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Autore: AcquaSaponePaperella    23/07/2020    6 recensioni
-Questa storia partecipa al contest “Immergersi nell’immaginazione” indetto da Artnifa sul forum di EFP-
"C'è nessuno?" ripetei ancora, quando un rumore alle mie spalle mi fece sobbalzare.
Mi girai e vidi sopra la scala un anziano signore.
"Oh, finalmente ho delle visite!" disse, con una voce accogliente e simpatica, così come la faccia.
L'uomo era alto e magro, aveva capelli sale e pepe sotto una bombetta, un paio di occhiali, barba e baffi, un nasone a patata, due guance rosse e sopra un orecchio aveva una penna.
Era vestito con un gilet e un paio di pantaloni con le bretelle.
Lo associai facilmente al mestiere che faceva.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sto contando e ricontando quante monetine ho, e per l'ennesima volta sbuffo, nella speranza che possano moltiplicarsi, pur sapendo che tanto quelle sono e quelle rimangono. Me le metto in tasca e continuo a girovagare per le bancarelle del mercatino d'antiquariato.
Ogni oggetto che attira la mia curiosità e che potrebbe piacere alla nonna è purtroppo affiancato da un prezzo che supera abbondantemente il numero delle mie monetine.
Io però ci tengo tanto a fare un bel regalo per la nonna per il giorno del suo compleanno...
Il vociare della gente mi giunge ovattato, tanto sono immersa nei miei pensieri.
Stavo passeggiando sul marciapiede, quando ad un tratto mi sembrò di vedere una porta sbucare magicamente -ovviamente per modo di dire- in fondo ad un vicolo.
"Oh." sussurrai. Non l'avevo notata prima.
Non c'era alcuna insegna, e questo mi sembrò strano, però dalla vetrina vidi esposti libri e merce di cancelleria; doveva quindi trattarsi di una cartolibreria.
"Troverò qualcosa per la nonna!" mi convinsi, ed entrai, accompagnata da un dolce scampanellio.
Rimasi avvolta da un'atmosfera magica. Dappertutto c'erano libri, quaderni, astucci, diari, agende, nonchè la cancelleria più variegata.
C'era solo l'imbarazzo della scelta. "Deve avere aperto da poco." mi convinsi, dato che sicuramente non mi sarei lasciata scappare un posto del genere ai miei tempi della scuola dell'obbligo. Di sicuro mi avrebbe fatto di più apprezzare il rientro a scuola.
"Ehm... c'è nessuno?" chiesi timidamente, mentre mi aggiravo tra gli scaffali.
"C'è nessuno?" ripetei ancora, quando un rumore alle mie spalle mi fece sobbalzare.
Mi girai e vidi sopra la scala un anziano signore.
"Oh, finalmente ho delle visite!" disse, con una voce accogliente e simpatica, così come la faccia.
L'uomo era alto e magro, aveva capelli sale e pepe sotto una bombetta, un paio di occhiali, barba e baffi, un nasone a patata, due guance rosse e sopra un orecchio aveva una penna. Era vestito con un gilet e un paio di pantaloni con le bretelle. Lo associai facilmente al mestiere che faceva.
"Buongiorno." salutai, un pochino preoccupata che rischiasse di cadere, vista la non più giovane età. Con mia estrema sorpresa invece, prima ancora che riuscissi a pronunciare altro, l'uomo scese dalla scala con un piccolo balzo. Sgranai gli occhi.
"Cosa posso fare per te, donzella?" mi chiese con un grande sorriso.
Mi ripresi dallo shock iniziale e iniziai a balbettare. "Oh, ehm... Stavo cercando un... stavo cercando un regalo per..."
"Un regalo!" l'uomo cominciò a battere le mani e saltellare sul posto, sotto i miei occhi sconvolti.
"Mi piacciono i regali! Per chi? È per un compleanno?"
Che strano tipo, pensai divertita. "Sì, è per un compleanno, è per mia nonna." gli spiegai.
"Oh." mi disse lui. "Beh, allora se è per una signora, dobbiamo assolutamente farle un regalo bellissimo." disse lui, allisciandosi la barba.
"Dimmi cara, hai già in mente qualcosa?" mi spiazzò, anche se avrei dovuto prevedere una domanda del genere.
"In realtà no." confessai. "Però le piacciono molto queste cose..." indicai con il dito l'intera stanza.
Lui mi squadrò a lungo, per poi sorridermi.
"Vieni con me. Voglio farti vedere una cosa." mi disse, e sparì dentro una porta che prima non avevo notato. Io lo seguii, ed entrai, se possibile, in un posto ancora più magico. Mi sembrava di essere tornata indietro nel tempo.
Boccette d'inchiostro, grossi manuali dalle pagine ingiallite, un vasto assortimento di piume colorate, macchine da scrivere...
"Wow!" esclamai.
"Eh eh, questo è il mio studio. Bello, eh? Senti cara, tu quanti anni hai?"
"Ventuno." risposi.
"Che giovane, scommetto che vai all'università, giusto?" indovinò.
"Sì, perché?" gli domandai.
"Prendi gli appunti a mano o al computer?" mi chiese.
"Al computer..." ammisi.
"Eh immaginavo. Ma scommetto che questo gioiellino non lo sapresti usare." mi indicò la macchina da scrivere. "Prova." mi invitò.
"No, la ringrazio. Ma non voglio combinare disastri." misi le mani in avanti, facendolo ridere.
"E per studiare come fai? Vai in biblioteca?" mi domandò ancora.
"No, in realtà studio online." lui aggrottò un sopracciglio.
"E non ti viene mal di testa?" mi chiese.
"Ehm, sì. Quasi sempre."
"Vieni, annusa qui." mi indicò un libro aperto e mi ci fiondai, riemergendo in uno stato di ebbrezza.
"Mal di testa, eh? Un gran bel giramento di testa." mi disse, ed effettivamente era vero.
"Dai tocca e sfoglia un po'. Io adesso vado a prendere il regalo per tua nonna, sono sicura che le piacerà." mi disse con aria misteriosa, e sparì tra gli scaffali.
Dopo un po' l'uomo riemerse con una scatola in mano. La studiai curiosa, cercando di individuare il contenuto. Era una scatola gialla avvolta da un nastro, che lui sciolse.
Rimasi a bocca aperta quando vidi una bellissima piuma, di quelle che usavano una volta per scrivere. Eh sì, era il regalo perfetto per la nonna.
"Prova a scrivere. Magari fai già il biglietto di auguri per tua nonna, così battezzi la piuma" e mi porse un foglio e una boccetta di inchiostro.
Ero un pochino titubante, non sapevo come si facesse e avevo paura di macchiare. E poi avevo quasi paura di usare una cosa così bella, quasi come volessi prenderla solamente per poterla tenere in casa come oggetto di scenografia, piuttosto che come oggetto d'uso.
Gli occhi dell'uomo mi incoraggiarono, afferrai la piuma e la intinsi nell'inchiostro. Mi immaginavo di traballare, invece scoprii con mio estremo piacere che riuscivo a scrivere in maniera fluida, in corsivo "Tanti auguri nonna!"
L'uomo mi fece l'applauso. "Che brava! Che bella calligrafia!" mi fece i complimenti, mentre io abbassai lo sguardo soddisfatta e imbarazzata allo stesso tempo.
"Bene, ti faccio il pacchetto regalo." e ritornò con della carta stagnola.
A lavoro ultimato, mi porse la scatola e mi accompagnò all'uscita.
"Ti aspetto." mi disse, e io ricambiai il saluto.
"Grazie di tutto".
Avevo già percorso un bel po' di strada, quando ad un tratto mi accorsi di una cosa importante.
Feci dietrofront e mentre camminavo a passo svelto, domandai: "Scusi, ma quanto la devo pagare?" pregai che la piuma non costasse troppo.
"Oh non ti preoccupare tesoro. È già stato tutto pagato." mi gridò di rimando, strizzandomi l'occhio.
Non feci nemmeno in tempo di realizzare quello che mi aveva detto che se ne andò.
"Come? Ma aspetti..." mi bloccai in mezzo alla strada, mentre vidi in lontananza che lui aveva già chiuso la porta a chiave.

