedute.
Così, un martedì di febbraio, il tredicenne Lan SiZhui era seduto su di un divanetto monoposto di eco pelle nera e suo padre faceva lo stesso nella poltroncina di fianco a lui. Di fronte a loro sedeva un uomo di circa quarant’anni dai lineamenti gentili. Lan SiZhui corrugò la fronte curioso e si chiese, fra sé, perché il dottor Jin avesse un neo rosso fra gli occhi.
Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dalla voce del dottore, calma e gentile.
“ Dunque, SiZhui, parlami un po’ di te.”
Prima di iniziare a parlare, il bambino notò che quell’uomo sorrideva sempre.
Insegnami ad essere di nuovo felice, dottore.
 
---

Secondo il dottor Jin GuangYao, la grave ed improvvisa  perdita di una figura genitoriale che il bambino aveva subito e il conseguente periodo di forte stress aveva innescato in Lan SiZhui il disturbo dissociativo dell’identità, meglio noto come disturbo della personalità multipla. Esso si manifestava a ridosso di un forte ed improvviso trauma, il quale minacciava gli equilibri interni di un individuo fino a farli crollare. In risposta a tale minaccia, la psiche reagiva dissociandosi e creando una o più realtà nelle quali rifugiarsi o con le quali affrontare con maggiore vigore ciò che nella propria dimensione creava disagio.
Lan Wangji si sentì responsabile di tale problema ma a conti fatti, era davvero così semplice banalizzare il tutto con un ‘mea culpa’? La psiche umana poteva definirsi simile agli strati di una cipolla. Tolto un pezzo, diveniva possibile che i restanti strati si sfaldassero, compromettendo la forma originale. A quel punto, di chi sarebbe stata realmente la colpa?
Il disturbo di Lan SiZhui si era manifestato nella sua forma più grave, ovvero con ‘possessione’.
Jin GuangYao aveva riscontrato, attraverso le sue sedute, la presenza di una sola personalità secondaria, la quale subentrava a quella principale (ovvero quella di Lan SiZhui) e prendeva momentaneamente il controllo di quest’ultima, imponendosi con la sua identità e la sua realtà diverse. Da qui, il perché di ‘possessione’. Siccome questa personalità aveva pieno controllo su quella principale, pareva come se essa si impossessasse letteralmente dell’individuo, il quale non ricordava cosa avesse fatto o cosa gli fosse successo nel momento in cui rinsaviva. Gli episodi potevano sia essere frequenti sia potevano capitare senza un preciso schema, piombando nella vita della persona colpita completamente a caso.
La personalità secondaria di Lan SiZhui, dunque, era quel famoso ‘Wen Yuan’ che Lan Wangji aveva ‘conosciuto’ nove mesi prima.
Secondo lo psicoterapeuta, ‘Wen Yuan’ nasceva come il ‘Mr Hyde’ di Lan SiZhui, tant’è che esso era il perfetto contrario del ragazzino.
Laddove Lan SiZhui mostrasse umiltà, ‘Wen Yuan’ non mancava di essere viziato e pieno di sé.
Se il tratto principale di Lan Sizhui era la dolcezza, quello di ‘Wen Yuan’ era l’aggressività.
Per Jin GuangYao, poi, era stato particolarmente difficile tirar fuori ‘Wen Yuan’ e studiarlo; quella personalità secondaria non sembrava voler collaborare con il dottore e odiava essere definita ‘secondaria’ rispetto a Lan SiZhui.
In ogni caso, il motivo di tale dualità fra le due personalità non era chiaro ma, allo stesso tempo, era quasi banale desumerlo dal contesto.
Gli opposti si attraggono, recitava un detto, e questo poteva applicarsi anche in queste situazioni.
 
