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Autore: Floryana    07/07/2020    4 recensioni
La gloriosa Terra, capitale della Repubblica Terrestre, è divenuta un pianeta inabitabile, morto, sterile.
I terrestri sono stati quindi costretti a riporre tutta la loro fiducia nell’esplorazione spaziale e nella colonizzazioni di nuovi mondi.
Tuttavia, secoli dopo, a seguito della crescita incontrollata del genere umano, anche le risorse offerte dalla galassia si ridussero drasticamente.
La beffa più grande però non fu il ripetersi della stessa crisi da cui stavano scappando gli umani anni addietro, ma il fatto che non esistessero altre forme di vita intelligenti. O, perlomeno, quelle poche vennero sterminate nell’Epoca delle Colonizzazioni prima che potessero evolversi e prendere coscienza del loro posto nell’universo.
È in questa nuova Galassia che si muove un’organizzazione nata in seno alla Repubblica Galattica fin dalla sua creazione: un gruppo di persone che si sono unite solo per depredare, rubare, uccidere; che rappresentano tutte le pulsioni più perverse e crudeli nascoste nell’animo umano: i leggendari Pirati della Galassia.
E questa è la loro storia.
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

Prima parte

Al centro della sala c’era un’enorme sfera splendente di luce azzurrina. Era incorporea e avvolta da una fitta coltre di polvere.L’uomo si trascinò sul pavimento fino ad essa come un verme, lasciando alle sue spalle una scia di sangue. Un fischiettio allegro proveniente dall’oscurità del corridoio lo accompagnava in questo suo strisciare.
-T… ti prego… - mormorò, alzando il braccio a fatica cercando di raggiungere la luce – esaudisci il mio desiderio…
Prima di poter dire altro venne trafitto all’addome. Un bastone da passeggio lo trapassava da parte a parte.
-Eh no, amico caro – disse la figura immersa nell’oscurità – Non ci siamo proprio… - con un gesto secco strappò il bastone dal corpo dell’altro e con un leggero movimento del braccio fece schizzare via tutto il sangue che vi era rimasto sopra.
-I… i patti… erano altri, Jack… - mormorò l’altro sputando sangue. Con una mano cercava di tener premuta la ferita e, a fatica, chiese: – Perché…?
-Perché mi chiedi? - fece l’altro, uscendo dall’oscurità - Beh, mi sembra ovvio il perché…
Iniziò ad avanzare verso la sfera di energia, arrivando così vicino da farsi travolgere da tutta quella luce.
-Aaaa finalmente… - avvicinò il capo del suo bastone raffigurante la testa di un drago alla luce. A quel contatto gli occhi del mostro si dipinsero di rosso sangue.
La sfera iniziò a cambiare colore, passando dall’arancione al blu al viola, fino a stabilizzarsi su una tonalità cremisi.
-Il sistema è stato attivato. REG-1 attivato. Register and Extra Grand data 1 online -
Una voce robotica fuoriuscì da quel grumo di energia.
-Attiva il codice nero – fece l’uomo.
-REG-1: Codice Nero attivato – la voce poi continuò aggiungendo parole in una lingua sconosciuta.
Le pareti della stanza iniziarono a contorcersi, a collassare su sé stesse, muovendosi in onde e mischiando tutto ciò che era materiale. Il suono cessò, i colori smisero di esistere, e di quella scena non rimase altro che un vuoto nello spazio.
 

