Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: evil 65    20/07/2020    15 recensioni
È passato un anno da quando i Guardiani hanno sconfitto Pitch Black.
Jack Frost è ormai una Leggenda a tutti gli effetti, e cerca di bilanciare la sua nuova posizione di Guardiano del Divertimento con la vita di tutti i giorni.
Tuttavia, l’improvvisa apparizione di un vecchio che afferma di essere Padre Tempo segnerà una brusca e inattesa interruzione dal periodo di tranquillità: secondo l'uomo, Pitch Black sta costruendo un’arma abbastanza potente da far sprofondare l’intero universo in una nuova Dark Age.
C’è solo un piccolo dettaglio: Pitch Black è ancora intrappolato nel suo regno…
(Crossover tra Le 5 Leggende, Frozen, Dragon Trainer, Ribelle - The Brave e altre opere)
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The War of Ice and Nightmares'
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Eccovi un nuovissimo capitolo! Ci scusiamo per il ritardo, ma queste ultime due settimane sono state molto impegnative. Anche i prossimi capitoli potrebbero tardare un po’, ma arriveranno. 
Consigliamo a tutti di leggere le note a fine capitolo.
Inoltre, questa fic ha ora una sua Opening ufficiale! Speriamo che vi piaccia: 
https://www.youtube.com/watch?v=YJaMD7e2G_o

Ed ora…Vi auguriamo una buona lettura ;)

 


Capitolo 18 - 12 to midnight
 

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We were the kings and queens of promise
We were the victims of ourselves
Maybe the children of a lesser God
Between heaven and hell

Thirty Seconds To Mars - Kings And Queens
 
Attraverso una finestra che dava sull’esterno, Elsa osservò con un’espressione cupa mentre Sandy e Rapunzel si destreggiavano tra colpi di fruste e lampi dorati al di sopra della banchisa artica.
Dopo aver curato Pascal dalle sue ferite, la cugina era stata irremovibile all’idea di allenarsi fino a quando i loro esercito non sarebbe stato pronto per la guerra imminente, più che desiderosa di farla pagare a colui che aveva ridotto il suo fidato compagno in quello stato.
La realtà di ciò che stava per accadere fu sufficiente a stringere il cuore dell’ex regina di Arandelle. Per anni aveva fatto del suo meglio per evitare ogni possibile conflitto tra il suo regno e quelli adiacenti, arrivando perfino al punto di perdonare Hans per i suoi crimini, così da non suscitare l’ira delle Isole del Sud. Ora, a dispetto di tutto…avrebbe comunque combattuto in un conflitto in cui la persone che conosceva sarebbero potute morire. Era una prospettiva a dir poco schiacciante.
All'improvviso, Elsa sentì un brivido freddo percorrerle la spina dorsale. D’istinto, drizzò la testa.
Lei non era certo quel tipo di persona sensibile al freddo: quel brivido derivava da qualcos'altro. Una sensazione di paura e impotenza, la stessa che provava un passerotto alla presenza di un gatto famelico.
La sensazione… di sentirsi una preda.
E in quella base, c'era solo un essere che avrebbe potuto suscitare qualcosa di simile nell'animo agguerrito del Quinto Spirito.
<< So che sei lì. Mostrati >> ordinò freddamente, mentre volgeva un'occhiata glaciale in direzione dell'angolo più buio della stanza.
Pochi secondi dopo, l'inconfondibile figura di Pitch Black si fece strada oltre le ombre di quel punto, il volto adornato da un'espressione vagamente impressionata.
<< Sono davvero poche le persone che non riesco a prendere di sorpresa >> disse con un sottofondo di ironico divertimento.
<< Dunque è tua abitudine sfoggiare tale maleducazione? Per qualche ragione, non faccio fatica a credere che sia tra le tue "virtù" più note >> ribatté Elsa, senza ammorbidire il tono.
Lo spirito si ritrovò a ridacchiare di fronte alla spavalderia della giovane donna. << La mia controparte deve averti proprio conciata per le feste, a giudicare dall'ostilità che nutri nei miei confronti. >>
Inclinò leggermente la testa di lato, in apparente curiosità.
<< Dimmi… che cos'hai visto mentre eri sotto gli effetti della sua magia? >>
Suo malgrado, la ragazza si sentì scossa da una simile domanda, ma fece del suo meglio per non darlo a vedere. Ormai, dopo tanti anni, il mascherare le proprie emozioni era divenuta una reazione quasi automatica.
Si strinse appena nelle spalle e incrociò le braccia per dissimulare il primo gesto, per poi mettere su un’espressione sospettosa.
<< Perché ti interessa? >>
L'Uomo Nero si limitò a scrollare le spalle.
<< Chiamala… curiosità professionale >> disse, in tono apparentemente sincero << Dopotutto, si tratta pur sempre di una magia con cui ho MOLTA familiarità. Mi piacerebbe sapere come la mia controparte sia riuscita a migliorarla a simili livelli. >>
Elsa inarcò le sopracciglia. Quel menzionare la sua oscura e terribile controparte e, al contempo, ritrovarsi adesso davanti l'Uomo Nero…le avevano fatto tornare in mente un particolare apparentemente insignificante: la prima volta in cui si erano visti, quell'essere l'aveva guardata un istante con uno sguardo strano, quasi... di familiarità. Proprio come Madre Natura.
Ma non aveva alcun senso... eppure, ecco che Black si era palesato di fronte a lei, apparentemente spinto da una "curiosità professionale".
