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Autore: Sweet_CreatureHL    07/07/2020    0 recensioni
Due anni fa, Harry ha lasciato che la sua famiglia si intromettesse tra lui e l’amore della sua vita, qualcosa di cui, ancora oggi, si rammarica profondamente. Louis ha provato a superare da solo la loro devastante rottura, a volte pensa persino di esserci riuscito. Basta un momento per rimandarli indietro nel tempo.
Amnesia AU
La storia non è mia, la vera autrice è "Allwaswell16" che potete trovare su AO3. Tutti i diritti vanno a lei.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Consequences




 

Prologo.





15 Dicembre 2017
 
 
Louis fissa il muro di mattoni a vista del loro costoso attico e sa che un muro esattamente uguale si è eretto tra loro negli ultimi mesi. Mattone dopo mattone si è trasformato in qualcosa di impenetrabile. L’orologio sul muro ticchetta, minuto per minuto, ora dopo ora, ed Harry non torna a casa. Questa volta non si è nemmeno preso la briga di scrivergli un messaggio con una scusa qualsiasi, il che va più che bene per Louis. E’ stanco di ascoltare la scuse di Harry.
Alla fine si avvicina alle grandi finestre che si affacciano sul fiume Mississippi con la vista sulle scogliere. Non c’è molto da guardare in questo periodo dell’anno, l’acqua grigia e fredda che scorre nel fiume sotto le grandi travi d’acciaio del ponte che lo attraversa. Quando, non se, arriverà la neve, il panorama diventerà piuttosto pittoresco, ma fino a quel momento a Louis sembra soltanto desolato e incolore.
Una valigia chiusa si trova nel corridoio, in attesa che Louis la afferri rapidamente per poi andarsene, ma vuole ancora aspettare qualche minuto per avere la possibilità di chiarire le cose. Non che parlare li abbia aiutati molto, o forse il problema è che le parole giuste non sono mai uscite dalle loro bocche, tuttavia non può andarsene da quella casa senza prima aver parlato con Harry. Osserva il luogo in cui ha vissuto per sei lunghi anni, e difficilmente riesce a credere di essere arrivato a questo punto. Le fotografie incorniciate e scattate da Harry sono ancora appese alle pareti, ma quell’Harry è ormai sparito, se ne è andato per sempre.
Louis vede la notifica di un messaggio sul cellulare.
“Sei ancora lì?”
E’ Zayn, andrà da lui se Harry non tornerà a casa fra qualche minuto. Vuole parlargli assolutamente, indipendentemente dalle condizioni in cui rientrerà a casa.
“Si, sono ancora qui. Non è ancora arrivato a casa.”
Sussurra un grazie silenzioso per avere un amico pronto a supportarlo in ogni momento, sa che Zayn ha una seconda camera da letto pronta per lui e una bella pizza. Nella sua testa continua a pensare che forse non avrà bisogno di andare a cercare consolazione da Zayn, anche se è consapevole che la conversazione con Harry non andrà nel migliore dei modi, soprattutto se Harry tornerà a casa ubriaco. Louis è grato per avere un posto dove andare senza dover scomodare sua madre. Il pensiero di dire a sua madre che la sua relazione è quasi giunta al termine renderebbe tutto ancora più reale, e non è in grado di affrontarlo in questo momento.
“Ti aspetto, altrimenti dimmi qualcosa.”
Louis risponde con un pollice alzato e infila il telefono in tasca. Si è messo le scarpe ore prima, non trova nessuna motivazione per togliersele. In una zona remota della sua mente, resta ancora un piccolo frammento di speranza, forse Harry gli darà un motivo per togliersi le scarpe, un motivo per restare.
Le scarpe nere da ginnastica che indossa quotidianamente battono lentamente sul pavimento in legno, appoggia le mani sulle ginocchia e si sporge in avanti cercando il mantenere il respiro regolare, cercando di restare il più calmo possibile, anche se il suo cuore aumenta il ritmo non appena avverte la chiave girare nella porta d’ingresso.
Harry inciampa sull’uscio in un modo che Louis, in passato, avrebbe trovato quasi accattivante, ma ora sa che Harry è inciampato perché ha bevuto di nuovo dopo il lavoro. Le chiavi cadono a terra con un rumore sordo che sorprende entrambi. Harry finalmente alza lo sguardo e nota Louis seduta sul divano.
“Mi stai aspettando, Lou?”
“Sono le otto e mezzo. Un po’ tardi per rientrare, non credi?”
“Sono solo le otto e mezzo?” domanda Harry, strizzando gli occhi per guardare l’orologio. Respira a fatica e Louis riesce a sentire l’odore dell’alcol. “Ho pensato fosse più tardi, visto che sei seduto su quel divano come se fossi mia madre pronta a farmi una ramanzina.”
Louis ignora la provocazione, anche se potrebbe ribattere e cominciare a litigare, visto che è stato accusato di comportarsi come una madre apprensiva. “Spero tu non abbia guidato.”
Harry sbuffa. “Naturalmente non l’ho fatto, ho preso un Uber.”
“Bene.”
