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Autore: Sia_    24/07/2020    7 recensioni
Charlie arrossisce appena, si gratta con la mano il collo scoperto: non sa che sia quella cosa che gli fa perdere un battito del cuore per l’ennesima volta. Non lo capisce, ma ha paura persino di chiederlo a Tonks e finisce per rimanere in silenzio un po' troppo.
“È per i draghi, vero?” Ninfadora continua a parlare, facendo un paio di giravolte su sé stessa, alzando le foglie verso l’alto. Charlie le guarda cadere a terra una ad una, segue quelle traiettorie e ci si perde senza volere: la danza della strega lo ipnotizza e si trova a sorridere prima ancora di rendersi conto che le labbra gli si sono distese sul viso.
“Lo trovi strano?” si appoggia ad un albero, la schiena che percepisce perfettamente la forma della corteccia sulla sua pelle come una firma.
Ninfadora si ferma, i capelli ormai hanno sul capo un aspetto indicibile, le ginocchia arrossate e le mani fermate in due pugni, “Strano?” si mette a ridere, mentre i capelli si colorano della sfumature delle foglie cadute a terra, “Charlie Weasley, hai idea di chi sia io?”
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlie Weasley, Nimphadora Tonks | Coppie: Charlie/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
- Questa storia fa parte della serie 'Cromatiche atmosfere'
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A dirle, le cose belle non succedono

 

“Non lo disse ad alta voce perché sapeva che a dirle, le cose belle non succedono.” 
(Ernest Hemingway)

 

Settembre, 1984

Un leggero venticello gli smuove i ciuffi lunghi dei capelli rossastri e presto, a seguire l’onda dell’aria, è anche l’orlo del suo lungo mantello, che se ne sta appoggiato di lato sul prato. Lo sguardo di Charlie corre un po’ in avanti, si perde nella distesa del Lago Nero e non s’accorge, abituato com’è al baccano che riempie casa sua in continuazione, che qualcuno gli si siede vicino. Non accanto, ma dall’altra parte dell’albero a cui è appoggiato con la schiena. Quella presenza si fa però evidente nel momento in cui apre un libro e le pagine ingiallite le scricchiolano sotto le dita. 

Chiude gli occhi, mentre si sente trasportato di nuovo alla Tana: quel rumore gli ricorda i pesanti libri di ricette che la madre tiene nella cucina e che sfoglia di tanto in tanto la sera prima di andare a dormire, quando i fratelli piccoli sono già a letto da qualche ora. Le pagine, ricoperte da numerose macchie di sugo o di impasti di torta, scricchiolano a quello stesso modo. L’ombra di un sorriso gli compare sul volto, è quasi impercettibile, ma Bill – l’unico fratello che è abbastanza grande per venire a scuola con lui, lo noterebbe subito. 

Si sforza di guardare a quel punto, l’occhio è inevitabile che gli cada su quell’ammasso di capelli rosa vivo che ha al fianco e scenda poi ad una velocità straordinaria verso un visino sorridente, una divisa ordinata, un libro grosso quanto la stessa tracolla che la giovane ha appoggiato alla gamba. Così atrocemente diversa da tutto quello che ha visto in quei pochi giorni ad Hogwarts, ma allo stesso tempo così perfettamente giusta. Quella diversità gli ricorda un po’ le urla dei gemelli la mattina, i pianti di Ginny che fa nella culla quando vuole uscire a giocare con Ron, l’odore della sua casa nel Devon, che è un odore così particolare e intenso. 

Si schiarisce la gola, cercando di attirare l’attenzione e, quando gli occhi della giovane si scontrano prepotenti con i suoi, trova il coraggio di issarsi sulle nocche delle mani e spostarsi di qualche metro nella sua direzione, sedendosi proprio sulla parte finale del mantello che ha lasciato sul lato qualche minuto prima. Il contatto con la terra è fresco, gli rinvigorisce lo spirito ed è per questo che il sorriso che nasce sul suo volto è così pieno di vita. 

“Charlie, Charlie Weasley, piacere.” le sussurra, allungandole la mano. Sul treno per Hogwarts di amici se n’è fatto qualcuno, ma a conoscere la gente così in solitaria gli viene difficile – non sa mai di cosa parlare, se non di draghi.

La sfumatura dei capelli della giovane cambia leggermente, si fa di un rosa più intenso, “Ninfadora Tonks.” cala per un secondo un silenzio, ma un silenzio che non sa di pesante, che non ha nulla di forzato: hanno il tempo di studiarsi appena, di riconoscersi, “Chiamiami Tonks, solo Tonks.” gli fa notare con un leggero sorriso sul volto, cercando di imitare con i capelli il colore della cravatta che il ragazzo ha al collo, “Primo anno?” immagina, forse da quei lineamenti giovani che gli caratterizzano il viso. 

