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Autore: ImJustMi    10/07/2020    1 recensioni
"Perché qualcosa di bello deve fare così male?
Si interrogava guardando l'amante addormentato tra le sue braccia. Perché la felicità era sempre così spaventosa per lui? Guardando il cielo al crepuscolo non si era mai sentito in pace, anzi."
Le riflessioni di un amante spaventato, innamorato di un ragazzo bello da far male.
[590 parole]
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perché qualcosa di così bello deve fare così male?

Si interrogava guardando l'amante addormentato tra le sue braccia. Perché la felicità era sempre così spaventosa per lui? Guardando il cielo al crepuscolo non si era mai sentito in pace, anzi. I colori che si perdevano tra loro, il blu che diventava giallo e poi rosa senza essere mai disarmonico, le nuvole inconsistenti che sembravano dipinte su una tela, l'immensità di quel bagliore così lontano e la fievole luce della prima stella della notte, lo avevano sempre fatto sentire a disagio. Troppo piccolo per quel panorama, ma allo stesso tempo troppo ingombrante.
Guardarlo dormire lo faceva sentire allo stesso modo.
Mentre il suo volto rilassato si lasciava accarezzare da teneri respiri e l'esile corpo era protetto dalle braccia del ragazzo che più amava al mondo, quest'ultimo non poteva fare a meno di tenere gli occhi aperti e vigili, il respiro corto e il battito accelerato, non come quello di un innamorato ma di una persona spaventata.
Come poteva fargli questo? Se lo amava davvero, come poteva dormire così serenamente mentre lui era un disastro di emozioni?
Quando a scuola si trovava a dover analizzare un dipinto o una statua, per quanto fosse bella e grandiosa, l'intento dell'artista gli appariva sempre così manifesto. C'era sempre un perché, anche quando quel perché era in realtà il semplice umore dell'artista in quel momento. Persino l'arte astratta, per lui, era sempre intensamente manifesta. Ma il cielo, che non aveva un creatore che scegliesse ad ogni crepuscolo una composizione di colori, e il volto affascinante del ragazzo addormentato, frutto di una casualità genetica, sfuggivano alla sua comprensione. Per quanto potesse osservarli, per quanto potesse cercare di prevedere quale tonalità avrebbero deciso di mostrare il giorno successivo, non avrebbe mai indovinato. Sarebbe rimasto per sempre impotente davanti alla grandezza della loro bellezza.
Se in quel momento il ragazzo si fosse svegliato, avrebbe letto nei suoi occhi tutta la paura che aveva provato dal loro primo incontro. La paura non di innamorarsi, perché per quello era già troppo tardi, ma di affezionarsi, di abituarsi alla sua presenza così tanto da non riuscire più a vivere senza, da dimenticare come si svolgevano i suoi giorni prima della loro conoscenza. E ancora adesso, che quasi vivevano insieme, che quel meraviglioso essere dormiva proprio tra le sue braccia, si illudeva con tutto il cuore di poter dimenticare tutto da un momento all'altro se fosse servito, di avere ancora un passato, un “prima di” a cui tornare senza perdere niente, un mondo senza crepuscolo in cui al mattino seguiva le notte senza che il cielo diventasse mai rosso come il calore dell'abbraccio in cui si trovava.

Perché? Perché qualcosa di così bello deve fare così male?

Ripeté, questa volta non più tra sé e sé, non riuscendo a trattenere la voce spezzata dal nodo alla gola che gli impediva di deglutire e respirare. Gli occhi erano pieni di lacrime a cui non avrebbe mai permesso di scendere.

Il giovane ragazzo strizzò gli occhi e li aprì lentamente, rivolgendoli subito alla mesta figura che lo guardava con sguardo affranto.

Stai bene?

Gli chiese preoccupato, ma tanta gentilezza non fece che aumentare quella morsa intorno al petto, il dolore era così intenso che per un attimo si preoccupò di non star veramente sanguinando da qualche parte che non poteva immaginare, ma scosse la testa e gli baciò gentilmente la fronte, stringendo i denti e tenendo lo sguardo fisso sul crepuscolo che aveva davanti.

Perché qualcosa di così bello non avrebbe mai dovuto stare male.

   
 
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