<< C'era qualcosa di strano in lui >> gli disse, confessando quindi le proprie perplessità << quando ci siamo incontrati la prima volta... mi ha guardata in modo... strano. >>
<< Davvero? >> domandò l'oscuro spirito, il volto ora adornato da un'espressione improvvisamente tesa << Mi domando il perché...>>
<< Anche io >> ribatté la ragazza, lanciandogli un'occhiata indagatrice << e speravo tu avessi la risposta. >>
Pitch rimase in silenzio per quasi un minuto buono, limitandosi a fissarla. Sembrava quasi stesse discutendo con se stesso sulla possibilità di rispondere o meno.
Quando quel lasso di tempo giunse al termine, prese un respiro profondo.
<< Il nome "Seraphina Pitchiner" ti dice qualcosa? >> chiese, con tono colmo d'anticipazione.
Il Quinto Spirito scosse la testa. << Ha il cognome di tua figlia... il tuo >> notò.
<< Era il nome di mia moglie >> disse l'Uomo Nero, sorprendendo la giovane donna. << Tu… le somigli molto. >>
Gli occhi azzurri della ragazza si spalancarono per la sorpresa. << I... io? >>
Black annuì in risposta.
<< Oh, sì >> confermò, con voce quasi rassegnata. << Gli stessi capelli biondi. i suoi occhi azzurri come il cielo… una pelle bianca come la neve stessa. Sembri quasi la sua copia esatta. >>
Elsa non sapeva come interpretare il tono che accompagnò quelle affermazioni: sapeva solo che i brividi erano tornati a tormentarla, propagandosi in tutto il suo corpo.
<< Ma io non sono lei >> replicò, cercando di nascondere l'inquietudine palese.
<< Credimi, ne sono perfettamente consapevole >> ribatté Pitch, mentre compiva un passo nella sua direzione << Hai il suo aspetto, certo… e chissà, forse anche un po' della sua personalità. Ma in te c'è qualcosa di diverso… un'oscurità nascosta, familiare... >>
Si bloccò di colpo, per poi arricciare ambe le labbra in un sorriso consapevole.
<< Paura. Oooooooh… così tanta paura.>>
<< Non è vero! >> rispose lei in uno scatto nervoso, non degno della sua persona.
<< Questo non ti riguarda >> riprese l’istante dopo, in tono più affilato, cercando di riparare la falla nel proprio atteggiamento.
<< Oh, ma vedi, Elsa… io sono il sovrano indiscusso della paura >> replicò lo Spirito, visibilmente divertito dalla sua reazione << E proprio per questa ragione… mi riguarda eccome. Non ci avevo fatto caso, la prima volta che ci siamo incontrati. Pensavo che tutti quei timori che sentivo su di te non fossero altro che i residui della magia di Pitch Prime. Invece… sono una parte fondamentale di quello che sei. >>
Porse una mano in avanti e la poggiò sulla guancia di Elsa, facendola sussultare.
<< Sì, ora posso vederlo chiaramente. La paura di non poter controllare i tuoi poteri… di ferire la tua preziosa sorellina… di essere considerata un MOSTRO... >>
Ad ogni parola, il volto dell'uomo cominciò a contorcersi in un'espressione quasi inebriata.
<< Eri così spaventata.… così sola. Per certi versi, lo sei ancora >> continuò implacabile, mentre le volgeva un'occhiata meravigliata << Ma dove ti eri nascosta, quando avevo bisogno di te? >>
La ragazza emise un rantolo, il petto che si alzava e si abbassava all'impazzata, mentre nuvole di vapore gelido fuoriuscivano dalle sue labbra. Si sentiva congelata sul posto - un ossimoro assurdo, trattandosi di lei - ma era tutto merito della paura, una situazione terribilmente familiare, specie dopo che lui aveva rievocato tutto quello che aveva passato quando era più giovane.
<< Stai lontano! >>
Dovette fare uno sforzo estremo per indietreggiare di scatto e porre le mani in avanti, in segno di minaccia.
Pitch ridacchiò. < Andiamo, per quanto possa sembrare ironico… da me non hai nulla da temere. Al contrario! >> esclamò con voce gioviale, gli occhi ora illuminati da un folle luccichio. << Immagina cosa potremmo fare insieme, una volta che avremo sventato questa crisi. Con i nostri poteri… potremmo essere inarrestabili, lo sai? Io potrei darti il mondo! >>
Dopo aver pronunciato tali parole, volse al Quinto Spirito un sorriso molto più gentile, mentre si porgeva in avanti.
<< Potresti diventare la mia regina oscura. Dopotutto, niente si sposa meglio col freddo... >>
<< ...Dell'oscurità!? >>
All'improvviso, come dal nulla, la figura di Jack Frost si interpose fra lui e l’ex regina di Arendelle, gli occhi ridotti a due lame di ghiaccio e la punta ricurva del bastone crepitante di energia direzionata contro l'Uomo Nero.
<< Sei monotono, Black, cambia disco >> gli sibilò, la voce vibrante di viva collera.
Inizialmente sorpreso dall'entrata in scena del Quinto Guardiano, Pitch mantenne il suo sorriso cordiale e alzò ambe le mani in segno di resa.
<< Pace, Frost, io e la tua amichetta stavamo solo avendo una conversazione. >>
<< E io ti sto semplicemente ricordando che sei sotto la mia personale sorveglianza >> replicò lo Spirito dell'Inverno, livido.
L'oscuro spirito rilasciò un sospiro apparentemente affranto.
<< I giovani d'oggi. Così possessivi verso coloro a cui tengono >> commentò, con un ghigno, mentre volgeva alla coppia di spiriti invernali un sorriso consapevole << Ma prego, non lasciate che la mia presenza vi sia d'intralcio! Se volevate un po' di privacy… tutto quello che dovevate fare era chiedere. >>
E, detto questo, si voltò e cominciò ad allontanarsi, non prima di aver lanciato un'ultima occhiata in direzione di Elsa.