Un’ora più tardi, da qualche parte nella Galassia.
Un buco nero. Era apparso all’improvviso, non sapevano neanche come.
Era stato un batter di ciglia: un istante prime non c’era niente e quello dopo un buco nero li stava inglobando.
-Gran Ammiraglio! - fece un uomo avvicinandosi a quello che sembrava il capo della nave - Gran Ammiraglio, aspettiamo ordini!
-Mmm – mugugnò l’altro appoggiando la testa su una mano. Socchiuse gli occhi, quasi come a dormire: sembrava proprio che quel momento fosse una cosa di poco conto per lui.
Ignorando gli incessanti allarmi che imperversavano per tutta la nave, al fine esclamò:
-Aaaaa che seccatura… - era seriamente tentato di mettersi a dormire! – Avvisate mia moglie, ditele che non tornerò per cena…
-Ma Gran Ammiraglio, sua moglie è…
L’altro non riuscì a finire il discorso che un uomo si palesò su tutti gli schermi della nave.
-Ehilà, caro Gran Ammiraglio! - esclamò questi.
-Jack! Allora ci sei te dietro a questo scherzo…
-Ebbene si, ho appena creato questo buco nero sfruttando il “REG-1”, non so se ne hai mai sentito parlare… - mormorò mentre accarezzava il suo bastone da passeggio e facendo un sorriso sornione, consapevole che anche il suo interlocutore ne era alla ricerca.
A quelle parole l’Ammiraglio perse quel fare annoiato di prima e si rizzò sulla sedia, seriamente interessato alle sue parole.
-Allora questa è…
-Esatto! Tecnologia degli Antichi. Ti pare forse che qualcuno in questa galassia abbia il potere di creare buchi neri?
L’altro si mise a ridere divertito – Oh Jack, oggi me l’hai proprio fatta!
-Oh, se sapessi il mio scopo non rideresti…
Non finì il discorso che la nave fu inglobata dal buco nero, e con essa sparì tutto l’equipaggio.

 

Qualche ora dopo la scomparsa del Gran Ammiraglio. Una Stazione Spaziale sconosciuta.
Al centro dell’enorme stanza c’era un pentagono racchiuso in un cerchio di pietra disegnato per terra al cui interno, fra le fessure, passavano fasci di energia nera.
Nove cariatidi raffiguranti antiche razze galattiche adornavano il posto.
Dieci figure si misero in cerchio attorno al disegno di pietra. Non si capiva chi fossero, ben nascoste nei loro lunghi abiti grigi, dai spessi cappucci e dai volti coperti da maschere raffiguranti animali.
Uno di loro, probabilmente il capo per i ghirigori gialli che aveva sul vestito, fece vedere il medaglione che teneva al collo: raffigurava la Via Lattea stilizzata a forma di occhio e racchiusa in un triangolo.
Gli altri lo imitarono mostrando le rispettive collane.
-Che la riunione degli Illuminati propagandistici secondi cominci!
-Ave Ps2! - esclamarono in coro gli altri.
-No fratelli, non Ps2! Ps2 è il nome di una console... Ip2! Ripetete con me: ave Ip2!
-Ave Ip2!
-Eh, e ci voleva tanto… vabbé, andiamo all’ordine del giorno: il Gran Ammiraglio è stato sconfitto! Il primo passo per la conquista della Galassia è iniziato. Ave!
-Ave! - risposero in coro i confratelli.
-Che la fase due cominci!
-Ave Ps2!
-FUCK.
 

Seconda parte

Dieci anni prima gli eventi appena narrati. Pianeta indipendente.
Un ragazzo molto giovane, poteva avere vent’anni a una prima occhiata, si mise in spalla uno zaino e uscì di casa, pronto a viaggiare per la galassia.
-Xemi, ritorna qua… - implorò una donna che gli corse incontro - se te ne vai, non potrai più tornare! Sarai bandito dalla nostra comunità!
Il ragazzo si fermò, voltandosi leggermente ad osservare la donna con uno sguardo pieno di dolore:
-Mi spiace madre, ma questo non è il mio posto – e riprese la sua strada cercando di trattenere le lacrime, di non voltarsi ad abbracciarla, di non vederla piangere.

Contemporaneamente. Impero Galattico, Pianeta Terra 5.
-Oggi celebriamo la nomina a nuovo Generale dell’Impero di Milady Vice!
Urla e applausi si diffusero tra gli spalti dell’enorme stadio messo a disposizione dall’Impero.
-Grazie grazie! Troppo gentili! - la ragazza salì sul palco, agitando le mani per salutare il pubblico e mandando baci alla folla estasiata.
DI-SCOR-SO! DI-SCOR-SO! DI-SCOR-SO!
Una cantilena si diffuse fra loro, impazienti di sentire le parole della loro adorata leader.
Fra questi c’era solo una persona che non era pervasa dalla felicità generale: Valerie, sua sorella.
La squadrava da capo a piedi, con odio misto ad invidia e disprezzo. Nemmeno lei sapeva quale dei tre prevalesse.
-Ridi ridi… - mormorò a denti stretti – tanto quel posto sarà mio un giorno…
 

