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Autore: Elgas    12/07/2020    5 recensioni
[PROSSIMAMENTE IL QUARTO E ULTIMO ATTO]
[Terzo Atto, Till The End of The Time
Kingdom Hearts 3 Alternative Ending (no DLC Re:Mind)
Crossover (personaggi principali tratti da Bleach, Blue Exorcist, Full Metal Alchemist Brotherhood +
pg singoli tratti da altri manga/videogiochi)]
N.B. Lettura Pc. Lettura Angolo Autrice.
+++
Capitolo 1
Ogni cosa da te creata è connessa al Seiðr e a esso farà ritorno.
Chiudi di occhi, tessi la ragnatela. Starà a te decidere quando lasciarla.
Capitolo 7
Ora sei qui. Senza esitazioni. Senza rimpianti.
Solo tu, amico mio…
« …solo tu puoi uccidermi. »
Capitolo 8
Ti amo... lo pensò ancora, dolcemente, perdendosi ancora in quelle ali, nel modo in cui
s’intersecavano in mezzo alla schiena, nelle piume a circondare la spina dorsale, una
linea diafana che saliva fino al collo.
Genere: Angst, Erotico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Aqua, Cloud, Luxord, Sora, Xigbar
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate | Contesto: Altro contesto, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Till the End of the Time'
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4. Invisible Pains



Un Mondo infetto…

Una definizione calzante. Nonostante la Vera Oscurità lambisse l’ultimo strato del Seiðr, più Aqua
scrutava il paesaggio, più comprendeva quanto essa differisse da Heartless e Nobodies. Dal rilievo,
tutto appariva malato; la nebbia avvolgeva la foresta, stritolandola come una massa di serpi; oltre
le cime di alberi avvizziti si stagliava un cielo plumbeo; l’aria era spenta, poiché da tempo ormai
il sole non baciava la terra. Eppure lui si era mosso con disinvoltura, indifferente a tale rovina,
senza darle altra indicazione se non osservare.

Infetto…

Rammentò le battaglie ai Confini. Nessuna stanchezza, nessuna ferita; sia si trattasse di orde
infinite o di abomini alti come palazzi, Gram si era mossa implacabile. (1) Allo stesso modo,
gli occhi non potevano stupirsi dinnanzi a uno scenario declinato infinite volte, in altrettanti
modi diversi.
Sedeva poco più in là Kugo, intento ad armeggiare con un pad e una piccola antenna. L’unico
suono a frapporsi tra loro era il bip emesso da quest’ultima; suono che adesso parve fuori posto,
come la Fenris ormeggiata a ridosso della parete, i piloni d’atterraggio infilati tra rocce ricoperte
di muschio. Un bip acuto e digitando rapido sulla tastiera, il Fyrir volse l’attenzione all’aeronave.
Sotto l’azione di pannelli olografici l’esterno si dissolse; lo scheletro fluttuò in un vuoto illusorio…
poi, tassello dopo tassello, la magia celò la realtà; un baluardo prese forma, arroccato sopra un
basamento in pietra lavorata. Dove c’era il portellone ecco una spessa porta in legno; strette
finestre in corrispondenza delle stanze; un tetto con merlature quadrate a completare il quadro.
Si trattava di un camuffamento in grado di resistere anni, là dove la Kelpie era stata per due
decenni un veliero nei Caraibi. (2)
« Così dovrebbe andare… », borbottò avvicinandosi, pad in mano, « ora tocca a te, poggia il polso
destro sul display. »
Vi fu un altro bip, questa volta proveniente dalla tuta, nonostante avesse le sembianze dei suoi
abiti originali.
« Un chip? »
« Gli abiti di Winry non si limitano a proteggervi da ogni clima. Ho inserito le principali
informazioni sulla zona. Il segnale del Nuntius è perfetto, ma c’era parecchia roba da scaricare.
Anticipando la prossima domanda... il Nuntius fu la prima invenzione degli Smiða. A fronte di
un numero imprecisato di Mondi, occorre un collegamento diretto, in primis con le aeronavi.
Come satelliti, forniscono le coordinate più vicine per uscire dal Seiðr, raccolgono dati su popoli,
lingua compresa, nel colletto un secondo chip funge da traduttore, e sulle forme di vita
organica. Infine, cosa più importante, sono sensibili all’Oscurità. Ne installammo cinque qui. »
« Capisco e... devono essere semplici… così se il Forgiatore si allontana la struttura
rimane... e voi intervenite solo ove necessario », concluse senza frenare l'ammirazione.
« Esatto… premi il chip dentro la manica. »
Al tocco ogni accessorio, ogni filo divenne candido come neve. Nuovi colori, nuovi forme
andarono delineandosi; fu seta di un blu cobalto, furono ricami in linee dorate a creare una
tunica; le “parti metalliche” ora brillavano in successioni di anelli bronzei dalle spalle fino
ai gomiti; ai piedi eleganti stivali in cuoio. Si guardò e alla sorpresa sopraggiunse leggero
l’imbarazzo; non rammentava di aver mai indossato abiti simili, decisamente troppo regali.
« Ku-Kugo…! Ricordami co-come si chiama questo Mondo. »
« F75- 0952… perché? », rispose lanciando un’occhiata allo schermo. (3)
« Ah… semplice curiosità. »
« Se non ti soddisfa puoi cambiarne alcuni dettagli. »
« No… no, mi piace. »
« Uhm… bene. Vado a mettere queste cose a posto. »
Rimasta sola, Aqua rivolse lo sguardo all’orizzonte. Nella nuova veste, il Mondo apparve meno
distante, meno freddo nell’essere contaminato da un male superiore a ogni altro; male che al
momento lo lambiva, in attesa, pronto a divorarlo appena una crepa si fosse aperta nel Seiðr.