<< È stata una conversazione davvero illuminante, mia signore. Dovremmo rifarlo, qualche volta. >>
<< Vattene via >> ringhiò Jack.
Con un'ultima risata beffarda, l'Uomo Nero scomparì tra le ombre. Il Quinto Guardiano si voltò subito verso il Quinto Spirito e cominciò a ispezionarla con attenzione.
<< Stai bene? Ti ha fatto qualcosa? Sei ferita? >> domandò velocemente, ispezionandola con lo sguardo << Dammi solo una parola e lo ridurrò ad un cubetto di ghiaccio fino al prossimo disgelo... >>
<< Jack! >> esclamò Elsa, interrompendo le farneticazioni del Guardiano. Internamente toccata dalla sua preoccupazione, prese un respiro profondo e gli sorrise dolcemente. << Sto bene. Mi ha solo messo un po' a disagio, tutto qui >>
<< E ti sembra poco!? >> esclamò lo Spirito dell'Inverno, ma poi inclinò il capo e inarcò le sopracciglia << Che cosa ti ha detto? >>
L’ex regina di Arendelle si dondolò sulla punta dei talloni per qualche istante, non del tutto sicura se avrebbe dovuto rivelargli ciò che l'Uomo Nero le aveva confidato. D'altro canto, Jack non era stato altro che onesto, con lei.
E dopo ciò che aveva fatto per salvarla… si era guadagnato la sua eterna fiducia, come nessun'altra persona al di fuori di Anna.
<< A quanto pare, possiedo una notevole somiglianza con la sua defunta moglie >> confessò, dopo qualche attimo di silenzio.
A quella dichiarazione, l’albino spalancò le palpebre, deglutendo appena. << Okay, sì, detta così… questo è... inquietante... non ti ha mica avvicinato per questo? >>
Gli era uscito un tono velenoso e minaccioso, mentre le palpebre gli si assottigliavano.
La bionda ridacchiò nervosamente.
<< Potrebbe avermi offerto di diventare la sua regina oscura una volta confitto Pitch Prime...o qualcosa del genere >> borbottò con un rossore imbarazzato, a causa dell'intensità del suo sguardo.
Quasi inconsciamente, si ritrovò ancora una volta a perdersi in quei pozzi blu che aveva per occhi, così simili a suoi… eppure diversi, pieni di malizia e di una forza che lei era riuscita a trovare solo di recente, quando aveva accettato il suo ruolo di Quinto Spirito.
Le intenzioni di Jack erano abbastanza evidenti: aveva una gran voglia di sbottare, di girarsi e andare a riempire Pitch di palle di neve fino a ridurlo ad un colabrodo... almeno finché non si rese conto nel concreto che la ragazza lo stava guardando dritto negli occhi.
Non poté fare a meno di perdersi a sua volta in quei brillanti lapislazzuli, grandi e dolci, ma allo stesso profondi, detentori di una grande saggezza... e allo stesso tempo un immenso dolore condiviso.
<< Tu... >>
Diamine. Che cosa voleva dire? Perché le parole gli uscivano senza che potesse trattenerle, senza che prima avesse modo di riflettere, in modo da evitare certe figuracce!?
<< Se ciò accadesse davvero…tu ti perderesti >> mormorò infine << Ti perderesti per sempre... >>
In tutta risposta, la bionda si limitò a fissarlo con un sorriso ironico. << Pensi davvero che abbandonerei la mia famiglia e tutto ciò per cui ho lavorato solo a causa di una promessa di potere? >>
<< A volte il dolore può essere capace di cose terribili, Elsa >> non poté fare a meno di mormorare il ragazzo, ripensando al proprio alter ego.
<< Vero >> concordò l'altra, in tono di profonda consapevolezza << Ma nel caso si verificasse una simile eventualità… spero che sarai lì per impedirmi di fare qualcosa di molto stupido. >>
<< Sono io quello stupido qui >> replicò subito Jack, con un sorrisetto << È chiaro che impedirò che qualcun altro osi rubarmi il primato. >>
Malgrado la situazione, Elsa si ritrovò incapace di trattenere una risata.
Mentalmente, contro ogni previsione, si ritrovò a chiedersi se pure sua madre e suo padre si erano trovati in una situazione simile, la prima volta che si erano incontrati. Per loro era stato lo stesso? Avevano incontrato reciprocamente una persona con cui si erano sentiti a proprio agio e al sicuro, capace di farli ridere?
Fece appello ad ogni oncia di autocontrollo che aveva in corpo per non arrossire seduta stante.
Da dove diavolo le era saltata fuori una simile idea? Il rapporto tra lei e Jack era COMPLETAMENTE diverso da quello dei suoi genitori!
Almeno, era quello che continuava a ripetersi. Aveva vissuto per anni con la convinzione che non avrebbe mai dovuto preoccuparsi di questioni banali come l'amore.
Allora perché… il suo cuore batteva più forte ogni volta che si trovava in presenza dell'albino?
Scosse la testa per liberarsi da quei pensieri e volse al ragazzo un sorriso tirato.
<< Allora, vuoi imparare a costruire un esercito di pupazzi di neve? >>
Jack non rispose. Si era perso nell'osservare i suoi occhi che si assottigliavano e le sue labbra che venivano morse, dapprima per trattenersi, per poi aprirsi e farla scoppiare in quella risata cristallina e paradisiaca che le aveva sentito fare durante la battaglia a palle di neve.
