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Autore: littlepink6690    17/07/2020    1 recensioni
Per chi ha letto o leggerà la Morrilla "That simple moment", questa storia è il sequel.
Vedremo come Lana e Jennifer, gestiranno il loro essere mamme della piccola e schietta Sofia. La gelosia di mom Jen e la protezione infinita di mama Lana. La vita della baby Morrilla in tutte le sue sfaccettature!
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Ginnifer Goodwin, Jennifer Morrison, Josh Dallas, Lana Parrilla, Rebecca Mader
Note: Kidfic, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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4

Era sola in casa, Jennifer e Sofia erano dai nonni, lei avrebbe preso il volo in tarda serata per New York, e si erano salutate prima per non turbare la piccola, ma lo facevano anche per loro stesse. Aveva deciso così, Jen aveva insistito perché non rinunciasse a quella opportunità, i mezzi di comunicazione c’erano e appena avesse avuto tempo e modo avrebbe portato Sofia a New York dalla mamma, o lei sarebbe potuta tornare a Los Angeles, tutto dipendeva dagli impegni. Anche perché durante le vacanze di Natale sarebbero state assieme, volere o volare.

 

Era intenta a consumare la sua misera cena sulla penisola della cucina, quando dal lato opposto della superficie, fece la sua trionfale comparsa Hood, il gatto più scattante tra i due, non che Hook fosse tranquillo. Con il musino bianco arricciato, iniziò a fissarla incuriosito da quello che la padrona stava facendo. Lana lo guardò a sua volta arricciando le labbra, mentre cercava di non ridere a quello che vedeva davanti a sé, aveva già compreso cosa volesse il pelosetto. Il manto di entrambi era di un grigio tigrato, il pelo sicuramente sarebbe stato lungo, erano due bei gattini e sarebbero stati dei gattoni adorabili da grandi.

 

Non mi guardare così…Non ti darò un pezzo del mio sandwich al tonno, ah no – lo additò dopo aver mosso l’indice. Il gatto non sembrò intimorito dal rimprovero della donna e continuò a scrutarla attentamente. Poi a passo felpato iniziò ad avvicinarsi, come ci si muove per andare a caccia, e la preda era il tonno nel panino - Non ci provare sai? - Lana non poté far altro che scoppiare in una fragorosa risata, e il gattino si fermò un istante a guardarla, si sedette e attese.

 

Chiama il tuo compare, monello – lo guardò imbronciata – Mi state rubando la mia povera cena, ricordatevelo – prese un tovagliolo, estrasse del tonno e lo adagiò affinché i due micetti mangiassero, parola grossa dire fossero ancora piccoli, sembravano crescere a vista d’occhio – Soddisfatti? – li accarezzò entrambi e mandò loro dei bacetti. Poi si preparò per uscire e fu lì che i due ruffiani diedero prova d’affetto, facendo fusa e restandole tra i piedi mentre era intenta a far scorrere il trolley sul pavimento.

 

Mi raccomando fate i bravi con le mie signorine, intesi? Niente graffi a Sofia, o vi spello – imbronciò lo sguardo alla sua stessa battuta e poi inginocchiandosi, li prese in braccio e li stritolò dolcemente – Io vado, occhio a non far danni! – si richiuse la porta alle spalle e andò via – Jen i gatti sono soli, non tardate! Vi amo – le inviò un messaggio vocale mentre entrava in taxi.

 

 

Mama – Sofia si svegliò tutta agitata e corse in camera da letto delle mamme. Jennifer si era destata con il cuore in gola, vedendo la testolina della sua bambina davanti al letto.

 

Amore della mamma che c’è? – chiese invitandola a salire sul materasso.

 

Ho fatto un incubo mom – disse slanciandosi verso il suo abbraccio protettivo.

 

Ehi cignetto, va tutto bene su sta tranquilla – le accarezzò i capelli castani appena all’insù sulle punte e le ricordò l’acconciatura di Regina nella stagione di Camelot – Vuoi raccontarmi cosa è successo?

 

Mama è morta – disse tremando tra le sue braccia, e Jen ricordò che avevano visto la penultima puntata della quarta stagione, dove Regina veniva colpita. Anche a lei quella scena aveva sempre mozzato il fiato in gola, ma adesso avevano un problema con Sofia.

 

Sofia guardami, la mamma sta benissimo, adesso la chiamiamo okay? – era visibilmente turbata e non vederla da alcune settimane aveva provocato quella reazione, ecco perché guardavano la serie, per non farle sentire la mancanza della mamma. La piccola rimase stretta all’addome della madre e attese di sentire la voce della mora dall’altro capo del cellulare.

 

Jen, oddio, sono le tre di notte – bisbigliò mentre si metteva a sedere a letto, tre le ore di fuso orario.

 

Scusaci, ma abbiamo un codice brutto sogno – disse mostrandole il visetto di Sofia appiccicato al suo.