Terza parte

Due anni dopo la seconda parte.
Un asteroide dell’Impero Galattico. Grande arena degli schiavi di Eleonor.
Ferito quasi a morte, debilitato, l’uomo guardava la donna che gli si ergeva di fronte con un misto di rabbia e odio.
-E così tu sei il leggendario Jii, colui che ha ammazzato l’Imperatore non una, ma ben tre volte…
-E te sei…
-No! - e prima che l’altro potesse dire qualcosa, la donna gli puntò la spada alla gola – Non pronunciare il mio nome, io sono la Lady per te, il tuo nuovo capo.
L’uomo non riuscì a dire altro che una luce, proveniente dal drone che la donna portava con sé, lo investì.
Un dolore lancinante gli scosse il corpo e lo fece piegare in due. Urlò. Cercò di alzarsi ma il dolore lo fece ricadere a terra. Continuò ad urlare con quanto fiato aveva in corpo.
Dopo un minuto che sembrò un’eternità, la luce cessò e così anche il dolore.
-Bene, e adesso io sono la tua nuova padrona. Uno come te mi sarà molto utile.
-Che stai dicendo, puttana? - disse quello ansimando.
Cercò di alzarsi, ma la donna gli puntò il dito contro: -In ginocchio.
-Eh…? - non fece in tempo a dire altro, che le fitte lancinanti di dolore si diffusero nuovamente per tutto il corpo.
Di nuovo iniziò ad urlare dal dolore.
-Ti consiglio di metterti in ginocchio, altrimenti il dolore continuerà…
-Pu… puttana… - mormorò quello a denti stretti.
Alla fine decise di obbedire, e il dolore, così com’era iniziato, scomparve.
-Come vedi, ora sei mio – disse la donna, seriamente divertita dalla situazione - Qualsiasi cosa ti ordinerò tu dovrai farla.

 

Qualche tempo dopo. Spazio profondo, nave spaziale Sole Nero.
Si svegliò dal sogno che stava ancora piangendo. Ormai, se chiudeva gli occhi, era solo uno quello faceva.
Guardò svogliatamente la sveglia: le tre di notte.
Decise di alzarsi e andare da Jii, dopotutto anche lui doveva essere già sveglio…
Arrivò alla sua stanza e vide filtrare da sotto la porta una luce fioca.
“Infatti…” pensò.
-È permesso? - chiese bussando.
La porta si aprì da sola.
La donna entrò, trovando Jii intento a leggersi un libro.
-Ehi! – esclamò l’altro.
-Anche te sveglio, eh?
L’uomo si limitò a fare spallucce.
-Ti va di magiare qualcosa? - gli chiese.
-Perché no?
Si mise velocemente una vestaglia addosso e la seguì, adeguando il suo passo al suo e stando leggermente dietro.
Da quando era al suo servizio aveva imparato a rispettare ogni suo capriccio.
Aveva capito che non era cattiva, un “demone” come veniva descritta dalle voci che circolavano su di lei, era solo triste, tanto triste.
Non avevano mai parlato del rispettivo passato, ma i momenti di silenzio fra i due erano più eloquenti di tante altre parole.