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Lan SiZhui, ormai, ci aveva fatto l’abitudine a tutte quelle sedute. Facevano parte della sua quotidianità e della sua vita in generale e a lui non sembravano strane.
Il dottor Jin GuangYao lo teneva in cura ormai da un anno e a Lan SiZhui stava anche simpatico. Il suo tono di voce pacato ed il suo viso sempre sorridente gli infondevano fiducia e calma.
Lan SiZhui aveva da poco compiuto tredici anni quando il dottor Jin GuangYao gli diede un diario dalla copertina grigia.
“Nella parte davanti voglio che tu mi annoti tutto quello che capita a te; i tuoi pensieri, le tue paure, le tue gioie. Scrivi in cima alla prima pagina il tuo nome. Invece, capovolgendolo, puoi riempire quella parte con tutto ciò che accade a ‘Wen Yuan’. Lì, scrivi il suo nome.” – Jin GuangYao indicò la cima della pagina iniziale del retro con l’indice.
“Ma io non ricordo cosa gli succede. Come faccio a scrivere di…lui?”
“Non ti preoccupare, SiZhui, il tuo amico lo farà per te. Tu non dimenticare di scrivere il suo nome sul diario. Condividete le stesse cose perché siete la stessa persona, quindi a lui basterà prendere questo diario per capire cosa fare.”
Lan SiZhui annuì.
Il dottore gli aveva insegnato a non trattare quel ‘Wen Yuan’ dentro di lui come se fosse un intruso. Anzi, ci teneva che lo accettasse come una parte più disinibita di sé.
Lan SiZhui prese il diario che lo psicoterapeuta aveva appoggiato sulla scrivania di mogano e sprofondò di più a sedere nel divanetto nero. Ormai toccava a terra con tutta la suola delle scarpe.
Suo padre oggi non l’aveva accompagnato ma gli aveva detto che sarebbe passato a prenderlo appena la seduta fosse finita.
Ascoltò le ultime istruzioni del dottore, lo salutò e poi uscì dallo studio.
Con la porta chiusa ormai alle sue spalle, stava per incamminarsi vero gli ascensori quando una voce giunse dal basso e lo fermò.
“Perché vieni sempre qui da mio zio? Non sei un adulto come gli altri suoi clienti.”
Lan SiZhui si guardò intorno e poi si girò, notando che a fianco allo stipite destro della porta della studio del dottor Jin GuangYao era accovacciato un ragazzino. Questi sembrava avere più o meno la sua età, era imbronciato e aveva gli occhi di un nocciola così chiaro ed intenso da sembrare dorati.
“Ti ho fatto una domanda.”
“Oh, beh, sono un suo paziente.”
“Davvero? Pensavo lo fosse quell’uomo che ti accompagna sempre, solo che oggi non c’era e la cosa mi ha sorpreso.” – il ragazzino si alzò in piedi e continuò a fissarlo.
Lan SiZhui non sapeva cosa dire, quindi annuì e sorrise dolcemente. Dopo pochi secondi, il bambino ruppe di nuovo il silenzio e si indicò la faccia con l’indice destro.
“Io sono Jin Ling e sono il nipote del tuo dottore. Ti va di essere amici?”
 
---

Da quello strano incontro, Lan SiZhui divenne amico di Jin Ling. Scoprì che il bambino lo stava osservando da molto e che fin da subito aveva provato una forte curiosità nei suoi confronti, la quale si era tramutata in volontà di fare amicizia con lui. Quel giorno aveva aspettato l’occasione giusta per prendere coraggio e parlargli e da quel momento erano diventati inseparabili.
Lan SiZhui, in quei mesi di amicizia con il vispo Jin, aveva scoperto che il ragazzino era solo. A parte lui, non aveva amici e questo era un po’ dovuto al fatto che Jin Ling fosse una testa calda e che avesse un pessimo carattere. Litigava con tutti e pareva che solo l’indole buona di Lan SiZhui riuscisse a metterlo in riga.
Tutti quelli che li vedevano insieme scherzavano sul fatto che Lan SiZhui, con la sua indole alla camomilla, fungesse da calmante per l’altro ragazzino che invece sembrava sempre sul punto di scoppiare.
Lan SiZhui sorrideva sempre a tal pensiero e la cosa lo inorgogliva anche, poiché sentiva di avere un’importante ruolo nella vita dell’amico.
“Ti piace proprio farmi da balia, mh?” – spesso Jin Ling lo stuzzicava così , con gli occhi luminosi e spensierati.
“Effettivamente sì, l’idea che tu non faccia a botte h/ventiquattro con chiunque mi tranquillizza.” – era una delle tipiche risposte che il piccolo Lan gli elargiva, sorridendo.
Lan SiZhui era contento di quell’amicizia e l’aveva anche felicemente annotata sul suo diario, nella parte dedicata a ‘Lan SiZhui’.
Da quando si frequentava con quel ragazzino, poi, i suoi attacchi dissociativi erano diventati più contenuti.
Per questa ragione ed anche perché a lui piaceva sentirsi solo Lan SiZhui e basta con l’amico, non aveva spiegato a Jin Ling il motivo per il quale era in terapia dallo zio.
Ogni volta che Jin Ling gli poneva la domanda, Lan SiZhui era vago, eludendo a posta l’argomento.
Perché devo parlargli dell’altro me, di quel ‘Wen Yuan’, quando lui non mi disturba più?
Non è necessario dirglielo.
 