Tornai a casa con il regalo tra le mani e una strana sensazione all'altezza dello stomaco. Che significava che era già stato tutto pagato?
"Nonna, sono a casa." la chiamai.
"Oh ciao cara, già di ritorno?" mi venne incontro.
"Sono andata a fare un giro al mercatino." le dissi, facendo finta di niente.
"Sì, lo so." mi disse lei, stupendomi.
"Come? Sul serio lo sapevi?" aggrottai un sopracciglio.
"Sì, ed è inutile che tieni la scatolina dietro la schiena." a momenti caddi a terra.
"Scatolina?" le dissi, sempre più stranita che la nonna lo sapesse.
"Ti ringrazio tesoro, ti sei ricordata del mio compleanno!" battè le mani e saltellò sul posto. Non mi ricordava forse qualcuno?
"Ma nonna..."
"Ed è pure una bellissima piuma." ecco, adesso posso cadere a terra.
"Ma come fai a saperlo?" quasi urlai, sconvolta.
"Calmati tesoro." mi disse la nonna.
"Mi ero già messa d'accordo con il commerciante, è un mio carissimo amico d'infanzia. Sapevo che saresti entrata lì per prendermi il regalo, e allora gli ho gentilmente chiesto di fare in modo di farti prendere la piuma. L'ho scelta personalmente. Ah, naturalmente ho pagato tutto io, lui non ti ha fatto sganciare un soldo, vero?" mi domandò squadrandomi con aria minacciosa.
"Ehm, no, nonna, niente..." a malapena riuscivo a parlare.
"Bene, dai, dammi." mi prese la scatolina dalle mani, per tenersi soltanto il biglietto e restituirmi la piuma, che mi ritrovai in mano.
"Ma nonna..." le domandai stranita. "La piuma?"
"La piuma è per te." mi disse dolcemente.
"Come?" non ero sicura di aver capito bene. "Ma se hai detto..."
"Il mio vero regalo è questo." mi mostrò il biglietto in cui avevo scritto la frase di auguri.
"Non c'è regalo più bello di vedere una frase scritta per me da mia nipote con una piuma, di quelle che usavamo noi in passato. E devo dire che hai scritto molto bene." disse compiaciuta. "La piuma è un regalo per te, cara."
Non sapevo cosa dire. "Tu e il tuo amico siete pazzi." le dissi divertita.
"Simpatico vero? Ha aperto da poco il negozio, adesso che è in pensione pure lui. Ora ha anche più tempo per tenersi in forma. Ancora però non sa che nome dare alla cartolibreria."
Ah, come immaginavo, ecco spiegato il perché non avevo mai notato prima quel posto, e perché non c'era alcuna insegna.
Ed ecco spiegato perché aveva sceso la scala con tale facilità.
"Quando sarà il mio compleanno, per me sarà un regalo se imparerai a scrivere una frase al computer, allora!" le dissi, facendola ridere. 

   
 
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