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Autore: MerasaviaAnderson    18/07/2020    1 recensioni
•{Raccolta di One Shots scritte per le challenge del gruppo "Hurt/Comfort Italia Fanfiction e Fanart" ~ Hurt/Comfort ~ What if?}
Testo tratto dalla storia "Verifiche di fine trimestre":
"Quel tardo pomeriggio era già buio quando Remus era ritornato dal Castello e si stupì notevolmente quando, entrando in casa, vide che tutte le luci erano spente e vi era un silenzio disarmante. Che Sirius ed Harry fossero usciti per una passeggiata?
La sua domanda ebbe subito una risposta negativa, quando il piccolo Harry apparve dal corridoio con un enorme sorriso sul volto.
«Mooooony!» Harry si gettò sulle gambe di Remus per abbracciarlo e prontamente l'uomo posò la sua valigetta sulla poltrona e prese in braccio il bambino, scoccandogli un bacio sulla guancia paffuta.
«Ma ciao, Harry!» lo salutò, scompigliandogli i capelli «Come stai?»
«Beeene.»
«Ascolta, Harry, dov'è Padfoot?»
«Dorme!» rispose prontamente il bambino, che già evidenziava una bella parlantina proprio come James.
«Dorme?» si chiese Remus, avviandosi verso la camera da letto «A quest'ora?»"

•Rating, note e avvertimenti sono soggetti a variazioni.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Più contesti
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VERIFICHE DI FINE TRIMESTRE
 

Prompt: x non si cura a dovere, y lo salva per i capelli.
“What if? in cui Remus e Sirius, dopo la morte di James e Lily, crescono Harry. Peter è stato riconosciuto subito come colpevole e Sirius non è mai stato ad Azkaban”.

 