Il Cuore del Mondo è forte… così come le sue genti… ma paura e disperazione avanzano silenziose… presto o
tardi i Hwergh riusciranno a penetrare. Troveremo la causa, il catalizzatore di queste energie negative. Noi
siamo… la loro unica Speranza, eppure…


...poteva una Speranza temere il buio? Poteva un’altra scrutare la realtà con freddezza?
Il primo viaggio era durato trentasei giorni e come sempre Kugo limitava all’essenziale; ogni
gesto, ogni parola volti a istruirla, affinché potesse imparare, forgiare la Mente e render il Cuore
ancora più saldo. Da quel punto di vista sentiva di aver compiuto passi in avanti; le masse oscure
nel Seiðr non erano più un pericolo; riusciva a isolarsi, a mantenere una percezione con l’esterno,
pur rivivendo sovente lo stesso ricordo; il villaggio distrutto, l’incontro con Eraqus e Terra; la fine,
l’inizio di una nuova vita… no... l’inizio di tutto.

Chissà perché? Chissà… cosa vedrei in lui...

Lo ritrovò fuori dal portone, in forma animale, a scrutare quel cielo senza vita. Lo seguì senza
però notare alcunché, o forse nella speranza di avvicinarsi a un Cuore eternamente lontano.
« Ci dirigeremo al Nuntius più vicino », le fu accanto, l’uomo dalle sembianze di lupo, le possenti
spalle a sovrastarla di qualche centimetro, « dopo aver preso contato con gli abitanti, andremo a
Est. Sali », concluse abbassandosi sulle quattro zampe.
Fu un gesto istintivo; al pari del lieve disagio quando, una volta sopra, Kugo s’alzò. Un’istante. Di
nuovo alzò lo sguardo, come se la parola potesse rivelare qualcosa nell’imperscrutabile orizzonte.
« Est. L’Oscurità… dunque è lì che... »
« Andrò veloce… reggiti »
Il mondo precipitò verso il basso.
Era balzato giù il Lupo, incurante del centinaio di metri a separarli dal suolo. Serrò gli occhi,
si chinò, braccia e gambe strette intorno alla pelliccia… infine fu meraviglia, semplicemente
meraviglia. Tra le ombre, a emergere dalla nebbia, scorse alberi floridi e sentieri rigogliosi;
schegge di Luce verdastra; sentì l’aria a scivolar sul viso, unico suono in un altrimenti tetro
silenzio; sentì il tepore di lui…
Infine fu leggerezza…
La stessa provata allora, quando varcando le porte del Castello aveva salutato Terra e Ven.
La stessa… così intensa… così sbagliata? Il dubbio l’attanagliava da allora, frammento oscuro
nell’impossibilità di trovar risposta.
« Aqua… arriveremo fra sei ore. Faresti bene a riposare. »
« Ma così…! »
« Tranquilla… non ti faccio cadere. »
Infine fu sollievo… vicino e distante al tempo stesso.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

