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Autore: Angels4ever    22/07/2020    2 recensioni
Storia partecipante al contest “Villain’s Ballad” indetto da _Vintage_ sul forum di Efp.
Peter Minus si è sempre ritrovato a servire la parte che ha reputato vincente. Nonostante questo, secondo lui, nessuno lo ha mai considerato alla pari, degno di nota.
Era semplicemente uno sfigato da bambino, l'amico di James da ragazzino e Codaliscia da Mangiamorte.
Ma cosa balugina davvero nella sua mente?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Potter, Peter Minus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Contesto generale/vago
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Storia partecipante al contest “Villain’s Ballad” indetto da _Vintage_ sul forum di Efp.
Bonus: Arto fantasma
 
 
 
 
In your mind
 
 
La mano argentata di Codaliscia riluceva alla luce del sole; l’uomo poteva vedere la sua immagine riflessa in essa per la prima volta dopo anni: un omuncolo insignificante dai capelli troppo lunghi, disordinati, denti sporgenti ed in sovrappeso. E soprattutto stanco. Stanco di vivere nella paura, ma senza poterne fare a meno. La paura, dopotutto, era ciò che gli restava. Non aveva amici, né famiglia.
I Mangiamorte, i suoi alleati, i suoi simili, coloro che indossando una maschera per gran parte del tempo, si burlavano di lui. Del suo essere insignificante.
Eppure, Codaliscia aveva fatto ciò che nessun'altro aveva avuto il coraggio di fare: aveva resuscitato il suo Signore, ed era stato ricompensato con quell’arto di ferro!
“Bel regalo!” pensò con rabbia.
Non era fatto di carne, non scorreva sangue nelle sue falangi… Tuttavia, riusciva a sentire un dolore atroce, come se il Signore Oscuro l’avesse appena amputato.
Si strinse la mano al petto, digrignando i denti.
Era perché era un debole? Invisibile? Insignificante?
Persino la magia sembrava far resistenza su di lui, come se non valesse la pena donargli sollievo.
 
Peter giaceva in una pozza di fango: era completamente insudiciato e talmente terrorizzato da non riuscire ad alzarsi.
Rimase acquattato, piagnucolando, un bambino di soli cinque anni preso di mira da ragazzini più grandi, e per giunta babbani.
«Povero piccolo Minus… guardate come trema.»
«E’ così grasso che non riesce a sollevarsi.»
«Assomiglia ad un topo. Sentite come squittisce?»
 
Le risate di scherno risuonavano ancora nelle sue orecchie.
Era soltanto un bambino, un bambino innocente. Un bambino buono. Ma aveva permesso che dei bulli lo sottomettessero, lo rendessero un ammasso di fango e polvere.
Non voleva più provare quella paura, quella sensazione di nullità.
 
«Come ti chiami?»
«I-io…»
Il ragazzo davanti a lui aggrottò la fronte. Era mingherlino, con capelli neri e scarmigliati, occhi nocciola dietro lenti tonde.
C’era sicurezza nel suo sguardo, coraggio.
«Ehi, è una domanda facile. Allora?»
«Peter… Peter Minus.»
«Bene Peter Minus! Io sono James, James Potter. »
 
 
Perché in quel momento gli era tornato in mente proprio James?
Cos’era quella sensazione strana che gli stava attanagliando le viscere? Senso di colpa forse?
No.
Aveva fatto ciò che era necessario per sopravvivere. Per non essere più una nullità. Per essere qualcuno.
Ma chi era ora?
Prima era Peter Minus e Codaliscia; lavorare come Mangiamorte lo aveva reso soltanto Codaliscia, un essere considerato comunque inferiore agli altri.
Nonostante i suoi servizi, la sua fedeltà, il suo tradimento… non sarebbe mai stato messo allo stesso livello di Bellatrix o di Severus.
Era solo un’ombra nata per servire.
Prima i Malandrini. Poi l’Ordine della Fenice. Dopo i Mangiamorte.
Ma nessuno di loro gli aveva mai dato una qualche vera considerazione.
La mano continuava a pulsare dolorante, nonostante non fosse più lì. Non veramente.
“E’ solo nella tua mente, Codaliscia” mormorò fissando il palmo aperto, completamente argentato.
Forse aveva pensato a James perché lui aveva sempre una risposta per tutto: Ramoso era brillante.
Dio… desiderava da morire tornare ad essere anche Peter Minus.
Scosse la testa.
Non avrebbe permesso ai sensi di colpa di entrargli dentro, di aggrovigliarsi ai suoi organi o lo avrebbero ucciso in una lenta agonia. Ormai aveva scelto la sua fazione, e grazie alla sua scelta era un sopravvissuto.
“E’ solo nella tua mente”, continuò a mormorare in una lenta litania.
 
 
Angolo Autrice:
 
Eccomi qui a scrivere su un personaggio che ammettiamolo, non piace a nessuno. Ma per questo contest mi sembrava super azzeccato!
Spero abbiate apprezzato l’ennesimo esperimento, a presto.
 
Giulia.
 
  
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