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Autore: La_Birba    20/07/2020    2 recensioni
ciao a tutti, dopo anni di assenza sono tornata. non sono mai stata brava nei riassunti.
il mio contesto preferito in cui mi piace immaginare Bulma e Vegeta è la scuola. in questo caso Vegeta professore di Bulma.
sono passati anni ormai dalle scuole, si sono persi di vista ed entrambi ripercorrono il loro percorso passato.
sperando di avervi incuriosito e di essere migliorata come scrittrice vi auguro Buona Lettura a voi coraggiosi che aprirete questa storia.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Vegeta, Yamcha | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7 parte Bulma

 





 

Le parole stavano uscendo dalla mia bocca esattamente come mi ero preparata. Era un discorso coinciso e lineare. Ero soddisfatta, in cuor mio sapevo che non potevo aver una relazione con il mio professore, eppure volevo essere comunque legata a quel uomo in qualche modo. Anche se fosse stata un filo sottile mi sarebbe bastato, però, o tutto o niente. Non potevo avere un rapporto a metà, non volevo essere una delle tante, ma l'unica. Mi rendevo conto anche da sola che tutti i miei pensieri era una contraddizione. Non sapevo neppure io che aspettarmi da lui. Ero felice di essere lì. Eppure volevo sempre quel qualcosa di più, faceva parte di me. In parte sapevo che solo il fatto di essere in quel posto con lui era una dichiarazione, per lui non ero una qualunque, o comunque volevo assolutamente credere a questo. Non mi aspettavo dichiarazioni d'amore, sarei stata davvero la regina delle idiote in tal caso, non potevo aspettarmi nulla di simile. Volevo un segno, un gesto, una frase che davvero mi potesse dare una conferma a tutti i mei dubbi e pensieri. Mi ero arrabbiata, perchè l'unica frase che era uscita da lui era stata a sfondo sessuale, il mio orgoglio non poteva di certo accettarlo. Quindi presa dal momento di rabbia me ne ero semplicemente andata. Ero furiosa, perchè aveva deluso le mie aspettattive, che sapevo non sarebbero mai dovute esistere. In tutto quel trambusto, tra la mia testa e la marea di persone, iniziai ad esplorare quella città a me sconosciuta, cercando di focalizzare i miei pensieri su altro. Appena mi fossi calmata, sarei andata ad aspettarlo dalla macchina, davo per scontato che mi avrebbe aspettato. Quella città per me era davvero una sorpresa, era molto più piccola rispetto alla Citta dell'Ovest, eppure il fatto che fosse tutto così antico era per me sorprendente. Ero abituata alla tecnologia, vedere strade e case in pietra e mattoni mi incantò. Era una città universitaria e d'importanza storica.

Quando iniziai a sentire la fame, tornai indietro verso i banchetti. Mi comprai un'enorme ciambella ripiena di cioccolato e mi sedetti su una una piccola panca in pietra sotto i portici di una via laterale più tranquilla.

"Non hai paura di rovinarti la linea?" una voce arrivò alle mie spalle. Mi voltai già conoscendola. Mi schioccò le dita sulla fronte facendomi male e me ne lamentai.

"Immaginavo che la fame ti avrebbe riportato da quel banchetto che prima sembravi bramare" sorrise sedendosi vicino a me e si accese una sigaretta.

"Brief spero che tu ti sia calmata, spero soprattutto che tu abbia notato tutte le contradizioni del caso" mi voltai per rispondergli a tono ma lui mi mise un dito sulle labbra. "Dici di non aver pretese, ma vai a sapere che ti aspettavi da me. Ti ho detto solo la verità, se tu non mi usi non ho motivo per farlo anch'io". Aspirò il fumo della sigaretta. Io ero arrosita a quel semplice gesto. Il dito che prima era sulla mia bocca si spostò andando di nuovo a bacchettarmi la fronte.

"Sarebbe anche carino non fuggire a zonzo in una città che non conosci, da sola. Anche se hai il mio indirizzo non penso che tu sia in possesso del mio numero telefonico e lo stesso vale per me. Ora andiamo a mangiare qualcosa di decente su!". Si alzò e mi fece cenno con la testa. Lo guardai, si portò di nuovo la sigaretta alla bocca, inspirò. Mi poteva bastare ciò? Pensai di sì, una dimostrazione me la stava davvero dando. Diedi l'ultimo morso alla mia ciambella e poi mi alzai, scrollandomi dalle briciole. Alzai poi lo sguardo su di lui, appena in tempo per veder avvicinare il suo viso al mio, mise una mano sulla mia guancia e mi baciò. Fu un bacio passionale, la sua lingua mi colse di sorpresa. Quando si staccò mi sorrise, "Non era male quel dolce". Gli diedi uno spintone imbarazzata.

