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Autore: _Niente_Paura_    06/07/2020    0 recensioni
[Bojack Horseman]
-Sì! Sei tu! Schifoso bastardo!- Protese le mani dinanzi lui, come a cercar riparo
-Vigliacco! Ecco cosa sei.- E nell'impeto di rabbia partì il dardo.
Genere: Azione, Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Stelle morenti
infezione

Il cielo era tinto di un rosso sangue, la luna grande che si riversava sopra una Holliwoo scarna e priva di vita. O quanto meno priva di forme di vita che il cavallo conosceva.
Da poco evaso, l'ex attore aveva gli occhi fissi su quella luna e sul cielo così opprimente.
Ebbe la netta sensazione di farsela addosso da un momento all'altro, sembrava d'essere in uno di quei film dove l'apocalisse si riversava sui peccatori, mentre i santi trascendevano al cielo. Mancavano solo i cavalieri dell'apocalisse, scarne ombre che scalpitavano al di sopra di cavalli scheletrici.
Strinse i pugni sul manubrio della bici, e facendosi coraggio scese giù per la collina. Ovunque sarebbe andato avrebbe portato con sé il peso degli errori, e quel mondo divenuto così crudo non avrebbe aiutato sicuramente.
Non v'era più giorno e notte, il sole era morto, così come la luna. Tutte le stelle erano cadute d'un pezzo. Ironico come fossero cadute anche le stelle di Holliwoo.
Con la bici al fianco, il cavallo osservava il percorso che doveva intraprendere.
Rovi avrebbero ostacolato il passaggio, così come le crepe sulla strada ormai pervasa da della bassa vegetazione. Dovevano essere ginestre, quei fiori che crescono un po' ovunque.
Si mise in sella alla bici cigolante, non aveva trovato di meglio durante la fuga dalla prigione.
Così, armandosi di coraggio, si spinse giù per la collina. Le mani erano chiaramente a disagio, era una vita che non guidava una bici.
Il vento tra i capelli, il cielo rosso ed il clima afoso, gli sembrava d'essere in un film western. Non v'era gente nel raggio di miglia, così come la desolazione dell'America ai tempi dei cercatori d'oro.


Il cuore del cavallo era pesante, triste. Gli occhi s'incrociavano con il nulla. Un peso sul petto, quasi come fosse una fitta. Sospirò dolcemente, mormorandosi parole come mantra.
-Perdonati.- Diceva, e le parole seppur prima erano tremanti, pian piano si facevano sempre più convinti. Il morale di Bojack non era più di tanto cambiato, ma in quei mesi era riuscito a conviverci, a non odiarsi per i suoi sbagli.
Una smorfia sulle labbra, l'aria era secca e le strade quasi inagibili. Bojack dal canto suo continuò a pedalare per le strade, mentre in lontananza sentiva dei rumori a lui sconosciuti.
S'accostò al muro di un alto edificio, posò la bici con cautela e s'appiattì al muro. Provò ad ascoltare i rumori, i quali sembravano avvicinarsi pericolosamente.
Se c'era una cosa che gli avevano insegnato i film post apocalittici era un bel niente.
“Per quale cazzo di motivo non ho mai visto un film del genere?”
“Perchè pensavi fossero una merda” Gli rispose la sua coscienza. Al che scosse la testa e si rimise sulla bici in fretta e furia.
“Non avrò visto un film sugli zombie, ma ho visto horror, e qua non sembra che finisca troppo bene” Così il cavallo in sella alla bici, provò ad andare via da quel posto, pedalando il più velocemente possibile.
Dietro di lui comparvero delle enormi belve. Pelose, dal volto snaturato. Sembravano la versione corrotta della vita.
Bastò guardarne uno di quelli con la vista periferica, che il cavallo sfrecciò via con la bici come mai avrebbe pensato di fare.