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Wen Yuan non conosceva Jin Ling. Quando quel sabato mattina di Luglio se lo ritrovò sull’uscio di casa con uno zaino in spalla ed un berretto girato al contrario sulla testa si chiese chi diamine fosse quel ragazzino.
“Ieri ti avrò fatto almeno venti chiamate e ti avrò mandato altrettanti messaggi. Perché non mi hai risposto? Oggi dobbiamo andare al mare. Dai, ti perdono, fammi spazio che ti aspetto buono buono sul divano mentre tu ti prepari.”
Jin Ling fece per oltrepassare Lan SiZhui (o meglio, Wen Yuan) ed entrare in casa quando quest’ultimo mise il palmo contro lo stipite per bloccarlo.
“Si può sapere chi sei e che vuoi da me?”
Jin Ling si gelò sul posto. Guardò prima la mano di Lan SiZhui contro lo stipite e poi la sua faccia. Lo sguardo dell’amico sembrava così diverso dal solito, quasi come se stesse guardando negli occhi il gemello cattivo di Lan SiZhui.
“Che stai dicendo, SiZhui? Sai bene chi sono, sono- “
“Io non sono SiZhui. Mi chiamo Wen Yuan e da come parli, le cose mi sono più chiare ora. Sei un amico di quel pappamolle di SiZhui. Tipico.” – Wen Yuan rise di se stesso, scuotendo il capo e mantenendo un cipiglio di sufficienza mentre guardava il ragazzo davanti a sé che ricambiava lo sguardo confuso.
“Wen che? Stamattina sei strano. Perché stai facendo questa sceneggiata? Se non ti andava di venire al mare con me, bastava dirmelo. Non prendermi in giro.”
Jin Ling si mise sulla difensiva, iniziando ad irritarsi.
“Ma sei sordo o sei stupido? Ti ho appena detto chi sono, perché continui a non capirlo? Son Wen Yuan. Vuoi che ti faccia lo spelling? Un disegnino, magari?”
Jin Ling strabuzzò tanto d’occhi a quelle affermazioni e poi scoppiò in una risata isterica. Non capiva perché l’amico lo stesse trattando così e la cosa lo stava ferendo. Il giorno prima non gli aveva risposto al telefono, ignorandolo senza dargli una motivazione. Ora, lo stava prendendo in giro con quella recita de ‘Io sono un’altra persona e non ti conosco’ e lo stava trattando anche da stupido senza motivo. Lo stava deludendo.
Erano amici, no? Perché lo stava trattando così? Forse si era stufato di lui?
Jin Ling sentì una morsa al cuore a quest’ultimo pensiero.
Dall’alto dei suoi dodici anni di età, l’unica cosa più sensata che gli venne in mente di fare fu contrattaccare per difendersi. Ripagarlo con una moneta simile a quella che lui aveva ricevuto.
“Ficcatelo nel culo quel tuo disegnino. Sei un pazzo, ecco perché sei in cura da mio zio. Sei un pazzo e sei pure uno sfigato. Vaffanculo.” – lo guardò fiero mentre si girava per andarsene, anche se aveva gli occhi lucidi e si sentiva di nuovo solo dopo mesi. Questa solitudine che sentiva faceva più male del solito poiché con l’amicizia di Lan SiZhui aveva imparato a sconfiggerla ed ora era il suo stesso alleato che gliela stava infliggendo.
Jin Ling si allontanò da casa Lan.
Wen Yuan guardò il ragazzo andarsene. Non provò a fermarlo, non gli chiese scusa né lo invitò ad entrare per tentare, da capo, un approccio più amichevole.
Fece spallucce e chiuse la porta.
Lui non se la faceva con gli sfigati.
 