 

Fu davvero una bella gita, quella giornata sperai non finisse mai. Purtroppo il sole calò presto e venne l'ora di tornare a casa. Una volta giunti nel parcheggio di Sayan, lo seguii verso casa sua senza dir nulla.

"Pensi di seguirmi ancora per molto?" si fermò sul pianerottolo dandomi la schiena mentre inseriva le chiavi nella toppa.

"La disturbo forse?" feci spallucce ponendo una domanda retorica. Lui si voltò appena e mi guardò alzando un sopraciglio, abbassò la maniglia e spalancò la porta.

"Direi che siamo soli" sorrise malizioso. "Entra a tuo rischio e pericolo Brief". Mi diede poi le spalle, si stiracchiò sparendo in quella che avevo dedotto essere camera sua. Mi sentivo un po' spaesata. Erano strani i miei sentimenti erano in un continuo sobbuglio. Ero davvero felice, ero lì in casa sua e non avrei desiderato essere altrove, eppure qualcosa dentro di me si agitava. Eravamo noi due soli dentro quella casa così piccola, deglutii. La mia mente ritornò a ciò che era successo pochi giorni prima in quella camera degli ospiti. Yamcha mi aveva creato una routine che era divenuta anche mia, mai lo avevamo fatto in casa sua, o da me o in macchina. Ora avevo la consapevolezza ben chiara di cosa sarebbe potuto succedere, non sapevo come gestire tutto ciò che provavo. Assurdo per una maniaca del controllo come me. Mi sedetti su quella poltrona ancora con la giacca addosso, in allerta come un topo in presenza di un gatto.

"Vuoi stare con la giacca anche in casa? Mi par esagerato."

La sua voce mi fece trasalire e mi risvegliò da tutti i miei pensieri peccaminosi. Mi alzai senza rendermi conto che lui era poco vicino, mi prese da dietro e mi sussurrò all'orecchio

"Ti aiuto io.." mi sentivo morire, il mio cuore stava scoppiando nel petto. Mi voltai verso di lui , notai con non poco imbarazzo che era rimasto in boxer. Mi mise un dito sotto al mento per farmi alzare la testa e mi baciò. Fu dannatamente passionale, mi tolse il cappotto facendolo cadere per terra. Io mi avvinghiai al suo collo e lui Mi prese in braccio. Mi ritrovai sul suo letto, immersa nel suo profumo, un misto tra sigarette e dopobarba. Mi tolse il maglione, poi continuandomi a baciare, una mano scese più in basso ed io gemetti mordendogli appena il labbro. Mi baciò il collo, leccandolo e succhiandolo mentre la mano mi penetrava sempre con più foga. Poi sentii un brivido e mi scappò un urlo strozzato. Sentivo brividi ovunque, in tre minuti era riuscito, di nuovo, a darmi l'orgasmo che Yamcha per anni non era riuscito a farmi provare. Ansimavo cercando di riprendere un minimo di contegno, lo sentii sorridere soddisfatto.

Mi morse il lobo, "Allora Brief, siamo pronti allo step successivo?" si alzò a cavalcioni sopra di me, serio. Io ero sfatta, e anche se in quel momento ero appena venuta, non riuscii a pensare che sarebbe stato un peccato andare oltre. Gli misi semplicemente le mani sulle guance e mi alzai a baciarlo. Si sbarazzò velocemente dei miei pantaloni che fino a quel momento aveva solo abbassato.

Quella fu solo la prima delle numerose notti di passioni che passammo insieme.






****
Tadan. me la sono menata un sacco per un capitolo brevissimo... sono vergognosa...potrei dire che effettivamente ho ripreso a lavorare, devo mandare avanti la mia isola su animal crossing e devo mantenere anche i vari rapporti reali...tutte queste cose riunite mi hanno fatto tardare un sacco nell'uscita del capitolo. 
comunque grazie davvero a tutti, per la pazienza e in generale per il fatto che dedicato un po' del vostro tempo a questa mia piccola opera, grazie di cuore <3 
alla prossima ;)

  
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