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Autore: Lisbeth Salander    02/07/2020    12 recensioni
Quando sale l’ultimo gradino e si sporge con la stessa cautela sull’uscio della camera di Harry, non può far altro che sorridere teneramente alla scena che le si presenta.
Padre e figlio, entrambi addormentati, sono sulla vecchia poltrona di casa Potter, uno dei pochi cimeli che James ha voluto portare con sé ad ogni costo, un ricordo importantissimo di sua madre Euphemia. Durante la gravidanza non ha fatto altro che raccontare a Lily di quanto amasse sentire le storie di sua madre accoccolato su quella poltrona.
Ogni volta che Lily vi si siede con Harry tra le braccia, lui li osserva sempre da lontano. Ripete che sono lo spettacolo della sua vita e che non smetterebbe mai di guardarli.
E lo stesso fa lei perché in quei giorni sempre uguali c’è solo Harry che riporta la luce, che dona loro il piacere di nuove scoperte: paroline accennate, passi spericolati o piccole involontarie magie.
Genere: Angst, Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Hold the world to its best

Godric’s Hollow
2 agosto 1981

Ci sono dieci gradini da salire per arrivare al piano superiore e Lily li percorre in punta di piedi, esitante, timorosa di fare rumore. È da un po’, ormai, che ha imparato a muoversi piano, in silenzio, a calibrare ogni movimento per nascondere la propria presenza anche in casa propria.
È un anno che ha scoperto che il più piccolo dei rumori può essere avvertito e può vanificare sforzi di ore ed ore. 
Quella sera, però, lo sforzo maggiore è toccato a suo marito mentre lei è rimasta di sotto a risistemare il disastro di quel pomeriggio.
Da quando Harry ha scoperto il piacere di volare sulla scopa giocattolo, la casa è diventata un vero e proprio parco giochi e lei e James hanno dovuto togliere qualsiasi soprammobile, anche se sembra non bastare mai perché Harry, proprio come suo padre, sa sempre come cacciarsi nei guai. 
Mentre James si preoccupava di far addormentare il piccolo, ha persino avuto il tempo di scrivere una lettera a Sirius e ringraziarlo del regalo per Harry, di gran lunga il suo preferito. Non appena ha visto il regalo non ne era esattamente entusiasta ma poi è stata catturata dal sorriso di James nell’osservare il loro bambino sulla scopa, ha sentito la risata di Harry - il suo suono preferito al mondo - farsi ancora più cristallina e riempire l’aria intera ed ha finito per amare quel manico di scopa giocattolo.
Quando sale l’ultimo gradino e si sporge con la stessa cautela sull’uscio della camera di Harry, non può far altro che sorridere teneramente alla scena che le si presenta. 
Padre e figlio, entrambi addormentati, sono sulla vecchia poltrona di casa Potter, uno dei pochi cimeli che James ha voluto portare con sé ad ogni costo, un ricordo importantissimo di sua madre Euphemia. Durante la gravidanza non ha fatto altro che raccontare a Lily di quanto amasse sentire le storie di sua madre accoccolato su quella poltrona. 
Ogni volta che Lily vi si siede con Harry tra le braccia, lui li osserva sempre da lontano. Ripete che sono lo spettacolo della sua vita e che non smetterebbe mai di guardarli.
E lo stesso fa lei perché in quei giorni sempre uguali c’è solo Harry che riporta la luce, che dona loro il piacere di nuove scoperte: paroline accennate, passi spericolati o piccole involontarie magie. 
Il loro mondo inizia e finisce con Harry e va bene così. Non tutti i giorni, pensa Lily, ma tutto sommato va bene così.
Harry dorme tra le braccia di suo padre con l’espressione beata sul volto, le piccole manine stringono un pezzo della maglietta di James, come se si stesse aggrappando a lui. Le mani grandi di suo padre lo tengono ben fermo, una sulla schiena, l’altra tra i capelli neri che già promettono di essere ribelli proprio come i suoi.  
Lily li osserva dalla sua postazione privilegiata e sorride pensando che, quando ha gli occhi chiusi e quel minuscolo dettaglio che ha preso da lei è nascosto, Harry è davvero la perfetta miniatura di James. 