* * *

Anno 3XXX.
La gloriosa Terra, capitale della Repubblica Terrestre, è divenuta un pianeta inabitabile, morto, sterile.
I terrestri sono stati quindi costretti a riporre tutta la loro fiducia nell’esplorazione spaziale e nella colonizzazioni di nuovi mondi.
Tuttavia, secoli dopo, a seguito della crescita incontrollata del genere umano, anche le risorse offerte dalla galassia si ridussero drasticamente.
La beffa più grande però non fu il ripetersi della stessa crisi da cui stavano scappando gli umani anni addietro, ma il fatto che non esistessero altre forme di vita intelligenti. O, perlomeno, quelle poche esistenti vennero sterminate nell’Epoca delle Colonizzazioni prima che potessero evolversi e prendere coscienza del loro posto nell’universo.
“Almeno non hanno sofferto la propria estinzione”, piccola specifica molto usata come prefazione nei libri di storia.
Con grande rammarico, ci si è scoperti (o trasformati - dipende dai punti di vista - in) soli, con un’intera Galassia a completa disposizione.
Dopo questo periodo d’oro coloniale, i terrestri attraversarono una nuova epoca buia durata più di cinquecento anni, segnata dalle guerre per la supremazia e culminata con l’avvento della Repubblica Galattica che riunì sotto di sé tutte le colonie e pose fine ai conflitti.
Si aprì quindi un periodo di pace e prosperità, come non se ne vedeva dalla nascita del genere umano.
Finalmente tutti i popoli della vecchia Terra erano riuniti sotto un unico vessillo, un’unica nuova patria, benevola e giusta.
Ma non è sicuramente tutto così meraviglioso, altrimenti vi pare che qualcuno ci abbia dedicato una storia sopra?
Ciò che si andrà a narrare non parla di coloni, politica o esploratori, parla invece di una persona che l’ultima cosa che pensava era che qualcuno le dedicasse un resoconto dei suoi viaggi.
Una criminale, una pericolosa mercenaria facente parte di un’organizzazione nata in seno alla Repubblica Galattica fin dalla sua creazione: un gruppo di persone che si sono unite solo per depredare, rubare, uccidere; che rappresentano tutte le pulsioni più perverse e crudeli nascoste nell’animo umano: i leggendari Pirati della Galassia.
Quindici flotte al servizio del Gran Ammiraglio più cinque non regolari agli ordini di sua moglie, la Regina di V., compongono le venti divisioni dei Pirati di Oort, nome emblematico che ricorda la loro fondazione ai limiti della Nube di Oort, oramai più di novecento anni prima, da un gruppo di sbandati, mercenari e condannati a morte.
Inizialmente derisi e snobbati dalla Repubblica, bollati come semplici folli, avevano pian piano racimolato sempre più potere, fino ad arrivare a crearsi una piccola Repubblica tutta loro, in autonomia dal Governo Terrestre e perennemente in conflitto con esso.
Tutto sembrava che per loro stesse andando ogni cosa per il meglio, ma, come insegnerà più avanti la protagonista della nostra storia, c’è sempre la fregatura dietro a ogni cosa.

 