“Primo anno.” conferma Charlie con una semplice alzata di spalle, grattandosi il collo, accorgendosi solo a quel punto che le nocche sono un po’ sporche di terra e si appresta a pulirle con una serie di veloci movimenti, imbarazzato di averle stretto la mano poco prima.

“Ti va di leggere con me?” offre a quel punto Tonks,  “È Erbologia, la trovo stranamente interessante.” 

 

1986

Charlie s’accorge che qualcuno lo sta seguendo con fare furtivo da qualche minuto, ma non da peso a quei passi che raddoppiano perfettamente il suono dei propri. Forse perché, sapendo che Bill non l'avrebbe accompagnato quel giorno, capisce che solo un’altra persona è abbastanza folle da seguirlo lì dentro. Rallenta la camminata, mentre un ramo pieno di foglie si muove di scatto e un rumore lo costringe a girarsi: per terra, Tonks cerca di pulirsi la camicia bianca della divisa con una mano, intanto l’altra è girata verso l’alto, per far prendere aria ad una ferita.

“Sei un disastro.” le dice, un semplice sorriso che gli colora il volto mentre si avvicina all’amica, cercando nella tasca della mantella la bacchetta per pulirle la macchia di fango dai vestiti. 

Tonks sorride, i capelli che prendono il colore del cielo quando è senza nubi, “I pedinamenti non sono proprio il mio forte.” ammette, rimettendosi in piedi e osservando le proprie ginocchia in cerca di ferite. Quando ne vede una, si passa un dito sulla pelle per provare a togliere il sangue. 

Charlie le scruta il volto, un leggero istinto gli impone di spostarle la ciocca di capelli che le ricade davanti agli occhi dietro l’orecchio, ma si ferma quando le iridi della giovane cambiano colore e diventano ad un tratto più chiare. Ritira la bacchetta nella tasca e la precede di qualche passo, solo per offrirle la mano. Tonks la prende subito, ancorandosi al braccio del giovane come fanno i propri piedi sul pavimento: cerca di stare il più salda possibile, seguendolo in quella piccola strada che chissà quante volte Charlie ha percorso senza di lei prima di quel giorno.

“Perché sei venuta?” le chiede ad un certo punto, girandosi a guardarla per un secondo: forse è lì, che nota l’espressione calma che Tonks ha sul volto. Il suo cuore perde un battito, non capisce cosa stia succedendo al suo corpo e stringe più forte la presa sulla giovane, lei che non ha la minima paura di seguirlo nella Foresta Proibita, lei che non ha versato una lacrima per quelle ferite che bruciano sulla pelle.

“Hai sempre una faccia quando torni al castello dopo aver passato qualche ora qui dentro.” gli spiega, osservando il terreno per evitare di cadere di nuovo, “È come se fossi in grado di cambiare anche tu e mi sono sempre chiesta cosa sia, quella cosa che ti fa diventare così.”

“Così come?” 

Tonks si accorge presto che Charlie si è fermato e alza gli occhi per guardare la radura in cui sono arrivati: i piedi sono nascosti sotto le foglie cadute dagli alberi, un leggero sole che irrompe tra i rami e scalda l’atmosfera. I pochi raggi si infrangono su di loro e i capelli del ragazzo prendono tutto un altro colore. 

Così te.” 

Charlie arrossisce appena, si gratta con la mano il collo scoperto: non sa che sia quella cosa che gli fa perdere un battito del cuore per l’ennesima volta. Non lo capisce, ma ha paura persino di chiederlo a Tonks e finisce per rimanere in silenzio un po' troppo. 

“È per i draghi, vero?” Ninfadora continua a parlare, facendo un paio di giravolte su sé stessa, alzando le foglie verso l’alto. Charlie le guarda cadere a terra una ad una, segue quelle traiettorie e ci si perde senza volere: la danza della strega lo ipnotizza e si trova a sorridere prima ancora di rendersi conto che le labbra gli si sono distese sul viso. 

“Lo trovi strano?” si appoggia ad un albero, la schiena che percepisce perfettamente la forma della corteccia sulla sua pelle come una firma.