Tenta di avvicinarsi alla poltrona senza far rumore ma gli occhi di James si aprono subito e la testa scatta nervosamente nella sua direzione. Lily lo osserva tirare un respiro di sollievo nel vederla. La loro vita è fatta di timori, di paure. 
Non possono permettersi di abbassare la guardia, nemmeno se si tratta di mettere Harry a dormire.
Quando arriva accanto a lui, gli accarezza con dolcezza i capelli perennemente indomabili prima di accovacciarsi vicino a loro.
«Credevo fosse stato Harry a mettere a dormire te» sussurra poi divertita osservando il bambino.
«Ad un certo punto potrebbe essere andata così. La storia di Baba Raba non gli piace per niente» risponde James facendo cenno al libro di fiabe che giace sul pavimento, «Ad Harry piacciono le avventure delle notti di luna piena».
«Le famose avventure di Moony, Wormtail, Padfoot e Prongs, immagino» dice lei.
«Le migliori storie in circolazione, in assoluto».
Lei scuote la testa ma sempre con il sorriso sulle labbra. Ci sono sempre sorrisi in quei preziosi sprazzi di normalità in cui nessuno arriva alla loro porta grondante di sangue o portando notizie di morte.
James si alza con lentezza dalla poltrona prima di chinarsi sulla culla e posarvi Harry, che accenna una piccola protesta al distacco dal padre, e poi resta fermo ad osservarlo.
Lily si stringe a lui contemplando il volto del figlio.
«Qualche volta sono un po’ gelosa di voi due. Avete questa insopportabile intesa maschile dalla quale mi sento tristemente esclusa» dice a voce bassissima. 
James sorride enigmatico e la bacia piano. 
«Sai cos’abbiamo, soprattutto, in comune io e questo fantastico giovanotto? Siamo innamorati pazzi di sua madre».
Lily soffoca una risata nell’incavo del collo di suo marito ma non può non percepire l’inquietudine di James. La rintraccia nella ruga in mezzo alla fronte, nello sguardo apprensivo che rivolge ad Harry e che quella sera non riesce proprio ad allontanarsi dal bambino, nel gesto istintivo del marito che passa la sua mano tra i capelli neri di Harry.
«Non perché io sia di parte ma non trovi che sia bellissimo?» lo stuzzica Lily alla ricerca della immancabile ironia di James.
Lui, però, ancora con lo sguardo fisso su Harry, sussurra solo «È perfetto». 
Lily sa che in quei giorni è stato peggio del solito, ha visto il suo sguardo, notato i suoi sforzi nel celare la sofferenza del non poter uscire inventando nuovi giochi per Harry, aiutandola più che mai. Lo trascina via dalla stanza di Harry continuando a scorgere nei suoi occhi un’amarezza insopportabile.
Lo abbraccia ancora, questa volta più forte, con più irruenza, nel modo che ha sempre caratterizzato tutti i loro abbracci. James risponde con la stretta disperata di chi sta per crollare, perché oggi è uno di quei giorni in cui il peso sulle loro spalle sembra schiacciarlo.
«Perché non scrivi a Silente di riportarti il Mantello?» chiede Lily, «Così potresti uscire, anche solo per un po’».
James si libera dall’abbraccio di scatto, rivolgendole uno sguardo duro.
«Non lascerei mai te ed Harry» le dice perentorio.
«Sarebbe solo per poco. Ne hai bisogno, lo so» insiste Lily, poggiando una mano sulla sua guancia.
«Se succedesse qualcosa mentre non ci sono, non me lo perdonerei mai. Io resto qui con voi» replica James, naso contro naso, gli occhi chiusi ancora a sopportare pesi.
«Non succederà niente» sussurra lei.
«Non lo sappiamo, Lily» dice con amarezza James, sedendosi sul loro letto matrimoniale mentre lei resta di fronte a lui a fissarlo.
È raro che James crolli. A memoria di Lily, è successo pochissime volte ma, quando una profezia si abbatte sul destino di tuo figlio non ancora nato, anche un inguaribile ottimista come lui vacilla.
«Se lui arriva, tu prendi Harry e scappi» le dice all’improvviso.
«James, smettila. Harry ed io non andiamo da nessuna parte senza di te» ribatte Lily tremante colmando la distanza che c’è tra di loro e prendendo le mani del marito. Non riesce a contemplare la possibilità di rimanere senza James. Sa che potrebbe succedere, come potrebbe succedere il contrario. Sa che uno dei due potrebbe restare indietro se le cose dovessero andar male ma non può immaginare una vita in cui loro tre non sono insieme. 