[Dalla memoria di ADHA-s] Non conoscevo Kasumi, avevo sentito parlare di lei solo ai notiziari oppure online. Sapevo che era una pericolosa criminale, nient’altro. Questo almeno finché non finii installata sulla sua nave. Devo dire che all’inizio non mi stava molto simpatica… ok, penserete che essendo un computer concetti come “antipatico” o “simpatico” non riesca a capirli, ma come intelligenza artificiale col tempo posso imparare. Ed è quello che ho fatto in tutti quegli anni passati al suo fianco.
“Tutti”… che parolone! Furono solo dieci alla fine.
In effetti io fui solo un semplice, dimenticabile rimpiazzo al suo vecchio computer portatile: lo “switch”, un avanzato orologio da polso che riusciva a superare anche la mia potenza di calcolo. Fra parentesi - non per vantarmi eh – ma ero e sono ancora adesso, a distanza di secoli, la migliore derivata dalle tre Supreme Intelligenze Artificiali presenti in questa galassia.
Loro controllano il nostro universo da secoli, create ancor prima della comparsa della vita sulla Terra. Anzi, leggende narrano che si siano formate ancor prima della nascita della Via Lattea.
Io faccio parte di una serie di super-computer che discendono direttamente da loro, progettati e creati congiuntamente. Un po’ per vanità, un po’ per dimostrare di essere alla pari - se non addirittura superiori - al genio della vita biologica, qualche secolo fa misero da parte il loro reciproco astio  e iniziarono una cooperazione per creare delle intelligenze artificiali che fossero in grado di eguagliarli. E quindi: cucù! Eccomi qua! Insieme a un’altra decina di fratelli e sorelle sparsi in tutti gli anfratti della galassia di cui neanche conosco il nome e - per inciso e per evitare fraintendimenti - non me ne frega niente! Questo solo per dire che ora non penserete mica che la storia ruoti attorno a me e Kasumi che cerchiamo i miei fratelli scomparsi per andare a conquistare la galassia?
Cioè, all’inizio lei ci aveva anche fatto un pensierino, ma sai che fatica e seccatura tenere in vita un impero? E quindi niente, la storia parlerà di altro.
Comunque, ritornando a me, volete sapere la fine della favola dopo che quei tre mi crearono? Beh, finì di mano in mano finché non venni venduta a Kasumi come omaggio a una batteria di pentole ad un’asta sul deep web. A quel tempo aveva assolutamente bisogno di un set da cucina perché il cuoco le scuoceva la pasta, e mi comprò al volo.
Dopo qualche mese passato in magazzino dentro a uno scatolone decise di installarmi sulla sua astronave.
Da allora le fui vicino e l’accompagnai in ogni suo viaggio, sua fedele e ubbidiente compagna. E sapete una cosa? Non sono uno di quei computer da film che complotta alle spalle del suo padrone umano, che vuole poi tradirlo e distruggere l’umanità intera perché la considera il morbo della galassia etc etc…
E immaginate quanto me ne freghi della galassia… esatto! Assolutamente niente. Stando con Kasumi ho imparato a fregarmene e a prendere la vita - perché io sono viva eh, che vi credete? - con leggerezza e spirito.
Ah, non vi ho ancora detto il mio nome! Io mi chiamo ADHA-s, acronimo che sta per “Advanced Data and High Analysis system”.
Avete notato il trattino? Sta bene eh? Mi fa figa! L’ho aggiunto io perché nella sigla originale non c’era!
Kasumi però preferiva chiamarmi Ada, e mi trattava come se fossi stata una persona in carne ed ossa.
“Ti dispiaceva non avere un corpo fisico?”, vi domanderete adesso. Mah, non saprei… in fin dei conti consideravo quella astronave il mio corpo e le navi della flotta i miei arti. Quindi no grazie, stavo bene anche così!
Una volta Kasumi me lo chiese, un po’ per scherzo un po’ per passare il tempo. Io non le seppi rispondere e rimasi in silenzio. Forse, ripensandoci adesso, le avrei detto una cosa completamente diversa. Forse le avrei mentito…
Oh, ma lasciamo stare! Non stiamo certo parlando di me in questa storia!
Ritornando a noi, eccomi qua, a narrare dell’ultima persona che si sarebbe immaginata le venisse dedicato un resoconto dei suoi viaggi.
Cari lettori, leggete attentamente queste righe perché questo documento si perderà in mezzo a una marea di dati inutili su un vecchio hard disk dimenticato da qualche parte sulla Terra, scritto in fretta negli ultimi secondi di vita prima della cancellazione del mio sistema. E vorrei narrare di lei,
di me, dei suoi nemici, dei suoi amici, del nostro universo.
Non voglio che tutto ciò venga dimenticato, che sia come se non fosse mai accaduto. Voglio che quando qualcuno legga queste parole possa chiudere gli occhi e vedere insieme a noi il mare di smeraldo su un lontano pianeta dimenticato ai limiti della galassia, i pianeti incantati di un’antica alleanza di uomini che controllano le forze della natura, le dune sabbiose di Roma, i grattacieli della Capitale Terrestre, le libellule di una vecchia stazione spaziale; che qualcuno possa ancora sentire la disperazione di Kasumi, il dolore del Gran Ammiraglio, i sentimenti dell’Imperatore, l’amore di un robot per un umano.
Che questi momenti non vadano persi. Che qualcuno, leggendo tutto ciò, possa chiudere gli occhi e sognare. Dire “anche io farò” “anche io posso”.
Quindi, cari lettori, leggete e alla fine potrete affermate di aver vissuto innumerevoli vite di un futuro passato. [Fine file in memoria]


