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Autore: Pichan    03/07/2020    1 recensioni
DAL CAPITOLO 26: Soffermiamoci sul personaggio di Massimo. Come immaginereste un gangster siciliano? Io basso, cicciotto, col crocifisso al collo, mentre fuma il sigaro. Sarà un’immagine stereotipata, non lo metto in dubbio, ma Massimo tutto sembra tranne che un gangster. Massimo è alto, moro, capelli e barba folti e curati, fisico prestante e asciutto, muscoli da paura, un viso scolpito da Michelangelo. Insomma amici, Massimo è un fregno, un manzo, uno di quelli a cui la daresti come dai l’acqua alle piante in piena estate.
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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356 giorni per digerire

(Ri)torniamo a recensire robe varie e partiamo da un film, visto giusto ieri. Se su Netflix avete inserito 365 giorni nella lista dei film da guardare, smettete di leggere perché vi spoilererò tutto.
SPOILER ALLERT!

Di cosa parla questo film? Massimo è un gangster siciliano che, pochi istanti prima di vedersi morire il padre tra le braccia, vede e si innamora a prima vista di Laura, una ragazza che danzava su una spiaggia. Massimo non sa chi sia e perde completamente le tracce della donna, fino a ritrovarla per puro caso in Sicilia, 5 anni dopo.
Cosa pensa di fare Massimo per conquistare la donna che ha amato e visto in sogno per 5 lunghi anni? La rapisce. Sì signori, perché ormai corteggiare è roba da vecchi e aggiungersi su Facebook o Instagram è troppo scontato, quindi perché non puntare sull’originalità? Rapiamo questa donna, lasciamo un biglietto al suo compagno per troncare la loro relazione (che tra l’altro, guarda caso, andava già male) e avvisiamo tutti i parenti che Laura è partita e ha trovato un nuovo lavoro. Siamo passati dal non sapere chi fosse ‘sta femmina, al contattare la famiglia per rassicurarla. Bene, ma non benissimo.

Insomma, rapiamo ‘sta tizia che potrebbe essere chiunque e le diamo 365 giorni per innamorarsi del rapitore. A questo punto io vorrei suggerire ai produttori, registi e chi ve pare che esiste la sindrome di Stoccolma, ma vabbè non rompiamo il cazzo e continuiamo la nostra analisi. Laura che ha un carattere forte e che non si lascia sottomettere facilmente si oppone in tutti i modi, ma Massimo è un gangster. Non ammette la disubbidienza e ogni volta che Laura cerca di scappare, puntualmente la sbatte al muro e… come dire? Regia mi confermate che posso utilizzare la frase gergale “le fa sentire la presenza”? Sì? Ok, le fa sentire la presenza. Ma Massimo è un gentiluomo e sin dal primo istante mette in chiaro le cose: non toccherà Laura a meno che non sia lei a chiederglielo esplicitamente. A me non sembra, ma vabbè.

Soffermiamoci sul personaggio di Massimo. Come immaginereste un gangster siciliano? Io basso, cicciotto, col crocifisso al collo che fuma il sigaro. Sarà un’immagine stereotipata, non lo metto in dubbio, ma Massimo tutto sembra tranne che un gangster. Massimo è alto, moro, capelli e barba folti e curati, fisico prestante e asciutto, muscoli da paura, un viso scolpito da Michelangelo. Insomma amici, Massimo è un fregno, un manzo, uno di quelli a cui la daresti come dai l’acqua alle piante in piena estate.

Laura è fortunata. È stata rapita da un gangster bono, pieno di soldi che la rinchiude in un castello, la porta a fare shopping ogni due per tre e le mette vicino una specie di guardia/maggiordomo. Ehi Massimo, io sono qui, puoi scrivermi in pvt. Ma Laura inizialmente non lo apprezza, anzi. Una volta capito che lei stessa è il punto debole del gangster, inizia ad utilizzare il suo corpo per provocarlo. In che senso? Nel senso che a un certo punto, Massimo spara a qualcuno che stava giusto ballando con la sua donna. ‘Na cosetta, una marachella.