Gli piaceva osservare ogni minimo dettaglio di lei, dalle espressioni facciali, alle reazioni... ad ogni manifestazione della sua personalità. Elsa era come la neve: a seconda di come la situazione lo richiedesse, sapeva essere dolce, giocosa, spensierata, oppure fredda, seria, sicura e implacabile.
Come un po' lo era anche lui, no? Dopotutto, erano entrambi incarnazioni della neve e dell’inverno.
Lui tendeva ad essere più orientato al divertimento, lei al dovere… però…nonostante le loro personalità così diverse, miravano allo stesso obbiettivo: proteggere gli altri.
 Quando parlavano lui avvertiva sensazioni... umane, qualcosa che uno spirito non poteva manifestare... non così, non con tale intensità. Era possibile che fosse...?
Ma no, era assurdo. Insomma, era un’idea semplicemente strampalata! Eppure... lo spirito conosceva il nome di quelle sensazioni. Era già stato con Dentolina, dopotutto.
Ma ora…la situazione gli sembrava completamente diversa. Perché con Elsa non sentiva solo le farfalle nello stomaco... sentiva la beatitudine, la pace e la spensieratezza.
D’istinto allungò la mano e strinse quella della giovane donna. << Elsa... >>
<< Ehm… sì? >> domandò l'altra, internamente spiazzata e curiosa da quel gesto e dal motivo per cui l'eterno adolescente sembrasse improvvisamente così nervoso.
<< Io... >> Lo spirito dovette deglutire a fondo per proseguire nella frase << Io... ti vedrò ancora, quando tutta questa storia sarà finita? >>
Elsa sgranò gli occhi, visibilmente sorpresa dalle parole del Guardiano. Il suo sguardo si addolcì, mentre poggiava  il palmo della mano libera sul dorso di quella del ragazzo.
<< Ogni volta che lo vorrai >> gli rispose dolcemente << Ormai ti considero un amico prezioso, Jack. Gradirei molto poter passare più tempo con te. In circostanze… meno burrascose >> aggiunse, con un piccolo sorriso.
Frost fece appello a tutta la forza che aveva in corpo per non rilasciare un sospiro sollevato.
<< Già, certo... in fondo noi siamo amici, no? >> replicò, in tono incerto.
<< Sì >> confermò l'altra, con voce altrettanto tirata.
Rimasero in silenzio per un altro po', fino a quando Elsa non compì un paio di colpi di tosse.
<< Quindi… esercito di ghiaccio? >> chiese.
Lui le regalò un sorriso splendente a trentadue denti. << Esercito di pupazzi di neve assassini >> ridacchiò in risposta.
Dopodiché si allontanarono, e non si curarono affatto di lasciare le proprie mani unite nel farlo.
A dispetto di quello che credevano i due spiriti, tuttavia, Pitch non se ne era mai davvero andato dalla stanza. Aveva continuato a osservarli con placido interesse durante tutta la durata della loro conversazione, nascosto tra le ombre.
Una volta allontanati, l'Uomo Nero fuoriuscì dal suo nascondiglio, il volto adornato da un'espressione impassibile.
<< Potrei vomitare >> mormorò a se stesso, per poi rendersi conto di una seconda presenza alle sue spalle. << Cosa ti porta qui, figlia mia? >>
Madre Natura si limitò ad incrociare ambe le braccia davanti al petto.
<< Vedo che non sei cambiato molto, dall'ultima volta che ci siamo incontrati >> rispose freddamente << Sempre a provocare guai, ovunque tu vada, anche in una situazione come questa. È più forte di te, non è vero? >>
Pitch si voltò verso di lei, restituendo il suo sguardo.
<< Ti saresti aspettata qualcosa di meno dal tuo vecchio, Emily? >> ribatté in tono beffardo.
<< No >> fu la fredda risposta << mi sarei aspettata forse qualcosa di ancora più viscido e meschino. >>
L'Uomo Nero rilasciò un sonoro sbuffo. << Farò in modo di soddisfare le tue aspettative, la prossima volta. C'è una ragione particolare per cui sei qui? O volevi solo tenermi d'occhio e assicurarti che non provassi ad uccidere i tuoi nuovi, piccoli amici? >>
<< Volevo assicurarmi che non tentassi alcun tipo di tiro mancino >> ribatté << Uccidere uno dei membri sarebbe stato alquanto stupido da parte tua, considerata la situazione nella quale sei infilato. Ma tramare è qualcosa che ti riesce molto bene. Jack non è l'unico che si è prefissato di tenerti d'occhio. >>
<< Quindi ora non ho una, ma ben due baby sitter! >> esclamò l'uomo, mentre alzava lo sguardo in direzione del soffitto << E una di loro è mia figlia, per giunta! Oh, Manny, che cosa ho fatto per meritare un simile onore? >>
<< Naturalmente la tua è una domanda retorica. >>
Pitch si limitò a roteare gli occhi. << Ancora mi dai la colpa per quello che hai passato, non è vero? >>
<< Ti saresti aspettato qualcosa di meno da tua figlia, Kozmotis? >> replicò lei.
L'oscuro spirito si bloccò di colpo.
<< Quello non è più il mio nome >> ribatté freddamente, gli occhi ora stretti in un paio di fessure.
Madre Natura non si lasciò affatto sfuggire quel gesto, e per qualche istante inarcò le sopracciglia, illudendosi di averlo immaginato.
Lo fissò per qualche istante, senza lasciar trasparire alcuna emozione. Poi, contro ogni propria previsione, si vide addolcire appena il tono e la postura.
<< In questo caso, forse nemmeno Emily Jane dovrebbe essere più il mio nome. Ma non è così. >>
Per un attimo, Pitch sembrò preso decisamente in contropiede dalla risposta della figlia. Scosse la testa e chiuse il volto in un'espressione impassibile.