Crescere un bambino di poco più di due anni non era affatto semplice, Remus e Sirius l’avevano capito da quella maledetta notte del 31 ottobre del 1981, quando con un dolore enorme nel cuore Sirius aveva preso la custodia del piccolo Harry.
Lui e Remus si erano riappacificati e, pian piano, avevano ripreso la loro vita assieme, aiutandosi con le cure del loro figlioccio. Era stato difficile, devastante, tante erano state le situazioni in cui si erano ritrovati nella pura disperazione l’uno nelle braccia dell’altro, ma insieme ce l’avevano fatta.
Era passato più di un anno dalla fatidica notte e sembrava che sia loro che Harry avessero trovato un giusto equilibrio, vivevano dei momenti di pura felicità, in cui il piccolo Potter era davvero un toccasana per i due ragazzi poco più che ventenni.
Vivevano nel villaggio di Hogsmeade e Remus era stato assunto ad Hogwarts come insegnante di Cura delle Creature Magiche e lavorava molto, rimanendo a scuola due notti a settimana per la guardia notturna del castello. Sirius si occupava a tempo pieno di Harry, a parte nelle notti di luna piena, in cui veniva affidato a Minerva McGranitt, lasciando che Felpato potesse accompagnare Lunastorta durante la sua trasformazione.
Il giovane Lupin era stato molto occupato ad Hogwarts nell’ultimo mese, in cui aveva dovuto preparare tutte le verifiche di fine trimestre per i suoi studenti, quando il pomeriggio ritornava a casa doveva continuare a lavorare fino a tardi, pretendendo che tutto fosse impeccabile per i suoi alunni. Ceneva velocemente con Sirius ed Harry e poi riprendeva a lavorare.
Quel tardo pomeriggio era già buio quando Remus era ritornato dal Castello e si stupì notevolmente quando, entrando in casa, vide che tutte le luci erano spente e vi era un silenzio disarmante. Che Sirius ed Harry fossero usciti per una passeggiata?
La sua domanda ebbe subito una risposta negativa, quando il piccolo Harry apparve dal corridoio con un enorme sorriso sul volto.
«Mooooony!» Harry si gettò sulle gambe di Remus per abbracciarlo e prontamente l'uomo posò la sua valigetta sulla poltrona e prese in braccio il bambino, scoccandogli un bacio sulla guancia paffuta.
«Ma ciao, Harry!» lo salutò, scompigliandogli i capelli «Come stai?»
«Beeene.»
«Ascolta, Harry, dov'è Padfoot?»
«Dorme!» rispose prontamente il bambino, che già evidenziava una bella parlantina proprio come James.
«Dorme?» si chiese Remus, avviandosi verso la camera da letto «A quest'ora?»
Quando Remus entrò nella stanza, con la porta già aperta, riuscì appena a scorgere la figura di Sirius, steso in posizione fetale sul letto, rannicchiato su se stesso. Gli dava le spalle e ovviamente non lo aveva sentito arrivare. Così Remus fece scendere Harry dal suo fianco e s'avvicinò a Sirius, per controllare se stesse bene.
Era raro che dormisse il pomeriggio e lasciasse Harry a girovagare per casa da solo.
Quando sedette sul letto e s'avvicinò al giovane per accarezzargli una spalla, Lupin s'accorse che era sveglio: i suoi occhi grigi apparivano appena tra le palpebre stanche.
«Hey, Sir, sei sveglio!» rise Remus con dolcezza, ottenendo come risposta da Sirius solo un taciturno cenno di assenso con la testa. Al ché Remus si preoccupò notevolmente e s'avvicinò a Sirius ancora di più, per poterlo guardare meglio in volto «Ti senti male?»
«No.» farfugliò, mentre Harry, che si era seduto sul letto accanto a lui lo guardava con i suoi occhioni verdi e tracciava le linee dei suoi tatuaggi con le dita.
Remus cautamente lo voltò verso di sé, notando immediatamente quanto le guance fossero rosse e il suo viso si era contratto in una smorfia di dolore. Quando gli portò una mano sul volto per cercare di dargli un po’ di conforto si accorse, infatti, che scottava davvero troppo.
«Cazzo, Sir, ma tu sei bollente...» si lasciò sfuggire, per poi mordersi la lingua rendendosi conto di aver detto una parolaccia di fronte ad Harry.
«No, sto bene, ora mi passa… Avrò preso qualche intossicazione alimentare, ho vomitato l’anima prima. Sono solo debole.» biascicò Sirius, cercando a tutti i costi di ritornare in quella posizione fetale. «Ho sete, Rem...»
«D’accordo, aspetta qui, ti porto un po’ d’acqua.»
Mentre faceva avanti e indietro per le camere a Remus si insinuò nella testa un brutto presentimento nel vedere Sirius così malconcio, per poco non rovesciò il bicchiere d’acqua che gli stava portando a letto, quando - rientrato in camera - lo vide piegato in due dal dolore. Harry aveva capito che qualcosa non andava e lo scuoteva piano con il visino preoccupato.
«Sirius, maledizione, cos’hai?» lo soccorse subito, posando il bicchiere sul comodino e cercando di capirci qualcosa di quella situazione che si era ritrovato a dover gestire così di punto in bianco.
«Niente… Niente...» ma il suo volto affermava tutto il contrario, quasi piangeva per quanto forte era il dolore che provava.
Stupido, ostinato, testardo e orgoglioso Sirius Black.
«Dove ti fa male, Sir?»
«L’addome...» confessò alla fine «A destra, in basso.»
«Ma ti è venuto così? All’improvviso? Hai mangiato qualcosa di strano… O avvelenato, cazzo, potrebbero averti messo qualche veleno io-» Remus si bloccò, totalmente nel panico e letteralmente con le mani tra i capelli.
Cercò di bloccare il tremore del suo corpo e, dopo aver mangiato un cioccolatino recuperato dalla sua tasca prese una delle mani di Sirius.
«Sir...»
«Sto male da cinque giorni...» farfugliò il giovane Black, allo stremo delle sue forze «Mi sono imbottito a pozione Antidolorifica.»
«Perché non mi hai detto nulla, cretino?!» sbottò Remus, percependo sempre di più che Sirius non avesse affatto una bella cera e che quella non era sicuramente una semplice intossicazione alimentare «Come ho fatto a non accorgermi di nulla?»
«Eri impegnato, non volevo stressarti...»
«Io ti porto in ospedale.»
«No, Remus-»
«No Remus un cazzo, Sirius Black.» disse deciso, mentre Harry - vedendolo così alterato - si nascose dietro la schiena di Sirius «Io ti porto in ospedale e tu stai zitto senza dire una parola.»
«Ma con Harry...»
«Ci penso io, la professoressa McGranitt non si dispiacerà di dover badare a lui per un paio d’ore.»
Il volto agonizzante di Sirius non ebbe neanche la forza di replicare e, mentre Remus si concentrava al massimo per mandare un messaggio tramite Patronus alla McGranitt, il giovane Black sembrava peggiore di secondo in secondo.
Lupin si maledisse per non essersi accorto di nulla, per essere stato così troppo occupato, per non aver prestato abbastanza attenzione: Sirius gli era sembrato sì un po’ più fiacco del solito, ma pensava che fosse solo la stanchezza dovuta a dover badare ad Harry per tutto il giorno, senza che lui potesse trovare un attimo libero per aiutarlo.
Sentiva il senso di colpa accrescere in lui, mentre aiutava Sirius a mettersi seduto ed egli rilasciava finalmente i lamenti che aveva trattenuto per troppo tempo.
Non riusciva a camminare da quanto forte era quel dolore, tanto che Remus lo aveva dovuto trascinare di peso in salotto e sederlo sul divano, in attesa che arrivasse la professoressa McGranitt.
«Moony...» Harry si avvicinò a lui con le lacrime agli occhi e Remus - seduto al fianco di Sirius - lo prese in braccio, lasciando che piangesse sulla sua spalla, probabilmente terrorizzato dalle condizioni disperate di Sirius.
«Va tutto bene, Harry, Padfoot ha solo un po’ di bua.»
E mentre Sirius gli stringeva forte il ginocchio con la mano nel vano tentativo di sopportare quella sofferenza, il giovane Lupin desiderava davvero tanto che il loro mondo fosse così semplice come quello dei bambini.