Ninfadora si ferma, i capelli ormai hanno sul capo un aspetto indicibile, le ginocchia arrossate e le mani fermate in due pugni, “Strano?” si mette a ridere, mentre i capelli si colorano della sfumature delle foglie cadute a terra, “Charlie Weasley, hai idea di chi sia io?” il suo volto prende la forma dell’ultimo ragazzo che l’ha presa in giro nei corridoi, imitandone i movimenti con una mano che si agita a scatti nel vuoto, “Non è strano, se è quello che ti piace.” conclude poi, tornando in sé. 

Charlie le sorride, mandando giù la voglia di abbracciarla per cancellare le parole d’odio che le hanno spalmato addosso quella stessa mattina. È lei che si avvicina invece, appoggiando il capo al suo petto, facendosi cullare dal respiro del giovane, “Sono sicura che lo incontrerai un drago, prima o poi.” 

Dici?” Charlie guarda verso l’alto, cercando di ricordare quando è stata la prima volta che la fronte della giovane si è appoggiata così sul suo corpo, cercando di ricordare come ci sono finiti, a volersi così bene.  

“Piuttosto, mi trasformo in un drago io stessa.” 

 

1988

“Se ti scoprono, sono morto.” le ripete di nuovo, anche se non riesce a nascondere il sorriso che gli è nato sul volto da quando Tonks si è offerta di accompagnarlo durante il suo giro di ronda. I capelli della giovane prendono il colore degli stendardi di Serpeverde, quelli antichi e nascosti nei piccoli sgabuzzini che ha scoperto in uno dei suoi tanti giri illegali per il castello. 

“È proprio quello il bello, il brivido.” gli occhi le si illuminano per un secondo e scrolla le spalle come se nulla fosse. 

Charlie un po’ lo sente, il brivido che gli percorre tutta la schiena fino al coccige quando la risata della giovane gli rimbomba nella mente, “È il motivo per cui non ti hanno fatto prefetto, il brivido.” le ricorda, infilando le mani nelle tasche. 

“Incidenti di percorso.” sibila Tonks, incrociando le dita dietro la schiena, cominciando a saltellare, “Fate solo questo?” chiede ad un certo punto, “Avanti e indietro tutto il tempo?” 

“Ti stai già annoiando?” Charlie alza un sopracciglio, sapendola perfettamente la risposta, ricordando l'infinità di pazzie in cui la giovane l’ha infilato negli anni precedenti senza remore. Il ghigno che nasce sul volto di Tonks è la risposta che si aspetta e arriva come un appuntamento confermato da una settimana: lo osserva, felice di vederlo su quel viso così… A quella luce, con la luna che luccica fuori e il fuoco che brilla nelle torce sulle pareti si accorge alla perfezione di tutto quello che vede sempre, che Ninfadora è bella. Lo è sempre stata, ma durante il loro quinto anno sembra aver preso una nuova sfumatura, più adulta. 

Mentre lo pensa, incapace di esprimere a parole quello che sta sentendo, la strega lo prende per mano e lo trascina nell’aula a fianco, “Vedi, è già più divertente.” gli dice, camminando per la stanza in punta di piedi, come se avesse paura di lasciare la propria impronta. Non lo sa però, che la mente del giovane l’ha dipinta per sempre in un ricordo indelebile e che è diventata molto più di una semplice traccia. 

“Quale parte sarebbe quella più divertente?” Charlie si appoggia al banco in prima fila con una mano, l’altra la porta al fianco. 

“Charlie Weasley, non fare il guastafeste.” gli intima, avvicinandosi a grandi passi e poi si ferma, a qualche metro di distanza. Per una volta, anche lei è senza parole. Lo guarda un po’ in imbarazzo, a cambiare colore non sono più i suoi capelli, ma presto anche le guance si arrossiscono appena, “È che domani c’è la partita e non avrò il tempo di vederti.” sussurra nel silenzio dell’aula vuota, “Volevo augurarti buona fortuna, vedi di prendere quel dannato boccino.”  è così, da quanto è entrato a far parte della squadra di Grifondoro, che s’è sempre inventata di tutto per passare del tempo con lui prima degli incontri: deve essere l’ansia che s’è portato dietro un'intera settimana la prima volta che è sceso in campo, dev’essere che lei è sempre in grado di calmarlo con un semplice sorriso. 

Charlie si avvicina, le appoggia una mano sulla guancia e le osserva quel volto che nasconde, nasconde tanto e dice molto allo stesso tempo e sembra che quel discorso sia assordante, “Domani giochiamo contro i Tassorosso, Dora.” le ricorda con un sussurro, mentre un sorriso gli nasce sul viso. 

