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Autore: littlepink6690    24/07/2020    0 recensioni
"Se potessi sapere con un solo sguardo chi è la tua anima gemella...
Ma se lei scomparisse davanti a te?
Se fossi maledetta in più di un modo?
Se Regina non fosse solo umana?"
N.C.
Genere: Angst, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Regina Mills, Ruby/Cappuccetto Rosso
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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8PizzaAndBath

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Emma era da un anno ormai che viveva a Storybrooke, se avesse pensato tempo addietro di ritrovarsi a vivere con il figlio che aveva dato via e la madre adottiva, non ci avrebbe mai creduto: eppure.

Regina le aveva chiesto di andare a vivere con loro, per avere la tranquillità di una coppia normale, anche se tutto erano fuorché quello. Beh, la mora era un lupo mannaro e l’ex Regina Cattiva, mentre Emma la Salvatrice, la sua nemesi per antonomasia eppure, vivevano insieme. I Charming, non avevano obiettato, infondo la loro “bambina” era cresciuta e sapevano che contrastarla non avrebbe dato nessun risultato; ormai avevano imparato a conoscere Regina, meglio di come avevano fatto nella Foresta Incantata. Sapevano che nonostante l’assumere una forma animale, mai avrebbe fatto loro del male, adesso che l’imprinting con Emma, aveva placato la natura originaria del lupo. Lo sarebbe rimasta per sempre forse, ma a lei bastava che Emma l’amasse e l’accettasse così. E lo aveva dimostrato in quell’anno passato, e continuava a farlo.

 

 

L’aveva sentita arrivare alla sua cripta, pensava avrebbe fatto tardi quella sera per via dell’organizzazione di una festa, eppure era lì, che entrava. Lasciò accostata la porta, non sapendo se lei fosse dentro o in giro, Regina non attardò ad avanzare con le zampe sul terreno solido, fino ad entrare nella cripta di famiglia. Scese le scale e la vide seduta sul suo baule, una scatola poggiata sulle gambe e un pezzo di pizza che stava per toccare la sua lingua. Fece un mezzo sorriso da lupo, e la vide fissarla, la trovava adorabile quando mangiava così buffamente, perché moriva di fame.

 

Ciao principessa, divoratrice di pizza – restò seduta a distanza.

 

 

Scusami morivo di fame, è stato un turno massacrante oggi – sorrise per poi mangiucchiare – Tu? Tutto bene? – chiese sempre non perdendo il contatto visivo con la sua lupacchiotta.

 

Tutto bene, ci sono dei lavori da fare sul ponte dei troll, ha ceduto un'altra volta – ammise.

 

Vedrò di parlarne con il sindaco – ridacchiò facendole un occhiolino. Poi restarono qualche minuto in silenzio, ed Emma abbassò lo sguardo per recuperare le olive che erano cascate dal suo pezzo di pizza. Quando lo riportò su, si ritrovò Regina davanti in tutta la sua maestosità pelosa e profumata- Mi vuoi fare morire? – chiese e la vide leccarsi i baffi – Ecco mi sembrava – la lupa, mosse il muso sullo scatolo e la guardò con gli occhioni nocciola – Ruffiana! – prese uno dei tre spicchi rimasi e lo avvicinò al musone dell’altra. L’addentò piano, senza farle male e la trangugiò – Alla faccia della regina raffinata – rise Emma e di tutta risposta, il lupo, le mise una zampa sulle gambe – Okay facciamo a metà! Pensavo che tu e Ruby aveste mangiato arrosto di cervo! – scherzò – La prossima volta prendo una intera per te okay? – le accarezzò il mento e prese una fetta per lei e una per la cucciolona.

 

Grazie di essere passata ugualmente, sento che sei stanca – disse poggiando completamente la testa sulle sue cosce, Emma non perse occasione per coccolarla dolcemente.

 

Verrò sempre, lo sai, poi mi piace dormire con te, amore mio – le carezzò dietro le orecchie e Regina scodinzolò felice – Ti piace eh! Vuoi che ti legga qualcosa? – chiese mentre massaggiava il muso.

 

Sì, mi piacerebbe molto piccola – si sollevò e recuperò un libro poggiato su un altro baule, lo prese delicatamente con le fauci, senza addentarlo, era diventata davvero brava in quello.

 

Non è un po’ da bambini questo? – lesse: “Il piccolo Principe”

 

È breve e mi fa ricordare come mi sento io quando ti aspetto – allargò le fauci in un sorriso – Andiamo di là?

 

Emma si sedette sul letto dopo aver sfilato gli stivali e Regina appoggiò il muso sul materasso ascoltandola.

 

– Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora – disse la volpe. – Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e a inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… – lesse Emma. Pian piano, si addormentò e Regina la guardò incantata, era davvero dolce. Tirò con il muso la coperta sulla sua ragazza e le lasciò un bacio sulla guancia, si accucciò allora al fianco del letto, sul tappeto e restò vigile, finché non si addormentò anche lei.

 

 

Un mese dopo

 

Oddio ma siete tutti fracidi – Emma spalancò la porta bianca del 108 di Mifflin Street e li guardò. Henry aveva i capelli bagnati e i vestiti zuppi, Regina dal canto suo aveva il pelo arruffato e umido.