~

Minerva McGranitt si era materializzata in fretta e furia davanti casa Black-Lupin, cercando di celare un tono di preoccupazione nella voce, quella santa donna era rimasta con piacere a badare ad Harry, mentre Remus trascinava Sirius verso il loro camino per prendere la Metropolvere.
Ogni camino di ogni casa del Mondo Magico era collegato all’ospedale più vicino e in men che non si dica Felpato e Lunastorta si erano ritrovati davanti all’entrata dell’Ospedale San Mungo.
Il viaggio con la Metropolvere aveva scombussolato così tanto Sirius da farlo svenire, così guidato dal puro istinto e dal terrore Remus lo aveva preso in braccio, correndo a perdifiato all’interno dell’Ospedale.
«Cazzo… Cazzo, Sirius… Cazzo...» aveva mormorato nel panico totale, cercando di scuoterlo e farlo riprendere «Per favore qualcuno mi aiuti!» aveva iniziato ad urlare una volta entrato in ospedale con il corpo inerme di Sirius tra le braccia «Per favore, sta molto male! Vi prego!»
Immediatamente Remus fu accerchiato da un po’ di Guaritori, che avevano preso il corpo di Sirius e l’avevano portato via con loro, in palese stato di emergenza. Aveva provato a seguirli, ma uno di loro lo aveva bloccato, rimanendo con lui e conducendolo in una saletta.
«Ho bisogno che lei resti lucido, signor…?» gli disse l’uomo che lo aveva trattenuto.
«Remus.» tutto il corpo gli tremava dalla preoccupazione, gli occhi nocciola erano gonfi di lacrime pronte ad esplodere.
«Remus, mi ascolti, è importante.» continuò, prendendo un taccuino dalla tasca del suo camice e una penna autoscrivente «Ho bisogno che lei mi comunichi tutti i sintomi che presenta l’uomo che ha portato qui, il taccuino è collegato con quello dei miei colleghi, tutto quello che si scrive apparirà a loro. Hanno bisogno di sapere per poterlo curare, d’accordo?»
Quel guaritore parlava velocissimo, Remus non aveva neanche il tempo di recepire tutte le informazioni per bene, sentiva la testa dentro ad una grande bolla che lo estraniava dal mondo.
«Lui… Non lo so, sono tornato a casa e l’ho trovato a letto con la febbre alta, mi ha detto di aver vomitato e aveva forti dolori all’addome. Pensava ad una intossicazione alimentare, ma mi ha detto anche che questa storia va avanti da cinque giorni, si imbottiva di pozioni Antidolore.»
«Va bene, altro?»
«No, non so nient’altro… Non mi ero accorto di nulla.»
«D’accordo, ora dovrebbe compilare questa scheda con tutti i dati anagrafici del paziente.» gli disse l’uomo «Le daremo notizie al più presto.»
Remus annuì silenziosamente, mentre il Guaritore lasciava la saletta in silenzio, abbandonandolo da solo con quelle scartoffie da compilare.
La mano tremava stretta attorno alla penna quando scriveva “Sirius Orion” accanto alla dicitura “Nome del paziente”.
Sperava solo che qualcuno arrivasse a comunicargli qualcosa.
Avevano portato via Sirius in fretta e furia e lui sentiva davvero di poter impazzire.