“Secondo te, perché ti ho portato in un'aula vuota in piena notte?” Tonks risponde divertita, senza avere il coraggio di toccarlo a sua volta – forse per paura di renderlo troppo vero, “Se lo vengono a scoprire, domani mi uccidono.” 

 

1990

Charlie ha sempre sognato di vedere i draghi, di lavorarci con i draghi. I draghi sono sempre stato tutto. E Tonks con i draghi non ha mai potuto nemmeno entrare in competizione, perché lei non sputa fuoco, lei non ha le ali per spiccare il volo. E lei, lei in Romania non c’è. 

Ninfadora calcia un sasso per terra e il suo viso si trasforma in un broncio senza precedenti, ancora infastidita dopo mesi dalla decisione che Charlie ha preso. Come biasimarlo? Prende fiato, rilassandosi contro l’albero a cui è appoggiata e chiude gli occhi, cominciando a contare i giorni. Si risveglia solo al suono di qualcuno che le siede vicino, proprio accanto e le appoggia il capo alla spalla. Non le serve guardare, lo sa e le sue labbra si alzano in un sorriso pietoso. La mano istintivamente si perde tra quelle ciocche rossastre che tanto conosce e i suoi capelli prendono quello stesso colore, come per sentirsi una Weasley. 

Charlie alza il volto e la osserva per un secondo, cercando la sfumatura delle sue iridi per vedere se è triste ancora, triste come dice di non essere ormai da tempo. Si stacca dalla spalla solo per appoggiarle la fronte alla tempia, “Dora.” sussurra, cercando di richiamarla. 

“Lo so, ci sono i draghi.” ammette alla fine, dopo settimane che tenta di negare l’evidenza. Ma Charlie deve per forza andarci in Romania? Non può rimanere in Inghilterra, a giocare a Quidditch e non allontanarsi mai? È che essere Ninfadora con lui è semplice, è che non la fa sentire strana o diversa. Si appoggia meglio alla fronte di Charlie e sorride, “Sono felice per te, davvero.” 

Un leggero venticello le muove le ciocche dei capelli dal volto e le fa ricordare in un istante il giorno in cui, sette anni prima, si sono presentati in quello stesso luogo. Ed è in quell’attimo che le sembra mancare l’aria, perché lei con la gente non sa troppo bene come si faccia, perché lei con gli addii non sa come si fa. E Charlie non è qualcosa a cui vuole dire addio. Cerca il suo sguardo con una forza che non conosce e risponde a tutte quelle domande che le sono ronzate nella mente negli ultimi anni: a Charlie non vuole dire addio, perché Charlie semplicemente è un pezzo di quello che è diventata. Perché metà dei colori con cui tinge i capelli gliel'ha suggeriti lui, metà dei volti che imita sono per farlo ridere quando si ritrovano in giro per i corridoi e si siedono sotto alle grandi finestre del castello, metà della sua anima è ciò che è Charlie Weasley. Si morde il labbro, “Vedi di scrivermi sempre.” lo ammonisce, “E di venirmi a trovare e… ”

“Farò tutto.” le risponde con un sussurro, cominciando a guardare i fili d’erba che ha schiacciato con le gambe quando si è seduto. Si perde a sorridere poi, incapace di contenere tutto quello che ha tenuto nascosto nei sette anni precedenti. Perché s’è accorto che Tonks è diventata una parte del suo cuore, s'è infiltrata in quel nido di draghi che ha nel petto e difficilmente la manda via. Si chiede se la giovane sia in grado di sentire il suo battito, che fa lo stesso rumore assordante delle ali di un drago che spicca il volo e, mentre ci pensa, la sua mano corre ad incastrare le dita con quelle di Ninfadora. Come a dirlo, che l’unica che mai potrebbe amare è lei, come a spiegarle che è importante tanto quanto la Romania, come a ringraziarla di esserci sempre stata. Quando si gira a guardarla di nuovo – insomma, quando ne trova il coraggio, i capelli di Tonks hanno la stessa sfumatura rosata di quando l’ha conosciuta la prima volta e lo sa, vuole dire che in qualche modo è felice. 

“Se non mi scrivi, vengo in Romania e ti uccido.” 

 

“A dirle, le cose belle non succedono.”

 

Dicembre 1991

“Sei tornato.” il sussurro esce dalle labbra che Ninfadora ha trasformato poco prima in un becco di papera, “Non sapevo saresti tornato.” 

Charlie non risponde a quella constatazione e s’avvicina semplicemente alla donna che ha davanti, perché ormai ha le fattezze d’una adulta e quel cuore che le batte nel petto non è lo stesso della giovane che ha conosciuto durante il primo anno ad Hogwarts. E anche lui, che ora gli ha visti i draghi e ci lavora da mesi, sente che qualcosa è diverso, qualcosa manca troppo. Che la vita, senza Tonks al suo fianco ha perso ogni il colore. 