 

Non ci provare Regina – la additò -Fa il giro, tu Henry subito a fare una doccia calda.

 

Mamma, non puoi farle fare il giro – disse entrando.

 

Leva le scarpe Henry, tua madre è la prima che si lamenta, avete i piedi pieni di terreno – disse e Regina per dispetto le stampò una zampa sulla camicia bianca; il ragazzo scoppiò a ridere, vedendo quella scena – Con te facciamo i conti – disse affacciandosi dal portico, guardando il lupo ancheggiare via.

 

Non la fai entrare? È casa sua – la guardò imbronciato – E fuori piove!

 

Lo so, tu va di sopra e fa una doccia calda, prima che ti ammali – chiuse la porta – A tua madre penso io, non preoccuparti – lo spinse su per le scale.

 

 

Vieni forza – disse aprendo la porta sul retro. Ovviamente nella fase di plenilunio, Regina aveva deciso di restare lupo, e adesso però c’era il problema della pulizia, non poteva girare per casa piena di terra e acqua piovana, Emma aveva ragione.

 

Grazie, scoiattolo – ridacchiò mentalmente, era adorabile quando voleva sembrare l’adulta cazzuta.

 

Sfotti poco Mills, dovrai farmi tornare nuova questa camicia e poi che cosa avete combinato? – disse accogliendola.

 

Abbiamo giocato! Dai Henry era così felice, non mi puoi relegare – la guardò.

 

No, voglio farti un bagno, bello profondo – la guardò – Quelle zampe.

 

Vuoi che ti stampi di nuovo? – chiese alzandole.

 

Basta una macchia grazie – disse togliendo la camicia, lasciando il lupo boccheggiare, quella dannata canottiera – Forza entra! – disse preparandosi psicologicamente al lago di acqua. Regina entrò con un balzo e si lasciò insaponare per benino, sentiva le dita di Emma frizionarle il pelo ed era sempre piacevole ricevere le coccole di Emma; ogni tanto dava una leccata sul viso della donna, per infastidirla – Regina sta buona! – disse accarezzandole il manto. Quando finì, non poteva certo immaginare che la lupacchiotta si scrollasse e la bagnasse completamente. Sentì l’acqua scorrerle per tutta la fronte, cadendo sul petto, percorrendo la linea della sua spina dorsale, sbuffò rassegnata.

 

Ops – ammise la lupa.

 

Ops, un corno Mills, ti toso la prossima volta! – disse lasciandola uscire e poi prese il phon.

 

Uhm mi piace – si accucciò davanti a lei ed Emma non poteva essere davvero arrabbiata con lei. Con una spazzola pettinò il suo pelo lungo e soffice, che nonostante quell’uso si gonfiò, Regina allora si scrollò un'altra volta e si ammirò allo specchio.

 

Vanitosa – la prese in giro – Dai adesso esci! – ma l’animale non si mosse – Non puoi guardarmi mentre faccio la doccia su – disse arrossendo.

 

Starò buona qui, promesso! – la guardò.

 

Come avevi promesso, che sareste rientrati prima che piovesse – ammise.

 

Scusa, Henry ha insistito e io in questa forma voglio essere libera – sorrise.

 

Okay resta lì, buona – ridacchiò mentre sistemava il delirio di Regina e poi denudandosi entrò in doccia. Dette le spalle alla lupacchiotta e si insaponò la schiena e tutto il corpo, Regina non si perse un momento di tutta la doccia, si sarebbe divertita tra un paio di giorni.

 

Adesso siamo entrambe profumate – disse il licantropo.

 

Poi dirlo forte – sorrise abbracciandola, con indosso l’accappatoio. Dopo che si fu rivestita, andò ad ultimare la cena e fu Regina a recuperare Henry mezzo assonnato, dalla sua cameretta. Si misero a tavola, nonostante Regina avesse già avuto la sua razione giornaliera. Poi davanti alla tv, crollarono Regina ed Henry, che si era accoccolato sul fianco della madre.

 

Che monello – ridacchiò prendendolo in braccio per andare a lasciarlo nella sua camera. Quando tornò, Regina era ancora lì, prese una coperta distendendola sul pavimento e si accoccolò a lei.

 

 

Qualche giorno dopo

Aveva da poco aperto gli occhi, quella mattina doveva essere a lavoro ed incontrare anche il sindaco. Si mosse nel letto e sperò che la fase di Regina fosse passata, non avrebbe mai perso un appuntamento. Si infilò le pantofole e andò davanti all’armadio che condivideva con Regina: era appesa la sua camicia.

 

Lavata, profumata e stirata! Non sia mai che il mio sceriffo, abbia sulla camicia una zampona stampata di terreno fresco – R

 

Recitava il bigliettino posto sull’appendiabiti su cui era sistemato l’indumento.

 

Sei terribile – mugugnò tra sé Emma, era bellissimo vivere con Regina, si prendevano cura una dell’altra e ovviamente anche di Henry: erano una famiglia a tutti gli effetti.

Ecco qui un nuovo aggiornamento! Un ringraziamento va alla "recensora" per i due suggerimenti! Resto sempre in attesa anche se si delinea dagli ultimi pensieri di Emma, cosa possa avere in mente! Che ne dite? Alla prossima xoxo

  
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