~

«Appendicite sfociata in Peritonite.»
«Appena tre ore di vita.»
«Intervento d’urgenza.»
Erano state le uniche tre frasi che Remus ricordava di quella serata così turbolenta, Sirius era stato trasportato con estrema urgenza nell’ala delle “Malattie Babbane” e operato a dovere dai Guaritori più esperti dell’ospedale.
Era stato fortunato a beccarla in tempo, gli avevano detto, qualche ora di esitazione in più e sarebbe passato a miglior vita.
Quello stupido si era trascurato, aveva anteposto il bene suo e di Harry al proprio e adesso si ritrovava convalescente in un letto d’ospedale, ancora intontito dall’anestesia e dagli antidolorifici. Remus gli teneva stretta una mano, ammirandolo nel suo stato di semicoscienza: i capelli lunghi scendevano lungo le spalle, la barba poco curata da quei giorni così assurdi lo faceva sembrare davvero buffo, cosa che a tratti faceva genuinamente sorridere Remus.
Lo aveva salvato appena in tempo, non sarebbe mai riuscito ad immaginare cosa sarebbe accaduto se fosse tornato a casa un po’ più tardi o se non avesse seguito l’istinto di agire immediatamente. Ripensò ai mesi di faide e sospetti, alle violente litigate, al non parlarsi… E lì finalmente pianse in silenzio, pensando a quelle dannate tre ore di vita e a quell'intervento in estrema urgenza, che gli avevano fatto perdere almeno una decina d'anni.
Allungò una mano per accarezzare i capelli di Sirius e, guardandosi prima attorno e accertandosi che non ci fosse nessuno, si sporse a lasciare un bacio veloce sulle sue labbra.
Non vedeva l'ora di potergli parlare, di tornare a casa da Harry, di prendersi cura del suo amato come da tanti anni il giovane Black faceva con lui dopo le notti di luna piena.
Non vedeva l'ora di mandare a quel paese quelle dannate verifiche di fine trimestre.



Note d'Autrice:
Questa storia è stata scritta per la TheMysteryWheel Challenge sul gruppo "Hurt/Comfort Italia Fanfiction e Fanart" (link: https://www.facebook.com/groups/534054389951425), nel caso cercaste un luogo sereno, leggero e familiare ma che al tempo stesso possa mettere alla prova le vostre capacità di scrittura in ambito Hurt/Comfort ve lo consiglio vivamente!
Essendo una Challenge di pochi giorni ho scritto questa storia di fretta e furia, ma sono abbastanza soddisfatta del risultato; come potete notare anche qui Sirius è stato la mia vittima preferita, stavolta gli è toccata un'appendicite... la prossima volta chissà! HAHAHAHAHAHH
Stavolta davvero non mi dilungo troppo, spero che la storia vi sia piaciuta e ringrazio il gruppo per questa challenge spettacolare.
Come sempre, vi saluto con una buona Burrobirra fresca!
A prestissimo,
Merasavia Anderson.
   
 
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