<< Kozmotis Pitchiner era debole… un uomo che pensava solo a compiacere gli altri, privo di qualunque tipo di ambizione. Perché mai vorresti ricordarmi come lui? >>
<< A quanto pare la tua memoria è più corta e distorta di quanto immaginassi >> ribatté lei, piccata << Era un uomo generoso, gentile e altruista. È l’uomo che mi ha cresciuta, che mi ha amato con tutto se stesso, che mi ha insegnato tutto quello che so e la cui grande forza d'animo mi ha permesso di diventare molto di più. Non sarei mai sopravvissuta alla trasformazione che la Terra aveva predisposto per me… se non avessi avuto qualcosa per cui lottare, a cui aggrapparmi. Io non volevo morire quel giorno... perché sono stata ispirata a non arrendermi mai. >>
Il Re degli incubi la fissò sorpreso. Dopo qualche secondo di silenzio, il suo sguardo sembrò addolcirsi.
<< Non posso essere di nuovo quell'uomo, Emily. >>
<< Io non ho mai detto di rivolere indietro quell'uomo >> mormorò la ragazza, e i suoi occhi color dell'oro, identici a quelli dell'altro, si fecero grandi, e la sua voce più accorata, mentre parlava << L'unica cosa che ho sempre voluto…è mio padre. >>
Pitch si limitò a scrutare dritto in quelle pupille del colore del sole, per quello che sembrò un tempo interminabile.
Alla fine, rilasciò un altro sospiro… e si voltò, dandole le spalle. << È troppo tardi per me, figlia mia. Tuo padre non tornerà… non come lo vuoi tu. Ormai… ci sono solo io. >>
<< Perché continui a chiamarmi figlia, se non sei più lui? >> domandò Emily Jane.
Alla sua domanda… Pitch non sapeva davvero come rispondere. E non rispose. Scivolò tra le ombre della sala e scomparve nell'oscurità ancora una volta.
Rimasta completamente sola, calde lacrime cominciarono a scivolare lungo le guance di Madre Natura.
 
                                                                                                                         ***
 
Quella era la vigilia della battaglia. Anna lo sapeva bene, bastava vedere come la sala dell’Osservatorio fosse praticamente la sola ala della fabbrica di Babbo Natale ad essere deserta, viste le preparazioni per la guerra in cui yeti e perfino i piccoli elfi erano impegnati. E naturalmente, anche sua sorella e sua cugina lo erano: tutto non era altro che il preludio al destreggiarsi sul campo di battaglia.
La regina di Arendelle sospirò, stringendosi nelle spalle mentre sedeva su una poltroncina di velluto recuperata lì vicino.
<< Perché quel muso lungo, vostra altezza? >> chiese una voce familiare e profonda da sopra di lei.
La giovane donna alzò appena lo sguardo, incontrando i caldi occhi azzurri di Babbo Natale in persona.
<< Forse miei biscotti non erano così buoni, questa volta? >>
<< Ehi, suvvia, sembro così regale!? >> esclamò la rossa, con disappunto << Chiamami pure Anna! E comunque no, cosa andate a pensare!? I vostri biscotti sono spaziali! Incommensurabilmente buoni! Straordinariamente deliziosi! E non ho affatto il muso lungo, cosa ti fa pensare che abbia il muso lungo? >>
Nonostante le esclamazioni apparentemente gioiose della donna, il volto di Nord rimase una maschera impassibile: inarcò un sopracciglio cespuglioso e prese a scrutarla con curiosità.
<< Allora, perché voi essere qui tutta sola, mentre altri si preparano per la battaglia? >> domandò con sincero interesse.
Il sorriso si gelò sulle labbra di Anna, colpita nel segno. Tirò un lungo sospiro e appoggiò i palmi sulle ginocchia, il capo chino.
<< Al momento, penso di essere la persona più inutile nella storia delle guerre >> mormorò << Andiamo, che cosa ci faccio ancora qui? Non ho poteri, non ho armi magiche... perfino Hiccup e Astrid, che sono umani come me, sono stati capaci di offrirvi supporto! Mentre io… >>
Al sentire quelle parole, lo sguardo sul volto del vecchio sembrò addolcirsi, diventando improvvisamente comprensivo.
<< Non penso che voi diate abbastanza credito a voi stessa. Quanti umani di questo mondo possono dire di aver affrontato Fearlings ed essere sopravvissuti? Posso assicurarvi che sono tutti in questa fabbrica… e voi siete una di loro >> affermò gentilmente, mentre posava la grossa mano sulla sua esile spalla.
<< Grazie, ma... >> Anna scosse il capo << Questo non cambia. Se Elsa non fosse stata lì, pronta ad offrirmi un'arma…e se io non fossi stata in mezzo ai piedi, seguendo come un'incosciente Rapunzel in quel portale... >>
<< Forse Fearling che VOI ha eliminato avrebbe attaccato tua sorella o qualcuno di miei amici >> terminò Nord, prima di stringersi nelle spalle << Chi può sapere cosa sarebbe successo se voi non foste giunta qui? Io so solo cosa vostra presenza ha portato! Un Fearling in meno di cui preoccuparsi, e questo essere molto più di quanto avrei mai potuto chiedere voi. >>
Detto questo, l'espressione sul volto dell'uomo si fece improvvisamente cupa.
