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Autore: Lacus Clyne    15/07/2020    1 recensioni
"Voi non credete ancora nella reincarnazione, vero, Barone-sama?"
La differenza tra umani e Mazoku sta nel tempo delle loro vite. Barone, la cui esistenza dura da secoli, vede poco a poco sbiadire e scomparire quella dei suoi vecchi compagni umani. Ciò che prima era considerato una benedizione, diventa una condanna per lui e i ricordi, sua unica compagnia assieme alle carte, sono il tormento peggiore, perché Barone sa di non poter far nulla per impedire al destino di fare il suo corso né esso può restituirgli ciò che più aveva amato. O almeno, fino a che non comincia a credere alle parole di Flora...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clackey/Clarky Ray, Flora Perfume, Moonlight Barone/Barone Chiaro di Luna, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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REINCARNATION


 



Erano giorni affollati da incessanti pensieri rumorosi quelli che stava vivendo. Nell'ultimo secolo, si era spesso ritrovato a riflettere in concreto sull'unica differenza sostanziale che li rendeva differenti dagli umani. Non era mai stato un solo fattore estetico a condizionarne le credenze. Era già stato abbondantemente appurato che la corrispondenza del DNA fosse pressochè totale, nonostante il loro aspetto avesse per secoli influenzato gli incubi della specie da cui si erano originati. Semplicemente, avevano preso un'altra strada nel ramo dell'evoluzione. Eppure, il risultato aveva sconvolto ogni previsione. I Mazoku erano virtualmente immortali. Certo, un colpo di pistola o di qualunque altra arma avrebbe potuto toglier loro la vita, ma la durata, in condizioni normali, poteva superare il range del millennio. La Maga del Nucleo Progenitore, d'altronde, risplendeva di luce propria da almeno cinquemila o seimila anni. Agli occhi di coloro che li vedevano la prima volta, potevano apparire come giovanissimi. Anche lui, quando Dan e i suoi compagni l'avevano incontrato per la prima volta, era apparso come fosse stato loro coetaneo. Eppure, era al mondo da circa duecentocinquant'anni. Per gli standard della sua gente, era poco più che un ragazzino, in effetti. Nello scorrere infinito del tempo, non aveva mai avuto legami significativi, nè con i suoi simili nè con quegli umani che una volta aveva governato e che, poco a poco, aveva desiderato comprendere. Li trovava affascinanti, nella loro caducità. Per lui, una vita umana aveva la stessa durata dell'intecorrere tra lo sferrare un attacco del suo amato Spirit, Moonlight Dragon Strike-Siegwurm e annientarli in duello.

Ma c'era anche qualcos'altro che lo affascinava. Gli umani mettevano passione in tutto ciò che facevano. Erano appassionati nei duelli e spesso, nei suoi tempi da signore di Roma, aveva concesso loro di sfidarlo per ottenere la libertà, come accadeva ai gladiatori, nei tempi più remoti di quella che era stata la sua città. Eppure, nessuno di loro l'aveva mai sconfitto. Fino a che coloro che un tempo erano stati noti con il nome di Maestri della Luce non avevano incrociato il loro cammino con il suo. Da allora, la vita di Barone non era più stata la stessa. Quella curiosità nei loro confronti, specialmente nei riguardi del Re dell'Impatto Devastante, un ragazzino che sembrava portare sulle spalle il peso stesso del mondo, aveva fatto sì che riconsiderasse le sue credenze e che comprendesse, attraverso i duelli, quale fosse la sua vera natura. E ciò l'aveva cambiato nel profondo, al punto da battersi per fermare una volta per tutte la guerra che imperversava tra umani e Mazoku, a cercare nella diplomazia dei duelli un punto d'accordo, a decidere di sacrificare la sua esistenza pressochè immortale per permettere a Dan di continuare a vivere. Eppure, il suo più importante rivale aveva infine, per un fatale gioco del destino, sacrificato la sua vita, lasciando dietro di sè un'eredità importante e un vuoto che mai nessuno avrebbe saputo colmare. Barone ci aveva provato in tutti i modi. Quel ragazzino aveva lasciato un segno nella sua vita tale da far sì che per dieci anni riponesse il suo deck prevalentemente bianco come la luna che tanto amava in uno scrigno e utilizzasse un deck rosso, del tutto simile a quello del suo vecchio amico. Quella scelta, per quanto difficile, significava per lui non soltanto rendere onore a colui che l'aveva reso ciò che era, ma anche provare la sensazione di averlo ancora accanto.