Non mi soffermerò sui dialoghi, ma fidatevi che alcuni sono stati più imbarazzanti di tutte le scene di sesso contenute in questi 120 minuti. Laura non si concede a Massimo fin quando non capisce che lui tiene davvero a lei. Quando l’atto avviene, i due si trovano nella camera di uno yatch sul quale si trova anche il braccio destro del gangster. E fin qui, ok. Ma la passione che i due sentono e che hanno cercato di soffocare per giorni e giorni esplode violentemente e iniziano a copulare ovunque. OVUNQUE. A quel punto mi sono chiesta dove fosse Mario. Magari in bagno a smanettarsi o magari a piangere.

La passione esplode e l’amore sboccia tra i due, ma ecco delle nubi oscure all’orizzonte. Arriva Anna, la donna che durante il periodo precedente all’arrivo di Laura ha scaldato il letto e le mutande di Massimo. Anna è una donna tranquilla e pacifica. Infatti, avverte il gangster che ucciderà la nuova arrivata. Tuttappo’ amici, è la routine.

Il finale mi ha stupita. Dopo aver fatto fiki fiki (The Sims unico amore) in ogni angolo di mondo e in ogni momento della giornata, stranamente Laura rimane incinta, ma non lo dice a Massimo. Nel frattempo lui, dopo aver copulato, le chiede di sposarlo e lei accetta. L’ultima scena vede Laura coinvolta in un agguato per ucciderla.

Ora io non vorrei allarmarvi, ma dopo la barca di stereotipi che mi è passata davanti in 120 minuti, credo proprio che ci sarà un sequel, in cui vedremo Laura viva per miracolo, la vendetta di Massimo su Anna, il matrimonio, i figli e poi ancora tanto fiki fiki. Ma così, è solo una mia supposizione. Quindi che dire amici? Stay tuned perché se dovesse uscire una seconda parte del film andrò a vedere e commentare anche quella.
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Cari lettori, mi ripresento! Mi chiamo Giorgia, ma su EFP sono sempre stata Pichan (come il maialino nero di Ranma). Non so se qualcuno dei miei vecchi lettori è ancora attivo sul sito, ma li saluto nel caso fossero ancora qua ad aspettare i miei capitoli. Inoltre, vorrei dare il benvenuto a tutti i nuovi arrivati, sperando che questa rubrica vi faccia sorridere come ha fatto anni fa con altri.

“Media” nasce durante l’estate del 2013 ed è sicuramente la rubrica a cui sono più affezionata, nonostante io sia arrivata qui come otaku. Che succede e perché dopo sette anni sto aggiungendo un nuovo capitolo? La risposta è: non lo so amici! Mi è tornata voglia e ispirazione per scrivere.
Durante questi anni ho scritto molto, ma non su EFP. Mi è capitato spesso di recensire, tra le altre cose, film e serie TV, ma per dei giornali. Diciamo che proprio per questo, non ho potuto sbizzarrirmi come avrei voluto e fatto su EFP. EFP mi ha sempre dato l’opportunità di commentare liberamente, senza peli sulla lingua, con l’ironia di quella che allora era una bambina (e ora anche, con qualche anno in più). Nel senso, sul giornale tendo a mantenere una certa serietà (cosa che non mi appartiene). Probabilmente, dopo l’arrivo di nuovi input, questo è il motivo principale per cui torno a scrivere qui.

In questo momento non so quanto riuscirò a mantenere l’impegno di scrivere nuovi capitoli, ma spero di riuscire a pubblicarne il più possibile e a intervalli regolari. Quindi, se vi è piaciuto questo capitolo di “Media” potreste provare a leggerne altri più vecchi mentre io, nella mia mente buia e malata, elaboro qualche altra recensione poco seria, ma molto onesta.
See u soon! 
   
 
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