È quella la vita che ha sognato, che ha voluto, che si è sudata. Ha sempre e solo voluto una vita normale con James ed Harry e per quella vita è sempre stata pronta a tutto.
«Sono serio, Lil. Se Voldemort arriva, io lo trattengo e tu scappi con Harry». 
Questa volta lo ripete guardandola negli occhi, con uno sguardo serio da cui Lily non sa scappare.
«Non arriverà e, se arriverà, lo salveremo insieme» ripete lei. Voldemort non può arrivare, non è quello il piano che stanno elaborando con Silente. Lui non li troverà.
«Ma se arriva, io lo so che tu salverai Harry» le dice ancora attraendola a sé e facendola cadere sopra di lui.
«Non voglio più sentire questi discorsi» protesta Lily prima di dargli un bacio appassionato.
James le passa una mano tra i capelli rossi, la stringe più forte, la bacia più forte, come se fosse l’ultima volta, come se ne valesse la sua vita. Lily resta lì, a cavalcioni su di lui, felicemente imprigionata dalle braccia di suo marito, l’unico posto in cui, da quattro anni a questa parte, si sente sempre a casa. Lo bacia ancora una volta prima che lui inverta le posizioni, facendola rotolare su un fianco. 
«Avrei voluto fare una festa per Harry» le confessa malinconico mentre lei percorre divertita con un dito la lunghezza del suo naso, «Avremmo persino potuto invitare tua sorella».
«Sono sicura che Petunia si sta struggendo per non aver festeggiato il compleanno di suo nipote» commenta lei sarcastica, pensando al fatto che sua sorella ha disertato persino il suo compleanno.
«Be’, io sono molto curioso di conoscere Dudley» continua James ridendo e baciandola ancora.
«Tu e Vernon riuscireste a litigare persino su chi è il più bello dei vostri figli» commenta Lily.
«Non credo che ci sarebbe bisogno di litigare visto che Harry è il bambino più bello mai esistito».
Lily scuote la testa con finto disappunto ma non può fare altro che ridere mentre James affonda la testa nell’incavo del suo collo. 
«Sei tremendo».
«Pensavo mi avessi sposato per questo» le dice lui baciandola ancora.
«Anche per questo, sì» ammette compiaciuta, «Harry avrà delle feste bellissime, spettacolari e degne di suo padre. Te lo prometto».
James si ferma a guardarla e lei nota con sollievo che negli occhi ha lo stesso guizzo di sempre, che l’ha prima intrigata, poi fatta innamorare.
«Lo so che è troppo piccolo e questo compleanno non lo ricorderà nemmeno. È una cosa stupida» dice James stendendosi accanto alla moglie mentre lei appoggia la testa sul suo petto.
«Non è per niente stupido. Faremo una festa bellissima, non uno stupido tè con la cara vecchia Bathilda. Ci saranno tutti, anche mia sorella» fantastica lei mentre lui sorride.
«E Sirius si leverà dalla testa che Remus è la spia» continua James.
«Già. Gli ho scritto prima, a proposito, e l’ho ringraziato del regalo da parte del suo figlioccio».
«Quando Harry diventerà un grande giocatore di Quidditch, vedrai come si vanterà di essere stato lui a regalargli il suo primo manico di scopa» dice lui con l’aria pensierosa di chi avrebbe mille avventure da vivere con suo figlio ed il suo migliore amico.
«Non appena faremo l’Incanto Fidelius, potremo respirare di nuovo e, quando tutto finirà, tu e Sirius porterete Harry chissà dove con mia enorme preoccupazione. Andrà tutto bene» lo rassicura Lily mentre James serra ancora di più la stretta e le posa un bacio sulla guancia.
«Non voglio che Silente sia il nostro custode segreto» le confessa, non riuscendo più a sopportare quel peso. 
Lily si volta per guardarlo. Nota che non la guarda e lei odia quando James non la guarda, perché James la guarda sempre. Non la guarda mai quando è in difficoltà. 
«Non ti fidi più di Silente? Hai sempre detto che sei sicuro che è l’unico che può sconfiggere Voldemort…» chiede cercando spiegazioni.