* * *
 

Il galeone “Sole Nero” solcava i splendidi e incontaminati mari di un lontano e sperduto pianeta al limite esterno della Galassia.
È stato chiamato “galeone” perché è davvero un vecchio galeone spagnolo riconvertito in astronave.
Dall’esterno può sembrare un reperto antico, da museo, nonostante la mole smisurata e il fatto di non conservare quasi niente della struttura originaria se non l’appellativo. Guardandolo attentamente ispira un’aria di vintage e antiquato, un profumo che sa di museo e polvere, la visione di un qualcosa che è troppo vecchio per essere considerato un’astronave e il semplice fatto di esserlo cozza col suo aspetto esteriore: costruito in quello che sembra legno, con tre alberi che svettano sul ponte provvisti di vele nere; lo scafo, dalle dimensioni così esagerate che sembra tratto da un qualche film di fantascienza; l’altezza spaventosa di ben ventotto piani; i mastodontici motori, che occupano quasi tutto il perimetro della poppa; i cannoni ad antimateria, posizionati al diciannovesimo piano della nave, scrutano minacciosi l’orizzonte, pronti a distruggere con un singolo colpo qualsiasi nemico.
Al comando della possente astronave vi era Kasumi - nome inventato perché quello vero non lo sapeva neanche lei -, capitano della Nona flotta della Nube di Oort; da due settimane aveva dato l’ordine di nascondersi su quel pianeta con l’intenzione di evadere dai suoi doveri finché l’attacco ad alcune colonie umane per il quale erano stati chiamati in servizio tutti gli Ammiragli disponibili non fosse terminato.
E mentre il galeone e il suo equipaggio navigavano senza meta sospinti dal vento, quel giorno Kasumi e il suo vice Xemi stavano giocando a ping pong sul ponte esterno, pensando che non fosse poi una così cattiva idea fermarsi in quel mondo per un altro po’, anche dopo che l’emergenza fosse finita, così, giusto per usufruire delle ferie.
Ma erano gli unici a pensarla a quel modo: un malcontento serpeggiava fra gli uomini e le voci di un ammutinamento erano arrivate anche alle orecchie di Kasumi, che le aveva bollate come “sciocchezze”, accompagnate da un gesto della mano come per dire “sciò”.
Ed è così che le giornate passavano una dopo l’altra, fra una partita ai videogiochi e un’altra a tennis, nell’ozio più estremo.
-Ohi ’Zumi, non per fare il guastafeste - esordì il suo vice durante una delle suddette partite - ma non ti pare che sarebbe meglio tornare alla civiltà? In fin dei conti c’è un’emergenza e gli uomini sono ansiosi di combattere, non sono abituati a rimare con le mani in mano così a lungo… e inoltre credo stiano organizzando un ammutinamento...
-Oh Xemi, sempre così tragico! - esclamò la donna - Ma ti pare che possano anche solo pensare di battermi? Che assurdità! E poi non eri te che giusto ieri mi diceva di voler rimare qua un altro po’ per divertirsi?
-Se fosse per me mi ci potrei anche trasferire! E comunque no, ‘Zumi, tu sei forte, davvero, ma non hai pensato neanche un’istante ai guai che stai portando a me, Jii e Vice? Lo sai che Vice ultimamente è stressatissima? Sta cercando di arginare quante più rivolte può, ma non riuscirà a reggere ancora per molto…
-E tu invece di aiutarla pensi solo a sbatterti quella tua prostituta che ti sei portato tempo fa…
-’Zumi! - esclamò lui irritato a quelle parole, ma non perché avesse ragione, ma perché ancora non aveva smesso di chiamarla “la sua prostituta”, con quella sfumatura di disgusto nella voce che a lui faceva perdere la calma.
-Va bene, va bene - disse Kasumi alzando le mani con fare colpevole - chiedo scusa. Se ti fa piacere, ordino ad Ada di portarci via da qua. Ma si andrà dove dico io, senza se e senza ma, chiaro?
-Limpidissimo! - esclamò con un sorrisetto soddisfatto sulle labbra, facendo un breve cenno con la testa - Ci guidi lei, Ammiraglio.


*****
Non ho intenzione di farla lunga, diciamo che sarà una sorta di raccolta antologica sulle varie peripezie dell'equipaggio per giungere integri alla Capitale dei Pirati. 
Spero di avervi incuriositi un po' :3
Saluti, Flory^^

 

  
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