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Era
sola in casa, Jennifer e Sofia erano dai nonni, lei avrebbe preso il volo in
tarda serata per New York, e si erano salutate prima per non turbare la
piccola, ma lo facevano anche per loro stesse. Aveva deciso così, Jen aveva insistito
perché non rinunciasse a quella opportunità, i mezzi di comunicazione c’erano e
appena avesse avuto tempo e modo avrebbe portato Sofia a New York dalla mamma,
o lei sarebbe potuta tornare a Los Angeles, tutto dipendeva dagli impegni.
Anche perché durante le vacanze di Natale sarebbero state assieme, volere o
volare.
Era
intenta a consumare la sua misera cena sulla penisola della cucina,
quando dal
lato opposto della superficie, fece la sua trionfale comparsa Hood, il
gatto
più scattante tra i due, non che Hook fosse tranquillo. Con il
musino bianco arricciato, iniziò a fissarla incuriosito da
quello che la padrona stava facendo. Lana lo
guardò a sua volta arricciando le labbra, mentre cercava di non
ridere a quello
che vedeva davanti a sé, aveva già compreso cosa volesse
il pelosetto. Il manto
di entrambi era di un grigio tigrato, il pelo sicuramente sarebbe stato
lungo,
erano due bei gattini e sarebbero stati dei gattoni adorabili da grandi.
Non
mi guardare così…Non ti darò un pezzo del mio sandwich al tonno, ah no – lo
additò dopo aver mosso l’indice. Il gatto non sembrò intimorito dal rimprovero
della donna e continuò a scrutarla attentamente. Poi a passo felpato iniziò ad
avvicinarsi, come ci si muove per andare a caccia, e la preda era il tonno nel
panino - Non ci provare sai? - Lana non poté far altro che scoppiare in una fragorosa risata, e il
gattino si fermò un istante a guardarla, si sedette e attese.
Chiama
il tuo compare, monello – lo guardò imbronciata – Mi state rubando la mia povera
cena, ricordatevelo – prese un tovagliolo, estrasse del tonno e lo adagiò
affinché i due micetti mangiassero, parola grossa dire fossero ancora piccoli,
sembravano crescere a vista d’occhio – Soddisfatti? – li accarezzò entrambi e
mandò loro dei bacetti. Poi si preparò per uscire e fu lì che i due ruffiani
diedero prova d’affetto, facendo fusa e restandole tra i piedi mentre era
intenta a far scorrere il trolley sul pavimento.
Mi
raccomando fate i bravi con le mie signorine, intesi? Niente graffi a Sofia, o
vi spello – imbronciò lo sguardo alla sua stessa battuta e poi
inginocchiandosi, li prese in braccio e li stritolò dolcemente – Io vado,
occhio a non far danni! – si richiuse la porta alle spalle e andò via – Jen i
gatti sono soli, non tardate! Vi amo – le inviò un messaggio vocale mentre
entrava in taxi.
Mama
– Sofia si svegliò tutta agitata e corse in camera da letto delle mamme.
Jennifer si era destata con il cuore in gola, vedendo la testolina della sua
bambina davanti al letto.
Amore
della mamma che c’è? – chiese invitandola a salire sul materasso.
Ho
fatto un incubo mom – disse slanciandosi verso il suo abbraccio protettivo.
Ehi
cignetto, va tutto bene su sta tranquilla – le accarezzò i capelli castani
appena all’insù sulle punte e le ricordò l’acconciatura di Regina nella
stagione di Camelot – Vuoi raccontarmi cosa è successo?
Mama
è morta – disse tremando tra le sue braccia, e Jen ricordò che avevano visto la
penultima puntata della quarta stagione, dove Regina veniva colpita. Anche a
lei quella scena aveva sempre mozzato il fiato in gola, ma adesso avevano un
problema con Sofia.
Sofia
guardami, la mamma sta benissimo, adesso la chiamiamo okay? – era
visibilmente
turbata e non vederla da alcune settimane aveva provocato quella
reazione, ecco
perché guardavano la serie, per non farle sentire la mancanza
della mamma. La piccola rimase stretta all’addome della madre e
attese di sentire la voce della mora dall’altro capo del
cellulare.
Jen,
oddio, sono le tre di notte – bisbigliò mentre si metteva a sedere a letto, tre le ore di fuso orario.
Scusaci,
ma abbiamo un codice brutto sogno – disse mostrandole il visetto di Sofia
appiccicato al suo.
Mama
– disse piagnucolando e vedendola però sorrise.
Amore
di mamma, perché piangi, ehi – si era corrucciata subito, la vena frontale
apparve sotto la pelle, vedendo il visino trafelato di lacrime della loro piccola.