<< Guerra è sempre brutto affare. E sono sinceramente dispiaciuto che voi e vostra sorella siate state coinvolte in quello che doveva essere un conflitto nostro e solo nostro >>
<< Non è vero >> ribatté la regina << quella faccia da schiaffi di Pitch Prime minaccia l'intero universo con la sua macchina, e quindi anche noi. Neanch'io sarei rimasta a guardare... se non avessi avuto un regno intero a cui badare! Oh, santo cielo, spero che Kristoff e Eugene stiano bene e stiano tenendo la situazione sotto controllo ad Arendelle... >>
<< Ah! >> esclamò Nord, battendole la mano sulla schiena, quasi facendola cadere in avanti. << Parlate come vera guerriera! Voi ricordate me quasi un giovane me, quando ero appena diventato Guardiano. Sempre in cerca di nuovi avversari ero, senza mai badare alle conseguenze. >>
Scosse la testa, le labbra ora arricciate in un sorriso nostalgico.
<< Ma ora basta parlare di me, qui si tratta di VOI! >> continuò, mentre indicava la ragazza con fare drammatico. << Dunque, voi dite di essere inutile per battaglia imminente, non è così? Desiderate essere più forte, se ho capito bene. >>
<< Sì, è proprio così! >>
<< Allora non disperate, mia signora, perché credo di avere soluzione che fare per voi. Prego, seguite me! >>
E, detto questo, Claus cominciò ad allontanarsi. Inizialmente titubante, la rossa fece come richiesto.
Dopo alcuni minuti, i due si ritrovarono nei pressi di una grossa porta blindata, apparentemente fatta di un qualche tipo di metallo.
Nord volse un'occhiata significativa in direzione della giovane donna.
<< Ve lo chiederò per ultima volta, regina Anna. Passata questa porta… non si torna indietro. Voi diverrete parte di conflitto imminente… e non potrete evitarlo. Siete davvero sicura di voler compiere simile passo? >>
<< Ehm, signore, adesso mi state spaventando >> fece lei, con una risatina nervosa << cosa accidenti ci avete infilato lì dentro!? >>
<< Oltre questa porta… si trova arma più potente da me creata >> continuò il Primo Guardiano, con uno sguardo serio. << Fabbricata per essere usata durante prima guerra tra Pitch e Guardiani. >>
Puntò un dito nella sua direzione.
<< E ora… ho intenzione di dare essa a voi. Quindi vi chiedo di nuovo… siete sicura di vostra scelta? >>
A quel punto, Anna ammutolì, percependo addosso tutto il peso di quella dichiarazione e della responsabilità che portava. Un tempo si sarebbe gettata senza riflettere, ma non ora.
Era davvero questo che voleva? Farsi il carico e la responsabilità di un’arma, gettarsi sul campo di battaglia? Be’, in tutta sincerità…sì. Ma non lo stava facendo per il semplice gusto della sfida, della competizione o del brivido di un’avventura. Chissà, forse l’avrebbe fatto anni fa.
Ma non ora. Ora voleva combattere per salvare il proprio regno, per proteggere sua sorella e impedire che l’intero multiverso subisse una terribile sorte.
Prese un respiro profondo, serrando i pugni, prima di annuire solennemente.
A quel punto, Nord afferrò la maniglia della porta: questa venne attraversata da un bagliore azzurro, in risposta alla forma biometrica di colui che l'aveva costruita, dopodiché spalancò il cardine, rivelando gli interni della stanza… e ciò che essa conteneva.
Anna spalancò gli occhi per la sorpresa. Appesa al muro del magazzino, infatti, spiccava quella che aveva tutta l'aria di essere una sorta di bizzarra armatura di metallo.
Di aspetto, ricordava vagamente il Genio di un racconto che aveva letto molte volte quando era una bambina, Le Mille e Una Notte.
<< Che cos'è? >> domandò, meravigliata.
Nord sorrise e le fece cenno di entrare. << Questa, mia cara, è armatura da battaglia Djinn! Inizialmente creata per combattere le orde di Pitch Black, prima che sorgessero ehm… complicazioni >> aggiunse quasi sottovoce.
<< Ehm... in che senso complicazioni? >> fece lei, nervosa.
A quella domanda, le guance della Leggenda si tinsero di rosso. << Avrei dovuto indossarla io, ma… diciamo solo che avevo calcolato male mia, ehm… stazza >> borbottò imbarazzato
A quelle parole, Anna sgranò gli occhi e si morse il labbro per trattenere e dissimulare una risata. Tossicchiò. << Quindi... esattamente come potrebbe aiutarmi? >>
L'espressione di Babbo Natale tornò a farsi eccitata.
<< Questa armatura è stata costruita usando metalli contenuti in roccia lunare caduta secoli fa >> disse con orgoglio, mentre picchiettava il metallo dell'automa << Una volta raffreddato, metallo non può più essere distrutto! E questa essere anche ragione per cui non ho potuto ridimensionarla >> aggiunse più a se stesso che a lei, con uno sguardo cupo.
Poi scosse la testa e tornò a sorriderle. << Comunque sia, non volevo andasse sprecata. Speravo che, prima o poi, avrei avuto altra possibilità di fare uso di essa, così l'ho dotata di alcune formidabili magie! Conferisce a chi la indossa forza di mille uomini, può volare e convertire luce di sole e luna in colpi di energia da usare contro nemici! Niente male, vero? >>
<< Ma... ma... ma è incredibile! >> esclamò la regina, oltremodo eccitata << Ma siamo certi che possa starmi? >>
<< Potrebbe stare te un po' larga >> ammise Nord. << Ma nel complesso, te dovrebbe essere in grado di indossarla. >>
E, detto questo, pigiò un pulsante situato lungo il collo dell'automa. Si udì il suono familiare di ingranaggi che giravano, presto seguito dall'armatura che si apriva letteralmente in due.