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“SiZhui, cosa c’è?”
Lan Wangji poggiò una tazza di tè freddo sulla scrivania del figlio, il quale aveva seppellito la testa nell’incavo tra le braccia piegate sulla scrivania.
“Jin Ling non mi parla più.”
“Avete litigato?”
“No.”- Lan SiZhui sospirò.
“’No’ oppure non ricordi di averlo fatto?”
La mano grande e calda del padre gli accarezzò i capelli e Lan SiZhui alzò il viso per guardarlo. Aveva uno sguardo avvilito e a Lan Wangji fece tenerezza.
“Non lo so. Forse non ci ho litigato io. Forse ha incontrato l’altro me.”
“Mh. Dunque avete litigato.”
Lan SiZhui scosse la testa e poi chiuse gli occhi, sospirando di nuovo. “No, non abbiamo litigato, papà. Se è successa una cosa del genere, lui ha litigato con ‘Wen Yuan’ ma non sa di averlo fatto. Non gli ho mai parlato di lui.”
Si sentì doppiamente stupido dopo averlo detto. In parte perché parlare di se stesso così lo metteva sempre un po’ a disagio, anche se ci stava lavorando su per non sentirsi più in quel modo. Dall’altro lato, invece, si sentì stupido per non aver parlato prima a Jin Ling di questa parte della sua vita. Non sapeva con certezza se la ragione del broncio dell’amico fosse questa o se fosse altro ma le probabilità che fosse così erano molto alte e lui avrebbe potuto evitare questa situazione esponendosi per bene.
Lan Wangji continuò ad accarezzare la testa del figlio.
“Hai un diario. Controlla.”
L’espressione di Lan SiZhui si illuminò.
Ma certo! Quella poteva essere una conferma (ed anche una prova) dei suoi dubbi.
Il piccolo Lan si alzò dal sedia tutto trafelato e andò al comodino. Aprì il cassetto e tirò fuori il diario dalla copertina grigia che il suo terapista gli aveva dato mesi orsono. Lo capovolse e iniziò a sfogliarlo. Rispetto alla sua parte, quella di ‘Wen Yuan’ era molto meno fitta.
Finalmente, una pagina tra tutte catturò la sua attenzione.
In una calligrafia non dissimile dalla sua (il che gli faceva sempre strano, poiché la mano che manteneva la penna era sempre la sua) c’era una messaggio. La data risaliva ad una settimana prima e coincideva con il momento in cui Jin Ling aveva smesso di cercarlo e di parlargli.

‘Per SiZhui.
Oggi, un ragazzino petulante ha bussato alla porta e ha fatto una scenata. Non so come si chiama però so che è una drama queen. Scegliti con più cura gli amici.’

Lan SiZhui sorrise. Anche se lui (chi, fra i due?) aveva fatto un casino, la prima impressione che ‘Wen Yuan’ aveva avuto di Jin Ling non era poi tanto dissimile dalla realtà.
“Ha davvero litigato con ‘Wen Yuan.’ Devo chiarire con lui e devo spiegargli la situazione.”
Lan Wangji annuì e guardò il figlio mentre si preparava per uscire.
 