Vagava solitario per le strade di Holliwoo, scappando da bestie ripugnanti sotto la luce perenne e fissa di un sole spento ed un cielo rosso opprimente.
Fu molto sorpreso quando vide un fuoco acceso e delle persone poco più in là.
Di primo acchito stava per andar da loro a braccia aperte, ma s'arrestò improvvisamente.
Cosa avrebbero pensato di lui? Il mondo lo odiava, nessuno voleva più vederlo in volto.
Rimirava con brama i tipi, i quali accerchiavano il fuoco scoppiettante, mentre si deliziavano con una semplice partita di carte.
Ripensò a tutti i pomeriggi passati fra quattro mura, mentre giocava a poker con altri galeotti. Sorrise, seppur amaramente. S'avvicinò inconsapevole a loro, palesandosi parzialmente alla comitiva.
-Hey tu!- Il cavallo si fermò, ma non si girò verso la voce. Era una voce femminile calda ed amica, ciò gli fece stringere il cuore.
-Vieni con noi!- La voce era così dolce, non voleva però sentirla trasformare in disgusto e disprezzo.
-Non posso.-
-Ma come non puoi?- Il volto triste di Bojack si contorse in un'espressione pregna di dolore. Si voltò verso la ragazza, mostrando per bene il muso da cavallo. Osservò attentamente il mutamento d'espressione di questa, da gentilezza a disgusto e ribrezzo.
Andò via, cercando di non ascoltare la merda che uscisse da quella bocca. Con sua grande sorpresa, guardando dentro il suo cuore, non era rimasto poi così tanto colpito. Forse ci aveva fatto il callo, dopotutto tutto il mondo lo aveva odiato così tanto.
A quel pensiero, l'apocalisse non sembrò poi così male, in fondo la sua vita era finita a prescindere. Non si sarebbe mai più redento agli occhi della società, ormai era sporco.


Quante ore erano passate? Ma era veramente sicuro che fossero passate ore? Forse giorni, non era ben chiaro lo scorrere del tempo. Tutto era uguale, stantio, una luce rossastra alta in cielo sempre uguale. Forse l'inferno era proprio un infinito loop fino alla morte.
Passò una mano sulla fronte, grondante di sudore. Guardò dinanzi a sé, ormai il paesaggio era cambiato drasticamente, Holliwoo era bella che lontana.
Delle casupole in legno si delineavano all'orizzonte. Ad un primo sguardo sembravano abbandonate. Ciò fece rallentare Bojack, il quale poggiò in fretta la bici, per andare a controllare le case che effettivamente erano state abbandonate.
Cassetti aperti malamente, letti senza coperte. Non v'era quasi nulla, ma almeno poteva ripararsi e nascondersi per un po'. Già bastava questo.
Non c'era gas, e fu costretto a cucinar un barattolo di fagioli su di un falò. Cercò in un qualche modo di ottenere una fiammella bassa, e maldestramente cucinò i fagioli più buoni della sua vita.
Si distese sul letto e chiuse gli occhi, abbandonandosi ad un sonno ristoratore.


Riaprì gli occhi con pigrizia. Ma ebbe un sussulto quando in lontananza udì delle voci, dapprima soffuse, poi sempre più chiare.
Un tuffo al cuore, gli si ghiacciò la nuca dallo spavento.
S'alzò d'improvviso, e si precipitò alla porta. Dinanzi lui v'era davanti un uomo con occhi sbarrati e con una balestra tra le mani, dietro una bambina ed una giovane donna. Forse erano la sua famiglia.
--Che ci fai in casa nostra?-
-Be' ecco io ...- E nel dire ciò alzò le mani e fece un passo verso l'uomo armato
-Non, un altro passo!- Gli intimò questo puntandogli davanti la balestra carica.
-Okay, okay- L'uomo aguzzò bene gli occhi, guardandolo meglio
-Tu, tu sei Bojack Horseman?- Un attimo di silenzio fra i due, mentre il cavallo sudava freddo
-Sì! Sei tu! Schifoso bastardo!- Protese le mani dinanzi lui, come a cercar riparo
-Vigliacco! Ecco cosa sei.- E nell'impeto di rabbia partì il dardo.
Poi il cavallo non sentì nulla.
   
 
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