 

Mama – disse piagnucolando e vedendola però sorrise.

 

Amore di mamma, perché piangi, ehi – si era corrucciata subito, la vena frontale apparve sotto la pelle, vedendo il visino trafelato di lacrime della loro piccola.

 

Ho sognato che eri morta – disse accarezzando il cellulare come se fosse lì.

 

Aspetta – fece la finta seria e controllò – Ho la testa sulle spalle, uhm queste sono sempre qui – si toccò il seno, facendo un occhiolino a Jen – Ho le gambe, direi che sono tutta intera, amore – la guardò dolcemente con un sorriso limpido. E la piccola rise appena.

 

Sicura? – chiese tirando su con il naso, e Jen le accarezzò la schiena teneramente, sentendo le lacrime della piccola, bagnarle le guance.

 

Cignetto non potrei parlare con te se fosse diversamente, sto bene, tu e la mamma mi mancate tantissimo – disse non lasciando trasparire cosa provasse davvero alla loro assenza.

 

Anche tu ci manchi, mama – disse guardandola – Quando torni?

 

Venite voi da me per l’ultimo dell’anno ricordi? – disse sorridente.

 

Vero – ridacchiò – Scusa se ti ho svegliata!

 

Se per questo l’ha fatto mom, chiamandomi – ridacchiò.

 

Ehi – disse Jen accigliata e Lana le fece la linguaccia, provocandola.

 

Non vedo l’ora di abbracciarti mama – sorrise guardandola e mandandole un bacio.

 

Anche io cignetto mio, vai nel tuo lettino adesso? – sperò che si fosse tranquillizzata.

 

Sì, vado, solo se ci sei tu, posso stare nel lettone – sorrise – Ci sono Hood e Hook tanto! – sgattaiolò fuori dalla camera, chiudendo la porta.

 

Perdonami se ti ho chiamato nel cuore della notte – mise su un broncio adorabile e Lana non poté che sciogliersi.

 

Scherzi? Stavo giocando amore mio, dio quanto mi mancate – sospirò.

 

Anche tu ci manchi, dormire senza te è inconcepibile per me – ridacchiò.

 

Cosa ti manca di più? – si leccò le labbra.

 

Non ci provare Parrilla, non osare provocarmi! – la guardò intensamente, e notò indistinguibilmente il movimento del corpo di sua moglie che si distendeva nuovamente.

 

Che c’è? Non vuoi farlo così? – disse provocante mordendosi il labbro e Jen scattò a prendere i suoi auricolari.

 

Sai che non è la stessa cosa – sussultò al pensiero che volesse la moglie lì davanti a sé e non uno schermo con lei all’interno.

 

Lo so, ma tu mi ecciti anche a così tanta distanza Jennifer – disse con tono suadente.

 

Lana mi manchi – sorrise e poi vide gli occhi di sua moglie chiudersi e dalle sue labbra uscire dei piccoli sussulti e ansimi.

 

 

Vigilia di Capodanno

Allora Sofia ti piace? – disse Lana guardandola seduta sulle spalle di Jennifer, mentre percorrevano Time Square, addobbata a festa.

 

Molto mama, è più freddo di Los Angeles – sorrise sistemandosi il cappellino.

 

Già, avevo quasi dimenticato – disse Jen tenendo la mano guantata sul ginocchio di Sofia mentre l’altra era posata sulla schiena di Lana.

 

Resterete per la prima vero? – chiese poggiandosi a sua moglie.

 

Scherzi? – la guardò – Certo che ci saremo amore, mai potremmo perdercelo, vero Sofia? – chiese e la figlia annuì.

 

Perfetto, avrete i posti migliori! – sorrise ad entrambe. La serata era molto piacevole nonostante il freddo pungente, Sofia restò sveglia fino all’apertura della palla tipica della notte di Capodanno, poi crollò e tornarono dunque a casa. E le sue mamme non persero occasione per recuperare tutto il tempo trascorso lontane e si amarono come sempre, non perdendosi in intervalli.

 

 

La prima

Lo spettacolo era piaciuto un sacco a Sofia, sentire la sua mama cantare l’aveva riempita di gioia e aveva applaudito più forte di tutti. Quando il sipario calò, corse letteralmente per i corridoi, per andare nel camerino della mamma, dove la trovò con la compagnia teatrale.

 

Mamma – le andò incontro e sorrise quando la prese in braccio – Mom ti sta portando i fiori che abbiamo scelto insieme – la vide apparire sulla porta.

 

Sei stata magnifica amore – sorrise porgendosi a baciarla – Davvero wow! – sorrise stringendola a sé e la moglie non le negò un baciò un po’ più intenso. A breve sarebbero andate via e al solo pensiero, già le mancavano – Non pensarci! – sorrise Jen percependo i pensieri dell’altra.

Cosa mi dite? Vi sta piacendo? Credo che pian piano accompagneremo Sofia verso il suo cammino universitario! XD Alla prossima xoxo

  
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