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Lan SiZhui ci mise davvero poco per raggiungere la casa di Jin Ling. Distava dalla sua solo venti minuti di pullman e due a piedi.
Arrivato fuori la porta, prese un bel respiro profondo e poi bussò.
Dopo pochi secondi sentì uno scalpiccio familiare di piedi e poi la porta si aprì.
“Ciao.”- a Lan SiZhui quel saluto gli uscì davvero miserabile. Sorrise nervoso.
Jin Ling lo squadrò e poi, sempre con la sua faccia fiera, gli chiuse la porta in faccia.
Lan SiZhui guardò sbalordito per qualche secondo la porta, poi ritentò.
Bussò dieci volte, alternando i colpi di nocche contro la porta con i ‘Jin Ling, apri, devo parlarti’.
All’undicesimo tentativo, la porta si aprì di scatto, rivelando un Jin Ling molto infastidito.
“Che c’è, adesso mi conosci di nuovo? Non hai più bisogno di farmi un disegnino?” – Jin Ling glielo sbraitò contro.
Lan SiZhui non aveva la più pallida idea di cosa stesse dicendo l’amico ma suppose fosse qualcosa che la sua personalità secondaria gli aveva detto. Sospirò.
“Jin Ling, posso spiegare.”
“Non mi interessa. Ho di meglio da fare, ora.”
“Jin Ling, ti prego. Guarda qui.”
Gli porse il diario che aveva nello zaino. Jin Ling lo guardò guardingo, poi lo prese.
“Che cos’è?”
“È il mio diario. Capovolgilo e aprilo alla pagina del segnalibro.”
Jin Ling fece come gli era stato detto. Aprì sospettoso la pagina, guardando ogni tanto Lan SiZhui di sottecchi, e lesse il contenuto. La sua espressione sembrò adombrarsi ancora di più. Gonfiò le guance, chiuse il diario e lo lanciò contro il petto di Lan SiZhui, il quale lo prese in extremis prima che franasse in terra.
“MA TI DIVERTE PROPRIO PRENDERMI PER IL CULO, EH?! ADESSO TI SCRIVI I MESSAGGI DAL FUTURO PER POI RIDICOLIZZARMI?” – prese un respiro profondo e gli tremò il labbro. “… pensavo fossi mio amico.” – dopo aver detto ciò, Jin Ling fece per chiudergli di nuovo la porta in faccia ma questa volta Lan SiZhui fu più veloce dell’amico. Mise un piede tra lo stipite e la porta e parlò.
“Soffro di disturbo dissociativo della personalità. Per questo sono in cura da tuo zio. Avrei dovuto dirtelo prima, lo so, ma l’altro me non mi stava più disturbando e quindi ho pensato che non fosse necessario. ‘Wen Yuan’ è maleducato e talvolta violento ed io non posso controllarlo né ricordo ciò che fa quando subentra a me. Mi scuso per lui.” – Lan SiZhui guardò Jin Ling colpevole, anche se lui, a conti fatti, non aveva fatto nulla. O meglio, una parte di lui non aveva fatto nulla.
“Tsk, e ti aspetti che io ti creda?”
In realtà, sapeva che Jin Ling gli credeva e che stava solo facendo il duro per non abbassare troppo in fretta la guardia. Glielo leggeva negli occhi che l’aveva perdonato e che era sia sollevato per la rivelazione  e sia era dispiaciuto per la condizione dell’amico.
“Quel diario me lo ha dato tuo zio per registrare tutto ciò che succede a me e all’altro me. La parte che ti ho fatto leggere è dedicata a ‘Wen Yuan’ e quel messaggio lo ha scritto lui. Lo so che è difficile credere ad una cosa del genere, io da solo a volte faccio fatica a farlo ma credimi, è la verità. Se non mi credi, puoi anche chiederlo a tuo zio. “
Lan SiZhui si stava torcendo le mani mentre parlava e guardava speranzoso l’amico.
Jin Ling ascoltò la spiegazione assorto. Poi si schiarì la voce.
“Dovrai spiegarmi meglio questo tuo nuovo aspetto perché credo di non conoscerlo bene. Ah e poi sappi una cosa: la prossima volta che incontrerò l’altro te, non credere che gliela farò passare liscia. Potremmo anche finire a botte, quindi preparati ad avere un occhio nero per almeno una settimana.”
Lan SiZhui smise di tormentarsi le mani (e di trattenere il fiato) e rise, annuendo in direzione dell’amico, felice.
“Vieni, entra. A differenza di quella tua versione, io non faccio stare gli ospiti sulla porta come degli stoccafissi.”
“Ti prego, A-Ling, non entrare in competizione con lui !”
“Non te lo posso promettere. Senti, ma se dopo andassimo al mare? Sabato scorso non ci siamo più andati e la cosa ha finito per farmi innervosire ancora di più.”
“Uhm, credo sia una buona idea. Ma non ho portato un costume…”
“Perfetto, allora è deciso! Te ne presto uno io, ti dovrebbe stare!”
Lan SiZhui rispose con un ‘Va bene, allora’ e sorrise all’amico.
Lo seguì dentro casa.
Fuori, le cicale di Luglio frinivano.
 