Segue Harry mentre si dirige in cucina e recupera una bottiglia d’acqua dal frigorifero, bevendo come se fosse assetato. Louis si astiene dal fare un commento a riguardo, ormai è abituato a prendersi cura delle persone, ma vuole darci un taglio. Non vuole più sembrare un genitore che rimprovera il figlio.
“Penso che dovremmo parlare.”
Harry ride in modo sarcastico e lancia la bottiglia vuota sul tavolo, incrociando le braccia al petto, quindi si appoggia contro il lavandino. “Davvero? Di cosa vuoi parlare questa volta? Quanto tempo passo a lavorare? Pensi che sto bevendo di nuovo troppo? Non abbiamo scopato abbastanza ultimamente? Qual è il problema, Louis?”
“Probabilmente non c’è soltanto un problema.” sussurra Louis in risposta, sente lo stomaco contorcersi dal nervoso. “Non so come risolvere i problemi tra noi se non ne parliamo. E si, tutte quelle cose che hai menzionato sono cose di cui dovremmo discutere. Ti stai auto-curando con l’alcol e sei infelice…”
“Sono infelice?” sogghigna Harry. “E tu allora? Lo sei?”
“Penso che non siamo felici da un bel po’ di tempo, ormai…” sussurra Louis fissandosi le scarpe. “Non da quando hai iniziato a lavorare per…”
“Beh, dove altro dovrei lavorare Louis?” lo interrompe Harry. “La maggiore parte di questa città lavora per la mia famiglia. È normale che sia finito a lavorare lì.”
“Non devi lavorare per forza con tua madre, Harry. So di ripetere sempre le stesse cose, ma se ti concentrassi sulla tua arte? La fotografia? Non tocchi una fotocamera da mesi.”
Gli occhi di Harry sembrano scurarsi improvvisamente, perdendo totalmente la loro luce. Louis farebbe qualsiasi cosa per ridare loro la luce che meritano.
“Non fa più per me fare fotografie…”
Quella rivelazione colpisce Louis come una tonnellata di mattoni. “Cosa stai dicendo?”
“Cosa c’è?”
“Io invece rientro ancora nella tua vita? Perché a me non sembra.” Louis si prepara psicologicamente alla risposta del riccio.
Harry emette un suono sprezzante e contrae la mascella. “Cosa stai dicendo? Non vuoi stare insieme ad un uomo ricco e importante? Non vuoi essere il mio accompagnatore a cene di lusso e gala?”
“Cosa vorresti dire?” domanda Louis, sconvolto.
“Non devi lavorare Louis. Il tuo stipendio inoltre non basterebbe per pagare nemmeno un quarto di questo posto.” Replica Harry con tono cattivo.
“Non sono un terapista occupazionale solo per la busta paga.” Risponde Louis arrabbiato, lo irrita da morire che Harry sminuisca la sua carriera in questo modo. Il suo lavoro è sempre stato più di un semplice lavoro, per lui. “Perché cazzo all’improvviso ti interessi solamente dei soldi?”
Harry scrolla le spalle. “Si tratta sempre di soldi, non essere ingenuo. Non vedi quello che fanno tutti quelli della nostra età?”
“Tutti quelli della nostra età non hanno capito niente. Abbiamo ventisei anni, Harry! Ora chi sembra tua madre?”
“Basta discutere, me ne vado a letto.” Harry fa una smorfia e si strofina una mano sul viso, quindi si dirige verso il corridoio fino a quando non si congela sul posto. “Cos’è questa?”
Il cuore di Louis comincia a battere all’impazzata. Harry ha appena visto la grossa valigia, chiaramente piena fin quasi a scoppiare. “Io… andrò da Zayn per un po’.”
“Dici davvero? E per quale motivo?” Harry prende la borsa e inizia ad urlare.
“Cristo Harry, perché non pensi a quello che dici? Perché non ti rendi conto di ogni singola cosa che mi hai detto da quando hai varcato quella porta?” Louis cammina verso il riccio, afferrando la valigia dalle sue mani.
Harry gliela lascia. “Quindi mi stai lasciando?”
“Non posso stare con te in questo modo, non posso stare qui a guardarci cadere a pezzi. Penso che abbiamo bisogno di…” Louis prende un respiro profondo. “Di fare una pausa.”
“Una pausa?” Harry ride, un suono vuoto e freddo. “Bene, certo. Vai pure via. Non tornare da me piangendo quando non potrai pagare un affitto.”
Il cuore di Louis si stringe di nuovo e comincia a sbriciolarsi in mille pezzi. “Non sono mai stato insieme a te per i soldi. Non mi interessano i soldi della tua famiglia, lo sai. Forse te lo sei dimenticato ma ti ho amato quando il tuo unico interesse è stata la fotografia e l'arte, non macchine costose, aerei privati e feste con persone ricche.”
Harry lo guarda attentamente con una smorfia sul volto. Ha detto che l’ha amato, come se fosse qualcosa che appartiene al passato, non più al presente. La smorfia di sofferenza abbandona il viso di Harry e viene sostituita dalla solita maschera che è ormai abituato a vedere quotidianamente.
“Ci vediamo, Harry.” sussurra Louis mettendosi la borsa in spalla.
Harry rimane in silenzio mentre lui si incammina per il corridoio, oltre la vita che hanno vissuto tra quelle quattro mura. Louis chiude saldamente la porta di casa alle sue spalle, prende un respiro profondo e si allontana dall’amore della sua vita.

 






 
   
 
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