All’arrivo il sole volgeva al tramonto. L’astro, pallido chiarore nel cielo via via più scuro, morì
oltre le montagne. Nelle ombre della sera si allungò quella del Nuntius, attualmente un menhir
posto in una piccola raduna; scie luminose ne solcavano la superficie con motivi concentrici.
Poco oltre, a ridosso di un sentiero segnato da un braciere, una guardia attendeva scrutando
ora la pietra ora il buio crescente della foresta; un giovane indebolito nello spirito e nel corpo.
Nell’attesa, Kugo si soffermerò sovente a Est, là dove le ombre crescevano più fitte.
« Ho finito… »
Lei era lì, la luce dell’ologramma a illuminarne il viso; sorgente cristallina in un mare d’inchiostro.
Un bip; scritte e immagini svanirono, tornando dati all’interno del chip.
« Perfetto. Ora rispondi alla domanda iniziale », chiese telepaticamente, « saremo ciò che essi
credono… quel è il modo più efficace? »
« Ah… leggendo mi sono tornate in mente le prime lezioni di Eraqus. Non rivelare l’esistenza di
altri Mondi. Viaggiatori provenienti da terre lontane... bastava questo a cancellare ogni sospetto…
ma qui… qui è diverso », a lungo fissò la guardia, appena visibile al di là del fogliame, « bisogna
conoscere affinché non vi sia dubbio. Mai. Solo Speranza. Saremo... gli eroi benedetti da Brigid. »
« Perfetto, ma ti sei scordata un dettaglio », disse accucciandosi accanto, « qui gli animali non
parlano. Tu sarai l’eroina... in sella a un possente lupo. »
« Ah! Sì… ha più senso in effetti », sussurrò, lo sguardo basso.
Un movimento, un istante in cui tornò una ragazza, semplicemente una ragazza; e tanto bastò a
rammentargli quanto tutto dovesse rimaner distante; tra loro, come in quel Mondo. Cosa c’era lì,
se non gli stessi mali, gli stessi dolori a travagliare brevi esistenze? Aqua... avrebbe agito in modo
diverso? Provato sensazioni differenti? Intense, come era a volte il battito del Cuore? Come
avrebbe reagito a un epilogo già deciso? A un primo epilogo già deciso…
Non ha importanza, sentenziò mentre lei risaliva.
Era leggera… le dita indugiarono prima d'immergersi nella pelliccia. Delicato fu il tocco…
Sensazioni futili... ecco riaffiorare il biglietto di Ichigo, le dure certezze che l’avevano condotto fin
lì, ricordi, un futuro sporco di sangue…

Non occorre altro...