 
 
 
Note d’autore
Buongiorno!
Ci rivediamo, dunque. Vi dico la verità, non pensavo sarebbe successo, né che sarebbe successo così presto.
Probabilmente, la scorsa one shot mi ha fatto sbloccare e l’ispirazione mi ha colpita in pieno. Ho scritto questa OS in una giornata ma l’idea iniziale, ovvero quella di “sdoppiare” Lan SiZhui, mi era venuta qualche settimana fa.
Vi starete chiedendo (chi è arrivato alla fine di queste dieci pagine word, ovvio, sicché è chiaro, ormai, che io non abbia la dote della sintesi) perché ho scelto questo tema così spinoso?
Ebbene, galeotte furono molte fanart che ritraevano Lan SiZhui e la sua versione “what if”, Wen Yuan, ovvero la sua identità “originale” prima che fosse adottato dal LWJ, insieme o con anche Jin Ling. Molte di queste fanart non erano caste e pure, ed infatti, per un peto secondo ho pensato di scriverci su una OS un po’ dark, magari a rating rosso ma poi mi sono detta “no, non ne sei ancora in grado, Val. Sei fuori allenamento e devi procedere per gradi”. Così, ho virato su altri lidi.
Ho scelto di rendere quel tipo di personalità di LSZ così odiosa e opposta a lui perché, nella mia testa, probabilmente Lan SiZhui/Wen Yuan, provenendo da un background diverso da quello a cui siamo abituati a pensare, avrebbe maturato una personalità del genere (ed anche perché nelle fanart che ho visto, era ritratto un po’ come un cattivone, eheh). Forse non sarebbe stato così antipatico ma ricordiamoci che questo è un parto della mia mente ed è un AU, quindi prendetelo per quel che è lol
LSZ e JL sono semplici amici qui, quindi il fattore “ship” è quasi totalmente assente. Però, ognuno è libero di leggere la loro relazione come meglio crede >;D
Ancora, la scelta di parlare di questo tema così delicato è legato a due fattori logistici:
1 Volevo scrivere un po’ di angst che è uno dei mie generi preferiti in assoluto. Non ci sono andata giù pesante perché non ne ho mai scritto prima di adesso e volevo procedere per gradi anche qui.
2 Lan SiZhui è uno e non mi andava di inventare ipotetici fratelli, quindi ho optato per questa strategia.
È chiaro che tutto quello che ho scritto riguardo tale disturbo proviene da alcune informazioni che ho letto sul web e su siti specializzati ma è anche vero che io non sono un terapeuta né un medico, perciò potrebbero esserci delle imprecisioni. Nel caso, mi scuso.
Come sempre, mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate di questo esperimento che ho fatto e sono qui che attendo i vostri eventuali consigli o le vostre critiche costruttive a braccia aperte! ;)
Non siate timidi, giuro che non mordo (sono anche a dieta, quindi non c’è pericolo ahahah)
Come al solito, mi scuso nel caso in cui troviate refusi ma non ho una beta e, nonostante le riletture che faccio, è possibile che qualcosa mi sia sfuggito ^^’
Mentre scrivo queste note, non ho ancora scelto un titolo ma è probabile che faccia schifo come al solito aahahah
PS: questa volta, che ve ne è sembrato del finale?
Un bacio
 
_Valchiria_
 
  
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