«Lo penso ancora. Mi fido di lui come leader dell’Ordine e penso ancora che sia il solo a poter fermare Voldemort ma non mi fido di lui se si tratta di affidargli Harry» le dice in tono serio, «Oltre te, per quanto riguarda Harry, mi fido soltanto di Sirius».
Lily lo guarda con gli occhi lucidi. Sirius è l’unico di cui si fidano entrambi, l’unico che sarebbe realmente disposto a morire per Harry, proprio come loro. 
«Ho messo la mia vita nelle sue mani. Sapevo perfettamente che cosa sarebbe accaduto quando sono entrato nell’Ordine e so che lo sapevi anche tu ma…Harry è un’altra cosa» continua appoggiando la schiena contro la testiera del letto e Lily non sa più se stia parlando a lei o a se stesso, «Non mi piace chi mi dà mezze risposte, soprattutto se gli ho sempre mostrato una lealtà incondizionata».
 «Ti riferisci all’ultima volta che lo abbiamo visto?».
«Fino a qualche mese fa, c’era solo questa dannata profezia e c’erano due bambini. Poi si è presentato a casa dicendoci che Voldemort aveva scelto Harry, ci nasconde nel posto in cui è cresciuto da piccolo e ci dice soltanto che per Voldemort dobbiamo morire soltanto Harry ed io ma non ci spiega niente, niente di niente» prosegue arrabbiato, molto più di quanto Lily immaginasse. 
«Ha sempre fatto così. È Silente» chiosa Lily.
«Non accetto mezze verità sulla vita di mio figlio» ribatte James e Lily sa che ha ragione ma non può permettersi di non aver più fiducia nell’unico mago che sembra poterli salvare.
«Sceglieremo un altro Custode Segreto se ti fa stare più sereno» gli dice avvicinandosi nuovamente a lui, «Ma ti prego, smettila di pensare a queste cose e, soprattutto, a quell’idea malsana».
«Che penso ci sia Piton dietro questa storia? Be’, è così: lo penso».
«James, è una follia. Ci sarà qualche piano assurdo di Voldemort, una forma di tortura psicologica. Non ha senso chiedere di risparmiare una persona quando sai che lo vogliono uccidere figlio e marito perché sarebbe la definizione stessa di inferno» dice lei infuriata.
Conosce tutte le teorie di James su quella mezza verità di Silente e qualsiasi sia la ragione per cui Voldemort non la vuole morta, a differenza di Harry e James, è sicura di non riuscire a pensare ad un’esistenza senza di loro.
James l’attira nuovamente a sé, baciandola in segno di pace. Restano per un po’ in silenzio a guardarsi mentre lui gioca con le ciocche disordinate dei suoi capelli.
«Scusami» le dice poi, prima di posarle un bacio sulla punta del naso.
«Non devi scusarti. Ogni tanto devi sfogarti anche tu».
«Non per questo. Non ho mantenuto la promessa» dice lui con occhi tristi, «Quella che ti ho fatto al mare l’estate prima del settimo anno». 
Lily sorride nostalgica. Ricorda benissimo il caldo pomeriggio di luglio in cui si era ritrovata James sulla porta di casa, perché gli scambi via gufo non gli bastavano più, ancora fermi in quel rapporto indefinito ben oltre la semplice amicizia. Avevano camminato sotto il sole caldissimo fino ad una piccola spiaggia isolata vicino Cokeworth e James le aveva chiesto di dargli finalmente una possibilità e le aveva promesso che, in caso di risposta positiva, lui avrebbe mantenuto sempre il mondo al suo meglio per lei, che non le avrebbe mai fatto rimpiangere quella scelta.
E Lily, quella scelta, non l’ha mai rimpianta, nemmeno dopo i loro litigi più furiosi.
«L’hai mantenuta, James. Hai mantenuto tutte le promesse» gli dice lei baciandolo. Una delle cose che ha sempre amato di lui è proprio questa: qualsiasi cosa accada, sarebbe disposto a morire se ha dato la sua parola.
«Ti avevo promesso una vita meravigliosa».
«Me l’hai data, James. Mi hai dato Harry» sentenzia lei.
«Non vale. Tu hai dato Harry a me» ribatte James.