E in quel pensiero, il Lupo emerse dal buio.
La decadenza lasciò spazio al fresco della sera, all’erba tra le zampe; fu come entrare in santuario
benedetto. Limpida sorpresa travolse il giovane appena comparvero da dietro il Nuntius;
nonostante l’ossequio gli fu impossibile celare il pallore, la fatica di notti passate insonni, la
magrezza derivante dalla fame, la tristezza di affetti perduti. Alla vista il Cuore di Aqua s’agitò,
ma la voce giunse quieta, simile a brezza marina. Dopo poco Huw, questo era il nome del ragazzo,
prese a guidarli giù per il sentiero, torcia ben salda in mano mentre la destra reggeva una lancia.
« Siete giunta, Prescelta di Brigid! Re Fergus è ansioso d’incontravi! Assieme ai suoi figli,
la Principessa Merida e i Principi Hamish, Hubert e Harris! », esultò ancora al settimo cielo.
Kugo li aveva individuati da tempo; trentasette persone radunate a duecento metri in linea d’aria.
A metà il percorso si fece ripido, scendendo a zig-zag lungo una parete spoglia. Infine, via via più
vicino, si delineò l’accampamento; dodici tende tra cui spiccavano due più maestose e decorate;
il tessuto risultò però logoro, fasto ormai sbiadito. In mezzo s'aggiravano uomini; nei visi, un
tempo di prodi guerrieri, di ragazzi pieni di vita e donne amorevoli, aleggiava il timore… eppure
in essi risiedevano Cuori forti, Cuori che avevo riposto fede, rinnovati ora nella Speranza.
L’attesa era finita, le preghiere esaudite; voci s’elevarono commosse, adoranti.
« Lode alla Prescelta di Brigid! »
« Guardate le vesti! Paiono scintillare! »
« Quel lupo! Sarà grosso quanto Angus! » (4)
Il clamore s'attenuò appena entrarono nella tenda principale.
Un fuoco scoppiettava al centro, sopra un blocco di pietra rettangolare; il fumo saliva rapido
scomparendo in un’apertura circolare; luce calda definiva le persone sedute al tavolo in quercia,
abbellito con calici e caraffe, ultimi resti di una cena spartana. Sorpresa e meraviglia saettavano
nella famiglia reale, diventando più vivide quando Huw li annunciò.
« Per gli Dei! Chi si aspettava una giovane così bella! Grazie Huw, puoi andare… ho fatto tenere
un pasto nelle cucine! Avvisali di preparare qualcosa per la nostra ospite, sarà affannata dopo
il lungo viaggio! »
Re Fergus, un uomo imponente considerati gli standard del Mondo. Ma non fu la stazza a
impressionare il Lupo; né la chioma o la barba, dove il rosso si velava di bianco, segno di una
vecchiaia giunta improvvisa a minarne lo spirito; né la cotta di maglia memore di numerose
battaglie; tanto meno la tunica a quadri o la gamba di legno. Una verità si celava nel portamento
fiero; un Cuore attanagliato dal dolore più grande di tutti… un dolore ben conosciuto.
« Bestia magnifica la tua! », continuò mentre lui, raggiunto il falò con passo felpato, faceva
scendere Aqua, « Non riesco a sentirne l’odore! Deve esserci qualche diavoleria magica dietro! »
« Padre! Datele un po’ di respiro! », s’intromise uno dei gemelli.
« Hai ragione Hubert! Perdona la mia irruenza ragazza...! »
I principi apparivano quasi identici se non fosse stato per il modo in cui sedevano, chi
sprofondando nello schienale, chi picchettando il calice e, come Hubert, in modo composto.
Si affacciavano verso l’adolescenza; nei tratti ancora fanciulleschi, capelli cortissimi, accenni
di barba, chi attorno alle basette, alla bocca, chi sul mento. La Principessa Merida si dimostrò
bizzarra; la cascata di ricchi raccolti in una coda, l’abito verde scuro, l’assenza di monili, l’arco e
faretra poggiati a lato della sedia; l’impazienza a tempestarne lo sguardo deciso.
Aqua si fece avanti, ignorando l’occhiata della Principessa, concentrandosi sul tepore del focolare,
sull’affetto di una famiglia riunita. Vi erano ombre persino lì, dettaglio che nella vicinanza si palesò
persino a lei; ignorarle fu una scelta saggia.
Si sta muovendo bene, pensò accucciandosi da bravo lupo vicino al fuoco, a scrutarla mentre
raccontava le “origini” e l’investitura di “Brigid”. Narrò di provenire da Kildare, nell’Hibernia,
dov'era custodita la sacra fiamma; la Dea le era apparsa in sogno, indicandola come colei che
avrebbe sconfitto il male che si stava abbattendo nella Caledonia; il lupo suo messaggero era
