Yes, I do.

 
 
“ D-da quanto tempo sei qui?” la voce fintamente intimorita di Gregory contrasta con il ghigno che ha sul viso. Incurante delle opere d’arte che lo circondano, percorre la stanza a passi veloci per arrivare verso te guardandoti come se secoli di arte non fossero nulla rispetto alla vista del proprio amato.“ Sei venuto per vedere me o il quadro? Se vuoi, vi posso lasciare anche per mezz’ora da soli. Almeno gli ridai il bentornato a casa”. Si guarda in giro mentre i suoi colleghi vanno via. Siete rimasti solo voi due. “Non posso credere che abbiano davvero fatto una live mentre tentavano di rubarlo”.
“ Li possiamo solo ringraziare, allora, per essere qui a quest’ora da soli”. Sghignazzi come un adolescente alle prime armi mentre ti avvicini al suo orecchio. “ Nonostante Rubens si sarebbe potuto confermare un’ottima compagnia, pensavo di trascorrere il mio giorno libero insieme a te”. Gregory inarca un sopracciglio alla tua definizione di giorno libero, soprattutto se non previsto.
Quant’è bello vederlo sorpreso, pensi.
Quanto sarà bello vederlo per tutta la tua vita così.
Ha ragione. Questo non è un giorno ordinario, questo è il giorno. Non hai più bisogno di analisi e piani, sei pronto.  Per una volta vuoi permetterti di essere coraggioso. Perché lui è quello che te l’ha permesso. Ti ha visto vulnerabile e ti ha difeso. Ti ha visto forte e ti ha stretto a sé.
Non sei mai stato così sicuro nella tua vita. Hai passato la notte insonne accanto a lui finché stamattina appena arrivato in ufficio, non hai fatto nemmeno in tempo a sederti alla scrivania che in un impeto di pura e cristallina gioia, hai deciso. Sotto lo sguardo estasiato e felice di Anthea e sei corso in macchina verso la National Gallery.
Che ironia, ti trovi a riflettere. Proprio il luogo del vostro primo appuntamento ufficiale.
Un cerchio che si chiude e uno nuovo che inizia.
 “Peccato che nei musei non siano permesse troppe effusioni”. Ti fermi un attimo, fissando quegli occhi nocciola che fino a un paio d’ore fa condividevano il letto con te. E la sera prima. E quella prima ancora.
Ti lisci per un momento la giacca, sotto la pressione privata e insidiosa di quello scatolino.
“Un giorno libero in cui per purissimo caso ritorna un Rubens? My, ti ricordo che come investigatore e tuo attuale fidanzato, so capire meglio di chiunque altro quando stai mentendo”. Ti sposta una ciocca di capelli dietro l’orecchio fino ad accarezzarti la nuca. “E poi, se volessi, potremmo correre e sparire per un paio d’ore. Solo io e te, nessun altro”. La sua voce diventa in un attimo lieve e giocosa. “Qui ci sarebbero anche i bagni ma penso che ci siano troppi artisti che ci perseguiterebbero a vita”.
“Mh, pronto a lasciare andare tutto per me, Ispettore Lestrade? Credimi che non ti farei pentire nemmeno un secondo di questa scelta”. Ti avvicini alle sue labbra avviluppato dal calore del suo corpo. Gli rubi velocemente un bacio sulle labbra, prima di risalire per tutta la sua guancia. “ Penso che l’amore sia davvero una delle poche cose che li scandalizzerebbero, sai. I vizi nel mondo dell’arte erano molto più comuni di quanto tu possa pensare. Gli artisti si sono sempre distinti per delle produzioni sopraffine ma per quanto riguarda il loro stile vita hanno sempre combattuto contro tutto e tutti. Dei veri e propri anarchici che lottavano per la libertà”. Fai un respiro profondo, con lo sguardo in direzione del quadro mentre la tua testa è sulla sua spalla. “Anche in Minerva protegge la Pace da Marte c’è questo riferimento.  Per tutto quello che può succedere c’è sempre qualcosa di più giusto in cui confidare, qualcosa di più giusto in cui credere. Qualcosa che valga la pena difendere”. Qualcuno come te, ti sussurra il cuore. “Magari potrebbero provare a rovinare o rubare di nuovo questo quadro ma ci sarà sempre qualcuno che resterà qui pronto a difenderlo. Perché la bellezza è arte e l’arte è vita.” Ti fermi un momento, in un flusso di parole naturali e istintive che ti stanno dirigendo verso la direzione giusta. Non hai nemmeno bisogno di sforzarti. È proprio vero quanto dicono che la naturalezza e l’istinto sono le basi dell’amore.
È il momento.
Ti volti di nuovo verso Gregory, pronto a un salto nel vuoto. “E io… io ho finalmente trovato qualcuno in cui credere. Per sempre”. Le mani tradiscono la tua emozione mentre estrai lo scatolino dal taschino della giacca e t’inginocchi.
Un ginocchio a terra e uno piegato, come da tradizione.
Gli sorridi con lo scatolino aperto tra le tue mani tese.
Aperto come il tuo cuore.
Un per sempre che si racchiude in una piccola circonferenza d’oro.
“Sei stato e sei la mia ancora, la mia felicità. Sei il mio punto fisso in un mondo di forse. E oggi ti chiedo di essere la mia certezza nel domani”. Senti le lacrime rigarti il volto, in un coraggio che ruggisce da ogni poro. “Ti chiedo di essere la tua certezza. Gregory Lestrade, vuoi essere mio marito?”
Gregory s’inginocchia di fronte a te, abbracciandoti, prendendoti il viso tra le mani.
Le tue lacrime diventano le sue.
Leggere, beate, felici.
“Sì, lo voglio”.
Amate.
 


 

 


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