Ho
sognato che eri morta – disse accarezzando il cellulare come se fosse lì.
Aspetta
– fece la finta seria e controllò – Ho la testa sulle spalle, uhm queste sono
sempre qui – si toccò il seno, facendo un occhiolino a Jen – Ho le gambe, direi
che sono tutta intera, amore – la guardò dolcemente con un sorriso limpido. E
la piccola rise appena.
Sicura?
– chiese tirando su con il naso, e Jen le accarezzò la
schiena teneramente, sentendo le lacrime della piccola, bagnarle le
guance.
Cignetto
non potrei parlare con te se fosse diversamente, sto bene, tu e la mamma mi
mancate tantissimo – disse non lasciando trasparire cosa provasse davvero alla
loro assenza.
Anche
tu ci manchi, mama – disse guardandola – Quando torni?
Venite
voi da me per l’ultimo dell’anno ricordi? – disse sorridente.
Vero
– ridacchiò – Scusa se ti ho svegliata!
Se
per questo l’ha fatto mom, chiamandomi – ridacchiò.
Ehi
– disse Jen accigliata e Lana le fece la linguaccia, provocandola.
Non
vedo l’ora di abbracciarti mama – sorrise guardandola e mandandole un bacio.
Anche
io cignetto mio, vai nel tuo lettino adesso? – sperò che si fosse
tranquillizzata.
Sì,
vado, solo se ci sei tu, posso stare nel lettone – sorrise – Ci sono Hood e Hook
tanto! – sgattaiolò fuori dalla camera, chiudendo la porta.
Perdonami
se ti ho chiamato nel cuore della notte – mise su un broncio adorabile e Lana
non poté che sciogliersi.
Scherzi?
Stavo giocando amore mio, dio quanto mi mancate – sospirò.
Anche
tu ci manchi, dormire senza te è inconcepibile per me – ridacchiò.
Cosa
ti manca di più? – si leccò le labbra.
Non
ci provare Parrilla, non osare provocarmi! – la guardò intensamente, e
notò indistinguibilmente il movimento del corpo di sua moglie che si distendeva
nuovamente.
Che
c’è? Non vuoi farlo così? – disse provocante mordendosi il labbro e Jen scattò
a prendere i suoi auricolari.
Sai
che non è la stessa cosa – sussultò al pensiero che volesse la moglie lì
davanti a sé e non uno schermo con lei all’interno.
Lo
so, ma tu mi ecciti anche a così tanta distanza Jennifer – disse con tono
suadente.
Lana
mi manchi – sorrise e poi vide gli occhi di sua moglie chiudersi e dalle sue
labbra uscire dei piccoli sussulti e ansimi.
Vigilia
di Capodanno
Allora
Sofia ti piace? – disse Lana guardandola seduta sulle spalle di Jennifer,
mentre percorrevano Time Square, addobbata a festa.
Molto
mama, è più freddo di Los Angeles – sorrise sistemandosi il cappellino.
Già,
avevo quasi dimenticato – disse Jen tenendo la mano guantata sul ginocchio di
Sofia mentre l’altra era posata sulla schiena di Lana.
Resterete
per la prima vero? – chiese poggiandosi a sua moglie.
Scherzi? – la guardò – Certo che ci saremo amore, mai potremmo perdercelo, vero
Sofia? – chiese e la figlia annuì.
Perfetto,
avrete i posti migliori! – sorrise ad entrambe. La serata era molto piacevole
nonostante il freddo pungente, Sofia restò sveglia fino all’apertura della
palla tipica della notte di Capodanno, poi crollò e tornarono dunque a casa. E
le sue mamme non persero occasione per recuperare tutto il tempo trascorso lontane e si
amarono come sempre, non perdendosi in intervalli.
La
prima
Lo
spettacolo era piaciuto un sacco a Sofia, sentire la sua mama cantare l’aveva
riempita di gioia e aveva applaudito più forte di tutti. Quando il sipario
calò, corse letteralmente per i corridoi, per andare nel camerino della mamma,
dove la trovò con la compagnia teatrale.
Mamma
– le andò incontro e sorrise quando la prese in braccio – Mom ti sta
portando i fiori che abbiamo scelto insieme – la vide apparire sulla porta.
Sei stata magnifica amore – sorrise porgendosi a baciarla – Davvero wow! – sorrise stringendola a sé e la moglie non le negò un baciò un po’ più intenso. A breve sarebbero andate via e al solo pensiero, già le mancavano – Non pensarci! – sorrise Jen percependo i pensieri dell’altra.
Cosa
mi dite? Vi sta piacendo? Credo che pian piano accompagneremo Sofia
verso il suo cammino universitario! XD Alla prossima xoxo