<< Coraggio, non siate timida. Provatela! >>
<< Ehm... non l'ho mai fatto prima, come...? >>
<< Dovete solo mettere voi comoda al suo interno >> rispose l'uomo, indicando gli interni dell'armatura. << Si chiuderà automaticamente. Non preoccupatevi, sarò qui con voi tutto il tempo! >>
Dopo qualche istante di esitazione, Anna si avvicinò all'armatura, e deglutendo, si sistemò nella parte aperta. Subito il metallo si mosse e aderì completamente al suo corpo, ricoprendola da capo a piedi. Si vide calare l'elmo sul volto e per un attimo terribile pensò di non vedere più nulla, ma poi scorse negli occhi un lampo di luce e lo spettro dei colori tornò alla normalità.
<< Allora, come vi sentite?>> domandò Nord dall'altra parte della copertura in metallo.
<< È... è pazzesco! >> esclamò la ragazza. Non poteva udirsi, ma dall'esterno la sua voce era divenuta vagamente metallica. << Non vedo l'ora di provarla! >>
<< Oh, non sarà difficile, ve lo assicuro. Tutto quello che dovete fare è alzare mano, pensare a sparare e... >>
Non ebbe la possibilità di finire la frase.
Anna alzò la mano per puro istinto dal palmo metallico dell’armatura partì un potente lampo di luce che colpì la parete opposta, lasciando un profondo solco fumante.
Il Primo Guardiano rimase basito, incapace di proferire parola per quasi un minuto buono.
<< Šostakóvič… forse sarà meglio provare fuori. >>
<< Buona idea >> concordò Anna, annuendo energicamente tramite l’elmo.
Eppure, nonostante quello che era appena successo, la giovane regina non poté fare a meno di provare un moto di sollievo ed eccitazione.
Adesso avrebbe potuto combattere… avrebbe potuto aiutare sua sorella. E alla fine, questo era tutto ciò che importava.
 
                                                                                                              ***
 
Dentolina poteva sentirlo fin dentro le sue ossa semi-cave da uccello che la battaglia era ormai alle porte. Per questo la Fata del Dentino non poteva sprecare neppure un minuto del proprio tempo: era stata una guerriera anche lei, e come tale non intendeva arrivare impreparata, anzi, sapeva di non poterselo permettere.
Per questo si era recata nella sala d’allenamento situata proprio nella parte più bassa del palazzo di Babbo Natale, utilizzata dallo stesso Nord per affinare le proprie abilità con la spada.
Piazzando tre manichini al centro della stanza, si destreggiava fra essi lasciando serpeggiare le lame delle sue spade e le piume affilate, mosse solo dalla sua magica volontà.
<< Ehm...è permesso? >> domandò una voce familiare alle sue spalle che la costrinse a fermarsi di colpo.
La Guardiana dei Ricordi si voltò di scatto, le spade pronte per debellare qualunque minaccia, e i suoi occhi rosa si posarono sulla massiccia figura di Maui, ancora vestito con l'abito da Babbo Natale che Nord gli aveva prestato.
L'uomo alzò ambe le mani in segno di resa.
<< Il vecchio mi ha detto che questa era una sala d'allenamento. Ma se vuoi, posso passare più tardi... >>
<< C'è abbastanza spazio per tutti e due >> replicò la Terza Leggenda in tono gentile, indicando il resto della sala con un cenno della spalla << e il nostro tempo è agli sgoccioli, è meglio non rimandare niente. >>
<< Oh >> fece il polinesiano, sbattendo le palpebre un paio di volte. << In questo caso… ti piacerebbe uno sparring partner? >> domandò con tono imbarazzato.
La Fata inarcò un sopracciglio. Si sarebbe aspettata quella proposta presentata assieme ad un palese flirt, ormai era convinta di aver inquadrato abbastanza bene il tipo di persona che era Maui. Sembrava che qualcosa lo stesse disturbando.
Alla fine, la colibrì sollevò la spada e lo indicò con la punta della lama.
<< E va bene, vediamo che sai fare. >>
<< Davvero?! Ehm… sì, volevo dire… combattiamo! >> esclamò il semidio, assumendo a sua volta una posizione d'attacco ed estraendo il suo fidato amo.
Tuttavia, Dentolina notò subito che mancava completamente di qualunque tipo di disciplina. Il corpo dell'uomo era un po' sbilanciato, e il modo in cui le stava indicando l'arma era più simile ad una sorta di invito ad attaccarlo che ad una vera mossa offensiva.
Volle metterlo alla prova. Si lanciò in avanti e provò a vibrare un fendente verso il fianco. Maui reagì all'istante, dimostrando - se non altro - i sensi acuti di una persona che aveva affrontato molte battaglie.
Parò il colpo di lama con la parte ricurva dell'uncino, il volto adornato da un sorriso orgoglioso.
<< Ah! Nessuno può prendere Maui di sorpre-...>>
Ma ecco che la Fata infilò la lama della spada dentro la fessura ricurva dell'amo, fece pressione e con un fluido ma forte movimento lo scansò di lato, facendolo precipitare a terra.
L'uomo si abbatté al suolo con un forte gemito, sollevando una nuvola di polvere.
<< Ugh… okay, poteva andare meglio >> borbottò più a se stesso che alla sua avversaria.
<< Ti sei distratto, hai perso tempo a pavoneggiarti >> ribatté la colibrì, fissandolo dall'alto in basso, una mano sul fianco << E per di più, sbilanci troppo il tuo peso muovendoti in quel modo! >>
<< Ehi! >> protestò l'uomo, mentre si rialzava da terra << Non ho mai avuto problemi con il mio modo di combattere! Mi ha permesso di sconfiggere praticamente ogni avversario che fosse stato così sciocco di sfidarmi. >>
<< Almeno fino ad ora >> replicò lei, cupa << Chi ti ha insegnato? >>
A quella domanda, il polinesiano si limitò a stringersi nelle spalle.
