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Autore: sky_full_of_stars    20/07/2020    2 recensioni
C'è un'ora nella notte in cui può accadere qualsiasi cosa, persino che il Queens diventi silenzioso e che il suo amichevole Spider-Man di quartiere si conceda una pausa per godersi il panorama.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Peter Parker/Spider-Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Waiting for the ride in the dark
At the night the city grows
Look at the horizon glow
[...]
The city is my church
It wraps me in its blinding twilight
~ Midnight City, M83

C'è un'ora nella notte in cui persino il Queens diventa silenzioso. I suoni sembrano giungere all'orecchio quasi ovattati, come se l'intera città si trovasse all'interno di un immenso acquario. Le luci iniziano a brillare di un'intensità nuova, sconosciuta, eppure, se le si osserva attentamente, si ha la sensazione che siano sempre state lì, immobili e sospese nel buio, e che nemmeno il giorno sia in grado di spegnerle. La città è come un relitto sommerso nelle profondità dell'oceano, in cui le scaglie di luce polverosa che filtrano tra le tenebre non provengono dai raggi del sole, ma dai lampioni che costeggiano le strade infinite e trafficate del Queens e illuminano i vicoli angusti nel retro dei palazzi, e dai fari delle macchine che continuano a sfrecciare frenetiche a tutte le ore, senza sosta e senza meta, incuranti del mondo intorno a loro.
Peter la conosce bene, quell'ora. È la sua preferita in tutta la giornata. Il suo rifugio segreto. Un lembo di tempo rubato alla notte in cui poter semplicemente rimanere seduto sul cornicione di un tetto, i piedi penzoloni e la maschera stretta fra le dita, a guardare le luci della sua città inseguirsi fino a perdersi nelle acque del porto, mentre l'aria fresca gli pizzica il volto e gli risveglia i sensi. Niente e nessuno al mondo lo fa sentire così libero.
Di solito a quell'ora ha già acciuffato – o per meglio dire, imprigionato nella sua ragnatela e appeso da qualche parte, generalmente a un lampione – gli abituali criminali che pullulano il quartiere. Sono ladruncoli di basso rango, che hanno deciso che quella era la serata giusta per rimediare un po' di grana, delinquenti di strada e farabutti che si aggirano con una bottiglia vuota in mano e brutte intenzioni per la testa. Ormai ci ha fatto l'abitudine. A volte c'è anche qualche piccola sparatoria, ma nulla che non riesca a gestire nel giro di una mezz'ora, un'ora al massimo. Quando arriva quel momento della notte, sa che può tirare un sospiro di sollievo e rilassarsi — anche se i suoi sensi da ragno non lo abbandonano mai, tenenedolo costantemente all'erta. È troppo tardi persino per i criminali. E poco importa se la mattina dopo dovrà alzarsi alle sette per andare a scuola: si addormenterà sul banco come fa ormai ogni giorno e si farà passare gli appunti nel pomeriggio. Del resto, non ha mai avuto problemi a recuperare, e i suoi poteri gli permettono di essere riposato con meno ore di sonno rispetto ai suoi coetanei. Qualsiasi siano le conseguenze di quello sgarro al coprifuoco imposto da zia May, non se ne preoccupa troppo, comunque. Non rinuncerebbe a quell'ora speciale per nulla al mondo.
Osserva con calma i profili dei palazzi e l'oscurità farsi largo fra le vie che conosce a memoria. Si concede un respiro a pieni polmoni e assapora l'aria della notte e quel senso di pace che la accompagna. Conosce quella città come le sue tasche – o forse è la città a conoscere lui meglio di chiunque altro – e si sente il padrone di tutto ciò che vede. Il re del Queens, del suo Queens. Sa che la vita di ogni persona che dorme dietro quelle finestre è sua responsabilità ed è disposto a tutto pur di proteggerla. Ma è anche consapevole di quali sono i pericoli. Ha imparato a distinguere le ombre che si nascondono nel buio e a calcolare i rischi di quella seconda vita che gli sta togliendo il sonno e lasciando tagli e cicatrici lungo il corpo. E non ne cambierebbe una virgola. Non quando la ricompensa è quell' istante perfetto in cui ogni preoccupazione e ogni pensiero svaniscono per lasciar posto ad un pacifico senso di vuoto, e lui può starsene lì ad ascoltare il respiro della città che dorme sotto i suoi piedi e vegliare il suo sonno affinché sia privo di incubi.
Chiude gli occhi e un sorriso stanco ma felice si delinea sulle sue labbra.
È ora di tornare a casa.

C'è un'ora nella notte. Un'ora magica e invisibile in cui può accadere qualsiasi cosa, persino che il Queens diventi silenzioso e il suo amichevole Spider-Man di quartiere si conceda una pausa per godersi il panorama.

E quell'ora è solo sua.

   
 
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