comparso la notte dell’Imbolc facendole dono di straordinari poteri e tanto era durato il viaggio,
poiché alle normali difficoltà si era aggiunto l’addestramento. A rompere un silenzio colmo
d’ammirazione furono Rainfell, il lancio controllato di un Fire. (5)
« E anche lui può combattere! », esultò indicandolo solenne.
Un lieve sospiro, ma del resto, com’era solito ripetere Askin, perfezionare la recita era doveroso.
Gram apparve, levitando qualche centimetro sopra la schiena. L’evento accese come non mai la
curiosità dei gemelli, già rapiti nell'immaginarsi a cavallo di un enorme lupo.
Poco dopo la cena venne servita; zuppa, cosce di lepri, mele accompagnate da un calice di birra.
Aqua prese posto di fronte al sovrano.
« Perdonate la richiesta, ma nebulose sono spesso le parole degli Dei », domandò finita la zuppa,
« poco conosco circa il male che dovrò affrontare. Se non vi arreca danno, vi prego di narrarmi
il più possibile. »
Kugo si sporse, il muso sopra le zampe anteriori. Scrutò Re Fergus, quel dolore allungarsi come
un’ombra sul volto; udì le voci dei Principi spegnersi, Merida richiudersi nel consueto silenzio.
« Sì… è giusto tu sappia », rispose grave il Sovrano, « tutto iniziò l’autunno scorso… quando
l’acqua... divenne maledetta. Nessuno se ne accorse... era limpida, proveniente dai fiumi dove
eravamo soliti raccoglierla. La sera… molti vennero colti da una febbre violenta e morirono nel
giro di pochi giorni. Tra loro vi era mia moglie, la Regina Elinor », scosse il capo, gettando via la
tristezza crescente, emozione che non poteva esternare, non ora, non di fronte ai figli, « le piaghe
si abbatterono una dietro l’altra; i fiumi divennero neri come la pece, una nebbia avvolse le terre
dei quattro Clan, gli alberi avvizzirono, cervi, cinghiali, alci scomparvero. Nel caos generale
uomini valorosi risalirono i fiumi, desiderosi di uccidere la causa di tanto male. Nessuno fece
ritorno. Altri, disperati, salparono nonostante l’inverno alle porte… io stesso vidi le navi
affondare, travolte da tempeste mai viste. Raramente… raramente mi sono rivolto agli dei, la mia
forza è per loro fonte d’orgoglio, eppure mai come vita mia li pregai affinché questo male avesse
fine. Essi hanno ascoltato… le preghiere mie, dei miei figli e di tutti i clan; sentieri sicuri e pascoli
sono sorti nella foresta… e ora tu sei giunta, come predetto dai druidi. Risali i fiumi verso Est…
salvaci. Siamo nelle tue mani, Aqua. »
« Lo farò… lo farò Re Fegurs. Era mia intenzione partire domani stesso. »
Una lieve inflessione; segno di quanto il resoconto l’avesse impressionata.
« E io andrò con lei, padre! »
Poche le parole di Merida, caotiche, pungenti e fredde come un coltello nel buio.
La fissò Aqua e tanto si mosse l’inquietudine.
« Ancora con questa storia, sorella?! », esclamò Hubert alzandosi di scatto, le mani premute sul
tavolo.
« Ho atteso fin troppo, Hubert! »
« Perché rischiare la vita così?! Dobbiamo rimanere vicino al popolo Merida! Frena il tuo egoismo
per una volta! »
« Egoismo?! Lo faccio per nostra madre! Andrò, che lo vogliate o meno! », e prese le armi si
precipitò fuori.
L’aria notturna invase la tenda come ospite indesiderato. Un brivido scosse Aqua.
« Stupida… », farfugliò il ragazzo sfrondando nella sedia.
« Lasciala stare Hub... non possiamo farci nulla ormai », fece Hamish con tono distaccato.
« Purtroppo il suo cuore trabocca di rabbia » confessò Harris, « mi spiace, Padre. »
« Ho sperato fino all’ultimo », ammise il Sovrano e dopo un lungo sospiro passò in rassegna i figli
rimasti, posando il viso mesto su Aqua, « ascolta… nessuno sa cosa si annidi nella foresta, mi affido
alla tua lungimiranza. Se Merida possa assisterti nel viaggio, spetta a te deciderlo. So di chiederti
molto… »
Nell’improvviso silenzio Aqua fece appello a tutta la sua volontà per rispondere.
« Comprendo Vostra Maestà. Domani all’alba avrete la mia risposta. »
« Certamente. Avevamo già allestito una tenda... appena vorrai ti accompagnerò. »
« Vi grazio. »
Kugo lo vide; un tremito a scuoterle le fragili spalle; a riversare il peso di tutte quelle parole; una
miccia da cui divampò una controllata confusione.