Era diventato il leader della fazione dei Mazoku e in un altro vecchio amico comune aveva trovato un degno pari. Clackey Ray, il biondo comandante della Magnifica Sophia, ora rappresentante della fazione umana, aveva reso la mancanza di Dan meno dolorosa. Entrambi, negli anni, non avevano disdegnato un duello al sapore dei ricordi. Eppure, ad ogni loro incontro, qualche cambiamento era lì a ricordargli una realtà che man mano si faceva più evidente: l'aveva visto crescere, aveva partecipato alla sua festa di nozze con Angers, la sua Bella Addormentata nello spazio a causa dell'invasione dei Mazoku nel XXIV secolo. Aveva persino preso in braccio i loro due bambini di pochi mesi, rimanendo stranamente affascinato dalla perfezione di quelle guanciotte turgide e da quelle piccolissime mani che giocavano con i suoi lunghi capelli biondi. Aveva sempre avuto un certo debole per il modo in cui rifulgevano sotto la luce lunare e non ne faceva mistero. Dopotutto, un pizzico di vanità non gli era mai dispiaciuta e il fatto che fossero apprezzati ne nutriva l'estro. Clackey, allora, gli aveva chiesto quando avrebbe deciso di metter su famiglia e in quell'occasione, Barone aveva declinato, sostenendo di non averne intenzione. Non che non vi ci avesse mai pensato, nell'ultimo secolo, soprattutto nel vedere Duc alle prese con Lugain. Semplicemente, non sembrava che la cosa gli interessasse più dei duelli.

Eppure, alle volte, nei suoi sogni, aveva intravisto uno scintillio ancora più intenso del colore dell'ametista e il ricordo degli occhi di quella ragazza, nel giorno in cui gli si era presentata al cospetto, chiedendogli di farle far parte della sua crew, era tornato prepotentemente a togliergli il sonno. Aveva scacciato dalla sua mente quel pensiero, facendosi forte non soltanto del ritorno di lei al suo tempo, ma anche e soprattutto di quanto lei amasse Dan e quanto l'averlo perso le avesse tolto per sempre quel suo sorriso e la luce negli occhi.

E poi, quella caducità che tanto l'aveva intrigato aveva finito col diventare una condanna. I fili argentati tra i biondi capelli di Clackey erano diventati sempre più numerosi e canuti, fino a che, un giorno, si era reso conto che avevano preso il sopravvento. E Clackey, ormai anziano, poteva soltanto sorridere nel guardare i suoi figli e imperlare gli occhi con le lacrime nel rivedere nella sua bionda figlia il ritratto dell'ormai scomparsa e amatissima moglie. A un certo punto, anche duellare al tavolo non gli era stato più possibile, così come non gli era stato più possibile continuare a guidare la fazione umana. Barone aveva appreso della morte del suo caro amico avvenuta nel sonno, durante una notte di novilunio. Quell'assenza del conforto della luce lunare l'aveva fatto soffrire come non gli accadeva da tanto tempo. E Flora, colei che era stata la sua aiutante nel lontano passato, la sola che poteva comprenderne il dolore, l'aveva abbracciato forte. Voi non credete ancora nella reincarnazione, vero, Barone-sama?, gli aveva chiesto, con un filo di voce che quasi suonava estraneo a confronto della sua personalità energica. Barone sapeva a cosa si stava riferendo. Quando, soltanto pochi anni prima, Zolder Grave aveva lasciato la sua mano, scivolando nel sonno della morte, dopo una vita piena trascorsa finalmente insieme, eppure tragica quando pensava che mentre lui, umano, aveva ceduto allo scorrere del tempo, lei era ancora bellissima e fresca come le rose che tanto entrambi amavano, si erano congedati con la promessa di ritrovarsi un'ultima volta, per vivere e morire insieme. Quello che era stato il capo delle guardie e il più forte duellante tra gli umani le aveva promesso che l'avrebbe aspettata per tutto il tempo necessario. Poi, le aveva chiesto di continuare a vivere in quel mondo e di essere felice perchè per lui non c'era nulla al mondo di più bello del suo sorriso. Flora gli aveva stretto la mano e aveva accarezzato il suo volto un'ultima volta, tra le lacrime, ma non l'aveva più chiamato Anii-sama. Invece, gli si era rivolta con il suo vero nome, quello che l'anima ricordava da tempi immemori, prima che fossero Flora e Zolder, prima ancora che fossero Yuuki e Kajitsu Momose. E lui aveva sorriso, chiamandola col suo vero nome a sua volta, prima che le farfalle bianche e verdi portassero via lo spirito del Re bianco del mondo di Diamante. Barone aveva colto il suo sfogo, l'aveva confortata, ma in fondo al cuore, sentiva di non riuscire a comprendere fino in fondo il suo dolore. E, a distanza di anni, non riusciva ancora a capire, a credere. Per uno come lui, che stava al mondo da troppo tempo, che aveva visto gli eventi del tempo snodarsi davanti ai suoi occhi e che aveva ancora una lunghissima vita dinnanzi, era qualcosa di inconcepibile, così come ingiusto era il pensiero di quanto frustrante fosse dover assistere alla morte di coloro che erano importanti per lui. Si sarebbe chiuso in sè se non fosse stato per un miraggio che gli aveva ricordato di non arrendersi e di continuare a credere.