«Anche io faccio promesse, Potter» gli ricorda lei alludendo al momento in cui ha accettato la folle proposta di matrimonio di James e baciandolo con passione.
James risponde al bacio, la stringe e Lily si sente sempre a casa, sempre al sicuro. Quella notte è una notte di altre promesse, forse più cupe, meno spensierate, ma non c’è mondo migliore delle braccia di James che la stringono mentre Harry dorme a due passi da loro.


31 ottobre 1981


Alla fine è arrivato davvero, proprio nel momento in cui entrambi hanno abbassato la guardia. 
Lily sente James gridarle a distanza di quei dieci gradini che Voldemort è arrivato, le intima di prendere Harry e di scappare mentre lei viene colta dal panico. 
Si guarda intorno cercando invano la bacchetta e maledicendosi mentalmente. Quale strega abbandona la sua bacchetta? È la prima cosa che insegnano: mai abbandonare la bacchetta. La sua giace in cucina, dieci gradini più giù, dove James sta cercando di trattenerlo.
Sente un rumore sordo, il rumore che può fare il corpo di un uomo di un metro e ottantacinque che è crollato. 
Sono falliti tutti i loro piani, nessuno dei possibili scenari che hanno provato ad immaginare in quei mesi si è davvero realizzato ma, alla fine dei conti, è colpa loro: hanno abbassato la guardia. 
C’è solo una pallidissima speranza di salvare il loro bambino perché salvare Harry è sempre stata l’unica cosa importante.
Sente i gradini scricchiolare sotto i passi dell’assassino di suo marito mentre sposta i pochi mobili della camera di Harry, cercando, invano, di bloccare la porta. Sposta la piccola libreria che Remus ha costruito per il primo compleanno di Harry e la poltrona di Euphemia, sperando che possa costituire uno scudo sufficiente. 
Non è così. Lui entra lo stesso. Gli è bastato un colpo di bacchetta.
Quando Voldemort le si para davanti, Lily implora pietà perché Harry è tutto il mondo suo e di James, la parte migliore della loro vita, la prova vivente che lei e James si sono esistiti ed amati, e dovesse uccidere, trasformarsi nella peggiore dei suoi seguaci, Lily lo salverà. 
È questo che pensa mentre le sue preghiere cadono nel vuoto e la bacchetta che ha ucciso suo marito le viene puntata contro. 
Guarda Harry un’ultima volta e poi chiude gli occhi prima di essere travolta da un lampo di luce verde. Li chiude ma davanti a sé c’è solo una vecchia poltrona azzurra e James ed Harry stretti in un abbraccio.
Per sempre.



Note finali.
Chi ha letto quale altra mia storia lo sa: per me James e Lily sono sempre la OTP delle OTP perfetti nella tragicità della loro fine. Era da un po’ che non scrivevo di loro e sentivo il bisogno di «tornare a casa» e scrivere di loro. 
Credo sia uscita una storia più drammatica di quella che avevo immaginato all’inizio, molto più drammatica. Di storie che parlano degli ultimi minuti di Lily e James ce ne sono mille, anche perché, purtroppo, è una delle pochissime scene che di loro ci viene presentata. Mi ero sempre ripromessa di non scrivere di questa ma poi ci sono cascata anche io. 
Attraverso la tristezza mista a frustrazione di James (quella di un marito e di un padre che non può proteggere la moglie ed il figlio) ho cercato anche di trovare una risposta al perché Silente non è il Custode Segreto dei Potter. Ora so che JKR sulla questione Incanto Fidelius ha fatto un gran casino perché James o Lily sarebbero potuti essere Custodi Segreti di se stessi, come Arthur e Bill, ma questa è la storia e, ahimé, non posso cambiarla. 
Se i Potter sapessero che erano soltanto James ed Harry cui Voldemort dava la caccia, non lo so e credo che nei libri non sia mai specificato. D’altronde, Silente promette a Piton di non rivelare «la parte migliore di lui» solo dopo la morte di Lily. In precedenza, credo che Silente abbia fatto come al solito dando mezze verità. 
Sui sospetti di James riguardo Piton è una mia licenza per dare maggior coerenza alla storia.
Il titolo della storia è una canzone struggente e bellissima degli Snow Patrol, abbastanza ignota, che si chiama «Light».
Un abbraccio,
F.
   
 
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