Sospirò. Sarebbe stata una notte lunga.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Filo di ragnatela; ecco a cosa somigliava quella sensazione malsana, indefinita, a tendersi come
una solitaria corda di violino. Si mosse agitata, rigirandosi per l’ennesima volta nel letto.
Fuori il soffice bagliore della torcia sfiorava la tenda, ma perfino lì, il nero si faceva strada dagli
angoli del tessuto, disegnando spirali invisibili. Serpenti pronti a divorare un piccolo sole.
Si perse a fissarle, quelle serpi illusorie, finché un respiro, il suo respiro, giunse più forte.
Si girò e lo sguardo vagò nella penombra; la cassapanca, la bacinella in rame piena d’acqua,
i panni; in basso, fieno e pelli a coprire il terreno erboso; vagò finché non incrociò la sua schiena.
Lo chiamò, sicura che non stesse dormendo; i Fyrir non ne avevano bisogno. Un sonno meditativo,
le aveva spiegato una sera.
« Kugo… cosa pensi di… di tutto questo? »
Le parole risalirono come gocce gelide nella gola.
« Ho visto scenari peggiori. In ogni caso… non avverto nulla di particolare. »
Le parole invasero la mente, la coda si mosse agitando un’ombra nella notte.
Forse aveva ragione, forse era inutile lasciarsi coinvolgere; eppure non riusciva a dimenticarli…
lo sguardo di Merida, il racconto di Re Fergus. Tirò la coperta fin sopra la bocca, com’era solita
fare fin da bambina.
« Kugo… »
« Sì? »
« I Cuori… dove vanno i Cuori? Qui... non esiste il Kingdom Hearts… la madre di Merida... »
« Si ricongiungono al Cuore del Mondo. È la regola universale. »
« U… universale? »
« Indipendente da leggi, poteri, divinità. Questi fattori regolano le anime e aldilà. Da questo punto
di vista… il tuo Universo è singolare. Il Kingdom Hearts… l’ho sempre trovato una Luce fin troppo
abbagliante. In ogni caso... non è questo dubbio a tormentarti. »
Sgranò gli occhi. Kugo sembrava più vicino, ma non capì se fosse reale o un’illusione creata dai
lievi riflessi sopra la pelliccia scura.
« Come fai a dirlo? »
« Nonostante le mie parole, il tuo Cuore è agitato. »
Quale amara verità. Quale tumulto a scuoterla. Un sibilo nel buio, come decine di serpi pronte a
morderla. Ma l’uomo era lì, un frammento dell’anima custodito in lei. Sottile certezza a gettar via
un fardello dal Cuore.
« Io… Sora, Terra, Ven, Mickey… no… tutti... tutti ci siamo prodigati per proteggere le persone
care. E sempre… dopo tante avventure e sofferenze, loro erano lì. Ma qui… qui è diverso…
non… non riesco a concepirlo. Perdere… perdere la propria madre… vederla morire così…
il Cuore… cosa prova? Come può il Cuore… bramare vendetta? Cos’è la vendetta? »
Lo disse piano, in un fievole sussurro, come se la parola potesse trascinarla in un buio senza fine.
Risuonò il filo in una stridente melodia...
« Aqua... »
… così il nome nella sua voce; nel respiro a sfiorarle la fronte. Lo ritrovò proteso sopra di lei;
un braccio poggiato a bordo del letto, le iridi intense come quelle del Lupo. Mai, mai quel mare
era stato così vicino, così malinconico nella lontananza.
« Certe cose non si possono spiegare, ma... nella vendetta coesistano due vie. Alcuni ne vengono
accecati; ossessionati dal passato, dagli affetti perduti… in loro rimane solo odio. Altri riescono…
ad andare avanti, a conviverci… perché la vendetta è un piatto che va servito freddo », una pausa,
un sospiro, « sì… c’è tanta rabbia nella figlia di Re Fergus, intende vedere coi propri occhi... cosa
abbia ucciso la madre. Ma tu… tu cosa temi, Aqua? »
Si tese allora il filo. Si tese fino a rompersi.
« Il rancore. Nel caso rifiutassi… mi odierà, mi odierà finché avrà vita. Ah… ti prego Kugo…
Merida… Merida può? »
Lui alzò il capo, abbastanza da non spezzare il legame col respiro. Nel silenzio, il mare volse a Est.
A lungo rimasero così, mentre riflessioni attente si accavallavano, sedimentandosi infine in poche,
semplici parole.
« Resisterà... rimanendo accanto a noi. »
« Sì… ho capito. Grazie… grazie… », e il sollievo germogliò, fiore in mezzo alla neve.
« Ora cerca di dormire. Domani sarà una lunga giornata. »
Si allontanò e nulla rimase se non un lieve tepore sopra la pelle.
L’osservò tornare Lupo, sdraiarsi accanto al letto, accanto a lei.
L’osservò, chiuse gli occhi e pian piano, dolcemente, si addormentò.