<< Nessuno. Sono completamente autodidatta. >>
Gli occhi rosa della Terza Guardiana si allargarono.
<< Oh, be'... questo spiega le tue mosse >> sospirò << anche se non nego che tu te la sia cavata molto bene con quello squalo. >>
A quelle parole, l'espressione sul volto di Maui mutò in un cipiglio contemplativo.
<< Ma a confronto di combattenti come te e quel Pitch… sono pessimo, non è vero?>> domandò retoricamente.
La Fata tirò un lungo sospiro. Non voleva essere così brutale, ma tanto valeva essere franchi.
<< Be', sei decisamente scarso al confronto. Anche se quel Prime non lo conterei, dato che è stato capace di annientarci tutti. Lui è proprio su un livello superiore. Piuttosto, come te la sei cavata con i Fearlings? >>
Non aveva avuto modo di osservare il suo combattimento per ovvie ragioni, e dal momento che voleva aiutarlo aveva bisogno di tutte le informazioni possibili.
Il polinesiano agitò la mano, simulando un 50 e 50 inespresso.
<< All'inizio stavo andando bene, mi sono limitato a pestarli come farei con un qualunque altro mostro… ma poi, si sono rivelati un po' troppi da gestire. Non sono esattamente abituato a combattere nemici multipli… be’, se non contiamo i Kakamora >> disse cupamente, ricordando bene quanto quelle piccole creature vestite da noci di cocco potessero essere fastidiose.
<< Se avessi una coordinazione più corretta e un bilanciamento attivo, potresti farcela. Senza una tecnica adeguata, la tua forza non sarà mai abbastanza >> replicò la Leggenda, per poi socchiudere gli occhi << Be', ti ho trascinato io in questa missione... o meglio, sei stato tu a voler venire con me per propositi non propriamente altruisti. Ma ciò non nega il fatto che tu ci abbia aiutati, quindi... permettimi di ricambiarti il favore insegnandoti le basi che ti mancano. >>
<< D-davvero? >> fece Maui, sorpreso << Lo faresti? Voglio dire… certo che lo faresti! Ehm… io… ti ringrazio >> borbottò a bassa voce, prima di prendere un respiro profondo << E… mi dispiace. >>
Lei si limitò a fissarlo con uno sguardo divertito. << Non sei abituato a certe cose, vero? >>
<< No, ammetto che ci sto ancora lavorando >> ammise l’altro, con un sorriso imbarazzato. << Anche se ho un'amica a casa che mi sta aiutando lungo la strada. >>
Detto questo, il volto dell'uomo si fece improvvisamente serio.
<<  E avevi ragione. Questo non è affatto un gioco… né una semplice avventura come credevo. Qui c'è in ballo il destino di miliardi di persone… e io l'ho preso sotto gamba >> continuò cupamente. << E per questo… mi scuso. >>
Un caldo sorriso si disegnò sul volto della colibrì.
<< Scuse accettate, semidio Maui >> rispose << ma solamente se adesso sarai pronto a rimediare e fare tutto ciò che è in tuo potere per salvare il multiverso! >>
<< Oh, su questo potete contarci, mia signora! >> esclamò di rimando il polinesiano, il suo sorriso recuperato. << Farò in modo che questo Pitch e i suoi Fearling capiscano il motivo per cui Maui è chiamato il protettore degli uomini! E delle donne >> aggiunse rapidamente.
<< Non avrebbe più senso che dicessi protettore degli umani? >> fece lei, perplessa << In questo modo includeresti tutti e faresti anche prima... >>
<< Ma così escluderei le altre creature della terra! >> esclamò l'altro, visibilmente scioccato da una simile prospettiva.
<< Ma prima di adesso non le hai nemmeno nominate! >>
<< ...mi stai dicendo che i termini "uomini" e "donne" non valgono per tutte le specie? >>
E allora, un sonoro "face palm" ad opera della fata riecheggiò per tutta la lunghezza della sala d'allenamento.
 
 


 
E con questo capitolo si chiude il preludio alla guerra. Dal prossimo si entra nella parte finale della storia, con la battaglia che segnerà il destino del Multiverso.
Ebbene sì, Seraphina Pitchiner ( la moglie di Pitch ) aveva caratteristiche fisiche molto simili a quelle di Elsa, come potete vedere dall’illustrazione a inizio capitolo. Proprio per questo, in giro ho trovato molte fan fiction in cui la Regina delle Nevi è spesso e volentieri rappresentata come la sua reincarnazione, ma vi diciamo già che questo non è il caso. Tuttavia, non potevamo certo lasciarci sfuggire l’occasione di un confronto tra lei e Pitch, a causa di tale somiglianza.
L’armatura da battaglia Dijin è presa direttamente dai romanzi delle 5 Leggende, ma nei libri era stata resa autonoma da Padre Tempo. Dato che in questo universo i Guardiani e il suddetto stregone non si sono mai incontrati, abbiamo deciso di renderla un’armatura pilotabile in stile Iron-Man…o forse è meglio dire Iron-Lady, visto che sarà proprio Anna ad utilizzarla in battaglia. Dopotutto, non potevamo certo lasciarla andare in guerra senza qualche miglioramento ;)
Abbiamo anche approfittato di questo capitolo per mostrare come gli ultimi eventi abbiano influito sulla psiche di Maui, con un piccolo riferimento a Moana.
E ora…preparatevi alla guerra!
  
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