Le mani della strega si ancorano alla schiena del ragazzo, che s’è fatto più alto di qualche centimetro ancora e il suo volto si scontra con la barba che Charlie sta provando a farsi crescere, “Mi sei mancato.” ammette, il colore dei capelli che si trasforma di un intenso rosa e ha una strana voglia di farsi spuntare delle ali sulla schiena per prendere il volo a causa di tutta quella felicità. 

“Anche tu, anche tu mi sei mancata.” le dice in un attimo, desiderando eliminare ogni silenzio, cercando di recuperare il tempo che hanno perso in quei mesi di distanza, “È proprio diverso, senza di te.” non lo ha mai ammesso, mai s’è anche solo sognato di dirlo ad alta voce. Perché è sempre vissuto con l’idea che a dirle, le cose belle non succedono, che a dirle che la ama e che vuole stare con lei, lei non ci sarebbe stata. 

“Tornerai in Romania?” 

Annuisce Charlie, “Dopo le feste.” si trova a sussurrare stanco: li ama i draghi, sono ancora tutto quello che vorrebbe avere i draghi, ma a guardare gli occhi di Tonks che perdono di nuovo colore sente il cuore che va in pezzi, “Ma tornerò ancora e ancora e ancora.” s’affretta ad aggiungere, prendendole il volto tra le mani, “E tornerò sempre e… ”

“E io sarò qui ad aspettarti.” conferma Ninfadora, senza avere il bisogno di sentirla la domanda di Charlie, perché la sa.

“E io tornerò” lo ripete, come una promessa indelebile, come il ricordo di lei che percorre in punta di piedi l’aula vuota, come il ricordo di lei che gli stringe la mano nella Foresta Proibita. Avvicina la fronte a quella di Ninfadora, i loro capelli che si intrecciano e fanno da scudo al contatto tra le loro pelli, a fare da velo, ma non serve più – perché Charlie la ama, la amaÈ a quel punto che la bacia, che la sente alzarsi di qualche centimetro e percepisce le loro labbra che si toccano. È come quando ha accarezzato la pelle di un drago per la prima volta in vita sua, morbide e rigide allo stesso tempo, sono calde e di nuovo Dora prende le sembianze di casa, rendendola davvero casa. 

 

1998

“Ma tornerò ancora e ancora e ancora e tornerò sempre e… ”

E io sarò qui ad aspettarti.
 

 



Non sono tanto brava a fare le note ai testi, a dire cosa ne penso delle cose: forse perché c'è poco da inventare a questo punto e mi mordo la lingua da sola. Forse è perché quando mi butto a capofitto in qualche nuovo progetto, non ho mai il coraggio di parlare, impaurita di aver sbagliato qualcosa. Ad esempio, ho paura di aver rovinato Charlie e Tonks, di essere uscita dai personaggi completamente e di non essermene nemmeno resa conto. 
Chi mi conosce lo sa, non mi piace uscire dalla mia zona confortevole, fatta di Hermione e Fred, ma ieri qualcuno mi ha aperto un mondo tutto nuovo. Non dico che Tonks e Charlie diventeranno i miei nuovi diamanti di punta, ma anche adesso non posso fare a meno di pensare che siano immensamente carini. Sono così simili nella loro diversità: chi preferisce i draghi alle persone e chi, invece, dalle persone normali è distante. Insieme trovano il giusto equilibrio. Lo so che Tonks è uno spirito esuberante, ma mi piace pensare che questa forza l'abbia coltivata anche grazie alla presenza di Charlie: che sia stato un po' lui la miccia per sentirsi fiera di essere sé stessa.
Per scriverla, mi sono documenta un po' in giro, io che ho la memoria di un gattino appena nato: Charlie e Tonks iniziano a frequentare Hogwarts lo stesso anno, nel 1984 e sono nati rispettivamente uno nel 1972 e l'altra nel 1973. Mi sono aggrappata a questi dati per cercare di non stravolgere il corso della storia anche se, alla fine, ho completamente cancellato Remus dai miei piani. Abbiate pietà, posso soffrire solo per una coppia alla volta. Forse un giorno, quando sarò più forte di spirito, proverò qualcosa di diverso. 
Spero di non aver storpiato troppo, nel caso sono sempre pronta a migliorare ciò in cui ho palesemente fallito, 
Sia 

 





 

   
 
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