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Autore: LuceBre    09/07/2020    2 recensioni
Ambra metteva il cuore in quello che faceva. Qualsiasi cosa fosse, lei ci metteva il cuore. Dava tutta se stessa. Nelle cose e nelle relazioni.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ambra era pura


“Stai con me stanotte Annego
Tra le lacrime che non verso più
Le sigarette non le fumavo davvero più
Mi bastavi tu
Ho riiniziato da poco perché sto giù”
Spazzolino – Cannella
 
“E tu, tu non ci sei più
Qui con me, però va beh
Qualcuno mi terra compagnia
Saremo io e la mia malinconia”
Ambra era nuda – Postino
 

Vaffanculo. Vaffanculo. Vaffanculo.
Ambra aveva solo questo in testa. Un enorme, gigantesco vaffanculo.
*
Ambra metteva il cuore in quello che faceva. Qualsiasi cosa fosse, lei ci metteva il cuore. Dava tutta se stessa. Nelle cose e nelle relazioni.
Era così. Era vera. Era pura.
Pura nel suo volersi dare così tanto al mondo. Volersi dare tutta al mondo. Pura nel suo non farsi frenare dalle esperienze passate e non farsi macchiare dagli errori commessi. Pura nella fiducia che dava agli altri. Pura nel suo impegnarsi nel prendersi cura di ciò che le era più caro. Ambra era pura.
Forse non era la prima parola che le persone avrebbe detto di lei. Avrebbero detto che era disponibile, che era presente, che era ingenua, che era testarda. Difficilmente avrebbero usato la parola pura. Ma lo era. Era pura nel suo credere continuamente nel mondo, nel bene attorno a lei e soprattutto nelle persone attorno a lei. Era pura nel pensare che le persone non avessero cattive intenzioni. Era pura nel pensare che nulla avrebbe potuto farle del male. Intenzionalmente. Non intenzionalmente. Era pura nel credere che le persone attorno a lei fossero pure come lei. Semplici come lei.
Ambra era pura. Ambra era nuda.
Nuda nel suo mettersi così in gioco, a disposizione, usabile dagli altri e dal mondo. Nuda nelle sue emozioni così chiare a lampanti. Nuda nel suo essere manipolabile. Nuda nel suo essere incapace di imparare dalle esperienze passate.
Non è che non ne fosse consapevole, anzi, era perfettamente consapevole di tutto ciò che le era successo e di come le persone si fossero approfittate di lei e di come lei fosse rimasta fregata. Ma in qualche strano modo non le importava. Amava troppo dare tutta se stessa a chi e cosa aveva intorno a sé che ritenesse valido. Anche a costo di farsi male.
E quando si faceva male, si faceva male davvero. Si schiantava brutalmente contro un pesante e inscavalcabile muro di realtà. Si leccava le ferite nella sua quotidianità. Piangeva e viveva intensamente anche quel dolore. Quella paura. Quella solitudine. Quella rabbia. Perché in quei momenti la rabbia verso di sé raggiungeva vette astronomiche. Una rabbia lacerante verso sé stessa, per essere nuovamente caduta a causa dei giochi del mondo attorno a lei, per essere nuovamente crollata davanti ai suoi castelli felici, per essere nuovamente crollata di fronte a quelle fantasia utopiche.
Ambra era pura. Ambra era nuda. Anche nella rabbia. Pura e nuda.
E la rabbia che stava provando verso sé stessa aveva raggiunto il culmine. Le sembrava impossibile essere in grado di provare più rabbia di questa. Più rabbia di quella che il suo tutto sommato piccolo corpo stava già provando. Una rabbia data dalla paura e dal dolore di essere rimasta nuovamente sola e nuovamente indifesa e alla mercé della realtà, delle persone. Una rabbia data dalla paura e dal dolore di aver commesso l’ennesimo sbaglio. Una rabbia data dalla paura e dal dolore della distruzione delle emozioni intensissime e potentissime che stava provando e della distruzione dal futuro che aveva non solo immaginato, ma visto reale, possibile, ad un passo dalle sue dita.
Una rabbia così accecante perché l’unica cosa che voleva era avere nuovamente accanto a sé quella persona.
   
 
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