Nella disperazione, aveva ritrovato nuovamente i dodici X-Rares e invocato ancora quel miracolo, ma Dan non era apparso ai suoi occhi. Le divinità sapevano cosa si celasse nel suo cuore inquieto. Sapevano che non gli avrebbero concesso di riavere accanto a sè coloro che aveva imparato ad amare. E Barone sapeva di non poter essere tanto egoista da desiderare che loro fossero ancora con lui. Aveva conservato quelle carte preziose nel suo scrigno più caro e l'aveva posto di fronte al suo maestoso letto, illuminato dalla luce della luna durante la notte, come monito e come compagnia. Si era fatto risoluto, nel combattere le ultime tracce di Cardinal Sign nel suo tempo. Aveva riportato la pace e aveva assistito alla nascita di una nuova specie, le creature dal sangue viola. E quel viola, alla fine, era tornato nella sua vita, quando una nuova generazione di Maestri della Luce si era affacciata.

Quando la ragazza che portava con sè il deck dal doppio segno, custode del nucleo viola e del nucleo rosso, aveva evocato Gran-Sagitto-Nova Supremo Centauro Superiore, Barone aveva spalancato gli occhi di smeraldo come se davanti a sè non vi fossero altro che quelle due persone e aveva risposto con le sue ultime due vite a quell'attacco. Aveva perso il duello, quello che sarebbe stato il suo ultimo, dopo secoli di vittorie che l'avevano fatto passare alla storia come il più forte duellante di Battle Spirits di tutti i tempi. Ma in quella sconfitta, aveva finalmente ritrovato il senso della sua esistenza e aveva infine compreso le parole di Flora.

Quando la ragazza che l'aveva sconfitto si era chinata ad aiutarlo, Barone aveva notato nell'espressione preoccupata dei suoi occhi cremisi, dello stesso colore di quelli di Dan, la stessa che un tempo aveva avuto Mai. Aveva portato una ciocca dei lunghi capelli color malva scuro dietro l'orecchio dall'elice appuntita e Barone aveva sorriso, pensando che fosse proprio uguale al suo.
Qual è il tuo nome?, aveva chiesto, incuriosito. La ragazza allora aveva ricambiato il sorriso e gli aveva teso la mano. Un'improvvisa visione del passato gli ricordò quel momento in cui aveva finalmente potuto stringere la mano al suo indomito rivale.
Tsukino Hikari. Ma mi chiamano anche Clair de Lune.
Barone Chiaro di Luna ridacchiò al pensiero dell'ironia del destino e poi strinse la mano della ragazza, avendo cura di non lasciarla prima che gli occhi incantevoli di lei si aprissero increduli e si facessero consapevolmente lucidi.
Ce ne abbiamo messo di tempo, eh?, aveva osservato, con voce dolce.
E Barone si era trovato d'accordo. Ma l'attesa è valsa tutta la pena. Dopotutto, il tempo è dalla nostra, adesso.

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E niente, dopo la one-shot su Dan non potevo non scrivere anche di Barone. Sul serio, Saga Brave è una SOFFERENZA impossibile... e ho pensato che anche il nostro amato Moonlight Barone dovesse avere un happy end... cioè, praticamente in SB l'happy end ce l'avrà avuto praticamente solo Clackey... ç_ç Ad ogni modo, ho pensato che il tema della reincarnazione, tanto caro ai nostri fratelli Momose potesse essere un modo per alleviare la pena di Barone. Alla fine, lui e gli altri Mazoku rimarranno soli, perché le lifespans di umani e Mazoku sono troppo differenti e nello scrivere, mi sono resa conto che anche Flora e Zolder sono condannati... quindi continua la pena. Mi auguro che nella prossima stagione sequel diretto di Brave, considerando che Garrett è doppiato da Sakurai, questi sia l'ultima reincarnazione di Yuuki e quella giusta, stavolta... ma sto divagando. Tornando alla ff, ci sono degli accenni (e anche non troppo accennati) a una Barone x Mai x Dan... non so, ma ce li vedo. E anche se diversamente dagli altri Maestri della Luce che possono reincarnarsi, per Dan questo non sarà mai possibile, ecco... ho pensato che dopotutto, sognare è bello! ç_ç E il finale... aspetto vostre osservazioni! :) 

Nota tecnica: Clackey in Saga Brave è realmente sposato con Angers e hanno due bambini bellissimi! <3 Il nostro biondo capitano ha messo la testa a posto! Invece Grand-Sagitto Nova etc è la carta "nata" dall'unione dei simboli di Dan e Mai! ;_;<3 

  

  
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