(1) Lo spadone di Kugo. Nome tratto dalla leggendaria spada dell’eroe Sigurðr, con uccise
il drago Fáfnir ( Saga dei Völsungar, Il canto dei Nibelunghi ). Gram si può leggere anche come
Wrath, Ira.

(2) L'aeronave di Askin. Si veda l’inizio di tutto in FFB, Capitolo 1 e 3. <3

(3) Nel capitolo 3 di AAA, viene citato il file E00- 0002Mt… che di fatto indica come i Fyrir
classifichino i vari Mondi. Ora lo sapete eh eh.

(4) Googleando ho trovato che l’altezza di Merida in Brave è di 152,4 cm; il suo cavallo la supera di
trentina di centimetri. L’altezza di Aqua è 176 cm, per questo Kugo in forma animale la supera di
qualche centimetro.

(5) Pur essendo Brave ambientato nel V secolo, le informazioni seguenti non tengono conto al 100 %
della veridicità storica/culturale/religiosa (nel lungometraggio vengono nominati sia Romani che
Vichinghi quindi…);
Caledonia: nome romano della Scozia.
Brigid; una delle divinità principali del variegato e nebuloso panteon celtico, non so gli Scozzesi
che dei venerassero, ma quelli Celtici mi parevano i più consoni.
Hibernia; nome romano dell’Irlanda.
Kildare; città vicino a Dublino, vi è custodita una delle ultime fiamme perpetue d’Europa, prima in
onore della Dea e poi di Santa Brigida con la successiva cristianizzazione tra il IV e V sec.
Imbolc: antica festa irlandese del culmine dell'inverno, cadeva tradizionalmente il 1º febbraio.

Visto quante info passano i Nuntius? E quanto è brava Aqua a ricordarle tutte XD





Angolo Autrice:

E quindi eccoci giunti nel Mondo di Brave! Così all’improvviso immagino sia stata una sorpresa per tutti.
In verità avevo previsto anche un capitolo viaggio nel Seiðr, ma visto che sarebbe successo nulla d’importante sia per Aqua, sia per i tre Mondi successivi dove opereranno i nostri Fyrir e Prescelti, lo scenario sarà direttamente su tali Mondi. Visto che la trama saranno “dense” ho deciso di completare uno scenario alla volta, quindi per un po' vedrete solo Aqua e Kugo.
Spero che in questo capitolo di aver fatto trasparire bene i differenti approcci tra gli Immortali e i Prescelti; anche attraverso piccoli dettagli come i Nomi dei Mondi; per i Fyrir ridotti a semplici codici di numeri e lettere.
Gli effetti della Vera Oscurità sono molto più gravi rispetto a Heartless ecc… perché come abbiamo già visto… se essa arriva i danni posso essere irreparabili, e nel caso in cui i Fyrir non riescano a intervenire… il Mondo viene divorato e tanti saluti.
Ma ma….! Immagino la sorpresa più grande siano stati i personaggi di Brave! Non ve li aspettavate così cresciuti. Far trasparire i differenti caratteri in poche battute non è stato semplice, ma spero siano stati di vostro gradimento.
Infine… Aqua devi fare i conti con sensazioni nuove… e chissà che Kugo verso la fine non si sia un pochino aperto?
Un saluto e alla prossima
Elgas
   
 
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